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Autore: Acer5520    05/10/2015    1 recensioni
È una storia di magia, maledizioni, guerre e amori impossibili, ma anche di amicizie indissolubili e folli. È la storia di una vita. Spero vi piaccia.
* * * * * * * * * * * * * *
Un potere smisurato, una maledizione, una promessa.
Il potere che scorreva nelle sue vene era antico come il tempo e devastante come solo il potere degli Dei poteva essere.
Ma lei non era una Dea. E non era neanche una semplice ragazza.
Sapeva solo che il peso sulla sua coscienza le impediva di vivere, che il suo potere unito ad una vecchia promessa le vietavano di morire e che non avrebbe più amato nessuno.
Quello che Selyan non sapeva era che, forse, si sbagliava in pieno.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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5. Nora

-Selyan-

 

“ Il buio prende, travolge e non riporta a casa ” diceva la gente dell’isola.

Lei aveva disobbedito a un ordine e il buio era arrivato a prenderla.

Era giusto così. La sua sola paura era che il buio durasse poco e, una volta arrivata nel Regno Eterno, non avrebbe saputo affrontare il generale che aveva impartito quell’ordine.

Come avrebbe mai potuto riuscirci?

Era solo colpa sua.

Se lo avesse ascoltato, se fosse rimasta al suo posto, se avesse dato al suo piede il tempo di guarire prima di tornare a combattere…

Se solo non fosse stata tanto orgogliosa da credersi forte, lui non avrebbe pagato il prezzo della sua stupidità.

“ Nel buio la Dea ci lascia soli con la nostra coscienza. Tema l’arrivo del buio chi compie atti orribili ”

Lei nel buio aveva rivissuto quella scena migliaia di volte senza avere la possibilità cambiare quello che era stato, né quella di piangere il suo errore.

Migliaia di volte il clamore della battaglia aveva assordato le sue orecchie e migliaia di volte il rullo dei tamburi aveva nascosto il silenzio intorno a lei.

Ma non erano i rumori che il buio portava con sé a distruggere il suo animo già a pezzi.

Erano le immagini. Erano gli occhi scuri iniettati di sangue e di odio che la guardavano preannunciandole quello che il suo possessore avrebbe fatto, il martello da guerra già sporco di sangue che calava inesorabile e poi… poi il suo stesso urlo inutile e insensato che copriva il tonfo che mai avrebbe voluto sentire.

Vedeva le sue stesse mani tendersi per fare qualcosa, per fermarlo, per aiutare lui, per fare qualsiasi cosa, ma non vedeva mai la fine di quel maledetto sogno.

La Dea l’aveva costretta a rivivere infinite volte il prezzo del suo errore in quel buio senza fine che continuava solo a ondeggiare ritmico e pacato come il moto di una nave.

Lei non aveva preso quella nave, il buio l’aveva portata via prima.

La Dea le aveva fatto vedere come sarebbe andata avanti la sua vita dopo il suo errore.

Paradossalmente non era dispiaciuta di non averla vissuta.

Lei non voleva vivere senza di lui e assolutamente non voleva vivere al prezzo della sua vita.

Preferiva vedere infinite altre volte la scena straziante piuttosto che vivere una nuova vita in un nuovo regno dopo quello che aveva fatto.

“ Il buio non è era mai benevolo con i peccatori ”

Il buio torturava e basta e, visto che per lei quel buio era una speranza, l’unica cosa che la Dea aveva potuto fare per torturarla era stato rimandarla indietro, di nuovo, trasformando il lento ondeggiare della nave nell’ondeggiare calmo del respiro di qualcuno sdraiato accanto a lei.

Qualcuno che sapeva di acqua di rose e di olio per capelli.

Decisamente non era qualcuno che avrebbe potuto vedere solo nel maledetto buio della Dea.

 

Quando Selyan aprì gli occhi scoprì di essere in un letto, completamente coperta da una spesso strato di coperte di lana.

Il buio l’aveva lasciata confusa e con l’animo in frantumi e quello che aveva fatto per aiutare la corte di quel re, che adesso sapeva non essere solo un sogno, l’aveva lasciata spossata e incapace di muovere un solo muscolo.

