Anime & Manga > City Hunter/Angel Heart
Segui la storia  |       
Autore: jaj984    15/02/2009    1 recensioni
Ryo e Kaori dopo la dichiarazione della radura, durante la loro vita di routine si avvicinano fino a quando non fanno il passo più lungo della gamba.
Ryo decide di saltare l’ostacolo.
Spinto dal desiderio che provava per la socia, decide di fare l’amore con lei.
Passano una notte d’amore piena di sentimenti, in cui Ryo e dolce e gentile con lei solo che l’alba arriva troppo presto e porta con se tutti i dubbi e le paure di Mr. Indecisione perenne.
Il giorno dopo la loro notte di passione,però, Ryo ritratta tutto e Kaori ferita nell'orgoglio decide di scappare per l'America.
Ryo "Mr indecisione perenne" dopo un anno di torture psicologiche, capisce che Kao è importante per lei. -.-' - Avviso Restyle in corso aggiungerò nuovi capitoli e sistemerò i capitoli precedenti.-
Aggiornamento 2-2-09 Sistemato Capitolo 3
Restyling:
Capitolo 0 - Aggiunto
Capitolo 1 - Rieditato
Capitolo 2 - Rieditato (27-1-09)
Capitolo 3 - Rieditato (02-2-09)
Capitolo 4 - Rieditato (20-2-09)
- 26 - 1 - 09 Aggiunto Capitolo 38 - - 08 - 2 - 09 Aggiunto Capitolo 39 - - 15 - 2 - 09 Aggiunto Capitolo 40 -
Genere: Romantico, Drammatico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Galaxy na sono hitomi wo mitsumetai'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Cosa Ho Fatto
Nella Testa Una Musica
Che Mi Far Diventar Matto
Una Macchina Prima Per Poco
Non Mi Ha Messo Sotto
L’avesse Fatto
Almeno Finiva Tutto
Ma Che Cosa È Cambiato
 Ma Dov'è Che Hai Buttato Il Mio Amore
(Quanto Ti Voglio – Claudio Baglioni)


 

