Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Nymphy Lupin    30/09/2015    1 recensioni
La vita di Andromeda Black, un personaggio la cui storia è stata appena accennata dalla Rowling nei libri, ma che a me è sempre piaciuta.
Dal primo capitolo:
Una femmina. Un’altra femmina. Quei lunghi mesi erano finiti così, con un’altra delusione. Ecco cosa provava in quel momento Cygnus Black: delusione. È un fatto strano, pensò. Delusione è una parola femminile, mentre orgoglio è maschile. E, per la seconda volta, Cygnus non avrebbe potuto presentare con orgoglio alla famiglia un erede maschio che portasse avanti la Nobile e Antichissima Casata dei Black.
***
I primi 25 capitoli erano già stati pubblicati qualche anno fa, li sto sistemando e ripubblicando per poi portare a termine l'impresa.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Andromeda Black, Famiglia Black, Sorelle Black, Ted Tonks | Coppie: Ted/Andromeda
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Cap 30








Ninfadora [giugno 1973]


Andromeda chiuse gli occhi, abbandonandosi esausta sui cuscini. Il pianto proveniente dalla stanza a fianco la fece sorridere: ce l'aveva fatta. Le era sembrato un tempo infinito, distesa sul letto a urlare per il dolore mentre Ted cercava di rassicurarla e le stringeva la mano. Il ragazzo aveva fatto tutto il possibile per non far vedere quanto fosse agitato, ma aver tra le braccia Meda e non poter far niente per alleviarle il dolore l'aveva fatto sentire impotente.

Ora il sole era sorto e illuminava la camera da letto dove marito e moglie stavano aspettando di incontrare la loro bambina. Quando Lucy aveva annunciato che era una femmina, Andromeda si era voltata appena verso Ted, sorridendo: « Visto? »

Il ragazzo si chinò su di lei, posandole un bacio leggero sulle labbra.

« Sei stata bravissima, amore » sussurrò, scostandole i capelli dalla fronte sudata.

In quel momento, Lucy entrò nella stanza con un piccolissimo fagotto rosa in braccio. Senza dire niente, lo poggiò tra le braccia di Andromeda, mostrandole come doveva tenerlo. Poi, dopo un'ultima occhiata ai due, uscì.

Ted e Andromeda abbassarono lo sguardo sulla bambina avvolta nella coperta. La testolina era già completamente ricoperta di capelli nerissimi, mentre gli occhi erano ancora chiusi.

« È minuscola » mormorò Meda, accarezzandole delicatamente la testa.

« È perfetta » aggiunse Ted.

Lì tra le sue braccia c'era il frutto del loro amore. Tutto quello per cui avevano lottato e per cui avrebbero continuato a lottare. Quella piccola bambina era venuta al mondo nella loro casa chiedendo di essere protetta e amata, e loro avrebbero fatto tutto il possibile per darle una vita meravigliosa.

« Hai deciso il nome? » chiese Ted, attirando la moglie a sé.

« Sì » rispose Meda. « La chiameremo Ninfadora ».

Un breve silenzio seguì le sue parole.

« Come? » chiese lui, scostandosi per guardarla in faccia. Ma lei non gli prestava attenzione, troppo presa dalla piccola.

« Ninfadora. È un bel nome, non credi? » sorrise, voltandosi verso il marito.

« È un po'… insolito » commentò, cauto. Bisognava stare attenti a contraddire Andromeda, non tutti ne uscivano indenni.

Lei si sistemò meglio la bambina tra le braccia.

« Come Andromeda » rispose, per nulla toccata dalla perplessità di Ted. « Mia figlia non può avere un nome comune, lei è speciale ».

Ted tornò a guardare il fagottino. « Ninfadora » ripeté, assorto. « Sì, può andare ». Anche se probabilmente ci odierà per questo, penso tra sé.

Improvvisamente, successe qualcosa di inaspettato. Senza che nessuno dei due facesse niente, i capelli di Ninfadora cambiarono colore, virando verso un biondo chiaro.

« Oh! » disse Andromeda, sorridendo.

« Cos'è successo? Perché fa così? » esclamò Ted, sgomento.

« Credo che… »

« Andromeda, cara, è meglio se mangi qualcosa, non hai ancora… » Lucy si bloccò di colpo quando entrò in camera con un vassoio pieno di cibo. Fissava la bambina, che ora sfoggiava una meravigliosa chioma verde acqua. La donna riuscì a mantenere il controllo sufficiente per appoggiare il vassoio su un mobile e sedersi sul letto, gli occhi spalancati.

« Che le avete fatto? » sussurrò, incapace di dire altro.

« Niente » disse Meda, sorridendo con stupore alla figlia. « Credo sia un Metamorfomagus ».

« Un che? » chiesero gli altri due in coro.

« Metamorfomagus » ripeté. « Vuol dire che può cambiare il suo aspetto a suo piacimento, anche se immagino che finché è piccola le trasformazioni saranno involontarie. Non è stato ancora scoperto cosa determina che un bambino abbia o no questi poteri, ma si nasce così. Comunque, sono rari, non ne nascono molti » aggiunse, compiaciuta.

