Capitolo 12:
Aeroporto: Parte Seconda!
E
così è.
Sto
per andare in Arizona a trovare mia sorella.
Le
voglio troppo bene.
Ho
letto l’altro giorno su internet una notizia a dir poco scioccante: il suo
gruppo preferito, i This Century, si sono sciolti!
Mi
chiedo come stia, insomma, so che li adora.
L’aereo
atterra, come dovevo aspettarmi, in ritardo di quasi mezz’ora.
Esco
dal gate e mi guardo un po’ in giro: non sono mai stato in viaggio da solo.
E
dopo un po’, eccola lì; è bellissima come sempre, se non di più.
Già,
io adoro mia sorella. E penso che adorerò anche quella sua coinquilina,
Caroline. Non mi parla di lei da un po’, ormai, però.
Mah, magari non è successo niente di eclatante.
Ripensandoci
ci deve essere un altro motivo.
Conoscendo
Val, non ci può essere un giorno in cui qualcosa non si risolva in una maniera
divertente o strana… o pazza.
Alzo
una mano in segno di saluto, lei mi vede, sorride, si volta, chiama qualcuno,
probabilmente Caroline, e mi corre incontro.
-Fratellino!-
urla, per poi abbracciarmi, cosa che io ricambio con immenso piacere.
-Sorellona!-
Non
vedo nessun’altra ragazza che potrebbe assomigliare alla
Caroline che mi ha descritto.
Ma
c’è solo un ragazzo che ci sta praticamente fissando.
Perlomeno, credo sia un ragazzo.
-Cazzo
ha da guardare quell’idiota?- le chiedo, divertito.
-Eh?
Quell’idiota chi?- si volta, impaziente di sapere chi fosse il ragazzo di cui
parlo.
-Oh,
certo! Non te l’ho presentato!-
Ah,
non è con Caroline…
-Joel!-
E quindi si chiama Gioele, il tipo. Che nome buffo.
Val
mi trascina davanti a lui, e da questo momento i nostri dialoghi sono solo in
Inglese.
Spero
di cavarmela.
-Joel,
questo è mio fratello… ma l’avevi già capito, giusto?-
-Beh,
sì. Molto piacere.-
Ci
stringiamo la mano.
La
stretta è forte e sicura.
Non
ho la più pallida idea di chi sia questo tipo ma mi
sta già simpatico.
Un
momento, però… forse l’ho già visto da qualche parte…
-Ti
dà fastidio se ti chiamo Matthew? Sai, non riesco a pronunciare il nome
Italiano correttamente.- lancia un’occhiata a mia
sorella –Almeno a detta sua.-
-Beh- si giustifica lei –Gli inglesi rompono
le scatole con la pronuncia, quindi io mi vendico.-
Ho
già detto che adoro mia sorella?
-Giustissimo.- Rispondo. –Figurati, qualsiasi cosa detta in Inglese è più
fig-ehm, più orecchiabile.-
Almeno
per adesso, cerchiamo di non dare a vedere la mia volgarità.
Val
sorride e mi mette un braccio sulle spalle.
-Direi
che ora possiamo tornare a casa.-
Quello
annuisce, saliamo in macchina.
Per
il tragitto osservo con attenzione tutto quello che mi capita sotto gli occhi.
Non pensavo che Phoenix fosse così affascinante…
Sarà
l’aria d’oltreoceano.
Gioele
(sì, ormai lo chiamerò così fino alla fine della mia vita) parcheggia l’auto, e
subito io mi fiondo fuori per leggere il nome della strada.
Abraham
Lincoln. Che fantasia.
A
quanto pare lei e Caroline vivono in un appartamento di un condominio.
Strano,
non mi ha detto del loro trasferimento.
E
poi ‘sto Gioele… se vive con loro, è proprio gay. Io
non ci vivrei mai con due ragazze, meglio il suicidio.
O
magari se le fa entrambe. In quel caso, ci vivrei proprio con due ragazze.
Entriamo
nell’appartamento, e la prima cosa che mi colpisce è un cagnolino beige e nero
che subito saluta entrambi, poi viene vicino a me, e mi odora i piedi.
Tutti
i cani fanno così. E’ proprio tenero. O forse dovrei dire tenera: la targhetta
è rosa, e c’è scritto Kona.
L’ambiente
è molto piacevole, mi chiedo comunque come abbia fatto Val a resistere in
questo buco, lei odia gli appartamentini come questo, preferisce la campagna.
-Ma…
non c’è nessuno?- chiedo.
