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Autore: Ramo97    06/10/2015    3 recensioni
I Mangiamorte che erano stati catturati con tanta fatica dagli Auror evadono misteriosamente. Toccherà allora a Harry Potter, il Prescelto, ora capo dell'Ufficio Auror a dare loro la caccia.
Mentre Harry tenta di evitare una nuova catastrofe, anche Draco Malfoy si interesserà alla vicenda, trovandosi ben più invischiato di quanto lui credeva di essere.
Ma i Mangiamorte, aiutati da un inquietante personaggio, vogliono tentare l'impresa più pericolosa di tutte: entrare a Hogwarts e prendere qualcosa (o qualcuno) che dicono che gli spetta, proprio nel primo anno di scuola di Teddy Lupin, il figlio orfano di Ninfadora Tonks e Remus Lupin.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Nuovo personaggio, Ron Weasley, Teddy Lupin | Coppie: Draco/Astoria, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ted Lupin'
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Paure, ansie e lenzuola rosse

Harry gli aveva detto di starne fuori, di evitare di indagare e di fare stupidaggini. Gli aveva detto che era meglio per lui e per la sua salute. Infatti appena era tornato a Hogwarts era andato a dormire. E ora si trovava in biblioteca, visto che casualmente gli era venuta voglia di cercare qualcosa su antichi giuramenti tra esseri magici.
- Niente - disse dopo diverse ore di ricerca.
- Niente neanche qui - ribadì Anne sconsolata.
- Neppure qui - disse Baston, che si era interessato talmente tanto alla vicenda da riuscire a stare cinque ore di fila in biblioteca.
- Io ve l'avevo detto - concluse un annoiato Bartemius, intento a leggere un libro sul Quidditch - non troverete mai nessuna alleanza fatta dai Centauri su libri di Storia della Magia umani. Non hanno fatto tanti patti con gli uomini, l'unico che mi viene in mente è quella con Harry Potter durante la Battaglia di Hogwarts, ma non è stato niente di formale. Sono solo arrivati lì e hanno aiutato l'Ordine della Fenice a vincere.
- Quindi stai dicendo che per forza la persona che ha istigato al suicidio del centauro non è umana? - chiese Eva, spuntando da dietro un grosso libro polveroso.
- Quindi ora che si fa? - chiese Baston.
- A meno che non vuoi andare nella Foresta Proibita e indagare di persona credo che l'unica cosa da fare e quella più sensata sia smettere di cercare - rispose il moretto.
- Bene, quando andiamo?
- Era ironico, Baston - disse Eva ridendo.
- Lo so, io invece no. Quando andiamo?
Eva scoppiò a ridere.
In quel momento Teddy chiuse il libro.
- Niente da fare. Non troveremo nulla, ha ragione Bartemius. Siamo ad un punto morto. Andiamo a pranzo.
Il pranzo fu passato in silenzio dai ragazzi. Baston probabilmente era così perché stava per addormentarsi, visto che per avere tempo libero per le ricerche aveva studiato tutta notte. Dawlish aveva lo stesso tenuto la verifica il lunedì, anche se da un paio di giorni si era ritirato nel suo ufficio e non usciva neanche per i pranzi.
Dopo pranzo Bartemius andò ad aiutare Eva, mentre Baston andò a dormire. Anne e Teddy decisero allora, imbacuccati, di uscire a godersi uno degli ultimi giorni di sole. Mancava ancora un mese e mezzo alla vacanze di Natale e il tempo scozzese stava ormai diventando brutto.
- Sai, non ci credo ancora di essere qui. E' tutto così strano - disse Anne mentre osservavano il Platano Picchiatore che si scrollava via di dosso le poche foglie ancora rimaste.
- Strano bello o strano brutto?
- Non lo so - disse lei scuotendo la testa - il posto è così bello, se stessi parlando con un Babbano direi "magico", ma non credo sia la parola giusta per definire il mio stupore con un mago.
Teddy sorrise.
- Ma non sono felice, Ted. Sono angosciata, ho paura. Non avevo mai visto nessuno morire, non avevo mai visto un centauro. Sono terrorizzata. Sta per succedere qualcosa.
Lei lo guardava triste, come se si aspettasse che lui la consolasse. Tutti nel gruppo lo avevano preso come quello serio, quello che sapeva sempre cosa fare e cosa dire. Ma lui ne era davvero in grado?
Più di cercare di essere quello che lo credcevano non sapeva che fare. Lui non loro era.
- E' un incidente, Anne. Stai tranquilla che non sta per succedere niente. Il Mondo Magico è complicato, ha molte sfumature, ma su una cosa sono certo: questo posto è il più sicuro in cui ci possiamo trovare.
Quella frase era ormai un cliché. La ripetevano tutti come un mantra, eppure durante gli anni di scuola di Harry non era stato un luogo così tanto sicuro. Sembrava una frase fatta per autoconvincersi di essere al sicuro. E in quel momento Teddy la stava usando proprio a quello scopo.
- Ne sei sicuro?
- Beh, non proprio sicurissimo - disse Teddy.
- Cosa vuol dire “non proprio sicurissimo”?
- Ehm... no – disse sorridendole.
Anne lo guardò e scoppiò a ridere. Non era una risata rilassata, tranquilla e liberatoria, ma isterica, stressata e tesa.
- E come facciamo adesso? Siamo dei testimoni di una morte.
Teddy pensò di nuovo al cadavere di Ronan e senti un brivido salirgli lungo la schiena. Era un essere magnifico, ma così disperato. Gli ricordava un lato di sé stesso. Quello nascosto, dove il dolore per la morte dei suoi genitori era ancora presente.
- Chiunque ci sia dietro, non riuscirà mai ad espugnare la scuola. Magari riuscirà ad arrivarci, ma Harry non glielo permetterà mai di fare del male a qualcuno di noi..
- Di questo ne sei davvero sicuro?
- Sì di questo sì.

