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Autore: piccolo_uragano_    11/10/2015    5 recensioni
“Perché ogni volta che c’è in giro Lord Voldemort facciamo figli io e te, Martha?”
Martha accennò un sorriso. “Perché ogni volta che io e te facciamo figli c’è in giro Lord Voldemort, Sirius?”
Remus trattenne una risata. “Ed è per questo che sono vent’anni che ti ripeto che è quella giusta.”
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Non è una di quelle storie tutte miele e amore in cui Sirius trova la sua perfetta metà e vissero tutti felici e contenti. Martha darà a Padfoot del filo da torcere, insegnandogli ad amare e a restare.
(Si parte dal 1976 fino a poco dopo la battaglia di Hogwarts; in teoria è finita, dopo anni, ma in pratica.....)
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily, Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
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- Questa storia fa parte della serie 'Ti amo più di ieri e meno di domani.'
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Un particolare e sincero grazie a Always_Potter, che ha risolto il mio enigma ‘essere o non essere? Grifondoro o Corvonero?’ con il suo solito entusiasmo senza il quale non vivrei. Grazie davvero, ti voglio bene.

“Sirius, respira.”
Sirius, con in mano la lettera giallastra di Robert, pareva pietrificato.
“Sirius, dannazione, respira.”
Martha era seduta davanti a suo marito, con accanto Rose, Remus e Tonks.
“Sirius, vuoi dirci cosa c’è scritto?”
Rose era spazientita, mentre addentava una fetta biscottata.
“Sirius Orion Black.” Scandì Martha.
Sirius parve ricordarsi di essere tra i vivi e alzò gli occhi dalla lettera, per guardare sua moglie.
“Allora?” domandò Tonks. “È tra i corvi, vero? Robert mi deve sette galeoni!”
Sirius biascicò qualcosa, pallido come non mai.
“Non ho afferrato, Padfoot.” Lo incitò Remus.
Martha, esasperata, gli strappò la lettera dalle mani.
Non era bastato che, solo poche ore prima, Silente li avesse contattati dicendo che Ron ed Harry avevano perduto il treno, rubato l’auto di Arthur e rischiato di morire. Il giorno prima avevano affidato Harry, Kayla e Robert ai Weasley, e quello era stato il risultato.
Martha si passò una mano tra i capelli. “Oh, la mia bambina.” Sospirò.
“Fammi vedere!” strillò Rose, afferrando la lettera. Lesse velocemente e poi si portò una mano alla bocca. “Che abbiamo fatto di male?” domandò, passando il foglio a Tonks.
La ragazza, che per tifare Corvonero portava i capelli blu scuro da giorni, scoppiò a ridere. “Oh, per Morgana! Buon sangue non mente mai.”
Remus le chiese di passarle quella dannata lettera, e quando lesse quelle poche righe, si ritrovò a sorridere. “Beh, Sirius, la mia figlioccia ha del carattere.”
“Io la adoro!” esclamò Tonks, ridendo di nuovo.
Serpeverde.” Ripetè Sirius. “La mia principessa.”

Kayla si guardava riflessa nello specchio del bagno.
Ciao, sono Kayla Lily Black, ho undici anni e probabilmente ho appena deluso tutti quanti!
Scosse la testa, fissando la cravatta verde e argento.
Aveva passato una meravigliosa estate, nella casa nuova. La mattina si svegliava di buon ora, per giocare a Scacchi con Harry, mentre aspettavano che anche Tonks e Robert si svegliassero.  Quando ciò accadeva, uscivano in giardino a giocare a Quidditch, sotto lo sguardo vigilie di Sirius e Remus, che, appena le due sorelle se ne andavano, iniziavano a giocare con loro. Dopo pranzo, i ragazzi si davano ai compiti, e lei faceva infinte passeggiata con Sirius tra i giardini di Londra, e spesso passavano a prendere Martha al lavoro o andavano a disturbare zia Rose in laboratorio. La sera si riunivano tutti a cena, raccontandosi le loro giornate, e quando avevano finito di sparecchiare si inventavano un nuovo passatempo. Quello preferito di Kayla, era quando uscivano in giardino a guardare le stelle, e Sirius e Remus le raccontavano le avventure di tre magici ragazzi chiamati Malandrini. Robert spesso storceva il naso e se ne andava, sentendo di quei racconti, e Kayla l’aveva sentito più volte litigare con la mamma e il papà a proposito di bugie e altre cose, ma non voleva intromettersi, perché sentire urlare quei tre le faceva male. Quando la voce di Sirius si faceva grossa, faceva davvero paura. E quando Martha stringeva i pugni per la rabbia, diventava tutta rossa  e sembrava che stesse per esplodere.
