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Autore: Astrea9993    16/10/2015    1 recensioni
"Sei uno stronzo!" Sbottò Elizabeth arrabbiata mentre, una volta riacquistato l'equilibrio, si scrollava le sue mani di dosso.
"Quali soavi toni escono dalle tue labbra!" Continuò a canzonarla Fred.
"al diavolo!" rincarò la dose lei nell'alzarsi in piedi, decisa ad andarsene.
"aspetta!" la richiamò Fred nell'afferrarla per un braccio e nello spingerla a voltarsi nuovamente verso di lui, lo sguardo che si posò su Fred era lampeggiante, carico di ira.
"Perché?" chiese lei "perché diavolo hai dovuto intromettesti nella mia vita?!" sbottò lei.
"Non mi andava di vedere quell'idiota di Pucey sparare cazzate senza che tu reagissi! Per quanto tu sia odiosa ed irritante sei sempre una ragazza dannazione! Ed io odio vedere le ragazze piangere!"
Ormai Fred l'aveva lasciata andare e lui ed Elizabeth si fronteggiavano, entrambi in piedi ed entrambi arrabbiati anche se, di preciso, non ricordavano neppure per quale ragione fossero arrabbiati.
"Io non piango Weasley! esclamò Elizabeth, era la prima volta che Fred la vedeva così arrabbiata e soprattutto così spontanea, priva di qual si voglia barriera.
"Dentro di te stavi piangendo."
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred, Weasley, George, Weasley, Nuovo, personaggio, Serpeverde
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
- Questa storia fa parte della serie 'Elizabeth Black'
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Di Quidditch, incontri, scontri, muco di vermicolo e piovre giganti.
 
 

"Ma io ho un permesso speciale del professor Piton. Il sottoscritto, professor S. Piton, autorizza la squadra del Serpeverde ad allenarsi oggi sul campo di Quidditch per l'istruzione del nuovo Cercatore".
 
A Fred era bastato sentire quelle parole e scrutare il volto indecifrabile di Elizabeth per capire che di certo era stata lei a parlare con Piton come era altrettanto certo che fosse stata lei a decidere di prenotare il campo da Quidditch a quell'orario a dir poco folle.
Ormai Fred aveva compreso che, quando le cose si facevano fastidiose e complicate era sempre e comunque colpa di Elizabeth Withe ma di certo, per lo meno in quel momento, il rapido sorriso che per un istante lei gli aveva rivolto doveva essere un indizio sufficiente a fargli capire che si, dietro ai suoi guai c'era il suo zampino.
Per un istante Fred si soffermò a soppesare l'esile figura di Elizabeth, ovviamente lei non faceva parte della squadra di Serpeverde, in quella squadra non vi erano ragazze, inoltre a giudicare dalle lezioni di volo tenutesi al loro primo anno, dubitava che lei fosse in grado di cavalcare un manico di scopa, non che l'idea di Elizabeth che si sfracellava al suolo a cavallo di una scopa gli dispiacesse, anzi, sarebbe stato interessante vedere se, almeno in quell'istante, la ragazza avrebbe abbandonato quella fastidiosa aria di superba indifferenza...
Ad ogni modo, nonostante non fosse un membro ufficiale della squadra di fatto era Elizabeth ad occuparsi di prenotare il campo da Quidditch, di fissare gli allenamenti e, in sostanza, di curare le strategie di gioco, per cui appariva naturale che in quel momento lei fosse li, intenta a fronteggiare silenziosamente Baston ed il resto dei Grifondoro.
In quell'istante Fred si rese conto che, distratto com'era a scrutare Elizabeth si era lasciato sfuggire un dettaglio piuttosto importante: Serpeverde aveva un nuovo cercatore.
Distrattamente Fred puntò lo sguardo sul nuovo cercatore: era piuttosto mingherlino, aveva un viso pallido e appuntito ed un sorriso gongolante.
Sarebbe stato un piace abbatterlo a suo di bolidi.
 
"non sei per caso il figlio di Lucius Malfoy?" chiese nello scrutare il ragazzo con aria disgustata.
 
Era rincuorante sapere che, a giudicare da quella lieve rigidità nel modo in cui serrava la mascella neppure Elizabeth era felice del nuovo acquisto della sua squadra.
Fred dubitava che qualcun altro avesse colto il fastidio di Elizabeth ma lui la conosceva ormai da troppo per non cogliere certi dettagli, i dettagli erano fondamentali, era grazie ai dettagli che Elizabeth riusciva a distinguere lui e George ed era grazie all'attenzione ai dettagli che lui ed il gemello avevano scambiato tra loro le etichette che contrassegnavano gli ingredienti per le pozioni della ragazza, sorridendo Fred si disse che non aveva mai atteso con una tale gioia una lezione di Piton, specie dato che queste si tenevano proprio con i Serpeverde... aveva scommesso tre galeoni che il calderone di Elizabeth sarebbe esploso...
 
