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Autore: piccolo_uragano_    08/10/2015    4 recensioni
“Perché ogni volta che c’è in giro Lord Voldemort facciamo figli io e te, Martha?”
Martha accennò un sorriso. “Perché ogni volta che io e te facciamo figli c’è in giro Lord Voldemort, Sirius?”
Remus trattenne una risata. “Ed è per questo che sono vent’anni che ti ripeto che è quella giusta.”
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Non è una di quelle storie tutte miele e amore in cui Sirius trova la sua perfetta metà e vissero tutti felici e contenti. Martha darà a Padfoot del filo da torcere, insegnandogli ad amare e a restare.
(Si parte dal 1976 fino a poco dopo la battaglia di Hogwarts; in teoria è finita, dopo anni, ma in pratica.....)
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily, Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ti amo più di ieri e meno di domani.'
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“Caccabombe!” strillò Piton (per quanto Piton potesse strillare) “I sotterranei pieni di Caccabombe, ecco il tuo buon motivo!”
Martha fissò il viso corrugato di Piton. Avevano la medesima età, eppure lui sembrava davvero più vecchio.
Se ne stava con le braccia incrociate sul petto, nell’ufficio di Silente. Sirius, accanto a lei, si mise le mani sui fianchi, mentre osservava Robert, Alex, Fred e George, mentre si rendeva conto che avrebbe dovuto giocare la parte del padre severo.
“Gli studenti della Casata di Serpeverde sono stati sfollati in altre aule, costretti ad abbandonare i loro averi, mentre questi quattro mascalzoni si sono difesi dicendo semplicemente …”
“È Carnevale!” concluse Fred.
Martha non lo notò, ma Robert fu più che certo che Sirius, con la mano sul volto, stesse nascondendo un sorriso.
“A Carnevale ogni scherzo vale, professore!” aggiunse Fred.
“Non ne posso più, di voi quattro.”
Questa era una frase che Sirius Black aveva già sentito troppe volte.
“Dimmi, Severus” iniziò Martha “che ti aspetti che faccia?”
“Che diate a vostro figlio la punizione che merita, Redfort.”
“Non alzerò un dito contro il mio ragazzo, Mocciosus.” Rispose Sirius, che faceva avanti e indietro.
“Ecco come crescono i figli quando non li si punisce abbastanza.” Sputò Piton.
“Non parlare di cose che non conosci!” scattò Sirius.
“Per la barba di Merlino!” esclamò uno dei quadri.
Robert si voltò di scatto, mentre Martha gli posava una mano sulla spalla.
L’uomo ritratto nel quadro – quadro che Robert non aveva mai notato – portava fieramente i tratti tipici dei Black, ma al contrario di Sirius, Kayla e Robert, fissava tutti con odio, come se si sentisse superiore. Era avvolto in una vesta da mago verde e argento, e sedeva su un trono rosso.
“Tu sei Sirius Black Terzo! Il primogenito di Orion!”
Sirius fissò il quadro. “Phineas Nigellus Black.” Constatò, dopo qualche secondo.
“Non capirò mai quanti Black esistono.” Sbuffò Robert.
“Oh, ragazzo, tu sei un Black?” domandò l’uomo, speranzoso.
“Così pare.”
“Per Salazar! Allora la Casata non è morta!”
“La Casata dei Purosangue è morta con Regulus. Io sono stato rinnegato, e i miei figli sono dei Mezzosangue.”
L’uomo del quadro sembrò schifato da quell’affermazione, ma prima che potesse rispondere, Sirius fissò suo figlio. “Robert, io sono fiero di te per come vedi il mondo, e sono fiero di te per il tuo grande cuore e un sacco di altre cose. Ma ci sono dei limiti da rispettare.”
Martha fissò sbigottita suo marito.
“Adoro l’idea delle Caccabombe, anche se non voglio immaginare quanto abbiate speso.”