*

- Harry, che diavolo stai facendo? - chiese Teddy guardando scandalizzato l'amico.
Baston era avvolto in un lenzuolo color porpora e si dirigeva a passo furtivo verso lo stadio, sotto l'occhio scettico suo e di Anne. Il ragazzo si fermò e si girò lentamente verso gli altri due, mettendosi il dito indice davanti alla bocca. Teddy e Anne si guardarono. Già Baston aveva mostrato segni di squilibrio fin dal primo giorno, ma entrambi credevano che ci avrebbe messo qualche anno per arrivare alla pazzia totale.
- Sono in missione – sussurrò.
- Per conto di Dio? – chiese Anne, con un sopracciglio alzato e un tono molto critico.
- Meglio.
- Meglio di Dio?
- Sì – annuì Baston – sono in missione per la squadra di Quidditch di Tassorosso.
- Oh misericordia – sbuffò rumorosamente Anne – Ted, digli qualcosa. Sta diventando una malattia.
- Abbassa la voce o mi scopriranno, Anne! - borbottò a bassa voce Baston.
- Ma sei ridicolo, Baston, sembri Madre Teresa di Calcutta!
- Chi? - chiesero in coro Teddy e Baston.
- Oh lasciate stare. Maghi!
- Cosa dovresti fare in questa missione? - chiese Teddy, cercando di trattenere le risate. Il suo amico era avvolto in un lenzuolo rosso, ma lo vestiva con fierezza, guardando con sufficienza lui e Anne, come se si sentisse davvero importante a fare quella missione.
- Devo spiare l'allenamento dei Grifondoro.
- Ah per questo porti quel magnifico lenzuolo. E' la divisa ufficiale da spia? - chiese Anne, con la faccia di una che si stava trattenendo dal picchiarlo.
- Non dire stupidaggini, Anne. Non è la divisa ufficiale, è la divisa da campo. Secondo te andrei con la divisa ufficiale da spia a spiare un allenamento? Si vede che non sei esperta di queste cose.
La ragazza annuì – Oh, sì, hai proprio ragione! Come ho fatto ad essere così scema? Ma tu ti rendi conto che stai sparando delle gran idiozie o ci credi anche?
Baston la guardò con sufficienza e si rivolse a Teddy – Poverina, non capisce questo ruolo.
Teddy sorrise – Non so proprio come faccia, Baston, davvero. Non credevo fosse così stupida.
- Hai ragione, non lo so neanche io. Ma secondo me non è stupidità, è solo che è Babbana. Secondo me lei va a spiare gli allenamenti di quel noioso gioco con ventidue persone che corrono dietro ad una palla.
Anne si piazzò una manata sulla fronte – Baston, Ted ti sta prendendo in giro. Non è serio.
Baston li guardò entrambi e disse – Voi non capite. Tornate a studiare, io vado a rendermi utile alla mia Casa.
E detto questo si girò e andò verso lo stadio.
Teddy guardò l'amico che si allontanava e scoppiò a ridere.
- Ma secondo te è normale?
Teddy non fece in tempo a rispondere che arrivò Eva, anche lei avvolta in un lenzuolo rosso. Dietro di lei Bartemius la guardava scandalizzato.
- Ma io sono circondata da idioti – disse Anne, quando anche la Serpeverde si fu allontanata.
Bartemius annuì – Stavamo studiando, ad un certo punto si è alzata, è andata da uno del quinto anno, ha preso un lenzuolo e se n'è andata, dicendo che doveva spiare i Grifondoro.
- Ma lei mi sembrava intelligente. – disse Anne –  Con Baston avevo perso le speranza, ma lei la credevo con tutti i neuroni in regola.
- Sono un bella coppia – disse allora Teddy, guardando i due lenzuoli rossi in lontananza.
- Sì, figurati che se sommano i loro voti magari un Accettabile lo prendono.
I tre scoppiarono a ridere.

