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Autore: Eternal Cosmos    16/02/2009    11 recensioni
Harry ha vinto la guerra contro Voldemort, ma ad un alto prezzo terribile. Fawkes gli dà un'altra opportunità in un mondo nuovo, dove lui morì come un infante...e dove Voldemort ancora è appostato nelle ombre...
Genere: Generale, Azione, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The World Without Me
di Eternal Cosmos

tradotto da Mezzo_E_Mezzo

Rinuncia: Non possiedo Harry Potter

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Capitolo 35: [ Looking up ] Migliorare
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Nel capitolo precedente:
Sirius montò sulla scopa con cautela e tenne Harry in salvo tra le braccia. Orion fece cenno a Remus di saltargli sul dorso. Normalmente non avrebbe lasciato che qualcuno lo facesse ma questi uomini avevano a cuore Harry al pari e probabilmente anche di più di lui, e quello valeva qualcosa.
Remus fece stancamente come richiesto e si allontanarono tutti da quel luogo senza voltarsi indietro; il luogo dove tutto-finalmente-terminò.
Orion galoppò non troppo in fretta, tenendo il passo con Sirius che non voleva spingere la Firebolt troppo forte. Abbastanza presto raggiunsero il castello, dove tutti aspettavano di entrare.
Si affrettarono all'interno.
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Naturalmente, la prima cosa che accadde fu che Sirius fu intrappolato da una folla di Gryffindor agitati. L'uomo quasi gli latrò contro di togliersi dalla sua strada e seppure Remus gli scoccò un'occhiata ammonitrice, non cercò di dire all'amico di mostrare un po' di pazienza o compostezza.
Il Licantropo li spinse da parte gentilmente così che Sirius potesse passare, ma Hagrid completò del tutto l'opera quando quasi fece rotolare sul pavimento Ritchie Coote, Victoria Frobisher e uno dei fratelli Creevey mentre passava barcollando e spariva di fuori, borbottando nervosamente a proposito di “Norbert”.
Remus scosse la testa alla partenza frettolosa del MezzoGigante ma quando si voltò dovette correre su per le scale per poter raggiungere Sirius che era già scomparso dalla sua vista.
La baraonda nell'Infermeria quasi si fermò quando Sirius vi si precipitò all'interno. Tra tutti i MediMaghi presenti, Poppy fu la prima a raggiungerli e indicò all'esausto uomo un letto su cui depositare Harry. Pochi secondi dopo il giovane, non cosciente, fu sottoposto ad ogni tipo di controllo magico da parte della Matrona che berciava ordini a destra e a manca.
Remus si diresse silenziosamente verso il letto di Harry e fu preso dalla nausea quando oltrepassò un letto su cui una piccola pecora bianca era completamente distesa sopra il corpo del paziente, testa inclusa. ‘Merlino del cielo, per favore aiuta Harry…’ mise una mano sulla spalla di Sirius e strinse piano. L'Animagus era silenziosamente grato del silenzioso appoggio da parte dell'amico ma il suo sguardo rimase fisso sulla pallida figura del suo Figlioccio.
Un gruppetto di preoccupati membri dell'Ordine si avvicinò a loro, Albus in testa. “Che cosa gli è successo, Remus?” Il Preside capì che sarebbe stato meglio chiedere a lui piuttosto che a Sirius; l'uomo pareva totalmente annichilito.
Il Licantropo dedicò loro a malapena un'occhiata. “Abbiamo trovato Harry in un cratere, dove una volta c'era la Stamberga Strillante. Era già in questo stato quando siamo arrivati…”
Alcuni Ufficiali del Ministero spinsero agitatamente da parte i membri dell'Ordine.
“Che cosa vuoi dire con: dove una volta c'era la Stamberga Strillante?”
“Potresti essere un po' più specifico?”
“Dov'è Tu-Sai-Chi?”
Remus perse la pazienza. Ringhiò e sollevò uno degli uomini da terra per poi limitarsi a spingerlo contro una parete, praticamente strangolandolo. Bacchette vennero puntate contro di lui quando gli occhi di Remus divennero di un oro compatto e la sua voce assunse una tonalità più animalesca. “Non me ne importa nulla di dov'è! Voi idioti potreste fare il vostro lavoro per una volta e andare a vedere da voi! Non tollererò il vostro comportamento esasperante quando il nostro” indicò se stesso e Sirius, “Figlioccio giace su un letto d'ospedale mezzo morto!” Il Licantropo furioso lasciò andare l'uomo quando quello gemette dallo spavento e tornò accanto a Sirius, le bacchette puntate contro di lui che si abbassavano lentamente una dopo l'altra.
Mentre gli Ufficiali sgattaiolavano via Poppy si diresse verso il nervoso uomo dai capelli scuri e sospirò. “Ho fatto tutto ciò che ho potuto e l'ho sottoposto ad ogni controllo che conosco; non è in buone condizioni.” La MediMaga non era mai apparsa tanto stanca in tutta la sua vita, una mano che spostava qualche spenta ciocca grigia di capelli via dalla fronte lucida di sudore.
Il duo sedette sul letto di Harry, occhieggiando preoccupatamente le numerose bende che avvolgevano la figura prona del ragazzo, e i tubi che lo connettevano all'equipaggiamento medico. Albus sospirò e anche se avrebbe realmente voluto sapere che cosa stava accadendo a Harry, esortò chiunque non fosse del personale MediMago e chi non avesse bisogno di cure a uscire dall'Infermeria, con il loro disappunto.
Ron e il resto dei Weasley, eccetto Bill che stava ancora disteso su una barella, uscirono in fila inviando un ultimo sguardo ansioso ad Harry. I Dursley si affrettarono fuori tornarono alla confortevolezza degli alloggi loro assegnati, lontano dalla circolazione di Maghi.
L'Infermeria riconquistò il proprio pacifico silenzio, Fatta eccezione per gli occasionali lamenti di dolore e i passi dei MediMaghi tutto intorno alla stanza.
“Harry vivrà, Poppy?” Remus domandò finalmente, la voce ridotta non più che a un tenue sussurro.
Sirius non aveva ancora spiccicato parola.
“Non lo so, Remus. E' ricoperto di ferite che anche con i miei incantesimi curativi impiegheranno probabilmente mesi, se non anni, a guarire. Aggiungi questo al fatto che è stato esposto ad incantesimi oscuri superiori ed è il più grave caso di estenuazione magica che abbia mai visto… Anche… Non so davvero come spiegarlo… ma c'è qualcosa che non va in lui a un livello più profondo a cui non sono in grado di operare…”
La Strega dovette sforzarsi per udire la voce di Remus quando l’uomo si fece ancora più pallido di prima. “Poppy…”
La donna scosse la testa. “Dovete capire; Harry è in stato di coma e non ho idea se si sveglierà mai. Mi dispiace, ma non c'è nient'altro che posso fare per lui. Deve farcela da solo.”
Le parole “se mai ce la farà” furono tenute impronunciate.
Lei chiuse gli occhi per un momento per scuotere via da sé la disperazione che aveva visto in quelli di Remus. “Se volete restare qui con lui non ve lo impedirò, ma perfavore restate in silenzio. Devo aiutare altri pazienti. Avete bisogno di qualcosa prima che vada?”
Sirius si limitò a giacere accanto ad Harry e a trasformarsi in Padfoot, tenendo il ragazzo al caldo. Prendendo il gesto come la risposta di Sirius, Remus chiese soltanto una fiala di Pepper-Up così che avrebbe potuto almeno vegliare sul ragazzo senza addormentarsi.
Poppy obbedì anche sapendo che il Licantropo aveva bisogno di dormire. Dunque lasciò Sirius e Remus ai loro propri pensieri e tornò dagli altri MediMaghi.
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Remus si svegliò al sentire dei sussurri agitati e grugnì quando il collo e la schiena protestarono al più piccolo movimento. Abbassando lo sguardo vide Padfoot e un Harry ancora comatoso nel letto e l'uomo rilasciò un lamento al pensiero che il ragazzo avrebbe o non avrebbe potuto svegliarsi, per sempre.
La Pepper-Up non era stata una così buona idea dopotutto; i suoi effetti si erano deintensificati col trascorrere del giorno e ora era dolorante dappertutto e alcuni dei profondi graffi che aveva ricevuto durante la lotta con l'altro leader Licantropo si erano raggrizitiin sangue secco. Queste ferite sarebbero state terribilmente dolorose da pulire più tardi.
Si diresse verso le voci che lo avevano svegliato, in un'area più ampia dell'Infermeria e raggiunse Dumbledore che osservava le infermiere indaffarate attorno ad un nuovo paziente. Il preoccupato Preside fece un cenno di saluto col capo a Remus che sbatté le palpebre quando finalmente notò Snape che giaceva sul letto incosciente e ferito in modo molto grave.
“Che-” Remus gracchiò nel proprio mal di gola, “che cosa gli è successo?”
Guidò uno scosso Dumbledore su una sedia.
“Hagrid lo ha trovato nella foresta mentre cercava Norbert. Siamo piuttosto certi che abbia duellato contro Lucius Malfoy poiché abbiamo trovato il suo corpo non troppo lontano da quello di Severus. Moody ha anche trovato il giovane Draco pietrificato accanto al padre; lo ha portato al Ministero per interrogarlo. Non so davvero che tipo di punizione gli verrà inflitta…Azkaban di certo è fuori questione ora.”
Remus parve pensieroso. “Non riesco a credere alla velocità con cui gli Ufficiali stanno rimettendo in piedi il Ministero e la Monarchia. E' già stato nominato un nuovo ministro?”
Dumbledore scosse la testa. “No. Stanno tutti portando avanti un dibattito proprio ora su chi avrà il privilegio. Credo che sia vergognoso il modo in cui stiano combattendo tra loro su una questione tanto semplice dopo la guerra attraverso cui siamo appena passati.”
Remus sbuffò dolcemente. “Hn, sono politici.”
Il Preside scosse la testa disperato e si alzò quando una delle MediMaghe si avvicinò loro. “Come sta Severus, Guaritrice Magdala?”
