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Autore: _Giuls17_    26/09/2015    1 recensioni
[the dark world, the same enemy but that's another story]
Hermione aveva provato sulla sua pelle il dolore vero e da quel momento aveva preso la decisione più importante della sua vita, una decisione che aveva richiesto un sacrifico che lei aveva eseguito senza indugio; ma in un mondo in cui Lord Voldemort ha preso il potere e Harry Potter cerca ancora di contrastarlo, non tutto andrà per il verso giusto.
C6: -Vorrei tanto che non fossi una stronza Serpeverde con zero capacità di amare.-
C7: “Cercavamo un amore travolgente, e l’abbiamo sempre avuto davanti, è sempre stata lei ad attirare la tua attenzione"
C8: -L’amore ci rende fragili ed io vivo in una famiglia in cui non posso permettermi questo genere di debolezza.-
C13: Ti prego non lo dire, se non lo dici non è vero e se tu non lo dici posso dimenticare, posso dimenticarti.
C19: -Io ti ho aspettato per tutta la vita.-
C23: Abbiamo deciso di distruggerci.
C44: A prescindere dal fatto che li amasse entrambi.
C48: Posso mettere la parola fine a tutto questo dolore.
C49: Hermione è una persona fatta di amore di rimpianti...
Genere: Dark, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Fred Weasley, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione, Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da V libro alternativo, Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Dark World'
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Holidays and revelations
 
Hermione si alzò dal letto lentamente, si diresse verso l’armadio per prendere la divisa pulita ma qualcosa attirò la sua attenzione.
Indietreggiò e si fermò davanti allo specchio della propria camera, dalla scorsa estate si era ritrovata a passare davvero poco tempo lì davanti, solo qualche minuto prima delle lezioni, giusto il tempo di un trucco veloce, ma non ci si era più soffermata, aveva smesso di guardarsi attraverso lo specchio.
Così quando alzò lo sguardo per farlo, non trovò i soliti occhi, quegli occhi marroni che sapeva rendere glaciali e distruttivi, ma ciò che vide la destabilizzò: i suoi occhi erano languidi.
Si passò una mano sul viso, e notò le occhiaie e delle piccole rughe dovute alla stanchezza, senza rendersene conto passò anche la mano sulla clavicola e poi sulle braccia, percepì il suo corpo e per la prima volta ne ebbe paura: era troppo magra; con gli occhi esaminò se stessa, quella se stessa che aveva trascurato da troppi mesi e sentì il proprio cuore battere veloce, poggiò una mano su di esso e nonostante l’inverno fosse già arrivato si rese conto che il suo pallore non era dovuto al freddo, ma solo al suo malessere.
 
Sfiorò un bottone del pigiama ma si trattenne, non avrebbe sopportato la vista del suo corpo magro davanti allo specchio a ricordarle i suoi errori e le sue azioni, non avrebbe sopportato la verità.
 
“Non sai più chi sei.”
Quando rialzò lo sguardo capì a cosa la sua coscienza si riferisse e si meravigliò di ricordare quelle parole nonostante fosse passato molto tempo, e attraverso il suo sguardo comprese cosa Daphne le avesse voluto dire:
«Essere desiderata non ti basterà, Hermione, quando t’innamorerai il muro che ti sei creata attorno crollerà e tu non riuscirai neanche a riconoscerti allo specchio.»
Il suo cuore pompò sangue ancora più veloce, percepì le pulsazioni diffondersi in tutto il corpo e offuscarle la mente, lei non poteva avere ragione, Daphne non sapeva niente di lei e dei suoi problemi, non la conosceva abbastanza.
Senza rendersene conto sferrò un pugno allo specchio e vide la sua immagine infrangersi, rompersi in mille e più pezzi, e comprese un’altra cosa.
 
“Tu sei questo: un’immagine distorta, rotta in più punti. Difficile da ricomporre.”
Io non sono innamorata.
“Credi che possa essere così terribile essere importante per qualcuno? In fondo, hai già avuto una cotta.”
Avere una cotta non è la stessa cosa di essere innamorati.
“Perché no?”
Perché se lo fossi lui dovrebbe essere il mio tutto, lui dovrebbe sapere tutto di me e sono sicura che scapperebbe davanti al racconto della mia miserabile vita.
“Hai davvero così poca considerazione di lui? Eppure mi sembrava che ormai lo avessi capito.”
Cosa?
“Lui non è Fred.”
 
