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Autore: zaynseyes_    18/10/2015    1 recensioni
Alexander Sullivan è ricco, ha un bell'aspetto, ha carisma, è astuto ed ha sempre un costante senso di noia. Quando l'aggressivo Neo Bartosz cattura la sua attenzione, decide di farlo diventare la sua principale fonte di divertimento. Ma Alexander non sa quanto Neo sia complicato, testardo e perspicace. Inoltre Neo trova l'occasione perfetta per vendicare un suo amico, che Alexander in passato aveva ferito, quando Alexander incomincia ad avvicinarsi sempre di più a lui.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Non so neanche come scusarmi perchè sono imperdonabile, davvero.

Il fatto è che oltre i vari impegni, ho perso interesse nel tradurre la storia e quindi in pratica lo sto facendo solo per VOI. So cosa significa seguire una storia per poi restarci di merda quando l'autrice scrive 'non ho più l'ispirazione' o 'non mi piace più' quindi...AMATEVI.

AHAHAH no scherzo, spero solo che possiate capirmi >.<

Mi raccomando, fatemi vedere che avete apprezzato il ritorno di The Show Must Go On!!

E niente, spero che non abbiate perso l'interesse per la storia per colpa mia e che non ce l'abbiate così tanto con me.

In fondo vi amo, non potete tenere il muso con me :c

 

_________________

 

"Bennett" dissi, andando da lui il giorno dopo.

"Alexander" rispose lui, posando un libro dentro l'armadietto "Questa relazione ti ha preso troppo. Sesso con Neo Bartosz?"

"Come diavolo lo sai?" chiesi.

"Dal modo in cui camminava stamattina." rispose chiudendo l'armadietto "Spera che Donnie non lo capisca"

"La camminata della vergogna" dissi sospirando.

"Andrà a finire male. Ma tu questo già lo sai"

"Grazie per l'approvazione," mi guardai intorno "Dov'è Scott?"

"È in ritardo. C'era anche bisogno di chiederlo?" alzò un sopracciglio.

Guardai verso l'armadietto di Neo. Lui era accovacciato a terra in modo imbarazzante mentre guardava intensamente un pezzo di carta accartocciata. Sospirò e lo rimise dentro l'armadietto, tirando fuori un altro pezzo di carta stropicciata e dandogli una sbirciata. Sembrando soddisfatto, lo mise dentro il suo zaino e si rialzò in piedi.

Donnie gli si avvicinò e i due si misero a parlare amichevolmente. Poi si unì a loro anche Clifton, dicendo loro qualcosa che li fece ridere.

"Smettila di fissare prima che lo notino"

"Bennett, sono stanco di tutto questo." dissi, afferrandolo per un braccio quando mi passò accanto "Sono felice. Solo perché sei paranoico non significa che devi rovinare la MIA felicità"

"Adesso sei felice. Non lo saresti se le cose andassero male" disse lanciandomi un'occhiataccia.

"Questa è la vita. Si corrono dei rischi e si affrontano le conseguenze." risposi ritornandogli l'occhiataccia "Smettila di rovinare tutto. Sono innamorato di Neo. Io...merda, io lo amo. Non è affar tuo prima di tutto, quindi se non sei felice per me chiudi quella dannata bocca. Stai incominciando a farmi incazzare"

"James," incominciò "quando tu e Jake avete incominciato a frequentarvi te l'avevo detto che non mi fidavo di lui. Te l'avevo detto. E quando tu hai uscito fuori la carta del 'oh, ma sono felice', me ne sono stato zitto. E poi lui ti ha obbligato a fare sesso con lui, ti ha manipolato emotivamente e quando ti ha mollato, ti ha strappato il cuore dal petto come se fosse stato di sua proprietà. Se quella non era una lezione sull'imparare ad ascoltarmi allora sei uno stupido, e non proverò compassione per te"

"Alexander!"

Cercai di reprimere la rabbia quando mi voltai verso Donnie. "Cosa?" sforzai di far apparire normale la mia voce.

"Ti ho visto fissare Neo" disse incrociando le braccia al petto e lanciandomi un'occhiataccia. Così tante l'occhiatacce di mattina presto.

"È carino," risposi "e quindi?"

"Ti ho ripetuto più volte di stare lontano da lui e tu continui a non ascoltarmi. O lo lasci in pace o ti rovinerò la tua dannata reputazione. So delle cose su di te, Alexander"

"E noi sappiamo cose su di te quindi, prima di minacciare Alexander, forse dovresti chiediti se la sua reputazione ne valga la pena" rispose Bennett, il suo umore già pessimo per la nostra conversazione.