San Valentino era alle porte, mancavano solo pochi giorni.
La gravidanza procedeva bene, la pancina di Kaori era ormai visibile i suoi abiti le andavano leggermente stretti. Non era più taglia quaranta ma ora era una quasi quarantadue, era felice era ingrassata e dentro di lei stava crescendo una nuova vita.
Non indossava ancora vestiti premaman, poiché la pancia era poca e sembrava una ragazza normale, nessuno avrebbe detto che Kaori stava per diventare mamma.
Le cose tra loro andavano sempre meglio, per quanto riguardava la bimba, Ryo era premuroso e amorevole e molte volte metteva l’orecchio sulla pancina della mamma nella speranza di sentire muovere la bimba.
Ma … c’era un ma … le cose tra loro a livello affettivo e sessuale avevano avuto un lento declino, ma lei si consolava con le attenzione che riservava alla piccola, pensando che fosse tutto preso dalla paternità.
Avevano discusso su i nomi per la piccola ma non erano riusciti a trovare ancora il nome adatto a lei.
Ryo aveva raccontato a Kaori di quando stava male e della promessa che aveva fatto alla madonna per salvarle la vita e Kaori ne fu commossa ma anche arrabbiata.
Con tutto il rispetto che portava verso la madonnina, ma giustamente, Kaori, gli fece notare che in Giappone, mettere un nome tipicamente italiano significarla isolarla dal gruppo e per di più era di difficile pronuncia, per gli altri, perché conteneva molte “r” e “l”. Aveva deciso che sua figlia non dovesse avere una vita sociale.
Alla fine ragionandoci su, si ricordò che Melania era considerato come alternativa a Carmela, poiché il nome in greco significava bruno, e la Madonna del Carmine era detta anche la Madonna Bruna.
Lo tradussero in inglese e ottennero Melanie, quando provarono a chiamare la piccola con il suo nome, Kaori la sentì muoversi. La piccola aveva approvato la scelta da quel momento in poi decisero che la bimba si sarebbe chiamata Melanie Saeba.
Comunicarono la scelta agli amici che furono tutti contenti.
Mick e Miki adorarono subito il nome della piccola. Anche se Mick era un po’ triste, gioiva per la piccola Melanie.
Kazue era tornata con Mamoru, avevano fatto pace e apparentemente le cose andavano meglio, anche se si stava riavvicinando sempre più a Mick.
La bimba di Miki, invece, cresceva sana e forte aveva un mese e Miki era più felice che mai, anche se qualche volta era esasperata.
Comunicarono anche la scelta del nome alla zia Saeko, che fu felice e approfittò della visita a Kaori per sfogarsi un po’ con l’amica.
Disse che nonostante provasse ancora qualcosa per Maki, stava frequentando un’altra persona e forse questo era quello giusto, ne parlava con piacere e la storia durava da qualche mese. Anzi era capitato che avesse conosciuto il signor Nogami di sfuggita, presentato ufficialmente come amico e che abbia avuto buoni risultati. 
A quanto pare il commissario Nogami aveva accettato che il ragazzo in questione potesse frequentare la figlia, gli piaceva e stranamente a Saeko non era avvenuto il rigetto.
Ultimamente quando le piaceva un ragazzo e quest’ultimo era gradito al padre, dentro di lei scattava un meccanismo tale per cui iniziava a rendersi odiosa con il ragazzo fino alla completa rottura.
Con l’ultimo sembrava che questo processo non era avvenuto, anzi era felice e passava più tempo con la sua famiglia e ultimamente aveva iniziato a frequentare più spesso casa Saeba perché si sentiva in colpa per Maki.
Per il momento sempre da sola, mentre il “poverino” era impegnato a far compagnia al commissario, ormai in pensione, che da bravo padre geloso aveva trovato un hobby con cui passare il tempo.
Mettere in croce il ragazzo della figlia maggiore, anzi delle figlie perché anche la “piccola” di casa Yuka ormai universitaria  aveva anche lei un ragazzo stabile con cui il paparino doveva fare i conti.
Yuka era stata ammessa brillantemente alla specializzazione a un’università prestigiosa, privata, di Shinjuku.
Aveva scritto altri due romanzi e l’ultimo era in fase di elaborazione e per questo ultimamente dovendo descrivere una donna gravida nel suo romanzo, si era praticamente trasferita a casa Saeba.
Non dormiva lì, perché alloggiava da Saeko, ma quasi ci mancava, voleva sapere tutto di Kaori.
Alla fine esasperata Kaori le disse che era inutile che stava lì tutto il tempo, che non c’era niente di strano da dover condividere con gli altri. Purtroppo per lei la gravidanza era sempre la stessa con i classici sintomi, degli ormoni impazziti, il dolore alla schiena, il sentirsi una botte, la libido che va e che viene e soprattutto stanchezza perché sei più pesante e ti affatichi di più.
Questi erano i lati negativi, i lati positivi erano il fatto di sapere che presto potrai tenere tra le tue braccia un fagottino che è frutto del tuo amore e lo accudirai con amore e affetto.
La gravidanza è la cosa più naturale del mondo e come tale doveva essere vissuta, senza ansie e paure inutili.
In quel periodo il lavoro era tornato, finalmente, ad affacciarsi alla loro vita di coppia.
Puntualmente si trattava, sempre della solita cliente oca, che faceva la scema con il suo compagno, minacciata dal solito cretino che tentava di ucciderla.
Ormai il vaccino aveva avuto effetto, era indolore la presenza in casa di queste oche, che una volta smessi i panni di “femme fatale” diventavano anche simpatiche e s’interessano alla piccola Melanie.
Nelle ore più calde della giornata si vedeva con Miki per la quotidiana passeggiata nel parco con Nami, più bella che mai.
Cresceva a vista d’occhio e già voleva giocare con i giocattoli morbidi e con le mani delle persone.
Molte volte Kaori l’aveva presa in braccio e coccolata, sembrava che le cuginette apprezzassero molto questo contatto.
Melanie si muoveva e Nami sorrideva, alcune volte quando avveniva questo contatto ravvicinato tra le cuginette, arrivava Ryo che baciava prima i frugoletti della famiglia, poi le mammine.
Alcune volte c’era la cliente che gli faceva il filo, che sbuffava e tentava di instaurare un rapporto con la piccola Nami.
Misteriosamente, però, la piccola invece di sorridere come tutti i bimbi della sua età, con sorrisi involontari, si aggrappava alla persona che l’aveva, imbraccio e piangeva, appena la gattamorta finiva di romperle le scatole, smetteva di piangere.
Adorava gli zii, stava calma in braccio a loro e riusciva anche ad addormentarsi, ma appena sentiva la voce del papà, si agitava tutta.
La piccola cresceva in fretta ed era pure molto intelligente, a un mese aveva già capito come andavano le cose e faceva impazzire i tre sweeper.
Ryo era andato, già per conto suo ma solo sapere che la sua piccola sarebbe diventata come Nami, diventava più pazzo di prima per quella bimba.
Mick era Ryo secondo, non era a quei livelli perché non era lui che diventava padre, ma diciamo che era sulla buona strada.
Stravedeva per Nami, stava molto attento a Kaori e ai suoi desideri, la viziava come faceva con Miki però in modo sempre più crescente, lui e Ryo si erano messi d’accordo per soddisfare ogni voglia della futura mammina.
Però se doveva dire la verità nel cuore di Mick c’era già una bimba che lo faceva impazzire, Valentina, era innamorato perso della piccola e anche lui aspettava con trepidazione Pasqua per rivederla.
Si sentivano ogni giorno, Mick la chiamava sempre, erano come due fidanzati, non c’era niente da fare Valentina era diventata come una figlia per Mick e Kaori era sempre più contenta.
Ultimamente, però era un po’giù di morale, vedeva il suo Ryo un po’ distante da lei, era si dolce e premuroso, ma certe volte quando parlava, lui non l’ascoltava e come se stesse su un altro pianeta e poi quando tornava a casa da danza, non lo trovava mai e lei ci stava male.
Kaori stava male, Ryo badava più alla piccola che a lei, era successo quello che più temeva: Ryo si era stancato di lei e le stava accanto solo per la bimba.
Da quel momento in poi magicamente Kaori si era trasferita da Saeko e da Yuka, cui aveva raccontato tutto e l’avevano coperta utilizzando la scusa del libro di Yuka. 
Kaori anche se con un po’ di tristezza continuava la sua vita, aveva girato i negozi per cercare della cioccolata da regalare e lo faceva assieme alle amiche ma non trovava nulla d’interessante.
Non le andava di festeggiare San Valentino in base alla tradizione giapponese, in verità non le andava proprio.
Solo due anni fa era elettrica in questo periodo, anche all’epoca era incinta, però aveva accanto una persona che non la trovava brutta e grassa, che faceva ancora l’amore con lei e che non tornava tardi a casa la sera, sempre se tornava.
Non si addormentava ogni sera con un compagno stanco e si risvegliava da sola la mattina dopo.
Non si addormentava mai da sola, all’alba, nella vecchia camera, piangendo perché lui non è rientrato.
Non era stata volutamente ignorata, quando chiedeva il perché di questa stranezza.
Non si era mai allontanata da casa per più di qualche ora figuriamoci per giorni interi.
In altri tempi, sarebbe ritornata in America, avrebbe cambiato casa, città e tutto ma ora come fare?
Doveva rimanere lì perché dentro di se aspettava Melanie, la sua bimba e gli avrebbe dato tutto l’amore che meritava.
Ora aveva deciso, visto che per lui era meno di zero, tanto valeva lasciarlo libero.
Mick era stato informato di tutto ciò e aveva solo una gran voglia di spaccargli il muso a quel deficiente di Ryo.
Lui aveva vissuto tutta la situazione e aveva detto a Kaori di aspettare e vedere, di informarsi, di chiedere a Ryo spiegazioni ma ogni volta era ancora peggio.
Kaori gli raccontò anche di una volta in cui lei si fece trovare con indosso un completino intimo sexy da morire, che avrebbe risvegliato i sensi anche a un morto, stesa al centro del letto aspettando lui, che l’aveva completamente ignorata.
Anzi glielo mostrò pure e per poco Mick non moriva d’infarto.
Era praticamente superfluo quel completino, copriva ben poco delle grazie della donna e anche lui cominciava a pensare che qualcosa non quadrasse in Ryo.
A quel punto Mick gli consigliò di passare alla linea dura, doveva attaccarlo lei e vedere che faceva.
E lei gli rispose che ci aveva già tentato, si era messa a cavalcioni su di lui, completamente nuda con i capelli sciolti e lui aveva solo baciato il pancione, augurandole buonanotte.
Mick a quel punto pensò che l’amico avesse bisogno della famosissima pillolina blu, perché era impossibile a non saltare addosso a Kaori.
Nonostante oramai, la considerasse come una sorella, una bomba sexy come lei se la sarebbe fatta e se avesse avuto in grembo la sua di figlia, non l’avrebbe mai trattata così, l’avrebbe amata ogni notte.
In quella situazione, secondo Mick e tutti, Kaori aveva fatto bene ad andarsene.
Ryo era sparito con una scusa banale di un incarico da svolgere fuori città, da ormai due settimane e nessuno sapeva nulla.
Mick era passato più di una volta da casa, per prendere le cose di Kaori e non aveva trovato nessun segno di Ryo.
Neanche un messaggio in segreteria nulla.
Kaori poiché doveva mandare avanti una famiglia e con solo il suo lavoro di sweeper, non riusciva a guadagnare abbastanza da mantenere lei e la piccola in arrivo, quindi decise di trovarsi un lavoro.
Per un po’ aveva vissuto crogiolandosi nel suo dolore, ma ora era giunto il momento di andare avanti, era passata una settimana da quando il signorino era sparito e doveva imparare a ricominciare a vivere senza di lui.
Miki le offrì di lavorare da lei come cameriera finché non trovava un lavoro migliore.
Kaori era indecisa se accettare, oppure no, alla fine decise di non accettare.
No per Miki, perché lei l’adorava, era come una sorella. Ma già sapeva che se avesse lavorato lì, sarebbe stato difficile erano troppo amici e lei non si sarebbe fatta pagare e soprattutto Miki si sarebbe preoccupata per lei.
Decise di chiedere a Eriko una mano, se conosceva qualche agenzia di grafica cui poteva essere presentata, ma purtroppo per lei Eriko era partita per New York, per la sfilata di San Valentino di Victoria’s Secret e l’immancabile settimana della moda.
Alla fine dopo due giorni di porte sbattute in faccia appena sapevano della gravidanza, Kaori trovò lavoro come ballerina e cantante presso il Sunlight Cabaret ma non poté accettare a causa della gravidanza. Ora non poteva ballare come prima e poi anche se ora decideva di accettare in futuro, quando sarebbe nata, la bimba avrebbe dovuto rinunciare perché non la poteva lasciare da sola. Era molto tentata di accettare questo lavoro e se non aspettasse Melanie, avrebbe accettato subito, ma ora c’era la sua piccola e le facevano male, i salti, le prese e anche le vibrazioni degli amplificatori. Poi un’altra cosa al locale si fumava e non se la sentiva di rischiare il benessere della piccola, quindi decise di accettare la proposta di Miki e di lavorare per lei.
Miki le offrì anche la possibilità di trasferirsi nella casa sul retro collegata al bar che però doveva convivere con Kasumi.
Le disse che se non c’erano problemi per Kasumi, per lei andava benissimo.
E così nel giro di tre giorni aveva trovato lavoro e casa e aveva per l’ennesima volta ricominciato una vita diversa da prima. Era stanca di tutto ciò, di dover buttare tutto all’aria ogni volta ma questa volta Ryo l’avrebbe pagata cara.
Stava giocando con il fuoco e presto si sarebbe scottato.
Quando e se fosse tornato Ryo avrebbe trovato una bella sorpresa, lei non era più la solita ragazzina che davanti alle difficoltà scappava.
Aveva deciso di affrontarlo e questa volta avrebbe saputo quello che voleva, se era finita la storia almeno che avesse il coraggio di dirglielo in faccia ma non utilizzando menzogne, se si preoccupava per la bambina, lei non gliela avrebbe mai negato il suo diritto di essere padre.
Iniziò a lavorare al bar e come sempre si dava da fare, i clienti erano sempre i soliti habitué che frequentavano il bar per la gentilezza di Miki.
Sorrise ripensando ai mesi passati per aiutare Miki con la sua gravidanza, era così stanca da non accorgersi che dentro di lei stava nascendo una nuova vita, ora era stanca ma per un altro motivo, stanca di dover sempre ricominciare ma questa volta non si sarebbe fatta ingannare dall’amore di un uomo, avrebbe vissuto solo ed esclusivamente per l’amore della sua bimba.
Notò con piacere che Meiji non aveva perso le sue abitudini.
Meiji era un uomo di trentotto anni che Kaori aveva conosciuto lavorando al bar, durante la maternità di Miki, ed erano diventati amici. Lui era divorziato da poco, senza figli e viveva nel quartiere solo da qualche mese.
Si trovavano molto bene assieme, erano molto in sintonia, chi li vedeva da lontano li scambiava per fidanzati. Kaori era molto a suo agio con lui, gli raccontava tutto e lo stesso dicasi per Meiji.
Meiji era poco più alto di Kaori, castano, occhi neri come la pece e a mandorla, lineamenti europei. Infatti, Meiji non era 100% giapponese, sua madre era giapponese mentre suo padre era italiano. Si erano conosciuti a Londra ed era scoppiato l’amore. Il padre era un diplomatico italiano, che lavorava presso l’ambasciata italiana a Londra.
Lei era all’ultimo anno di scienze politiche all’University of London e durante una visita all’ambasciata italiana incontrò quello che poi diventò suo marito.
Kaori si trovava bene a parlare con Meiji, si rilassava e si sentiva bene come non succedeva da una vita.
Meiji era perfetto!
Carino, simpatico, socievole, ti sapeva ascoltare e consigliare e aveva aiutato Kaori a ragionare su questa situazione con Ryo e per il bene della piccola, le consigliò di non correre e prendere decisioni affrettate.
Raccontò che anche lui, per causa di decisioni affrettate e la voglia di essere come gli altri, aveva combinato un guaio che aveva rovinato la vita di due persone, per due anni e mezzo da incubo.
Aveva incontrato e sposato una ragazza cui aveva voluto realmente bene, ma non aveva mai amata come dovrebbe amarla un compagno, un marito, un fidanzato.
Lui non riusciva a provare nessuna attrazione verso le donne e per i pregiudizi della gente e un po’ perché lui non voleva ammetterlo a se stesso, aveva sposato questa ragazza per dimostrare a se stesso e agli altri che non fosse gay.
Poi un giorno incontrò l’amore, un giovane ragazzo, incontrato per caso durante un meeting finanziario e da lì la presa di coscienza, non poteva andare avanti così e rinnegare se stesso.
Ed ecco l’unico difetto di Meiji, purtroppo era gay ma solo le ragazze del bar e Mick sapevano della sua omosessualità.
Durante la settimana, Ryo non si fece né vedere né sentire, era sparito dalla circolazione nessuno aveva sue notizie.
Kaori faceva finta di niente ma ci stava male, gli mancava.
Per fortuna, però, aveva accanto amici che le volevano bene e poi c’era chi era messo peggio di lei, Mick.
Mick, poverino, le faceva una gran pena nell’anima innamorato perso di Kazue e soffriva nel vederla con un altro.
Quei due scemi si erano avvicinati, ora Kazue passava tutto il tempo possibile con Mick e sembravano essere tornati come all’inizio della loro storia, peccato però che Mamoru esisteva ancora nella loro vita.
Si vedeva lontano un miglio che si volevano ancora bene e che l’uno senza l’altro si sentiva vuoto.
I giorni passarono e Kaori riuscì a comprare tutte le cioccolate per i suoi amici e nonostante tutto anche per Ryo.
Aveva girato tutta la città per trovarli e alla fine c’era riuscita.
In un negozio che vendeva prodotti Italiani, aveva trovato i “Baci Perugina” e li prese per i suoi amici, prese quattro tubi normali e uno con un cuore di peluche trafitto, con scritto “Sei il bacio più dolce”, per Ryo.
Alla fine arrivò anche il giorno di San Valentino e Kaori si preparava dopo aver distribuito i cioccolatini, tra il divertimento generale, a passare la serata a deprimersi.
L’ilarità generale era dovuta al comportamento di Umi. Infatti, com’era prevedibile, Umichan quando ricevette i cioccolatini dalle ragazze si fece tutto rosso e cominciò a fumare dalle orecchie.
Se Kaori e Miki si erano tenute sul neutrale per tutti, nel senso che avevano regalato lo stesso tipo di cioccolato a tutti, destinando ai loro compagni una confezione più grande con qualche accorgimento in più, tipo un peluche, Kazue, Kasumi, Saeko, Reika e Yuka, invece no, avevano rispettato la tradizione del GIRI choco e dell’HONMEI choco.
Avevano regalato cioccolatini più economici ad amici e parenti, invece per l’innamorati avevano ordinato della cioccolata con le loro foto sopra.
Solo Kazue a differenza delle altre ragazze aveva regalato a Mick dei cioccolatini non proprio scadenti né al top.
Non erano né Giri né Honmei ma erano speciali pensati per lui.
Alla fine della serata tutti si dileguarono e chi tra appuntamenti con il ragazzo e chi come Mick che aveva trovato un lavoretto come security in un locale, lasciarono da sola Kaori, in piena fase depressiva da San Valentina.
Ormai quando si fu rassegnata a passare una serata da sola in piena apatia,ricevette un invito da Meiji, che per ringraziarla della cioccolata per lei e per Rei, le  chiese di partecipare con lui e Rei alla serata di San Valentino.
Sarebbero prima andati a bere un drink al Fiat Caffè e poi all’Agorà il nuovo locale aperto da pochi giorni.
L’avrebbe passata a prendere intorno alle 21.30 – 22.00 e si doveva vestire carina per scatenarsi a ritmo latino.
Kaori accettò di buon grado e si andò a preparare.
Indossò un pinochietto jeans e una maglia sbrilluccicosa, sì trucco in modo leggero, quasi inesistente, legò i capelli in una coda, e indossò un paio di tacchi che furono l’unica trasgressione.
Miki e Kasumi appena la videro vestita così, presero la situazione in mano.
- Mica uscirai così oggi?
-Sì, cosa c’è che non va?
- Tutto! Sei semplice al massimo. Ti abbiamo visto uscire con noi in modo più provocante e ora che hai la serata libera tutta per te, ti vesti a suora?
- Ha ragione Miki, qui c’è bisogno del nostro intervento. Io ti truccherò e poi con Miki sceglieremo l’abito adatto.
Ti giuro che quando uscirai da qui sarai bellissima e farai girare la testa anche a un gay.
- Ma che dici Kasumi! Io non posso permettermi di essere sensuale, non ho più il fisico, ti ricordo che sono incinta se non te ne fossi scordata.
- Si lo so e ti assicuro che se uscissi incinta e avessi la fortuna che hai tu con il tuo fisico, sarei felicissima.
- Tesò ti rendi conto che da una quaranta sei passata taglia quarantadue, non sei una cinquanta. Ha ragione Kasumi hai ancora la possibilità di essere sexy e sensuale e poi ti vuoi imbruttire solo perché accanto hai uno stronzo che non ti calcola. Mandalo a fanculo questa sera e divertiti.
- Se come no, mi devo divertire proprio il giorno degli innamorati quando il mio compagno è sparito e non si è degnato neanche di chiamarmi.
Non dico per farmi gli auguri di buon San Valentino, figurati, non stiamo in America che si usano queste cose ma almeno a dire: “ We scema come va? Tutto bene? Come procede la gravidanza? Sai non ti amo più me ne sono andato perché mi ero stancato di te!”
E che cazzo almeno a dirmelo! No! Invece è sparito senza lasciare traccia.

