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Autore: StClaire    24/09/2015    3 recensioni
Maisie è la classica ragazza di diciassette anni. La sua vita si divide tra scuola e amiche, compiti e feste, famiglia e compagni e il ragazzo dei suoi sogni. La sua vita scorre tranquilla come al solito fino a che non le viene imposto di lasciare la sua camera per ospitare la prima figlia del compagno della madre, che ha le fattezze di un bellissimo ragazzo. Maisie, dopo una bugia di troppo, si ritroverà a chiedere ad Alexis "Alex" di tenerle il gioco e farle da fidanzato.
Da quel momento, tra disguidi, baci e ambigue relazioni, inizia per Maisie un'avventura che le scombussolerà più di quanto lei avrebbe mai potuto sospettare.
Dal testo:
«Devo chiederti scusa!», urlò Maisie improvvisamente.
Lei si girò «Scusa per cosa?», chiese Alexis curiosa, fermandosi sul vialetto di casa.
«Anch’io quando ci siamo scontrate all’aeroporto ti ho scambiato per un ragazzo!» disse Maisie tutto in un fiato.
«L’avevo capito», sorrise, e le fossette spuntarono insieme al sorriso, «Beh, almeno ti piacevo?»
La domanda spiazzò Maisie, ma la risposta usci da sola.
«Si!», forse lo disse con troppo entusiasmo, perché lei rise.
«Questo è l’importante», disse avviandosi verso casa.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Capitolo 6

- Beer -
 
 
Maisie era tornata a scuola tranquillamente, con il cuore in pace e la sensazione che il peggio fosse passato. Solo una cosa le dispiaceva, ed era che Alexis fosse continuamente in Accademia, ma come ripeteva Paddy, sembrava presissima dalla laurea. E forse, pensava Maisie, anche da quello stupido book fotografico di Emma. Cosa c’era di tanto interessante nei vestiti? Non lo avrebbe mai capito.
In classe tutto era tornato come prima, con la sola differenza che adesso sembrava aver acquisito la facoltà di parola. Era quasi inquietante come la sola idea che avesse un ragazzo l’avesse riscattata agli occhi della classe. Maisie era sempre stata considerata la stralunata della situazione, quella che non aveva gli interessi che tutte le adolescenti sane di testa sembravano avere: i vestiti, i ragazzi e il sesso. Ma le ultime due cose potevano benissimo essere unite.
Solo Mia e Jody, probabilmente, non ne era molto sicura, non l’avevano mai etichettata più di tanto. Credeva che si fossero avvicinate semplicemente perché, in primis, era stata proprio lei a non additarle, come invece avevano fatto le altre compagne di classe. Mia e Jody erano amiche dalle elementari, e avevo alimentato l’una nell’altra, gli interessi adolescenziali standard. Erano belle e sapevano come attirare l’attenzione, e per questo, erano vittime delle invidie delle altre ragazze della classe, della scuola e probabilmente di qualsiasi altro posto nel quale avrebbero potuto mai mettere i piedi.
Dopo il festival, le sue due amiche l’avevano riempita di domande, come il solito, e di complimenti. Cosa che l’aveva stupita. E soprattutto l’aveva stupita che anche loro avessero notato un cambiamento negli occhi di Connor nei suoi confronti. Davvero bastava così poco a far cambiare opinione alle persone? Una relazione, fittizia, tra l’altro, è il tuo status sociale cambia completamente? Le sembrava un po’ triste come cosa. Si domandava, anche troppo spesso in quei giorni, se nel caso non avesse mai immischiato Alexis nella sua vita privata, se Alexis non fosse diventata Alex, Connor l’avrebbe mai guardata? Le avrebbe mai rivolto la parola?
Si sarebbe mai interessato a lei?
Negli anni, aveva fatto, anzi, Mia e Jody avevano fatto l’impossibile per far capire a Connor l’interesse che lei provava per lui. Sarebbe stato impossibile non capirlo, doveva essere davvero stupido in caso contrario. Ma all’improvviso, appena spunta un fantomatico ragazzo, ecco che lui si risveglia, e scopre improvvisamente il suo interesse in lei. Com’era possibile? Maisie si riteneva la stessa dei mesi precedenti. Sempre la stessa Maisie alta un metro e tanta voglia di crescere, la stessa Maisie con gli stessi capelli bruni e poco interesse nel vestire. Ma no, lui se n’era accorto solo adesso, che cosa strana.
«A cosa pensi?»
I suoi pensieri furono interrotti dalla voce di Jody.
In tutta risposta alzò le spalle «Niente di che…»
«Scommetto che pensi ad Alex!» rise la sua compagna.
In effetti, sì. In quel mese era riuscita a tenere a bada i bollenti spiriti delle sue due amiche, e a non far organizzare appuntamenti a quattro, uscite, serate e via dicendo insieme. Aveva quasi paura che mettendo fine a quella storia, fantomatica storia, la colpa la si sarebbe addossata a lei. Aveva passato intere giornate chiusa a casa a inventare discutibili scuse e ancor più discutibili descrizioni di serate passate con Alex. Forse era meglio terminarla lì e non portarla troppo a lungo o non ne sarebbe mai venuta a capo.
«Io e Alex abbiamo deciso di non vederci più» lo disse lapidaria. Forse un po’ troppo, perché lo sgomento che scese sul volto delle sue amiche era allarmante. Credeva che neanche respirassero.
«C-cosa?» balbettò Jody.
«Perché mai?» urlò Mia. Era sempre molto melodrammatica.
Maisie alzò le spalle. Già, perché?
«Non so bene…» sussurrò.
«Ti ha lasciato lui? O tu? O avete deciso insieme?»
«È una decisione che abbiamo preso insieme.» disse assumendo un tono triste.
Sì. Le sembrava la scelta adatta. Non avrebbe né fatto la parte della pazza, a lasciare un figo come Alex, né la parte di quella sedotta (che parolone) e poi abbandonata.
«Perché? Eravate così una bella coppia! Eravate così affiatati!»
Le parole di Mia le fecero spuntare un sorriso in volto. Cercò di celarlo, ma era troppo tardi.
«Semplicemente non andava, sì, stavamo bene insieme, ma siamo così diversi!»
«Forse è colpa dell’età! Troppa differenza!»
«Già. Troppi progetti diversi. Io sono ancora a scuola, mi manca ancora un anno, escludendo questo che è appena iniziato. Gli sarei stata solo d’intralcio»
Seguì solo silenzio a quello che disse. Maisie sperava che la questione finisse lì.
«Sai cosa dobbiamo fare?» chiese improvvisamente Mia.
Maisie la guardò. Mia aveva uno strano luccichio negli occhi, cosa che la preoccupava alquanto.
«Dobbiamo andare a bere!» urlò alzando le mani e con l’espressione estasiata.
Maisie la guardò con espressione sconvolta, ma poi si unì alla sua vivacità.
Alla fine che male le poteva fare un po’ d’alcool?
 