***
 
-Allora vorreste venire alla Tana per il Natale?- domandò Ron, posando il bicchiere sul tavolo.
-Certo, lo sai che l’alternativa sarebbero i miei zii e non ci tengo a stare con loro.- bofonchiò Harry.
-Bene! Credo che anche Ginny ne sarà felice, no?-
-Smettila Ron!- esclamò Harry, improvvisamente rosso in faccia, -Vengo anche per stare con voi, a proposito la valigia l’avete sistemata? Partiamo nel pomeriggio.-
-Io non credo di venire.- disse Draco alzando lo sguardo.
-Perché no? È dal primo anno che passiamo almeno qualche giorno assieme a Natale, non puoi mancare.-
-I miei andranno fuori Londra per una vacanza e io non me la sento di andare via da Hogwarts.- sussurrò, voltandosi verso la porta principale, aspettando di vederla.
-Draco…-
-Sto bene ragazzi, ho solo bisogno di riposare un poco e non ho molta voglia di muovermi.-
 
“Bugiardo, lo sai anche tu che rimani qui perché hai sentito la Weasley dire che Hermione non sarebbe tornata a casa.”
Cosa ci sarebbe di male? Nonostante tutto qualcosa è cambiato.
“Credo che non si sia mai esposta così tanto.”
Lei mi lascia restare ad ascoltarla per ore e l’ho fatto più di una volta durante questi mesi, ed ogni sera ho scoperto qualcosa in più su di lei…
“Fino a dover ammettere quella verità che più volte avevi rinnegato.”
Mi sono innamorato.
 
-Malfoy potresti venire anche per uno o due giorni prima di capodanno, insomma il Natatale alla Tana non è paragonabile a quello ad Hogwarts.- continuò Ron.
-Ci penserò.-
 
Osservò Harry voltarsi verso la porta della Sala Grande e seguì la sua traiettoria, notò entrare Blaise Zabini ed Hermione Granger, lui le stava appoggiando una mano sulla schiena e le stava sussurrando qualcosa all’orecchio, la vide annuire ma non passò inosservata la mano fasciata e il suo sguardo freddo.
Improvvisamente però la Umbridge si avvicinò ai due ragazzi, si sporse un po’ di più, sperando in cuor suo di poter sentire la conversazione ma non ci riuscì, vide solo Blaise farsi da parte ed Hermione scortata fuori dalla professoressa.
Provò a sciogliere i muscoli, sentendosi teso, sapeva bene di cos’era capace quella professoressa ma aveva promesso di non farne parola con nessuno, neanche con Silente, e così aveva fatto ma non sopportava l’idea che lei potesse essere torturata, ancora.
-Malfoy credo che dovremo parlare, di lei.- sussurrò Harry, avvicinandosi all’amico.
-Magari quando tornerai dalle vacanze, Harry, adesso credo che sia arrivato il momento di riposarsi un po’.- disse, cercando di sorridere.
-Posso restare, se credi di aver bisogno di me.-
-No davvero, ho solo bisogno che voi stiate bene, per quello che mi riguarda mi farà bene restare qua ad Hogwarts.-
-Non insisterò oltre.-
 
Harry tornò a concentrarsi sul suo pranzo, cercando di dimenticare come gli occhi dell’amico si fossero illuminati al suo arrivo, cercando di scacciare dalla mente il viso arrabbiato di Blaise quando Hermione era stata accompagnata fuori dalla Sala Grande, volendo mettere da parte tutti ma si rese conto che non sarebbe stato possibile.
Queste vacanze non gli sembravano più così allettanti come un paio di ore fa.
 