Kaori non c’è la fece più e scoppiò in lacrime, era stanca di questa situazione aveva sperato, pregato che tutto questo fosse solo frutto delle sue paure e che Ryo non si fosse stancato realmente di lei. Aveva sperato in San Valentino. Si era detta: “Questo è il primo San Valentino che passiamo assieme come coppia, se mi vuol bene, si farà vivo per questo giorno o no?”
Invece no, San Valentino era pure quasi passato e di lui non c’era traccia, non si era fatto vivo e anche le ultime speranze si erano frantumate. Questa sera usciva solo per non restare in casa a pensare e per evitare reazioni che potevano portare solo a far del male alla sua piccolina.

- Tesò basta piangere, su, asciugati gli occhi. Appunto perché oggi è San Valentino, devi uscire e ti devi divertire alla faccia sua.
- Ha ragione Miki, Kaori devi uscire divertirti e magari anche rimorchiare uno con cui fare la cretina oggi e mollarlo a fine serata. Il tutto alla faccia di Saeba che non ha capito che accanto a se aveva un angelo.
- Va bene, mi avete convinto. Allora diamoci una mossa che Meiji sarà qui tra un’ora.

Le ragazze sorrisero e si diedero da fare. Iniziarono prima dal vestito, Miki scovò nell’armadio dell’amica un vestito rosso stupendo. Era un abito intero di maglina di viscosa, monospalla, con l’unica manica che terminava in mezzo guanto.
La coppa sinistra era ricoperta da pizzo rosso, che partiva dal collo e si congiungeva sul fianco sinistro.
La gonna era creata con pannelli di maglina e il fianco sinistro era completamente nudo.
Era super sexy quel vestito e le ragazze decisero che Kaori dovesse indossare quell’abito.

- Wow Kaori da dove l’hai preso questo? È stupendo e terribilmente sexy.
- Posa Kasumi, lascia stare, quest’abito è taglia 38-40 e non mi entra più.
- Ma tu ora sei quaranta/quarantadue e ti può entrare.
- No, Miki, quest’abito, quando ero quaranta, piena, non mi entrava, dovevo mettermi a dieta per farmelo entrare, infatti, l’ho messo solo una volta per una gara.
- Che peccato, vero Kasumi?
- Sì, è un vero peccato, sono sicurissima che se indossassi questo oggi anche i gay si innamorerebbero di te.
- E basta, con questa storia, io ho chiuso con l’amore, ficcatevelo in testa.
- Sarà ma l’amore non ha chiuso con te, ci vuoi scommettere?
- Kasumi!
- Che vuoi Miki, ho detto solo la verità e poi oggi Kaori sarà così bella che solo un mentecatto come una persona di nostra conoscenza potrebbe non innamorarsi di lei.
- BASTA! Ragazze, mi è rimasta mezz’ora, a causa delle chiacchiere, per prepararmi, diamoci una mossa. Sentite io ho un idea per il vestito che indosserò, penso che vi piacerà!
- Fai vedere?!