*
Era di fronte la porta di casa da cinque minuti a suonare ininterrottamente e nessuno veniva ad aprire. Come aveva fatto a dimenticare le chiavi di casa?
Quando la porta di casa si aprì improvvisamente, ebbe un sussulto.
«Ehi»
Alexis era in piedi sull’uscio della porta e sembrava si fosse vestita di tutta fretta.
«Non c’è nessuno?» chiese Maisie insospettita dallo strano silenzio. Di solito, a quell’ora quando tornava, la televisione era accesa, e c’era Alice spaparanzata sul divano che la seguiva distrattamente mentre messaggiava con le amiche e sua madre era in cucina.
«No, tua madre e tua sorella sono andate a fare una visita medica, credo. Non saprei dirti. Non credevo tornassi così presto» aggiunse.
Maisie trovò strana quell’affermazione, era come se Alexis non trovasse adatta la sua presenza in quel momento,  ma annuì leggermente.
«Il corso di oggi è saltato» disse a voce bassa «E comunque hai la maglia al contrario.»
«Ah.» mormorò Alexis guardandosi la maglia.
C’era qualcosa che non quadrava, una strana sensazione aleggiava…
«Ciao Maisie!»
La voce di Emma la fece sussultare per la seconda volta in poco tempo. Ma non per lo spavento, ma per il nervoso. Guardava quella ragazza e vedeva tutto ciò che lei non era, e soprattutto vedeva i suoi capelli arruffati. Voleva vederci chiaro. Cosa c’era tra quella ragazza e Alexis?
«Ciao Emma» tentò di sorriderle «Che bel vestito…»
Maisie si domandò se quella ragazza avesse conoscenza dei pantaloni.
«Grazie! Che si dice?» le domandò Emma con il sorriso sulle labbra, mentre si sistemava le pieghe della gonna.
Maisie cercò di darsi un contegno e rispondere più amichevolmente possibile.
«Niente di che, solite cose. Scuola, studio, amici…»
Si pentì subito. Avrebbe dovuto inventarsi qualcosa. Così faceva semplicemente la parte della ragazza casa e scuola, di una noia mortale. E poi, davanti a una che probabilmente passa le sue giornate in negozi di moda e le sue serate in qualche locale universitario.
«Un fatto tranquillo.» rispose Emma.
«Già…» esitò un attimo, poi aggiunse «Spero di non avervi disturbato, è che proprio non trovo le chiavi!»
«Figurati…» borbottò Alexis legandosi i capelli.
«Figurati!» le fece eco Emma «Stavamo… ehm… guardando i disegni delle mie creazioni, per scegliere quelli da utilizzare per il book.»
Maisie si sforzò di sorridere e di mostrarsi interessata.
“Creazioni”, “Book”, erano tutte parole che la infastidivano. E non sapeva perché. Non era mai stata così cinica.
«A proposito! Venerdì andiamo a scattare delle foto al St. James, hai presente? È quel locale un po’ psichedelico in Baker St.»
Maisie annuì e camuffò la sua totale ignoranza in campo di locali cool.
«Comunque, dicevo, venerdì scattiamo lì qualche foto, c’è una serata, perché non vieni?» le chiese sorridendo.
Maisie cercò di nascondere la sua sorpresa, guardo velocemente Alexis, che esaminava insistentemente il muro e poi ritorno in sé.
«Mi piacerebbe! Ma purtroppo ho già un impegno!»
«Ah» la faccia delusa di Emma sembrava sincera «Spero che almeno ne valga la pena!»
«Lo spero anche io…» disse sorridendo «Mi vedo con un amico.»
Lo disse così. Lo sputò fuori, non contenta di tutte le balle che aveva già detto. Ma quando lo sguardò di Alexis saettò su di lei, si pentì immediatamente del suo gesto.
«Ti vedi con Connor?» le chiese stravaccandosi sul divano.
«Già» disse senza troppo entusiasmo.
«Ok» disse distogliendo lo sguardo e tornando a fissare il muro. Maisie perse un battito. I suoi occhi le creavano sempre qualche problema.
«Già» ripeté «Vi lascio continuare, vado sopra. A dopo» aggiunse riprendendosi. Salutò e salì di corsa le scale.
Si chiuse la porta alle spalle. Iniziò a saltare per tutta la stanza.
Che cazzo aveva combinato? Ma cosa le era saltato in testa. Connor? Ma quale Connor! Oddio!
Improvvisamente la suoneria del cellulare prese a suonare e lei scattò per rispondere.
«Maisie?»
La voce di Jody era resa metallica dal disturbo nella linea.
«Jody? Mi senti?»
«Si! Senti Mia doveva accompagnarmi a fare shopping ma aveva il dentista e quindi mi ha appesa…»
«E…?»
«Vuoi venire tu?»
Maisie ci pensò un attimo.
«Si. Certo» In realtà voleva semplicemente uscire nuovamente da quella casa.
«Ci vediamo tra poco in piazza! A dopo!» e staccò la telefonata.
Maisie raccolse le sue poche cose essenziali, cellulare e portafoglio, e le buttò in uno zainetto di pelle sintetica nera.
Scese le scale facendo più rumore possibile.
«Io esco! Ciao! » urlò in direzione del salone e uscì di corsa senza aspettare risposta.
 