“Stai andando fuori strada.” Lo avvertì Martha.
Sirius posò i gomiti sullo schienale di una delle sedie, mentre osservava Robert, Alex, Fred e George. “Non amo le prediche, non amo i genitori che fanno le prediche, e non amo doverne improvvisare una io.” si prese di nuovo una pausa. “Sono sicuro che Molly, Arthur, e i genitori di Alex, saranno d’accordo con me quando vi dico che c’è un limite da rispettare, con gli scherzi.”
Ipocrita.” Gli disse Piton. “Tu e Potter avete passato sette anni ad affatturare gente a caso nei corridoi.”
“Io e James abbiamo passato sette anni a difendere gli indifesi da quelli come te, mostrando loro che anche voi serpi potevate essere ridicolizzati.” Replicò Sirius, cauto. “Io e James siamo sempre intervenuti in difesa dei più deboli.”
“Ah si?” replicò Piton, scettico. “Io ricordo adolescenti appesi agli alberi con la tunica che cade e trappole nella Stramberga Strillante.”
“Sono stati scherzi ad una persona che aveva ideologie razziste e basava i suoi pareri su dei pregiudizi.” Rispose Martha, facendo segno a Sirius di non ribattere. “E sicuramente nessun professore ha mai convocato i Potter per rispondere a ciò che i loro figli avevano fatto.”
“Non avete mai reso inagibile un’ala del castello.” Controbatté Piton. “Non avete mai danneggiato niente in modo irreparabile … niente di fisico.”
Martha incrociò le braccia sul petto. Era vestita da Babbana, come sempre quando andava al lavoro, per protesta. Portava una camicia bianca con i primi tre bottoni slacciati,un maglioncino grigio, dei pantaloni neri e degli stivaletti. “Non siamo stati noi ad allontanare Lily da te, ma le tue scelte di vita.” Ribatté. “E tu di nuovo mi hai convocata qui usando la scusa del ragazzo per cercare di farmi sentire in colpa, Piton.”
“Tuo figlio è uno screanzato!”
“E io sono fiera di lui!” sbraitò lei. “Se mio figlio è uno screanzato, ma è gentile, di buon cuore, e intelligente, io non potrei che essere più felice!”
Alex fissò Martha, quasi invidiosa.
“Martha si è rimboccata le maniche e ha tirato su i miei figli da sola, Piton, li ha fatti dal nulla, e ha sempre dato tutto per loro. Non permetterò a te, Mocciosus, di metterle i piedi in testa, di insultare il ragazzo o di punirlo ingiustamente. Hanno passato il limite, hanno reso inagibili i tuoi amati sotterranei, e …”
“Finiranno esattamente come te, tua moglie e gli altri tre Malandrini.”
“Che ti piaccia o no, io, mia moglie e gli altri tre Malandrini abbiamo salvato il culo a quelli come te!” Non si era reso conto di avere detto ‘tre’, di avere confermato le teorie di Robert, finché non aveva visto il ragazzo scattare. “Se tu e gli altri lecchini oggi ve ne state seduti in poltrona a fissarvi il tatuaggio immobile, Mocciosus, è merito nostro e di quelli di noi che ci hanno rimesso la pelle.”
“Mi sembrava di essere stata chiara, Piton” intervenne Martha “ricordati grazie a chi sei ancora vivo e sii riconoscente verso i loro figli.”
“Fu tuo marito a tendermi la trappola!”
“Sono passati sedici anni, dannazione!” sbraitò Sirius. “Pensavo fossimo qui per parlare di ciò che hanno fatto i ragazzi.”
“Il tuo errore ti duole sulla coscienza, Black?”
“Non fu mio, l’errore. L’errore fu di James e Martha che ti salvarono.”
“Tanto ad Azkaban ci sei finito comunque, no?”
“Si, a pagare il reato di un altro!”