Non poteva fare a meno di notare che i rapporti tra suo fratello ed i suoi genitori fossero notevolmente peggiorati. Aveva domandato a Remus, il suo amato padrino, ma lui aveva risposto che un giorno avrebbe avuto quindici anni e avrebbe sentito come se il mondo le stesse cadendo addosso.
Di anni ne aveva undici, e il mondo le era appena crollato addosso seriamente.
La Sala Comune dei Serpeverde non era male come aveva pensato, e i compagni di Casa non avevano minacciato di ucciderla come aveva immaginato. Semplicemente, la gente si ignorava, e lei poteva starsene a leggere il libro che le aveva prestato Remus, seduta comoda  su uno dei divani in pelle nera.
Testurbante.
Che razza di parola era?
Eppure Hermione, in Sala Grande a pranzo, l’aveva fatta sedere tra i Grifondoro, chiamandola così. Aveva detto che era perché il Cappello Parlante aveva impiegato più di quattro minuti prima di Smistarla.
“Ah!” aveva esclamato. “Un’altra Black! Quanta intelligenza e astuzia Black che vedo, qui dentro! Ricordi molto tuo zio, sai?”
Aveva visto Robert battere un pugno sul tavolo, mentre lei non sapeva nemmeno di averlo mai avuto, uno zio che non fosse Remus.
“Ricordo lo Smistamento dei tuoi genitori, cara, e quello di tuo fratello. Ma erano … diversi! Qui vedo furbizia, sete di sapere … forse Corvonero, ma sei troppo  ambiziosa e orgogliosa …” era andato avanti così per un tempo che a Kayla era sembrato infinito, mentre sentiva la gente borbottare e lo sguardo di Robert e Harry riempirla di comprensione. “Troppo assetata di verità, per Grifondoro … troppo furba, per Tassorosso … troppo ambiziosa, per Corvonero … oh, ci sono … rispettiamo le vecchie tradizioni, una volta tanto … Serpeverde!”
Aveva guardato il sorriso di Robert sparire, e aveva mimato uno ‘scusa’ con le labbra, perché si sentiva in colpa, e Remus le aveva insegnato a domandare scusa quando faceva qualcosa di sbagliato.

Sirius era seduto sul letto di Kayla, e teneva tra le mani la lettera di Robert, mentre osservava quelle parole fredde e distaccate.
Kayla, dopo dieci minuti buoni, un paragone con te, tuo fratello e tua moglie, è stata Smistata a Serpeverde.
Gli dispiaceva davvero per la situazione con Robert, gli dispiaceva che il ragazzo si rivolgesse a lui con un tale distacco. Gli dispiaceva di aver mentito, e aveva ancora tra le costole i brividi per lo sguardo freddo e deluso del ragazzo, quando li aveva riuniti tutti e quattro in salotto e aveva chiesto loro di sapere la verità. Ognuno di loro aveva raccontato la sua storia, raccontando di James e Lily, di Robert Redfort, di Frank ed Alice Paciok, di Dorea e Charlus, dell’Ordine della Fenice, e di Peter Minus. Remus e Sirius avevano raccontato dei Malandrini, del piccolo problema peloso, della faccenda degli Animaghi, mentre Martha aveva detto la verità sullo scherzo che Sirius aveva fatto a Piton, sul debito di Mocciosus nei confronti di lei e James, e Rose aveva raccontato di come era entrata nell’Ordine senza dirlo a nessuno, dell’omicidio della sorella di Marie e di ogni dettaglio, fino al momento in cui Sirius era tornato a casa.
Martha passò fuori dalla stanza di Kayla, notando Sirius. “Ti ammazzerebbe, se ti sapesse in camera sua.” Commentò.
Sirius sogghignò. “Non avrà problemi a farlo, vista la sua Casa.”
Martha entrò nella stanza con aria furiosa. “Sei davvero così schiavo dei pregiudizi?”
Sirius guardò Martha senza capire.
“Non esistono solo Serpeverde cattivi, Sirius, come non esistono solo Grifondoro buoni.”
“Io sono preoccupato per Robert.” Confessò lui.
“Ah, quella è un’altra storia.” Acconsentì Martha, sedendosi accanto a lui.
“E il Cappello Parlante le ha parlato di Regulus.” Ringhiò lui.