*

Baston ed Edgar dormivano  tranquillamente, nel dormitorio di Tassorosso. Mentre Teddy stava seduto, con le coperte addosso a guardare uno dei letti vuoti davanti a lui.
Era da due mesi che si trovava a Hogwarts. Due mesi che considerava belli, divertenti, utili. Ma gli ultimi due giorni lo avevano fermato. Lo avevano turbato. Non era solo la morte del centauro che gli impediva di prendere sonno, ma tutto quel mistero che c'era intorno. Un alone di mistero che lo turbava. Non aveva delle risposte. E odiava non averne. Lo  distruggeva. Non voleva che scoppiasse una nuova guerra. Certo, era molto difficile che accadesse, anzi, quasi impossibile, ma quel fatto lo aveva turbato. Se fosse  morta sua nonna o Harry o qualunque dei Weasley, non sapeva come lo avrebbe accettato. Perché era morto quel centauro? Chi aveva interesse ad averlo voluto morto? Perché una persona qualsiasi dovrebbe volerne morta un'altra? Non comprendeva questa cosa. La felicità non comportava la morte, anzi ne era l'antitesi. E lui lo sapeva bene. Suo papà e sua mamma non c'erano più per un capriccio di una persona geniale ma malata, assetata di potere. La morte dei suoi genitori dipendeva da un uomo  che aveva camminato per gli stessi corridoi che lui percorreva ogni giorno, un semplice studente come tanti altri. Chi gli diceva che tra i ragazzi che frequentava adesso non c'era un futuro Voldemort?
- Ted, sei sveglio? - disse biascicando una voce.
Baston se ne stava dritto sul letto, i capelli spettinati e la faccia stanca. Gli occhi erano sgranati, stanchi, cerchiati da occhiaie.
- Sì.
- Perché?
- Perché non prendo sonno.
- Strano – disse l'amico, strofinandosi gli occhi – di solito tu dormi come un ghiro. Cosa c'è che non va?
- Niente.
- Il tuo tono di voce non è tanto credibile. E' per il centauro, vero?
Non si aspettava che Baston lo capisse. Era sempre abituato a vederlo fare lo scemo, che a volte pensava che davvero lo fosse. Ma ogni tanto aveva un attimo di profondità e si vedeva una persona nuova, nascosta. Un Harry Baston maturo e non solo concentrato sul Quidditch. Era già successo quando avevano conosciuto Dawlish. Era un Harry Baston con cui si poteva confidare.
- Sì, è per il centauro.
- Credi che sia un pericolo serio quello della lettera?
- Non lo so, spero di no. Ma un centauro non si suicida tutti i giorni, che io sappia.
- Beh, al penultimo anno di mio papà è stato scoperto che c'era un basilisco nella scuola.
- Era spaventato?
- No, in realtà lo avrebbe ucciso lui a mani nude se ne avesse avuto l'occasione. Avevano sospeso il campionato di Quidditch. Mica strisciava in campo quella bestia. Bah, chi li capisce i professori.
Baston. Un marchio di fabbrica. Fissati di Quidditich dalla nascita. Educati al Quidditch. E probabilmente anche destinati a morire con i guanti da portiere in mano.
- Sai mio papà ha avuto come professore il tuo – continuò Baston.
- Com'era?
- Ha detto che era bravo. Ogni suo studente era importante. Li seguiva tutti, dal primo all'ultimo.
- Come Dawlish.
Baston lo guardò male, ma poi sorrise – Sì, a parte che tuo papà non era una Mangiamorte. Non come il papà di Bartemius. Quanto lo odia, secondo te?
- Da una scala da uno ad Anne – disse Teddy – credo che sia arrabbiato con lui come Anne con te quando ti vesti con il lenzuolo da spia.
- Lei non capisce. Sono cause di forza maggiore, quelli lì hanno una squadra degna del Puddlemere , bisogna almeno cercare di capire le loro tattiche, così possiamo fermarli.
- Per fortuna che i Tassorosso sono leali.
- Oh ma io l'ho detto che dovevo andare a Grifondoro. E' quello stupido cappello che mi ha mandato qua. Ha mandato qui anche Anne, hai mai visto un Tassorosso sclerare come lei?
Teddy sorrise.
- Comunque io non dovrei parlare con te – disse Baston.
- Perché?
- La prossima settimana c'è la partita Tornados-Puddlemere United. Non parlo con il nemico.
- Tanto lo sai che perderete, Baston.
- Visto? Stai già iniziando a rosicare adesso.
- Sei malato.
- Sembri Anne.
- Meglio che sembrare te.
- Lurido Tornados.
Non c'era niente da fare, Baston era pur sempre Baston.


Angolo dell'autore

Sono tornato. Sì, sono un po' in ritardo, ma la gita in Grecia di quinta, il lavoro, il calcio, la scuola e l'attivismo politico mi hanno creato qualche problema ad aggiornare. Spero che non vi siate già disinteressati. Vi avviso che gli aggiornamenti saranno un po' più radi di questa estate, magari uno a settimana/10 giorni.

Alla prossima,
Ramo97

  
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