Quando ho iniziato a scrivere questa storia ho seriamente pensato che l'avrei finita nel giro di pochi mesi. Ah, wishful thinking. Beh, visto che mi sembra brutto lasciarla e visto che ho grandi progetti per lei andrò avanti. Probabilmente questa fanfiction morirà con me. Nel senso che morirò senza averla finita o che morirò giusto un attimo dopo averla finita.
Comunque, scherzi a parte, voglio avvertirvi che in questo capitolo vengono dette cose che sono...frutto di ricerche?, intuizioni?, anni di slash? non saprei come dirlo. Il punto è che non sono un uomo gay - nel caso non si fosse capito - e questo, in un certo senso, mi limita, ergo non prendete necessariamente per vero o assoluto quello che ho scritto. O, peggio, per favore, non offendetevi!
Ah, come chi segue l'altra mia storia saprà ho deciso di uscire dal fandom dei One Direction, quindi non so niente, non voglio sapere niente etc etc, voglio solo continuare a scrivere fanfiction e a sognare che Harry Styles venga a prendermi sul suo unicorno alato e mi porti a cavalcare sull'arcobaleno.
HARRY
Harry si tira il lenzuolo fin sotto
il mento, reprimendo un brivido di freddo. Pure il tempo ha deciso di essere schizofrenico. Come se non bastasse già
la gente, che cambia umore e voglie
da un momento all’altro.
“Sì, ne sono abbastanza sicuro”,
replica con un sorriso. “Perché me lo chiedi? Sembro più…vecchio?”.
Caroline ricambia il suo sorriso con
una dose in più di malizia.
“No, ma sembri molto esperto per l’età che hai, se capisci
cosa intendo”.
Harry si gratta il mento.
“L’esperienza non dipende
necessariamente dall’età”, osserva.
Caroline lo guarda con un misto di
curiosità e ammirazione.
“Hai ragione”, concede.
Harry si domanda se sia il caso di
baciarla. Sono così vicini e la donna
gli sta guardando le labbra. Non è contrario all’idea, ma non ne ha neanche
particolarmente voglia.
Finire a letto con lei non è stata
una sorpresa. Quando si è presentato a casa sua sapeva benissimo cosa lei si aspettasse e cosa lui volesse. È stato naturale e
spontaneo. Non è stato un attacco di lussuria ma neanche un gesto forzato.
Harry non si è sentito follemente attratto da Caroline al punto da non riuscire
a pensare ad altro che a metterle le mani addosso nello stesso momento in cui
il suo sguardo si è posato su di lei – e il paragone con qualcun altro sorge spontaneo – però quando lei gli si è avvicinata
e il suo odore gli ha invaso le narici mentre gli occhi di Harry le cadevano
sulla scollatura è stato naturale baciarla e, da questo, finire nella sua
camera da letto. Il sesso non deve essere per forza follia e adrenalina e
voglia di divorare l’altra persona in
tutte le accezioni possibili del termine (quella cannibalistica a parte).
È stato sensuale e divertente e, in
un certo senso, nuovo. Caroline è una
donna adulta e indipendente e sicura di quello che vuole. E allo stesso tempo
aperta e generosa. Anche simpatica
(questo Harry lo ha scoperto parlandole, prima
di rotolarsi con lei tra le lenzuola).
“Sono sicura che stai facendo un
sacco di esperienza in questo periodo”, afferma la donna, ammiccando.
Harry interrompe la sua
contemplazione dell’opportunità di baciarla o meno.
“Che intendi dire?”.
Caroline ghigna.
“Avrò anche una certa età ma ci vedo
ancora bene”, scherza. “Ho notato i segni sul tuo corpo lasciati da qualcun altro”.
Harry avvampa. Aveva onestamente
dimenticato di averli. Eppure gli era sembrato così erotico essere ‘marchiato’
da Louis.
“Oh, sta’ tranquillo!”, esclama la
donna. “Non penserai sul serio che mi fossi illusa di essere l’unica?”.
Caroline ha completamente travisato
il suo imbarazzo. Non è imbarazzato dal fatto di essere andato – più e più
volte – e di voler andare ancora (bisogna essere sinceri, almeno con se stessi)
con un’altra persona, e che questa persona sia un uomo, ma che l’uomo in
questione sia Louis e che i segni del
suo passaggio, nonostante siano trascorsi giorni e Harry abbia deciso di non
cedere alle sue richieste di vedersi, siano ancora impressi sulla sua pelle.
“No, non lo penso”, ammette con un
sorriso forzato. “Non insulterei mai la tua intelligenza in questo modo”.
Caroline ride, una risata roca e
profonda, così in contrasto con quella di Louis che, sebbene sia un uomo, ha un
tono di voce acuto e cristallino, alle volte.
Louis è sempre nei suoi pensieri, anche quando Harry è a letto con una
donna sexy e affascinante come Caroline. Allontanarsi da lui non è servito a
niente, se non a farglielo desiderare ancora di più. Harry non è sicuro che non
gli cederà di nuovo la prossima volta che lo vedrà. È Louis a dettare delle
regole, è inutile che Harry si illuda di avere voce in capitolo.
Caroline gli accarezza il petto.
“Posso approfittare della tua giovane
età e della tua, ehm, resistenza e chiederti un secondo round?”.
Stavolta tocca a Harry ridere.
“Anche un terzo”, scherza.
Sarà anche ossessionato da Louis ma i
suoi ormoni reagiscono ancora perfettamente alle ‘lusinghe’ di una bella donna.
Per adesso.
***
Harry deve tenere a bada la propria
ansia alla prospettiva di rivedere Louis – evitando che i suoi amici se ne
accorgano – e allo stesso tempo placare quella di Niall in vista della sua
prima esibizione al One Direction.
“Non ho mai fatto una cosa simile, non
ho mai suonato davanti a tanta gente”, si lamenta l’irlandese. “Che succede se
combino un casino?”.
“Rilassati, Ni”, prega Harry. “Devi
solo cantare”.
“Di fronte a un pubblico!”, esclama
Niall.
“Non stai mica per cantare a
Wembley”, interviene Ed, dal sedile posteriore dell’auto di Harry.
“Non prenderti gioco della mia ansia
da prestazione”, mugugna il biondo. “Tu sei abituato a esibirti”.
“Sì, per strada, dove è ancora più difficile attirare l’attenzione della
gente per farsi lasciare due spiccioli”, gli fa notare il rosso.
“Non è difficile se sei bravo”,
osserva Niall. “E tu lo sei”.
“Anche tu lo sei”, afferma Harry,
poggiandogli una mano sul ginocchio. “Smettila di buttarti giù”.
“Potevo mettermi anch’io cantare per
strada”, borbotta Niall senza dare segno di averlo ascoltato.
“Ehi, cantare per strada non è meno dignitoso di cantare al pub!”, protesta
Ed. “Il busking è una professione
onorevole, sai”.