“Robert non le racconterà di Regulus.” Lo tranquillizzò lei.
“Perché no?”
“Perché è iperprotettivo nei suoi confronti.  Non hai visto, tutta estate, che quando litigavamo faceva sempre in modo che Kayla fosse lontana e non sentisse. Non vuole che lei sappia tutto, perlomeno non subito.” Posò una mano sul ginocchio di Sirius. “Un giorno anche lei verrà a chiederci di Regulus, o di Peter, o di tutti quelli che abbiamo perduto.”
“E reagirà come Robert?” domandò con aria preoccupata.
“Non lo so. Ma mio padre ha sempre detto che è normale che i figli a un certo punto si allontanino un po’, la bravura di un genitore sta nel lasciarli andare e guardarli da lontano.”
“Non era abbastanza ciò che è successo con Alex?”
Lei sospirò. Alex, così come era arrivata, se n’era andata. Nessuno, a parte Tonks, conosceva la natura del loro ultimo litigio, ma tutti, tranne Alex stessa, sapevano che probabilmente Robert ne era innamorato.
“No, ciò che è accaduto con Alex è solo l’inizio.”
“L’inizio di cosa?”
“L’inizio di tutto. Della sua vita da quando ha smesso di volere che gli tenessi la mano.”
“Io non ho mai tenuto la mano a mia madre.” Ricordò Sirius. “Perché, tu a tua madre tenevi la mano?”
Lei sorrise. “Certo, sempre. Nei luoghi affollati o per attraversare la strada.”
“Oh.” Rispose lui. “Beh, io in quei casi prendevo la mano di Regulus.”
Martha appoggiò la testa sulla spalla di Sirius. “Spero solo che Kayla non si senta in colpa.” Sospirò.
“Perché dovrebbe?”
“Per lo stesso motivo per cui tu ti sei pietrificato quando hai letto la notizia, Felpato: per i pregiudizi.”

“Tu sei la figlia dei Black, vero?”
Kayla alzò lo sguardo dal libro che stava leggendo. “Pare di si.” Rispose. Il ragazzo che aveva davanti le assomigliava sotto moltissimi aspetti. Pelle diafana, occhi grigi, anche se i suoi tendevano di più all’azzurro, portamento regale e labbra sottili. Mentre lei aveva dei capelli scurissimi, lui li aveva biondo platino.
“Sei figlia di traditori, quindi.”
“E tu sei figlio di due puristi schifosi.” Rispose una voce alle sua spalle. Il ragazzo si voltò, trovando Robert Black, nel suo metro e settanta, con espressione scocciata. “Stai alla larga da mia sorella, Draco.”
Robert era cambiato moltissimo nel corso di quell’estate. La sua voce si era fatta più profonda, i suoi muscoli si erano ingrossati e il fascino tenebroso degno del padre si era moltiplicato grazie alle storie sul suo conto. Fu per questo che il biondo eseguì, guardando Robert con superiorità.
“Chi era?” chiese Kayla, quando Draco si fu allontanato.
Robert si sedette accanto a lei. “Una delle persone con cui preferirei che tu non avessi contatti.”
“Dovrò rimanere senza amici per sempre?”
“No.” rispose lui, accennando un sorriso. “Dovrai solo stare attenta a guardarti le spalle, nei sotterranei. E di amici ne hai già: io, Harry, Ginny, Ron …”
“Ma voi siete Grifondoro!” puntualizzò lei.
“E non puoi avere degli amici Grifondoro?”
“Non sto dicendo questo, ma non posso entrare nella vostra Sala Comune, e …”
“Puoi, invece. Ginny ti darà la parola d’ordine, a lezione, ogni volta che cambierà.”  Strizzò l’occhio alla sorella. “Siamo io e te contro il mondo, piccola, ricordi?”
Kayla sorrise, ricordando i loro momenti insieme in cui si erano detti che erano loro due contro il mondo.
“il fatto che tu abbia la cravatta verde non vuol dire niente, per me, per Harry, e per gli altri.”
“E per papà e mamma?”
“Oh, loro secondo me se la stanno ridendo.”
“Robbie, chi era lo zio di cui mi ha parlato il Cappello?”
Robert si fece più serio. “Il fratello di papà.”
“Ed era un Serpeverde?”
“Come ogni altro Black tranne me e papà.”
“E dove è?”
Robert si perse a guardare il giardino davanti a loro. “È morto, quando io ero piccolo.”