***
 
-Suo padre mi ha chiesto di controllarla, ma questo glielo avevo già comunicato il primo giorno che ci siamo incontrate.- disse la professoressa Umbridge, sorseggiando il suo thè.
-Si signora.- sussurrò Hermione, cercando di trattenere le lacrime per il dolore.
-E come può immaginare suo padre ama mantenere il controllo e diciamo che si è sentito tradito quando la sua unica figlia ha deciso di non rientrare a casa per le vacanze di Natale.- posò la tazzina e la guardò.
-Di conseguenza mi ha chiesto di ricordarle le conseguenze delle sue azioni.-
Hermione annuì, avvolgendo il proprio corpo con le mani pur di trattenere il dolore, ma lei lo sapeva bene: il dolore della Cruciatus non passava velocemente, la torturava per giorni.
Lasciandola senza forze e solo in quel momento ringraziò le imminenti vacanze, sarebbe rimasta sola col proprio dolore e col proprio aguzzino, ma in fondo aveva scelto il male minore, a casa sua, Albert, l’avrebbe potuta punire a ripetizione, senza essere mai fermato ma qui, ad Hogwarts, c’era ancora Silente che poteva proteggerla.
-Non la perderò di vista, signorina Granger, se credeva che la scuola fosse il suo luogo sicuro dovrò fare in modo di farle cambiarle idea, presto.
Adesso può andare.-
-Si signora.- si alzò, e reprimendo il desiderio di lasciarsi cadere a terra nel suo ufficio, avanzò lentamente verso la porta, percepì ad ogni passo il suo corpo protestare, cadere a pezzi non solo per colpa della maledizione ma anche per colpa sua, se avesse mangiato avrebbe potuto resistere meglio, se si fosse nutrita decentemente non avrebbe dovuto arrancare per uscire da quella porta.
 
***
 
-Ginny andiamo?-
Daphne si fermò davanti l’ingresso di Hogwarts e si voltò per guardare l’amica, ancora in attesa che Hermione venisse a salutarla, ma lei non ci aveva sperato più di tanto.
Soprattutto perché Blaise le aveva raccontato di come la Umbridge avesse preso di mira la loro amica fin dall’inizio delle lezioni e di come le sue punizioni riguardassero sempre lei, nella maggior parte dei casi.
-Perché non viene a salutarci?- chiese la rossa, avvicinandosi.
-Perché avrà avuto da fare, lo sai che la Umbridge l’aveva chiamata nel suo studio.-
-Io non mi fido di quella donna.-
-Neanche io, ma forse Hogwarts è il suo posto sicuro e noi dobbiamo lasciarla andare.-
-Non la trovo.- disse Blaise, uscendo di corsa dal portone.
-Neanche nell’aula di Vitious?-
-No, sembra sparita e noi siamo in ritardo.-
Blaise s’incamminò senza aspettarle ma Daphne non lo biasimò, voleva bene ad Hermione, forse lui era l’unico che la conosceva da più tempo e che teneva alla sua salvezza, ed era per questo motivo che gli risultava difficile accettare quel suo modo contorto di pensare.
-Le manderemo un gufo, ma se non andiamo perderemo il treno e io non voglio restare ad Hogwarts per Natale.-
-Neanche io, però almeno non sarà totalmente sola.- sussurrò Ginny, lasciandosi alle spalle il castello e la sua migliore amica.
 
*
 
Draco uscì da biblioteca portandosi dietro alcuni libri che lo avrebbero aiutato con alcuni compiti durante le vacanze invernali.
Si era chiuso là dentro per quasi tutto il pomeriggio pur di non salutare tutti i suoi amici, non lo aveva fatto con cattiveria, ma odiava dover dire addio, anche se solo per pochi giorni, così aveva preferito la pace.
Si diresse verso la Torre dei Grifondoro ma decise di allungare il percorso, passando da alcuni piani senza un percorso preciso.
 
Ed in quel momento si ritrovò a pensare a lei.
Hermione Granger occupava costantemente la sua testa e i suoi pensieri, fin dal giorno che gli aveva permesso di restare.
Non l’aveva previsto e conoscendola aveva immaginato il solito rifiuto, ed invece no, l’aveva fatto restare e non una volta, ma tutte le altre; nonostante non parlassero molto durante quelle ore a lui piaceva ascoltarla, più di una volta si era portato un libro da leggere o alcune pergamene da completare, poiché il suono di quelle melodie riusciva sempre a placarlo e perché la sua sola presenza lo completava.
Infatti grazie a quegli incontri qualche volta avevano parlato di altro, anche se le loro conversazioni non duravano ore, in alcune semplici battute lui era riuscito a comprenderla di più, a capire il tipo di persona che aveva completamente frainteso nel corso degli anni, ed era stato durante una di quelle serate che aveva capito.
Aveva capito di essersi innamorato, che era sempre stata lei la ragazza che avrebbe scombussolato la sua vita, mettendo in discussione tutto, quella ragazza che George gli aveva consigliato di cercare e che da quel momento non era riuscito a dimenticare.
 