"strano che tu nomini il padre di Draco"
 
Aveva iniziato Flitt e, ripensandoci, forse era stato allora che Fred aveva compreso che la situazione sarebbe presto precipitata perché, se già di per se un incontro ravvicinato tra Serpeverde e Grifondoro non era una buona idea il tutto diventava ancora più pericoloso se a contrapporsi erano le due squadre di Quidditch, se poi tra i membri delle rispettive squadre vi erano da un lato Fred e George Weasley ed Harry Potter e dall'altro Elizabeth White e Draco Malfoy be' di certo sarebbe bastato molto poco a far scoppiare la seconda guerra magica ma, se poi Flitt nominava pure Lucius Malfoy e iniziava a vantarsi delle nuove scope che quel mangiamorte aveva gentilmente donato a Serpeverde... Be' il disastro era davvero imminente, non che la cosa dispiacesse a Fred poi così tanto...
Trasfigurare Flitt nello scimmione che era sarebbe stato piuttosto divertente... 
"smettetela di vantarvi delle vostre scope ed iniziamo gli allenamenti." intervenne Elizabeth, il tono gelido e visibilmente più annoiato del solito, lei odiava perdere tempo con quelle stupide dispute tra case, faceva un' eccezione alla regola unicamente quando si tratta di prendersela con lui o George e, a dire la verità, quelli erano tra i rari momenti in cui sembrava che Elizabeth si stesse davvero divertendo, l'unico problema era che, ultimamente, i suoi schiantesimi stavano migliorando... "per quanto una buona scopa aiuti ciò che determina davvero la vittoria non è un manico di scopa ma la bravura del giocatore ed io voglio vincere" soggiunse poi Elizabeth.
"e tu che ne sai?!" intervenne Malfoy piccato proprio mentre Ron ed Hermione raggiungevano la squadra giusto in tempo per udire le parole di Elizabeth ed intuire quale fosse il problema.
"nulla ma mi pare che, al momento, anche tu abbia tutto da dimostrare, nuovo cercatore." replicò lei calcando volutamente sulla parola "nuovo".
Indubbiamente contraddire Elizabeth non era molto intelligente, c'era un motivo se lei era la regina di ghiaccio e, che le persone l'amassero o la odiassero erano in pochi ad opporsi a lei ma, evidentemente, Malfoy non era sufficientemente intelligente.
Dal canto suo Elizabeth si limitava a fissare quello che le appariva come un semplice bambino viziato e capriccioso con un misto di compassionevole indulgenza.
E poi la situazione precipitò definitivamente.
 
"Ma non è detto che anche la squadra dei Grifondoro non riesca a mettere insieme un po' di soldi per comprarsi delle scope nuove. Se mettono all'asta quelle vecchie carrette della Scopalinda Cinque, vedrete che qualche museo pagherà per averle".
 
Aveva detto Malfoy nello scrutare le scope di Fred e George.
Indubbiamente Malfoy non sapeva come replicare alle parole di Elizabeth ma testardo ed orgoglioso com'era non poteva accettare di ritirarsi di buon grado per cui aveva ripreso a vantarsi della propria scopa, questo Fred lo sapeva bene ma questo non diminuiva la voglia che aveva di spaccare la faccia a quella viscida serpe...
E poi era intervenuta Hermione.
 
"per lo meno, nessuno della squadra del Grifondoro si è dovuto comprare l'ammissione. Loro sono stati scelti per il talento."
 
Ovviamente se Malfoy riusciva in qualche modo a tollerare le parole di Elizabeth era impossibile che sopportasse le critiche di Hermione...
 
"Nessuno ha chiesto il tuo parere, sudicia sanguesporco".
 
Fu un istante.
Fred e George si scagliarono verso Malfoy mentre Flitt si parava davanti al giovane cercatore ma, prima che potessero anche solo sfiorare uno dei due Serpeverde, i gemelli si scontrarono con un incantesimo scudo, istintivamente Fred volse gli occhi ad Elizabeth, la ragazza, composta come sempre, teneva la bacchetta stretta tra le mani.
Per un attimo Fred provò una rabbia incontrollata nei confronti della ragazza: come poteva restare li impassibile e proteggere i suoi stupidi amichetti Serpeverde dopo quello che Malfoy aveva detto?!
Avrebbe voluto afferrarla, scuoterla, ma prima che potesse solo pensare di agire la situazione precipitò ulteriormente.
Distratta dall'intensità dello sguardo di Fred, Elizabeth doveva aver arrestato la durata dell'incantesimo, fu quello il momento in cui Ron, dopo aver minacciato Malfoy, estrasse la bacchetta e la puntò contro di lui e, ancora prima che Elizabeth potesse solo pensare di intervenire, Ron era già a terra, colpito da un fascio verde proveniente dalla sua stessa bacchetta...
 
A quel punto tutto si era fatto piuttosto disgustoso: sotto gli sguardi divertiti dei Serpeverde Ron aveva iniziato a vomitare lumache.
Solo Elizabeth non rideva, anzi, Fred se ne rendeva conto solo ora, doveva essere molto arrabbiata.
Lo sguardo tagliente della ragazza saettò sui compagni di squadra per poi soffermarsi su   Adrian Pucey, il ragazzo non era piegato in due dalle risate come Malfoy o Flitt ma sembrava trovare anche lui lo spettacolo piuttosto divertente.
In un istante lo sguardo d'ebano della ragazza parve farsi, se possibile, ancora più duro.
Se Fred non ricordava male era all'incirca dall'anno prima che Pucey ed Elizabeth uscivano assieme ma quel comportamento era qualcosa che lei non poteva assolutamente tollerare.
"Siete davvero patetici, tutti, dal primo all'ultimo." sentenziò nello scrutare i membri della sua casa.
Improvvisamente ai Serpeverde stava passando la voglia di ridere, inutile dire che Pucey appariva il meno divertito di tutti.
"Queen!" cercò di richiamarla Pucey ma ormai Elizabeth gli aveva già dato le spalle e, nell'aiutare Harry ed Hermione a sorreggere Ron, li stava accompagnando fino alla capanna di Hagrid nella speranza che, il mezzo gigante, potesse in qualche modo aiutare Ron.
Era difficile a dirsi eppure, guardando la schiena dritta ed il portamento fiero di Elizabeth, Fred aveva la sensazione che soffrisse.
 
