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Autore: darkroxas92    14/10/2015    5 recensioni
E se Harry Potter fosse finito per sbaglio nel mondo di Fairy Tail durante la sua infanzia? E se fosse stato accolto proprio nella gilda numero uno di Fiore? E se un giorno Albus Silente riuscisse a ritracciarlo, chiedendogli di tornare nel suo mondo d’origine? Come si svilupperà la storia del mago più famoso della comunità magica con queste premesse?
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Un po' tutti
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Contesto generale/vago
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56: Pericoli Capitolo 56: Pericoli
Draco Malfoy uscì dal castello, approfittando del buio della notte.
Si diresse verso la Foresta Proibita, addentrandosi al suo interno per un centinaio di metri. Quando fu sicuro di non essere visto da nessuno, tirò fuori una lacrima e la attivò.
“Che succede, Klaun?” Chiese una voce.
“Master, mi duole disturbarla, ma sono venuto a conoscenza di alcune voci che ho ritenuto fosse il caso di riferirle.”
“Parla.”
“Sembra che qualche settimana fa, una professoressa abbia avuto una specie di visione. Inizialmente non l’ho presa sul serio, perché tutti dicevano che parlava a vanvera. Ma… percepisco anch’io qualcosa che non va. Così ho cercato di ottenere più informazioni.”
“E cos’hai scoperto?”
“Sembra che… stia per giungere qui qualcuno dal potere inimmaginabile. Potrebbe essere un segno del risveglio di Zeref?”
“Nah, Zeref è un debole.” Disse una voce, che fece girare Klaun.
Di fronte a lui, una figura incappucciata di nero lo osservava.
“Io sono molto più forte di quel maguncolo da quattro soldi.” Continuò il nuovo arrivato, ridacchiando.
“E tu… chi sei? Sei un amico di Tobi?”
“Tobi?” Ripeté la figura, per poi scoppiare a ridere. “Tu davvero pensi che io sia allo stesso livello di una persona incapace di accettare la realtà? Mi offendi… Draco Malfoy.”
Il mago non disse nulla, limitandosi a disattivare la lacrima, per poi lanciarla poco lontano, sentendola infrangersi a terra.
“Ripeto la domanda: chi sei?”
“Chi sono, eh? Domanda interessante…” Replicò lui. “A dir la verità, ho molti nomi. Dopotutto, mi nominano da molto, molto tempo.”
Klaun alzò le braccia, pronto a combattere.
“Ma, se proprio vuoi un nome… allora puoi chiamarmi Padrone. O Maestro. Suonano bene entrambi.”
“Non sottovalutarmi. Sono molto più forte di quel che sembro.”
“Oh, non lo metto in dubbio. Ma vedi…” Mentre diceva ciò, la figura scomparve, per poi riapparire proprio davanti a Draco, afferrandolo per il collo e sollevandolo.
“Ci sono ben poche persone nell’universo in grado di tenermi testa. E tu non rientri in questo club esclusivo. Anzi, potrei elencarti centinaia di persone in grado di schiacciarti con un solo dito e a occhi chiusi.”
“Q-Questo potere… N-Non è possibile…” Balbettò Klaun, cominciando a sentire l’aria venire meno.
“Questo è solo un misero frammento, nemmeno l’uno per cento, del vero potere della distruzione caotica, come l’hanno chiamata qui.” Rispose la figura, mostrando il suo sorriso. “Ora, se tu m’illuminerai su qualche dubbio che ho su questo mondo, potrei considerare di lasciarti andare via sano e salvo.”
“Tu…”
“Volevi un nome, vero? Bene, soddisferò la tua curiosità.”
La figura buttò a terra Malfoy, per poi abbassarsi e mormorare una frase.
Il volto di Klaun sbiancò ulteriormente. “Tu… Mi prendi in giro… non è possibile!”

~~~~~~~~~~~

Hermione si portò una mano sulla testa.
“Che succede?”