Kaori prese dall’armadio un vestito verde con una rete stampata e disegni fiorati in contrasto di colore nero. La scollatura era asimmetrica e l’abito monospalla aveva la manica a pipistrello molto esagerata. Tutti bordi dell'abito erano rifiniti con nastrino in raso nero per dare l'effetto del contrasto di colore, anche lo strass Swarovski era stato usato dando lo stesso effetto e vanno a decorare la fantasia fiorata della rete stessa.
Trasparente al massimo, Kaori indosso il vestito e le ragazze rimasero a bocca aperta.
Kaori era stupenda.
Kazue le fece mettere al polso nudo un bel bracciale con dei campanellini che appena si muoveva, suonavano.
Era bella e raffinata!
Kazue la truccò e le acconciò i capelli. Le stiro i capelli li raccolse in parte in una coda alta, lasciando il resto dei capelli sciolti sulle spalle.
Davanti ci mise due fermagli di strass e fece scendere due boccoli che le incorniciavano il viso.
Il trucco consisteva in un po’ di ombretto che andava dai toni dorati al bronzo, una matita nera per evidenziare i contorni degli occhi, un po’ di rossetto rosa, un po’ di cipria brillante e via il gioco era fatto. Era pronta per una bella serata.
Ai piedi, indossò un paio di carpe da ballo color dorato - bronzo con tacco a spillo.
L’ultimo tocco era costituito da una borsetta piccolina attorno al polso destro, in cui ci aveva messo il cellulare e i soldi per la serata.
Ultimo sguardo allo specchio per controllare gli ultimi dettagli e Umi le avvertì dell’arrivo di Meiji.
La promessa di telefonare appena raggiungeva l’altro locale e Kaori scese giù.
Meiji la riempì di complimenti, aiutandola a indossare il soprabito e prima che se ne uscisse con la famosa frase “Se non fossi gay ci proverei con te” Kaori e le amiche lo trascinarono fuori. Le ragazze non volevano che quel chiacchierone di Umi sapesse che Meiji fosse gay e che di conseguenza fosse alle orecchie di Ryo. Volevano fargliela pagare per quello che aveva fatto passare alla loro amica, doveva morire dalla gelosia e doveva sapere che una Kaori, più bella e sexy che mai era uscita con un bel ragazzo, alla faccia sua.
Kaori e Meiji arrivarono al Fiat Caffè, dove incontrarono Rei, un giovane alto quanto Kaori dagli occhi castani e i capelli biondi scuri, con degli splendidi colpi di sole più chiari.
Rei in quanto a cura per i dettagli era peggio di una donna, nell’ultimo periodo si era fissato per il biondo spiegò una volta Meiji e aveva fatto, non sapeva più, quante tinture per trovare il tipo di biondo che stesse bene al suo incarnato e che coprisse quell’antiestetica ricrescita nera.
Rei e Meiji erano sposati ormai da un paio d’anni da quando Meiji aveva avuto definitivamente il divorzio. Si erano sposati in Canada e ora convivevano insieme.
Kaori si trovava molto bene in loro compagnia, parlarono di New York, della moda Newyorkese e dell’Italia, il tutto davanti a un bicchiere di Virgin Mojito, cocktail senza l’ombra di un goccio d’alcool.
Il Mojito con il suo gusto di menta le piaceva molto, solo che al posto del rum bianco, c’era la soda e anche se non era la stessa cosa, si doveva accontentare.
Verso le undici, pagarono il conto e andarono all’Agorà.
Prima di entrare Kaori chiamò Miki, avvertendola che la serata fino ad ora era andata bene, che si stava divertendo, che Meiji e Rei erano simpaticissimi e di non aspettarla alzata.
Parte della telefonata fu ascoltata da un Saeba che era arrivato da due ore al Cat’s cercando Kaori.
Miki gli aveva spiegato la situazione o meglio gli aveva urlato contro tutto il veleno che aveva in corpo da un mese a questa parte.
Ryo si sentì una vera merda per quello che aveva fatto involontariamente.
Lui la sera era stanco, sul serio, per questo non faceva l’amore con la sua compagna e se non tornava la notte era perché stanco morto si addormentava in macchina.
Aveva cercato il regalo di San Valentino per la sua amata. Voleva festeggiare come si usava in America, voleva farle un dono speciale e per questo era stato fuori due settimane, aveva viaggiato tra New York e Los Angeles senza trovare quello che cercava, alla fine quando aveva perso le speranze gli avevano detto che poteva trovare il regalo a Londra, ma tramite informatori aveva scoperto che anche questa volta era un buco dell’acqua finché non l’aveva trovato in Italia.
A quel punto riprese l’aereo e parti da Los Angeles direzione Roma, lì facendo un giro per i mercatini rionali dell’usato, trovò un rivenditore di dischi usati. Lì compro il regalo a sorpresa per la sua amata e trovò anche il singolo Caruso di Lucio Dalla. Lo stava ascoltando il proprietario e volle comprarlo. Vabbé che si poteva tranquillamente scaricare dal web o acquistare il cd ma il vinile aveva tutto un altro suono. Il suono della puntina che toccava il disco rendeva il tutto più melodioso e il suono era molto più pulito.
S’innamorò di questa canzone che gli ricordava la sua vacanza a Sorrento e partì per il Giappone.
Arrivato all’aeroporto, corse a casa dalla sua amata, ma ebbe l’amara sorpresa di non trovarla. Al suo posto c’era solo un bigliettino che diceva: “Quando torni e sempre se mi cerchi, sto da Eko.”
Telefonò a Eko che gli riferì che ormai era oltre una settimana che Kaori non stava da lei.
Era stata lì primi giorni poi se n’era andata per la sua strada e che comunque con uno stronzo come lui, lei non aveva intenzione di parlarci.
Ryo cadendo dalle nuvole, chiese che stesse succedendo.
Saeko e Yuka gli raccontarono parte della storia che sapevano loro, poi staccarono perché dovevano uscire.
Yuka gli ricordò che oggi era San Valentino e che quindi i loro ragazzi che non erano spariti senza dire né “a” né “b” erano venute a prenderle e se voleva notizie di Kaori doveva provare da Miki forse lei sapeva qualcosa. Loro non sapevano nulla di che fine avesse fatto Kaori.
Naturalmente mentivano, non volevano dar la soddisfazione a Ryo di giocare facile, sapevano entrambe che Kaori si vedeva con Meiji quella sera ma Ryo doveva stare in ansia senza sapere che fine aveva fatto Kaori e doveva scoprire a piccole dosi che la sua dolce Kaori era uscito con un altro.
Ora era al Cat’s da circa un’ora.
L’ora più lunga della sua vita, dove aveva ricevuto una ramanzina da Miki, con relativa minaccia a mano armata da una padella. Umi appena aveva percepito la sua presenza l’aveva afferrato per il collo con la voglia di strozzarlo e Mick già ci aveva pensato dandogli un bel pugno in faccia appena l’aveva visto.
Tutti stavano dalla parte di Kaori e col senno di poi, Ryo aveva capito che avevano ragione anche perché la padella che Miki brandiva in mano era un po’ pericolosa.
L’ammetteva aveva paura, Miki era molto più pericolosa di Kaori quando ci si metteva e in questo caso era più giustificata la sua rabbia. Lui da bravo stronzo qual era l’aveva trascurata. Era tutto preso dal regalo da fare da non accorgersene che lei soffriva per questa distanza che si era creata tra loro e ora lei era fuori con un altro.

Quella Lì Non È Possibile Che È Lei
Insieme A Un Altro
Non È Certo Suo Fratello Quello
E Se L'è Scelto Proprio Bello
Ci Son Cascato Come Un Pollo Io...

(Porta Portese - Claudio Baglioni)