 
 
*****
 
 
 
"Si, tra me ed Elizabeth White non c'è assolutamente nulla, certo, è stato divertente finché è durato ma, in fin dei conti, lei è solo una Mezzosangue di cui, oltretutto, si ignorano le origini."
Erano già passati quattro giorni dall'incidente al campo da Quidditch e, da allora, Adrian Pucey andava diffondendo quelle stronzate su come LUI avesse scaricato Elizabeth.
Si, indubbiamente Elizabeth non era una purosangue e si, non sapeva chi fosse suo padre.
Sua madre, quando si parlava di questo argomento, era molto reticente e tutto ciò che aveva detto alla figlia era che suo padre fosse morto ma, la madre di Elizabeth, non era altri che Antonella White, l'unica Babbana ad aver avuto l'onore di frequentare Hogwarts, eroina della prima guerra magica addestrata da Alastor Moody che aveva sfidato innumerevoli volte Voldemort e che aveva contribuito alla cattura di molti maghi oscuri.
Antonella White era una leggenda ed Elizabeth non aveva niente da invidiare a nessuno.
Elizabeth non era una purosangue ma i suoi modi erano quasi aristocratici e, qualunque cosa facesse, era attorniata da un alone di distratta eleganza.
Nessuna viziata purosangue poteva competere con lei, la regina di ghiaccio.
Eppure, in quei giorni, se da un lato Fred provava l'irrefrenabile desiderio di affatturare Pucey non poteva fare a meno di essere adirato anche con Elizabeth che lasciava che quello stronzo diffondesse tutte quelle frottole senza reagire.
Elizabeth non si faceva problemi a schiantare lui e George o ad inserire del pus di bubotubero nei loro panini ma, per qualche strana ragione, esitava ad affrontare Adrian Pucey.
Per l'ennesima volta Fred si ritrovò a scrutare con astio Pucey che ridacchiava attorniato da un gruppo di ragazze di Serpeverde che, molto probabilmente, trovavano più alettante l'idea di fare un dispetto alla regina che altro.
L'idiota era in piedi proprio vicino all'ingresso della sala grande rendendo difficile il passaggio agli altri studenti e, come se già di per se la cosa non fosse irritante, il Serpeverde continuava a sottolineare come Elizabeth non fosse alla sua altezza.
Quanto avrebbe voluto cancellargli quel sorriso dalla faccia a suon di pugni.
Fred non amava Elizabeth, anzi, la trovava incredibilmente irritante e fastidiosa ma nessuno, a parte lui e George, poteva prendersi gioco di lei.
E poi ecco apparire Elizabeth, proprio quando Pucey stava dicendo ad una biondina quanto lei fosse più bella di Lizzie.
Probabilmente, al posto di Elizabeth, molte ragazze si sarebbero arrabbiate o magari sarebbero scoppiate a piangere ma non lei, c'era un motivo se lei era la regina di ghiaccio.
Ed infatti Elizabeth si limitò ad attraversare l'ingresso della sala grande con la consueta lentezza, la ragazza non aveva fatto nulla di particolare ma la sua presenza era bastata a spingere il gruppetto al silenzio, un silenzio carico di tensione.
Elizabeth continuò ad avanzare, limitandosi a scrutare Pucey un' ultima volta negli occhi, un sorriso a piegarle le labbra e, quel sorriso, era peggiore di molte minacce.
Eppure a Fred non bastava.
Avrebbe voluto far ingoiare a quell'idiota tutte le sue menzogne.
"Non fare niente." Giunse una voce a richiamarlo alla realtà.
Ecco Daphne Greengrass, la fedele compagna di Elizabeth.
Se la prima era il gelido vento invernale, la seconda era una calda brezza estiva.
Erano come la notte ed il giorno, affascinanti e diversissime.
"Che cosa non dovrei fare?!" Chiese Fred nell'inarcare un sopracciglio, Daphne era molto più solare di Elizabeth ma, in fondo in fondo, restavano due viscide serpi e lui non si fidava di nessuna delle due.
"Lascia stare Pucey." Disse la giovane Serpeverde in un sospiro "è da quando sei entrato in sala grande che lo scruti come fosse un vermicolo che muori la voglia di schiacciare."
"Si, credo che la metafora sia davvero calzante!" Convenne Fred divertito mentre George, accanto a lui, ridacchiava ma, a dispetto dell'apparente ilarità, l'attenzione era tutta per Daphne, in fin dei conti era raro che una Serpeverde si avvicinasse al tavolo di Grifondoro, ancora più raro che lo facesse con intenzioni amichevoli.
"Ad ogni modo" continuò Daphne infastidita dall'interruzione "Queen sa badare a se stessa e non ha bisogno del tuo intervento, Weasley."
"Ed io non ho alcuna intenzione di immischiarmi in affari che non mi riguardano." Sbottò Fred scocciato "credevo che, ormai, l'intera Hogwarts se ne fosse resa conto ma, qualora così non fosse, sono lieto di informarti che io non sopporto Elizabeth White."
"E lei non sopporta voi, ma ha comunque evitato che vi cacciaste nei guai picchiando quell'idiota di Malfoy."
A quanto pareva ora, lui e George, erano pure in debito con Elizabeth, si disse Fred mentre osservava la Greengrass allontanarsi.
 