“N-Nulla… solo una fitta… devo aver passato troppo tempo sui libri…”
“È un eufemismo. Stai tenendo passo a tutte le materie, e senza l’aiuto degli occhiali. Per piacere, almeno per studiare e-”
“Te l’ho già detto Lucy, non ho intenzione di scegliere la via più facile.”
“Qui non si tratta di prendere la via più facile. Si tratta di evitare un collasso del tuo corpo!” Esclamò Erza. “Dormi a malapena, e sembri sdoppiarti per seguire le lezioni.”
“Va tutto bene, davvero. Fidatevi di me.”
“Non so proprio come fai… Io so già che faticherò un sacco solo per ricordarmi tutte le parole d’ordine di quel quadro pazzo…” Mormorò Neville.
Infatti, dopo l’attacco di Black, la Signora Grassa si era rifiutata di tornare al suo posto, e l’unico quadro che aveva accetto di sostituirla, per grande sfortuna dei Grifondoro, era stato Sir Cadogan, il quale passava metà del tempo a sfidare la gente a duello e il resto a inventare complicate parole d’ordine che cambiava almeno due volte al giorno.
“Un giorno o l’altro risponderò a una delle sua sfide…” Commentò Natsu.
Le conseguenze tuttavia non si limitarono a quello: non senza proteste da parte di Harry, per lui divenne quasi impossibile muoversi al di fuori di Hogwarts da solo a causa del pericolo che Black rappresentava. Certo, se solo fossero stati a conoscenza delle sue reali capacità, il discorso sarebbe stato diverso, ma non poteva far saltare la copertura.
Oltre a quello, a tutti gli studenti furono fatte diverse domande, nella speranza di riuscire a identificare colui che aveva aiutato il fuggitivo. A causa della luce soffusa delle candele, né Gajil né la Signora Grassa erano stati in grado di identificare il ragazzo.

“Non giocheremo contro Serpeverde.” Disse un giorno Baston alla fine degli allenamenti.
“Che cosa?!” Esclamarono assieme i gemelli.
“È venuto a trovarmi Flitt. Non sono riusciti a trovare un altro Cercatore, e visto che il loro è in punizione… Piton ha firmato per concedergli la proroga. Giocheremo contro Tassorosso.”
“I soliti favoritismi, eh?”
“Sì, ma purtroppo non possiamo farci nulla.” Asserì Baston amaramente. “Abbiamo provato tutte quelle tattiche convinti di incontrare i Serpeverde, e invece sfidiamo i Tassorosso, e il loro stile è totalmente diverso. Hanno un nuovo Capitano e un nuovo Cercatore, Cedric Diggory.”
“Non so perché ti preoccupi, Oliver: i Tassorosso sono una facile preda. L’ultima volta che abbiamo giocato contro di loro, Harry ha preso il Boccino d’Oro dopo cinque minuti, ti ricordi?” Fece George.
“Ma giocavamo in condizioni completamente diverse!” Urlò il Capitano, con gli occhi un po’ sporgenti. “Diggory ha messo su una squadra molto forte! È un ottimo Cercatore! Era proprio quello che temevo, che la prendeste così alla leggera! Non dobbiamo rilassarci! Dobbiamo restare concentrati! I Serpeverde stanno cercando di prenderci in contropiede! Dobbiamo vincere!”
“Oliver, calmati!” Intervenne Fred, un po’ allarmato. “Stiamo prendendo Tassorosso molto sul serio. Davvero.”
“E poi, credimi, Diggory non sarà una preoccupazione.” Aggiunse Harry, indicandosi. “Sono riuscito a resistere al malocchio di Raptor il primo anno, non sarà di certo lui a farmi paura.”

Il giorno prima della partita, il vento prese a ululare e la pioggia cadde più fitta che mai. Era così buio che nei corridoi e nelle classi furono accese torce e lanterne supplementari.
Oliver Baston continuava a correre da Harry ed Erza tra una lezione e l’altra per dargli dei suggerimenti.