*
 
«Quindi, per venerdì siete tutte d’accordo?»
Maisie rizzò le orecchie. Si sentiva prontissima, carica e impaziente. Nonostante la “piccola” bugia che aveva detto ad Alexis. Ma tanto, come l’avrebbe mai scoperto?
«Dove andiamo?» chiese.
La sua mente stava partorendo un’altra idea malsana. Si era andata a documentare sul locale in Baker St e aveva scoperto che in quella via c’erano solo locali e pub. Perché non andare in uno di quelli, così, tanto per cambiare?
«Pensavamo di andare al solito, al Labor, no?»
«Mmmmh» Maisie assunse un’area pensierosa «Che ne dite di andare a Baker St?» chiese candidamente.
Le sue amiche la fissarono e lei si affrettò ad aggiungere «Frequentavo un paio di locali in quella zona, quando uscivo con Alex» cercò di dare un tono sicuro alla sua voce.
«Maisie… » esordì Jody «Non è che vuoi incontrare Alex?»
Lei sbiancò. Da quando Jody era diventata così acuta e perspicace? Ma doveva ammettere a se stessa che era vero, che era tentata.
Cercò di riconquistare un po’ di contegno «Certo che no! A parte che è già successo!» mentì di nuovo.
Jody e Mia assunsero un’espressione divertita. Ma cosa avevano da ridere tanto?
«Un giorno dovrai chiederci perdono in ginocchio, sappilo!» esclamò Jody mente Mia annuiva con vigore.
Maisie strabuzzò gli occhi. Cosa intendevano?
«Allora: Baker St sia!» esclamarono in coro prima che lei potesse chiedere spiegazioni.
 