“Dimenticare? Vorresti mai dimenticare quello sguardo?”
Mai.
 
E quella consapevolezza lo aveva aiutato a rimanerle accanto, durante tutti quei mesi, ma nonostante tutto non era mai andato oltre, non aveva mai superato quella linea che lei aveva tracciato seppur invisibile ai suoi occhi.
-Granger?- esclamò, vedendosela spuntare davanti agli occhi.
-Oh sei tu, Malfoy.- sussurrò, guardandolo.
-Cosa succede?-
La vide appoggiarsi a un muro, e la sentì espirare pesantemente, osservò i suoi occhi iniettati di sangue  farsi pesanti e delle gocce di sudore lungo la fronte.
-Stavo… Stavo solo andando in Sala Comune.- si staccò da muro per rispondere, e quando osservò i suoi occhi provò una stretta al cuore.
-Hermione!-
Draco si avvicinò e l’afferrò per le braccia prima che cadesse a terra.
-Com’è che riesci a prendermi prima che io cada, ogni volta?-
-Non lo so, forse perché passo le mie giornate a seguirti.- si lasciò sfuggire, ma vide i suoi occhi chiudersi lentamente.
-Ehi, non svenire, Hermione!-
Lasciò cadere i libri e la prese in braccio, facendo appoggiare il suo viso al petto, la strinse delicatamente e in quel momento ebbe la certezza, la risposta a una delle sue tante domande: Hermione era dimagrita troppo, non conosceva i sintomi dell’anoressia, ma era sicuro che non si trattava solo di quello.
Si concesse un secondo, un solo secondo ad ammirarla, stretta a lui, inerme, e non si stupì di essersi innamorato, lei non era solo bella, non era solo la ragazza più attraente della scuola, ma anche quella con la vita e il passato tormentato, e una maschera perenne sul viso, a nasconderla dal mondo esterno, a nascondere il dolore che l’affliggeva.
La guardò un’ultima volta e poi percorse velocemente i corridoi di Hogwarts per raggiungere velocemente l’infermeria, non si preoccupò di bussare, ed entrò senza chiedere il permesso.
-Signor Malfoy dove le ha lasciate le buone maniere?- tuonò Madame Chips avvicinandosi a lui.
-Davvero mi dispiace, ma Hermione sta mele.- sussurrò, facendole notare la ragazza che portava in braccio.
-Buon dio, venga presto.-
La seguì verso uno dei lettini e la sistemò su uno di essi, cercando di essere delicato, le spostò un ciuffo di capelli dal viso e si perse nell’osservarla.
-Cos’è successo?-
-L’ho trovata nel corridoio e all’improvviso è svenuta, non so dove fosse, era sparita dall’ora di pranzo.-
-Lasciami controllare, ragazzo.-
 
L’anziana signoria prese la bacchetta ma quando osservò meglio la ragazza, la ripose, sapeva benissimo quello che era successo e non riuscì a reprimere un moto di disgusto per quella donna, sfiorò con le mani le braccia e percepì la consistenza del sangue sotto il tessuto.
-Deve andare a chiamare Silente, immediatamente.- comunicò, senza distogliere gli occhi dalla ragazza.
-Ma io…-
-Te la farò rivedere, ma adesso è più importante di quanto tu possa pensare.-
-Certo.-
Madame Chips osservò il ragazzo lasciare la stanza correndo e si ritrovò a sospirare.
-Cosa ti hanno fatto?- chiese.
 
*
 
-Ne è sicura?-
-Sì Albus, puoi vedere con i tuoi occhi.- sussurrò l’infermiera al preside della scuola.
 