La terza volta, Baston li trattenne così a lungo che li fece tardare di dieci minuti per Difesa contro le Arti Oscure, e si allontanarono correndo, con Baston che gli urlava alle spalle: “Diggory è molto veloce a scartare, Harry, quindi dovresti provare col giro della morte…”
“È più fanatico di chiunque altro abbiamo incontrato finora!” Commentò Titania, per poi fermarsi con uno scivolone fuori dalla classe di Difesa contro le Arti Oscure, lasciando che Harry aprisse la porta e sfrecciando dentro assieme.
“Ci scusi, professor Lupin, siamo in ritardo e-”
“La lezione è cominciata dieci minuti fa, quindi suppongo che dovremo togliere venti punti ai Grifondoro. Sedetevi.”
I due alzarono lo sguardo, incrociandolo con quello del professor Piton, che sedeva dietro la cattedra.
“Dov’è il professor Lupin?” Chiese Erza.
“Ha detto che oggi stava troppo male per fare lezione.” Rispose Piton con un sorriso storto. “Credevo di avervi detto di sedervi.”
“Che cos’ha?” Domandò Harry, mentre raggiungevano due posti vuoti.
Gli occhi neri di Piton scintillarono. “Niente di mortale.” Assicurò, con l’aria di desiderare che invece fosse così. “Altri cinque punti in meno per i Grifondoro, e se fate un’altra domanda diventeranno cinquanta.”
I due non obbiettarono oltre e si sedettero.
Piton guardò la classe. “Come dicevo prima che ci interrompessero, il professor Lupin non mi ha lasciato appunti sugli argomenti che avete affrontato finora…”
“Signore, abbiamo fatto i Mollicci, i Berretti Rossi, i Kappa e gli Avvincini.” Elencò Hermione in fretta. “E stavamo per cominciare-“
“Zitta.” Fece Piton, gelido. “Non ti ho chiesto informazioni. Stavo solo commentando la mancanza di organizzazione del professor Lupin…”
“È il miglior insegnante di Difesa contro le Arti Oscure che abbiamo mai avuto!” Esclamò Dean coraggiosamente, accompagnato dal mormorio di approvazione della classe. Piton parve più minaccioso che mai.
“Vi accontentate di poco. Lupin non vi sta certo caricando di lavoro… Saper affrontare i Berretti Rossi e gli Avvincini è roba da primo anno. Oggi parleremo di…”
Harry lo guardò sfogliare il libro di testo fino all’ultimo capitolo, al quale, Piton doveva ben saperlo, non erano ancora arrivati.
“…Lupi Mannari.” Disse il professore di Pozioni, sorridendo.
A quelle parole, Harry, Erza, Gray e Natsu socchiusero gli occhi.
“Ma signore!” Saltò su Hermione senza riuscire a trattenersi. “Non dovremmo fare i Lupi Mannari, non ancora, dobbiamo cominciare i Marciotti e-”
“Signorina Granger.” La interruppe Piton con voce mortalmente calma “Ero convinto di dover essere io a tenere questa lezione, non tu. E io vi dico di andare a pagina 394.” Si guardò intorno. “Tutti! Adesso!”
Con molti sguardi torvi e delusi e qualche mormorio imbronciato, i ragazzi aprirono i libri.
“Chi di voi sa dirmi come si fa a distinguere un Lupo Mannaro da un lupo vero?” Chiese Piton.
“Dall’odore.” Rispose subito Natsu, scocciato. “I Lupi Mannari puzzano anche di uomo.”
“In un modo possibile agli esseri umani, ovviamente.” Commentò freddamente l’insegnante.
Tutti rimasero seduti zitti e immobili; tutti tranne Hermione, la cui mano, come accadeva spesso, scattò in aria.