“Non ho mai detto che non lo sia”, si
difende l’irlandese.
“Cosa volevi dire, allora?”, domanda
Ed in tono leggermente troppo provocatorio.
Harry sospira.
“Ci vogliamo calmare?”, implora.
“Niall, smettila di lagnarti e fai un bel respiro che andrà tutto bene. E tu,
Ed, potresti evitare di peggiorare la situazione?”.
Il rosso fa per protestare ma Harry
intercetta il suo sguardo nello specchietto retrovisore.
“Ok, scusami, Niall”, dice, infine.
“Non hai niente di cui preoccuparti, sei fantastico. Zayn ti ama, il pubblico
ti adorerà e Simon ti proporrà un contratto per suonare fisso al suo locale”.
Harry annuisce, compiaciuto. La sua
missione è quella di incoraggiare Niall e non permetterà a nessuno di
ostacolarla.
“Ci sarà pure quell’amico di Zayn con
un bastone piantato nel culo?”, domanda casualmente il rosso, poggiando la
schiena contro il sedile dell’auto.
Harry soffoca con la sua stessa
saliva, mentre Niall scoppia a ridere. Almeno l’infelice uscita di Ed è servita
a rilassarlo.
“Presumo di sì”, risponde il riccio,
schiarendosi la voce. “C’è sempre”.
“Da quello che ho potuto notare alla
mia festa Zayn è tollerabile, ma
quell’altro è proprio una spina nel fianco. Come diavolo si fa a sopportarlo?”.
“Dillo a me”, replica Harry con una
risata nervosa.
“Secondo me ha solo bisogno di
scopare”, osserva Niall. Povero ingenuo.
Harry ridacchia.
“Oh, fidati, non è questo il caso”,
afferma.
Niall volta di scatto la testa verso
di lui. Harry distoglie gli occhi dalla strada per ricambiare il suo sguardo.
“Che vuoi dire?”.
Le mani di Harry, improvvisamente
sudate, scivolano sul volante. Come ha fatto a essere così incauto e rischiare
di tradirsi?
“Dici che lui ed Eleanor…?”, domanda
Niall.
Harry tira un sospiro di sollievo.
“Beh, sì, credo di sì”, balbetta,
anche se spera ardentemente di no. Louis
glielo ha confermato ma Harry tende a non credere alla metà delle cose che gli
esce di bocca.
“Se così fosse non mi darei pace”,
afferma l’irlandese con inflessione indignata.
“Non sei l’unico”, si lascia sfuggire
Harry a denti stretti, prima di pentirsi nuovamente
per la sua mancanza di cautela.
Fortuna che Ed intercede chiedendo ai
presenti, con curiosità e un pizzico di malizia: “Chi è Eleanor?”.
Niall si volta a guardarlo.
“Se tutto va bene lo vedrai”,
risponde cripticamente.
Questa conversazione sulla vita – o
mancanza di vita – sessuale di Louis riesce a distrarre Niall dalla propria
ansia almeno finché non arrivano al locale.
Liam, come al solito, ha già preso
posto al tavolo. Questa volta, però, è da solo. Harry ha smesso di interrogarsi
sulle ragioni per le quali a volte la sua ragazza lo accompagni e altre volte
no.
“Zayn non si è ancora visto?”,
domanda Niall dopo averlo salutato.
Liam fa un cenno di diniego con la
testa. L’irlandese ha la faccia di uno che sta per farsela nelle mutande.
“Arriverà, sta’ tranquillo”, lo
rassicura Harry. “Vuoi che ti prenda da bere mentre lo aspettiamo?”.
“Sì, gr-EHI, El!”.
Harry si guarda dietro le spalle.
Eleanor si sta facendo strada in mezzo alla folla, Louis al seguito. Il riccio
focalizza la sua attenzione sulla mano di Louis poggiata sul fianco di lei e si
dimentica di salutarla.
“Sei venuta”, afferma Niall con un
sorriso così ampio che chiunque stenterebbe a crederci che un attimo prima era
bianco come un lenzuolo e sul punto di rimettere il pranzo.
“Non mi sarei persa la tua prima
esibizione per nulla al mondo”, risponde la ragazza.
Niall continua a sorriderle inebetito
e ignaro dell’espressione contrariata di Louis. Harry gode.
Ed si schiarisce la voce.
“Ehm, salve?”.
Louis ha il coraggio di sbuffare e
prendere posto al tavolo senza salutate nessuno, senza neanche lanciare una
piccola occhiata a Harry.
Eleanor si presenta al rosso, con
tutta la grazia e il finto riserbo che la contraddistinguono. Harry non riesce
a inquadrarla, però non è incline a pensare che sia una cattiva persona. Il
fatto che lei sia il nemico non lo
autorizza a dipingerla come un mostro. Eppure i sentimenti di Harry nei suoi
confronti sono tutt’altro che benevoli. Prima riuscirà a scoprire la natura del
suo rapporto con Louis – leggasi: se fanno sesso - prima potrà formarsi
un’opinione completa su di lei.
Zayn arriva qualche secondo dopo,
sudato e trafelato.
“Ehi, Niall, sei arrivato, tra poco
iniziamo, sei pronto?”, domanda d’un fiato. Harry non lo ha mai visto così attivo prima d’ora.
Il biondo sbianca di nuovo.
“È prontissimo”, afferma il riccio. “Vero,
Ni?”.
Niall deglutisce.
“Il piano non ha subìto modifiche”,
annuncia Zayn. “Io ti presento, tu canti una canzone, poi continuo io. Se il
pubblico risponde bene e Simon si dichiara soddisfatto potrai accompagnarmi
anche nelle mie altre serate e cantare più canzoni. Ok?”.
Niall annuisce.
“Mh, ok, sì”.
Harry gli mette una mano in mezzo
alle scapole.
“Andrai benissimo”.
“Andiamo?”, lo esorta Zayn. “Oh,
ciao, Liam”.
Harry osserva il viso di Zayn
illuminarsi, mentre Liam cerca di contenere il suo entusiasmo, con scarsi
risultati. Zayn gli stringe la spalla con una mano e per un attimo si dimentica
di Niall, sudato e nervoso, alle sue spalle, pronto a seguirlo fino in capo al
mondo, con la chitarra in spalla.
Tocca a Louis spezzare l’idillio.
“Terra chiama Zayn! Non dovevi
prepararti per cantare?”.
Harry annuisce al suo indirizzo, a
mo’ di ringraziamento. Louis lo ignora. Cos’è, fa l’incazzato adesso?
Zayn distoglie l’attenzione da Liam e
avvolge un braccio attorno alle spalle di Niall.
“Facciamo vedere a tutti di che pasta
sei fatto, ok?”.
Niall prova a sorridere ma ne viene
fuori, invece, un ghigno grottesco.