- Allora tutto bene?
- Si Umi, si sta divertendo Meiji ha fatto bene a insistere a portarla fuori. Se stava qui, si deprimeva soltanto.
- Dove sta e chi è Meiji?
- Non sono affari tuoi!
- Come non sono affari miei? La mia donna è fuori di sera con uno sconosciuto e per di più non sa se torna a casa! Certo che sono fatti miei. Cazzo Miki capiscimi, ho alle spalle non so quante ore di viaggio per prendere un regalo decente a Kaori, torno e trovo sto casino.
- Ryo, modera i termini con mia moglie! Se non ti stanno bene le cose così, datti da fare e riprenditi la tua compagna.
- Sto casino come lo chiami tu, l’hai creato tu. Non hai più calcolato la tua compagna, per te era inesistente! Quando ti chiedeva che fine facevi, che succedeva tu la liquidavi con un niente. Ci ha provato a parlare tante volte con te. Ma tu niente! Il grande Saeba era troppo occupato a cercare il regalo di San Valentino. La prossima volta comprale un fiore e pensa di più a lei. Si è sentita umiliata come donna e come compagna.
Quella donna si è inventata di tutto pur di risollevare il vostro rapporto anche a livello sessuale, ma tu non ti accorgevi di nulla. Non so dimmi tu che doveva fare a quel punto violentarti?
Ha indossato un completino sexy che lasciava poco spazio all’immaginazione e tu non le hai degnata di uno sguardo, sei andato a dormire.
Si è messa su di te completamente nuda e tu che fai le baci la pancia e le auguri buona notte. No, tu Saeba non stai bene!
- Ok hai ragione sono stato un’idiota ma ora mi dici chi è Meiji e dove sta Kaori?
- Che novità! Sai Ryo non so se questa volta mi va di aiutarti. Hai fatto soffrire troppo Kaori.
- Va bene allora rimarrò qui tutta la notte e lo chiederò a lei chi è Meiji.
- Per me puoi rimanerci anche tutta la giornata se vuoi ma tanto Kaori non torna, domani è domenica e se ha detto di non aspettarla significa che dorme fuori.
- Lasciami indovinare da Meiji vero? Mi ha già sostituito vedo!
- Non dire stronzate e tappati la bocca prima di dare fiato alle stronzate, non ti ha sostituito un corno. Smettila di dire cazzate e di fare la vittima.
- Ti dirò io chi è Meiji, almeno lascerai Miki e Umi festeggiare il loro San Valentino in pace.
- Kasumi!
- Tranquilla Miki! Gli dirò ciò che sappiamo tutti e lo spedirò in un battibaleno da Kaori, poi mi prenderò la piccola e la porto da me.
- Allora Kasumi, dimmi chi è questo Meiji!
- È un ragazzo anzi no un uomo.
- Questo lo so già, perché sta con Kaori ora?
- Perché le ha chiesto di uscire, vedi Ryo Meiji è un uomo dolce e sensibile su i trentotto anni ed è un assiduo frequentatore del nostro bar. Lui e Kaori sono molto amici, si sono conosciuti quando lei sostituiva Miki in maternità.
- Bene ed io non ne sapevo nulla! E questo tipo è il nuovo ragazzo di Kaori.
- Miki, per favore passami la padella che questo è proprio idiota. Cretino, imbecille, Kaori non ha nessuno è uscita con un amico e basta. L’ha vista depressa e l’ha invitata ad andarsi a divertire.
- Sì, però Kaori è bella e lui a quanto pare è single. Tutti s’innamorano di lei è naturale. Kaori è speciale.
- Idiota, basta fare la vittima, mi ha rotto Ryo. Non ti dico più niente.  Ragiona un uomo normale a trentotto anni se è single, è perché c’è un motivo! Meiji è uscito da due anni da un divorzio che l’ha distrutto e di certo non pensa ad avere una storia con un’altra donna.
- Ok ma ora dove stanno?
- Non so! So che andavano a prendere un aperitivo dove avrebbero incontrato un altro amico e poi sarebbero andati in disco.
- Bene ora c’è anche un altro! Miki sai qualcosa? Dove sta Kaori? Non mi costringere a fare il giro delle discoteche.
- Non c’è bisogno sta all’Agorà.

Ryo prese la giacca e corse da Kaori.

- Miki forse dovevo dirgli che Meiji è gay?
- Naaa, ben gli sta! Io forse gli avrei dovuto dire che c’è Mick all’Agorà come buttafuori! Tu che ne pensi Umi?
- Avete fatto bene entrambe, ha bisogno di una lezione, comunque è meglio avvertire Angel dell’arrivo di Saeba.
- Già si prevedono guai in vista. Per com’è protettivo Mick verso Kaori in questo periodo, sarebbe anche capace di non far entrare Saeba nel locale.

Ryo una volta uscito dal Cat’s salì in macchina e tavoletta raggiunse il locale.
Dopo aver fatto storie con il buttafuori del locale, riuscì a incontrare Mick, che anticipato da Miki dell’arrivo di Saeba si era già organizzato per far stare Kaori il più lontano possibile dall’ingresso.
Questa volta voleva capire lui, non voleva che Kaori soffrisse di nuovo.
Ryo entrò e rimanendo sull’arco dell’ingresso vide Kaori da lontano ballare e divertirsi nel locale stavano risuonando le musiche di un tango e lei era bravissima, anche se al dire il vero, tutti in pista erano bravissimi.
La musica cambiò e si passò a un Quick Step, Ryo si era incantato a vedere Kaori saltellare con il ballerino per tutta la pista, volteggiando al ritmo di swing. Aveva una postura invidiabile e sembra che stesse volando sulla pista. Salti, incroci, giravolte e velocità. Questo era il Quick Step di Kaori.
Ryo era rimasto incantato era bellissima quando ballava, si trasformava, era finalmente libera di esprimere se stessa, sembrava che si trovava su un altro pianeta. Era così incantato da lei che non sentiva neanche Mick parlargli era come se stesse su una nuvola.
La musica finì e Kaori si stava avvicinando a loro facendo il segno di voler bere a Mick.
Mick, vedendo ciò prese Ryo e lo nascose dietro al bancone del guardaroba dopodiché scese le scale e raggiunse Kaori al bar mentre nell’aria risuonavano nacchere e ritmi spagnoleggianti del “Paso Dople”.
Mick le fece preparare un cocktail e la mando a sedersi vicino a Meiji e Rei.
Lei era un po’ titubante perché era giusto che stessero da soli ma Mick la spinse verso di loro, dicendo che si era scatenata fin troppo e doveva riposare un po’.
In effetti, un po’ di fiatone c’era e quindi ascoltò i consigli dell’amico e raggiunse gli amici.
Mick raggiunse Ryo e sapendo Kaori al sicuro da Ryo, chiese spiegazioni a Ryo. Voleva sapere per filo e per segno cosa aveva combinato in questi giorni e aspettava una reazione più che esauriente o gli sarebbe arrivato un altro cazzotto ma questa volta gli avrebbe rotto il naso o fatto un occhio nero.
Ryo spiegò tutto e Mick capì ma comunque gli fece una bella ramanzina perché la ricerca del regalo non giustificava il suo menefreghismo. Poteva tranquillamente mettersi d’accordo con uno di loro e avrebbe potuto risolvere la questione ancora prima del nascere.
Soprattutto Mick diceva, giustamente, che una telefonata ogni tanto la poteva fare per tranquillizzarla e poi che cavolo stava nel 2009 poteva entrare in un’internet caffè e mandare una mail per comunicare sue notizie. I mezzi c’erano non stavano nel 1300 eppure all’epoca c’erano le lettere, quindi non aveva scusa per il pasticcio in cui si era cacciato e doveva ringraziare, non sapeva bene chi, se Kaori lo perdonava.
Dopodiché fu il turno di Ryo a fare l’interrogatorio a Mick su Kaori e quel tipo Meiji che non conosceva.
Mick non gli disse niente di particolare, anche perché lui era d’accordo con tutti di non dire nulla a Ryo se non il minimo necessario. Doveva impazzire dalla gelosia, anzi più che altro doveva capire che era stato un gran coglione a sparire così.
Mentre parlavano, si affacciarono alla ringhiera delle scale che portavano al locale e dall’alto potevano vedere tutto.
Il locale era molto carino c’era una pista piena di luci dove ballavano e si scatenavano. Sulla destra appena si entrava c’era un bel bar che arrivava sino alla pista, sulla sinistra c’erano dei tavoli e infondo a sinistra c’era il tavolo di Kaori, che loro potevano controllare senza essere visti.
Le pareti erano grezze e rosse, le luci soffuse erano date da dei candelabri vicino al muro, sembrava stare in un’enorme cripta. Ti aspettavi di veder spuntare un “vampiro” da un momento all’altro.
Mick indicò il tavolo e il caso volle che in quel momento Rei e Meiji si stessero baciando, videro una Kaori che scherzava e faceva finta di essere infastidita dalle troppe smancerie e che si allontanava per tornare in pista.
Ryo vedendo quei due baciarsi, capì che non c’era bisogno di essere gelosi perché erano omosessuali e sembravano innamorati.
Quando invece vide Kaori passare vicino a loro Ryo scese di corsa le scale e la seguì, sperando di poterla beccare prima del suo ingresso in pista ma così non fu.
Kaori che non era una sprovveduta, si accorse della presenza di Ryo e decise di farlo ingelosire.


