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Autore: Nono23    25/09/2015    2 recensioni
Diario
[di-à-rio] s.m. (pl. -ri)
1 Registrazione quotidiana di ciò che accade: scrivere, tenere un d.; anche, titolo di opere letterarie che si configurano come un d.: “Diario di un curato di campagna” di G. Bernanos
Vi presento il diario 'segreto' del Principe del calcio! Ebbene sì, anche lui ne tiene uno. Il motivo? Eh, questo non ve lo dico! Trovate tutto nei capitoli! Il nostro caro Misugi ha una relazione col bel Portiere Karateka, quindi siete avvisati!!! Cosa mai potrebbe scrivere sul suo diario Jun? Beh, della sua infanzia, del suo amore, della sua vita, delle sue paure... tutto in chiave leggera e comica! Non mancheranno momenti fluff!
Buona lettura a tutti!!!
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Ed Warner/Ken Wakashimazu, Jun Misugi/Julian Ross
Note: OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Venerdì 25 settembre 2015, Tokyo

Caro diario,
evita di farmi la predica perché si avvicina l’inverno e potrei buttarti sotto al camino da un momento all’altro. Sì, è passato molto… moltissimo tempo dall’ultima volta che ti ho aggiornato, ma ci sono stati tantissimi impegni calcistici e non, che mi hanno tenuto lontano da te. Non hai idea di come gioissi fino a un quarto d’ora fa. Purtroppo la mia coscienza ha iniziato a rompermi l’anima e così ho preso in mano la situazione: oggi ti racconto la nostra prima volta. Dopo il primo bacio e il primo ti amo questa ci vuole. Non scandalizzarti, non scenderò nei dettagli. Pezzo di carta insensibile.
Non interrompermi altrimenti avvero la mia minaccia. Fammi radunare le idee…
Ah sì, avevamo sedici anni ed eravamo in ritiro. Io ero ancora aiuto allenatore, ma il mio quarto d’ora a partita lo detenevo nonostante tutto e tutti, così un paio d’azioni ogni tanto me le facevano fare. Inutile dire che ogni volta era guerra aperta tra me e Ken. Io cercavo di segnare, lui me le parava tutte. Negli spogliatoi eravamo sempre casualmente seduti vicini sulle panchine e facevamo di tutto pur di scontrare le nostre mani in fugaci carezze invisibili. Senza che ci sgamassero, gli regalavo anche qualche sorriso vero. Non avrei mai pensato che io, Baronetto del Calcio o, come preferiscono chiamarmi sui giornali, il Principe dal Cuore di Cristallo, potessi sorridere in quel modo. Da quando stiamo insieme io e Wakashimatsu, vedo la mia vita rifiorire lentamente dalla cenere del passato. Proprio come una fenice, sono morto per risorgere. E Ken è la dolce brezza che mi sospinge aiutandomi a imparare per la prima volta a volare davvero. Sì, perché, anche prima della scoperta della mia malattia, sentivo di vivere un po’ troppo protetto. Mi sentivo soffocato dalle attenzioni della servitù e, quando potevano, dei miei genitori. Per questo, solo per far preoccupare meno i miei cari e per avere più libertà possibile, aveva imparato a sorridere falsamente. Indossavo una maschera e tutti ci credevano. Era stata forgiata così a fondo, così perfettamente che a volte persino io mi perdevo e non sapevo più dire come mi sentivo veramente. Poi è arrivato il mio portiere-karateka e ha mandato in frantumi la porcellana con cui avevo costruito pazientemente la mia maschera e ho iniziato a vivere. Per questo non lo ringrazierò mai abbastanza.
Comunque, dicevo, facevamo di tutto per toccarci senza che nessuno si accorgesse di noi. Il punto era che in quel periodo si hanno gli ormoni impazziti (anche adesso, in realtà) e i pensieri poco casti sono all’ordine del giorno, proprio come le mie medicine. E più passavano i giorni, più assumevano la forma di me avvinghiato a Ken come mai. Noi uniti come mai. Insomma, stavo prendendo la consapevolezza di volerlo fare MIO del tutto. La parte più difficile era che la nostra intesa, per quanto potessimo essere innamorati, non era esemplare come quella di Misaki e il suo fidanzato (come se non ci fossimo accorti che stavano insieme lui e il nostro svitato Capitano…!), perciò capire se anche lui volesse andare oltre al casto bacio non era un’impresa tanto semplice. Strano a dirsi, in mio aiuto venne la cara buona vecchia Yayoi che, con la sua adorabile sbadataggine, si era dimenticata sulla panchina del campo da calcio una di quelle riviste femminili che tanto le piacciono, qualcosa come “TOPGIRL”. Stavo per riportarglielo, quando il mio occhi cade su una parola in particolare “Starters”. Avevo già sentito dire qualcosa in tv, ma non avevo mai capito a cosa si riferisse di preciso. Aprii la pagina e lessi avidamente quelle righe. I miei occhi s’illuminarono nell’esatto momento in cui finii di leggere l’articolo. Con gli “Starters” avrei capito se era pronto o meno per uno dei grandi passi della vita: il sesso.
Fu così che con una scusa lo isolai dal gruppo e lo portai in camera mia, che dividevo con Matsuyama. Mi sentii particolarmente fortunato quando, incrociandolo nel corridoio, mi disse che quella sera avrebbe fatto tardi, perché stava con la fidanzata. Ricordo che esultai di gioia dentro di me. Avevo tutto il tempo di scoprire i suoi gusti e, perché no, forse anche concludere qualcosa.
Arrivati in camera, chiusi la porta a chiave per precauzione senza farmi notare dal mio ragazzo. Lui si sedette sul letto e candido mi chiese:
« Di che schemi di gioco volevi parlarmi?» sorrisi malizioso e mi accomodai accanto a lui.
« Beh, ecco, se ti dicessi che era solo una scusa per stare insieme un po’… cosa mi risponderesti?»