 
 
*****
 
 
 
Era mattina e, come ogni mattina, Elizabeth White era se possibile più schiva e di cattivo umore del solito.
Era ormai da quattro anni che tutti, compresa la sua amica Daphne Greengrass, erano consapevoli del fatto che, fino a quando Elizabeth non avesse trangugiato la sua dose quotidiana di teina non fosse saggio avvicinarlesi.
Solo uno stupido, o uno dei gemelli Weasley, avrebbe molestato Elizabeth a quell'ora del giorno.
E poi, all'improvviso, ecco piombare dal soffitto della sala grande una miriade di volantini.
immediatamente gli studenti, a prescindere dalla casa di appartenenza, si alzarono in piedi nel tentativo di afferrare incuriositi i volantini che continuavano a precipitare dall'alto mentre Elizabeth... Be' lei voleva solo bere il suo tè in santa pace ma, disgraziatamente, un volantino aveva finito con l'inzupparsi nella sua tazza.
Fu in quell'istante che Elizabeth ne fu certa: quella giornata sarebbe stata pessima.
Sbuffando annoiata si spostò una ciocca di capelli dal volto per poi afferrare un volantino e apprestarsi a scoprire quale fosse la causa di tanto clamore.
Trattenendo a stento la sorpresa Elizabeth si apprestò a leggere il testo del volantino sul quale capeggiava il volto di Adrian Pucey, la foto doveva essere stata ritoccata magicamente ed ora il volto del ragazzo appariva pieno di pustole.
 
"Attenzione! Ad Hogwarts si è diffusa una grave epidemia di Siffolide!" recitava il testo "il vostro ragazzo è un vigliacco senza spina dorsale?! Sembra sia stato improvvisamente privato di ogni forma di gusto estetico (o forse della vista)?!" continuava poi nell'inserire, accanto a quest'ultimo punto, una foto di un Adrian Pucey intento a provarci con una sciacquetta di Serpeverde.
"è un bugiardo patologico?! Qualora tutti questi sintomi dovessero sussistere vi consigliamo di prendere la distanze dal soggetto infetto, la Siffolide, oltre ad essere tremendamente antiestetica, è molto contagiosa."
 
Per un momento Elizabeth rimase immobile a fissare il volantino senza sapere bene come reagire poi, dopo un minuto di incertezza, si voltò accigliata verso Daphne:
"Credevo gli avessi detto di non intervenire!"
"ehi! Innanzitutto, non hai mai detto di non volere il suo intervento, mia cara Queen, ed io non posso leggerti sempre nel pensiero... In secondo luogo, dovresti sapere bene che Fred Weasley non obbedisce a nessuno..."
Elizabeth sbuffò nuovamente nel versarsi del tè in un calice pulito.
"mi ha rovinato la colazione." si lamentò poi scatenando l'ilarità di Daphne.
Daphne sapeva bene che, a dispetto delle apparenze, il distacco da Pucey aveva fatto soffrire Elizabeth, la sua amica era stata colpita dalla lealtà e dalla serietà con cui il ragazzo si approcciava al Quidditch e aveva pensato di essersi imbattuta in un ragazzo leale, in una persona di valore, invece Adrian si era rivelato uno stupido bambino viziato ed Elizabeth non riusciva a perdonarsi quell'errore di valutazione ma, ovviamente Lizzie non era disposta a mostrare la propria sofferenza agli altri e, d'altro canto, Daphne era certa che, a parte lei ed i gemelli, nessuno avesse scorto il dolore dell'amica che, anche in quell'istante continuava a bere il suo tè come se niente fosse, come se quella situazione non la riguardasse, eppure Daphne poteva scorgere nitidamente la rigidità e la tensione delle spalle di Elizabeth.
 
