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Autore: Lazy_cupcake    07/10/2015    1 recensioni
Era pronto. Ma non troppo.
Le mani picchiettavano nervosamente sui jeans attillati, troppo caldi per quella stagione che stava ormai terminando e la fronte sudava incontrollabilmente nonostante l'aria condizionata accarezzasse la sua pelle abbronzata.
“Quindi vuole che le tinga i capelli di nero?”
Il ragazzo stava davanti allo specchio a guardare il suo riflesso.
Sì, sapeva che ben presto quel dolore sarebbe sparito.
Quindi annuì.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Axel, Roxas, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
Capitoli:
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Capitolo 2

 

Mercoledì

 

 

"Axel-kun?"

"Sì, Maeda-chan. Scusa ero in sovrappensiero.”

“Non ti preoccupare. Volevo solo chiederti di aiutarmi con questi fogli.”

“Arrivo subito!”
Neanche quel giorno Tsubasa si presentò a scuola.

Axel, intanto, aveva conosciuto qualche altra persona di cui ricordava i cognomi, ma alle quali purtroppo non riusciva ad attribuirne il volto.

E come aveva detto Naminè la classe 2-2 non era poi così male.

“Grazie, ora puoi anche tornare in classe.”

“Sicura? Se hai bisogno di qualcos'altro chiamami.”

Il moro, in un modo o nell'altro si affezionò in poco tempo a Naminè, che con la sua gentilezza lo aiutava ad integrarsi con alunni anche delle altri classi.

“Sì, grazie.”

 

 

Durante le lezioni gli capitava molto spesso di trasferire il suo interesse dal professore, che spiegava, al balcone dove qualche giorno fa aveva visto quella zazzera bionda. Ma a quanto pare quella zazzera bionda non mise più piede nell'edificio per tutta la settimana.

 

Lunedì pomeriggio

 

 

“Entri pure signor. Flame, non ha portato con sé nessun adulto?”

“No dottore, oggi mia sorella doveva lavorare.”

“Capisco... Allora vogliamo iniziare con gli esami?”

“Sì.”

 

 

Martedì

 

 

“Maeda-chan mi accompagneresti alla sala dei professori?”

Il campanello dell'intervallo suonò liberando finalmente gli studenti dallo stress accumulato in quelle due ore.

“Sì, certo. Cosa devi fare?”

La bionda osservava ancora la sua agendina blu quando raccolse la penna dal banco e scrisse qualche nota accanto alle attività da fare quella settimana.

“Devo dare delle scartoffie all'insegnante di educazione fisica.”

“Va bene, allora andiamo.” Detto questo chiuse l'agenda e la posò sotto il banco.

Durante il percorso Naminè gli chiese un paio di volte cosa intendesse con scartoffie, ma Axel non le diede alcuna risposta esatta, spiaccicava solo qualche parola cambiando subito argomento.

“E quindi si è già deciso per la fine di quello Tsubasa?”

“I professori non hanno ancora espresso alcuna sentenza davanti a me... Ma penso che tra di loro stiano già tramando qualcosa.”

Arrivarono all'aula senza più dire alcuna parola.

“Mi scusi saprebbe dirmi dov'è la cattedra del professor Leon?”

Uno dei segretari presenti gli indicò una piccola postazione riempita di fogli sparpagliati con sopra un portatile usato da un uomo alto robusto e dai capelli lunghi disordinati.

“Scusi.”

“Ditemi.” Fece lui indaffarato senza neanche guardarli in faccia e continuando a scrivere.

“Le devo dare un certificato.”

Il professore, finalmente distolse l'attenzione dallo schermo acceso e lo dedicò ai fogli tenuti in mano dall'alunno.

“Va bene. Darò un'occhiata a questi fogli più tardi. Tornate in classe ragazzi.”

 

 

 

Quella giornata gli sembrò particolarmente impegnativa. Nonostante fosse passata più di una settimana dalla sua iscrizione in quella scuola, molti dei suoi compagni lo guardavano come se provenisse da un pianeta alieno.

“Sono a casa!” Urlò senza sentire risposta in cambio.

Si tolse le scarpe e camminò verso la cucina, dove aprì il frigo scoprendo che all'interno non vi era altro che un pomodoro e le birre di sua sorella.

Sbuffò e decise di uscire per fare la spesa.

Una volta cambiato, s'avviò lentamente verso il supermercato più vicino.

Il cielo cominciò a inscurirsi rendendo il manto azzurro della mattina, coperto da nuvole grigie molto spesse e il moro si ringraziò mentalmente per aver portato dietro un ombrello.

 

 

“Fanno 10900 yen.”

Axel tirò fuori i soldi e salutò educatamente il cassiere prendendo in mano il sacchetto della spesa.

