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Autore: Caroline94    12/10/2015    2 recensioni
Dieci capitoli per raccontare la storia di un ipotetica Alternative Universe di One Piece in cui i personaggi sono i membri della Donquijite Family.
Tra scuola, bambole rotte, cuffie perdute e traslochi vederemo la famiglia più stramba del mondo con occhi diversi!
{Coppie: accenni Hancock/Doflamingo, Rufy/Nami, Baby/Sai, Viola/Law, Sanji/Robin, Bellamy/Mone, Sabo/Koala, Zoro/Kuina, Perona/Mihawk, Rebecca/Cavendish, Margaret/Pen}
Genere: Comico, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Donquijote Family
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Caro Ace,
sono passati sei anni da quando ci hai lasciati per sempre, quella notte... io e Nami ci siamo sposati e ora abbiamo un bellissimo bambino di tre anni che ci fa dannare.
Ricordo quando tu e Sabo litigavate su chi fosse il fratello maggiore, quello che poteva prendere le decisioni importanti ma anche le responsabilità maggiori... beh, essere padre è una grande responsabilità quasi quanto quella del fratello maggiore. Ora come ora mi chiedo come facevate a sopportarmi.
Viola e Law si sono fidanzati tre anni fa e ora meditano di sposarsi ma non è nulla di certo, Nami me l'ha raccontato l'altra sera: a quanto pare Sugar ha origliato la loro conversazione e adesso tutti quanti sanno che Law gli ha regalato un anello prima ancora che lo annunciassero. Spero che non se la prendano troppo quando non saremmo troppo sorpresi della notizia.
Ah, ti ricordi Hancock? Beh, ha fatto carriera come modella ed ora si trova a Water Seven per una sfilata importante, siamo tutti molto felici per lei ma Doflamingo non si è ancora fatto avanti;  Baby l'ha addirittura minacciato con la mitragliatrice ma è irremovibile, vuole aspettare che ritorni. Chissà quando succederà.
La piccola Olvia è cresciuta tanto e va molto d'accordo con mio figlio: per scherzare Robin ha detto che un giorno potrebbero sposarsi e Sanji ha iniziato a sbraitarmi contro inseguendomi col mestolo; non capisco perché se la sia presa con me: mica l'ho detto io!
Tashigi, la figlia di Mihawk, si è affezionata a Zoro tanto da chiamarlo zio e ora si allenano insieme al suo dojo (già, alla fine Zoro lo ha aperto); ha solo sedici anni ma vedessi che fendenti tira! Ha quasi decapitato Chopper che si è rintanato sul tetto per tutta la notte, sapessi le risate!
Con Kuina ci sono continui dissapori, vivono proprio nell'appartamento sopra il nostro e li sentiamo litigare spesso per un motivo o per l'altro, non credo durerà a lungo ma, e credo lo sapessi anche tu, lui ha sempre amato Nami. E' solo perché è il mio migliore amico che non ha interferito nel nostro rapporto e so benissimo che Kuina era solo il suo modo per dimenticarla... mi dispiace molto, lo sai? Zoro è un carissimo ragazzo e si merita una donna che lo ama davvero e che tenga a lui... sono forse un cattivo amico?
Me lo chiedo spesso.

Sabo ha messo su famiglia, si è sposato con Koala pochi mesi fa e si sono sistemati a Baltigo dov'è anche mio padre; lui mi ha invitato a trovarlo ma non ci sono mai andato. Nami dice che dovrebbe conoscere suo nipote e vedere suo figlio ma c'è qualcosa che mi fa rifiutare l'offerta, dopotutto non l'ho mai incontrato in vita mia ed ammetto che l'idea mi spaventa un po'.
Tu cosa avresti fatto se ti si fosse presentata l'opportunità di conoscere Roger?
Ah, già, dimenticavo che tu sei lì con lui adesso e anche la tua mamma... mi piacerebbe conoscerli ed incontrare anche mia madre, se la vedi puoi salutarla da parte mia? Vorrei farle sapere che la penso sempre.
Chi ho dimenticato? Ah, già, la piccola Sugar... beh, non più tanto piccola: ora ha quasi diciotto anni e si è trovata un ragazzo.
L'ha tenuto nascosto a tutti per sei mesi prima che Trébol la beccasse a baciarsi con lui al parco, Doflamingo era fuori di sé: ha sfrattato l'armeria di Baby ed è andato dritto da lui. Abbiamo sudato sette camicie per tenerlo buono e alla fine Sugar l'ha convinto che oramai era grande e doveva farsi una vita. Era giù di morale, povero Dofla, ed ha pianto per due giorni prima di accettarlo in famiglia.
Ma crediamo sia meglio non invitarlo a pranzo per ora.

Ah, già, dimenticavo: sai come ho chiamato mio figlio? Ace. Proprio come te.
Mi manchi fratellone.