“Nessuno?” Domandò il docente, ignorando la ragazza, col sorriso storto di prima. “Volete dire che il professor Lupin non vi ha insegnato nemmeno la differenza fondamentale tra-”
“Gliel’abbiamo detto!” Esclamò Gray, sbuffando. “Non siamo ancora arrivati ai Lupi Mannari, inoltre-”
“Silenzio!” Sibilò Piton. “Bene bene bene, non avrei mai pensato di incontrare una classe del terzo anno che non sapesse nemmeno riconoscere un Lupo Mannaro. Mi premurerò di comunicare al professor Silente quanto siete indietro…”
“Signore, con tutto il permesso, vede anche lei che è l’ultimo capitolo del libro.” Osservò Erza. “Forse, se ben mi ricordo come funzionano i libri, significa che va fatto verso la fine, no?”
A quella frase ci furono diverse risate.
“Silenzio!” Ordinò lui. “Vedo che è in vena di fare battute, signorina Scarlett. Vediamo se cambierà idea con altri dieci punti in meno.”
Titania fece per alzarsi, ma sembrò ripensarci.
Nessuno fece un solo rumore durante il resto della lezione. Rimasero seduti a prendere appunti sui Lupi Mannari copiando dal libro, mentre Piton andava su e giù tra i banchi, osservando il lavoro che avevano fatto con il professor Lupin.
“Spiegazione insufficiente… questo è sbagliato, il Kappa si trova più comunemente in Mongolia… Il professor Lupin ti ha dato otto per questa roba? Per me non ti meritavi un tre…”
Quando finalmente suonò la campana, il professore di Pozioni li trattenne.
“Dovete fare un tema su come si riconoscono e si uccidono i Lupi Mannari. Voglio due rotoli di pergamena, e li voglio per lunedì mattina. È ora che qualcuno prenda in pugno questa classe.”
“Per una volta, spero che Luxus o Gajil vengano qui a fargli una visitina… Visto che noi non possiamo fargli nulla.” Mormorò Gray, mentre si allontanavano dall’aula.
“Luxus è il maniaco dei fulmini, giusto?” Chiese Dean, che era dietro di loro. “Quello che ha fulminato Allock lo scorso anno?”
“Sì, proprio lui. Fa piuttosto paura, però credo che nessuno si opporrebbe a lui in questo caso…” Fece Lucy.
Majutsu restò in silenzio.

La mattina dopo Harry si svegliò molto presto, così presto che era ancora buio. Il rombo dei tuoni, l’urto del vento contro i muri del castello e gli scricchiolii lontani degli alberi nella Foresta Proibita gli impedirono di riaddormentarsi. Di lì a poche ore sarebbe stato fuori, sul campo da Quidditch, a combattere nella tempesta. Alla fine rinunciò a dormire, si alzò, si vestì, prese la sua Nimbus Duemila e uscì dal dormitorio senza fare rumore.
Una volta sceso nella Sala Comune, trovò Erza anche lei già con la tuta addosso, che osservava da una finestra l’infuriare della tempesta.
“Neanche tu riesci a dormire?” Domandò Majutsu, lasciando la scopa sul divano e raggiungendola.
“Direi proprio di no. Non ho paura delle tempeste, però… mi ricordo quando ero sull’isola. Nelle caverne si sentivano fin troppo bene, e si moriva dal freddo. E Gerard… lui era sempre lì a incitare tutti a non arrendersi alla paura…”
Il moro non disse nulla, limitandosi a guardare la pioggia sbattere sui vetri.
“Secondo te perché Piton odia così tanto te e il professor Lupin?” Chiese Titania, cambiando argomento.
Harry si limitò ad alzare le spalle. “Beh, la mia ipotesi migliore è che gli ricordiamo qualcuno che odiava. Dieci a uno io gli ricordo mio padre, anche se dubito fortemente di condividere qualcosa con lui a parte l’aspetto.”
“E chi lo sa? Forse sei più simile a lui di quanto credi.”