“Starà bene; ha solo bisogno di alcune settimane di riposo. Ha subito parecchi incantesimi oscuri e deve essere svenuto dopo aver sconfitto Mister Malfoy Senior… sebbene anche la fortuna sia stata dalla sua parte… Probabilmente è sopravvissuto tutto questo tempo grazie alle pozioni che aveva con sé. Alcune fiale nascoste nel suo mantello erano vuote, deve averle bevute per tenersi in vita fino a quando qualcuno lo avesse trovato.”
Lupin e Dumbledore sospirarono di sollievo. “Albus, hai davvero alle tue dipendenze il miglior Maestro di Pozioni di tutta la Gran Bretagna…”
Gli occhi blu del vecchio brillarono in risposta, ma quella luce si spense quando si voltò verso il letto di Harry. “E che cosa puoi dirmi a proposito del nostro giovane eroe?”
Remus abbassò lo sguardo a terra. “Nessun cambiamento…” rispose abbattuto.
Albus mise una mano confortatrice sulla spalla del Licantropo. “Chiederò a Poppy di visitarlo di nuovo. Anche tu e Sirius dovreste farvi dare un'occhiata, per sicurezza. Parevate davvero molto malmessi quando siete arrivati qui stamattina. Nel frattempo io cercherò di trattenere gli Ufficiali del ministero e i giornalisti a distanza di sicurezza. Vorranno sapere che cosa ne è stato di Voldemort ma temo che nessuno lo saprà realmente fino a quando Harry non si sveglia.”
‘Se mai si desterà…’
Nessuno dei due lo disse a voce alta, ma non poterono evitare di considerare una tale deprimente possibilità.
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I successivi cinque mesi trascorsero rapidamente, indistinti. Naturalmente, Hogwarts non poté essere riaperta per il resto di quell'anno scolastico a causa della distruzione di gran parte del suo territorio e, diciamolo, all'interruzione eccessivamente lunga del programma annuale.
Il nuovo ministro eletto, Amelia Bones, fece tutto ciò che era in suo potere per ricostruire Diagon Alley, la scuola e Hogsmeade e a riportarli alla loro antica gloria; comunque il gigantesco cratere dove una volta c'era stata la Stamberga Strillante fu mantenuto com'era come monumento Storico alla memoria, con degli scudi che impedivano a chiunque di avvicinarsi fino a che non avessero avuto delle risposte su ciò che era accaduto lì. E la donna fece tutto ciò giusto in tempo per l'arrivo della nuova generazione del primo anno.
Per la prima volta, anche Dumbledore fu contento della persona eletta come ministro; Amelia Bones era riconosciuta per la propria imparzialità e fermezza nel mantenimento delle leggi. Non avrebbe accettato corruzione o voltafaccia sotto pressione ed era in grado di cavarsela da sola in un duello, davvero distante dal modello di infantile incompetente solitamente eletto.
Poiché gli studenti del settimo anno avevano "sofferto" più di chiunque altro l'interruzione dell'andamento scolastico (quelli degli anni precedenti avevano dovuto imparare incantesimi più potenti per poter affrontare la guerra, e così in premio gli era stato concesso di passare all'anno successivo) avevano optato di rimanere ad Hogwarts per alcuni mesi per terminare gli studi e passare gli esami. Hermione non avrebbe potuto essere più felice mentre ci volle un po' perché Ron si sentisse motivato.
La maggior parte delle cose era tornata alla normalità, sebbene alcune persone portassero ancora il lutto.
I Centauri erano tornati alla loro amata foresta e nessuno aveva avuto loro notizie da allora. Norbert, con lacrimosa gioia di Hagrid, fu ritrasportato in Romania con Charlie che gli faceva da responsabile. Il Drago aveva un'ala rotta malamente così usarono molte pozioni calmanti, bende e una larga barca magica per riportarlo a casa.
Un fatto buffo: i contratti di appartenenza di tutti i Mangiamorte sui loro Elfi Domestici furono stracciati dal ministro, così ora Hogwarts aveva una gran quantità di loro a disposizione… E Dobby non aveva perso un minuto a creare disordini tra loro chiedendo a uno stralunato Preside di essere pagato per i suoi servigi.
Anche Hestia si reggeva ormai sui propri piedi e si era messa all'opera per riacquistare un po' d'abbronzatura. Severus stava ancora riprendendosi dal malanno così Bill Weasley aveva accettato di prendersi una pausa dal proprio lavoro di SpezzaIncantesimi per insegnare Pozioni, una materia che aveva superato con E, così che era più che competente per insegnarla. Ciò non impedì a Snape dal minacciare il più grande dei fratelli Weasley che, se una qualsiasi cosa fosse stata fuori posto quando fosse tornato glielo avrebbe fatto scontare fino alla successiva elezione al trono. Bill si limitò a prenderla con umorismo ma assicurò all'uomo che ogni ingrediente prelevato dalla sua preziosa riserva sarebbe stato rimesso al suo posto senza ritardo.
Così ora un nuovo anno scolastico, pacifico per una volta, andava avanti. Il primo Trimestre era già cominciato e un quinto tavolo era stato aggiunto per i più vecchi del settimo anno, tutte le case assieme. Albus, come suo solito, teneva sott'occhio ciascuno di loro mentre mangiava, sebbene il suo sguardo non poteva evitare di cadere in direzione del suo insegnante di Difesa contro le Arti oscure; Sirius Black.
Un Sirius Black dall'aspetto profondamente solo.
Tutti non potevano che provare simpatia per l'uomo: il suo migliore amico e Assistente-insegnante Remus Lupin non era lì a dare una mano quell'anno, essendo troppo occupato nel tentare di negoziare una tregua tra la comunità dei Licantropi e il Ministero, una meta davvero lontana dall'essere facile da raggiungere. E per rendere le cose peggiori, Harry Potter era stato posto in un reparto per ferite permanenti -con gran furia di Sirius e Remus- al San Mungo, ancora irresponsivo a qualsiasi tentativo di svegliarlo. Anche gli insegnanti e gli studenti che lo conoscevano bene restarono allibiti alla decisione dei Guaritori di porlo nel Reparto per Ferite Permanenti ; il nome rivelava da sé che avevano perso la speranza in una ripresa del ragazzo dagli occhi verdi. Ma ciò non aveva fermato Sirius e Remus che lo andavano a trovare ogni sera senza eccezioni per parlare al comatoso ragazzo, unica occasione in cui i rimanenti Malandrini si vedevano anche tra loro in quei giorni. Non potevano rimanere a lungo durante i giorni feriali, ma si mettevano in pari con i fine settimana.
Così fu il modo in cui, anche questo fine settimana, si videro l'un l'altro.
Sirius si guardò alle spalle quando udì un fruscio al di fuori della stanza del suo Figlioccio, ma non si alzò dalla sedia; sapeva già chi era. L'altro uomo entrò con il fiato corto.
“Sei in ritardo.”
Remus roteò gli occhi, posò il lungo cappotto sullo schienale della sedia di Sirius e sedette sul letto di Harry, spostando dolcemente una ciocca di capelli dal volto del giovane. La cicatrice stregata a forma di saetta fece capolino e, come se si fosse bruciato, Remus riportò l'attenzione all'Animagus. “Mi dispiace. L'uomo che hanno assunto per aver cura del nuovo Programma di Tregua Mago-Licantropo è un idiota fatto e finito. E' riuscito ad insultarli tre volte nell'incontro di oggi e ho dovuto disfare tutte le sue mosse imbecilli prima che si ritrovasse ammazzato.”
Sirius sbuffò piano. “Non capisco ancora come non sia TU quello a capo di questo programma; i negoziamenti non durerebbero così a lungo.”
Remus scosse la testa tristemente. “Sai che la gente ha ancora dei pregiudizi sui Licantropi. Non vogliono assumerne uno al Ministero. Ma Mrs. Bones se ne sta occupando.”
Sirius rispose solo con un grugnito, lo sguardo perso sul Figlioccio ancora una volta. “Continuano a chiedere novità su di lui.”
Remus scoccò all'amico uno sguardo interrogativo.
“La gente a scuola, voglio dire. E' difficile essere costantemente e ripetutamente cosciente delle condizioni di Harry, giorno dopo giorno. Stavo pensando di lasciare il lavoro,” finì Sirius quasi silenziosamente.
Gli occhi di Remus si sgranarono e scosse la testa. “Non farlo! Sirius, non lo avrebbe voluto! E questo lavoro è l'unica cosa che ti tiene lontano dal cadere in depressione al momento. Dobbiamo solo essere pazienti.”
“Pazienti? PAZIENTI! Maledizione, Remus! Ogni volta che vengo qui le infermiere mi dicono la stessa dannata cosa! ‘Mi spiace Mr. Black, non ci sono stati cambiamenti! Ci dispiace, ma le sue riserve magiche sono ancora prossime a zero!’ Ci spiace, ci spiace, ci spiace! E' tutto ciò che dicono!”
Remus si ritrasse all'improvviso cambio di tono dell'amico. “Calmati, Sirius. Non otterrai nulla facendo ciò a te stesso. Sono in ansia quanto te, lo sai,” replicò il Licantropo con voce addolorata.
L'uomo dai capelli scuri si calmò immediatamente e ripiombò sulla sedia, una mano a massaggiarsi le tempie. “Scusa Moony. Credo di essere davvero stressato ultimamente. Continuo a ricevere posta da chiunque, chi che sia, nel Mondo Magico con domande su che cosa sia accaduto quel giorno e che cosa sia accaduto ad Harry. La gente mi perseguita ovunque io vada come se realmente gli importasse di lui! Non lo conoscono nemmeno! Vogliono solo uno scoop! Continuo a collezionare sguardi impietositi, come se fossero affranti per la mia perdita! Ma quale c***o di perdita! Il mio Figlioccio è ancora vivo!” Sirius si prese la testa fra le mani e cercò di fare ampi respiri dopo aver detto quello che si stava tenendo dentro come un veleno.
Sentì la mano di Moony sulla schiena a dargli conforto ma nessuno dei due parlò di nuovo per molto tempo dopo che si fu svuotato.
Dopo un'ora circa, una MediMaga bussò lievemente alla porta e disse loro che l'orario delle visite era terminato. Fu col cuore greve che entrambi gli uomini si alzarono, stretti nei mantelli e salutarono il ragazzo comatoso nel letto.
