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Autore: EclipseOfHeart    10/10/2015    4 recensioni
~ 01: Finalmente, la pioggia se n’è andata via. Ed è stato tutto merito di quel mago, di… Gray.
~ 03: Gray, sbuffando, continuava a domandarsi perché avesse dovuto andarci proprio lui in missione a controllare Lluvia.
~ 10: Quando quello strano raggio colpisce il polso di Gray, lui non può sapere che in quel momento Lluvia sta combattendo per la sua vita.
~ 27: Uniscono le mani, pronti per combattere insieme contro Lyon e Chelia, chiamando a sé tutta la magia a loro rimasta.
~ 42: Quando la gilda si era sciolta, Gray e Lluvia avevano deciso senza neanche parlarne che sarebbero rimasti insieme.
~ 50: «Non riesci a dormire?» le chiede. «No, Lluvia è preoccupata.»
~ 51: «Non preoccuparti, Gray-sama.»

Ecco a voi la preannunciata raccolta Gruvia *_*
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gray Fullbuster, Gray/Juvia, Lluvia
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Can you feel the love?

 

 

~ {Together for the first and the last time}

 

 

Il primo giorno.

 

Quando la gilda si era sciolta, Gray e Lluvia avevano deciso senza neanche parlarne che sarebbero stati insieme, nell’attesa che Fairy Tail tornasse e convinti come tutti, in fondo, che quella non fosse affatto la fine della loro amata gilda.

Gray le aveva detto che doveva allenarsi duramente, per migliorare sempre più e poter sconfiggere E.N.D., e Lluvia si era limitata ad annuire a seguirlo, confermandogli che si sarebbe allenata con lui.

Avevano girovagato per qualche settimana, finché non avevano trovato una casetta, vicinissima a un piccolo villaggio e a un grande bosco dove avrebbero potuto allenarsi e, al contempo, non perdere tutti i contatti con la realtà che li circondava.

Lluvia, varcata la soglia della casa, aveva iniziato ad osservarla con tutta la felicità possibile, sentendosi come una giovane sposina che entra per la prima volta nell’abitazione che dovrà condividere con suo marito; Gray, invece, si era limitato ad entrare e posare i suoi zaini sul pavimento per poi uscire, spogliarsi e iniziare subito i suoi esercizi.

Lluvia decise anche di allenarsi, ma in un modo tutto particolare: la casa necessitava assolutamente di essere pulita, per cui, grazie alla sua magia, unì i due compiti volteggiando tutto il pomeriggio tra acqua, strofinacci e sapone.

 

 

La prima notte.

 

Arrivati quasi al tramonto, Lluvia aveva deciso di preparare una veloce cena e aspettare che finalmente lei e il suo amato cenassero in una casa che fosse tutta loro.

Gray divorò tutto con grande fame, per poi alzarsi e osservare la stanza attorno a sé. Ammirò come la maga fosse stata capace di ripulire quel posto da cima a fondo in pochissime ore e notò subito un unico grande letto e un divano quasi in fondo alla stanza, con la spalliera rivolta verso il letto e di fronte a un mobiletto che conteneva alcuni libri e qualche vaso più impolverato che antico.

«Dormirò nel divano.» disse, senza pensarci due volte. Non avrebbe dormito con Lluvia.

«Sei sicuro, Gray-sama? Il letto è abbastanza grande per entrambi.» rispose lei, provando a chiederlo lo stesso, nonostante fosse certa che non avrebbe mai condiviso il letto con lei.

«Sono sicuro, starò nel divano. Ora meglio che andiamo a dormire, è stata una giornata stancante, buonanotte.» concluse, coricandosi subito su quel divano che era molto più comodo di quanto sembrasse e prendendo immediatamente sonno.

La maga aveva sospirato di delusione, ma si era già preparata a quell’epilogo. Felice comunque di poter dividere lo stesso tetto con il suo amato, lavò i piatti e si coricò nel letto, sapendo che i suoi sogni sarebbero stati popolati, come sempre, da un certo mago del ghiaccio.

 

 

L’ultimo giorno.

 

Erano passate quasi due settimane dall’ultima volta che Gray era ritornato da una missione che lo aveva tenuto lontano quasi per tutto il mese: Lluvia rimpiangeva con amarezza il giorno in cui era iniziato a spuntare sul suo corpo il segno sempre più esteso del potere del padre; non sapendo la verità, incolpava un effetto negativo della magia sul suo amato, sebbene lui si dimostrasse nei suoi confronti sempre lo stesso, se non si contavano le assenze sempre più lunghe e frequenti.

Osservandolo allenarsi, Lluvia sentì, senza motivo, una malinconia nel cuore e una forte voglia di piangere: eppure Gray-sama era lì, a meno di pochi metri da lei.

Trascorsero la serata in religioso silenzio, Gray immerso nei dettagli del messaggio che gli era arrivato nel pomeriggio da Erza e Lluvia concentrata nel tentare di farsi passare quel malumore perenne.

