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Autore: FrecciaJones    10/10/2015    0 recensioni
Salve a tutti! Nonostante io sia una veterana di questo sito, oggi ci riprovo con una storia, una nuova storia! E faccio a voi (ma soprattutto a me stessa) una promessa, e cioè quella di scrivere, o almeno provarci, un capitolo al giorno (al massimo due giorni) e di caricarlo. Spero vi piaccia il primo e che vi spinga a seguire me e la mia storia.
Lasciate un commento (qualsiasi), anche se negativo, fatelo! Credo che questi siano un'opportunità di crescita unica per uno scrittore o per chi, come me, ci prova.
Grazie della vostra attenzione e Buona lettura!
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono convita che ci sia un filo di coerenza che lega la pioggia alle persone. Quando scende giù dal cielo bagna le strade come se il suo compito fosse quello di ripulire le cose, lavare via il vecchio per permettere di riscrivere qualcosa di nuovo. Pioveva il giorno che andai via di casa per iniziare la mia nuova vita lontano da tutto e da tutti. 

‹‹ Solo una cosa Maria ›› mi disse Nicki prima della partenza ‹‹ non voglio che la tua sia una fuga. Devi dirlo ai tuoi genitori e metterli al corrente di tutto, me lo devi promettere ››. 

Era l’unica cosa che mi chiedeva in cambio del suo aiuto e la sua ospitalità e proprio per questo motivo dovevo in qualche modo rispettarla. E così feci, avvisai i miei genitori, li misi al corrente di tutto, di quello che mi aveva spinto a voler andare, ma lo feci usando carta e penna. E’ vero, probabilmente zia Nicki non si riferiva a questo quando mi aveva detto di affrontarli e di non scappare, tuttavia, io a modo mio lo stavo facendo. Ma la verità è che cercavo solo un modo per vendicarmi mantenendo comunque fede alle mie promesse. La mia famiglia avrebbe già fatto fatica ad accettare il mio allontanamento e farlo non degnandoli di un confronto li avrebbe resi ancora più furiosi. 

Dopo un volo turbolento, un assistente di volo tutt’altro che gentile e un bimbo che si divertiva a mordicchiare delle caramelle di gomma che poi sputava dentro un sacchetto diventato lercio dopo pochi minuti, arrivai a destinazione sana e salva. Ad attendermi all’atterraggio un magnifico sole, tanto caldo e splendente che decisi di prenderlo come buon auspicio. 

Il viaggio in treno invece fu meno insofferente, tanto da lasciare troppo spazio e tempo ai miei pensieri, che in men che non si dica si trasformarono in preoccupazioni, che si trasformarono in ansie, che mi offuscarono la mente. Ero in viaggio da meno di quarantacinque minuti quando ebbi la sensazione di stare soffocando. Improvvisamente il vagone sembrava essersi ristretto di colpo, le rotaie impazzite, tutto stava andando troppo velocemente e io non riuscivo a fermare la mia mente mentre il mio corpo rimaneva inerte. 

Era paura la mia, quella che paralizza, toglie il fiato, quella che quando arriva non lascia scampo. Paura di tutto e di niente, paura delle aspettative, del futuro, paura del passato. Ero ferma ad immaginare anche risvolti improbabili che la mia vita avrebbe avuto da quel momento in poi come se fossero destinati a diventare qualcosa di certo. Volevo solo proteggermi, prepararmi al peggio e non essere impreparata come era già successo, eppure, mi stavo facendo solo del male. Prepararmi al peggio non mi avrebbe assicurato niente, non mi avrebbe dato le certezze che non avevo in quel momento, mi avrebbe solo privato, ancora, di piccoli pezzi di me che non avrei più avuto indietro.
Mi fissai le mani e iniziai a muoverle lentamente, stringevo il pugno e poi allargavo il palmo fino a quando anche le braccia smisero di formicolare, poi tirai un sospiro profondo e bagnai con la saliva le mie labbra secche. 

Fino ad allora avevo pianificato tutto nella mia vita e questo non aveva reso migliori le cose per me, cosa sarebbe successo se questo viaggio, come ogni progetto in passato fatto, si sarebbe verificato un fallimento? Se avessi avuto torto anche su Füssen, zia Nicki e quella che doveva essere la mia grande svolta? 

Solo dopo anni capii che non sempre c’è una scelta giusta a fronte di una sbagliata. A volte sbagliare è l’unica cosa giusta che facciamo, ma non è solo difficile  guardarsi dentro e farsi le domande giuste, ciò che richieste maggiore impegno è rispondere onestamente. Non è sempre facile capire veramente quello che vuoi, specie quando credi che tutto debba prendere una certa direzione o andare in un certo modo. 

Per la prima volta nella mia vita dovevo fare i conti con me stessa, solo ed unicamente io e, nonostante mi fossi impegnata in passato per sembrare una ragazza impegnata e affidabile , quella era una responsabilità che non mi ero mai presa. Ecco cosa mi spaventava veramente.
Ci sono incontri fisici che possono cambiarti la vita e poi ci sono quelli più belli, quelli con te stessa, che la vita te la possono stravolgere. 

Ero sempre stata ciò che gli altri mi hanno incoraggiato ad essere, sempre. Una buona figlia, una brava studentessa e l’amica e sorella su cui contare, su chi fossi io veramente non mi ero mai sforzata di capirlo e quel viaggio, forse, mi avrebbe aiutato a farlo.
 


 
  
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