Sirius inspirò profondamente quando furono fuori. “Allora ci vediamo domani?”
Remus sorrise appena, la voce che riuscì ad addolcire il cuore pesante dell'Animagus. “Certo. Ho del lavoro da finire stanotte ma sai che sarò lì. E, Sirius?”
L'altro uomo sollevò lo sguardo.
“Continua solo a credere che tutto andrà bene. Harry è una persona forte, non ci abbandonerà. Troverà un modo per tornare da noi.”
Sirius sorrise triste, ma un luccichio di speranza gli sfarfallò nei profondi occhi blu. “Hai ragione come sempre. Abbi cura di te, ci vediamo domani.”
Presero le loro strade e tornarono alle interrotte occupazioni.
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Il tempo passò. Un mese divenne due.

Hogwarts
“Sirius, potresti aspettare un momento?” Albus Dumbledore lo chiamò nel corridoio. Sirius si fermò brevemente e sollevò lo sguardo verso il vecchio, un piede già fuori dalla propria aula di lezione. Alcuni studenti passarono lì accanto e scoccarono loro un'occhiata con curiosità prima di affrettarsi ad andar via, non osando fare domande.
“Che cosa c'è, Albus? Non ho molto tempo; voglio andare a vedere Harry.”
Il Preside fece cenno a Sirius di camminargli a fianco. “Questo è esattamente il motivo per cui sono venuto a parlarti. Forse dovresti restare ad Hogwarts oggi e riposarti un po'. Puoi andare a trovare Harry domani.”
Sirius scosse la testa, frenetico. “No! Devo vederlo! Io-”
Albus sollevò una mano per interromperlo. “Lo so, mio caro ragazzo. Ma devi capire; sei esausto per questo tuo andare e venire dal San Mungo, e allo stesso tempo tentando di gestire i tuoi doveri scolastici. Hai anche parlato in malo modo ad alcuni studenti durante la tua lezione, ieri. Tutto ciò non è davvero da te. Harry non scomparirà e non vorrebbe vederti così duro con te stesso. E inoltre, Remus gli fa sempre visita per un po' di tempo, così sai che Harry avrà comunque un po' di compagnia.”
Sirius sospirò stancamente, sapendo che non c'era modo in cui avrebbe potuto averla vinta contro la logica di quelle argomentazioni. Non voleva dire che non si sentisse in colpa, comunque. “Vorrei davvero andare ma so che hai ragione. Sono realmente stanco per questo andirivieni e ammetto che è stato un inferno avere a che fare con me in questi ultimi giorni. Credo… che mi prenderò questo giorno di riposo e andrò a dormire prima.”
Gli occhi di Albus scintillarono di allegria alla saggia decisione, anche se Sirius mostrò invece un'espressione triste sul volto.
“Bene.” Il vecchio accompagnò l'Animagus ai suoi alloggi e si accertò che Sirius sarebbe stato bene. “Non preoccuparti ragazzo mio, Remus andrà a trovare Harry oggi come fa sempre. Sono sicuro che capirà la tua assenza.”
Sirius sorrise, appena rincuorato e chiuse il ritratto dietro di sé, rovesciò una pila di fogli di compiti da correggere sulla propria scrivania già straripante e si lasciò cadere sul letto, addormentandosi quasi istantaneamente.

Al Ministero
“Signor Lupin, aspetti!”
Remus sospirò e roteò gli occhi, esasperato. “Che cosa c'è questa volta, Jonathan? L'incontro è finito e devo andare a vedere Harry.”
L'uomo dall'aspetto da ragazzo, Jonathan, scosse umilmente la testa e indicò la sala delle riunioni. “Mi spiace, ma sembra che Brom abbia insultato di nuovo uno dei membri del suo branco… Credo che di là stiano per uccidersi a vicenda.”
Remus gemette e riprese la strada da dove era venuto, scaraventando incerimoniosamente il mantello tra le braccia del suo titubante aiutante.
“Quell'idiota! Che cosa ha detto stavolta? Stavamo facendo così tanti progressi! Se i miei compagni di branco non lo spellano vivo credo che lo farò io!”
Jonathan boccheggiò quando gli occhi di Remus divennero di un nitido oro. “Non stava dicendo sul serio, vero?” Impallidì quando il Licantropo non rispose.
Quando vide dei raggi di luce scagliati da una parte e dall'altra e udì ringhiare dietro la porta chiusa, Remus accelerò e la aprì letteralmente di schianto. “TUTTI VOI SEDETEVI E STATE ZITTI!” ruggì, facendo immobilizzare e sedere tutti quanti.
Milo Brom aprì la bocca e la richiuse parecchie volte ma nessuna parola ne venne fuori dopo che Remus gli scoccò quello sguardo, lo sguardo “di'-una-sola-altra-parola-e-vedrai-che-cosa-ti-succede”. Il Negoziatore nascose anche rapidamente la bacchetta sotto il tavolo, come se Remus non l'avesse già vista. Ma l'irritante omuncolo ebbe il fegato di sogghignare in faccia ai Licantropi, come se non fosse stato colpevole di nulla.
‘Merlino, odio quest'uomo’ pensò tetramente il nostro povero Licantropo, sapendo che sarebbe stato costretto a rapportarsi con Milo fino alla fine di quel dannato Patto di Negoziamento.
I Licantropi al controllo di Remus abbassarono lo sguardo e mostrarono la gola in segno di sottomissione, ma riuscivano ancora a spedire occhiatacce contro l'offensivo ufficiale del ministero.
Remus inspirò ed espirò, percorrendo la stanza in tutta la sua lunghezza, seguito a breve distanza dal proprio aiutante Jonathan, quindi sedette di nuovo sulla propria sedia. “Ora signori, quale sembra essere il problema?”
E tutti iniziarono di nuovo ad accusarsi a vicenda con una sonora cacofonia d'insulti. Remus sprofondò nella sedia, sconfitto, una mano gli salì alle tempie, provando a massaggiare l'incombente emicrania, per liberarsene. ‘Suppongo che Sirius capirà se non vengo per una volta. Terrà compagnia ad Harry stanotte come fa sempre e lo vedrò domani.’
Povero Remus.
Povero Sirius.
Non sapevano che era proprio quello che LORO stavano aspettando, per poter finalmente colpire.
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I due umani non sarebbero arrivati oggi, lo sapevano; le ore di visita erano già iniziate e nessuno si era fatto vedere. A quest'ora almeno uno dei due era sempre già lì, nella stanza del ragazzo.
Finalmente, potevano fare come il loro Maestro aveva ordinato loro e prendere il ragazzo senza che nessuno lo sapesse, cosa che avrebbe dato loro abbastanza tempo di fuggire a una distanza di sicurezza tra il Mondo dei Maghi e il loro.
Potevano “rapire” il ragazzo soltanto durante le ore di visita, quando tutti erano invitati ad entrare nell'ospedale. Le infermiere non si sarebbero fatte vedere stanotte per esortare i due uomini a tornare il giorno successivo; non c'era nessun altro nella stanza se non Harry Potter.
La finestra si aprì silenziosamente e due esseri strisciarono all'interno dopo aver controllato gli scudi potenzialmente pericolosi che la circondavano. Fortunatamente per loro essi erano disattivati durante le ore di visita o sarebbero stati ridotti in polvere sottile.
Osservarono tutti gli strumenti magici applicati al corpo del ragazzo comatoso e li annusarono con disdegno prima di staccarli metodicamente uno ad uno, quindi estraendo tutti gli aghi dalle braccia magre. “Metodi talmente primitivi,” derise uno sottovoce.
L'altro annuì ma rimase in silenzio, prendendo con attenzione il giovane tra le braccia. “E' stato fin troppo facile. Andiamo.” Ed entrambi, insieme ad un terzo stavolta, saltarono giù dalla finestra, nella notte silente senza che nessuno ne avesse idea.
Le ore di visita terminarono.
In ogni stanza fu chiesto ai visitatori di andar via.
Ogni stanza tranne una, in cui non era venuto nessuno stavolta.
Le luci gradualmente si spensero in ogni corridoio.
Una leggera brezza da una finestra aperta, e che prima era chiusa, era l'unico segno che qualcosa non andava. I MediMaghi non lo avrebbero scoperto fino al giorno seguente.
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Sirius si sentiva già meglio. Si era svegliato completamente rinvigorito e pronto per un nuovo giorno e ora stava facendo una sostanziosa colazione prima di iniziare le lezioni. Così fu, finché non ricevette una lettera da un gufo postale mentre gli altri ricevevano i loro giornali. Sputò il succo di zucca su tutta la sua parte di tavolo, con gli occhi di fuori, quindi si alzò così in fretta che la sedia cadde a terra dietro di lui. “CHE COSA?!
Tutti gelarono al mezzo-gemito, mezzo-grido e si voltarono verso il loro insegnate di Difesa Contro le Arti Oscure. Entrambe le sue mani tremarono al tenere il foglio che stava terminando di leggere e gli insegnanti presero a farsi preoccupati al vedere la sua faccia pervasa dall'incredulità, quindi dallo shock, fino al furore che infine fece posto a paura e preoccupazione estreme. Tenendo la lettera, stordito, si allontanò dal tavolo degli Insegnanti e fu fuori dalla Sala Grande prima che chiunque avesse potuto pronunciare una parola.
Quindi, come al solito, tutti presero a parlare contemporaneamente a proposito dello strano comportamento del loro insegnante fino a che un breve gemito li fece immobilizzare tutti di nuovo. Hermione si alzò, tremando come un fuscello. “P-professor Dumbledore!” Non riuscì a dire altro e prese a piangere silenziosamente. Ron immediatamente prese a confortarla.
Minerva, dal proprio posto al Tavolo principale, fece una smorfia preoccupata in direzione di una dei suoi studenti migliori. “Miss Granger? C'è qualcosa che non va?”
Hermione si limitò a sventolare il giornale nella propria mano di fronte a loro.