*
 
Maisie si era preparata per bene. Aveva trovato un pub famoso per la sua birra al caramello, posto perfettamente di fronte al locale, dove sarebbero andate Alexis ed Emma. Con un po’ di fortuna avrebbe capito qualcosa in più su Alexis.
Indossò la sua giacca a vento prese il borsone con i vestiti per la serata e si diresse al piano di sotto.
«Ti auguro buona serata» la voce di Alexis la fece sussultare. Era appoggiata al muro e indossava il pantalone di una tuta e una canotta, sicuramente maschile, dato il taglio. Aveva le braccia incrociate, ma la canotta le permetteva di vedere uno dei tatuaggi sulla spalla destra, sembrava una stella, o un fiore stilizzato.
«Anche a te» rispose rinvenendo e respirando profondamente.
«Non mi sembri vestita per un appuntamento» notò Alexis inarcando il sopracciglio destro. Lo faceva sempre, era una di quelle cose che Maisie aveva subito notato.
Maisie scosse la testa.
«Non è un vero è proprio appuntamento» mentì. In realtà non sapeva neanche dove fosse Connor in quel momento, e poco le interessava «E poi sto andando da Jody. Ci vediamo lì e poi stasera usciamo.»
Alexis annuì. Maisie notò che si stava mordendo il labbro e questa cosa le procurò una strana sensazione. Portava i capelli all’indietro e aveva gli occhi cerchiati dalle occhiaie. Le sembrava che qualcosa la tormentasse.
«Ok. Fai attenzione»
Maisie la guardò per alcuni secondi.
«Va bene…»
Alexis le sorrise debolmente e poi rientrò nella sua camera.
 
