CAPITOLO
SETTE
Il giorno prefissato
per il rientro ad Hogwarts Ted, Ice e Andromeda si
recarono binario nove e tre quarti della stazione di King’s Cross.
“Allora, pensi che potrò vederla dal vivo?” Chiese Andromeda, sussurrando le parole
nell’orecchio del nipote che annuì. Ted cercò con lo sguardo Amelia ma non la
vide da nessuna parte. Ice nel mentre cercava i loro
amici.
“Ice, vedi Amelia da qualche parte?”
“No, non l’ho vista. Laggiù,” e indicò un punto alla sa destra, “Ci sono Michael
e Gregor. Poi ho visto le due sorelle Jones di Corvonero.”
Ted tornò verso
Andromeda, da solo.
“Non la trovo.” Disse e proprio in quel momento si sentì chiamare.
“Ciao!” Ted salutò Amelia che lo stava osservando da dentro uno scompartimento
del treno. “Vado a chiederle di scendere,” disse, poi, rivolto a sua nonna.
Andromeda sorrise, “La conoscerò alla fine della scuola, ora vai o perderai il
treno. Studia, comportati bene per quanto possibile e… beh, studia!” Ridisse
l’ultima parola con cipiglio più severo ma con un sorriso. Dopo averla
abbracciata Ted salì sul treno insieme ad Ice che
prima di seguire l’amico ringraziò Andromeda per l’ospitalità.
Appena trovato lo
scompartimento dove c’era Amelia, Ted notò una presenza che il suo sesto senso
rivelò come ostile: oltre alle due amiche della sua ragazza c’era un ragazzo
dall’aria familiare che parlava con le tre ragazze. Lo aveva già visto, erano
nella stessa classe di Artimanzia, il suo nome era
Anthony Brown, non sapeva altro se non che nella
materia che facevano insieme non era molto eccelso. Sia Ice
che Ted presero posto e la prima cosa che notarono fu che il nuovo ospite aveva
una parlantina strepitosa, nei pochi minuti che rimase con loro i due rimasero
intontiti; quando se ne andò i due tirarono un respiro di sollievo e Amelia fu
rapita e tirata fuori dallo scompartimento, dove Ted poté salutarla in modo più
consono.
“Chi era quel tipo?
Cosa voleva?”
“Sei geloso?”
“Sì.” La risposta
spiazzò la ragazza.
“È Anthony Brown, di Corvonero… fa Artimanzia e Divinazione con me. Non ti ho mai detto che è
il mio vicino di casa?”
Ted sciolse l’abbraccio
con Amelia, “No, mai. C’è altro che dovrei sapere?”
“L’ho incontrato per
caso mentre facevo un giro intorno a casa e ci siamo messi a parlare, tutto
qua. Non è successo assolutamente nulla. Poi ci siamo rivisti sulla piattaforma
ed è salito con me e le mie amiche.”
Ted inarcò un
sopracciglio e decise di non dare più peso a quella faccenda e prendendo per
mano Amelia insieme tornarono nel lo scompartimento. Ice
stava discutendo animatamente con Alice e Joy, continuando a ribadire che il
tipo che era appena uscito era di una noia mortale, per non parlare della sua
parlantina: avrebbe intontito chiunque a parole. Loro, ovviamente non erano
d’accordo.
La discussione si protrasse per altri dieci minuti buoni dove lui si guardò
bene dall’interferire ma osservando la ragazza seduta accanto sè dedusse che era più dell’opinione delle sue amiche che
non di quella di Ice.
Infastiito da quella conversazione si alzò, con la scusa
che doveva incontrarsi nel vagone dei Capiscuola e uscì dallo scompartimento.
Mentre camminava per il corridoio del treno incrociò una ragazza a lui fin
troppo familiare e rispose al suo saluto con un grugnito.
“Giornata storta?”
Chiese Victoire fermandosi davanti a lui.
“Brutti incontri,
scusa. Un tipo ci stava provando con Amelia. Spero che a te vada meglio, come
sono andate le vacanze?”
“Bene, a parte papà che
ha cercato per tutto il tempo di estorcermi informazioni su Paul… non credevo,
sai? Mi sembra geloso…”
Ted non riuscì a
trattenere una risatina, ma qualcosa dentro di lui dava comunque ragione a
Bill. “Quindi, tra di voi va tutto bene?”