Ma Che Bella Sorpresa Mi Hai Fatto
E Chissà Quale Scusa Hai Trovato Tu...
Ma Che Cosa È Cambiato...
Ma Dov'è Che Hai Buttato Il Mio Amore

(Porta Portese – Claudio Baglioni)



Caso volle che quella sera ci fossero alcuni suoi amici di danza e si mise a ballare con loro.  Avevano messo un po’ di disco per permettere anche a chi non sapesse ballare di scatenarsi.
Kaori ballava e si muoveva sensualmente e Ryo impazziva, voleva entrare in pista e trascinarla fuori, ma appena tentava di mettere un piede in pista doveva uscirne a causa della folla che non permetteva mai di raggiungere la sua amata.
Cambiò la musica e tornò al latino, peggio che andare di notte, il Merengue non permetteva a Ryo di entrare che lo spingevano fuori.
Aveva deciso c’era una congiura contro di lui, però da lì poteva ammirare Kaori con il suo vestito verde.
Era bellissimo ma super trasparente, se l’avesse indossato davanti a lui, non l’avrebbe permesso di uscire da casa. E soprattutto ora se potesse, non le farebbe mai ballare la lambada, merengue o non merengue la lambada non l’avrebbe mai ballata. Si l’ammetteva era geloso, geloso marcio di tutti gli uomini che le stavano accanto, soprattutto di quelli contro cui lei si strusciava.
Era dannatamente sexy e sensuale, non riusciva davvero a capire come aveva fatto in questo periodo a rifiutarla, aveva ragione Mick gli ci voleva il Viagra.
Quella maledetta musica finalmente finì e Ryo decise di entrare in pista approfittando del buco trovato, riuscendo a braccare Kaori. Solo che non riuscì a portarsela fuori dalla pista, poiché la musica iniziò subito e loro erano al centro della pista. Tentarono anche di lasciare la pista ma non c’era spazio per passare, alla fine rinunciarono.
Era un Salsa, Ryo ringraziò il cielo perché almeno qualcosa in Sud America aveva ascoltato e aveva visto le persone ballare, ma lui non sapeva come muoversi e Kaori gli sussurrò: “Lascia fare a me e rilassati”.
La musica non era molto veloce era pure abbastanza lenta ma era ritmata e rendeva il tutto più difficile.
Kaori era brava e Ryo lasciandosi andare era già più sciolto però la teneva ben stretta a se non facendola mai allontanare dal suo corpo, più del dovuto.
Durante il ballo, Ryo si giustificò con Kaori, gli spiegò tutto e si scusò con lei per la sofferenza provata.




Io Ti Odio Ti Odio Ti Odio
Ma Perché Sei Tanto Bello
Ti Odio
Perché Non Scompari
Perché Non Ti Uccidi ...
E Perché Ti Voglio Tanto Io …
(Quanto Ti Voglio – Claudio Baglioni)




Kaori non rispose era troppo felice che lui fosse venuto fin lì e si fosse ingelosito e che dicesse di amarla ancora.
Era felice che avesse pensato a lei, la verità era una era felice di rivederlo e di stargli accanto.
Si sentiva le gambe molli e se Ryo non la stesse tenendo, sarebbe caduta. Il suo cuore batteva all’impazzata, la bimba dava calci e lei era su un altro pianeta, sulle nuvole, solo perché lui era qui e la stava stringendo.
Era drogata, ora l’aveva capito, Ryo era la sua droga. Senza era stata malissimo e ora ritornava a stare tra le nuvole.
Alla fine Ryo, giacché Kaori non parlava, perse le speranze ma Kaori prendendo a prestito le parole della canzone gli rispose.
- Te lo dico io, non perdiamo questa magia. Voglio crederti per non perderti.
Ryo era felice, aveva detto quelle parole guardandolo negli occhi, era stato perdonato ma sapeva che non era ancora finito.  Ora si sarebbe dovuto far perdonare, ogni giorno e non avrebbe più combinato una cosa del genere.
Finalmente la musica finì e Ryo la portò fuori dalla pista.
S’inebriò del suo profumo tenendola ancora più a se. Guardò l’orologio e si accorse che erano le 23.30 e che San Valentino stava per svanire e doveva ancora darle il suo regalo, quindi l’affidò a Mick con l’obbligo di non farla allontanare per nessuna ragione al mondo, si era stancata abbastanza per oggi.
Kaori brontolava, perché voleva tornare in pista e divertirsi, l’orchestra stava suonando il Jive e lei l’adorava.
Ryo e Mick vedendo i ballerini in pista che saltavano come pazzi e sembravano che stessero facendo un rock acrobatico, glielo vietarono.
Ryo andò in macchina a prendere i regali per la sua amata e mentre accadeva ciò nella sala, si alzavano le prime note de “La Tortura”.
Ryo uscì e Kaori senza dare troppo nell’occhio approfittando di un momento di distrazione dell’amico si precipitò in pista e si scatenò al ritmo di Shakira.
Quando Mick se ne accorse, era già troppo tardi, Kaori si dimenava come una pazza nella pista, era sexy e sensuale.
Muoveva il bacino con convinzione e aveva creato il vuoto attorno a lei, era bravissima.
Il tipo che ballava con lei poi l’assecondava sembrava che conoscesse alla perfezione le sue mosse e le anticipasse pure.
Ryo entrò e quando vide che Kaori era in pista se la prese con Mick, l’aveva affidata a lui e ora vedere la sua donna che si dimenava al centro pista muovendo il bacino e facendo muovere i seni lo faceva impazzire era proprio una tortura.
Kaori si accorse dell’arrivo di Ryo e incalzò la dose, divenne più sensuale e il suo bacino premeva sempre più contro di quello del ballerino soprattutto quando ci fu l’assolo di chitarra.
Alla fine il pezzo finì, applaudirono tutti e lei s’inchinò e corse da Ryo, che la baciò davanti a tutti. Le era sua e tutti dovevano capirlo.

- Allora vi sono piaciuta?

I ragazzi non parlarono erano inebetiti non sapevano che dire.

- In base alle vostre facce direi di sì. Hihii
- Sì, sei stata fantastica ma ti avevo raccomandato di non stancarti più.
- Ah, Ryo io sto bene, quella che parla è la tua gelosia, perché la bimba è felice quando ballo. Sentila come si muove quando accendo qualche passo di danza.

Fu così che Kaori accennò un po’ di Samba e Ryo mettendo la mano sulla pancia sentì Melanie muoversi e dare dei calci.
Sorrise, era bellissimo sentire quelle cose, solo ora si accorse che in questo periodo aveva perso anche il contatto con la bimba e si era privato di questi momenti, unici nella vita.

- Mick, dai metti anche tu la mano e ascolta la tua nipotina.

Mick mise la mano, dove indicò Kaori e gli arrivò un calcio, un saluto dalla sua piccola Melanie. Anche lui sorrise.
Kaori si staccò da loro e andò a ordinare l’ennesimo succo di frutta, quando fu pronto, chiamò a raccolta i due sweeper che erano rimasti inebetiti a guardarsi la mano.
Quei due si sarebbero meravigliati sempre per ogni evento della vita.
Alla fine ritornarono in se e raggiunsero Kaori dagli amici.
Si presentarono e Ryo scoprì che Meiji e Rei erano simpaticissimi, stranamente anche lui si trovava a suo agio con loro, era un piacere parlare con loro.
Kaori era felice e lì guardava parlare da lontano mentre sorseggiava il suo drink.
Ryo vedendola in disparte, le disse di avvicinarsi a loro e di non stare in piedi doveva riposare.
Kaori si avvicinò e si stava per sedere sul divanetto del tavolo accanto al loro, perché non c’erano più posto, quando Ryo avvolse le mani attorno alla vita e tirandola a se la fece sedere sulle sue gambe.
Ryo la teneva stretta a lui, aveva messo il suo viso nei capelli di Kaori e le dava dei bacetti sul collo e sulle spalle nude.
Era tenerissimo con lei, con una mano la teneva per la vita e con l’altra accarezzava la sua schiena.
Mentre era in atto quella scenetta così smielata nella sala risuonò una dolce melodia di Vasco Rossi E …

E...
Vuoi da bere
Vieni qui
Tu per me
Te lo dico sottovoce
Amo te
Come non ho fatto in fondo
Con nessuna
Resta qui un secondo

- Ryo lasciami un secondo vado a prendermi un po’ d’acqua.
- Non c’è bisogno mi sono premunito, bevi il mio cocktail è analcolico è solo frutta. Di conseguenza non ti lascio andare.
Ryo si avvicinò a Kaori e gli morse il lobo dell’orecchio e gli sussurrò due dolci paroline: “Ti amo”.
Kaori rimase sorpresa, sapeva che l’amava l’aveva dimostrato, in passato gliel’aveva detto ma era una vita che non sentiva dirsi che l’amava.
Ryo continuò a stuzzicare la sua compagna, soffiando nell’orecchio e sussurrandole: “Ti amo come non ho mai amato nessun’altra, perdonami per questi giorni, giuro che non ti lascerò più da sola.”

E...
Se hai bisogno
E non mi trovi
Cercami in un sogno
Amo te
Quella che non chiede mai
Non se la prende
Se poi non l'ascolto

A quel punto Kaori si girò e si mise di traverso in modo da poter parlare tranquillamente con lui pur rimanendo tra le sue braccia, il luogo più bello che potesse esistere.

Tu brutto … la prossima volta che mi tiri uno scherzo del genere, non ti perdonerò. Soprattutto inventa una palla, qualsiasi cosa, ma non mi escludere più dalla tua vita. Però evita di dirmi cazzate, sparate tanto per dar fiato alla bocca.
Se mi devi fare una sorpresa e mi devi mentire, menti come si deve, organizzati con i nostri amici.
Non m’inventare fantomatici incarichi di cui nessuno sa nulla.
Quindi, si ti perdono!
Ti amo! Che devo farci? Sei tutta la mia vita e questo è l’unico luogo, dove sto bene, tra le tue braccia.
Ti amo anche perché non riesci mai ad arrabbiarti con me più di un secondo, anche se non ti ascolto e mi scateno a ritmo di Shakira.