Dalla finestra si vedevano lampi e fulmini, seguiti da potenti tuoni, ma neppure una goccia d’acqua cadde a bagnare il villaggio: Lluvia sapeva che era a causa sua, che tentava di trattenere la sua tristezza, ma non riusciva completamente ad eliminarla.

 

 

L’ultima notte.

 

Lluvia si era coricata prima di Gray, accovacciandosi in un angolo del letto, rivolgendo la testa verso il muro e provando a dirsi che domani sarebbe stata meglio, che ci sarebbe stato un sole splendente nel cielo.

Gray la guardò dal tavolo, quasi avvertendo la sua tristezza e sentendosi davvero in colpa per esserne la causa: sapeva quanto avrebbe sofferto ora che se ne sarebbe dovuto definitivamente andare, non solo per la sua lontananza, ma anche perché si sarebbe sentita sicuramente tradita. Intanto, comprendeva che non poteva dirle la verità, lo aveva capito sin da quando Erza gliel’aveva imposto, ma non era mai riuscito ad accettarlo.

«Lluvia.» la chiamò, sapendo che non si fosse ancora addormentata.

«Dimmi.»

«Ecco…» esitò, imbarazzato. «Oggi, mentre mi allenavo, mi sono leggermente fatto male alla schiena e il divano ha due molle rotte.»

Erano saltate appena una settimana prima, ma Gray aveva continuato a dire che il divano non fosse diventato affatto più scomodo.

«Posso dormire nel letto?» buttò, infine, fuori tutto d’un colpo. Sapeva che Lluvia l’aveva sempre voluto da quando erano lì, quindi sapeva già la sua risposta.

Credeva che avrebbe esultato o sarebbe arrossita, ma tutto ciò che ottenne da lei fu una debole risposta.

«Certo, Lluvia te l’ha sempre detto che è grande abbastanza per entrambi.» replicò Lluvia, continuando a guardare verso il muro.

Lei stessa si sorprese: non aveva fatto altro che attendere quelle parole da quando erano lì, eppure il fatto che gliele avesse dette proprio quella sera non fece che aumentare ulteriormente la sua malinconia.

Fu allora che capì che il giorno dopo se ne sarebbe andato.

Gray spense le luci e si coricò nel lato destro, appoggiando una mano sulla fronte e osservando la casa che veniva ritmicamente illuminata dalla luce delle saette.

D’un tratto, la maga si girò verso di lui, continuando a rimanere su un fianco e distanziata, e puntò il viso verso quello di Gray, perso nei suoi pensieri. Lui, avvertendo il suo movimento, girò il volto e scorse i suoi occhi blu nel buio, incrociando il suo sguardo quando un lampo li illuminò.

Inconsciamente, il mago capì che Lluvia sapeva che quella sarebbe stata l’ultima notte che avrebbero trascorso lì e si trattenne dal chiederle scusa, sapendo che non doveva darle nessun motivo di sospettare qualcosa.

«Buonanotte Gray-sama.» disse lei, sperando fortemente che il giorno dopo tutte le sue preoccupazioni sarebbero cessate e godendosi l’agognata notte in compagnia del suo amato.

«Buonanotte Lluvia.»

Il mago avrebbe voluto prenderle una mano, ma restò semplicemente a fissarla, finché gli occhi non gli si chiusero.

Il mattino dopo Lluvia, alzandosi, trovò il letto vuoto. Anche sapendo fosse inutile, cercò per tutto il bosco e nel villaggio vicino, girovagando finché non tornò all’uscio della loro casa.

In quel momento, il temporale che il cielo aveva trattenuto a stento nella giornata prima, preannunciandolo con tanti lampi e tuoni che tutti gli abitanti si erano quasi spaventati per l’assenza della pioggia, esplose con violenza e su tutta la zona cominciò a diluviare.

Lluvia iniziò a piangere senza neanche rendersene conto, mescolando le sue lacrime alla pioggia che scendeva con fragore.

Fu allora che capì che no, stavolta Gray-sama non sarebbe ritornato.

 

 

 

Fine!

Povera Lluvia ç_ç mi si è stretto il cuore in quel capitolo, pensando a quanto l’abbia aspettato e cercato in quei mesi.

Mi piaceva l’idea di abbracciare interamente la loro convivenza mostrando l’inizio e la fine di essa: si potrebbe scrivere in quantità quasi infinita su quello che è successo durante quei sei mesi (e la mia raccolta Mi chiedo spesso se tu sei felice come Me è nata proprio per sfruttare quel tempo), ma non è nell’obiettivo di questa raccolta che segue cronologicamente i missing-moments di Gray e Lluvia.

È vero che Lluvia inizierà a cercarlo, ma sono sicurissima che fosse stata convinta sin dal primo giorno che non sarebbe più tornato, perché Lluvia ha sempre sentito tutte le parole che Gray non le ha mai detto.

E niente, concludo il papiro e spero vi piaccia!

Ringrazio chi legge e Roby-chan e Madness17 per le recensioni :*

Un bacione,

 

 

 

 

EclipseOfHeart

 

 

   
 
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