Harry gli mostra il pollice in su
mentre lui e l’altro ragazzo spariscono in mezzo alla folla. Sarà eternamente
grato a Zayn per aver offerto al suo amico questa opportunità e per non avergli
negato il suo supporto. Ogni tanto si domanda come faccia a essere amico di
Louis. Zayn è un essere umano decente,
cosa ha da spartire con l’altro ragazzo? Poi si ricorda che lui ci va a letto e ha poco da
giudicare.
“Niall se le farà addosso, fidati”,
scherza Ed.
Harry gli rifila una gomitata.
“Sono d’accordo col rosso”,
interviene Louis.
“Nessuno ha chiesto il tuo parere”,
sbotta Harry nello stesso momento in cui Eleanor lo pizzica sul braccio per
redarguirlo e Ed gli lancia un’occhiata malevola. Dire che Louis non abbia
nessuno dalla sua parte è un eufemismo.
“Ce l’avete tutti con me?”,
piagnucola Louis e il suo broncio è così sexy
che Harry deve mordersi il labbro per combattere l’istinto di sporgersi verso
di lui e baciarlo.
Liam scoppia a ridere.
“Credo che quello fosse un sì”,
scherza Eleanor.
Louis si imbroncia ancora di più.
Harry accavalla le gambe nella speranza di tenere a bada reazioni
incontrollabili del suo corpo. È passata una settimana dall’ultima volta che è
stato con Louis e nel frattempo ha fatto sesso con qualcun altro, eppure si
sente sempre al limite, quando
l’altro ragazzo è nei paraggi. Al limite della sanità mentale, al limite del
controllo.
“Vado a prendere una birra”, annuncia
Ed. “Qualcuno vuole farmi compagnia? Eleanor?”.
Louis apre la bocca per rispondere in
vece della ragazza ma lei è più veloce.
“Sì, certo, volentieri. Lou, tu vuoi
qualcosa?”.
Ed ghigna e solleva un sopracciglio,
sfidando Louis con lo sguardo.
Harry afferra il suo amico per il
polso e lo costringe ad avvicinarsi.
“Eleanor è off-limits, perché nel
caso tu non lo avessi notato, Niall ha una cotta per lei, ok?”, gli ricorda.
“Ah, e portami una birra, per favore”.
Ed si alza in piedi.
“Non è divertente uscire con te,
Styles”.
Harry ridacchia e gli manda un bacio
mentre il rosso si allontana con Eleanor a braccetto.
“Visto che nessuno si è offerto di
portare da bere a me, andrò io al
bancone a rifocillarmi”, dice Liam. “Ce la farete a non strozzarvi o, peggio,
strapparvi i vestiti di dosso a vicenda mentre sono via?”.
Harry avvampa mentre Louis fa una
risata di scherno.
“Non c’è pericolo, Lima”.
Liam poggia una mano sul tavolo e si
piega in avanti.
“Sappi che storpiare il mio nome non
contribuirà a renderti più simpatico ai miei occhi”.
Louis si stringe nelle spalle.
“Non voglio starti simpatico”,
ammette. “Ti tollero solo perché, per un qualche motivo a me incomprensibile,
piaci a Zayn”.
“Idem”, replica Liam con uno sguardo
esasperato.
Quando se n’è andato Louis si fa più
vicino a Harry, fino a sfiorare col proprio ginocchio il suo. Il corpo del
riccio è attraversato da un brivido.
“Sembra che qualcuno voglia competere
con te per entrare nelle mutande di Eleanor”, dice, fingendo indifferenza.
“Cosa succederebbe se te la soffiassero da sotto il naso?”.
Mai, per nessuna ragione al mondo,
Harry tollererebbe un linguaggio simile per parlare di una ragazza, ma Louis
gli fa fare cose che non avrebbe mai immaginato
di fare.
Louis non si volta neanche a
guardarlo ma la pressione del suo ginocchio si fa più intensa. Harry si preme
una mano sul cavallo dei pantaloni.
“Possono provarci, ma Eleanor tornerà
sempre da me”, replica. “Come qualcun
altro”.
Harry grugnisce.
“Non mi risulta”.
Louis gli poggia una mano sulla
coscia. Harry sussulta improvvisamente, battendo il ginocchio contro il tavolo.
“Quindi”, inizia l’altro ragazzo,
avvicinandosi per parlagli all’orecchio. “Se ti dicessi di venire a casa mia a
fine serata mi risponderesti di no?”.
Harry stringe i pugni sul tavolo.
“Esattamente”.
La mano di Louis risale fino a
sfiorargli il cavallo dei pantaloni. Harry ha difficoltà a respirare.
“Smettila di fare il difficile, non
ti si addice”, mormora Louis, soffiandogli nell’orecchio.
“E tu smettila di fare il
presuntuoso, ehm, anche se ti si addice”, balbetta Harry.
Louis, inaspettatamente, scoppia a
ridere.
“Sei esilarante, lo sai?”, dice,
sfiorandogli il lobo con le labbra.
A Harry poco importa se sono in un
locale pieno di gente, è letteralmente a un passo dal saltargli addosso. Dignità, questa sconosciuta.
“I tuoi tentativi di mostrarti
indifferente, non rispondendo ai miei messaggi, sono stati parecchio patetici”, continua Louis. “Sapevo che
prima o poi avresti ceduto”.
“Non ho ce-”.
Louis poggia la mano sulla sua
nascente erezione, mettendolo a tacere, e Harry può sentire, anche se non può
vederlo, il suo ghigno.
“Ti scrivo quando arrivo a casa,
ok?”, dice. “Non ti conviene farmi aspettare”.
Harry si sta scervellando per trovare
una risposta pungente - anche se sa, al cento per cento, che Louis sa che, alla fine, inevitabilmente, lui cederà
- quando Ed e Eleanor tornano al tavolo.
Louis ritorna al suo posto di prima,
accettando la birra che Eleanor gli porge con un sorriso innocente.
Harry è rosso e sudato ed eccitato e
tutto, sempre e comunque, per colpa di Louis.
“Hazza, tutto ok?”, domanda Ed,
passandogli un boccale.
Il riccio si passa una mano tra i
capelli.
“Sì, sento solo un po’ di caldo”,
afferma.
Louis gli fa l’occhiolino e Harry
vorrebbe schiaffeggiarlo e baciarlo allo stesso tempo. L’unica consolazione che
ha è che a fine serata potrà farlo (meno la parte degli schiaffi, anche se
spera che Louis abbia questo fetish,
non gli dispiacerebbe provare, un giorno).
Nonostante Harry abbia cercato di
strappargli la promessa di darsi un contegno, Ed sta palesemente flirtando con Eleanor. Il riccio ammira
la sua ostinazione e il suo coraggio però, sebbene la ragazza risponda
cordialmente alle sue domande, sembra che il rosso stia facendo un buco
nell’acqua.
