Storie originali > Horror
Segui la storia  |       
Autore: The_Lock    05/10/2015    2 recensioni
Sette amici decidono di passare un fine settimana lontano dalla civiltà. Sembra una storia horror qualsiasi, ma in realtà è un gioco interattivo: a fine di ogni capitolo si dovrà scegliere tra due o più opzioni, ognuna delle quali avrà delle conseguenze. Il primo a commentare ha il diritto di scegliere.
Genere: Horror, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'It's up to you!'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

12

 

DRUMMER ISLAND ORE 00:00

 

 

Lana stava cadendo nel vuoto. Sentiva le urla di Troy che le arrivavano alle orecchie, le diceva qualcosa con tale imperio e le porgeva una mano, ma la ragazza non era in grado di connettere tra impulsi esterni ed interni, poiché la sensazione del vuoto sotto ai piedi la rendeva incapace di muoversi o di recepire altri stimoli.

Si guardò attorno, vide oggetti cadere nella sua stessa direzione ed intravide i suoi capelli scuri che svolazzavano oltre il suo volto e sembravano stessero suggerendo alla ragazza l'azione di aggrapparsi a qualcosa, stendendosi come piccole dita. Fu allora che Lana si voltò e vide la finestra che, in frantumi, sembrava attenderla come una bocca affamata, ma era troppo tardi per aggrapparsi a qualcosa all'interno della torre.

Alcune cose si schiantarono contro la parete opposta, altre volarono oltre la finestra, e Lana avrebbe fatto la fine di uno di quei bolidi se non si fosse svegliata a cercare una soluzione il prima possibile. Così, cadendo, si aggrappò al cornicione della finestra con una presa salda che le costò un forte dolore alle mani e grande sforzo alle braccia, poiché dal busto in giù, Lana era sospesa nel vuoto, troppo lontana da un punto d'appoggio e praticamente in traiettoria con scogli appuntiti dove le altre cose che cadevano si rompevano irreparabilmente, per poi essere sciacquati dalle onde del mare.

Prima ancora di accorgersi di stare urlando, Lana spalancò la bocca ed iniziò a piangere a tremare, immaginandosi già cibo per i pesci. Alzò gli occhi e vide Troy appeso con entrambe le braccia a delle condutture della luce, ma Troy aveva una forza maggiore rispetto all'altra, quindi entrambi sapevano che se qualcuno avrebbe dovuto far qualcosa, quello era Troy.

“Troy, ti prego...” pianse Lana, iniziando a sentire crampi ai muscoli delle braccia.

“Sì, sto pensando...” disse il moro. Non c'era una via giusta per salvare Lana, il ragazzo aveva solo una chance, allora prese a dondolare fino a quando i chiodi che ancoravano le tubature alla parete non si staccarono, così Troy cadde al lato della finestra con un tonfo sordo. Il colpo e l'improvviso cambio di centralità del peso, fece cigolare ancora la torretta ed essa scivolò ancor di più oltre la scogliera, tremando come un masso in bilico.

Il moro si fermò e chiuse gli occhi senza muovere nessun muscolo, aspettando che la torretta riassettasse il suo equilibrio, e quando gli parve che fosse tutto sotto controllo, Troy aprì gli occhi. La situazione era parecchio pericolosa. Il ragazzo sentì un sibilo e vide una libreria a muro che iniziava a scardinarsi e minacciava di schiantarsi a terra entro poco tempo, mentre anche la radio partiva come un proiettile verso il vuoto e minacciò di colpire Lana alla testa, se la ragazza non si fosse rivelata abbastanza pronta di riflessi da evitarla. A Sorpresa di tutti, il filo a cui era attaccata la radio resistette alla caduta, e la radio rimase sospesa nel vuoto, seppure la cabina accusò anche quel piccolo movimento ed iniziò a cigolare nuovamente. Troy vide alla sua destra una finestra che sboccava direttamente sulla terra ferma: avrebbe potuto saltare e mettersi in salvo, ma non sapeva se salvando Lana sarebbe riuscito a farcela.