Victoire divenne leggermente rossa in volto ma nel parlare non
sembrava per niente in imbarazzo: “Sì, direi proprio di sì, è…” Stava per
aggiungere dell’altro ma l’interpellato era uscito dallo scompartimento.
“Mi stavo chiedendo
dove fossi finita.”
“Davo andare. Ciao
Ted.” Paul mise un braccio attorno alle spalle di Victoire
e insieme entrarono nello scompartimento. No, decisamente quel tipo non gli
piaceva neanche un po’; a passo spedito si diresse verso il vagone dei
Capiscuola.
Quando entrò lo
scompartimento era vuoto; prese posto vicino al finestrino e si mise a fissare
la campagna inglese che scorreva velocemente sotto il suo sguardo. Era
arrabbiato, quel piccolo e adorabile drago che viveva nel suo stomaco si era
agitato e non accennava a calmarsi. Prima quel Corvonero
noioso, poi il ragazzo di sua cugina… ecco, ora iniziava seriamente a
preoccuparsi. Non era mai stato geloso prima d’ora e non capiva come mai aveva
tanto astio nei confronti di Paul. Se andava bene a Victoire
non c’era alcun motivo valido perché non andasse bene anche a lui: nonostante
questa convinzione si fidava più di Brian, aveva più l’aria del bravo ragazzo e
non poteva che essere contento per Molly.
Poi i suoi pensieri si focalizzarono nuovamente sul Corvonero:
ora il piccolo drago aveva iniziato a sputare fiamme. Spostandosi leggermente
riuscì a vedere il suo riflesso sul vetro e si accorse di non aver ancora
cambiato il colore dei suoi capelli: quando era a casa li teneva neri, di
norma, vivendo in un quartiere dove abitavano anche dei Babbani
avrebbe attirato non poco l’attenzione. Strizzò gli occhi e dopo un paio di
secondi i suoi capelli virarono dal nero al turchese, decisamente meglio,
pensò.
Nel mentre, in un altro
scompartimento, Victoire e Molly erano decisamente di
umore diverso; al momento Victoire, appoggiata contro
Paul guardava fuori da finestrino mentre lui parlava con Brian del tema per la
Sprite; Molly si era addormentata. Nell’osservare il paesaggio pensava di non
essere mai stata così felice prima. All’inizio era stata un po’ titubante
riguardo a questa relazione ma il periodo di vacanza le aveva fatto capire che
Paul le era mancato più di quanto non avesse immaginato: lui era così dolce con
lei, e quel lato del suo carattere era uscito poco a poco. I suoi occhi si
spostarono su Paul, intento a leggere una pergamena che poi passò a Brian.
“Che succede?” Le
chiese, vedendo che lei lo fissava.
“Niente,” rispose,
distogliendo lo sguardo e lui le posò un bacio sulla fronte. Oh sì, decisamente
era felice.
“Non mi hai ancora
raccontato cosa hai fatto durante le vacanze…”
“Niente di
interessante, sono andata a trovare i parenti, ho dormito e a volte anche
studiato. Tu?”
“Le tue stesse cose.”
Dopo aver buttato uno sguardo a Brian, che aveva appoggiato la testa contro il
poggiatesta e aveva chiuso gli occhi, Paul le posò un bacio sulla bocca che la
ragazza non rifiutò. E continuò a non rifiutare quelle attenzioni fino a quando
Molly non si svegliò, cogliendoli in flagrante. Interrotti e leggermente
scocciati per questo si girarono verso Molly che stava sogghignando insieme a
Brian.
Finalmente, dopo altre due ore di viaggio, quando ormai non vi era più traccia
del sole all’orizzonte, il treno giunse alla stazione di Hogsmeade.
Grazie
a:
Cucciola:
sai, non ci avevo fatto caso. Non l’ho fatto apposta di affibbiare a Ted un
amico con caratteristiche troppo simili a un’altra persona di nostra
conoscenza, mi è venuto istintivo. XD
Grazie!
Ninny: grazie, ma Ted ormai è abituato ad Ice e Andromeda si diverte solo un pochino alle spalle del
nipote. XD
Lely1441: grazie. Andromeda si impiccia ma solo perché tiene al nipote. Già, Ice è un pochino esagerato ma è il suo bello (Ok, non per
Ted); in quanto al nostro protagonista il draghetto
cresce bene. XD