Il Preside srotolò rapidamente il proprio giornale e la sua faccia divenne di un bianco spettrale dopo aver letto soltanto poche righe. “Le lezioni sono cancellate per oggi. Minerva, chiama l'Ordine. Temo che potremmo essere costretti a trattenere Sirius dal fare qualcosa di cui poi potrebbe pentirsi.”
La detta insegnante guardò il Preside sparire lungo un corridoio.
“Vado di sopra. Per favore, raggiungetemi al più presto possibile.”
“Aspetta Albus! Dove stiamo andando?! Che cosa succede?!”
Dumbledore lanciò la Gazzetta dell'Oracolo di fronte a lei e se ne andò celermente. Gli occhi della donna si sgranarono quando vide la prima pagina di quel giorno. “Oh Merlino, no.”
Là davanti a lei, a grandi e nitidi caratteri neri, stava l'allarmante titolo che gridava al mondo: “HARRY POTTER SCOMPARSO DAL SAN MUNGO, RAPITO DURANTE LA NOTTE?
Non lesse il resto. Gli occhi erano incollati al titolo. Solo il rantolo di Xiomara e il borbottio della Sprout le fecero finalmente sollevare lo sguardo con risoluzione. “Tornate tutti ai vostri dormitori. Riceverete istruzioni dai vostri Capi-Casa. Bill rimetterai il Professor Snape a capo degli Slytherin. Xiomara, tu prendi i miei Gryffindor. Mi terrò in contatto con voi.”
Ron quasi fermò McGonagall per chiederle se lui ed Hermione sarebbero potuti venire ma cambiò idea quando vide la faccia della professoressa di Trasfigurazione mentre quella gli sfrecciava accanto.
“Povero Harry! Che gli succederà? Dove sarà stato portato?” Hermione pianse piano per l'amico. Vedere nell'editoriale le parole “nemici”, “Mangiamorte sopravvissuti”, “seguaci Oscuri contro ciò che Harry Potter aveva aiutato a realizzare” e tutte quelle scempiaggini sul fatto che forse il giovane sarebbe stato già morto…
Ron lo guardò disgustato e puntò la bacchetta contro di esso, mandandolo in fiamme con un buon vecchio incantesimo Incendio. “Non credere a questa spazzatura. Sono sicuro che lo troveranno. DEVONO farlo.” Ma anche le sue parole erano tremolanti, traditrici rispetto alla facciata coraggiosa.
COME PUO' ESSERE ACCADUTO QUESTO?! NOI VOLEVAMO CHE RESTASSE AD HOGWARTS MA VOI CE LO AVETE NEGATO! LO ABBIAMO LASCIATO ALLE VOSTRE CURE! VI ABBIAMO DATO FIDUCIA! COME AVETE POTUTO NON CONTROLLARLO LA NOTTE SCORSA, ANCHE SE NOI NON ERAVAMO LA'?!
Sarebbe stato buffo se non fosse stato così tragico. Chiunque avrebbe pensato che fosse Sirius Black a gridare in quel modo, a due centimetri dalla faccia di un tremante MediMago ma no, Sirius Black era già sul pavimento, completamente Pietrificato da uno degli incantesimi di Dumbledore, incantesimi che il vecchio doveva tenere attivi perché l'Animagus li stava contrastando anche sebbene non potesse muoversi.
D'altra parte, l'usualmente razionale Remus era colui che gridava, gli occhi completamente dorati e le zanne pericolosamente scoperte, trattenuto a stento da Shacklebolt e da Malocchio Moody. Ma quindi semplicemente cedette e scivolò a terra, nascondendo le lacrime dietro le mani. “Harry…Oh Dio, Harry……”
Al vedere che stava per avere un crollo nervoso se non avessero fatto qualcosa subito, un'infermiera gli fece bere una fiala di pozione Dreamless Sleep senza che l'uomo nemmeno lo realizzasse.
Albus sospirò. “Suggerisco che la stanza di Harry venga perquisita per cercare indizi su chi possa averlo portato via… E se si tratta di nemici o di alleati.”
“E perché crede che un alleato lo avrebbe rapito?!” Un ufficiale del ministero proruppe.
Il vecchio lo fissò. “Perché ci sarebbe stato probabilmente del sangue su tutto il pavimento. Gli strumenti che mantenevano stabile Harry sono stati ovviamente rimossi con molta cura. Un Mangiamorte non sarebbe stato incalzato a preoccuparsi dello stato del ragazzo.”
Un Auror che esaminò rapidamente la stanza sbuffò piano, pensando che nessuno potesse sentirlo. “Oppure lo volevano nelle migliori condizioni possibili per poter infliggere più danni…”
Non vide mai Sirius che si liberava dalla presa di Albus, non vide l'incantesimo che lo colpì e di certo non udì la piccola battaglia che seguì per soggiogare l'urlante Padrino del loro eroe scomparso.
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Altrove
“Abbiamo avuto successo, Milord. Il ragazzo è stato recuperato.” Due figure si inchinarono lentamente di fronte a una terza, che sedeva su un'alta sedia decorata con spessa pelle d'animale.
“Bene. Lo avete posto nella Camera degli Ospiti?”
“Come avevate ordinato, Milord. Ma è in terribili condizioni. I Maghi non hanno proprio fatto un buon lavoro nel tenerlo in vita.”
L'alta figura mosse una mano in congedo e si alzò. Altre ombre da ogni lato dell'ampia sala s'inchinarono velocemente mentre il Maestro della Casa passava silenziosamente, alcuni bisbigliando sdegnati all'avere un umano sotto il proprio tetto, specialmente un mago... e uno potente, oltretutto.
Il Maestro ringhiò una minaccia senza parole contro di loro, gli occhi che brillavano fieramente, e le ombre svanirono rapidamente.
“Grazie, Dmitriev, Sergeev. Come sempre sapevo che avrei potuto contare su di voi. Veglierò il ragazzo per un po'. Vi chiedo di fare un'ultima cosa per me; occupatevi di tutti coloro che tramano contro il mago. Egli si trova nella MIA Casa e non tollererò disobbedienza. Siete congedati.”
“Viviamo per servire, Milord.” Entrambi replicarono allo stesso tempo e s'inchinarono un'ultima volta, come da costume. Ma uno dei due disse, prima che il Maestro potesse andar via; “Aleksandr, dovreste scrivere una lettera ai due uomini che stavano prendendosi cura del ragazzo. Il cane e il Licantropo. Loro, almeno, meritano di sapere dove si trova il loro pupillo.”
Il Lord Vampiro più alto annuì leggermente senza guardarli. “Hai ragione, mio vecchio amico. Seguirò il tuo consiglio.”
E quindi sparve dalla vista.
Non c'era luce nella camera degli ospiti ma ciò non lo ostacolava minimamente; i suoi occhi quasi scintillarono quando si posarono sulla figura comatosa sul letto. Si mosse lentamente verso Harry Potter fino a che fu dritto di fronte al letto e toccò fugacemente una guancia e la fronte del ragazzo, solo in una piccola carezza.
“Anche in qvesto stato tva pelle è più calda della mia. Ma Dmitriev e Sergeev avevano ragione: tu non saresti durato ancora molto nelle loro mani. Io percepisco che qvalcosa manca in te. Forse è qvel qvalcosa che impedisce a te di svegliarti. O forse sono le ferite che loro non hanno potuto curarti per paura di danneggiare tuo corpo più di quanto già non fosse… Non importa. Io accelererò tva gvarigione e allora vedrò se tu sei davvero degno di diventare nostro alleato. Spero di non aver preso la decisione sbagliata qvando ho lasciato andare te su campo di battaglia.”
Aprì un un cassetto in un comodino lì accanto e vi prese pugnale dall'aria affilata. Chiunque altro avrebbe pensato che il Vampiro stava per uccidere il ragazzo, ma quello diresse la punta della lama sul proprio polso e fece un rapido movimento, deciso. Sibilò lievemente quando il suo sangue vitale prese a scivolare fuori dal taglio e pose il detto polso al di sopra delle labbra del ragazzo, massaggiandogli lentamente la gola con l'altra mano, così che deglutisse.
“Il Consiglio sarà terribile con me per aver fatto qvesto, ma non me ne importa molto al momento. Aiuterà ad ottenere una risposta da tvo corpo e tve ferite gvariranno più in fretta. Spero che tu sarai consapevole di tutti i gvai che io passerò con gli altri.”
Ritirò il polso quando ritenne che il sangue ingerito fosse abbastanza e leccò la ferita non così profonda, di modo che non ne spillasse altro sangue. Il graffio sparì rapidamente grazie al suo potere ed egli si alzò, scoccando un ultimo sguardo al ragazzo prima di chiudersi la porta alle spalle.
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L'immane caccia all'uomo che seguì fu caotica, per dire il meno. False segnalazioni arrivavano da ogni dove. Gli Auror stavano tentando di mettere le mani sui rimanenti Mangiamorte più in fretta possibile e la popolazione, tentando di aiutare, non era affatto di aiuto.
Il Direttore del San Mungo era nei guai a causa sia di Sirius Black sia del Ministero, per negligenza, come anche le infermiere che avrebbero dovuto controllare i loro pazienti in ogni momento.
La Scuola proseguiva, con Dumbledore che comandava le ricerche dell'Ordine nel tempo che aveva a disposizione, e che dovette assumere un sostituto per rimpiazzare Sirius, che volle dedicare tutto il suo tempo per trovare il suo Figlioccio. Remus aveva anche domandato che la trattazione con i Licantropi fosse sospesa temporaneamente, assicurando che nessun Licantropo avrebbe creato problemi ai Maghi nel frattempo.
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Il tempo passò.
Nessun altro aveva udito notizie del giovane, e i rimanenti seguaci di Voldemort erano stati chiari: se fossero stati loro a rapire Harry Potter lo avrebbero semplicemente ucciso. Nota: dopo che avevano detto ciò, Sirius li aveva attaccati ed erano appena riusciti a rimanere in vita prima di essere posti in una Azkaban sorvegliata dagli Auror.
Si era ormai in pieno inverno. Sirius e Remus tornarono a Grimmauld Place ancora una volta con le facce lunghe e un altro fallimento. Un altro giorno e ancora zero novità o chiarimenti su dove poteva trovarsi Harry. Sirius aprì la porta mentre Remus controllava che non ci fossero Babbani in giro, ed entrambi diedero i loro mantelli a un nuovo Elfo Domestico, quindi andarono in cucina da dove sentivano arrivare delle voci.
