Kiku, a volte, si sedeva sul pavimento ligneo del soggiorno di casa Karpusi e aspettava.

Nel corso di un minuto un micio dal pelo bianco e nero spuntava dallo schienale del divano e si avvicinava al moro con dei passi leggeri quanto le creste di fumo che s'attorcigliavano attorno alla figura di Heracles - sdraiato sul divano come se fosse su un triclinium.

Il greco li guardava sempre con estrema attenzione. Amava osservare il musetto del micio e la sua espressione felice mentre si strofinava contro il viso candido di Kiku, che sorrideva con una genuinità e naturalezza che Grecia invidiava.

«Ehi, Lucio.» Sussurrava Kiku, accarezzando il muso del felino che, con una profusione estrema di fusa, arricciava la lunga coda nera e con essa esprimeva una gioia incrollabile. «Lo sai che sei proprio affettuoso?» Rise dolcemente, naso contro naso, mentre il gatto socchiudeva gli occhi per la serenità.

Infine Kiku si alzava da terra, sorridendo appena anche a Grecia.

«Sembri la sua mamma.»

«C-cosa?»

«Come il suo capobranco, anche se i gatti non stanno in branco.» ripetè Heracles.

«N-no, assolutamente!»

«Ti dico di sì.»

Il micio miagolò per far sentire la propria voce in capitolo.

Rosso fino all'ultima ciocca dei capelli, Giappone si rifugiò in cucina, nella speranza di ritrovare la calma e la compostezza dietro una tazza di tè.

Rimasero Heracles e il micio a guardarsi negli occhi.

«Guarda che lui è la tua mamma, capito? Non farlo arrabbiare!»

Il gatto, facendo le fusa, sembrò quasi annuire.

«Heracles, guarda che ti sento, da qui!»

Tra Kiku e Lucio c'è una complicità a cui non arriverò mai, si disse, sospirando. Quel micio non s'è mai fidato completamente neanche di me.

E invece Kiku ce l'ha fatta.

Heracles guardò il micio trotterellare verso la cucina con la coda morbidamente ondulata, alla ricerca del giapponese.

Dal divano vide Lucio avvicinarsi al tavolo della stanza, e qualche secondo dopo apparve, nel suo campo visivo, anche Kiku, che si stese nuovamente per terra, avvicinando il viso al pavimento.

Il gatto, confidando nel simbolo che quel gesto aveva, s'era appropinquato a Giappone, strofinando ancora una volta il muso contro la pelle pallida di Kiku.

Heracles si sentì estraneo a quella complicità, ma al contempo provò una piacevole familiarità. Si sarebbe potuto abituare a Kiku in casa sua, viso a muso con Lucio.

Note Autrice:

Shot scritta una vita fa, credo quattro o cinque anni fa. L’ho ritrovata, ricontrollata, ma non rimaneggiata. Avrei dovuto pubblicarla allora ma per alcuni motivi non l’ho fatto. Avendola rivista ed essedomi ricordata il motivo per cui l’avevo scritta, ho preferito lasciarla così. Ho solo dovuto scegliere il nome del micio, Lucio: nome che mi ricorda uno dei miei autori greci preferiti, cioè Luciano di Samosata. Amo la sua Storia Vera.

Chiudo a distanza di anni questa raccolta.

Spero vi abbia divertito o emozionato, in qualche modo!

claws_Jo