“Forse sì. Forse no. Purtroppo questa è una domanda che resterà senza risposta. Tutti parlano di lui, ma nessuno dice mai nulla su com’era. Dicono che era bravo a Quidditch e in Trasfigurazione, ma nulla di più. Io? Io sono un mago di Fairy Tail.”
“Il che non è poco.” Ridacchiò Erza.
“Già. E non lo cambierei per nulla al mondo. Probabilmente i miei non approverebbero, però non ho più alcun attaccamento verso questo mondo. La mia casa ormai è Fiore. È lì che vi ho conosciuto.”
Titania restò a guardarlo.
“Lo stesso vale per me. Non potrei mai rinunciare a voi. Ora lo so.”
Harry si portò una mano sulla cicatrice, strofinandola.
“Cerchiamo di non dimenticarlo mai. Ovunque saremo, saremo sempre maghi di Fairy Tail. I maghi più forti di tutti.”

~~~~~~~~~~~

“Dove vai?” Domandò Dudley, osservando Black avvicinarsi al muro per uscire.
“Ho sentito che oggi gioca il Grifondoro. È passato tanto tempo dall’ultima volta che l’ho visto giocare.”
“Quindi tu vorresti uscire fuori per un gioco? E io cosa dovrei fare?!”
“Continua a studiare. Ormai hai recuperato le nozioni principali del primo anno, no?”
“E perché dovrei farlo?! Ti aiuterò, te l’ho detto, ma dopo non voglio aver più niente a che fare con la magia!”
Sirius si voltò a guardarlo. “Perché la odi così tanto?”
“Lo sai anche tu. È il motivo per cui mi tieni sotto ricatto.”
“Non è solo per i tuoi genitori. Il tuo odio è radicato dentro di te in maniera totale. È qualcosa di più profondo, vero?”
“Non sono affari tuoi.”
Black sospirò. “Una volta una persona molto importante mi fece capire che non bisogna mai arrendersi. Probabilmente è anche grazie a quello che ho resistito dodici anni in quell’inferno.”
“Chi era? Sempre Silente?”
Il fuggitivo ridacchiò. “No, non era Silente. Era una persona ancora più importante di lui. Chissà, forse un giorno la conoscerai anche tu… Anche se prima lo colpirò con un bel pugno.”
Dudley restò in silenzio, per poi voltarsi.
“Fa’ come vuoi. Se ti prendono, sappi che me ne andrò senza aiutarti.”
“Okay, okay, lo terrò presente.” Rispose l’altro ridendo.

~~~~~~~~~~~

Qualche ora dopo, la squadra s’infilò la divisa scarlatta e attese che Baston facesse il solito discorsetto d’incoraggiamento pre-partita, ma il discorso non venne. Oliver cercò più volte di prendere la parola, emise uno strano singulto, poi scosse la testa sfiduciato e fece loro cenno di seguirlo.
Il vento era cosi forte che entrando in campo barcollarono. Se la folla applaudì, non la sentirono: ogni altro rumore era sovrastato dai tuoni.
I Tassorosso avanzavano dall’altra parte del campo, nelle loro divise giallo canarino. I Capitani si diressero uno verso l’altro e si strinsero la mano; Diggory sorrise a Baston, ma Baston sembrava avere la mascella paralizzata e fece appena un cenno. Harry vide le labbra di Madama Bumb scandire le parole ‘In sella alle scope’; estrasse il piede destro dal fango con uno schiocco e montò sulla Nimbus Duemila. Madama Bumb si portò il fischietto alle labbra e ne trasse un fischio penetrante e lontano. La partita era cominciata.
Majutsu decollò rapido, ma la sua scopa oscillava leggermente per via del vento. Cercò di tenerla più dritta che poté, strizzando gli occhi per vedere nella pioggia.
Di lì a cinque minuti erano tutti bagnati fradici e congelati, e riuscivano a stento a vedersi a vicenda.
Harry volò avanti e indietro per il campo, rincorrendo sagome sfocate rosse e gialle, senza avere idea di cosa stesse succedendo. Non sentiva i commenti, con quel vento. La folla era nascosta sotto un mare di mantelli e ombrelli malconci.