Louis sembra più divertito che infastidito
dalla scena. Il fatto che non consideri Ed una minaccia può voler dire solo due
cose: non ritiene il rosso un nemico alla sua altezza, oppure non gli importa
molto che qualcuno ci provi con la ragazza con la quale sta ‘uscendo’.
Harry viene distolto da queste
elucubrazioni da un rumore: un Niall ancora visibilmente pallido, assistito da
un Zayn che non è mai stato così sorridente ed euforico, si sta sistemando sul
palco. Probabilmente ha già accordato la chitarra nel ‘backstage’, tuttavia è
ancora intento a girare le chiavi dello strumento, probabilmente per tenersi
occupato.
Zayn gli mette una mano sulla nuca
per sussurrargli qualcosa all’orecchio. Niall annuisce, gli occhi socchiusi e
il labbro inferiore in mezzo ai denti.
“Ehi, calmati”, mormora Ed, poggiando
una mano sulla coscia del riccio.
Harry si rende conto di star battendo
il piede per terra per l’agitazione, perciò distoglie l’attenzione dal palco
voltandosi invece verso Louis. La sua decisione si rivela controproducente
perché il riccio scopre che l’altro ragazzo lo stava già guardando. Louis
avvolge le labbra attorno alla cannuccia immersa nel suo cocktail e gli fa
l’occhiolino. Harry avvampa e afferra il boccale di birra che ha davanti per
bere un sorso, sbagliando mira e versandosi il liquido sulla camicia.
Louis scoppia a ridere.
“Ohi, sta iniziando, concentrati”, dice
Ed, risparmiandosi fortunatamente un commento per l’impietosa scena alla quale
ha appena assistito.
Come annunciato Zayn presenta Niall e
gli si siede accanto. Pare che lo accompagnerà nell’esibizione.
“Ehm, salve, sono Niall e, ehm, non
mi va di spendere troppe parole per parlarvi della canzone che sto per suonare,
ma spero che…spero che vi piaccia”.
Harry sorride incoraggiante, anche se
perfettamente consapevole che Niall non possa vederlo. È tentato di mettersi in
piedi e fargli un cenno per manifestargli il suo supporto ma probabilmente
rischierebbe di distrarlo.
I spent my time watchin'
the spaces that have grown between us.
Fingerpicking,
lo chiama Niall. Genio, lo
definirebbe Harry.
Harry si intende poco di strumenti
musicali, ma è certo che il suo amico sia il chitarrista più abile che abbia
mai incontrato. Ancor più di Ed (ma questo è un segreto che si porterà nella
tomba).
Zayn presto interviene con la sua
chitarra per accompagnarlo e con la voce per fargli il controcanto. Sono una
coppia perfetta, loro due, così in sintonia, come se suonassero insieme da
sempre. Simon sarebbe un pazzo se non offrisse a Niall un contratto regolare
per suonare nel suo locale.
Keep your head up, keep your heart
strong.
No no no no, keep your mind set in your
ways, keep your heart strong.
Probabilmente si faranno cacciare dal
locale e Niall li starà maledicendo mentalmente, ma non importa.
Nessuno tra il pubblico sta
dimostrando il loro stesso entusiasmo, ma tutti, tutti, perfino coloro che hanno ascoltato distrattamente
l’esibizione, stanno battendo le mani.
L’irlandese si alza dallo sgabello,
prova a fare un inchino, inciampa e, imbarazzato, saluta e ringrazio il suo
pubblico, Zayn e il gestore del locale.
Harry decide di andargli incontro,
seguito a ruota da Ed. Niall si ritrova soffocato tra le braccia dei suoi amici
senza poter fare nulla per evitarlo.
“Sei stato magnifico, stavo
piangendo!”, esclama Harry.
“Non è vero”, borbotta il biondo.
Harry finge di asciugarsi una lacrima
e gli dà una pacca sulla spalla.
“Sei andato benissimo, visto?”.
“Non sono stato malaccio”, commenta
Niall, con eccessiva modestia.
Ed lo prende per le spalle e lo
spinge verso il bancone.
“Sei stato grande!”, dichiara. “Mi
sento in dovere di offrirti da bere!”.
Harry continua a sorridere e bacia
ripetutamente il suo amico sulle guance per infastidirlo.
“Lasciami la chitarra, ti aspetto al
tavolo”.
Niall gli cede il suo amato strumento
e si lascia trascinare da Ed in mezzo alla calca. Zayn sta continuando a
cantare, qualcosa di pop e melenso
che Harry non riconosce e non si aspettava da lui. Il moro sembra di buon
umore, però, a giudicare dal tono delle canzoni che ha scelto per la serata.
Harry torna al tavolo e si siede
sulla panca, tenendo la chitarra di Niall sulle ginocchia. Non sia mai che la
perda di vista e le succeda qualcosa. Non capirà mai l’attaccamento fisico del suo amico per questo
strumento, ma, dopotutto, non sempre possiamo capire l’amore che gli altri
nutrono per qualcosa, dobbiamo solo accettarlo senza giudicare. La musica rende
Niall felice e ciò che rende felice Niall rende felice Harry.
L’irlandese e il rosso lo raggiungono
qualche minuto dopo, decisamente più allegri di quando Harry li ha lasciati. Il
riccio sospetta il coinvolgimento di qualche shot.
Eleanor si complimenta energicamente
con Niall, arrivando perfino a mettergli le braccia attorno al collo. Il biondo
ricambia l’abbraccio meglio che può, tra l’imbarazzo, la sorpresa e l’ebrezza.
Harry soffoca una risata nella mano e
si becca una pedata in uno stinco, assestatagli da Louis apparentemente per nessun motivo in particolare.
“Soddisfatto?”, domanda Liam a Niall,
non appena questi prende posto sulla panca.
Niall si passa una mano sulla fronte
per asciugarsi il sudore.
“Non ho stonato, è già qualcosa,
no?”, ribatte con un sorriso incerto.
Ed gli piazza davanti una birra.
“Smettila di fare il modesto, sei
stato…ipnotico”, afferma Eleanor con leggero imbarazzo. “Non riuscivo a
staccarti gli occhi di dosso”.
Niall nasconde la faccia nel boccale
di birra e si stringe nelle spalle. Harry non lo ha mai visto così impacciato
di fronte a una ragazza. Di solito il suo amico è molto spontaneo e sicuro di
sé. Cosa avrà questa qui di speciale da farlo rimbecillire?
“Vuoi fondare un fan club, adesso?”,
interviene Louis. “O preparare degli striscioni per la prossima volta?”.
Stavolta è il turno di Harry di
mollargli un calcio. L’altro ragazzo ha il buon gusto di tacere per il resto
della serata.
Quando Niall e Ed sono
sufficientemente ubriachi Harry annuncia che è giunta l’ora di tornare a
casa. Sono sua responsabilità, questa
sera, quindi è meglio riportarli a casa prima del coma etilico.