« Ti risponderei che era ora!» esclamò piegando le sue labbra all’insù. Mi incantai qualche secondo e mi risvegliai solo quando sentii le sue labbra posarsi sulle mie con delicatezza, mentre la mano mi accarezzava la guancia con dolcezza. Ricambiai, cercando di approfondire sempre più il bacio, mentre le mie dita scorrevano lente a partire dai suoi capelli intricatissimi e si snodavano sul viso ovale, sul collo lungo, sul petto muscoloso. In un guizzo di lucidità, mi ricordai che dovevo ascoltare il suo corpo, come rispondeva a questi “Starter”. Direi che rispondeva bene, molto bene. La carezza sulla guancia era scesa sul mio collo fino alla mia schiena. Mi attirò più vicino a sé, facendomi salire a cavalcioni su di lui. Mi persi nelle sensazioni che quel contatto mi regalava. Capii che voleva fare sul serio quando le sue lastre antracite mi incatenarono lo sguardo e mi sentii sorreggere per le natiche. Lo abbracciai forte annuendo alla sua tacita domanda. Certo che volevo fare l’amore con lui!
Cominciai a far scivolare lentamente le mani sotto il maglione che aveva indossato, captando i brividi che lo percuotevano. Lui non era da meno. Era risalito dai fianchi fino al mio torace e mi stava sfilando la maglia gialla a maniche lunghe che indossavo. Perlustrò il petto, stuzzicandomi cautamente. Ripetei i suoi gesti istintivi e lo liberai dei vestiti. Il fiato mi stava diventando corto e non ero mai stato più contento di quel momento. Eravamo rimasti in intimo. Le sue spalle larghe era invitanti tanto quanto un Dorayaki appena sfornato. Irresistibili. I suoi capelli scompigliati in un modo particolare, così belli. Perfetti. Gli occhi erano diventati come un caffè caldo. Liquidi. Sentii la sua voce dopo molto tempo, appena ci staccammo del centesimo bacio che ci eravamo scambiati in quegli attimi sospesi di puro piacere.
« J-Jun… il tuo… il tuo cuore…» sospirò il MIO portiere assuefatto dalle emozioni. Ci misi qualche secondo a mettere insieme la frase, ma la risposta mi venne direttamente dall’organo che mi batteva all’impazzata.
« Ken, io voglio fare l’amore con te perché ti amo davvero. E tu?»
« Non sai da quanto… Ti amo tanto anche io…»
« Allora non potrà accadermi nulla. Perché l’amore è caldo e guarisce, fa stare bene. Il sesso è freddo e mi fa morire. Facciamo l’amore stasera e sarò in perfetta forma. Credimi, amore.» gli risposi guardandolo intensamente. Sapevo che quando lo chiamavo così si scioglieva subito, come gelato al sole. Per questo mi sorrise e mi baciò, togliendomi i boxer. Io ripetei il gesto e ci fondemmo in una sola anima. Sentivo l’eccitazione salire, così come le spinte e il caldo che provavo. Alla fine, mi distesi accanto a lui con un po’ di fiatone. Feci di tutto per controllarlo il più possibile. Sapevo che non era proprio vero come gliel’avevo messa giù per convincerlo, ma il fatto che eravamo stati insieme per la prima volta, suppongo anche prima per entrambi, mi faceva sentire appagato e in pace con me stesso.
Ammetto di avergli mentito volontariamente, ma solo due mesi più tardi molto probabilmente mi sarei dovuto sottoporre ad un intervento le cui probabilità di successo erano pari al 20% e non avrei sopportato l’idea di non provare una delle gioie della vita più vicine a me proprio grazie a Ken. Ma questa è un’altra storia. Te la racconterò più in dettaglio la prossima volta, promesso. Quando? Non lo so. Tempo al tempo, si dice, no? E allora accontentati di quest’episodio per oggi. Tra l’altro, non ho ancora finito, quindi taci e ascolta.
Dicevo… ah, sì, eravamo nel letto felici ed appagati. Ci addormentammo così, finché non mi svegliai per un insistente brontolio allo stomaco. Scossi Ken e gli sussurrai con voce assonnata:
« Ken… Mangiamo qualcosa?»
« Mmmh… Panino…» mugugnò lui in risposta.
« Vieni con me in cucina? Niente panino, se no!»
« Arrivo…» ricordo che sbadigliò così tanto che credetti si fosse slogato la mascella.
Andammo in cucina senza far rumore. In fondo era la una di notte… prendemmo il necessario per un panino degno di nota: pane, formaggio, insalata, pomodori, prosciutto, ketchup e cipolle.
Per scendere in cucina ci vestimmo ancora con gli abiti raccattati dal pavimento, quindi io con la mia maglia gialla. Stavo cercando di far scendere il ketchup, quando mi si avvicinò, sussurrandomi:
« Dammi, faccio io. Una mossa di karatè ed è fatta.» colpì il barattolo con un po’ troppa forza, tanto che schizzò dappertutto. Compreso sulla mia maglia. In quel momento no sapevo se avevo più voglia di strozzarlo o mettermi a ridere. Scelsi la seconda perché ero di buonumore.
« Amore… capita anche ai migliori di fare dei pasticci!» ridacchiai e addentai il panino. Era molto buono! Lui me lo strappò di mano, accusandomi di finirglielo tutto. Prima di rientrare in camera, passai dalla lavanderia a mettere nel cesto dei panni sporchi la maglia gialla macchiata.
E così si conclude la mia prima volta. Allora? Hai visto? Non sono sceso nei dettagli, pudico foglio del cavolo.
Per il momento è tutto. Ti saluto.
Jun Misugi.”
Il Principe ripose il famigerato regalo nel solito cassetto, indossò una maglia e andò in cucina a preparare uno spuntino.
Dopo una decina di minuti venne raggiunto dal suo compagno, con addosso una maglione che lo proteggesse dal freddo. Misugi lo osservò attentamente, poi guardò ciò che aveva finito di preparare e guardò com’era vestito. Le coincidenze della vita…
« Amore, che fai?» cinguettò Wakashimatsu allegro.
« Preparo un panino.»
« Formaggio, cipolle, pomodori, prosciutto e insalata. Ho dimenticato qualcosa?» elencò con un sorriso Ken.
« Sì, il ketchup.»
« Oh, beh, quello era scontato. Ce l’hai sulla maglia!»
« Eh?»
« Ma come? Non te ne sei mai accorto? La macchia non è mai andata via da quella notte!»
« Quella notte rimane indelebile in tutti i sensi!» scoppiarono a ridere e addentarono i panini del Baronetto.