La pioggia cominciò a cadere dal cielo, bagnando le strade della città e creando nell'aria quel forte odore umido.

Il ragazzo aprì l'ombrello e percorse la stessa strada che usò per l'andata e, tra incroci e strisce pedonali, incontrò una chioma bionda familiare girata di spalle con in mano la custodia di una chitarra.

Il semaforo era ancora rosso quando avanzò per verificare se fosse il suo compagno di classe, e non si meravigliò più di tanto quando capì che effettivamente era lui.

I suoi capelli erano parzialmente fradici e la felpa grigia mostrava un piccolo alone bagnato facendogli capire che era appena uscito senza avere né un ombrello né un cappuccio.

Quando finalmente la luce rossa del semaforo cambiò in quella verde tutti ebbero modo di attraversare la strada causando una piccola fila di macchine.

Roxas cominciò a camminare velocemente per ripararsi sotto un telone di un bar mentre Axel seguì la sua figura muoversi agilmente tra la folla, ma messa in difficoltà dalla custodia ingombrante.

“Hai bisogno di un aiuto?” Gli chiese automaticamente non appena gli arrivò davanti.

Il ragazzo lo guardò riflettendo un paio di secondi su chi potesse essere.

“Scusa, ma chi sei?”

Axel roteò gli occhi e si maledisse per essersi fatto venire in mente dei buoni propositi per una persona che manco lo aveva riconosciuto.

“Sono il tuo nuovo compagno di classe, got it? Memorized?” L'ultima parte della frase gli venne naturale, e si coprì la bocca non appena si accorse di aver detto qualcosa in inglese.

Roxas intanto corrucciò le sopracciglia sorridendogli subito dopo maliziosamente.

“Ho capito.. sei il nuovo fidanzato della capoclasse.” Incalzò dandogli una leggera gomitata sul petto.

“Vedo che non hai bisogno del mio aiuto quindi ci vediamo a scuola.”

Axel s'incamminò alzando la mano per salutarlo, ma venne fermato subito dopo dal più piccolo con una presa ferrea inaspettata.

“No, stavo scherzando. Scusa.”

L'americano si girò dalla sua parte allungandogli l'ombrello.

“Tieni me lo restituirai a scuola. Casa mia è vicina.”

Detto questo, non appena il biondo lo afferrò, Axel non sentì la sua risposta perché incominciò a correre velocemente verso casa.




“Come mai il fiatone?”

Le scarpe disposte casualmente davanti l'ingresso l'avevano avvertito di qualche presenza in più in quella casa, quindi non appena vide sua sorella appoggiata allo stipite della porta con una lattina in mano aperta, non se ne meravigliò più di tanto.

“Non avevo l'ombrello.” Si giustificò .

La ragazza dai capelli corti e scuri aveva appena finito di bere la bevanda prima di venirgli incontro per aiutarlo con la spesa, ma lui, la ignorò e si fece strada per la cucina.

“Posso farlo io, Axel.”

“Tranquilla Yuffie.” Le rispose senza far troppo caso al tono di voce.

 

 

 

Mercoledì

 

 

Probabilmente verrà Roxas, pensò il moro mentre si sedeva al suo solito banco.

“Buongiorno Axel-kun.”

“Buongiorno anche a te, Maeda-chan.”

“Dormito bene? Io ho passato una notte in bianco per i fulmini ed i tuoni.”

“Ah sì? Non pensavo avesse piovuto anche la notte.”

“Ti assicuro che erano veramente forti!”

La giornata continuò così. Tra chiacchierate che fecero passare il tempo più velocemente del solito.

Axel si accorse che ogni volta che entrava una persona nella classe, automaticamente i suoi occhi si soffermavano sulla porta e sui suoi compagni ancora assonnati. Eppure Roxas non si fece ancora vedere.

 

 

Passò tutta la mattinata di scuola senza che i suoi occhi verdi incontrassero quelli azzurri.

La campanella aveva appena suonato la fine delle lezioni e Axel venne chiamato dal professore Leon all'aula degli insegnanti; Naminè si era offerta di accompagnarlo, ma lui rifiutò e la invitò a tornare a casa.

“Allora io vado.”

“Sì, certo. Ci vediamo domani Maeda-chan.”

“Ciao.”

Axel lasciò la borsa sul suo banco e si avviò lungo i corridoi vuoti della scuola.

Alcune finestre erano aperte, lasciando che la brezza fresca penetrasse l'edificio cambiandone l'aria soffocante con le voci di alcuni alunni impegnati in qualche attività, o meglio, club.

“Finalmente sei arrivato, Flame.” Gli disse il professore che l'aveva aspettato dalla porta “Ti volevo parlare del foglio che mi hai portato l'altro giorno.”

Veramente era soltanto ieri commentò il ragazzo nella sua testa continuando a fissare la faccia del professore.