Donnie rise "Non ho paura di te, Bennett"

Decisamente la cosa più sbagliata da dire ad un Bennett arrabbiato.

Bennett gli si avvicinò, raddrizzandosi e sovrastando Donnie, nonostante la loro altezza fosse quasi identica. Donnie lo guardò un pò nervoso, realizzando solo adesso il suo errore.

"Sono sicuro che a tua madre farebbe piacere sapere che tuo padre ha scopato la sua collega"

La bocca di Donnie si spalancò all'inverosimile "Questo...questo non è vero! Mio padre non è un cazzo di traditore"

"Katy Franklin," rispose lui "tuo padre ha una relazione con lei da tre anni. E tu lo sapevi. Solo lo tenevi al segreto dalla tua mammina"

"Sei malato," Donnie battibeccò "Il matrimonio dei miei genitori non è un gioco!"

"Bennett" lo chiamai, percependo lo scoppio di una rissa "Bennett andiamo amico, dacci un taglio"

"No, non osare dirgli di darci un taglio! So cosa stai facendo, Alexander! Non posso crederci! Ti assicuri che il tuo stupido amico sappia i miei segreti più oscuri in modo da potermi controllare anche se non stiamo insieme!" esplose Donnie, sbattendomi violentemente contro l'armadietto "Tutti sono solo delle pedine per te! Solo qualcosa da tenere sotto controllo!" mi afferrò per la maglietta, mettendomi facci a faccia con lui "Sei il più grande errore della mia vita. Ti odio"

"Se lo colpisci, faresti meglio a compilare tu stesso i documenti del divorzio dei tuoi genitori" disse freddamente Bennett.

Donnie riluttante mi lasciò andare "Tu stai male, Alexander. Spero che il karma ti si ritorca contro. Vorrei farlo io stesso ma la troietta al tuo fianco gioca sporco"

Diede una spallata a Bennett mentre gli passava accanto, percorrendo infuriato il corridoio e scomparendo dalla mia vista. Lanciai un'occhiata a Neo e potei affermare con abbastanza sicurezza che ci stava guardando sospettosamente. Scosse leggermente la testa prima di afferrare il braccio di Clifton e andare a cercare Donnie.

Bennett mi lanciò un'altra occhiataccia prima di andarsene. Io mi appoggiai contro gli armadietti e in preda alla frustrazione mi passai una mano tra i capelli.

"Cosa mi sono perso?" chiese Scott avvicinandosi a me.

Sospirai e gli raccontai cosa era successo. Lui ascoltò con indifferenza, per niente colpito da quegli avvenimenti.

"Bennett si calmerà. Andiamo in classe" rispose quando suonò la campanella.

Ci dirigemmo nella nostra aula e il giorno passò lentamente fino all'ora di pranzo. Andai al mio armadietto e sospirai.

"Tu. Vieni con me, adesso" disse Neo, spingendomi dal mio armadietto e camminando diretto verso gli spogliatoi.

Io lo seguì. Neo chiuse la porta e controllò l'interno per vedere se ci fosse qualcuno prima di voltarsi e affrontarmi.

"Che diavolo, Alexander?" domandò.

"Che ti è successo?" chiesi sorpreso. Aveva un livido sulla guancia e un taglio sul labbro inferiore.

"Una rissa, ieri. Non cambiare argomento. Perché diavolo hai minacciato i genitori di Donnie?" mi guardò con impazienza.

"Non ho minacciato i genitori di Donnie! Bennett lo ha fatto," chiarì "Ascolta, Bennett trova sempre qualcosa che riguarda i miei ex fidanzati. È una sorta di...assicurazione. Per essere sicuri che non causino problemi"

"Quindi che tipo di 'assicurazione' hai su di me?" disse con amarezza.

"Nessuna," dissi sorpreso "non avevo intenzione di rompere con te"

"Faresti meglio" borbottò.

Mi avvicinai a lui, prendendolo per il mento e obbligandolo a guardarmi "Non ho intenzione di lasciarti. Non sei un divertimento. Ti amo, Neo"

Si morse forte il labbro. Poi nascose il viso sulla mia spalla "Se provi un'altra sola volta a minacciare il mio migliore amico, ti morderò così forte che quando avrò finito ti serviranno dei nuovi arti"

Lo abbracciai "Mi dispiace. Bennett era arrabbiato a causa mia. Di solito non fa queste cose"

"Hai detto che mi ami" mormorò.

"Ed è vero" dissi, baciandolo.