“Oh.” Si dispiacque Kayla. “Perché non conosciamo nessuno dei parenti di papà?”
“Perché lui tra la sua famiglia e la mamma, sedici anni fa, scelse la mamma.”
Kayla sorrise. “Oh, che romantico!” rispose, con sguardo sognante.
“Già.” Rispose Robert nostalgico.
“Se tu dovessi scegliere tra una ragazza e la tua famiglia, chi sceglieresti?”
Robert pizzicò la guancia di sua sorella, e poi sorrise. “Io sceglierei sempre te, principessa Kayla.”

“No.” disse Martha, categorica. “Non spedirete quella lettera.”
“Dai, Martha!” insistette Rose. “Dobbiamo cambiarla di Casa!”
“Oh, e ti risulta che sia una cosa possibile, Rosalie Redfort?”
“C’è sempre una prima volta, Martha!” replicò Sirius. “Non può stare lì, non può stare in mezzo a …”
“Ai suoi parenti Purosangue!” completò Rose. “Ti immagini, se facesse amicizia con il figlio di Narcissa?!”
Martha sembrò, per un secondo, preoccupata da quella prospettiva, ma poi si riprese. “Sono sicura che Kayla sa scegliersi gli amici da sola.” Replicò. “E, per Merlino, smettetela di pensare che i bambini che vengono Smistati a Serpeverde poi diventino dei pazzi assassini codardi e assetati di sangue.”
“Beh, è sempre stato così.” Rispose Rose.
“Ah si? A me non sembra che Dorea Black Potter fosse una pazza assassina, o che Regulus Black fosse un codardo.”
Sirius si irrigidì, sentendo quei nomi. “Dimmi dove è il gufo, Redfort.” Si impose.
“No!” strillò lei, con la lettera già chiusa in mano. “Non ho finito. Non mi sembra che Dorea o Regulus fossero dei codardi, eppure erano Serpeverde. Non mi sembra che Ninfadora Tonks, caposcuola Tassorosso, sia un coniglio studioso e sfigato. Non mi sembra che mio padre, Robert John Redofrt, capitano Corvonero, sia morto da secchione eccentrico, ma ha vissuta da Grifondoro, a differenza di Peter Minus, che ha portato la cravatta rossa e oro per sette anni, eppure ha passato una vita da codardo.”
Martha aveva il fuoco nello sguardo, mentre difendeva sua figlia come una leonessa fa con i leoncini.
Sirius e Rose, lentamente, indietreggiarono e si guardarono.
“Quindi no, Sirius, non ti dirò dove è il gufo, non ti permetterò di spedire questa lettera piena di menzogne, perché il dormitorio in cui alloggerà Kayla o il colore della sua cravatta non determinerà la sua vita o le sue scelte. Per quello ci sono i suoi genitori e gli esempi che riceve, e non so te, ma io non mi pento di niente.”
“Lascia che ti spieghi.” Insistette Rose. “Perché si tratta anche di Robert, lui è spaesato, e …”
“Ed è prevalentemente colpa nostra, Rosalie.” Intervenne la voce di Remus, sulla porta della cucina. “Lo abbiamo cresciuto in una palla di vetro in cui esistono solo persone buone e persone cattive, non persone fragili o persone pentite.”
La cosa più assurda di tutta la storia di Robert, è quanto rimase sconcertato quando si rese conto del piccolo problema peloso. Aveva sempre visto Remus come un protettore, uno zio buono, una presenza positiva, e non avrebbe mai immaginato ciò che in realtà erano tutte le sue cicatrici, tutte le sue assenze e la sua vita instabile. Si era arrabbiato moltissimo per tutte le bugie che Moony gli aveva rifilato, ma dopo averne parlato con Rose, si era ricreduto e forse, per la prima volta in vita sua, aveva domandato scusa.
“Se Robert ha probabilmente perduto la fiducia nel mondo, è colpa nostra.”
“Robert è un ragazzino orgoglioso, e-“
“Robert è come ogni quindicenne dovrebbe essere.” La interruppe Remus di nuovo. “Pieno di speranze e bisognoso di punti di riferimento. Noi abbiamo fatto in modo, lo scorso giugno, che i suoi riferimenti traballassero e che le sue speranze morissero. Tuttavia, temo che si sentirà quasi in colpa per lo Smistamento di Kayla.”
“Ecco perché dovremmo farla cambiare di Casa!” esclamò Sirius.