L’irlandese si attacca al braccio di Zayn -
che nel frattempo si è seduto con loro e sembra intenzionato a batterli in
quanto ad alcool ingerito – e lo prega di aspettare ancora un po’, perché
devono parlare con Simon per scoprire quali sono i suoi piani per il suo futuro
nel locale.
“Amico, è meglio non farti vedere da
Simon in questo stato”, lo mette in guardia Harry. In realtà dubita che
all’uomo importi qualcosa. Zayn si ubriaca puntualmente dopo ogni esibizione ed
è ancora la star del locale.
Le parole del riccio sembrano
risvegliare un certo senso di responsabilità in Niall, che si stringe al corpo
di Zayn e inizia a piagnucolare.
“Ci parli tu con Simon? Lo convinci
tu a farmi cantare un’altra volta?”.
Zayn estrae una sigaretta dal
taschino e fa per accenderla. Il tempestivo intervento di Liam, che gli stringe
una mano attorno al polso, gli impedisce di infrangere il sacrosanto divieto di
fumare in un luogo chiuso.
“Oh, Simon mi ha detto che ti vuole
di nuovo. Settimana prossima, stesso posto stessa ora”.
Niall sembra sul punto di vomitare.
“Davvero?”.
Zayn annuisce con aria solenne.
“Non ti sembra il momento di parlare
di, ehm, soldi con Simon?”,
suggerisce Harry.
Niall lo ignora e poggia la testa
sulla spalla di Zayn, con un’espressione beata in volto.
“I soldi sono una cosa così triviale”, osserva il moro.
“Tu, per esempio, campi d’aria, no?”, ribatte Harry.
Zayn fa spallucce.
Il riccio sbuffa, spazientito. Ne ha
abbastanza di ascoltare i suoi amici ubriachi e poi Louis…Louis lo sta
aspettando a casa. Ha lasciato il locale ormai da venti minuti, con Eleanor al
seguito. Harry non vuole pensare che lui la stia intrattenendo come di solito fa con lui. E se non fosse stato
abbastanza chiaro e gli avesse fatto intendere che non lo avrebbe raggiunto?
Louis potrebbe essere a letto con lei in questo momento!
Harry si alza in piedi. Lo scoprirà
solo vivendo. E da questa scoperta dipenderà il loro futuro. Lui non è la seconda
scelta di nessuno.
“Vi do due minuti per ricomporvi e
seguirmi fuori dal locale”, avverte i suoi amici.
Niall sta sbavando sulla spalla di
Zayn e anche Ed si è mezzo addormentato, con la testa penzoloni sul petto.
Normalmente il biondo regge l’alcool egregiamente, perciò Harry imputa la sua
sonnolenza allo stress accumulato prima dell’esibizione. Ed, d’altra parte, è
ben noto per riuscire ad addormentarsi ovunque e in qualunque situazione dopo
aver alzato un po’ il gomito.
“Se hai urgenza di andare li accompagno
io”, si offre Liam.
Harry ha sempre pensato che Liam
fosse una manna dal cielo.
“Ehm, in realtà non mi sento molto
bene quindi, uhm, mi faresti un grande favore”, mente. “Ho davvero bisogno di
tornare a casa”.
Odia dire bugie ma…Louis.
Liam annuisce con aria affabile.
“Non ci sono problemi, vai pure”.
“Ce la farai a occuparti di quei due
da solo?”.
Liam si stringe nella spalle.
“Mi farò aiutare da Zayn”.
Anche se Zayn sembra quello messo
meglio fra i tre ha quello sguardo offuscato e pensoso tipico degli ubriachi.
Harry dubita che potrà essere di grande utilità.
“Vai, Harry. Non vorrai fare
aspettare il tuo ragazzo”.
Harry sgrana gli occhi.
“Non è il mio ragazzo!”, protesta,
realizzando, quasi subito, di essere caduto nella trappola di Liam e di avergli
confessato i suoi veri piani.
L’altro ragazzo si limita a ridere.
“Ragazzo?”, domanda Zayn,
svegliandosi dalla sua contemplazione dei misteri dell’universo. “Ah, Louis.
Scommetto che non la prenderebbe bene se sapesse che lo definisci il tuo ragazzo”.
Meraviglioso, anche lui sa.
“Non lo definisco proprio un bel
niente!”, esclama Harry, accorgendosi un attimo dopo della presenza di Niall e
di Ed. “Oh mio dio, se hanno sentito qualcosa giuro che vi uccido”.
Il riccio sventola una mano davanti
alla faccia del biondo, che non dà segni di vita. Ed sta russando. Harry è salvo.
“Vai”, lo incoraggia Liam mentre Zayn
ghigna. Se si lasciano sfuggire qualcosa davanti ai suoi due migliori amici
Harry è disposto a emigrare su un altro pianeta. Pare abbiano scoperto una
nuova Terra, o qualcosa del genere.
Non è ancora pronto a condividere il suo “segreto”
con qualcuno. È già a malapena tollerabile per lui che Liam e Zayn sappiano, ma
non si sente ancora di parlarne ai suoi amici. Dovrebbe spiegar loro troppe
cose che neanche lui saprebbe spiegare a sé stesso. E poi con Louis finirà
presto, no? È solo un’avventura estiva. Non c’è ragione di allarmare i suoi
amici.
È solo quando si trova fuori dal
cancello di casa di Louis che Harry si decide a chiamarlo.
Louis risponde al secondo squillo.
“Larry!”.
“Sei da solo?”.
“Da
solo? Sono nel bel mezzo di un’orgia, che vuoi?”.
Harry tira un sospiro di sollievo.
“Mi apri?”.
Louis si presenta al cancello a piedi
nudi. È ancora vestito come quando era al locale, con degli skinny jeans
stretti che accentuano la rotondità delle sue forme e una semplice t-shirt
bianca e aderente che Harry scommette costi quanto la sua auto.
“Posso prendere parte alla tua orgia
o c’è già troppa gente?”, scherza Harry per mascherare l’ansia che lo
attanaglia. Non vuole sembrare troppo
felice di vederlo, ma lo è, eccome se lo è. Se fosse più lucido se ne vergognerebbe.
Louis apre il cancello e si fa da
parte per farlo entrare.
“Sei fortunato, si è appena liberato
un posto”.
Harry sorride e si sporge in avanti
per baciarlo, a mo’ di saluto. Louis fa un passo indietro stupito e
visibilmente contrariato. Harry si rende conto del suo errore: non sono soliti
scambiarsi convenevoli di questo tipo quando si rivedono.
“Vorrei dirti che sono sorpreso di
vederti qui, ma mentirei”, dice Louis dandogli le spalle per guidarlo verso la
propria dépendance.
Harry si strofina i palmi delle mani
sui pantaloni.
“Mi stai dicendo che sono
prevedibile?”.
Louis volta la testa per guardarlo.
“Abbastanza”.
Harry è irritato per l’ennesima
umiliazione, ma cerca meglio che può di non darlo a vedere.