“Ecco, ecco come si finisce quando si è degli stupidi Grifondoro! Si tradiscono gli amici e-“
“Oh, perché tu sei finito meglio, vero? Hai perso Lily, hai perso Regulus, e vivi qui.” Scattò immediatamente Martha, prima che Mocciosus parlasse esplicitamente di Peter.
“Io non ho riposto la fiducia in persone che non lo meritavano.” Rispose subito Piton.
“Tu non sai nemmeno cosa sia, la fiducia.” Replicò Martha. “O l’amicizia. Quindi taci.”
I quattro ragazzi rimasero basiti: nessuno aveva mai detto ‘taci’ a Severus Piton.
“Portami rispetto, Redfort, altrimenti …”
“Non puoi più togliermi punti solo perché sono io.” lo sfidò Martha.
Portami rispetto.” Ripeté lui.
“Solo quando te lo sarai guadagnato.” Rispose Sirius. “E siccome sono sicuro che tratti i miei figli come se fossero l’ultimo anello della catena alimentare, non credo tu meriti del rispetto.”
“Tratto il ragazzo come merita.”
“Parlavo anche di Harry, deficiente. Lui non ha lanciato delle Caccabombe, o sbaglio? Quale è la sua colpa?”
Nell’istante in cui Martha fissò gli occhi vuoti di Piton, ebbe la risposta. La colpa di Harry era di avere gli occhi di Lily.

“Non capisco perché non ci possano essere dei segreti tra me e mio figlio, Redfort.”
Martha alzò gli occhi al cielo. “Perché sua madre è davvero curiosa di sapere cosa avesse da dirti!”
Sirius avvicinò la forchetta alla bocca e poi parlò con la bocca piena. “Affari nostri.”
“Non si parla con la bocca piena, papà.” Lo riprese Kayla, seduta accanto a lui.
“Hai ragione, principessa. Chiedo perdono.”rispose Sirius, sorridendo. “Ma alla mamma bisogna rispondere subito, o crederà di avere vinto!”
Kayla rise e Sirius le scompigliò i capelli con aria sognante. “Kayla?”
“Sì, papà?”
“Prometti che sarai sempre la mia bimba.”
“Sirius, non sono cose da dire!” lo riprese Martha. “Kayla crescerà presto, spiccherà il volo, sarà bella e …”
“Guarda che così si piglia un infarto.” La bloccò Remus.
Sirius scosse la testa. “Robert è cresciuto troppo in fretta.”
Martha annuì. “Spiccherà il volo anche lui, Padfoot.”
“E noi?”
“Lo guarderemo da lontano.”
“Perché stiamo facendo questi discorsi?” domandò Rose.
“Perché Robert è cresciuto troppo in fretta.” Ripeté Sirius.
“Oh, Black, senti il peso degli anni che passano?” scherzò lei.
“Io sono in ottima forma, e non sono affatto vecchio. Anzi, io e tua sorella potremmo andare avanti a sfornare piccoli Black per l’eternità, non è vero?”
Martha si ingozzò con il cibo. “Che cosa?!” Tonks, seduta accanto a lei, le picchettò la mano sulla schiena.
“Dicevo che potremmo fare un altro figlio.” Buttò lì Sirius, versandosi del vino babbano.
“Certo, Padfoot.  Lo porti in grembo tu? Ti do il mio utero, che ne dici?”ironizzò lei.
“Guarda che io sono serio.” La riprese lui. “Hai sempre detto di volere avere quattro bambini. Abbiamo avuto Robert prima che potessimo rendercene conto, e così è arrivata Kayla. Ora abbiamo in affido Harry, e quindi, pensavo, che potremmo avere un altro bambino.”
Martha fissò Sirius, cercando di decifrare l’espressione di suo marito. “Vuoi avere un bambino per non pensare al fatto che il tuo primogenito sia cresciuto?”