Perse il senso del tempo. Tenere dritto il manico di scopa divenne sempre più difficile. Il cielo s’incupiva, come se la notte avesse deciso di arrivare in anticipo.
Con il primo lampo arrivò anche il suono del fischietto di Madama Bumb. Harry intravide nella pioggia la sagoma di Baston che gli faceva cenno di scendere. Tutta la squadra atterrò schizzando nel fango.
“Ho chiesto un time out!” Ruggì Baston. “Venite qui sotto…”
Si strinsero al bordo del campo sotto un grosso ombrello.
“A quanto siamo?” Chiese Potter.
“Cinquanta a zero per noi.” Rispose il Capitano. “Ma se non prendiamo in fretta il Boccino, giocheremo al buio!”
“Non è così facile!” Replicò il Cercatore. “Con questa pioggia è quasi impossibile vedere!”
“Lo so, ma devi riuscirci!”
Il time out finì, e tutti dovettero tornare in volo.
Majutsu spinse la scopa nell’aria turbolenta, cercando il Boccino in tutte le direzioni, evitando un Bolide, tuffandosi sotto Diggory che filava nella direzione opposta…
Si udì un altro tuono, seguito immediatamente da un fulmine a zigzag. Il gioco era sempre più pericoloso.
Si voltò, deciso a tornare verso il centro del campo, ma in quell'istante un altro lampo illuminò le tribune, e Harry vide qualcosa che lo sorprese: la sagoma di un enorme cane nero dal pelo ispido, stagliata nettamente contro il cielo, immobile nella vuota fila di sedili più in alto.
Le mani infreddolite di Majutsu scivolarono sul manico di scopa e la sua Nimbus scese di alcuni metri. Scuotendosi via dagli occhi la frangia inzuppata, Harry guardò di nuovo verso la tribuna. Il cane era sparito.
“Okay, ora comincio ad avere le visioni…” Mormorò.
“Harry!” Arrivò l’urlo angosciato di Baston. “Harry, dietro di te!”
Potter si girò subito: Cedric Diggory filava su per il campo, e un minuscolo frammento d’oro brillava nell’aria gonfia di pioggia che li separava.
Harry si appiattì subito sul manico di scopa e filò verso il Boccino. “Dai!” Urlò alla sua Nimbus, mentre la pioggia gli schiaffeggiava il volto. “Più veloce!”
Ma in quel momento successe qualcosa di strano. Un silenzio lugubre cadde sullo stadio. Il vento, benché più forte che mai, non ruggiva più. Era come se qualcuno avesse spento l’audio, come se Harry fosse diventato sordo all’improvviso.
“Che cosa succede?” Si chiese.
E poi un’ondata di gelo orribilmente familiare si abbatté su di lui e lo invase, mentre Harry cominciava a distinguere qualcosa che si muoveva laggiù sul campo.
Prima di avere il tempo di riflettere, il moro distolse lo sguardo dal Boccino e guardò in basso.
Sotto c’erano almeno un centinaio di Dissennatori, con le teste incappucciate rivolte verso di lui. Fu come se il suo petto si riempisse di acqua gelata.
“Mer… da…” Riuscì a dire prima di sentire la presa sulla scopa venire meno, assieme ai suoi sensi.
E poi lo udì di nuovo… qualcuno gridava, gridava dentro la sua testa… una donna…
“No! Harry no, ti prego!”
“Spostati, stupida! Spostati!”
“Harry no! Prendi me piuttosto, uccidi me, ma non Harry!”
Harry cadde, cadde nella nebbiolina ghiacciata.
“Non Harry! Ti prego… per favore… lui no!”
Una voce penetrante rideva, la donna gridava, e Majutsu non capì più nulla.

“Per fortuna il terreno era molle.”
“Credevo che fosse morto.”