Val
spalanca gli occhi.
-Spero
di no, per carità!-
-E
Caroline?- basta, qui ci vuole una domanda secca.
-Ah,
già.- fa Val. –Caroline è in Texas.-
Oooooolèèè!
Toreros!
No,
quella era la Spagna…
Forse sarebbe “Iiiii-Aaah! Cowboy!”
-E
quando torna?-
Lei
sospira.
-Non
torna.-
-Che?!-
-Non
ve l’ho detto prima per dei motivi validissimi.-
Ah,
quindi lei vive con Gioele. Che tenerosi.
-Tipo
perché altrimenti babbo ti avrebbe-
E
lei sbotta, in Italiano:
-SHHT!
Cambia lingua!-
Perché
vuole che Gioele non capisca?
Ah,
beh, certo. In America i genitori non esistono. Ragazzi di quindici anni che si
fanno i cazzi loro e nessuno li controlla.
E
quindi sembrerebbe che i nostri genitori abbiano ancora il controllo su di noi.
E’
fottutamente vero.
-Ma
ci pensi a tutte le domande che mi avrebbero fatto? Non ne sarei più uscita,
dopodiché avrebbero concluso che lui è un pazzo alcolizzato
che mi violenterà!- dice, indicando lui, che guarda senza capire un tubo, e
probabilmente si chiede perché lo stia indicando in quel modo e con quella
faccia.
-E…
lui non lo è, giusto?-
Scuote
la testa.
-E’
fin troppo sano. Ma a quello ci penzo io, lo zai… MUAHAHAH!!!-
Ridiamo
entrambi. Adoro la sua risata malefica.
Gioele
continua a fissarci atterrito.
Poverino.
Poi
finalmente la conversazione riprende in Inglese.
-Nulla,
Joel… cose di famiglia.-
-E
perché hai indicato me? E… in quel modo, soprattutto.-
-Beh,
ehm… diciamo… che… è complicato.-
-Vero.-
faccio io. –E’ complicato.-
Lui
continua a guardarla, poi alza le mani in aria.
(Porta in alto la mano! Sono il tuo capitano! Muovi a tempo
il bacino! Sooono il Ca-pi-tanoUn-cino!)
-Non
mi immischierò nei vostri affari di famiglia… ma sarei
comunque lieto se mi deste una spiegazione.-
-E’
complicaatooh…- ripete lei.
-Ok,
ok. Fagli vedere la vostra stanza allora.-
Spalanco
gli occhi in una ventata di improvvisa gioia.
-Dormiremo
nella stessa stanza come quando eravamo bambini?! E’ fantastico!-
-Già!-
mi risponde, e poi la abbraccio una seconda volta.
La
camera è molto bella, c’è un armadio, un pianoforte con lo sgabello, un
tavolino pieno di fogli in disordine (eh, eh. Mia
sorella non si smentisce mai!) e due letti singoli. Uno con le lenzuola verdi e
uno con le lenzuola bianche.
Riconosco
le lenzuola verdi, sono le sue, made in Italy. Mi toccherà l’altro letto.
-Non
immagini quanto possa essere divertente portare un letto in una camera.- mi dice, ora parliamo nuovamente in Italiano, tanto siamo
soli.
-Ma
stai zitta! Qualsiasi cosa fatta con te è divertente!-
-No,
no! Te lo devo raccontare!-
{~~~}{~~~}{~~~}
Erano passati un paio di giorni da quella
nostra… incomprensione, chiamiamola così.
Non
è stato un litigio, diciamo che io ho fatto l’idiota, e lui si è logicamente
offeso perché l’ho usato, ed ha logicamente continuato a chiedere se si poteva
fidare, ed io, logicamente in colpa con me stessa, ho reagito come ho reagito, e, logicamente, non volevo farmi vedere in quello
stato da nessuno. Mi dà fastidio che gli altri vedano le mie debolezze.
Mi
è parso strano come è finita la conversazione,
scommetto che avevo scritto “Occristo, dai, baciami!” sulla fronte.
Ma quell’idiota di Joel non l’ha letto, ovviamente. Ma magari era scritto in Italiano…
Cioè,
non che mi importi.
O
forse sì…
Comunque
sia, avevamo deciso che era ora di preparare il letto anche per Matteo.
-Dovrei
avere una brandina da qualche parte nello sgabuzzino del palazzo.- mi ha detto, quindi siamo scesi a prenderla, e l’abbiamo
portata su.
E
fin qui tutto bene.
La
cosa divertente è cominciata per il materasso.