“Prova ad immaginare cosa direbbero le persone, se tu osassi fare una cosa simile.” Lo invitò Remus. “Robert, Kayla ed Harry passerebbero per dei ragazzini con i genitori pronti a coprir loro le spalle dopo ogni errore, verrebbero circondati da persone false e approfittatrici e non imparerebbero mai a trovare un proprio modo per affrontare il mondo.”
“Devo difenderla finché posso.” Obbiettò Padfoot.
“Ecco, è questo il punto.” Rispose Martha, ponendosi tra i due Malandrini. “Non puoi più.”
“Certo che posso, santo Godric, è solo una bambina!”
“No, lei non è solo una bambina! Lei è una ragazzina che si sta facendo le ossa, e tu, spedendo quella lettera, non glielo permetteresti!” protestò lei. “Ho fatto Kayla dal nulla, l’ho messa al mondo, le ho insegnato a camminare, a leggere, a scrivere, le ho mostrato il bene ed il male e ti assicuro che se dovesse succedere qualcosa al castello – perché so che è di questo che hai paura – se Lui dovesse tornare di nuovo, Kayla non ci metterebbe un secondo a rompere le aspettative sul nome della sua Casa e a schierarsi dove ti schierasti tu vent’anni fa.”
“E se non lo facesse?”
“Lo farà!” intervenne Remus. “Lo farà, sa cosa è giusto e cosa no.”
“Non sa tutta la storia. Non sa dei Black, non sa dei Purosangue … non sa chi è, e cosa la gente si aspetti da questo suo Smistamento!”
Martha sorrise. “Stai tranquillo, Sirius. A nessuno importa più dello stato di sangue di una persona.”

Meno di una settimana dopo lo Smistamento, Kayla aveva smesso di sperare che i suoi compagni di casa facessero qualcosa di diverso dall’indicarla e sussurrare, così si rifugiava nella calda Sala Comune dei Grifondoro, su consiglio di Robert. Le piaceva stare lì, e si era fatta dire, esattamente, dove fosse seduta sua madre quando Sirius la notò per la prima volta, per potersi sedere sempre lì.
“Per Morgana, io lo odio!” sbottò la voce di Robert, entrando in Sala Comune. “Ma lo sa che … Kayla!” si fermò vedendola.
“Chi è che odi?” domandò, notando Harry accanto a suo fratello.
“Gilderoy Allock, ecco chi odio!” sbottò lui, sedendosi accanto a lei.
“Oh, si.” Rispose lei. “Noi lo abbiamo conosciuto ieri.”
“E ti ha detto qualcosa?” domandò Harry, sedendosi al lato opposto del divano, accanto a Robert.
“In realtà, si.” Rispose Kayla, facendo alzare le antenne di Robert.
“E che ti ha detto?” domandò il maggiore dei tre.
“Mi ha chiesto se conoscessi la storia della nostra famiglia.”
“E tu che hai risposto?”
“Che mamma e papà si sono conosciuti qui, si sono innamorati al sesto anno e si sono sposati poco dopo i M.A.G.O., ma lui ha risposto che intendeva la vera storia, la storia dei Black.”
“Te la dovrà raccontare papà.” Le disse Robert. “Non posso farlo io.”
“Perché no?” domandò Harry. “Raccontaci. Noi non sappiamo nulla.”
“Perché è una storia d’amore, amicizia e lealtà, e io non le renderei giustizia.”
“Pensavo che tu fossi arrabbiato, con mamma e papà.” Contestò Kayla.
“Per certi aspetti lo sono.” Ammise Robert. “Ma non posso comunque raccontarvi nulla.”
“Potrebbe esserci utile.” Replicò Harry.
“Mi sarà molto utile sapere come rispondere a quel biondo antipatico.”
“Malfoy?” domandò Harry. “Malfoy ha chiamato Hermione ‘sanguesporco’, oggi.”
Kayla lo guardò con curiosità. “Che vuol dire ‘sanguesporco’?”

 
P.S. Si, so che nella traduzione italiana ‘sanguesporco’ è generalizzato a ‘mezzosangue’, ma è una cosa per cui non mi do pace.
Detto questo, ringrazio vittoriaM20 (aggiorna ti pregooo *^*) gossip_girl (per le idee, i Pin e tutto quanto – e odio Minus) Distretto_9_e_34 (sono davvero curiosa di leggere la tua reazione allo Smistamento, Eli) e dulcis in fundo _Alyss_(sempre dolcissima, grazie ancora!)
E poi di nuovo Always_Potter per … tutto quanto. 
   
 
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