“Facevo meglio a tornarmene a casa,
allora”, ribatte. “Questa sì che sarebbe stata una sorpresa per te”.
“Non lo avresti mai fatto”, lo prende
in giro Louis facendo scorrere la porta a vetri.
Harry gli poggia una mano su un
fianco, riuscendo, questa volta, a sorprenderlo.
“Non fare finta che non sei felice
che sia venuto”.
Louis ruota su se stesso per
fronteggiarlo.
“Non mi risulta che sia ancora venuto nessuno”.
Harry vorrebbe sottolineare la
banalità della sua replica ma ha altre urgenze, al momento. Tipo baciarlo.
Louis, però, si divincola per
dirigersi verso lo stereo. Harry ha dovuto prendere atto della sua passione per
gli Arctic Monkeys, anche se Louis non gradisce l’accompagnamento musicale
mentre sono impegnati nelle loro focose attività.
È per questo che zittisce Alex Turner
proprio nel momento in cui questi stava cantando i pensieri di Harry.
It's not like I'm falling in love,
I just want you to do me no good
And you look
like you could.
***
“Stavo pensando”, esordisce Harry,
mentre accarezza il ciuffo sudato di Louis, approfittando della placidità
post-orgasmo dell’altro ragazzo per concedersi questo lusso.
“Oh, non farti del male”, è la pronta
risposta di Louis.
Harry gli dà un buffetto sul naso.
Louis non reagisce.
“Mi dici o no a cosa stavi pensando?”,
domanda dopo alcuni secondi di silenzio.
“Ah, allora ti interessa sapere cosa
mi passa per la testa?”.
“Mi incuriosisce il tuo flusso di
coscienza”.
Harry ridacchia.
“Non credevo che ti piacesse qualcosa
di me a parte…il mio corpo”.
Louis rotea gli occhi.
“Non montarti la testa, adesso, non
ho mai detto che mi piaccia qualcosa
di te”.
Harry decide di ignorare l’ennesima
stoccata al suo fragile orgoglio.
“Comunque, stavo pensando che
dovremmo fare sesso”, dice d’un fiato.
Ci pensa da tempo. O meglio, ne è
ossessionato da tempo. Non deve essere così male se da tempo immemore gli uomini
lo fanno con altri uomini, nonostante tutte le ‘difficoltà’ del caso.
“Perché, cosa ti sembra che abbiamo
fatto fino adesso? Ti sei perso qualcosa? Eri incosciente mentre te lo
succhiavo? Ho capito male io?”.
Harry combatte l’istinto di
pizzicarlo.
“Hai finito con le domande? Io
intendevo sesso nel senso di…beh, penetrazione”.
Quando ha finito di pronunciare
questa ostica frase il riccio è più rosso di quanto lo sia mai stato al
cospetto di Louis prima d’ora.
Louis rimane senza parole per un po’.
“Quindi vuoi fare sesso anale?”,
domanda.
Harry si morde il labbro inferiore e
si limita ad annuire. Che male c’è se vuole provare? Ovviamente Louis deve
essere d’accordo, altrimenti possono tornare a fare quello che hanno sempre
fatto.
“Uhm, va bene, perché no?”, replica
Louis.
“Quindi ti, ehm, piace l’idea?”,
balbetta Harry.
Louis sorride.
“Mentirei se dicessi di non aver mai
fantasticato di mettertelo nel culo”, ammette.
Harry realizza contemporaneamente due
cose: Louis fa fantasie sessuali su di lui e Louis ha male
interpretato la sua proposta.
“No, aspetta, frena”, dice
precipitosamente. “Al massimo sarei io
a metterlo nel culo a te”.
Harry è ormai così abituato al
linguaggio scurrile dell’altro ragazzo che ormai non bada più alla volgarità
delle sue stesse affermazioni.
Lousi si rizza a sedere di botto.
“Scusa?”, esclama. “Se mai dovessimo
farlo sarei io quello attivo”.
Harry prevede l’arrivo di un mal di
testa.
“E perché mai?”, protesta. “Fare il
passivo sarebbe troppo gay per te?”.
Louis incrocia le braccia sul petto.
“Sono io quello dominante tra i due”.
Harry è in dubbio se mettersi a
ridere o schiaffeggiarlo.
“Anche se fosse vero – cosa che non
penso assolutamente – cosa c’entra?”.
Louis si imbroncia. Lo fa ogni volta
che si impunta su qualcosa.
“C’entra”, dichiara. “Tu sei passivo per natura”.
Harry si passa una mano sul viso,
esasperato.
“Dici cose insensate”, si lamenta.
“Io sono più alto”.
Louis strabuzza gli occhi.
“Adesso chi è che dice cose senza senso?”, esclama. “Non è una
questione di aspetto fisico! È una questione di dominanza!”.
“Ma ti senti quando parli? Non siamo
mica nella giungla! Dobbiamo fare sesso, mica stabilire chi è il più forte!”.
Louis lo fissa senza parlare per
qualche secondo.
“Sarai anche più alto ma io sono più
muscoloso. E più virile”.
Harry ha ufficialmente l’emicrania.
“Hai appena detto che è non è una
questione di aspetto fisico”, ribatte. “E, scusami, tu saresti più virile di me? Ma ti sei visto?”.
Louis lo ignora completamente.
“Non mi farò sottomettere da te”,
afferma con risolutezza.
Harry gli poggia una mano sul
ginocchio.
“Ma io non voglio sottometterti!”,
urla. “Sei davvero così, non lo so, orgoglioso
da pensare che fare il passivo significhi sottomettersi all’altra persona?”.
Louis si stringe nelle spalle.
“Se per te non è un problema fallo tu”.
Harry apre e chiude la bocca un paio
di volte.
“Cedere alle tue pretese, quello equivale a sottomettersi”, afferma. “E non ho
intenzione di farlo”.
Louis arriccia le labbra.
“Bene, dichiaro chiuso il discorso”,
sentenzia.
“No, io dichiaro chiuso il discorso!”, gli fa eco Harry.
Louis lo pizzica sulla coscia.
“Hai la maturità di un bambino di cinque
anni”.
Il riccio ringhia.
“Si è fatto tardi”, dice quando è
riuscito a ricacciare indietro le lacrime di frustrazione.
“Cos’è, tutti questi discorsi sulla
dominanza e la sottomissione hanno ucciso la tua libido?”, lo prende in giro
Louis sebbene nei suoi occhi ci sia un’ombra di incertezza.
Harry sbuffa.
“No, tu hai ucciso la mia libido”.
Louis ride, fallendo, tuttavia, nel
nascondere a Harry che è stato ferito. Nel cuore o nell’orgoglio non è dato
saperlo. Comunque, è molto probabile che un cuore
non ce l’abbia.
“Hai ragione, è tardi, ho sonno, ciao”.
“Mi fa piacere che ogni tanto mi dai
ragione su qualcosa”, commenta Harry sarcastico.