“No, Redfort, no.” rispose lui. “Voglio avere un bambino perché sto cercando di realizzare almeno un po’ di quei desideri che avevamo quattordici anni fa, quando ti sei messa il vestito bianco e hai detto ‘lo voglio’.”
Martha sorrise e scosse la testa. “Non abbiamo spazio per il quarto erede, Sirius.”

Fu così che, prima della primavera, Sirius trovò una vecchia casa abbandonata, poco lontana da Londra. Era bellissima, luminosa, grande, e tutt’attorno ad essa vi era un giardino immerso nel silenzio. Era rettangolare, e i due piani erano formati, più o meno, nello stesso modo.
Entrando dalla porta di vetro, dopo la veranda, ci si ritrovava in un grande ingresso con il parquet e le pareti di un marrone caldo. Davanti all’ingresso, di lato, si trovava una possente scala di marmo, i cui gradini assumevano ognuno un colore diverso, dal bianco più puro al nero più profondo. Alla fine della scala, una gigantesca libreria ricopriva l’arcata che portava nella sala da pranzo, e, collegata ad essa e all’altro lato della scala, vi era una luminosa cucina con un altro piccolo tavolo, i mobili in legno e una porta finestra che conduceva al giardino. Accanto alla cucina, vi era il primo dei molteplici bagni, e le prime due delle sette camere, le quali facevano angolo per condurre ad un piccolo salotto, con delle finestre giganti, dei divani in pelle, una televisione babbana e un camino per la metropolvere.
Salendo la scala, si accedeva alla zona notte, ma questo non implicava che fosse meno luminosa. Vi erano cinque grandi porte bianche, alla stessa distanza tra loro. Al di là di ogni porta, una gigantesca stanza da letto con annesso bagno privato.
Sirius, durante le vacanze di Pasqua, aveva messo i tre ragazzi in fila, accanto a Remus, Tonks, Rose e Martha, e aveva strillato: “Chi arriva ultimo prende la stanza peggiore!”
Martha era riuscita a prendere per lei e Sirius la sola stanza del piano superiore che avesse un terrazzo autonomo, mentre Rose si era aggiudicata la stanza accanto alla loro. Era leggermente più stretta rispetto alle altre, ma lei ne fu ugualmente contenta. Kayla prese la stanza in fondo al corridoio, la quale aveva il grande vantaggio di avere due finestre. Harry e Robert, avevano preso le due stanza speculari, le quali condividevano un grande terrazzo.
Tonks aveva dichiarato di non voler vincere e aveva lasciato agli altri tre secondi di vantaggio, iniziando ad imprecare quando si era resa conto che al piano di sopra le stanze erano esaurite. Così, lei e Remus si presero le stanze al piano terra, con un bagno in due, dichiarando animatamente che nessuno dei due aveva nessun problema con l’altro, mentre continuavano a battibeccare nello stesso modo in cui litigavano da anni Martha e Sirius.
Rose aveva provato più volte ad indagare su di loro, anche con l’aiuto di Martha, e Alex (nelle sue brevi visite a casa Black durante le vacanze di Natale), vecchia amica di Tonks, che si era animatamente unita alla causa. Sirius difendeva l’amico, dicendo che i due erano liberi di fare ciò che desideravano.

Rose se ne stava seduta in veranda con una sigaretta appena accesa tra le dita, quando sua sorella si sedette accanto a lei.
“Non riesci a dormire?” domandò la maggiore.
“Non sono abituata a vivere in una casa tanto grande.” Ribatté lei, osservando il giardino buio.
“Tra un paio di settimane, i ragazzi torneranno a casa, e la casa non sembrerà tanto grande.”
“Harry dovrà tornare da Petunia per i dieci giorni stabiliti.”
Rose la guardò con interesse. “E la cosa ti … preoccupa?”
Martha guardò sua sorella, con aria divertita. “Da quando ti improvvisi psicologa?”
La sorella alzò le spalle. “Forse da quando cerco di far capire a Remus che è innamorato di Dora.”