Aveva riconosciuto il profumo dell’olio per capelli di Irmelin. Se c’era lei, Keira e Dalia erano sparite quindi non aveva motivo di forzarsi a strisciare da quel letto. Poteva anche restare lì.

Il letto ondeggiò di nuovo sotto di lei indicandole che la sua amica si era seduta accanto a lei.

<< Tua sorella è corsa dietro all’uomo dei suoi sogni, Sel >>

Non capiva neanche che tipo di umore avesse la sua amica dalla voce. Sembrava seria, ma per lei era troppo difficile anche ragionare

<< Ha avuto la grande idea di perdere la testa per il re. Se resteremo qui, sono sicura che ci terrà impegnate per parecchio tempo con questa storia. Se ripartiremo… >> Irmelin fece una pausa e sospirò << non voglio pensarci. Avremmo dovuto buttare giù dalla nave quella vecchia stupida di Dalia. Dovevamo lanciarla in mare aperto e sperare che qualche pescecane fosse tanto coraggioso da divorarla. Quando ti svegli devi spiegarmi perché non l’abbiamo mai fatta fuori. Anzi, dovrai spiegarmi anche cos’è questa diamine di sensazione che mi sento addosso. Tu la follia ormai la conosci, voglio sapere se sto impazzendo anche io o… >>

Irmelin sbuffò di nuovo << Scusa, non volevo ricordartelo. È solo che mi sento strana. Come se conoscessi già questo posto, come se fosse… casa nostra. Forse ho solo una gran voglia di restare e non risalire a bordo di quella cosa con le Figlie del pettegolezzo >>

Selyan non aveva la forza di risponderle, ma non avrebbe comunque saputo cosa dirle. Non poteva prometterle che sarebbero rimaste, né tanto meno che in quel regno le cose sarebbero andate meglio. La Dea non le aveva portate via nella battaglia e aveva addirittura rimandato indietro lei sia dal buio della follia che da quello del sonno profondo. Non c’era posto per loro nei Regni Beati. Forse Irmelin non poteva accedervi perché portava le vesti delle sacerdotesse ma non aveva il minimo rispetto per la Dea e la sua Somma Sacerdotessa. Poteva bastare per una Dea?

Forse, per la Dea dell’Isola, era anche troppo.

Quanto a sé stessa, Selyan era consapevole del fatto che la Dea aveva così tanti motivi per non volerla nel suo Regno che non sapeva neanche da dove cominciare ad elencarli.

Non che le importasse molto di quello. Sperava solo che la Potente avesse aperto le porte del Regno dei Beati almeno due volte nell’ultimo anno concedendo la pace eterna a-

<< Irmy! >>

Il tonfo di una porta sbattuta e l’urlo di sua sorella la strapparono ai suoi pensieri.

Selyan sentì anche il materasso reagire in modo strano a quell'urlo, probabilmente Irmelin si era spaventata parecchio  << L'ho trovato, ce l'ho fatta, mi ha parlato, è stato... bellissimo! >>

<< Che stai dicendo? >> aveva chiesto la ragazza spaesata.

Ma Elydet non riusciva a fare un discorso completo << Lui! Bello...il potente, magnifico, stupendo... >>

<< Re? >> suggerì Irmelin.

<< Figlio della Dea, com'è bello! >> rispose Elydet prima che il mondo di Selyan cominciasse a tremare violentemente.

Sua sorella la stava scuotendo per una spalla senza la minima pietà o pazienza <<  Svegliati! Perché non mi hai detto che era così bello? >> insistette.

<< Forse perché dormiva? >> suggerì Irmelin.

Selyan non ebbe neanche il tempo di protestare che Elydet le tirò via le coperte di scatto lasciandola al freddo. Neanche il suo lamento contrariato riuscì a fermare Elydet

<< Alzati! >> le ordinò.

Maledizione!

Voleva bene a sua sorella, ma non la sopportava quando faceva i capricci come le bambine piccole.

Potè solo fare appello a tutte le sue forze, pregare il mondo di smettere di girarle intorno e fare leva su un braccio per sedersi trascinandosi comunque dietro il cuscino per lasciarci la faccia affondata dentro. Era seduta, ma non aveva voglia di svegliarsi.