Fine.

Note dell’autrice:

Good evening guys!

IO.IMPLORO.IL.VOSTRO.PERDONO.

Vi prego davvero di scusare per il ritardo megagalattico, ma non avendo scritto tutto il testo mi è difficile pubblicare con costanza. L’ispirazione e il tempo sono i miei nemici in questo periodo… Vi giuro che le storie NON saranno abbandonate, perché ce le ho tutte in mente in modo abbastanza preciso. Solo non sarò puntuale come desidererei… Ci terrei informarvi che, di conseguenza, ci saranno due , tre capitoletti al massimo ancora. Quindi, non vi annoierò ancora per molto col ‘Diario’! ☺☻☺
Detto questo, passiamo alla storia. Allora, che ne avete pensato? Non so voi, ma le parole che il Principe rivolge al karateka prima dell’atto fisico, “Il sesso mi uccide. L’amore no.”, sono bellissime. Non trovate? Spero di sapere le risposte tramite una recensione, altrimenti potete scrivermi anche in privato, no problem! Spero di non aver commesso gravi errori, altrimenti segnalatemeli che provvederò a correggerli. Grazie a tutti i lettori silenziosi, a chi l’ha guardata di sfuggita e un doppio grazie va a chi l’ha recensita e inserita tra le preferite/ricordate/seguite! Thanks to all guys ♥♥!
Dedico il capitolo a BJ e Gratia, una amante dello Shonen-ai ♥, l’altra appassionata del Baronetto ♥.
A presto (per quanto possa esserlo!),
Nono23.

   
 
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