 

A) Troy si mette in salvo
B) Troy salva Lana

 

 

“Niente, lascia perdere. Andiamo a cercare Brooke, hai ragione.” disse Laurel, abbassando il capo, accusando il dolore di omettere quella verità al suo amico, ma non riuscendo a dirgli in faccia la verità poiché forse quello non era il momento giusto, e forse non spettava a lui aprirgli gli occhi sulla sua ragazza. Trevor studiò il suo amico assottigliando gli occhi, aveva voglia di spronarlo a fargli dire quali fossero i suoi problemi con Brooke, ma qualche sospetto lo aveva sempre avuto. Sin da quando Trevor aveva puntato Brooke, Laurel si era dimostrato estremamente riluttante all'idea dei due come una coppia, ma era sempre riuscito a far convivere la sua antipatia nei riguardi di Brooke con una buona dose di convivialità, e si impegnava: questo Trevor lo vedeva. Ma perché aveva deciso di voltare le spalle alla sua ragazza proprio adesso?

Trevor fece per aprire bocca, ma poi fece di no con la testa, ripromettendosi di affrontare quel discorso a tempo debito.

“Dove andiamo? Potremmo dividerci ma non penso sia una buona idea...” commentò Shannen, aggrottando la fronte, e i due ragazzi annuirono.

“Iniziamo da questo piano e vediamo se ci sono altre stanze nascoste.” disse Trevor, iniziando a camminare verso una meta ignota. Shannen scoccò un'occhiata a Laurel che alzò le spalle, comunicando all'amica impossibilità di dire la verità all'amico perché non voleva ferirlo, non in una situazione del genere.

“Ho trovato un laboratorio, al piano di sopra...” mormorò Trevor, optando per informare i suoi amici riguardo la scoperta inquietante dei corpi in formalina verde “C'erano cinque ragazzi in una soluzione verde che stavano subendo dei cambiamenti... e c'erano altri otto contenitori vuoti con i nostri nomi sopra.” disse, e quella frase arrivò ai cuori degli altri due come un proiettile.

“I nostri nomi?” domandò Shannen, e Trevor fece di sì con la testa.

“Com'è possibile?” domandò Laurel.

“C'è qualcosa sotto... sapete se Lana, Oliver e Troy sono... morti?” domandò il ragazzo, voltandosi a guardare gli amici.

“Lana e Troy erano ancora vivi quando ci siamo separati. Abbiamo ucciso una di quelle bestie, col fuoco. Oliver non lo sappiamo.” spiegò Shannen.

“Allora appena arriviamo a casa prepariamo delle molotov.” ringhiò Trevor. I ragazzi svoltarono il corridoio con cautela che, vuoto, si presentava pieno di stanze una volta abitati da pazienti morenti od impazziti.

“Ok, entriamo nelle prime tre camere, lasciamo la porta aperta e se trovate qualcosa: urlate!” disse Trevor. Gli altri due annuirono e si divisero. Shannen prese l'unica camera a sinistra, mentre Trevor e Laurel le altre due sulla destra. La camera dove si trovava la bionda era una semplice camera d'ospedale con lettini vuoti, deformati dal fuoco e dalla muffa e un mobiletto vuoto e rotto. Si sentì un colpo tonfo provenire dal controsoffitto, e Shannen alzò la torcia, vedendo un pannello del soffitto da cui pendeva una cordicella che terminava in un pendente di plastica. C'era sicuramente qualcosa di vivo là dentro, poiché continuava a battere con cadenza ben precisa. La bionda si congelò di paura, ma poi sentì come qualcuno piangere al quel controsoffitto ed una gran pena la pervase: e si fosse trattato di Brooke o di qualche altra persona intrappolata là dentro per sfuggire alle creature cannibali o al famigerato Dottor R?

C) Shannen apre la botola
D) Shannen non apre la botola

Carissimi e carissime,
forse il capitolo è un po' corto, ma ho la febbre e non sono riuscito ad impegnarmi di più... ringraziamo Nina dark moon per le scelte del precedente capitolo, ed ecco che siamo qui giunti a scelte molto, molto importanti. Non posso consigliarvi cosa scegliere, ma posso avvertirvi che se fate due scelte errate, non uno, ma ben due personaggi potrebbero morire. Sta a voi (d'altronde è il titolo del racconto, no?) decidere chi deve fare cosa, sperando che nessuno muoia. 
Un abbraccio,
The_Lock

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Horror / Vai alla pagina dell'autore: The_Lock