*
Il pub era veramente bello. Era uno di quei tipici pub inglesi, poco illuminati ma, dove alla fine vedevi benissimo. Fortunatamente, nonostante Mia avesse invitato anche Connor e i suoi amici, erano solo loro tre. I ragazzi erano impegnati con una partita o roba del genere. Da un lato era un bene, Maisie iniziava a trovare seccanti le attenzioni di Connor nei suoi confronti, ma dall’altro, l’assenza del “maschio” nel gruppo rendeva Jody, e soprattutto, Mia, esagitate e pericolose.
Era ormai tarda serata quando riuscirono nella loro impresa. Maisie aveva passato, e si era ripromessa di passare il resto della serata, con la famosa birra al caramello. In realtà era davvero buona, il problema è che Maisie si sentiva davvero stupida. Cosa aveva pensato di fare? Arrivare fin laggiù a che pro? Avrebbe fatto meglio ad accettare l’invito di Emma e andare lì se proprio voleva spiarle. Ma poi, spiarle per cosa? Se Alexis aveva una relazione con quella ragazza, buon per lei. Ma poi, lei che ne sapeva? Magari era tutto frutto della sua immaginazione. Magari Alexis ed Emma erano solo buone amiche. Magari era lei voleva che Alexis fosse… beh…
Batté con forza il bicchiere sul tavolo schizzando birra ovunque.
«Maisie tutto ok?» le chiese Jody.
Lei annuì.
«Sì, tutto ok, mi è solo scivolato il bicchiere.»
Jody annuì ma non sembrava perfettamente convinta.
«Vado in bagno!» esclamò alzandosi.
Si diresse velocemente ai bagni che erano dietro spesse porte scorrevoli, sempre di legno. Iniziava a trovare odioso tutto quel legno. Avrebbe voluto sciacquarsi la faccia, ma poi avrebbe rovinato il trucco che Mia le aveva fatto con tanto impegno. Si sarebbe sciolto, e lei sarebbe stata solo peggio. Voleva andare a casa, correre in camera e dormire. Tanto comunque non aveva risolto niente. Era mezzanotte passata e lei era nel bagno di un pub a fissarsi nello specchio. Il trucco che le aveva fatto Mia non le donava, troppo forte per i suoi lineamenti. Si guardò intorno, non c’era neanche una salviettina. Voleva struccarsi. Non sopportava più nulla di quella serata!
«Maisie? Maisie sei ancora nel bagno?» la voce di Jody filtrava attraverso la porta.
«Cinque minuti ed esco, sto aggiustando il trucco!» mentì. In realtà stava cercando di non rovinare il trucco con le sue stupide lacrime.
«Esci da quel bagno idiota! C’è Alex!»
«Che cosa?»
«Di fronte! Il locale di fronte! Esci subito razza di idiota!»
Non se lo fece ripetere due volte.
Uscì dal bagno a una velocità disumana.
«Maisie! C'è Alex! Qua di fronte! Guarda, il pub di fronte! Il marciapiede!»
Maisie scattò verso la finestra. Non era stata un’ottima idea, data la quantità industriale di alcool che le girava per il corpo, dopo le bevute fatte per "dimenticare" proprio lui e la loro fantomatica rottura. Ma in realtà era davvero lì. Maisie la poteva vedere lì di fronte in compagnia Emma.
Alexis sembrava contrariata, stavano discutendo. Emma mise su un broncio cui difficilmente si sarebbe potuto resistere e Alexis si voltò dall’altra parte. Una strana fitta le attraversò il corpo quando Emma abbracciò Alexis da dietro e un sorriso le spuntò in volto. Alexis era lì con i suoi soliti vestiti che le esaltavano l'esile figura e lei invece era nel pub di fronte, ubriaca fradicia e con la faccia schiacciata contro il vetro. Le veniva da piangere. Ma non sapeva il perché.
La voce di Mia la riportò alla realtà.
«Ma chi è quella?» domandò la sua amica.
«Non lo so…» mormorò. Davvero ormai non ne aveva idea.
«Un'amica?» suggerì Jody.
«Un'altra?» esclamò Mia.
Maisie la guardò malissimo. Sarebbe dovuta essere dalla sua parte!
Continuò a guardare verso Alex. Per il tempo che c’era, era vestita troppo leggera. Le bruciavano gli occhi. Ma proprio non riusciva a capire il perché. Un po' si era sentita triste quando la loro recita era finita. E in quel momento l'alcool nutriva la sua malinconica.
In uno scatto improvviso, Maisie raccolse la sua giacca e si avviò verso l'uscita del pub. Ignorò le voci delle sue amiche e aprì la porta del locale così forte investì un paio di persone che si trovavano fuori da locale.
«Ehi! Fai attenzione!» urlò una ragazza.
Maisie borbottò una scusa, mentre cercava di indossare la giacca, litigando con le maniche.
Ma improvvisamente si accorse che la voce della ragazza aveva attirato troppa attenzione.
Alex la stava guardando.
Maisie era in piedi con la faccia sconvolta, metà del cappotto indossato e le guance rosse rigate dalle lacrime. Alex la guardò a lungo cercando di capire cose stesse succedendo.
«Maisie...?» disse flebilmente.
Maisie vide Emma aprire la bocca per dire qualcosa, ma nello stesso momento Alex le fece segno di stare in silenzio.
Maisie si sentì terribilmente in imbarazzo. L’immagine di Emma e Alexis abbracciate le faceva male e non riusciva a fermare le lacrime, così iniziò a camminare velocemente. Sentiva Alex chiamarla. Ma più sentiva pronunciare il suo nome più le veniva da piangere. Così iniziò a correre. Improvvisamente sentì una mano che la tratteneva. Uno strattone la portò a fare diversi passi indietro, portandola a sbattere contro una figura. Era Alexis.

 
Salve a tutt*!
Non vedevo l'ora di aggiornare!!!
Vi ringrazio, come sempre, per tutto l'affetto dimostrato! Spero che questo capitolo vi piaccia!
Il prossimo sarà mooolto importante!
Finalmente!!!

Vi lascio allo spoiler!
«Ciao Alexis!» cinguettò Alice «Stavamo parlando dell’appuntamento di Maisie di ieri! Non vuole dirmi se è succes…» Maisie le tappò la bocca.
«Non credo che ad Alexis interessi la mia vita sentimentale» borbottò.
Alexis la guardò appoggiata con la schiena sulla porta che si era richiusa dietro. Erano tutte e tre nel bagno e Maisie si sentiva in imbarazzo. Alexis la guardava, ma aveva uno sguardo indecifrabile, non era caldo come sempre. Sembrava freddo e distaccato.
«No, anzi, tutt’altro. Sei uscita con Connor?» chiese incrociando le braccia.
Maisie annuì, incapace di fare altro.
«Tu lo conosci?» chiese sbalordita Alice.
Alexis annuì.
«Sì. E sono certa che non faccia per Maisie. È solo uno stupido ragazzino.»
Maisie la guardò a bocca aperta, ma prima che potesse rispondere Alexis voltò le spalle e se ne andò.
  
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