Louis si avvolge il lenzuolo attorno
al corpo e gli mostra il dito medio.
Non lo saluta neanche quando Harry se
ne va.
***
Harry non avrebbe mai immaginato di
fare una cosa simile, eppure eccolo qui, seduto su una panchina di fronte a un
parchetto giochi per bambini ad aspettare di confrontarsi con l’ultima persona
al mondo con la quale vorrebbe affrontare certi argomenti, ma allo stesso tempo
l’unica che può aiutarlo.
“Ehi”, lo saluta Nick poggiandogli
una mano sulla spalla.
Harry gli fa spazio sulla panchina.
“Ehi”.
“Posso sapere perché mi hai dato
appuntamento qui e non in caffetteria, come al solito?”.
Harry mette da parte il frappè che ha
malapena bevuto.
“Ho bisogno di parlarti lontano da
orecchie indiscrete”, ammette.
Nick lo osserva come se cercasse di
leggergli nella mente.
“Sembra una cosa seria”, conclude.
“Spara”.
Harry prende fiato.
“Scusami se ti sembrerò indiscreto,
ma tu, in quanto uomo gay, preferisci essere attivo o passivo?”.
Nick ha un’espressione a metà tra
l’inorridito e il divertito.
“Scusami tu ma…credi che parlare di
questi argomenti davanti a dei bambini che giocano spensierati sia meglio che
parlarne in caffetteria in mezzo a degli adulti che si fanno gli affari loro?”.
Harry arrossisce. Non aveva messo in
conto i bambini. Voleva solo un po’ di privacy ed evitare di incontrare persone
che potrebbero conoscerlo nel posto che frequentano di solito.
“Ehm, non capiranno una parola dei
nostri discorsi”, si giustifica.
Nick scoppia a ridere.
“Sono versatile, comunque”, afferma.
“Significa che non ho particolari preferenze. Ho iniziato, un po’ come tutti,
da passivo, poi ho provato il ruolo inverso e ho scoperto che mi piace. Forse
non di più, però mi trovo a mio agio
in entrambe le…posizioni”.
Harry annuisce. Il concetto di
versatilità gli era estraneo, ma, dopotutto, fino a poche settimane prima qualunque cosa avesse a che fare col
mondo omosessuale gli era estranea.
“Perché me lo chiedi? Hai deciso
finalmente di concederti a me e mi hai portato in questo luogo molto pubblico e molto frequentato per propormi una notte di passione?”.
Nonostante il tono scherzoso di Nick
Harry ha un nodo allo stomaco. Il suo amico lo pungola col gomito.
“Che succede, Harry?”.
Il riccio non sa come dirglielo. Non
è che gli capiti tutti i giorni di parlare di sesso gay con la gente.
Soprattutto se l’argomento lo riguarda in prima persona.
Ci ha pensato a lungo prima di
decidersi a consultare Nick. Le argomentazioni di Louis gli sono sembrate prive
di fondamenta, però gli hanno fatto sorgere dei dubbi. Non è tanto che muore dalla voglia di fare sesso con
Louis a tutti costi – forse - però…sente che il discorso della sera prima
li ha lasciati a un’impasse. Hanno raggiunto un punto di non ritorno e, dal
momento che Harry non vuole smettere
di vederlo, per adesso, devono – o meglio, deve
– trovare una soluzione affinché il loro rapporto – fisico, puramente fisico – possa continuare.
“Se ti dicessi che un mio amico ha
problemi a capire se è un attivo, un passivo o tutti e due ci crederesti?”.
Nick scuote il capo.
“Neanche per un attimo”, ammette.
“Dimmi, hai avuto un’epifania gay?”.
Harry si sforza di ridere ma la
risata gli rimane incastrata in gola.
“Credo di essere bisessuale”,
ammette, abbassando il capo. Dirlo ad alta voce ha tutto un altro effetto.
Comincia a essere leggermente spaventoso. Non perché sia difficile da
accettare, ma perché è un po’ sconcertante scoprire, così, all’improvviso, una
parte di te che non sapevi esistesse. È come se, in tutti questi anni, non si
fosse mai conosciuto veramente.
Nick annuisce, comprensivo, come
farebbe uno psicologo.
“Non hai niente da dire in
proposito?”, lo sprona Harry, a disagio dinanzi al suo silenzio.
“Solo che l’ho sempre sospettato”.
Harry spalanca le labbra.
“E come mai, di grazia?”.
Nick fa un gesto con la mano al suo indirizzo.
“Non lo so, hai sempre emanato
vibrazioni gay”.
“Ho sempre emanato vibrazioni gay”,
gli fa eco Harry in tono piatto.
Nick fa spallucce.
“Il mio gay radar è sensibile anche
alle vibrazioni più impercettibili”
Il cervello di Harry non riesce a
elaborare una risposta adeguata. Gli succede spesso di fronte alle cazzate
immense di Nick.
“Quindi?”, riprende l’altro. “Adesso
che hai appurato che ti piacciono anche gli uomini vorresti iniziare a
sperimentare?”.
“Veramente, uhm, mi sto già vedendo
con un ragazzo”.
Harry nota con la coda dell’occhio
che il suo amico si è raddrizzato, come se questo
e solo questo avesse catturato la sua attenzione.
“Lo conosco?”.
Il riccio rotea gli occhi.
“No che non lo conosci”.
Nick sbuffa, contrariato.
“È una cosa seria?”, domanda dopo un
po’.
Harry fa cenno di no con la testa.
“Facciamo cose”, dice, sentendo il rossore risalirgli dal collo alle guance.
“Io sono, come dire, follemente attratto da lui, non mi era mai successa prima
d’ora una cosa del genere, e non riesco a spiegarmela, però…è così e ho deciso di non combatterla”.
Nick gli dà la sua approvazione con
un verso a bocca chiusa. O almeno Harry lo interpreta in questo modo.
“L’altro giorno gli ho proposto di
fare sesso, ehm, anale, e siamo finiti a litigare perché non riusciamo a
metterci d’accordo su chi debba fare il passivo e chi l’attivo”.
Nick scoppia a ridere.
“Mi domando che genere di rapporto
abbiate se riuscite a litigare per
una cosa del genere”, dice.
“Ci odiamo”, risponde Harry con
prontezza.
“Figo”,
commenta Nick.
Harry si volta finalmente a
guardarlo.
“Che ne pensi?”.
“Penso che sia una situazione incasinata”, afferma. “Perché avete
litigato, esattamente?”.
Harry si passa una mano tra i
capelli.
“In sintesi vorremmo fare entrambi
gli attivi-”.
Nick non lo fa neanche finire di
parlare.
“Harry, il sesso anale non è obbligatorio in una coppia gay”, dice.
“Non a tutti i gay piace e ci sono tante di quelle cose che si possono fare-”.
“Lo so, lo so, ma io voglio farlo”.