E... uo... e ...
Sei un piccolo fiore per me
E l'odore che hai
Mi ricorda qualcosa
Vabbé...
Non sono fedele mai
Forse lo so

Ryo poggiò la testa trai capelli di lei, inspirò il suo odore e mentre accarezzava il ventre, le disse che era bellissima, sembrava un fiore profumato. A quella parola Kaori lo zittì con un bacio e candide lacrime scesero sul suo viso.

- Non mi paragonare più a un fiore per favore, l’ultima persona che mi ha paragonato a un fiore profumato ora non c’è più. Logan diceva sempre che ero come una rosa profumata.
- E aveva  ragione ma non voglio intaccare la sua memoria, io sono io e Logan è Logan. Hai fatto bene a dirmelo, non voglio rattristarti, però non voglio neanche che tu possa dimenticare quell’uomo. In fin dei conti era parte di te, come lo sono io. Ora mi dai un altro bacio? Mi piace il tuo odore, il tuo sapore, mi ricordano qualcosa …
Kaori sapendo dove volesse andare ad apparare lo baciò per zittirlo!

E...
Quando sento
Il tuo piacere che si muove lento
Ho un brivido
Tutte le volte che il tuo cuore
Batte con il mio
Poi nasce il sole...

Mi piaci quando stiamo nella nostra intimità, ogni volta che sento il tuo piacere crescere in me ho un brivido.
E dall’unione dei nostri cuori che battano all’unisono, è nata la nostra piccola Melanie che ora ha appena sedici settimane e tre giorni. Lei è il nostro fiore, il nostro sole, lei è tutta la nostra vita.
Spero che nasca, sana e forte e che sia felice di avere una mamma sbadata e un po’ mascolina ma che l’ama tanto.

E... uo... e...
Ho un pensiero che parla di te
Tutto muore ma tu
Sei la cosa più cara che ho
E se mordo una fragola
Mordo anche te

Sarà felice amo, sarà felicissima di avere una mamma come te.
Sai è quasi passato San Valentino e io non ti ho ancora dato il mio regalo.

Ryo prese la busta e gli donò tre pacchetti e una rosa.
Kaori annusò la rosa, baciò dolcemente Ryo sulle labbra e posò sulla tavola la rosa.
Aprì la prima confezione regalo e ci trovò una scatola di cioccolatini, perugina.
Erano i baci della perugina nella confezione con una rosa di stoffa sopra.
Pensò che fosse assurdo, lei aveva girato tutta la città per trovarli perché sapeva che piacevano a lui e lui le aveva regalato i baci.
Prese due baci e li scartò uno lo diede a Ryo e un altro se lo mangiò lei.
Lesse i bigliettini e rise.
A Ryo era uscita una frase di “Anonimo”
Come ti vidi m'innamorai. E tu sorridi perché lo sai.

- Ha ragione è così come ti vidi m’innamorai della mia dolce Sugar Boy. Dai leggi quello che è uscito a te!

A Kaori uscì una frase di “W. Blake”
C'è un sorriso d'amore e c'è un sorriso della seduzione, c'è un sorriso dei sorrisi, dove s’incontrano quei due sorrisi.

- Il sorriso secondo me è il tuo. Adoro quando sorridi.
- Ehm, Ryo! Tu non stai bene, mi sa che San Valentino ti ha dato alla testa. Sei troppo sdolcinato oggi.
- No, sono solo pazzo di te.

Kaori non rispose e continuò a bere il suo drink e a parlare con gli amici, poi prese la fragola che decorava il suo drink e Ryo, gliela fregò.

- Ryo ma era mia!
- Se la vuoi, prenditela.

Ryo si mise la fragola per metà in bocca, Kaori non si fece scoraggiare e avvicinò le sue labbra alla fragola.
Ryo con un gesto veloce catturò la bocca mordendo leggermente il labbro inferiore della sua compagna.

- Non ti potrò paragonare a un fiore ma a una fragola, posso?
- Certo che puoi ma perché mi vuoi paragonare a una fragola.
- Perché lei è rossa, dolce e amara allo stesso tempo, morbida ma anche dura, non si spezza facilmente e quindi “se mordo una fragola, mordo anche te”.

uo... E...
Sei un piccolo fiore per me
E l'odore che hai
Mi ricorda qualcosa
Vabbé...
Non sono fedele mai
Ora lo so

- Ma come siamo dolci oggi? Ho il sospetto che tu voglia qualcos’altro da me, che non avrai!
- Lo sai bene, che il tuo profumo mi eccita da morire.

- Quest’eccitazione, però, in quest’ultimo periodo era assente. Ho fatto di tutto per risvegliarla e come risultato ho ottenuto una tua sparizione per due settimane e in più sono stata completamente ignorata. Quando ti chiedevo spiegazioni, cambiavi discorso. Tante volte ti ho aspettato in piedi! Tante volte mi sono addormentata all’alba piangendo,perché mi sentivo brutta, grassa e non più amata. Tante volte ti ho capito, sono passata avanti.
E alla fine che mi sono ritrovata in mano?
Mi sono svegliata un giorno e non ti ho trovato accanto a me, solo un biglietto che diceva che eri partito per un incarico.
Incarico di cui nessuno sapeva niente, né Saeko, né Mick e tantomeno Umi.
Ora, di conseguenza, meriteresti una punizione, dovrei lasciarti soffrire come tu hai fatto con me.
Dovrei continuare a vivere nella mia casetta, lontano da te. Continuare a lavorare e a starti lontana e forse dovrei anche accettare il lavoro al Sunlight.

- No, per favore non te ne andare. Ti amo Kaori, non voglio perderti te lo giuro. Non voglio che tu debba lavorare di notte.
Se ci sarà bisogno, sarò io a fare le nottate. Non voglio che tu debba lavorare in un luogo dove i clienti, fanno i lasci con te.
Non ti far incantare dalla facciata ripulita. Il Sunlight rimane sempre il ritrovo dei più porci e non voglio che tu debba provare questa esperienza.
In questo periodo ero preso dal regalo per te, che tra parentesi, non hai finito di scartare.

- Ho detto che meriteresti ma non lo faccio, perché ti amo e non riuscirei a stare lontano da te. Il lavoro al Sunlight non avevo intenzione di accettarlo ma solo per la bimba, onestamente se non fossi in dolce attesa, avrei accettato. Lo so che non è un bell’ambiente ma per campare si fa questo e altro. Per il regalo ora lo finisco di scartare.
- No, Kao, ti ripeto se ci sarà bisogno di soldi ci si regolerà diversamente. Ma non ti permetterò mai di stare in contatto con dei porci che ti toccano e ti chiedono anche di andare a letto con loro o di fargli qualche servizietto nel retro del locale. Indipendentemente dal fatto che stiamo insieme, io non consiglierei mai a nessuna persona che conosco di lavorare lì.
Ora dai, non parliamone più. Scarta il regalo che sono curioso di vedere se ti piace, però prima voglio un bacio.


Noi Due Inciampammo
Contro Un Bacio
All'improvviso
È Troppo Bello
Per Essere Vero
Per Essere Vero
Per Essere Vero
(Con Tutto L’amore Che Posso – Claudio Baglioni)




Ryo catturò le labbra della sua dolce compagna e la baciò con tutto l’amore che poteva.


Amore Mio
Ma Che Gli Hai Fatto Tu

A Quest'aria
Che Respiro

E Come Fai

A Starmi
Dentro
Ogni Pensiero

Giuralo
 Ancora
Che Tu Esisti
Per Davvero...

Amore Mio
Ma Che Cos'hai Tu
Di Diverso Dalla Gente

Di Fronte A Te Che
Sei Per Me
Così Importante


Tutto L'amore Che Io Posso È Proprio Niente!
(Con Tutto L’amore Che Posso – Claudio Baglioni)




Si staccarono da quel bacio che gli aveva mozzato il respiro. Ryo guardò le labbra gonfie dalla passione della sua compagna e aveva voglia di riprendersele per ritornare a gustarle ma purtroppo per lui, Kaori, prese a scartare il secondo regalo.
Era il disco che Ryo aveva comprato poiché si era innamorato della canzone. Era quello di Lucio Dalla contenente la canzone Caruso.
Kaori rimase senza fiato, conosceva bene quella canzone era magnifica. Una stupenda canzone d’amore, per una storia d’amore di altri tempi, quando le persone andavano a “far fortuna” in America, per cercare poi di racimolare qualcosina per sposarsi con la donna amata. Solo che quando si arrivava in America le cose non andavano proprio come si credeva, il tempo passa e quell’amore che è stato lasciato a casa è solo un vago ricordo.
Due lacrime di commozione per questa canzone non possono, non apparire sul volto di qualsiasi persona sensibile. Se poi il tuo uomo, ti dice che quella canzone gli ricorda voi due, durante la vacanza passata a Napoli, uno non può non commuoversi e così fu per Kaori.
Ryo la coccolò e la baciò ma le lacrime non smettevano, sapeva che stava scaricando anche tutta la tensione di questo periodo e per sdrammatizzare il tutto iniziò a scherzare.