Fu il turno di Martha per scrutare la sorella. “Ma questa cosa non ti da nemmeno un po’ fastidio?”
“In che senso?” domandò Rose.
“Non c’è un pezzo di te ancora innamorata di Moony, da qualche parte?”
Rose sorrise, scosse la testa e tirò il fumo della sigaretta. “Io ero, sono, e rimarrò innamorata di Remus, Martha, se è questo che mi hai chiesto. La differenza tra me e Remus e te e Sirius è che tu e tuo marito vi siete trovati. Io e Remus, invece, ci cercheremo in eterno.”
“Allora perché lo stai aiutando con Tonks?”
Rose guardò Martha, con occhi sinceri. “Perché lei potrà renderlo felice, un giorno. E perché è molto meglio poter contare su lui perché siamo amici, che odiarlo perché mi ha lasciata.”
“MARTHA!” strillò Sirius, dal salotto.
“CHE VUOI?” urlò lei in risposta.
Lui si precipitò di corsa verso la veranda, con una lettera in mano. “Silente ha detto che Harry ha salvato la Pietra Filosofale.”
“Harry ha fatto che cosa?!” domandò Rose.
“Ha salvato la Pietra Filosofale, scoperto che Raptor era un servo di Voldemort, è scappato ad un incendio nei sotterranei, e …”
Prima che Sirius potesse smettere di parlare, Martha gli aveva afferrato il braccio, e si erano Smaterialzziati davanti ai cancelli della scuola.

Martha accarezzò i capelli di Harry, dolcemente addormentato su un letto dell’Infermieria. “Quindi Voldemort era …”
“In costante contatto con lui, in ogni momento, tramite Raptor.” Concluse Sirius. “Bastardo. L’ho detto io, l’ho detto che non poteva essere morto.”
“Calmati.” Gli impose Martha, senza smettere di guardare Harry. Poi guardò Silente, quasi come se lo implorasse. “Io … io pensavo che avremmo avuto più tempo, Albus, prima che lui tornasse.”
“Ne avreta, Martha, ne avrete. Lord Voldemort ora, se possibile, è più debole che mai. Ci vorrà ancora qualche anno prima che …”
Ma Harry si mosse, mentre Martha e Sirius si precipitavano davanti a lui. Il ragazzo riconobbe subito il suo padrino, e iniziò a strillare. “Sirius, la Pietra! Raptor ha preso la Pietra!”
Sirius gli accarezzò il viso. “Tranquillo, figliolo. È tutto finito.”
“Raptor ha la pietra!” strillò di nuovo Harry.
Fu Martha ad intervenire, posandogli una mano sulla spalla e facendolo sdraiare di nuovo. “Se non ti calmi, giuro che non ti racconteremo niente, piccolo Potter.” Gli ordinò.
Lui, ignorando il sorrisetto di Sirius, si sedette composto e fece segno a Martha che si era calmato.
“Raptor non ha preso la Pietra.” Lo rassicurò Martha. “Il professor Silente è arrivato giusto in tempo per impedirtelo.”
“Anche se devo ammettere,  caro ragazzo, che te la stessi cavando benissimo da solo.” Aggiunse Silente.
“Quindi, la Pietra, Flamel, e …”
“La Pietra è andata distrutta, Harry.” Lo rassicurò il Preside, mentre Martha prendeva dai dolci donati a Harry delle Lumache Gelatinose. “Io e Nicholas abbiamo fatto una chiacchierata, e abbiamo deciso che era la cosa più giusta da fare.”
Harry sembrò assimilare quell’informazione. “Ma … ma Voldemort, lui cercherà un altro modo per tornare, non è vero?”
“Crediamo di sì, Harry.” Rispose Sirius, cupo. “Sicuramente lui è ancora là fuori, in cerca di qualche corpo in cui abitare.”