Era un fatto quotidiano da quando Sirius aveva donato la casa dei suoi all'Ordine. Ma stavolta l'uomo fu assalito da Molly Weasley che gli sventolò una lettera sulla faccia. Shacklebolt la seguiva silenzioso, fissando la Matriarca Weasley con sguardo quieto; apparentemente la donna aveva preso la lettera dalle mani dell'Auror senza il suo permesso.
“Sirius! Gli Auror hanno trovato questa lettera ad una delle entrate del Ministero Babbano! E’ indirizzata a te e a Remus e ha il nome di Harry scritto sopra!” Non appena lo disse l'Animagus quasi le saltò addosso per prendere la lettera. Alcuni altri membri dell'Ordine giunsero vicino all'entrata e fecero cenno ai due agitati uomini di sedersi in cucina.
Shacklebolt aveva ancora sul volto la sua smorfia. “Cautela, Black. Può benissimo essere una trappola.”
“Sono disperato, Shacklebolt, ma non così stupido da aprirla senza prima aver analizzato la busta,” grugnì Sirius.
Remus se ne occupò e dopo molti incantesimi di rivelazione non fu trovato nulla di male. L'Animagus la aprì con attenzione e iniziò a leggere. Molly, che stava guardando da sopra la sua spalla, fece una smorfia di disappunto. “E' tutta scarabocchiata.”
Remus, che era in piedi di fianco a lei e guardava allo stesso modo il foglio di pergamena, la guardò, non capendo. “Io riesco a leggerla perfettamente.”
Moody sbuffò sonoramente, facendo sobbalzare tutti. “Da come sembra, chiunque l'abbia scritta ha voluto che solo Black e Lupin la leggessero. Potete dirci che cosa dice?”
Sirius finì di leggere, ma quando tentò di dirgli dove fosse Harry nulla venne fuori dalle sue labbra. Shacklebolt scosse la testa. “E' come pensavi, Moody. Chiunque l'abbia scritta, non è un principiante. Sembra quasi che sia stato sulla lettera parte del processo dell'Incanto Fidelius. Ma potete dirci se menziona il vostro Figlioccio?”
Sirius aprì la bocca. “Sì. Dice che è ancora incosciente ma che stanno applicando su di lui un trattamento speciale per accelerare il ricovero di Harry, almeno per le ferite magiche. Non ho maggiori dettagli sulle sue condizioni, e fintanto che l'area in cui è attualmente trattenuto è sotto Fidelius, è una descrizione troppo vaga per andare a cercarlo, se lo volessi.” L'Animagus parve particolarmente abbattuto per questa ragione.
“E' firmata?” Percy Weasley chiese dal proprio posto al tavolino, anticipando la domanda successiva di Moody.
Remus rispose, con una smorfia. “Dice che abbiamo già incontrato colui che sta cercando di curare Harry, sebbene brevemente, e sebbene il contesto non fosse una piacevole camminata nel parco. Non c'erano nomi nella lettera eccetto quello di Harry, ma colui che l'ha scritta ha lasciato le proprie iniziali: A.M.”
Tutti si scambiarono sguardi, rimuginando sulle due lettere. Alcuni nomi vennero fuori ma furono altrettanto rapidamente scartati. “Potrebbe essere una falsa traccia,” insistette Moody, ma Remus scosse la testa. “C'è una traccia dell'odore di Harry sulla lettera: la persona che l'ha scritta deve essere stata vicino a lui quando l'ha fatto. Ma non riesco proprio a identificarlo l'odore dell'altro. Mi spiace. Che cosa ne pensi, Sirius?”
Il Malandrino scosse la testa. “Non ho realmente idea di chi sia colui cui appartengono queste iniziali. Possiamo sempre chiedere a Dumbledore di visionare la lettera per maggiori indizi, se possibile. Se no, temo che la nostra unica opzione sia quella di aspettare.”
La stanza si fece silenziosa, i suoi occupanti persi nei loro pensieri.
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Era nei guai, concluse con consapevolezza, quando ricevette una lettera di convocazione da parte del Leader dell'Onorabile Consiglio proprio alcune settimane dopo aver preso il ragazzo. Uno dei suoi servitori minori dalla bocca larga aveva senza dubbio parlato un po' troppo per i suoi gusti. Fissò l'ingiallito foglio di pergamena.
Due ombre s'inchinarono dietro di lui.
“Dmitriev, Sergeev, qualcuno qui ama spettegolare. Trovateli mentre sono via, lo farete?”
“Naturalmente.” Entrambi ghignarono e si alzarono. “Siete certo di voler andare da solo, Aleksandr? Uno di noi potrebbe accompagnarvi.”
Il Maestro della Casa scosse lentamente la testa. “Non sareste di alcuna utilità per me lì. Trovate solamente quella malelingua e assicuratevi che sappia tenere la bocca ben chiusa in futuro.” L'ordine di tenere in salvo Harry Potter durante la sua assenza non fu pronunciato ma brillava onnipresente negli occhi dell'uomo più vecchio.
I suoi due amici annuirono e si confusero con la tenebra fino a che il Maestro non riuscì più a percepire la loro presenza.
Aleksandr sospirò. “Come dicono i Babbani: è l'ora della resa dei conti.” Usando uno speciale strumento simile alla Passaporta mormorò un incantesimo Russo e sparì in una nube di fumo grigio.
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Il tempo passò. Un anno, per essere esatti. Per evitare che Sirius e Remus fossero vittime di un crollo nervoso il Maestro Vampiro aveva spedito loro varie lettere. Le condizioni di Harry erano stabili, anche sebbene doveva ancora svegliarsi. Le sue ferite erano apparentemente tutte guarite, o almeno così affermavano le lettere, così i due Malandrini dovettero continuare a sperare che l'autore di queste non stesse facendo tutta una commedia.
Orion, Vega e Mathias erano usciti dalla Foresta Proibita alcune volte per avere novità su Harry ma non rimasero mai a lungo quando Sirius disse loro che era ancora incosciente, dovunque fosse. Remus aveva ripreso a lavorare al Trattato e lo aveva completato da alcuni mesi. Le relazioni tra il Ministero e i Licantropi erano ancora instabili ma era meglio di prima.
Sirius era tornato ad insegnare, coma anche Severus, ma ora l'Animagus non parlava mai molto al di fuori delle lezioni. Gli studenti lo trovavano a pensare, perso nel suo proprio mondo, fermo nel bel mezzo del corridoio, talvolta; le prime volte avevano pensato che fosse buffo, ma sapevano che stava solo pensando alla salute del Figlioccio e a dove potesse trovarsi.
Nessuno aveva visto o sentito di Nagini, Salazar o Hedwig dalla sparizione di Harry. Alcuni fantasticavano che fossero con Harry, altri ritenevano che i famigli si stessero nascondendo nella Foresta Proibita o anche nella Camera dei Segreti. Ad ogni modo, la vita andava avanti.
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“Lui dov'è?”
Sergeev si voltò e si inchinò agli ospiti del suo Maestro; Sokolov, Solovei e Vetrov. Tutti e tre erano membri del Consiglio e Maestri dei propri rispettivi clan.
Era stato deciso un anno prima, dopo molti noiosi dibattiti, che l'umano sarebbe potuto stare sotto la protezione di Aleksandr, e sotto la sua unica responsabilità. Se fosse accaduto qualcosa, sarebbe stato messo in conto al Leader del Clan Mikhailov e sarebbero stati presi severi provvedimenti. Per essere sicuri che tutto fosse in ordine, tre Membri del Consiglio si sarebbero recati a Mikhailov Coven una volta a settimana per accertarsi della situazione.
A Sergeev piacevano due dei tre che erano venuti quel giorno.
Sokolov era come un vecchio falco; fiero, saggio e protettivo. La bionda Solovei, una delle poche donne del Consiglio, si rappresentava da sé, come sempre; la sua voce era sempre tranquillizzante con quel suo dolce timbro alla Nightingale*. Vetrov, invece, era ancora giovane e sempre impulsivo, che cambiava idea con la stessa rapidità con cui girava il vento. Il suo carattere lunatico gli aveva fatto guadagnare una cattiva reputazione ed era uno dei pochi che non volevano davvero che Harry sopravvivesse, in quanto Mago, mero essere mortale.
“Si trova nella stanza del giovane, come sempre. Vi prego di seguirmi, vi guiderò da lui.” Sergeev cercò di ignorare il basso mormorio di Vetrov dietro di lui. Nel momento in cui stava per voltarsi e dire qualcosa di probabilmente molto sciocco al maestro barbuto, Solovei lo zittì con un'occhiata.
“Non siamo qui per disonorare il nome di Aleksandr nella sua stessa casa, Vetrov. Aleksandr può restare nella stanza del ragazzo tutto il tempo che vuole; Questi sono tempi pacifici e lui può permetterselo.”
La replica rispettosa fece sorridere Sergeev; Vetrov sembrava sempre un ragazzino rimbrottato quando lei interferiva con quella sua voce melodiosa.
D'improvviso, il pavimento prese a tremare. Non appena fecero per aggrapparsi a qualcosa per rimanere in piedi, tutto finì, rapidamente come era iniziato. Le ombre presero a bisbigliare rumorosamente e Sergeev ringhiò ai Vampiri minori di fare silenzio.
Suoni di passi risuonarono nei corridoi vuoti e Sergeev rapidamente notò Dmitriev che correva verso di loro. “Che cosa succede? Che cos'era quella scossa?!”
Dmitriev si fermò di fronte a loro e si voltò indietro subito, facendo loro cenno di seguirlo. Sergeev non era più preoccupato, comunque, perché Dmitriev sembrava quasi speranzoso. “Il tremore veniva dalle camere di Harry Potter! Il Maestro pensa che si sveglierà presto! Venite!”
Quando arrivarono, Aleksandr era in piedi sulla soglia. Poterono vedere il perché: c'era una luce vivida che veniva da dentro e tutti dovettero schermarsi gli occhi sensibili per dare un'occhiata nella stanza.