-Dovrei
averne uno da qualche parte…-
-Sì,
ho capito. Riscendiamo.-
Siamo
riscesi, e, dopo aver preso il materasso, più lenti di una lumaca, abbiamo
risalito le scale.
-A-aspetta, Joel! C’è Kona dietro!-
-Cosa?! Un attimo, non vedo niente, il
materasso è troppo alto!-
-Fermo,
fermo! Tra un po’ cado!-
-Cerco
di stare fermo, ma se tu tiri, poi cado io!-
-Ok,
allora, io entro, poi tu entri e chiudi la porta!-
-Va
bene, ma…-
Ho
guardato indietro, ma era troppo tardi, sono inciampata sul cane, tirando il
materasso, poi mi sono spostata in fretta per non rimanere schiacciata…
Perché
sì, come avevo predetto, avevo tirato troppo, e sia Joel che
il materasso si erano spiaccicati in terra.
Cioè,
prima il materasso e poi Joel. Andiamo, non si è fatto
nulla!
{~~~}{~~~}{~~~}
-E…e…
cioè, dovevi vedere la scena… AHAHAHAH!! E’… stato
troppo esilarante… c’era lui che mi guardava tipo “ora ti ammazzo-uccido”… e…
e… poi AHAHAHAH!! E io ho
iniziato a ridere di brutto! E lui ha… ha… borbottato qualcosa del tipo “Non è
divertente…” e io… AHAHAHAH!!!-
-Sì,
ho capito il concetto.- le rispondo.
La
serata passa in fretta, è pomeriggio tardi, saranno le
sette.
Riesco
a stare un paio di minuti da solo, ma mi annoio terribilmente, così chiamo in
aiuto il mio Iphone fantasticissimo, e controllo Facebook.
Ma
guarda, un post del cantante dei This Century.
Non
ho ancora preso l’argomento con Val, forse è troppo presto, ma potrebbe voler
confidarsi con qualcuno… e chi meglio di me?
“Joel Kanitz ha
pubblicato una nuova foto”
Io
non mi sono mai interessato alla loro musica, ascolto solo metal,
ma Val mi ha praticamente costretto a mettere Like alle loro pagine
quindi ogni tanto vedo quello che pubblicano, è così che ho saputo che si sono
sciolti.
Vediamo
un po’ questa foto…
…
No,
c’è qualquadra che non cosa…
Quello
lì è Gioele! Ecco dove l’avevo già visto!
Quindi
lui… è il cantante dei This Century?! Ah, ma allora
Val sapeva la cosa da millenni prima…
E
probabilmente è incazzatissima con tutti e tre.
Ecco
che rientra in camera.
-Sai-
inizio –Ho capito dove avevo già visto Gioele…-
Lei
mi guarda strano.
-Sì,
ho deciso che siccome lui mi chiama Matthew, io lo
chiamo Gioele.- in realtà non c’è affatto un motivo logico, ma glielo voglio
far credere.
-E
dove l’hai visto?-
-Su
un post della sua pagina, guarda.- le faccio vedere il telefono.
-Oh,
sì! E’ stato l’altra mattina, gli ho fatto io quella foto.-
-E
sei incazzatissima con lui?-
-Beh,
non mi ha dato i crediti della foto, ma non penso che sia così grave…- dice
sorridendo divertita.
-Ma
non per quello, sai, i This Century…-
Aggrotta
le sopracciglia.
-I This Century cosa?-
-Un momento… non dirmi che non te l’ha
detto!-
-DIRMI
COSA?!- bene, è entrata in panico.
E
quando lei entra in panico anche io entro in panico
quindi cerco freneticamente quel loro post, di qualche giorno fa.
-To’!
Leggi!-
Le
sbatto l’Iphone in faccia, lei lo prende e inizia a leggere a bassa voce, e
dopo un po’ si ferma, logicamente. Dopo qualche decina di secondi mi guarda.
-Quel puttaniere non mi ha detto nulla!-
esclama.
-Forse
pensava che l’avresti letto su Internet…-
-Non
entro su Facebook o Instagram da tipo un mese, sono troppo impegnata con le lezioni
al conservatorio…- ha gli occhi lucidi.
-Ora
gliene dico quattro.- dice, dopo aver fatto un bel
respiro.
Esce
dalla stanza, col mio telefono. La seguo per due motivi: ha il mio telefono… e
voglio esserci quando Gioele cadrà in ginocchio invocando perdono. E quando lei
gli darà un calcio nelle palle, ovviamente.