Rufy

 

 


Cara mamma,
è strano che io ti scriva, lo so, ma non ho potuto farne a meno. Ultimamente vedo tutti gli amici dello zio sposarsi e avere figli, gioco con loro e vedo l'affetto che le loro madri gli danno, questo mi fa pensare: come si può pensare di abbandonare un figlio?
Ho chiesto a Viola di te molte volte ultimamente ma lei mi sa dire poco, era piccola quando ci hai abbandonate; Baby è l'unica che si ricorda bene di te ma non vuole parlarne mai, Viola mi dice che non ti ha mai perdonato per quello che hai fatto ma io a volte la sento piangere in camera sua: credo che il ricordo di te la rattristi.
Ci vuole molto bene, sai? Si è presa cura di noi finché Doflamingo non ci ha trovate sotto quel ponte, in quella fredda giornata di febbraio; Viola mi ha raccontato tutto, ha detto che è sceso dalla macchina ed è venuto verso di noi, sotto la pioggia, mi ha tolto dalle braccia di Baby e ha detto: "Venite a casa"
Non lo ringrazierò mai abbastanza, ci ha salvato la vita in poche parole. Gli voglio un bene dell'anima. Ma anche agli altri della famiglia che ci hanno aiutato molto.
Non so il motivo per cui ci hai lasciate, per cui hai aspettato di avere me prima di abbandonarci in una casa in rovina e andartene via ma penso che tu abbia avuto le tue buone ragioni altrimenti Baby non sarebbe così triste quando ti nominiamo; neanche Viola capisce: sa forse qualcosa che noi non sappiamo?
Glielo chiederò, prima o poi...un giorno o l'altro ma non ora, è troppo felice con Sai.
Ora però devo andare, mi stanno aspettando.
Ciao mamma, non ti ho mai conosciuto ma credo di volerti bene come te ne vorrebbe qualsiasi figlia.

Sugar

 

Il parco era vuoto, solo le foglie che cadevano dai rami davano segni della poca vita che era rimasta... la vita di un parco solo e abbandonato in un freddo pomeriggio autunnale.
Il tempo passa e non ci se ne accorge nemmeno: un tempo in questo parco, proprio su questa panchina, un gruppo di liceali si sono conosciuti e hanno fatto amicizia, un'amicizia che è durata per anni.
Sempre su questa panchina, pochi anni dopo, una ragazza a cui piacevano i mandarini ne ha conosciuto un altro con la passione per le spade che a sua volta ha incontrato un cuoco donnaiolo e un ragazzotto ingenuo e simpatico... oltre che una donna bella e intelligente.
Su questa panchina, qualche anno fa, mentre guardava il figlio giocare con la madre, il ragazzotto ingenuo e simpatico ha scritto una lettera che ha poi bruciato su quella stessa panchina dove lui e i fratelli giocavano sempre da bambini nella speranza che il fratello scomparso in un incidente d'auto la potesse avere anche se era in un posto in cui lui non poteva arrivare; lo stesso pomeriggio una ragazza allegra e solare ha scritto una lettera alla madre che non ha mai conosciuto poiché morta di leucemia un anno dopo la sua nascita.
Su quella stessa panchina, meno di un anno fa, il ragazzo con la passione per le spade ha trovato l'amore della sua vita.
E adesso, su questa stessa panchina, in mezzo alle foglie rosse, una donna sorride felice al ricordo dei bei momenti passati in quell'unico posto, degli incontri, gli scontri, i pianti e i sorrisi.
Dell'amore, l'odio e l'amicizia provati in compagnia di persone che sono sempre rimaste accanto a lei... e che ora non c'erano più.
Separate dal tempo e dai doveri, tutti in posti differenti e lontani, solo lei era lì a godersi quei momenti di preziosi ricordi.
Boa Hancock era felice di ritrovarsi nel posto a lei più caro, dov'era cominciata tutta la sua vita ma avrebbe preferito essere in compagnia delle persone con le quali era cominciata quella vita.
Si asciugò gli occhi e si alzò, diede un ultima occhiata alla panchina poi si voltò per andarsene ma sapeva di non potere.
"Sapevo di trovarti qui" disse una voce alle sue spalle "Non te ne potresti mai andare via, vero?"
Hancock girò lentamente fino a trovarsi faccia a faccia con l'uomo: "Come potrei?" chiese "Qui ho tutto"
"Proprio tutto?"
La donna abbassò lo sguardo e ci pensò un po' su: "Si, tutto... amici, parenti: cosa mi manca?"
"Me"
Pochi passi e si ritrovarono vicini: "Ci ho pensato e voglio darti una risposta" disse Doflamingo prima di tacere, un silenzio che durò poco ma che sembrò infinitamente lungo "Sarà una cosa seria se tu vuoi che lo sia"
"Questo avrei dovuto dirlo io a te" rispose lei, poi si abbracciarono e il bacio che seguì non lo impedì nessuno.
Ora si, che aveva tutto.

 

Trent'anni prima

Hancock leggeva un libro seduta sulla panchina del parco, si sedeva sempre lì perché era all'ombra di un salice il che era comodo quando faceva caldo, come quell'afosa giornata di maggio.
Leggeva con idifferenza, senza mai alzare gli occhi dal proprio libro sperando di essere un giorno come le protagoniste dei suoi romanzi: belle e impossibili. Era un sogno ovvio quando avevi dei grossi occhiali sul naso e dei fili di ferro che ti ricorprono i denti.
Però fu costretta a distogliere lo sguardo quando un paio di gambe infilate in lunghi pantaloni rossi e neri gli si pararono davanti: "E' libero quel posto?" domandò il biondo con gli occhiali da sole e l'aria sfrontata.
"E' un paese libero" fu la risposta, diffidente, disinteressata. Come risposta ricevette un ghigno.
Una sola frase, un solo sorriso, l'inzio di tutto...

   
 
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