 
 
*****
 
 
 
Elizabeth era estremamente infastidita, infastidita e arrabbiata.
Questa volta i gemelli glie l'avrebbero pagata e l'avrebbero pagata molto cara.
A dispetto dei propositi di vendetta che in quel momento le affollavano la mente, in quell'istante, la giovane Serpeverde, era impegnata, ad aiutare il professor Vitius a riporre dell'attrezzatura utilizzata durante la loro lezione e a tirar fuori il materiale che sarebbe servito per la lezione successiva.
"Grazie mille dell'aiuto, signorina White." La congedò l'insegnante.
"Arrivederci." Rispose distrattamente lei nell'uscire dall'aula.
Finalmente era sola, i suo compagni di casa avevano già raggiunto l'aula di trasfigurazione per la lezione successiva e lei era sola coi suoi pensieri.
Quella mattina, a colazione, era stata grata come non mai a Severus Piton per aver fatto evanescere quegli odiosi volantini ma, purtroppo, ormai il danno era fatto perché ormai tutti erano certi che quella infantile vendetta fosse opera sua e questo Elizabeth davvero non poteva sopportarlo.
Innanzitutto lei sapeva vendicarsi con molta più classe, lei colpiva silenziosamente senza bisogno di tutta quella platealità e poi, in secondo luogo, lei non aveva ragione di vendicarsi, era stata lei a piantare Pucey e, a testimoniarlo vi erano ben due squadre di Quidditch.
Adrian Pucey era fin troppo patetico perché lei potesse aver voglia di prendersela con lui.
E poi, anche qualora avesse scritto lei quei volantini non sarebbe mai stata così stupida da lasciar intendere, seppur velatamente, che Pucey avesse come minimo dei problemi alla vista per aver ripiegato su di una ragazza che non era neppure degna di pulirle le scarpe.
Ovviamente tutto ciò che era scritto su quel volantino era vero ma a Elizabeth bastava che fossero i fatti a parlare perché, alla fine, la verità sarebbe emersa, perché si, lei non era una purosangue e non sapeva chi fosse suo padre ma, nonostante questo, nessuno era più degno di lei di essere un membro della casa di Salazar Serpeverde e nessuna, tanto meno quella facile di Rowen, poteva sperare di essere vagamente al suo stesso livello.
Elizabeth non era in competizione con Rowen perché, fin dall'inizio non c'era mai stata gara e l'unica cosa che Elizabeth rimpiangeva era di aver avuto una cotta per un essere patetico come Adrian Pucey.
E poi, ecco apparire dinanzi a lei l'oggetto dei suoi pensieri: Adian Pucey era lì, in piedi al centro del corridoio.
Senza degnarlo di un ulteriore sguardo Elizabeth continuò a camminare, decisa a passargli accanto ignorandolo.
Non avevano più nulla da dirsi.
Lentamente, senza modificare la sua andatura, Elizabeth affiancò il ragazzo, erano ad un palmo di distanza l'uno dall'altro, lei decisa a passare di lì senza far trasparire la benché minima emozione e lui deciso a non renderle semplice quel compito.
Poi, all'improvviso, proprio quando Elizabeth credeva di essere riuscita a tirarsi fuori dai guai, Adrian la strattonò per un braccio, traendola a se.
"Perché?!" Lo sguardo carico di ira.
Per un attimo Elizabeth avvertì un tuffo al cuore: erano usciti assieme per quasi un anno e lui non aveva ancora capito che lei non avrebbe mai fatto una cosa simile.
Non lo aveva capito neppure lui.
Improvvisamente avvertì il suo sguardo farsi più duro mentre la rabbia montava dentro di lei.
"Perché?!" Ripetè il tono atono, vagamente interrogativo "io sono solo un' indegna mezzosangue dai natali ignoti, non credo di essere qualificata per rispondere alla tua domanda." Concluse nel rivolgergli un lieve sorriso, quel sorriso che le increspava le labbra quando la rabbia che montava dentro di lei lottava per esplodere.
"Sarebbe molto più facile per tutti se ti limitassi ad ammettere che si, a volte qualcosa tocca il cuore della regina di ghiaccio." Replicò lui, il polso di Elizabeth ancora stretto tra le mani e il volto ad un palmo da quello della ragazza.
Elizabeth si rendeva conto di quanto alto fosse solo ora che la sovrastava.
"Sei patetico." Sibilò lei, il tono annoiato, contrastante con la tempesta di emozioni che si abbatteva sul suo cuore.
E poi tutto avvenne velocemente, Adrian la spinse contro la parete in fredda e dura pietra strappando, per la prima volta, un gemito strozzato di sorpresa ad Elizabeth e poi si avventò sulle labbra di lei perché forse, ciò che aveva sempre voluto era semplicemente una reazione da parte di lei, era questo che desiderava da quando avevano litigato, vedere negli occhi di Elizabeth qualcosa di diverso dalla fredda e dura indifferenza o qualcosa di diverso dalla noia, voleva che lei lo guardasse davvero e nel contempo vedere la vera Elizabeth, l'Elizabeth vulnerabile che era nascosta dietro quella fredda maschera.
Questo fu tutto ciò che cercò di trasmetterle in quel bacio che sapeva di dolore e d'addio. Ma Elizabeth non rispose al bacio.
E poi un suono simile ad un click li richiamò alla realtà.
Istintivamente Adrian si voltò trovandosi di fronte i gemelli Weasley, una macchina fotografica tra le mani.
"Pucey, grazie per averci fornito nuovo materiale! Anche se devo dire che la coerenza non è proprio il tuo forte..." intervenne George mentre Elizabeth approfittava della distrazione del Serpeverde per levarselo di dosso.
"voi!" esclamò invece Pucey ormai dimentico di Elizabeth mentre la comprensione si faceva strada nei suoi occhi, aveva pensato che la trovata dei volantini fosse stata un'idea della ragazza o forse, una parte di lui, aveva sperato che fosse opera di lei perché questo gli avrebbe dimostrato che, in qualche misura, era riuscito a far breccia nel cuore di Elizabeth, che per lo meno era riuscito ad ottenere una reazione da parte sua.
"avrei dovuto immaginarlo, credevo che, dietro a quella maschera di freddezza, vi fosse un cuore, invece, Queen, il tuo cuore è di ghiaccio e dubito che qualcosa potrà mai scioglierlo. La regina prende ciò che vuole e senza ritegno lo getta da parte." disse nel voltarsi nuovamente verso Elizabeth, ora la rabbia aveva lasciato la sua voce, ora c'era solo tristezza.
Ed Elizabeth era li, ferma ed immobile, improvvisamente incapace di dire o fare qualsiasi cosa, incapace di dirgli che si, lei lo aveva amato perché forse, nonostante tutto, il suo orgoglio era più importante di qualsiasi cosa e, per quanto la tentazione fosse forte, neanche questa volta avrebbe pianto perché piangere avrebbe significato ammettere che stava soffrendo, impercettibilmente si trovò a serrare maggiormente la mascella come preparandosi ad incassare un virtuale colpo.
"Non ti pare troppo facile prendertela con lei?! Hai sempre saputo chi fosse Elizabeth White, se vuoi una ragazza smielata ed appiccicosa dovresti davvero uscire con Rowen ma visto che mi sento magnanimo credo che ti darò un consiglio, Pucey, se vuoi qualcosa, al posto di fare il bambino idiota e ricorrere a sciocchi mezzucci, prenditela e basta." sentenziò Fred stanco di quella situazione che stava diventando a dir poco ridicola.
"e allora, Weasley, al posto di fare l'idiota, prenditela, ora è tutta tua." replicò il Serpeverde.
Era stanco delle intromissioni di Fred Weasley, era stanco del fatto che lui fosse l'unico a far sembrare Elizabeth viva, meno distante.
"Davvero disgustoso, Pucey." si limitò a dire invece Fred mentre una smorfia si faceva strada sul suo volto, lui ed Elizabeth... Avrebbe preferito morire.
Fu un istante, Adrian estrasse la bacchetta ma, prima che potesse fare qualsiasi cosa, due incantesimi lo colpirono.
Immediatamente il Serpeverde ricadde a terra immobile a causa del petrificus totalus di George, il volto ricoperto di pustole per via del furunculus di Fred.
"ora sono due gocce d'acqua!" commentò quest'ultimo nell'avvicinare il volantino al volto del ragazzo.
"andatevene." tuonò in quell'istante Elizabeth, improvvisamente la rabbia era palpabile nella voce della ragazza perché, su una cosa Adrian aveva ragione: solo Fred Weasley riusciva a risvegliare l'impulsività di Elizabeth "e non provate mai più ad intromettervi nella mia vita!" concluse con foga la ragazza.
George e Fred la scrutarono per un ultimo istante prima di obbedire.
E dire che, per una volta, la volevano aiutare.
 