Harry sentiva un mormorio di voci, ma non avevano alcun senso. Non aveva idea di dove fosse, o di come ci fosse arrivato, o di cosa avesse fatto prima. Tutto quello che sapeva era che aveva male dappertutto, come se qualcuno l’avesse picchiato.
“È la cosa più spaventosa che abbia mai visto.”
Spaventosa… la cosa più spaventosa… nere figure incappucciate… freddo… grida…
Harry spalancò gli occhi. Era in infermeria. La squadra di Quidditch dei Grifondoro, schizzata di fango da capo a piedi, era riunita attorno al suo letto. C’erano anche gli altri suoi amici, con l’aria di essere appena usciti da una piscina.
“Harry!” Esclamò Fred, pallidissimo sotto lo strato di fango. “Come ti senti?”
Era come se la memoria di Harry avesse premuto il tasto di avanzamento veloce. I lampi… Il cane… il Boccino… e i Dissennatori.
“Che cosa è successo?” Chiese, rizzandosi a sedere così di colpo che tutti rimasero a bocca aperta.
“Sei caduto.” Spiegò Erza. “Da almeno… quindici metri.”
“E… la partita?” Domandò lui. “Che cosa è successo? È stata sospesa?”
Nessuno disse nulla.
“Abbiamo perso, vero?”
“Diggory ha preso il Boccino.” Rispose George. “Dopo che sei caduto. Non si è accorto di quello che era successo. Quando si è guardato indietro e ti ha visto per terra, ha cercato di far sospendere la partita. Voleva che rigiocassimo. Ma hanno vinto lealmente… l’ha ammesso anche Baston.”
“E adesso dov’è Oliver?” Chiese Harry, notando solo allora la sua assenza.
“È alle docce.” Disse Fred. “Crediamo che stia tentando di annegarsi.”
“Forse dovremmo chiamare qui Juvia.” Aggiunse il fratello, cercando di tirare tutti su di morale.
“Dannazione!” Esclamò Majutsu, portandosi le mani nei capelli. “È tutta colpa mia…”
“Non è ancora finita.” Fece Lucy. “Abbiamo perso per cento punti, no? Quindi se Tassorosso perde con Corvonero e voi battete Corvonero e Serpeverde-”
“Tassorosso dovrebbe andar sotto di almeno duecento punti.” La interruppe Alicia.
“Ma se battono Corvonero-”
“Impossibile, i Corvonero sono troppo bravi, ma se Serpeverde perde contro Tassorosso…”
“Dipende tutto dal punteggio… un margine di cento punti, in più o in meno…”
Harry rimase disteso, in silenzio.
Dopo una decina di minuti, Madama Chips venne a dire alla squadra di lasciarlo in pace.
“Non buttarti giù, ogni tanto capita a tutti di perdere.” Disse Natsu, che era rimasto assieme agli altri di Fairy Tail.
“Chi altri è svenuto?” Chiese Majutsu, guardandolo.
Salamander restò in silenzio.
“Solo tu questa volta. Ma anche Erza ha faticato a restare in volo. I Dissennatori… sembravano avercela solo con te.”
“Capisco.” Si limitò a dire il moro.
“Silente era arrabbiatissimo.” Intervenne Hermione con voce tremula. “Non l’avevo mai visto così. È corso in campo mentre cadevi, ha agitato la bacchetta e tu hai rallentato la caduta. Poi ha puntato la bacchetta contro i Dissennatori e gli ha spedito contro una roba d’argento. Se ne sono andati subito… Era su tutte le furie perché erano entrati, l’abbiamo sentito…”
“Ora capisco perché va d’accordo con il Master, sanno fare entrambi paura quando è il caso…” Commentò Gray.
“Poi ha fatto apparire una barella e ti ci ha fatto salire con un incantesimo.” Continuò Ron. “Ed è tornato a scuola con te che ci galleggiavi sopra. Tutti credevano che fossi…”
“Morto, eh?” Concluse per lui Majutsu, per poi sospirare. “Beh, fortunatamente, ci vuole molto di più per eliminarmi. Anche se…”
Lasciò cadere il discorso. Era il secondo anno consecutivo che sentiva delle voci nella sua testa, ma questa volta sembrava non avere a che fare con dei vecchi e spaventosi serpenti giganti.