<< Sorellina sei patetica! Sai cosa direbbe Dalia se ti vedesse? Irmy aiutami >>

Irmelin rise divertita e poi imitò Dalia agitando le mani con movenze esagerate

<< Ma guardatela! Una ribelle, saputella come lei che fa tutte queste storie per alzarsi dal letto! Ridicola >>

Le due scoppiarono a ridere rumorosamente e la sua testa minacciò di scoppiare.

Sbuffo abbassando il cuscino per farle contente.

Elydet sorrise euforica per l'attenzione conquistata e iniziò a girare per la stanza elencando tutte le qualità del re convintissima che le altre la ascoltassero.

In realtà Irmelin la guardava convinta che ormai per lei non ci fossero più speranze, mentre Selyan cercava di dare sollievo al viso che prudeva in modo insopportabile da quando era sotto le coperte.

<< Irmy, perché mi brucia il viso? >>

Irmelin passò in un attimo dal sorriso divertito per le idiozie di Elydet alla paura per qualcosa che le aveva visto addosso e le afferrò le mani per allontanarle dalla sua faccia.

<< Stai ferma. Sei piena di chiazze rosse e gonfie, è meglio non toccarle >>

Nel frattempo Elydet si rese conto della scarsa considerazione e si infuriò << Ma insomma, mi ascoltate sì o… Selyan-che-ti-è-successo? >>

Nessuno le rispose. Selyan si alzò una manica e scoprì che anche le sue braccia erano nelle stesse condizioni

<< E queste? >>

<< È un allergia >> decretò Irmelin all’improvviso

<< Sì, certo Irmy, come no >> tagliò corto Elydet  << Adesso vuoi giocare a fare l’esperta di malattie? Sel, cos’ è quello schifo che hai addosso? >>

Lei non rispose. Aveva ragione Irmelin.

<< Insomma! >> protestò sua sorella << Non può essere un’allergia, ragazze! A meno che mia sorella non si sia spogliata completamente davanti al re, e giuro che non sei più mia sorella se mi vengo a sapere che è così!, come potrebbe essere venuta in contatto con la cosa che le ha dato fastidio con tutto… insomma, le ha anche sulla schiena! >> concluse slacciandole la veste sulle spalle.

<< Non sono mica scema!>> insistette Irmelin << Sono allergica a milioni di cose, so come divento quando sto male! Se non è un’allergia, giuro che bacio i piedi di Dalia! Tu hai mangiato o bevuto qualcosa che ti hanno offerto questi stranieri sconosciuti?>>

Selyan fissò l'amica riflettendo.

Keira aveva smesso di urlare per quella che credeva essere una ferita incurabile e mortale sul suo dito.

Le tracce della minuscola bruciatura erano svanite, ma la stupida oca era ancora pallida e scossa per lo spavento. Dalia la guardava come se si aspettasse di vederla crollare da un attimo all’altro e l’uomo alle spalle del re si avvicinò a loro con una boccetta in mano.

<< Bevi >>

Keira aveva teso la mano prima ancora che la zia avesse avuto il tempo di chiedere cosa ci fosse dentro. Lui non aveva risposto. Si era limitato a dare anche a lei la stessa cosa senza neanche fare la fatica di ripeterle l’ordine che aveva dato a Keira.

Selyan non si era fatta problemi a berla. Tanto più che quella cosa non puzzava di veleno. Sapeva solo di miele e la Dea sapeva quale erba sconosciuta avessero in quelle terre. Probabilmente volevano solo fingere con Dalia di aver provveduto alla salute delle sue ragazze dando loro qualcosa di tanto sconosciuto quanto inutile. Keira aveva paura di morire avvelenata, lei non aveva paura di morire e basta.

 

Il suo silenzio bastò a Irmelin per capire che aveva ragione lei <> le urlò <>

<< Credevo di potermi fidare del Sacerdote del re >>

<< Stupida! >> la insultò di nuovo la sua amica << Se avessero voluto levarvi di mezzo- >>

<<Il Divino >> la interruppe Elydet arrabbiata << ha rispetto dei suoi ospiti! Non è un re bruto e spietato, chiaro?! >>

<< E tua sorella come faceva a saperlo?! >>

<< Perché si vede subito che il regale viso  non è quello di un tiranno crudele! Lo hai guardato bene quando ci ha fatto entrare?! >>

<< Non stiamo discutendo di questo >> le fece notare Iremlin

<< Dove siamo?>> chiese Selyan per fermare la loro lite inutile

<< Nelle stanze della nobile Ismene>> le rispose sua sorella << Ma lei non c'è. Quando il Potentissimo mi ha detto che doveva andare via, l'ho vista aspettarlo poco più lontano. Secondo voi c'è qualcosa tra i due? Me lo vuole rubare? >> chiese sinceramente preoccupata.