“Che cosa sta succedendo?! Ci distruggerà tutti! Dovremmo uccidere il ragazzo prima che si svegli!”
Aleksandr sibilò e diresse contro Vetrov un breve sguardo d'avvertimento. Quando l'intensa luce finalmente iniziò a spegnersi, furono tutti sorpresi di vedere una Fenice posatasi sul petto del ragazzo.
“Il pezzo mancante…” Aleksandr bisbigliò tra sé, ottenendo le occhiate interrogative degli altri. “Era il motivo per cui non si svegliava. Questa Fenice è la rappresentazione del potere e dell'anima del ragazzo. Una volta che la sua forza si è ricostituita anche lei ha fatto ritorno.”
Dunque si rivolse alla creatura. “Ho ragione?”
Il fiero volatile trillò una volta in risposta, e lentamente si fece di fiamme che vorticarono nella stanza prima di colpire la guancia del giovane Mago e scendere al di sotto della sua veste da notte, bruciandola un poco nel proprio cammino. Quando tutto fu finalmente finito, i sei Vampiri entrarono nella camera, con cautela, i membri del Consiglio più che i residenti di Mikhailov Coven.
Gli occhi di Aleksandr brillarono di riconoscimento quando scorse il tatuaggio della Fenice sulla guancia e il collo del suo protetto e la bacchetta magica che giaceva dove era stata la Fenice. Sulla fronte del giovane, una cicatrice a forma di fulmine stava brillando lievemente e pulsò sotto lo sguardo inquisitorio di Aleksandr. Il Vampiro abbassò delicatamente il colletto del ragazzo e vide il tatuaggio che continuava al di sotto di esso.
Un sospiro.
Tirò via le mani così in fretta che apparvero indistinte nell'aria per un istante.
Gli occhi verdi si aprirono appena, solo due spicchi sottili, e le labbra si mossero piano prima che il Mago cadesse debolmente di novo addormentato.
Il silenzio arrivò nella stanza, dunque: “Sembra che dovrò dire ai cuochi di preparare qualcosa di leggero da mangiare per il ragazzo.”
Aleksandr spostò lo sguardo su Sergeev. “Sì. Sì, qualcosa da mangiare. Non sangue.”
Apparve così deliziato che gli altri Vampiri non ritennero opportuno guardarlo.
Vetrov interruppe quel momento quando si diresse fuori dalla stanza senza una parola, senza dubbio tornando al Consiglio per annunciare le novità sul risveglio del ragazzo. Solovei e Sokolov augurarono un buon giorno all'incantato Vampiro, promettendo che si sarebbero tenuti in contatto e se ne andarono più quietamente del loro terzo compagno.
Dmitriev pose una mano sulla spalla del proprio Lord e l'altro ritornò di botto alla realtà. “Sì,sì. C'è molto da fare! Le cose si muoveranno finalmente più in fretta ora che si è svegliato. Vediamo se ho fatto una buona scelta a lasciarlo vivere.” Si affrettò fuori dalla stanza come un uomo con un nuovo proposito nella vita e sparve tra le ombre.
Entrambe le sue guardie si scambiarono uno sguardo divertito. “Sembra dal ragazzo ci si dovranno aspettare molte cose. E' raro che Aleksandr nutra davvero un genuino interesse per qualcuno che non sia un altro vampiro… Il ragazzo sarà speciale, o verrà ucciso.”
Uscirono dalla stanza e la porta si chiuse quietamente dietro di loro.
Quando Harry si svegliò di nuovo, fu per il dolce profumo della zuppa calda. Il suo stomaco gorgogliò e lui grugnì, mettendosi a sedere con qualche difficoltà. Udì ridere e s'irrigidì, cercando la bacchetta, ma non riuscì a trovarla. Fu allora che due figure emersero dalle ombre della sua stanza.
Ma non si trovava ad Hogwarts.
I suoi occhi si assottigliarono pericolosamente. “Chi siete voi? Dove mi trovo?”
La sua aura magica si solidificò attorno a lui ed entrambi gli uomini sollevarono le mani in segno di resa. “Ah, nostro oszpite essere sveglio. Non ti preoccupa, Harry Potter, se noi avessimo voluto te morto ti avremmo già ucciso nel sonno.”
L'altro uomo annuì. “Ti trovi a Mikhailov Coven, dove esattamente io non te lo dirò. Io sono Sergeev, ma tu pvò chiamare me Sergei, è più facile da pronunciare. E qvesto è mio amico Dmitriev.”
Quello di nome Dmitriev sorrise a denti scoperti, e Harry immediatamente notò i canini appuntiti. “Tu pvò chiamare me Dmitri. Noi ci prenderemo cura di te mentre ti recuperi, sebbene io dubito che sarà a lungo poiché nostro maestro ha fatto bere a te un poco di suo sangue.”
“Che cosa?!” Harry scoccò loro un'occhiata scossa.
“Oh, non ti preoccupa! Probabilmente tu sai che cosa noi siamo, ma sai che noi non ti abbiamo morso. Il Maestro ti ha dato semplicemente gocce di suo sangue così che tu avresti recuperato più in fretta. Parte di tva anima era 'andata' qvando noi “trovato” te, sai. Tu hai dovuto solo recuperare le forze prima che Fenice tornasse da te.”
Harry si strofinò la guancia con fare assente. Ricordava vagamente di aver sentito la canzone della Fenice e aver sentito del calore nel cuore, come anche di aver visto una figura confusa quando si era svegliato, ma nulla più. “Il vostro Maestro, era qui quando mi sono svegliato?”
Sergei annuì. “Allora tu ricorda. Era Maestro Aleksandr, ma tu lo ha già visto prima.”
Allo sguardo inquisitorio di Harry, continuò, “Su campo di battaglia. Era qvello con cvi tu hai combattuto per poco tempo.”
Harry sbatté le palpebre, ricordando. “Ah, il Vampiro che mi ha risparmiato.”
“Infatti.”
Harry fece un salto e la sua mano si mosse di sua propria iniziativa, rilasciando un rapido incantesimo tagliente senza pensare. Fortunatamente il nuovo venuto aveva riflessi rapidi, e il muro ora mostrava una fenditura.
“O sei stato tu a risparmiare me?” Un sopracciglio ben modellato si sollevò quando Harry scoccò ad Aleksandr un'occhiata colpevole.
“Mi spiace per quello. Per favore, non sorprendermi di nuovo. Non reagisco molto bene a quel genere di apparizioni.”
“Sì, l'ho visto. Avevo dimenticato qvanto i Maghi divenissero apprensivi in territorio non loro.”
Harry si strinse nelle spalle. “Non puoi condannarmi. Mi sono svegliato Merlino sa dove circondato da sconosciuti. Scusa, ma non sono esattamente popolare in certi ambienti. Sareste potuti essere Mangiamorte, per ciò che ne sapevo.”
Quello chiamato Sergeev, o Sergei, sbuffò. “I segvaci del Lord deceduto? Impossibile. Sono stati qvasi tutti catturati e/o uccisi un anno fa.”
Harry non poté evitarlo, spalancò la bocca. “Un anno? Mi state prendendo per il c**o!?” Quindi si schiarì la gola e gli occhi verdi si assottigliarono. “Credo che ci sia molto che avrete bisogno di dirmi.”
Aleksandr annuì e sedette in una sedia lì accanto, congedando le guardie con un gesto. Quelli si inchinarono, scambiarono un'occhiata coll'umano nel letto e scivolarono di nuovo tra le ombre. “Prima, suppongo che tu gradirai sapere che tvo Padrino e svo amico Licantropo sono vivi e stanno bene.” Si fermò vedendo Harry che rilasciava visibilmente un tremante respiro e si rilassava nel letto. “Mondo Magico si stava ancora riorganizzando qvando io ho ordinato tvo 'rapimento'…”

Ed Harry ascoltò, gli occhi fissi in quelli oro del Vampiro.
“…Wow, non credevo che fossero accadute così tante cose da quel giorno. E mi hanno dato davvero l'Ordine di Merlino Prima Classe?” domandò Harry con curiosità dopo aver udito la storia di Aleksandr. Aveva finito la zuppa un po' di tempo fa e ora entrambe le guardie di Aleksandr erano tornate.
Il Maestro annuì, ghignando. “Già. Devi essere stato il primo ad aver ricevuto quest'onorificazione in stato di coma. Congratulazioni.”
Harry sospirò e mormorò tra sé sottovoce mentre Sergeev e Dmitriev si avvicinavano al loro amico e gli bisbigliavano qualcosa nell'orecchio. L'unico umano presente nella residenza guardò le labbra di Aleksandr che si assottigliavano, e il Vampiro si alzò con grazia. Quindi si rivolse ad Harry senza la minima traccia di preoccupazione e offerse al ragazzo un mano d'appoggio, che quello prese.
Il Vampiro Maestro guidò Harry fuori dalla stanza ma calmò i sospetti del ragazzo dicendo che doveva incontrarsi con il Consiglio per dimostrare loro che non era una minaccia. Harry accettò, non aveva scelta comunque, ma se le cose gli fossero sfuggite di mano almeno aveva la propria bacchetta con sé. Un peccato che non ci fosse Nagini, comunque. O Salazar.
Hm, adesso si sentiva nostalgico. Realizzò solo che sentiva grandemente la loro mancanza, come anche quella di Hedwig. E non appena la sua prova sarebbe finita avrebbe scritto a Sirius e Remus. Merlino, i due poveretti erano probabilmente preoccupati da morire per lui. Pensò al tempo addietro e alle sue mani che stringevano quei fogli di adozione per firmarli. I pensieri di tornare ad una Hogwarts salva lo elettrizzarono internamente e il ragazzo si schiaffeggiò mentalmente per calmarsi, poiché i Vampiri accanto a lui potevano percepire i suoi mutamenti d'umore.
Sergei lo occhieggiò brevemente ma nessuno disse una parola non appena arrivarono in una stanza ampia, forse uno studio. Harry non poté trattenersi dal guardarsi intorno e osservare tutti quegli oggetti sconosciuti e ammirare le pareti di marmo nero. “Trovato niente d'interessante?”