 
 
*****
 
 
 
Le lezioni, per quella giornata, erano finite, ed Elizabeth si trovava nelle cucine, l'unico luogo in cui si sentisse libera di rifugiassi quando sentiva l'emotività emergere prepotentemente.
Quella mattina, al termine del confronto con i gemelli, aveva accompagnato Pucey in infermeria o, più precisamente, senza sciogliere l'incantesimo che gli impediva di muoversi e parlare lo aveva fatto levitare fino da Madama Chips.
Forse era stato vigliacco da parte sua ma lei non voleva affrontarlo, non in quel momento.
Si, indubbiamente era stata vigliacca ma lei non era una Grifondoro, lei era una Serpeverde e, come tale era furba, che il coraggio andasse pure a farsi fottere.
Elizabeth aveva lasciato Adrian alle cure dell'infermiera e se ne era andata senza troppi preamboli, poi si era recata a lezione di trasfigurazione, si era scusata per il ritardo spiegando di essersi trattenuta ad aiutare il professor Vitius e di aver dovuto accompagnare un affatturato Adrian Pucey in infermereia e, la professoressa McGranitt, si era rivelata disposta a crederle.
Elizabeth aveva seguito la lezione e preso appunti perché nessuno doveva trovarla diversa.
Elizabeth era scesa in sala grande per pranzo nonostante non avesse appetito perché nessuno doveva insospettirsi.
Elizabeth si era presentata anche alle lezioni pomeridiane e, solo quando queste si erano concluse, si era intrufolata nelle cucine.
Ed ora, mentre beveva l'ennesima tazza di tè, non poteva fare a meno di chiedersi se davvero fosse crudele come Pucey l'aveva dipinta.
Dopo l'incidente al campo da Quidditch Elizabeth non aveva più cercato Adrian, non aveva chiesto spiegazioni ne accettato scuse, aveva semplicemente deciso che era finita.
Lo aveva davvero gettato via?
Forse era davvero crudele e forse il suo cuore era davvero freddo come il ghiaccio, si disse in un sospiro.
Poi un rumore mentre la porta delle cucine si apriva per la seconda volta e uno stuolo di elfi domestici correva ad accogliere il nuovo venuto.
Dal canto suo Elizabeth continuò a sorseggiare il tè, lo sguardo basso, la ragazza infatti non voleva degnare neppure di uno sguardo l'intruso che era giunto a turbare quel momento di solitaria meditazione.
Elizabeth udì i passi, sicuramente maschili, farsi più vicini, udì l'intruso spostare la sedia di fronte alla sua e sedervicisi, scorse una camicia disordinata ed una cravatta dai colori di Grifondoro ma, fino a quando lui non avesse parlato, per lei tutto questo non sarebbe stato un problema, si disse nel bere l'ennesimo sorso di tè, gli occhi chiusi nel disperato tentativo di distendere i nervi poi, nel riaprire gli occhi, si ritrovò ad emettere un urletto mentre, nello spostarsi di scatto più indietro, per poco non cadeva dalla sedia.
Fred Weasley era lì, lo sguardo puntato su di lei e il volto a pochi millimetri dal suo.
"Io non so dove Pucey veda tanta glaciale compostezza." Commentò mentre l'afferrava per le braccia nel tentativo di evitarle la rovinosa caduta.
"Sei uno stronzo!" Sbottò Elizabeth arrabbiata mentre, una volta riacquistato l'equilibrio, si scrollava le sue mani di dosso.
Elizabeth aveva già parlato con George quella mattina stessa, il ragazzo si era scusato per aver ficcato il naso in faccende che non lo riguardavano complicando inutilmente la situazione ma, ovviamente, Fred non aveva fatto altrettanto, Fred Weasley non poteva scusarsi, perché lui era Fred Weasley.
Elizabeth sapeva che se i gemelli erano intervenuti era per lei, perché volevano che Pucey la piantasse di diffamarla, perché volevano la verità, ma Elizabeth non poteva fare a meno di essere arrabbiata perché loro si erano intromessi nella sua vita e lei non voleva il loro aiuto.
E poi loro non erano amici, certo si conoscevano da sempre, ma non erano amici e lei non riusciva a capire perché l'avessero difesa.
"Quali soavi toni escono dalle tue labbra!" Continuò a canzonarla lui.
"al diavolo!" rincarò la dose lei nell'alzarsi in piedi, decisa ad andarsene.
"aspetta!" la richiamò Fred nell'afferrarla per un braccio e nello spingerla a voltarsi nuovamente verso di lui, lo sguardo che si posò su Fred era lampeggiante, carico di ira.