Inoltre, la voce di quella donna chiamava lui.
Solo allora Harry comprese. Quella voce… l’aveva sentita solo qualche mese prima.
“Qualcuno ha preso la mia Nimbus?” Domandò, cercando di non pensarci.
Ma si rese conto subito di aver fatto la domanda sbagliata.
“E-Ecco… Aye, come dire…”
“Nessuno è riuscito a prenderla?”
“Beh… quando sei caduto, è stata spazzata via dal vento.” Mormorò Neville, esitante.
“E poi?”
“E poi… è finita… è finita… sul Platano Picchiatore.”
Harry spalancò gli occhi. Il Platano Picchiatore era un albero molto violento che si trovava nel bel mezzo del cortile, isolato.
“E poi?” Chiese, temendo la risposta.
“Beh… Te lo abbiamo detto, no, com’è il Platano Picchiatore.” Fece Gray. “Non gli piace essere colpito.”
“Il professor Vitious l’ha riportata indietro poco prima che ti svegliassi.” Disse Hermione con una vocina piccola piccola.
Lentamente, si chinò per prendere una borsa ai suoi piedi, la rovesciò e fece cadere sul letto dei pezzetti di legno e saggina scheggiati e spezzati, i soli resti del manico di scopa di Harry, definitivamente distrutto.

~~~~~~~~~~~

Un ragazzo spalancò gli occhi, mettendosi seduto sul letto dove stava riposando.
“Che succede?” Domandò una voce, proveniente dal letto affianco al suo, dove c’era una ragazza seduta, impegnata a leggere un vecchio libro.
“Non lo so… ho appena avuto una strana sensazione…” Rispose lui.
“Direi nulla di strano allora, vista la nostra situazione.”
“No, era diverso… Come se qualcuno ci stesse chiamando.”
La ragazza lo guardò. “Pensi sia tuo-”
“No, no. Era qualcuno che conosco… ma allo stesso tempo non mi sembrava familiare.”
“Non è che visto che ci troviamo qui, percepisci qualcosa che al momento non c’è?”
Il ragazzo scosse la testa. “Era qualcosa di forte. Sembrava quasi una richiesta d’aiuto… Com’è possibile che non riesca a capirlo? Dovrebbe essermi tutto chiaro!”
“Forse era un sogno.”
“E se non lo fosse?”
“Non possiamo comunque permetterci di andare alla cieca. Potrebbe essere molto pericoloso. Se dovessimo venire attirati in una trappola, potrebbe costare caro a qualcun altro.”
Il ragazzo annuì.
“È vero, ma se la richiesta è vera, allora non possiamo abbandonare nemmeno chi l’ha fatta. Senza considerare che se è riuscito a raggiungermi, significa che dev’essere più potente del normale. Forse è uno di loro. Dopotutto, è da un po’ che non li sentiamo.”
La ragazza sospirò. “Immagino che adesso andrai a dire di fare una piccola deviazione, vero?” Chiese, vedendo il compagno alzarsi.
“Visto dove siamo, direi che non è una cosa impossibile. E sono sicuro che anche lui sarà d’accordo.”




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E finalmente eccomi qui con il nuovo capitolo!
Scusatemi per il ritardo, ma ho avuto diversi impegni e imprevvisti... ma ora ci sono! Questa storia non si bloccherà, tranquilli ù.ù
Dunque... i misteri aumentano, e il momento della loro risoluzione si avvicina... Che cosa aspetta Harry e gli altri?
Questo e altro nel prossimo capitolo!
Concludo chiedendovi scusa per non essere riuscito a rispondere alle recensioni... rimedierò in questo capitolo!
   
 
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