“Sirius, Martha … lui ha detto … ha detto di aver ucciso mia mamma solo perché lei voleva impedirgli di uccidere me …”
Martha rabbrividì al suono di quelle parole, lasciando che Sirius, seduto sul letto accanto, le afferrasse una mano.
“… Ma perché … perché lui voleva uccidermi? Io ero … ero solo un bambino, no?”
Silente prese la parola. “Ogni cosa al suo tempo, ragazzo. Spero che mi perdonerai se ti rispondo, a nome mio e dei tuoi tutori, che non sei ancora pronto per sopportare questo peso.”
Martha annuì, dispiaciuta, e Sirius strinse un pugno. Harry capì che discutere sarebbe stato inutile, e decise di passare ad un seconda domanda. “E perché … perché Raptor non poteva toccarmi?”
“Vedi, tua madre è morta per salvarti. Ora, se c’è una cosa che Voldemort non riesce a concepire, è l’amore. Non poteva capire che un amore potente come quello di tua madre, lascia il segno: non una cicatrice, non un segno visibile… Essere stati amati tanto profondamente ci protegge per sempre, anche quando la persona che ci ha amato non c’è più. È una cosa che ti resta dentro, nella pelle. Raptor, che avendo ceduto l’anima a Voldemort era pieno di odio, di brama e di ambizione, non poteva toccarti per questa ragione. Per lui era un tormento toccare una persona segnata da un marchio di tanta bontà.”
Harry annuì, lentamente, per poi rivolgersi a Sirius e Martha. “Raptor .. lui ha detto che Piton odia me e Robert perché odiava voi e i miei genitori.”
Martha annuì. “Sono più che certa che Robert ti abbia raccontato della litigata tra me, Sirius ed il professor Piton l’ultima volta che siamo stati qui, Harry.” Rispose Martha con tono dolce. Harry annuì. “Ecco, allora potrai capire che tra noi e Piton non scorre buon sangue ancora da prima che Robert nascesse.”
“E … perché?”
“Perché tuo padre e Martha hanno fatto una cosa che lui non gli ha mai perdonato.” Rispose Silente.
“E cioè?”
“Gli hanno salvato la vita.” Il tono di Sirius era dolce ma pentito. “Buffo come funzioni la mente umana, no? James gli salvò la vita, ed è per questo che Piton ha passato quest’anno a proteggerti.”
“Anche Martha gli ha salvato la vita.” Contestò Harry. “Perché non protegge anche Robert?”
“Tra me e Piton, la cosa è diversa. Ci sono dei segreti, dei trascorsi, e dei rancori.” Rispose Martha. “Ma sono sicura che, se Robert si trovasse nei guai, lui lo proteggerebbe.”
Prima che Harry potesse rispondere, la voce di Robert Black invase l’Infermeria. “Oh, avanti! Ci sono lì i miei, e Silente! Perché io no?”
“Il signor Potter deve riposare!” rispose l’inconfondibile voce di Madama Chips.
“Oh, andiamo Poppy!” la invitò Silente. “Robert e Harry sono come fratelli.”
“E va bene, va bene!” sbuffò la donna. “Ma solo cinque minuti!”
Robert si avvicinò a loro, e quando Martha lo mise a fuoco, fece fatica a riconoscerlo. Era dimagrito, pallido, e aveva due pesanti occhiaie. Sembrava stanco e arrabbiato, ed il sorriso che portava in volto era falso quanto la sua risata. A Martha ricordò Sirius nel periodo in cui l’aveva lasciata. Prima che potesse chiederselo, la risposta arrivò: Alex. Probabilmente, era successo qualcosa con lei – che nel frattempo doveva aver partorito e lasciato il castello.
“Ehi, pulce!” esclamò Sirius. “Sei il fantasma più colorito del castello!” ironizzò.