-Tu
non mi hai detto niente.- dice, secca, mostrandogli lo schermo.
Lui
vede la schermata e sospira.
-Lo
so, ma pensavo che tu l’avessi letto, e che non avessi voluto parlarne.-
-Infatti non avrei voluto…- fa lei –Ma potevi
almeno avvisarmi in anticipo.-
Lui
sorride.
-Con
quale risultato? Avresti ucciso me, Sean e Ryan, e ti saresti ritrovata senza
una band preferita in entrambi i casi, con la differenza che non ci sarebbero
stati tre musicisti in più nel mondo.-
Anche
lei sorride.
-Già,
hai ragione. Ma… cioè… è proprio finita?-
-Certo
che no! Il singolo dell’altro giorno… insomma, era solo “mio”, e non “nostro”,
capito? Nessuno di noi tre ha mollato la musica. E per
quanto riguarda me, mai lo farò.-
-Ma
io… non ero legata a ciascuno di voi separati… ero legata a quell’entità
impalpabile che eravate tutti insieme… è diverso!-
Cosa!? Ha iniziato a piangere silenziosamente? Niente urli,
niente pestaggi, niente di niente?
Non
l’ha nemmeno insultato!
Quella
non è più mia sorella!
Gioele
continua a sorridere.
-Vieni
qui…- e allarga le braccia.
Val
scuote la testa.
Sì!
Quella è mia sorella! Ribellati, Val!
-Non
ti ricordi? Dopo… l’altro giorno, avevo detto che non avrei abbracciato nessuno
tranne mio fratello per i prossimi ventordici anni…-
Ventordici.
Una cosa nel suo stile… ma non si è ribellata.
Non
è mia sorella.
-Ed
eri seria?- le chiede Gioele.
-No.- risponde lei, sempre sorridendo.
Lei
che non è seria. Un’altra cosa nel suo stile… Non so cosa pensare.
-Allora
vieni qui…- lui riallarga le braccia e lei ci si
fionda dentro, e continua silenziosamente a piangere.
Non
so se sorridere sadicamente perché le ripeterò all’infinito che inizierò a
shipparli e che stanno troppo bene insieme e roba del genere…
Oppure
incazzarmi tantissimo col tipo, perché non può toccare mia sorella, anche se
lei è sei anni più grande di me. E perché non le ha detto la verità.
…
Farò
entrambe le cose.
Non ho voglia di scrivere l'angolo autrice ora... ma lo devo fare per forza (in realtà no, ma poi so che non lo aggiornerò mai, quindi preferiscolisco scriverlo ora .-.)
Vado a rileggermi il capitolo, così so cosa dire.
* SETTEH minuti dopo* (seriamente, ci ho messo setteh minuti per leggere il capitolo... concidenzeh?! Lol xD)
Wah, m'è venuta voglia di fare l'Angolo Autrice! Yippy-a-yeah!
Ho principalmente due pezzi da segnalare:
"E poi ‘sto Gioele… se vive con loro, è proprio gay. Io non ci vivrei mai con due ragazze, meglio il suicidio.
O magari se le fa entrambe. In quel caso, ci vivrei proprio con due ragazze."
---- Mi sono divertita un casino a scrivere questa frase... e rido ogni volta che la rileggo quindi... magari succede anche a voi ;)
"Oooooolèèè! Toreros!
No, quella era la Spagna…
Forse sarebbe “Iiiii-Aaah! Cowboy!”
---- Idem, rido un sacco :D No, quella era la Spagna lolololololol
Penso che siano le frasi più simpatiche del capitolo :)
E questo capitolo mi piace molto, mi ha divertito scrivere dal punto di vista di Matteo/Mattew...
Che poi "Gioele" fa proprio cagare come nome xD (Se ti chiami Gioele non incazzarti con me, ma con i tuoi genitori c:) Menomale che in Inglese fa meno schifo :D
E tan-tan-tan-taaaaan (sarebbe la 5a di Beethoven xD) il colpo di scena di cui vi ho parlato nell'A.A. dello scorso capitolo...
Massì! Ho voluto far sciogliere i This Century anche nella fanfiction, così risulterà più realistica, e...
Sì, solo per renderla più realistica x'''''''''''''''''''''''''''''D
E vabboh.
Cosa ne pensate? Dai, un piccolo commentino... An13Uta mi ha già rotto le scatole, u.u
..............................
Ovviamente scherzo, sorellinah :3
ValyXD
p.s. nessun ragazzo di nome Gioele è stato maltrattato durante la scrittura di questo capitolo :D