Draco si avvicinò alla porta, non sopportando l’idea di essere stato messo da parte, avrebbe fatto di tutto per ascoltare e in quel momento ringraziò di aver sistemato Hermione in uno dei letti vicini alla porta principale.
 
-Si tratta della Cruciatus.-
-Non è solo questo, Albus! Non le vedi? Queste cicatrici… Non è la prima volta che questa povera ragazza viene torturata, e tu lo sai bene, la Cruciatus non dovrebbe lasciare segni sul corpo, dovrebbe ripercuotersi solo sugli organi interni, ma lei ne ha ricevute così tante che…-
-Che i sintomi si sono verificati anche all’esterno.-
-Sì, dobbiamo fare qualcosa. Lo sai anche tu chi è stato a farle questo.-
-Lo so benissimo, Madame Chips, ma Dolores Umbridge è stata nominata dal Ministero…-
-Vorrà dire dal Ministro, Lord Voldemort, lui e il padre di questa ragazza detengono il potere e faranno di tutto per spodestarla.-
-Già, ed è per questo che la Umbridge è qui, ma non è il momento e il luogo per certe cose.-
 
Il ragazzo si allontanò solo un attimo dalla porta per poter placare la propria rabbia, Hermione era stata torturata sotto i suoi occhi, dentro quel castello che lui considerava il luogo più sicuro del mondo e la sorpresa e lo sgomento non l’avevano ancora abbandonato.
Non aveva creduto a Ginny quando gli aveva detto che suo padre l’avrebbe punita ancora, anche se aveva inteso la gravità e la portata di quelle punizioni non aveva pensato, minimamente, che potessero trattarsi di Cruciatus.
 
“Come può una ragazza sopportare tutto questo?”
Non può, è questa la verità… Così si spiega tutto.
“Cosa?”
Il perché indossa una maschera.
 
-Signor Malfoy?-
-Preside…- sussurrò, alzando lo sguardo.
-Senza di lei la sua compagna non ce l’avrebbe fatta, riceverà dei punti per il suo coraggio.-
-Non voglio niente, vorrei solo vederla.- disse invece, rendendosi conto in quel momento che avrebbe fatto di tutto per vederla.
-Certamente, ma dovrà anche lasciarla riposare, Madame Chips l’avvertirà quando la visita volgerà al termine.-
-La ringrazio, preside.-
Senza farselo ripetere ancora entrò e vide l’infermiera lasciarlo solo con lei, lui avvicinò una sedia e si sedette vicino a lei.
Osservò quella ragazza, ancora inerme su quel lettino, il colorito pallido era quasi del tutto sparito, capendo che aveva già ricevuto le cure adeguate ma non riuscì a rilassarsi; percepì il suo cuore battere veloce, tanto per la rabbia, tanto per la delusione di non aver capito prima.
Di non averla capita prima.
Anche se aveva compreso fin da subito con chi avesse a che fare, non poteva immaginare il perché avesse preso certe scelte, il perché dei suoi atteggiamenti e degli occhi freddi, ma in fondo, anche se non era stata lei a dirglielo, quella sera del ballo aveva compreso che Hermione era diventata un’altra, era diventata Lei, ovvero quella ragazza che gli stava di fronte, spietata e arrogante.
Aveva messo da parte la sua bontà, per diventare qualcosa di diverso.
Allungò una mano senza pensarci, strinse la sua delicatamente e poi incrociò le dita, non riuscendo a dimenticare quel contatto che avevano avuto tanto tempo fa.
-Per quel che vale… Non permetterò che accada di nuovo.- sussurrò, le sfiorò la fronte con l’altra mano, percorrendo dolcemente la sua guancia, il mento e le labbra morbide.
Ed in quel momento percepì il desiderio di baciarla, di poter assaggiare la consistenza di quelle labbra color pesca che tante volte lo avevano insultato, che tante volte avevano detto bugie pur di proteggersi, che nell’ultimo periodo gli avevano chiesto di restare.
-Non puoi… Proteggermi.- sussurrò lei, guardandolo.
Nonostante non se lo aspettasse, Draco non allontanò la mano che le stava accarezzando il viso e non interruppe il contatto con l’altra, si avvicinò di più a lei, così da poter sussurrare.
 