« La nostra bambina è davvero speciale » disse Ted, ancora sconvolto da quella novità.

« E te ne stupisci? » ribatté Meda. « È figlia nostra, dopotutto! »

Entrambi si voltarono verso Lucy, che ancora non aveva parlato.

« Be' » commentò, « ancora così piccola e già ci riserva così tante sorprese! Avete deciso come chiamarla? »

« Ninfadora » risposero entrambi. « Ninfadora Tonks ».

Con una veloce occhiata alla madre, Ted capì che negli anni a venire avrebbe visto molte espressioni simili davanti a quel nome insolito, per non dire strano; ma il solo fatto che appartenesse a sua figlia lo rendeva speciale e meraviglioso.

 

I giorni che seguirono la nascita della piccola Ninfadora furono a dir poco frenetici. Lucy passava quasi tutto il tempo a casa del figlio, assicurandosi che la nuora avesse tutto l'aiuto possibile. Ted era riuscito a prendersi qualche giorno libero dal lavoro, ma poi era dovuto tornare, lasciando la neo mamma alle prese con la bambina.

I poteri di Ninfadora si manifestavano di continuo: i capelli cambiavano colore in base al suo umore, ma anche i pianti a squarciagola contribuivano a informare la povera Andromeda, che girava per la casa cullandola e cercando di capire cosa volesse. A volte Lucy interveniva, ma quando non c'era Meda faticava a farla smettere di piangere.

Alla sera, quando finalmente Ted tornava a casa e la donna sperava di poter affidare a lui la piccola urlante, Ninfadora si calmava e i capelli viravano subito su un rosa acceso. In braccio al padre, si addormentava, sicuramente esausta dopo tutto quel gridare.

Andromeda non sapeva se ringraziare Ted per quei miracoli o se esserne infastidita.

« Forse sarebbe meglio se andassi a lavorare io e tu rimanessi a casa! » esclamò una sera, dopo che Ninfadora era stata messa nel lettino.

« Non essere sciocca, Dromeda, sei una madre fantastica, è normale che i bambini piangano! Quello dei miei vicini non smetteva mai, ci hanno messo settimane a capire che si calmava solo davanti alle finestre. E poi, mia madre ti sta aiutando, no? »

Andromeda sospirò, sedendosi sul divano vicino a lui. Ted la circondò con le braccia e l'attirò a sé. Se era stata una giornata particolarmente buona, alla sera l'uomo era sommerso dai racconti di ogni minima azione della figlia, da un nuovo colore dei capelli a quanto aveva mangiato durante il giorno, che secondo Meda era sempre troppo per una bambina così piccola.

Ma in altri giorni, come quello, quando Ninfadora piangeva spesso e per motivi sconosciuti, Andromeda sembrava non avere più forze.

« Sono arrivate lettere, oggi? » chiese Ted, cercando di distrarla.

« Sirius ha scritto, vuole una foto di Ninfadora da far vedere ai suoi amici » sorrise, immaginando la reazione del ragazzo alla notizia della nascita della cuginetta. « Mentre Alex ha detto che verrà a trovarci appena può, il nuovo lavoro al Ministero la tiene molto occupata ».

« Speriamo che venga presto, così può farti un po' di compagnia. Mi dispiace lasciarti qui da sola per tutto il giorno » mormorò lui, sfiorandole i capelli con le labbra.

« Non sono sempre da sola » rispose Andromeda. « C'è tua madre ».

« Non è la stessa cosa ».

Meda si strinse più vicina a lui, inspirando forte il suo profumo. Un po' le mancavano le serate tranquille insieme, senza una bambina a cui badare, ma non avrebbe mai voluto tornare indietro: Ninfadora, insieme a Ted, era la cosa più bella che quella nuova vita le aveva donato.

Improvvisamente si sentì sollevare.

« Cosa fai?! » esclamò, ridendo.

Intanto Ted aveva iniziato a salire le scale, tenendola stretta.

« Lei cosa dice, signora Tonks? È troppo presto per fare un altro bambino? » ammiccò lui, aprendo la porta della loro camera sforzandosi di fare meno rumore possibile.

« Decisamente sì! » rise Andromeda.

Quando lui la lasciò cadere sul letto, se lo tirò dietro, ormai dimentica della stanchezza. Ted iniziò a baciarle il collo, lentamente, assaporando ogni centimetro della pelle della moglie. Meda sospirò, godendosi quelle sensazioni che negli ultimi mesi aveva quasi dimenticato. L'uomo iniziò a sbottonarle la camicia, impaziente.

« Sveglieremo Ninfadora » ansimò Andromeda, aiutandolo a sfilare gli ultimi bottoni.

« A questo si può porre subito rimedio » rispose lui, allungandosi verso il comodino per prendere la bacchetta. « Muffiato » disse, puntandola verso il muro.

« Ora sei mia » sussurrò, per poi riprendere a baciarla.

 

 

 

 

*Angolo autrice*

Ed ecco la mia bellissima bambina <3 A mercoledì prossimo con un altro capitolo! Fatemi sapere cosa ne pensate!
Nymphy xxx

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Nymphy Lupin