“Sì.”

“E' un certificato medico per non farti fare educazione fisica giusto?”

Il ragazzo annuì.

“Ho anche letto nel tuo fascicolo che hai partecipato nei club sportivi di basket, pallavolo ed infine football l'ultimo anno che hai vissuto là.”

“Esatto. Ma ho lasciato tutto per lo stesso motivo.”

“Capisco. Comunque per problemi così non ti devi preoccupare tanto, dopotutto penso che tu stia svolgendo una vita normale.”

“Sì Leon-sensei.”

“Allora puoi anche andare...”

Il moro si allontanò affacciandosi alle grosse finestre nei corridoi, ammirando i ragazzi che svolgevano varie attività fisiche, come baseball o calcio.

Sospirò rumorosamente sapendo che ormai poteva fare solo la metà di quegli esercizi e, incurvando le labbra in un sorriso quasi malinconico, entrò in classe senza più guardare quei ragazzi.

“Ehi.”

Axel alzò lo sguardo, e trovò con sorpresa il ragazzo dai capelli biondi seduto sul banco accanto al suo, nonché quello di Naminè.

“Yo.”

“Ti devo ridare questo.”Roxas lanciò l'ombrello verso il ragazzo, che con agilità lo afferrò prima che gli colpisse la faccia.

“E ti devo ringraziare, dato che ieri sei scappato a gambe levate.”

“Non era niente di che.”

Il silenzio si creò nella classe, intanto che Axel raccoglieva le ultime cose sotto il banco.

“E non mi sono ancora presentato adeguatamente, io sono Roxas, Roxas Tsubasa. Got it? Memorized?”

Axel rise silenziosamente mentre lo guardava avvicinarsi ed allungare la mano per stringerglielo.

“Io sono Axel Flame.”

 

 

 

-So... Don't you believe in this little tale?-

-No, I don't, mom.-

-Fine, but tell me why.

-It's just... Uhm.... Well, you told me that two persons are bound by a “red thread of destiny”, right?-

-Yes, my dear.-

-So this is the same for you and dad.-

-Probably.-

-But I won't have only one person.-

-Sorry but I can't understand.. Why won't you have only one person?-

-Isn't that obvious mom?! My head is full of red threads!-

-... Pfft-

-Mommy! Why are laughing now?-

-I'm sorry, honey. But you're just too silly. I told you that this red thread is tied at your pinkie.-

-No! Mom! You didn't!-

-Oh! Didn't I? I'm so sorry Axel.-

 


TRADUZIONE:

 -Quindi... Non credi a questa piccola storia?-

-No, mamma.-

-Bene, ma dammi un motivo.-

-E' solo che... Uhm... Beh, mi hai detto che due persone sono legate da un “filo rosso del destino”, giusto?-

-Sì, mio caro.-

-Quindi questo è lo stesso per te e papà.-

-Probabile.-

-Ma non avrò mai solo una persona.-

-Scusa ma non capisco... Perché non dovresti avere solo una persona?-

-Non è ovvio ma?! La mia testa è piena di fili rossi!-

-...Pfft.-

-Ma mamma! Perché stai ridendo adesso?!-

-Scusami, amore. Ma sei troppo sciocco. Ti ho detto che questo filo rosso è legato al tuo mignolo.-

-No! Mamma! Non l'hai detto!-

-Oh! Non l'ho detto? Mi spiace Axel.-

 

 

NdA: Salve a tutti! Ringrazio ancora coloro che hanno appena finito di leggere il secondo capitolo :D Questa sinceramente, è la prima storia che presento in questo sito e ammetto di averci messo tantissimo tempo per decidermi se pubblicare questa storia o no per timore di non essere allo stesso livello di altri autori. Che dire...Alla fine, come avrete sicuramente notato, mi sono fatta coraggio e l'ho fatto (Ovviamente pentendomene quasi subito ahaha). Comunque... Non ho molta esperienza per quanto riguarda le fanfiction, infatti ho iniziato a scrivere soltanto un anno fa, e per questo la mia esperienza nella scrittura è... mmh... scarsa. Sì, scarsa. Ho ancora tanto da imparare, e questo mi ha fatto ricordare di essere alla ricerca disperata di una beta -.-'' Yep.
Probabilmente nel tempo questa storia diventerà una rating arancione (se non rosso) e spero veramente di essere in grado di farlo e di non deludere nessuno.
Ringrazio ancora con tutto il cuore tutti, tuttissimi le/gli ammiratrici/ammiratori dell'Akuroku sperando che questo fandom non scompaia nel tempo (?) 
Per ora vi lascio un abbraccio indesiderato e un pezzo di pane con nutella rosa. 
Eeeeeee Arrivedershi!
 

 

 

 

  
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