Nel frattempo, Takashi non sembrava affatto sconvolto della morte di Yoko
Yamazaki, eppure ne aveva visto la notizia alla televisione e la conosceva.
Forse si era dimenticato di lei, per il fatto che si fossero semplicemente
scambiati un tenero bacio di fronte al tramonto un paio d'anni prima. L'aveva
cancellata dalla memoria perché tra loro non c'era mai stata una relazione
seria ed importante. Spense la tv, annoiato dalle notizie troppo uggiose per i
suoi gusti e si recò nella sua stanza con l'intenzione di vedersi un porno.
Accese stereo e portatile. Associava musica ad immagini. Lo stereo si spense.
"Ma che cazzo?" esclamò il ragazzo, ma mentre stava per accenderlo
il telefono iniziò a squillare.
"Pronto?" chiese con assoluta tranquillità, come se non
sospettasse nessun nefando orrore
Silenzio
"Pronto?"
Silenzio
"Chi cazzo parla?"
rumori strani, scricchiolii provenienti
dall'oltretomba attraversavano l'apparecchio telefonico
"Che cazzo è? Uno scherzo?" Non era spaventato, ma Takashi non riusciva a trattenere le sue
parole sboccate.
"Fanculo!" urlò. Riattaccando.
"Questi idioti" sospirò "Non hanno nulla da fare se non gli
scherzi telefonici!"
Idiota ipocrita! Ma se tu eri il primo a fare questo tipo di idiozie?
Il telefono risquillò e questa volta il cuore del ragazzo cominciò a battere
come una pompa.
"Chi cazzo rompe ancora?" l'aggressività della sua voce era
flebile e fragile. Aveva paura.
I medesimi scricchiolii entrarono nei timpani del ragazzo come pugni in un
occhio. Erano sinistri, sepolcrali ed aumentavano in un crescendo inquietante.
Takashi riattaccò e venne preseo dal panico. Chiuse velocemente porte e
finestre e staccò il telefono e la corrente.
Restò all'oscurità, rannicchiando in un angolo, quando il telefono riprese a
squillare.
Ma...com'era possibile? Non lo
aveva forse staccato?"
Si alzò lentamente e riaccese le luci. Nulla di strano.
Per un attimo era quasi morto di paura. Ci rise su e tirò un sospiro di
sollievo, ma quando si voltò vide con orrore la testa mozzata di una ragazza
guardarlo in modo inquietante.
terrorizzato corse urlando sino alla porta di
ingresso, ma la trovò chiusa.
Urlò. "Apriti! Apriti!"
Provò anche a sfondarla, ma improvvisamente la sua testa abbandonò il corpo e
cadde a terra. Il telefono smise di colpo di squillare.