Harry sobbalzò e Aleksandr si scoprì a trovarlo divertente. “Beh, è una stanza molto.. imponente. E' bellissima.”
“Aspetta di vedere resto di mia Casa, allora. Ma per ora prendi mia mano e non lasciarla; dovremo andare in altra residenza con un oggetto simile a vostre Passaporte. Io ti assicuro che il viaggio non sarà altrettanto turbolento, comunque.”Aggiunse rapidamente quando il ragazzo dagli occhi verdi guardò l'oggetto nelle sue mani con disgusto e molta incertezza. ‘Hm, una brutta esperienza con le Passaporte, vedo.’
Ma l'umano mise la mano esitantemente su quella del Vampiro e sull'oggetto in questione. E partirono.
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Avrebbe dovuto controllarsi se voleva fare una buona impressione, Harry concluse. La maggior parte delle guardie Vampiro là lo stavano guardando con disprezzo, tanto che Aleksandr dovette camminargli molto vicino solo nel caso che uno di loro decidesse di farsi un drink.
Una lunga serie di porte si aprì di fronte a loro e i due vi passarono attraverso quietamente, Harry che cercava ogni via di uscita possibile e che osservava tutti i Vampiri presenti. “Sono tutti dei Lord?” Il ragazzo dagli occhi verdi mormorò piano al proprio compagno.
“Hai bvon occhio. Sì, provengono tutti da vari Coven in tutto pianeta. Percepisco che rendono te nervoso.”
A Harry e Aleksandr venne chiesto di restare al centro dell'enorme sala in stile gotico.
“Chi non lo sarebbe? Dopotutto, ne ho uccisi alcuni a Diagon Alley un anno fa.”
Il Lord Mikhailov ridacchiò così piano che Harry quasi non lo sentì. “Non porteranno rancore verso di te. I cinqve Lord che sono stati uccisi volevano segvire Voldemort come cuccioli. Veri Vampiri rimangono liberi da qvalunqve capo che voglia asservire loro. Erano deboli e sarebbero stati eliminati comunqve, da te o da noi.”**
Harry annuì e rivolse l'attenzione al Consiglio ora silente di fronte a lui. Suppose che la schiera davanti a lui fosse composta dai tutti i più influenti Vampiri così tenne l'attenzione rivolta più che altro in quella direzione. Dietro di loro c'era un angolo buio in cui, riusciva a percepirlo, c'era qualcuno nascosto. O forse era solo seduto? Un mantello nero quasi trasparente stava celando la persona alla vista.
“Così qvesto è lvi. Harry Potter, Zarubin. Colvi che ha portato a gverra dello scorso anno.”
Harry guardò nuovamente di fronte a sé quando uno dei membri del Consiglio ruppe il silenzio. Aleksandr annuì, il suo volto serio come il loro.
“Non dovrebbe essere qui! Dovremmo ucciderlo ora prima che si rivolti contro di noi!”
Entrambi gli uomini che stavano in piedi nel mezzo occhieggiarono Vetrov che aveva parlato, situato alla loro destra tra i membri ordinari del Consiglio. Harry lo riconobbe da quando si era svegliato la prima volta; era quello con ovvio disgusto verso gli umani.
Aleksandr s'irrigidì al suo fianco quando il grido di Vetrov spinse altri a condividere la sua opinione.
“SILENZIO.”
La voce diede i brividi ad Harry e il ragazzo guardò di fronte a sé, scegliendo di ignorare le altre voci attorno a lui. “Dimmi, Zarubin, qvali sono tve intenzioni ora?”
Harry sbatté le palpebre e mimò con le labbra ‘Zarubin?’ interrogativamente ad Aleksandr,che indicò la sua fronte. ‘La tua cicatrice.’ Mimò in risposta. Il ragazzo dai capelli neri annuì. “Beh, desidererei vivere in pace per una volta. E forse imparare di più sui Vampiri. Non potremmo creare un'Alleanza? Lord Mikhailov mi ha detto che i Licantropi hanno finalmente firmato una tregua col nostro Ministero.”
‘Cosa sbagliata da dire,’ pensò Harry con un sobbalzo quando quasi tutti i Vampiri presero a gridare tutti in una volta, gli occhi che divenivano di un rosso sangue più vivo ad ogni istante. Una volta ancora un gesto della mano dal vecchio Vampiro li fece smettere, ma stavolta anche i membri più anziani apparivano insultati. Non una buona prospettiva.
“Impossibile. Noi non ci fidiamo a tal punto di tvo ministero per proporre una cosa del genere.”
“Ack, ja! Non verremo trattati come esseri inferiori!”
“Il a raison. Nous serions traités comme des chiens et suivis par le Ministère, obligés d’obéir à des règlements impossible à suivre pour assurer notre survie!”***
Harry aveva sentito abbastanza quando quasi la totalità di loro aveva vociato la propria opinione contro la possibile idea di un trattato. MA capì questo: anche loro volevano vivere in pace.
“Allora fatelo con me!” Gridò, facendo interrompere uno di loro in mezzo ad una frase. “Se non avete abbastanza fiducia nel Ministero, abbiatela in me! Lord Mikhailov ne ha!... Io credo... Ho sempre evitato accuratamente di usare la mia popolarità, ma so di detenere abbastanza potere nel Mondo Magico come colui che ha sconfitto Voldemort per far credere i Maghi in ciò che io credo. Se qualsiasi cosa andasse storta posso fare da mediatore. Remus ha creato un trattato con i Licantropi, cosa che era considerata impossibile, e io ho creato un trattato con i Centauri. Ma i Centauri non rispondono al Ministero! Non sono nemmeno miei schiavi, sono miei amici! Siamo semplicemente disponibili uno per l'altro se sorge un problema e c'è necessità di aiuto. Perché non potremmo fare lo stesso?”
Silenzio accolse la sua dichiarazione.
Quindi Aleksandr rise e gli diede una pacca sulla schiena, facendo sbuffare appena Harry. “Sapevo che mi sarebbe piaciuto! Posso garantire per lvi se volete che lo faccia.” Aleksandr non stava più guardando i membri del Consiglio, ma la persona nascosta tra le ombre dietro i dieci Vampiri più anziani.
Harry udì una voce rasposa replicare in un linguaggio che non riconobbe ma Aleksandr dovette capirlo perché annuì. I membri del Consiglio parvero un po' spersi a quello che disse poiché un buon numero tra loro sobbalzò sulla propria sedia. Sokolov, anche lui riconosciuto da Harry, lo guardò con occhi che lo trapassarono. “Allora come potremo sancire questo patto e sapere che non ti rivolterai contro di noi?”
Harry si guardò intorno. “Avrei bisogno di una fidata controparte Vampiro, per creare un duraturo trattato tra noi tutti.”
I membri del Consiglio annuirono. “Allora ne ho già uno, se voi lo approvate.” Mise una mano su una spalla del colpito Aleksandr.
Una volta ancora il Vampiro nascosto nelle tenebre parlò, facendo annuire il capo del Consiglio. “Lord Mikhailov lo farà. Ma come intendi sancire il patto?”
Harry ci pensò con cura, quindi un foglio di pergamena dall'aria ufficiale apparve tra le sue mani. “Così. Tutte le condizioni menzionate sono scritte e dobbiamo solo firmare; la manderò al Ministero così diverrà ufficiale che avete creato un'Alleanza, non con loro ma con me.”
Aleksandr la lesse e annuì soddisfatto. “E' sicuro, nessuna clausola nascosta.” Premette il proprio indice su uno dei suoi canini appuntiti e scrisse il proprio nome con il sangue.
Harry fece levitare la pergamena verso il Vampiro tra le ombre così lui o lei avrebbe potuto leggerlo e approvarlo. Il foglio tornò indietro con una addizionale firma sanguigna, cosa che sorprese il Lord Mikhailov, come anche tutti gli altri Vampiri presenti.
‘Questa persona deve essere realmente importante se stupisce anche i Lord Vampiri… mi chiedo chi sia…’ si domandò silenziosamente Harry mentre firmava sul foglio; la firma sottostante quella di Aleksandr non era scritta in un dialetto leggibile, almeno non uno che conoscesse. Quindi fece roteare la pergamena e quella sparì dopo un incantesimo.
“E infine per sancire il patto tra Lord Mikhailov e me…”
Tutti guardarono con curiosità quello che stava per fare. Gli occhi di Harry si animarono quando trovò ciò che stava cercando e si diresse verso un tavolo posto non troppo lontano da dove era lui. Harry trasfigurò una piuma in un calice di vetro, portandolo al proprio 'compagno di trattato', che lo prese con un sopracciglio sollevato.
Harry gli sorrise. “Non riesco a pensare a nessun altro modo per legarci in maniera più Vampirescamente ufficiale.” Spiegò mentre sfoderava la bacchetta. I Vampiri tutti intorno a lui s'irrigidirono, preparandosi ad attaccare. Ma egli mormorò solo “Scindo” puntandola contro il proprio polso.
Aleksandr boccheggiò quando Harry premette la propria ferita appena autoinferta contro il brodo del calice e non poté evitare di inspirare una profonda boccata dell'odore di sangue fresco che assalì i suoi sensi.
“Mi hai fatto bere un po' del tuo sangue così che guarissi più in fretta, così non sono capace di immaginare una maniera migliore per mostrarti la mia fiducia e gratitudine.” Ritirò il polso e mormorò un incantesimo minore di guarigione quando il calice fu finalmente colmo abbastanza.
“Per questo, e per il fatto che non ho potuto evitare di notare che avresti realmente voluto bere il mio sangue sul campo di battaglia,” aggiunse malizioso il giovane.
Aleksandr ridacchiò con lo sguardo luccicante di piacere ancora impresso sul volto. “Bene, qvesto era inaspettato, ma apprezzo davvero qvesta prova di tva fiducia in me.”
I Vampiri attorno a loro annuirono, ancora sorpresi da una tale dimostrazione di fiducia tra un mago umano e un vampiro.
Quando il sangue finalmente toccò la sua lingua e scorse lungo la sua gola Aleksandr trattenne a stento un gemito di piacere. “Sì, credo che nostri rapporti saranno ottimi.”