Nick lo guarda negli occhi.
“Però non vuoi fare il passivo”.
Harry distoglie lo sguardo.
“Io-, non-, cioè”, balbetta. “Loui-,
questa persona sostiene che, avendo lui un’indole dominante, dovrebbe fare
l’attivo”.
Nick sembra riflettere per qualche
secondo.
“La nostra indole nella vita di tutti
i giorni non sempre determina il nostro ruolo a letto”, spiega. “Io credo che
sia una questione di gusti o di ciò
di cui abbiamo bisogno quando ci lasciamo andare. Ho conosciuto un sacco di
ragazzi, come dire, autoritari, che
nella vita avevano posizioni di comando, a lavoro, per esempio, ma che a letto
preferivano un ruolo più…passivo,
appunto”.
“Per lui è una questione di orgoglio,
credo”, ribatte Harry. “Secondo me troverebbe umiliante fare il passivo. Forse
non si accetta, non lo so, o forse ha paura che gli faccia male. Non lo
capisco”.
Nick assottiglia lo sguardo.
“Ha tutto il diritto di scegliere il
ruolo a lui più congeniale, ma deve farlo per le giuste ragioni”, osserva. “Se
per lui fare sesso significa stabilire una specie di gerarchia, scusami se te
lo dico, ma ha qualcosa che non va”.
Harry sta perdendo le speranze.
“In effetti, però, non è inusuale per
un ragazzo gay che non è venuto a patti con la propria sessualità rifiutare
l’idea di fare sesso anale nel ruolo del ricevente”,
continua Nick. “Sapessi quanti attivi convinti di essere etero ho incontrato nelle mie peregrinazioni nelle chat gay”.
“Non credo che sia questo il caso”,
afferma Harry. “Lui non è mai stato insicuro durante i nostri, ehm, rapporti,
quindi secondo me è solo una questione di orgoglio e testardaggine”.
“Forse è convinto che fare il passivo
significhi automaticamente rinunciare alla propria virilità”, riflette Nick.
“Ma dimmi, Hazza, tu perché non vuoi
fare il passivo?”.
Il riccio è attraversato da una
vampata di calore.
“In realtà…non ci avevo pensato
quando gli ho proposto di fare sesso”, ammette. “Avevo dato per scontato che
avrei fatto io l’attivo.
Probabilmente mi sono rifatto anch’io a degli stereotipi. Lui è così piccino in confronto a me, e poi ha
degli atteggiamenti effeminati che ho sempre associato ai passivi. È vero che
ha un’indole dominante, però a volte, dovresti vederlo, è così remissivo a
letto, e si vede che gli piace quando prendo l’iniziativa e…non lo so. Non
avevo pensato a un’alternativa”.
Nick annuisce.
“Probabilmente gli piacerebbe da morire prenderlo”, osserva con un
ghigno. “Quindi non sei interamente contrario a fare il passivo? Ti stuzzica
l’idea”.
Harry avvampa di nuovo.
“Io…sì, l’idea mi stuzzica. Ci ho
riflettuto e non ci vedo niente di male. Sono sempre stato attivo a letto, con
le donne, ovviamente, però, probabilmente,
dentro di me, mi sono sempre domandato cosa si provi a…stare dall’altra parte.
È piacevole?”.
Nick ride.
“Secondo te la prostata cosa è stata
inventata a fare?”.
Harry ridacchia.
“Non ne ho idea, amico”.
“Scherzi a parte, farà anche un male cane
all’inizio, ma cosa credi, che i gay siano tutti masochisti?”.
Harry scuote il capo.
“No, non credo”.
Nick gli stringe una spalla.
“Harry, devi fare quello che ti
senti, non devi accontentare nessuno”, afferma. “Se ti va di provarlo, fallo.
Ma non devi fare un favore a lui, ok? Non sarebbe una relazione sana”.
Harry si copre il viso con le mani.
“Oh mio dio, credo proprio che mi
vada. C’è qualcosa che non va in me?”.
L’altro ragazzo lo schiaffeggia sulla
nuca.
“No, cretino, ovvio che no!”,
esclama. “E se sei preoccupato per la tua autostima, se pensi che volere essere
passivi significa essere passivi anche nella vita reale, sappi che non è così.
E poi non tutti i passivi sono…passivi. Lo prenderanno anche nel culo ma mica
devono stare lì a subire! Certi attivi amano quei passivi che prendono il
controllo durante l’atto sessuale. Hai mai sentito parlare di power bottom?”.
Harry scuote il capo.
“Fai le tue ricerche, non sono mica
un’enciclopedia!”, scherza Nick.
Il riccio ride e si rilassa poggiando
la schiena sul sedile della panchina. Nonostante le paranoie di Nick, né i
bambini né tantomeno i loro genitori hanno prestato loro la minima attenzione.
“E se volessi provare a fare
l’attivo, un giorno?”.
“Gliene parlerai. Non sarà mica un
tiranno questo tipo con cui ti vedi”.
Harry ride.
“Non ne hai idea”, scherza.
Nick si aggiusta gli occhiali da sole
sulla testa. Sembra che voglia dire qualcosa, forse fare delle domande su Louis
per soddisfare la propria curiosità, però, fortunatamente, si trattiene.
Harry si schiarisce la voce.
“E…ehm, come funziona?”.
“Come funziona cosa?”, gli fa eco il
suo amico, distrattamente.
“Il sesso, uhm, tra uomini”.
Per la prima volta, forse da quando
lo conosce, Nick arrossisce.
“Me lo stai chiedendo davvero?”.
Harry annuisce, arrossendo a sua
volta.
“Sì”, mormora. “Cioè, un’idea ce
l’avrei però…ci sono determinate cose che, ehm, non mi sono chiare e tu sei un
esperto in materia, quindi…”.
Nick si gratta il mento.
“È meglio se andiamo a casa mia a
parlare di queste cose”.
Harry si allontana sulla panchina.
“Ehi, non ti ho mica chiesto una
dimostrazione!”.
Nick scoppia a ridere.
“Non che mi dispiacerebbe, credimi, però per chi mi hai preso?”,
esclama. “Non mi sento a mio agio qui per il discorso che dovremo fare”.
Harry si rilassa.
“È per i bambini, vero?”.
Nick ridacchia.
“Sì, è per i bambini”.
*
NOTE:
vi danno fastidio le canzoni dentro i capitoli? Io penso che la musica faccia parte della nostra vita e che ci accompagni durante le nostre giornate anche quando, a volte, non ce ne accorgiamo, quindi non mi sembra assurdo inserirla in una fanfiction, che si tratti di una canzone cantata da qualcuno o di una canzone che, per esempio, passa alla radio.
Detto questo, vi lascio i link delle canzoni presenti, in ordine di apparizione.
Ben Howard - Keep Your Head Up
Arctic Monkeys - No. 1 Party Anthem
BACI E ALLA PROSSIMA!