"Ti amo" disse lui, circondando la mia vita con le sue braccia "per qualche strana ragione"

Il mio stomaco brontolò e sospirai "Il pranzo chiama. Ci vediamo dopo" lo baciai di nuovo prima di uscire dallo spogliatoio.

Mi sedetti con Bennett e Scott. Bennett gli stava raccontando una storia su un amico di suo padre, e non alzò lo sguardo o si fermò quando mi sedetti al loro tavolo.

"Odio i pranzi imbarazzanti" affermò Scott, mangiando una patatina.

"Predicando al gruppo" rispose Bennett.

"Non fare l'innocente, è per entrambi" disse Scott alzando un sopracciglio "Ma non sono parte di tutto questo. Risolvetevela da sola" si poggiò sulla sedia con indifferenza.

"Aaron Foose" pronunciò Bennett.

"Cosa?" chiesi confuso.

"È il ragazzo con cui Neo ha fatto a botte. Ho pensato che mi avresti chiesto di scoprirlo." disse "Te l'avevo detto che Neo entrava in un sacco di risse. È successo ieri. Aaron lo ha fatto incazzare chiamandolo 'frocio', Neo lo ha morso, Aaron lo ha colpito, è scoppiata una rissa. È stato il fratello di Aaron a dividerli"

"Dannazione Neo" dissi con un sospiro.

Bennett fece spallucce e continuò a mangiare il suo pranzo. Lo copiai e i tre di noi cademmo nel silenzio.

Continuai a sbirciare il tavolo di Neo. Donnie sembrava ancora incazzato mentre fissava il cibo nel suo piatto. Clifton gli parlava e Donnie ogni tanto annuiva. Neo era seduto in silenzio, fissando il muro con assenza mentre mangiava.

Sospirai mentalmente, sperando che Neo non fosse troppo arrabbiato con me per quello che era successo stamattina. Mi obbligai a smettere di guardarlo prima che Bennett se ne fosse accorto. L'ultima cosa che volevo era che Donnie facesse una scena in mensa.

Il resto del pranzo passò in silenzio. Quando suonò la campanella ci dirigemmo in classe, la mia mente era affollata di pensieri su Neo. Quasi non vidi nemmeno le occhiatacce che Donnie mi aveva lanciato per tutta l'ora di lezione che avevamo avuto insieme.

Quando la giornata finì, mi diressi agli spogliatoi e mi sedetti sulla panchina. Neo arrivò un paio di minuti dopo e si sedette accanto a me, non dicendo una parola. Poggiò la sua mano sopra la mia, fissando come me il pavimento.

Dopo un paio di lunghi minuti, lo guardai e "Pronto per andare?" gli chiesi.

"Sono ancora arrabbiato" rispose lui.

"Mi dispiace" gli baciai la guancia.

"Lo sarai quando arriveremo a casa tua" rispose, facendomi alzare.

***


Pigramente alzai lo sguardo quando sentì il rumore di qualcosa che graffiava la porta. Gli artigli di Vesper affondavano indisturbati contro la porta chiusa della mia stanza.

"Il tuo gatto è pervertito" affermò Neo, accucciandosi al mio fianco.

"Ne sono consapevole" gli baciai la fronte.

"Quindi cosa farai se i tuoi genitori faranno una delle loro 'sorpresa, siamo a casa!' mentre fai le tue cose da sporcaccione?" chiese Neo.

"Non è mai successo. Sono abbastanza bravo a capire quando hanno intenzione di ritornare a casa" risposi. Lo strinsi a me e gli baciai la mascella.

"Spero che il culo ti faccia male" borbottò, baciandomi.

Ridacchiai "Abbiamo un porcellino qui"

Lui arrossì "Non lo sono!"

Diedi una sbirciata al pavimento, dove i nostri vestiti erano ammassati. Baciai Neo prima di sgattaiolare fuori dal letto e rivestirmi.

Neo mi copiò e si rivestì anche lui. Presi la sua mano nella mia e lo guidai al piano di sotto, verso la cucina.

"Cucinerò la cena. Sto morendo di fame" dissi, e il mio stomaco brontolò come a confermare la mia affermazione.

"Lavora per me," affermò, saltando sul bancone della cucina e dondolandosi le gambe mentre mi guardava "Ma per prima cosa, dammi il gattino"

Roteai gli occhi e afferrai Vesper dal pavimento per poggiarlo sulle sua gambe. Il suo viso si illuminò mentre coccolava Vesper.

"Ciao gatto!" esclamò felicemente.