<< No, Ely, lavora per lui e ha l’età che potrebbe avere sua madre, non è la sua promessa sposa. Mi aiuti a cercare qualcuno per favore? >> le chiese Selyan.

<< No. Così impari a non bere le cose che ti offrono gli sconosciuti! >>

Non poteva ignorare quello che aveva addosso e non voleva girare per il castello da sola in quelle condizioni. Si sarebbe sicuramente persa. Le guardie avrebbero anche potuto rinchiuderla credendola vittima di una malattia contagiosa portata apposta nel loro palazzo per… non erano più all’isola! La gente lì non pensava come loro. Doveva metterselo in testa! E doveva assolutamente convincere sua sorella ad accompagnarla

<< Ma quel tipo era l'ombra del re oggi, non lo lasciava un minuto. Sicuramente saranno insieme anche adesso e, se verrai con me, potrai vederlo di nuovo. Ti prego! >>

<< No! >> ribatté Elydet irremovibile << Il Sommissimo mi ha detto che aveva degli impegni e ci saremmo visti domani. Se io adesso tornassi a cercarlo, lui penserebbe che sono noiosa e petulante e non ho assolutamente intenzione di fargli avere questo sospetto >> concluse infilandosi nelle coperte del letto che era stato preparato per lei.

Selyan non voleva andare da sola, ma non voleva neanche obbligare sorella. Si voltò verso Irmelin e scoprì che si era già messa il mantello e le stava porgendo il suo.

<< L' ho preso prima di tornare qui. Ho pensato che ti avrebbe fatto comodo >>

Non poté fare a meno di sorridere riconoscente.

La Dea le aveva tolto tutto, compresa la possibilità di essere portata via dal buio, ma le aveva lasciato Irmelin. Per quella sera, poteva anche ringraziarla.

 

***************************************************************************************

 

-Irmelin-

 

<< Grazie, Irmy, da sola non credo che sarei uscita >> disse Selyan mentre vagavano per il palazzo in cerca di qualcuno che potesse aiutarle.

<< Perché? >> chiese Irmelin cercando di orientarsi negli intricati corridoi di quel palazzo.

<< Beh, perché sono ancora un po' intontita dal sonno e mi sarei persa. Non avrei saputo neanche da dove cominciare da sola. Sei sempre stata tu la più intelligente delle due >>

Irmelin sorrise compiaciuta per quel complimento e anche divertita da quella ammissione di incapacità della sua amica. Selyan non aveva mai avuto memoria per le strade neanche nella terra in cui era cresciuta, pensare che non si sarebbe persa in quel palazzo da sola, era come pensare che lei avrebbe potuto sputare in faccia a Dalia: una cosa tanto impossibile quanto desiderata.

<< Hai ragione. La Dea ti ha riempito di potere per scusarsi di non avere più furbizia a disposizione il giorno in cui sei nata. Devi cercare quello che ti ha fatto venire quelle chiazze addosso, quello che hai chiamato Ombra-del-re, e sarebbe una buona cosa se tu ricordassi il suo vero nome >> la esortò.

<< Non possiamo cercare qualcun altro? >> le chiese l'altra sconfortata.

<< E cosa gli chiediamo? No, Sel, muoviti, tira fuori quel nome >>

Il suo piano prevedeva di andare al portone principale dove avrebbero sicuramente trovato qualcuno di guardia e lì avrebbe chiesto di questa persona.

Prima di avventurarsi nei corridoi aveva chiesto a una serva della nobile Ismene dove fosse la sua padrona, ma la stupida aveva detto che non era a conoscenza degli affari della sua Signora e che, se anche li avesse conosciuti, non li avrebbe certo messi a disposizione di due straniere. Aveva odiato quella donna, e la rabbia sarebbe tornata di nuovo se Selyan non avesse ripreso a parlare distraendola.