"Perché?" chiese lei "perché diavolo hai dovuto intromettesti nella mia vita?!" sbottò lei.
"Perché mi hai impedito di picchiare Malfoy?" replicò prontamente lui.
"Quindi è per questo?!" mormorò lei nello scostarsi infastidita una ciocca di capelli dal volto "in futuro mi ricorderò di non mettermi tra te ed una rissa."
"Perché?" chiese nuovamente lui nell'afferrarle il viso tra le mani e costringendola a guardarlo negli occhi.
"Perché non vale la pena finire in punizione o magari farsi espellere per uno come Malfoy." decretò infine Elizabeth.
"ad ogni modo questo non c'entra niente, ho semplicemente fatto ciò che in quel momento mi andava di fare." soggiunse poi.
"E a me non andava di vedere quell'idiota di Pucey sparare cazzate senza che tu reagissi! Per quanto tu sia odiosa ed irritante sei sempre una ragazza dannazione! Ed io odio vedere le ragazze piangere!"
Ormai Fred l'aveva lasciata andare e lui ed Elizabeth si fronteggiavano, entrambi in piedi ed entrambi arrabbiati anche se, di preciso, non ricordavano neppure per quale ragione fossero arrabbiati.
"Io non piango Weasley! Io non piango mai!" esclamò Elizabeth, era la prima volta che Fred la vedeva così arrabbiata e soprattutto così spontanea, priva di qual si voglia barriera.
"Dentro di te stavi piangendo." sentenziò lui con decisione, non serviva che lei confermasse la sua intuizione perché, ormai, Fred, aveva imparato a leggerla come un libro aperto: quei silenzi, quegli sguardi carichi di freddezza e quell'aria annoiata non lo ingannavano più. 
In quell'istante tutte le possibili proteste di Elizabeth le morirono sulle labbra, un solo pensiero le attraversava la mente mentre scrutava Fred Weasley negli occhi: perché lui aveva capito mentre Adrian non vi era riuscito?!
"Non guardarmi con quella faccia, White, non mi piace vedere la tua espressione sofferente ma da domani, quando tornerai ad essere la solita stronza irritante, riprenderò a dare da mangiare i tuoi compiti in pasto alla piovra gigante." la rassicurò lui strappandole un sorriso.  
"Ed io, Weasley, riprenderò a trasfigurare il tuo dentifricio in muco di vermicolo." replicò Elizabeth, un luccichio carico dell'eccitazione della sfida negli occhi.
"come se ne fossi in grado!" la provocò Fred ridendo mentre si lasciava scivolare nuovamente sulla sua sedia ed iniziava a bere dalla tazza di Elizabeth.
"non dovresti farlo dato che sono così disgustosa." disse lei nel sedersi a propria volta.
"ancora con questa storia!" esclamò Fred "voi donne siete proprio noiose! Intendevo dire che l'idea di noi due assieme è disgustosa." puntualizzò il giovane Grifondoro.
"sinceramente la sola idea di metterti la lingua in bocca mi fa venire voglia di vomitare."
"il sentimento è reciproco." convenne Elizabeth, un' espressione disgustata sul volto.
"E per la cronaca" intervenne la ragazza "la Siffolide non esiste, forse, in quello stupido volantino, volevi scrivere 'Sifilide'. Per il tuo bene è il caso che tu sappia che, la sifilide, è una malattia Babbana sessualmente trasmissibile da cui dubito che Adrian Pucey sia affetto."
"Siffolide o sifilide... Fa lo stesso, tanto dubito che quei pomposi purosangue sappiano che cosa sia e poi, se continuerà a frequentare quella Rowen, è probabile che Pucey se la prenda davvero la sifilide..." replicò Fred guadagnandosi un' occhiataccia da parte di Elizabeth.
"Ok, ok, forse aveva ragione George e avremmo dovuto specificare che, per quanto l'ipotesi di una strana e sconosciuta malattia sia di gran lunga molto più probabile, forse Pucey è solo stupido e, la stupidità, non è contagiosa... Che vuoi che ti dica: a George l'intelligenza a me la bellezza." si affrettò a dire Fred facendo ridere Elizabeth per l'ennesima volta.
"ora devo proprio andare." si congedò poi il ragazzo "su una cosa però Pucey ha ragione: dovresti ridere di più, quando ridi sei più carina." concluse Fred nel varcare la soglia ed abbandonare le cucine.
Nell'allontanarsi Fred non poteva di certo vedere il rossore che ora imporporava le guance di Elizabeth.
Era esasperante la facilità con cui Fred Weasley riusciva ad abbattere le sue barriere si disse Elizabeth vagamente infastidita ma, nonostante tutto, in quel momento Elizabeth si sentiva molto più felice.
 