“Ciao, papà.” Rispose lui, privo di entusiasmo. Poi guardò il ragazzo moro sul letto. “Harry, come stai? Sono tutti molto preoccupati, Hermione mi ha chiesto … mi ha ordinato di dirti che ha fatto quanto più in suo potere perché Silente arrivasse da te il prima possibile, ma …”
“Ma Hermione è troppo apprensiva.” Lo fermò Harry. “E io sto benissimo.”
“Ha detto anche di dirti che devi rimetterti per la festa di fine anno, domani.”  Aggiunse il giovane Black.
“Tu ci sarai?” domandò Harry.
“Non credo.” Robert si lasciò cadere sul letto accanto ad Harry. “Non ho per cui festeggiare.”
“Pulce, ne vuoi parlare?” domandò Martha, con aria preoccupata.
“No.” rispose secco lui. “Non c’è nulla di cui parlare.”
“Robert, è successo ciò che credevo sarebbe successo?” domandò Sirius, visibilmente più informato.
Robert si limitò ad annuire. Sirius si alzò e, lentamente, andò accanto a suo figlio. Si sedette vicino a lui e gli batté una mano sulla spalla. “Doveva essere così, allora.”
“Ci sono delle cose di cui dobbiamo parlare. Io, te e Remus.” Rispose Robert. “Ci sono delle cose …”
“Ci sono delle cose riguardano voi, pulce.” Lo interruppe Martha.
Robert annuì, con la solita espressione apatica e annoiata. Martha non era abituata a vederlo così. Gli tornarono in mente le parole di Sirius, a Carnevale. Robert è cresciuto troppo in fretta.
In quel momento, le venne un’illuminazione. “Professor Silente?” domandò, girandosi verso l’uomo alle sue spalle. “Professore, lo Specchio, che fine farà?”
“Lo Specchio è già in viaggio verso un nuova dimora, molto, molto lontana dall’Inghilterra, temo.”
Martha sentì una morsa stringerle la pancia. Quello specchio era stato il punto di ritrovo condiviso con James, per anni, quando uno dei due aveva bisogno dell’altro. Lo Specchio, in cui si era vista con in braccio un bambino prima ancora che lei e Sirius decidessero di sposarsi, lo Specchio in cui aveva visto Sirius accanto a lei e ai loro figli quando lui ancora era lontano, lo Specchio in cui lo stesso Sirius, la notte di Halloween, aveva visto suo fratello.
“Mi dispiace.” Sussurrò. “Era … è stato importante, per me.”
Silente annuì. “Oh, lo so bene, mia dolce Martha. Ma non temere, i tuoi ricordi più dolci, quelli di cui hai bisogno per vivere, non dimorano davanti ad uno specchio, ma dentro di te.” Sorrise a Martha e poi fece un rapido inchino. “Ora, se volete scusarmi, me ne tornerò nel mio ufficio.”
Lentamente, tornò sui suoi passi e se ne andò, mentre Martha fissò Sirius, perché era certa che anche lui vedesse James e Lily seduti ai piedi del letto di Harry.

“Allora” Robert si sedette su uno dei divani di pelle, mentre, davanti a lui, sul divano opposto, sedevano con espressione seria i due Malandrini e le sorelle Redfort. “chi era Wormtail?”
“Era un nostro amico.” Rispose Martha, seria.
"Ed è morto?" 
"Non lo sappiamo." rispose Moony.
“E ho ragione di credere che il suo nome fosse Peter Minus.” 
 
Per la serie, evviva i finali aperti.
Dichiaro ufficialmente aperte le scommesse su cosa è succeso a Robert ... e Alex :)
Un particolare ringraziamento a gosspi_girl (per essere tornata) a vittoriaM20 (per le recensioni e le belle parole), Distrett_9_e_34 (sssh, ti sento strillare per Robert e Alex!) e riccardoIII (non ti preoccupare, anche io nella vita sono tutt'altro che una scrittrice)
Grazie a chi segue e a chi legge senza dire niente, inoltre. :3 
   
 
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