<< Ma il re l'avrà chiamato per nome una volta sola,sai che non posso ricordarmelo e poi... Giurami che non lo dici a nessuno >> si raccomandò.

<< Giuro >> rispose distrattamente guardandosi intorno nella speranza di trovare qualcuno di  utile al suo scopo che le risparmiasse di lottare ancora con una guardia svogliata.

Poi il silenzio imbarazzato di Selyan e il suo rossore improvviso sulle guance devastate dalle bolle attirarono la sua attenzione e le fecero dimenticare tutto il resto

<< Sel, quanti anni ha questo tizio? >>

La sua amica la guardò spiazzata << Non lo so. Perché me lo chiedi? >>

<< È vecchio? >>

<< No. Non molto più del re ma- >>

<< Ti sei innamorata anche tu come tua sorella?! >>le chiese stupita.

<> negò subito Selyan quasi offesa da quella domanda << Credi davvero che io… Irmy, dannazione, come puoi aver pensato… >>

Non finì neanche la frase. Sospirò e basta dandole le spalle.

Irmelin imprecò silenziosamente.  Per quel momento, per quei pochi istanti in cui aveva visto la sua amica così a disagio, aveva sperato davvero che Selyan si fosse presa una cotta per qualcuno. Sapeva che era impossibile, sapeva che non avrebbe neanche dovuto pensare una cosa del genere, ma si era davvero illusa che la sua amica avesse trovato qualcosa in grado di risollevarla dal suo baratro di disgrazie. Sapeva che non stava piangendo e sapeva che poteva rimediare in un attimo al suo errore

<< Se è giovane, importante e non è storpio, Keira sarà sicuramente cotta di lui come una triglia bollita >>

<< Dalia vuole darla al re >>

<< Parliamo di Keira, è ovvio che sia innamorata del re solo per il titolo che porta, ma l’ho visto anch’io insieme a tua sorella: non è il suo tipo. La conosco come le mie tasche >>

<< Mi fa paura>> ammise Selyan all’improvviso torcendosi le mani come faceva ogni volta che si imbarazzava.

<< È così brutto? >> le chiese scettica

<< Shh! Parla piano, ti prego. Con la fortuna che ho io è dietro l'angolo >> rispose lei guardandosi intorno.

<< Sai cosa ti dico, Sel? Non so perché la pensi così su questo tizio, ma sono sicura che in questo momento anche tu gli faresti molta paura >>

Irmelin avrebbe detto qualche altra stupidaggine, se una voce non l'avesse interrotta all'improvviso << Paura a chi? >>

Non riuscì a trattenere un urlo di paura e si aggrappò al braccio di Selyan che, a dispetto di tutto, cominciò a ridere

<< Chi sei? >> chiese senza neanche guardare chi aveva davanti mentre cercava di riprendere un po' di autocontrollo.

<< Mi dispiace, ti ho spaventata? >> chiese una voce di bambina.

<< No, tranquilla, ho urlato solo perché mi andava di farlo >> rispose sarcastica ignorando le risa di Selyan.

<< Ti chiedo scusa. Il mio nome è Nora. Posso chiedervi chi siete voi? >>

La sua amica fece le presentazioni mentre lei aveva ancora gli occhi chiusi e una mano sul cuore che minacciava di uscirle dalle costole per quanto batteva forte.

<< Io sono Selyan e lei è Irmelin, siamo arrivate oggi con le nostre compagne e la Somma Dalia >>

<< Ma certo! Ho sentito Tarìc, ops, scusate...il re, che parlava di una di voi oggi. Quella che ha salvato Ismene e Aaren. È una di voi vero? >> chiese la ragazzina con un brivido di emozione nella voce.

Aveva chiamato il re per nome? Ma chi diamine era? 

Adesso che si era ripresa, aveva avuto modo di guardare in faccia la persona che aveva rischiato di porre fine alla sua vita prima che lei avesse il tempo invecchiare: era giovane, forse quasi dell'età di Elydet, con i lunghi capelli chiari intrecciati in modo elegante e un lungo mantello che non sembrava economico. Doveva essere una nobile.