"Meow" Vesper si mise in una posizione comoda prima di autorizzare Neo ad accarezzarlo.

Presi un paio di cose e mi misi al lavoro, preparando dei panini con la carne per cena. Neo guardava la sua mano mentre accarezzava il pelo di Vesper. Feci scivolare un paio di pezzi di carne a Link, che strofinò il naso contro la mia gamba per ringraziarmi di tutte le volte che lo facevo.

"Ecco qui, è pronto" dissi dopo un pò. Porsi un piatto con sopra il sandwich a Neo. Lui osservò il mio gatto con ammirazione prima di abbandonarlo per il cibo.

Ci sedemmo al tavolo e incominciammo a mangiare. Lasciai cadere altri pezzi di carne a Link che poggiò la testa sulla mia coscia e puntò il suo sguardo sul mio panino.

"Ti sposerò e tu sarai la casalinga," disse Neo con la bocca piena "Il tuo cibo è sempre così delizioso"

"Grazie," rispose, pulendomi la bocca con un tovagliolo "Cucinerò per te ogni volta che vorrai"

"Signore e signori: il miglior fidanzato del mondo" annunciò, indicandomi.

Alzai gli occhi al cielo prendendo poi un altro morso del mio panino. Spinsi la testa di Link dalla mia coscia e lui piagnucolò, accovacciandosi sul pavimento vicino a me, i suoi occhi ancora puntati sul mio panino.

"Alexander" pronunciò Neo, posando il panino sul piatto e pulendosi le mani.

"Neo" risposi alzando un sopracciglio.

"Avete veramente fatto incazzare Donnie, oggi" disse.

"Scusa. è stato Bennett quello a minacciarlo" risposi.

"Solo perchè hai detto a Bennett di tenersi pronto a minacciarlo"

"Mi assicurerò che non accada più" risposi.

"Sarà meglio. Se c'è qualcuno che ha bisogno di un guinzaglio corto quello è Bennett. Non Donnie" rispose.

"Posso gestire Bennett. Era solo arrabbiato. Raramente sbotta in quel modo"

"Hai mai detto a Donnie che lo amavi?" chiese Neo.

Ci pensai un pò prima di rispondergli "No. Non gliel'ho mai detto"

"Lui pensavo che lo amassi. Mi ricordo che me ne parlava sempre," continuò Neo "e tutto quello che riuscivo a pensare era a quanto ti odiassi. Avevo sentito di te e di quello che facevi alle persone con cui uscivi. Lo stavi allontanando da noi e lui neanche se ne accorgeva. Era così di convinto di averti cambiato. Cercavo di dirgli quanto fosse stupido a pensarlo. Ero un pò come Bennett, lagnandomi e lamentandomi sul fatto che lo avresti ferito. E poi tu l'hai fatto, lo hai ferito, ed io ti ho odiato"

"Che affascinante conversazione"

"Sta zitto. Volevo dirti qualcosa con questo." si strofinò la nuca "Immagino che...questo sia il motivo per cui so che tu non mi stai prendendo per il culo quando mi dici che mi ami. Lo pensi davvero"

"Certo che lo penso davvero," risposi "non lo dico con tanta leggerezza"

"Non cerchi di allontanarmi dai miei amici. Mi dici che mi ami e lo pensi davvero. Non...non sei una persona di merda." esclamò "Insomma, voglio dire, lo sei. L'amore non è un lasciapassare per quello che hai fatto in passato. Ma hai comunque un lato buono e umano. E ti amo per questo. Ti amo"

"Adesso è una conversazione romantica" mi chinai sul tavolo, baciando Neo.

"Sta zitto. Mi sento come se dovessi sciacquarmi la bocca dopo questa confessione. Finiamo di cenare" afferrò il suo panino e mise fine alla conversazione.

Quando finimmo, guidai Neo fuori, nel cortile. Link ci seguì e felicemente si sdraiò sull'erba.

Imitai il mio cane, sdraiandomi sull'erba e portando con me Neo. Lo strinsi forte a me e lo baciai. Una leggera brezza soffiò sui nostri corpi e Neo seppellì il viso contro il mio petto, le su braccia a circondarmi i fianchi.

Gli sorrisi, contento e soddisfatto. Chiusi gli occhi, tenendo le mie braccia intorno a Neo mentre stavamo aggrovigliati insieme sull'erba. C'erano un sacco di problemi di cui occuparsi, e presto li avrei affrontati, ma per adesso era contento e in pace con me stesso, più di quanto non fossi mai stato, mentre stavo sdraiato lì con il mio fidanzato.

  
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