Harry sorrise.
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Sirius sobbalzò di nuovo sulla sedia, versando un po' di Burrobirra sul tavolo di legno. Remus sollevò lo sguardo dalla propria lettura, dedicò un sorriso all'amico e lo abbassò di nuovo. Appariva calmo, come sempre, ma era nervoso fradicio. Stropicciava la lettera di Harry con così forza che udì uno strappetto e Sirius gli scoccò un'occhiata. Il Licantropo sospirò e decise che sarebbe stato meglio poggiare la pergamena prima di lacerarla a metà; Sirius non avrebbe apprezzato.
Non riusciva ad aspettare di poter finalmente rivedere Harry. Si sentiva come se non lo avesse visto per anni; la prima lettera che aveva spedito loro era stata una benedizione e quando avevano ricevuto notizie dal Ministero che era stato firmato un nuovo trattato tra l'erede dei Potter e i Vampiri era stata una prova inconfutabile del fatto che fosse vivo e che le lettere che lui e Sirius avevano ricevuto non erano un'illusione.
Dumbledore era riuscito a dare un'occhiata, su loro richiesta, al documento in questione. Era un vero e proprio contratto magico vincolante ed era stato firmato da tre persone: Harry James Potter stesso, Aleksandr Mikhailov di Mikhailov Coven e un Vampiro sconosciuto, possibile che fosse un Anziano o L'Anziano, se l'oscuro dialetto era ben decifrabile.
Almeno sapevano che colui che aveva spedito loro le lettere sulle condizioni di Harry era lo stesso Lord di Mikhailov Coven, il cui nome corrispondeva con le iniziali A.M.
Al Ministero non erano stati felici che Harry avesse firmato un contratto senza di loro, all'inizio. La Gazzetta dell'Oracolo aveva fatto scoppiare una tempesta di parole, sbraitando che Harry stava cominciando ad agire per prendere il posto di Lord Voldemort e raccogliendo nuove Forze Oscure. Le voci erano state rapidamente smentite e gli articoli pieni di insulti corretti dopo che la popolazione aveva iniziato ad appoggiare Harry nelle sue decisioni. Sirius non aveva dovuto fare nulla stavolta per difendere l'onore del proprio Figlioccio. Remus sogghignò a quel pensiero. ‘Oh, era così stizzito…’
La porta si aprì lentamente, il suono del campanello echeggiò appena nel rumore dell'ambiente. Nessuno notò realmente il nuovo arrivato, all'inizio, finché una civetta bianca come la neve volò rapidamente all'interno proprio mentre la porta si chiudeva. Rosmerta mosse una mano per scacciare l'uccello e si mosse con irritazione verso lo straniero con una smorfia sulla faccia. “Mi spiace signore ma qui gli animali non sono permessi all'inter-” Si fermò a metà frase e fissò il nuovo venuto che si abbassava il cappuccio e che la guardava con un sopracciglio sollevato e un ghigno giocoso stampato sulle labbra.
Stava per gridare dalla gioia, quando lui le fece cenno di fare silenzio. La donna si portò rapidamente la mano sulla bocca per fermare qualsiasi suono in arrivo e annuì in fretta, quasi scrollandolo perché si togliesse il mantello dalle spalle. “Parliamo dopo?” Disse lui con un sorriso lieve. La donna lo ricambiò e scoccò una rapida occhiata verso i rimanenti Malandrini prima di tornare al lavoro, ghignando come mai più in vita sua.
Occhi spalancati seguirono i suoi movimenti mentre attraversava il retro del pub, ma nessuno osò alzarsi a parlargli, rispettando i suoi silenti desideri. Si aggiunga a ciò il fatto che un serpente sibilava piano sulle sue spalle e si capisce come fosse convincente.
Gli occhi verdi scintillarono quando notò i due uomini che non lo avevano ancora visto. “No, no, mi sento un po' tagliato fuori. Non mi avete nemmeno ordinato una Burrobirra. Avete davvero sentito la mia mancanza tanto quanto avete scritto nelle vostre lettere?”
Rise forte quando Remus si alzò così in fretta che i fogli che teneva tra le mani, le sue lettere, notò, volarono dappertutto e si sparpagliarono sul pavimento. Sirius era già davanti a lui, provando a strangolarlo in un abbraccio soffocante.
“HARRY!”
Il Licantropo abbrancò Sirius e lo spostò di lato così che anche lui potesse abbracciare il giovane.
“Sì, sono tornato.” Rise quando udì il sibilo infastidito di Nagini. “Scusate, sono un po' in ritardo. Ho dovuto fare una fermata nella Foresta Proibita per prendere Hedwig e Nagini e sono caduto addosso a Salazar. Poi un Centauro mi ha trovato e sapete… Ho dovuto salutare Orion e il resto del clan. Non sono potuto restare a lungo così ho promesso che sarei tornato un'altra volta.”
Remus ricacciò indietro un paio di lacrime di gioia e fece un passo indietro, occhieggiandolo con cura. “Sembri totalmente guarito. E non sei un po' più alto? Che cosa sono questi vestiti che indossi?”
Sirius fece loro cenno di sedersi e chiese un'altra Burrobirra per Harry.
“Beh, è una lunga storia.” Le guance di Harry si colorarono un po'. “Ma sì, sono un po' più alto. E non avevo abbastanza tempo per cambiarli in normali vestiti da Mago. E poi, credo che mi piacciano così. Aleksandr li ha fatti fare per me.”
Sirius carezzò il soffice abito nero di stile Vampiresco, con ammirazione. “Non è seta di Acromantula?”
Harry annuì. “Già. Mi piace proprio. Non gli avevo chiesto vestiti così costosi ma l'ordine era già stato fatto. Così ho accettato il regalo gentilmente.”
“Wow, dovrai dirmi tutto al proposito.”
“Solo se mi dite nel dettaglio tutto ciò che è accaduto mentre non c'ero,” replicò il più giovane dei tre.
“Ma prima!” interruppe Remus, facendo girare entrambi gli altri interrogativamente, “dovrai firmare questo. Credo che abbiamo tutti aspettato abbastanza a lungo.”
Sirius fece un salto sulla sedia quando Remus tirò fuori un foglio di pergamena da una tasca e l'Animagus ghignò e annuì eccitato. “Sì, quella è la priorità numero uno.”
Harry li guardò entrambi come se fossero pazzi prima di srotolare la pergamena. I suoi occhi si addolcirono e sorrise di un sorriso sincero quando lesse e riconobbe le prime righe scritte sulla carta. Non lesse nemmeno il resto prima di far apparire una piuma e firmare prontamente il suo nome a fianco delle due altre firme.
La pergamena sparve rapidamente e i tre si sedettero nelle proprie sedie, percependo la magia al lavoro. “Benvenuto in famiglia, piccolo Prongs.” Sirius ghignò e lui e Remus misero una mano su quella di Harry. “Sì, benvenuto in famiglia, Harry.”
Harry chiuse le proprie mani attorno alle loro e chiuse gli occhi, lasciando straripare alcune lacrime.
“E’ bello essere a casa.”

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ED E' FINITAAAAAA!!! RAGAZZI!
Voglio ringraziarvi a nome mio e di Eternal Cosmos, è stato un percorso avvincente, mi sono divertita, ho imparato tanto e spero di avervi intrattenuto bene...
Grazie a quelli che hanno storia o autore nei preferiti, grazie ai recensori, grazie ai lettori silenziosi... Grazie, grazie, grazie. UN BACIO A TUTTI VOI!



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- Nota generale: ho preferito, contrariamente a quanto fatto dall'autrice, non alterare il linguaggio dei vampiri quando questi parlavano solo tra di loro: in quel caso era riportato in linguaggio comprensibile un discorso che in realtà quelli facevano nella propria lingua [un inglese harrypotteriano senza lì presente harry potter da cui farsi capire era un po' inutile, se non improbabile] e in quella non ci dovrebbero essere sbavature di sorta, essendo una traduzione nella traduzione... no? E poi così il mistero è durato un po' più a lungo ;-) ..
Riguardo la riunione del Consiglio, ho cercato di trovare un'alternanza precisa nelle alterazioni dell'autrice, ma, ahimè, non l'ho trovata. Ho quindi supposto che abbiano parlato tutti in inglese più o meno corretto [riportandolo dunque in italiano più o meno alterato] per rispetto al componente estraneo, trattandosi di Vampiri nobili con un considerevole senso dell'onore e, credo, dell'educazione e della sensibilità.
Spero comunque che questa mia piccola libertà non abbia infastidito nessuno. Per i dissensi [salvo quelli eccessivamente accalorati] lo spazio recensioni è disponibilissimo. Come la sottoscritta, d'altronde u.u

* Per i pigri che non se l'andranno a cercare su Wikipedia :-P, Florence Nightingale è l'infermiera britannica per eccellenza, considerata fondatrice del nursing moderno. Il che vuol dire che la Vampira ha una voce estremamente pacata e rassicurante, o almeno, questa è la mia interpretazione u.u

** ... Sarò anche cattiva, ma voglio ricordarvi che anche il nostro Aleksandr, che adesso parla tanto bene, era andato a combattere con loro... il fatto che si sia salvato [o si sia ritirato anticipatamente] non toglie che avesse voluto seguire Voldemort, in principio... no? >:-P

*** AAARGH!! Non so se sia una scelta deliberata di Eternal Cosmos, o se, in quanto canadese, abbia fatto un po' di confusione... comunque il francese non è il mio forte, ma il senso dovrebbe essere: << Lui ha ragione. Saremmo trattati come dei cani e monitorati dal Ministero, costretti a obbedire a delle regole impossibili da seguire per garantire la nostra sopravvivenza! >>




Ndt
Post scriptum: sembra che Eternal Cosmos abbia intenzione di scrivere un sequel di un capitolo con tanto di slash Aleksandr/Harry... vi farò sapere quando lo farà ;-)
Per i non interessati, cito l'autrice dicendo di considerare il comportamento del Vampiro da attribuirsi alla sua natura di 'sexual creature'... non credo ci sia bisogno di tradurre.
A presto, lettori! This is the end!! :-D


  
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