- Ripensavo alla punizione … fammi indovinare niente mokkori. Per quanto? Un mese?
- Hihihi! Io pensavo di meno hai appena aggiunto tre settimane e cinque giorni in più alla mia punizione.
- Nuuuu, non è giusto! E come farò senza il mio mokkori.
- Ti arrangi bello mio.
- Ok, allora chiedo alla bella barista se vuole fare un po’ di mokkori con me.
- Benissimo e allora io lo chiederò a Mick.
- Fai pure.

In quel momento Mick si avvicinò agli amici, vedendoli discutere.

- Che succede?
- Mick ti va di venire a letto con me?
- Kaori che hai? Che ti prende?
- Il signorino qui, ha deciso di andare con la barista perché io l’ho messo in punizione e siccome siamo uguali, ho deciso di venir a letto con te.  Lui mi ha dato pure il consenso, tanto stiamo in famiglia.
- È vero Ryo? Le hai dato realmente il permesso?
- Sì!
- Allora Mick andiamo?
- Certo darling.

Kaori stava per alzarsi ma Ryo la bloccò per la vita.

- Dove credi di andare tu? Non ti lascerò a nessuno, lo vuoi capire che sei solo mia?
- Ahahha, sì come no! Io sono tua, però tu puoi scopare a destra e a manca tutte le ragazze che vuoi. Io devo sempre fare la brava mogliettina che ti aspetta a casa e si subisce le corna. Mi dispiace Saeba non ci sto.
- Io scherzavo prima, mica mi hai creduto sul serio? Come potevo trovare quella ragazza bella. Tu sei la più bella di tutte.
- Ryo ma che cavolo hai mangiato oggi, un quintale di cioccolatini? Se uno sdolcinato di prima categoria. Come fa a sopportarti Kaori!
- Ah non lo so, non l’ho ancora capito Mick! Sarà l’amore che provo per questo “cretino”che me lo fa sopportare.
- Comunque ero venuto, solo perché prima è passata Saeko e mi ha lasciato questo pacco per te.
- Grazie Mick!
- Che cosa è?
- È il mio regalo di San Valentino per te. Miki me l’ha fatto recapitare tramite Saeko.
- Uuu voglio vedere.
- No, non ora, ti dico la verità Ryo questo regalo non è tutto tuo, lo dovrai dividere con Hide. Ti dispiace?
- Affatto! È pur sempre tuo fratello, allora finisci di aprire il tuo regalo e poi andiamo da Maki.

Kaori scartò l’ultimo regalo e urlò dalla gioia. Era il disco di Baglioni, del 1972, “Questo Piccolo Grande Amore”.
Era felice, saltava dalla gioia, bacia e abbracciava Ryo e fece vedere il disco a Meiji e Rei, raccontando chi era Claudio Baglioni e cosa significasse per lei.
Baglioni era il suo grande amore, l’ascoltava quando era piccola e abitava ancora in Italia. Da adolescente aveva sognato, tante volte un amore come quello descritto nella canzone che dava il nome al disco.
Rimasero ancora un po’ a parlare del disco con gli amici, poi decisero che era l’ora di andare a trovare Maki al cimitero.
Salutarono gli amici e Mick e andarono da Maki.
In macchina Kaori trovò un mangiadischi portatile ancora funzionante.
Sorrise, Ryo aveva pensato a tutto. Mise il disco di Baglioni e l’ascoltò con piacere.
Fece ben attenzione non voleva graffiarlo e sapeva per esperienza personale, con i dischi del fratello, che il mangiadischi portatile faceva graffiare i dischi, dopo un uso di 2-3 volte non erano più leggibili da qualunque giradischi ma solo da quello portatile.
Kaori cantava e sorrideva era felice di riascoltare Baglioni.
Per Ryo quello era un mega maxi regalo, la felicità di Kaori.
Arrivarono nei pressi del cimitero quando il disco suonava la canzone “Quanto ti voglio”.
Kaori si mise a cantare a squarciagola la canzone e guardava Ryo soprattutto quando diceva:
“E non se sia meglio sparire, e non so dar retta al mio orgoglio, non so se ora sbaglio. Ma io ti voglio, quanto ti voglio e non posso fare a meno di te di ieri dei tuoi grandi occhi (neri).”
Ryo si scusò per l’ennesima volta per quello che l’aveva fatto passare e arrivarono al cimitero.
Da bravo gentleman fece il giro della macchina e aprì lo sportello a Kaori ed entrarono al cimitero con una Kaori sempre più stupita per tutto ciò.
Lì, vicino alla tomba di Maki, Ryo scartò il suo regalo era un tubo grande di baci perugina con un cuore trafitto.
Quando lesse la scritta sorrise, era bellissima. Kaori era felice e gli disse che l’aveva visto e aveva pensato a lui.
A un certo punto, Kaori si abbassò e posò, sulla tomba, la rosa rossa che gli aveva regalato Ryo, poi prese un cioccolatino dalla sua scatola e uno dal tubo e li depositò sulla tomba.

- Ciao fratellone, come va? Auguri, anche se in ritardo. Ti vogliamo bene e ci manchi molto, mi sarebbe piaciuto farti conoscere alla nostra Melanie ma non è stato così, purtroppo.

Mentre Kaori parlava con suo fratello, arrivò Eko, che appena vide Ryo e Kaori sarebbe voluta sparite e mentre se ne stava andando, si sentì fermata dal braccio di Ryo che l’avvicinò alla tomba e da Kaori che l’accoglieva a braccia aperte.
Sapevano tutti che lei amava ancora Hide ma nessuno osava fiatare e mettere quest’argomento in mezzo, rispettando tutte le sue scelte sentimentali.
Kaori l’abbracciò e Eko si lasciò andare per la prima volta dopo anni, davanti agli amici.
Quando si fu calmata, rimase con Kaori e Ryo a parlare con Maki.
Dopo un po’ poiché il freddo incalzava e cominciava a nevicare. Ryo decise che era meglio andare.
Riaccompagnò Saeko alla sua macchina, assicurandosi che stesse bene e che non volesse venire da loro.
Ma Saeko disse che era tutto ok e che prometteva di chiamarli quando sarebbe arrivata a casa.
Si salutarono e tornarono a casa.
Una volta a casa, si prepararono per la notte, Saeko chiamò e Kaori si mise a chiacchierare con lei mentre Ryo l’aspettava in camera da letto.
Dopo mezz’ora di chiacchiere, Ryo scese giù e la vide finire la conversazione ed entrare in camera sua con un plaid e un cuscino.
Intuendo quello che voleva fare, Ryo la fermò e le disse di venire a letto, che sarebbe stata più calda e comoda.
Kaori accettò, mettendo subito in chiaro che lui era in punizione e quindi si doveva dimenticare il mokkori per un po’.
Una volta a letto Kaori diede le spalle a Ryo, mettendosi sul lato estremo del letto.

Ryo vedendo ciò la prese e la tirò a se sussurrando: Scusami! Ti prego, scusami! Ti amo tanto! Ti prego, scusami!
Kaori esasperata si girò e disse: Ok! Ti perdono, basta che la smetti di essere così petulante, ma la punizione non te la tolgo.

- Ci avevo tentato, vabbé l’importante è che tu mi possa perdonare.

Kaori non rispose poggiò semplicemente la sua testolina sul torace del suo uomo abbracciandolo forte, come se avesse paura di perderlo e si addormentò.
Ryo rimase a guardarla come, ogni sera, ogni mattino in cui si alzava presto.
La guardò dormire beatamente tra le sue braccia, sorrideva.
Come poteva dirgli che il suo incubo era scappato durante un trasferimento da un carcere a un altro.
Come poteva dire al suo angelo che la persona che gli ha fatto tanto male e di cui ha paura come la peste, è ora in liberta e non si sa, dove sia finito e che si presume che abbia lasciato anche il paese, sotto gli occhi beffardi delle forze  dell’ordine.
Con che coraggio poteva dirle tutto questo? No! L’avrebbe protetta! Lui, Mick, Umi e Saeko con tutta la polizia di Tokyo l’avrebbero protetta.
Con questi pensieri baciò Kaori e si alzò dal letto per attivare l’allarme che si era scordato di inserire in precedenza.
Kaori si svegliò e lui la tranquillizzò dicendo che aveva bisogno del bagno e che sarebbe tornato tra poco.
Lei si riaddormentò e Ryo andò ad attivare l’allarme tornando subito dopo baciandola rimettendosi a letto.
Lei si svegliò e vedendosi tra le braccia di Ryo, sorrise e cadde di nuovo tra le braccia di Morfeo.
Ryo sapendo che l’unico punto d’accesso rimaneva camera sua si sentì più tranquillo, nessun pazzo si sarebbe mai azzardato a entrare dalla sua camera.
Il respiro di Kaori si fece regolare e nel silenzio di quella stanza, si trasformò in una dolcissima ninna nanna che gli conciliò il sonno e fu così che Ryo si addormentò stringendo a se la sua dolce Kaori.

Io Ti Voglio Quanto Ti Voglio
E Non Me Né Importa Niente
Di Ciò Che Hai Fatto
Tanto Il Tempo Aggiusta Tutto

(Quanto Ti Voglio – Claudio Baglioni)

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > City Hunter/Angel Heart / Vai alla pagina dell'autore: jaj984