 
 
*****
 
 
 
Fred Weasley si alzò dal letto ancora vagamente intontito.
Odiava la mattina almeno quanto odiava le lezioni ed i compiti.
Ancora piuttosto confuso si trascinò verso il bagno per poi iniziare a far scorrere l'acqua nel lavandino, afferrare dentifricio e spazzolino da denti e spruzzare un generoso quantitativo del primo su quest'ultimo.
Fu un istante.
Fred aveva appena messo lo spazzolino in bocca quando, subito dopo, si ritrovò a sputacchiare disgustato una strana poltiglia puzzolente e gelatinosa sul lavandino.
Lei non lo aveva fatto davvero.
Fred iniziò a sciacquarsi freneticamente la bocca per poi, dopo aver urlato un piuttosto adirato "Elizabeth" che aveva ridestato Lee facendolo cadere dal letto, correre verso la camera di Ron alla ricerca di del vero dentifricio.
Non si era mai vestito così velocemente, a dire il vero non si era mai risvegliato così velocemente.
Elizabeth White glie l'avrebbe pagata, e come se glie l'avrebbe pagata! Si disse senza poter fare a meno di ridere mentre un misto di desiderio di vendetta ed ammirazione gli si facevano strada nel cuore.
 
"Ed io, Weasley, riprenderò a trasfigurare il tuo dentifricio in muco di vermicolo."
 
Una cosa era certa: Elizabeth manteneva le promesse! Si disse Fred mentre il dubbio che, forse, avrebbe dovuto avvisare George del pericolo racchiuso all'interno di quel tubetto di dentifricio si faceva strada nella sua mente ma, in fin dei conti, se aveva sofferto lui che soffrisse pure George.
In quel momento Fred aveva cose più importanti da fare come dare i compiti di Elizabeth in pasto alla piovra gigante e, già che c'era, avrebbe potuto gettare pure Lizzie nel lago nero...
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 











Angolo dell'autrice
Salve a tutti!
Eccomi qui, dopo pochi giorni, con una nuova One shot su di Elizabeth.
Che dire, ultimamente ho Lizzie nel cuore e, dopo aver scritto "L'ultima Black" mi è venuta voglia di approfondire alcuni momenti della sua vita (a cui tra l'altro avevo accennato in quella One shot) e, così, è nata questa storia.
Devo dire che, inizialmente, nello scrivere questa storia, volevo limitarmi a contrapporre "un buono" ed "un cattivo" ma poi, proseguendo, credo che i confini siano diventati più labili e, alla fine della storia, quello che mi fa più pena di tutti è proprio il povero Pucey...
Per quanto riguarda Fred ed Elizabeth mi ha divertito, per una volta, raccontare di quando ancora non stavano assieme.
Tutto sommato non è sorprendente che Fred, a quattordici anni, fosse disgustato alla sola idea di baciare Lizzie, in fin dei conti, anche nella mia One shot "Ragazze pericolose (e padri gelosi)" è Elizabeth a farsi avanti per prima baciando Fred (anche se, in quel momento, lo fa unicamente per gioco) per cui alla fine della storia, credo che, tra i due, Elizabeth fosse fin dall'inizio "quella più consapevole".
Bene questo è tutto... Spero che la storia vi piaccia e sarei grata se mi faceste sapere che ne pensate.
 
P.S le frasi scritte in grassetto sono tratte direttamente da Harry Potter e la camera dei segreti mentre, il cognome di Elizabeth è White proprio perché lei non è ancora a conoscenza di chi sia suo padre.
 
Grazie tutti.
Astrea
  
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