-Io sono condannata a questa vita e non… Permetterò che qualcuno si faccia male per colpa mia.- disse, osservando quegli occhi grigi che le stavano trasmettendo quelle emozioni che aveva represso più di una volta.
-Non sei condannata, se me lo permetterai farò in modo di proteggerti, Hermione.-
Al suono del suo nome, aprì ancora di più gli occhi, cercando di combattere contro la stanchezza che la stava assalendo.
-Quasi nessuno mi chiama per nome.-
-Ti dispiace se lo faccio io?-
-No, mi piace come suona il mio nome quando sei tu a dirlo.-
-Adesso riposa Hermione, ci sarò al tuo risveglio.- disse, sfiorandole ancora il viso.
-Ho bis… Bisogno di sapere una cosa.- continuò, aprendo gli occhi ancora, -Sei rimasto qua per me?-
-Sì.- rispose semplicemente.
Draco osservò il suo sguardo di ghiaccio riscaldarsi, vide i suoi occhi farsi languidi ma non permise a nessuna lacrima di uscire, si avvicinò a lei e la baciò sulla fronte, non rendendosi conto di cosa stesse facendo fino a quando non sfiorò la sua pelle.
Una scossa gli percorse il corpo e percepì un brivido attraverso il corpo di lei, temporeggiò per qualche secondo e poi allontanò le labbra.
Quando la guardò di nuovo, aveva già chiuso gli occhi, ma un leggero rossore le adornava il viso non più pallido, non poté evitare di sorridere, chiudendo a sua volta gli occhi ma non lasciando mai andare la sua mano, ancora intrecciata.
 
 



∞Angolo dell'autrice: Buongiorno a tuttiiii ^^
Okay, anche se oggi non batte il sole, e ci sono un paio di nuvole, sappiate che per me è il giorno più bello del mondo, ho appena dato due esami nella sessione di Settembre e sono andati molto bene e per un momento voglio dimenticare l'inizio delle lezione di questo lunedì e concentrarmi su di voi e la storia.
Allora... Hermione finalmente realizza un fatto molto importante, o meglio riesce a comprendere cosa Daphne le avesse voluto dire l'anno prima:
«Essere desiderata non ti basterà, Hermione, quando t’innamorerai il muro che ti sei creata attorno crollerà e tu non riuscirai neanche a riconoscerti allo specchio.»​ 

Questa frase, apparentemente inutile, le servirà per comprendere come le cose con Draco sono cambiate, come lei sia cambiata da quando ha lasciato Fred e semplicemente l'ha aiutata a capire che adesso prova qualcosa per lui.
Forse per lei sarà troppo presto per ammetterlo non solo a se stessa ma anche a lui, ma adesso ha la certezza che non è più indifferente, che il fatto di farlo "restare" ha fatto sì che il suo muro crollasse, anche se un mattone alla volta, crepa dopo crepa.
Questa è la verità che non si era aspettata, ed anche se per lei forse è presto, lui invece è sempre più convinto.
Convinto di quel legame che ha creato senza volerlo, convinto che sia coinvolto nella sua vita dopo tutto e che non possa più uscirne.
In questo capito abbiamo visto anche la crudelrà di questo "Dark World", le persone non sono buone e chi lo è cerca di mantenere la sua purezza; la Umbridge è ancora più spietata, e Silente sa che deve intervenire anche se non è ancora venuto il momento opportuno.
In questo mondo la salvezza è solo un utopia, soprattutto se ti chiami Hermione Granger e tuo padre è il braccio destro del Primo Ministro e tu fai tutto quello che è in tuo potere per ostacolarlo.

Spoiler:

-Non guardarmi così.- 
[...]
-Come ti sto guardando?- 
[...]
Lei percepì il suo mondo iniziare a muoversi troppo velocemente, la stanza girarle attorno anche se Malfoy restava fermo, come se fosse il centro della sua gravità e tutte quelle parole si mossero veloci nella sua mente, mandandola in confusione, in tilt.


~Un saluto a tutti voi che restate sempre con me, non mi deludete mai, io vi stimo <3

 
   
 
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