<< Sì >> aveva risposto intanto la sua amica imbarazzata.

Tipico di Selyan. Non avrebbe mai ammesso alla ragazza di essere proprio lei la persona che aveva salvato i due illustri sconosciuti, perciò decise di pensarci lei << È stata lei >> chiarì indicando Selyan e guadagnandosi un calcio contro un piede.

La piccola nobile, che non aveva dato segno di aver notato quella punizione, aveva cominciato a fare domande entusiasta << Ma come hai fatto? Ho visto sacerdoti e guaritori che impazzivano per cercare un rimedio. E perché te ne stai lì al buio con il cappuccio in testa? >> domandò avvicinandosi mentre Selyan muoveva un passo indietro.

Se era a palazzo, con le vesti di una nobile e chiamava il re per nome, allora doveva per forza conosce il misterioso Signor-ombra-del-re e forse, con un po' di fortuna, poteva sapere anche dove si trovava in quel momento.

Sembrava ben disposta verso di loro, ma non potevano accontentarsi di quello. Irmelin pensò che doveva guadagnarsi la sua fiducia per farsi aiutare e tirò per una mano Selyan ignorando le sue proteste. La spinse verso la luce della torcia che illuminava il corridoio e le tolse il cappuccio con la mano libera

<< Vedi queste bolle? Le ha ovunque e stavamo cercando il tizio che era con il re oggi per sapere cosa diamine le ha dato da bere >> la informò senza troppi giri di parole.

Quella che aveva detto di chiamarsi Nora aveva l’aria confusa  << Chi? >> chiese di nuovo.

<< Scusala, ogni tanto si fa prendere dall'euforia del momento >> si intromise Selyan rialzandosi il cappuccio sul viso e tornando al suo posto << Oggi con il sovrano c'erano anche il comandante delle guardie e un sacerdote, credo, che mi ha dato qualcosa da bere e mi sono svegliata così. Non mi era mai successo prima e vorrei sapere cosa mi ha fatto, ma non ho idea né di come si chiami, né di dove cercarlo. Puoi aiutarci, per favore? >>

La ragazza fece un sorrisetto strano  << È lui che ti fa paura? >>

<< Beh... ecco, veramente io... >> balbettò Selyan incapace di terminare la frase.

<< Ho capito benissimo di chi parli e ti assicuro che faceva paura anche a me prima che cominciassi a rispondergli a tono >> spiegò Nora << Non ditegli che ve l'ho detto o avremo una vita impossibile tutte e tre per i prossimi cinquant’anni. Vi aiuto molto volentieri e ricordatevi che vi devo un favore per questo >>

Irmelin non capì il nesso tra le due cose << Perché? >>

<< Questioni personali, non posso risponderti adesso. Andiamo >> disse felice la ragazza facendo loro segno di seguirla.

Le accompagnò chiacchierando allegramente del re e del regno finché arrivarono a una porta che spalancò con violenza e senza ritegno spingendo avanti Selyan che non ebbe tempo di difendersi

<< Neith! Prova dire adesso che non sbagli mai se ne hai il coraggio! >> urlò Nora entusiasta << Ti sei giocato la possibilità di rinfacciarmi sempre i miei errori >>

Irmelin, che fino a un attimo prima era felice di aver risolto il loro problema nel migliore dei modi, rimase sconcertata da quell'entrata teatrale. Nora, forse, poteva permettersela, ma loro no davvero.

<< Ma, Nora, forse- >> cercò di protestare Selyan arretrando.

<< Stai zitta >>

Serio, dispotico e maledettamente maldisposto nei loro confronti.

Il misterioso Ombra-del-re aveva tutta l'aria di essere un sacerdote tanto potente quanto autoritario. Ecco perché Sel ne aveva paura, ne avrebbe avuta anche lei al suo posto. Quello che era peggio che con un'entrata come quella che aveva fatto Nora, Selyan aveva appena fatto l'ultima cosa di cui aveva bisogno: si era appena resa impossibile tutto il tempo della loro permanenza lì senza neanche alzare un dito.

Oltre alla furbizia, la Dea doveva aver finito anche la fortuna il giorno in cui la sua amica era venuta al mondo.

 

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