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Autore: Inathia Len    22/10/2015    1 recensioni
Utimo anno a Hogwarts di James, Sirius, Remus, Peter, Lily, Severus, Regulus (anche se tecnicamente lui è al sesto anno) e Deirdre Woe. Ma chi è codesta fanciulla? Leggete, leggete…
Leggete per conoscere dell’anno in cui James Potter fece capitolare la bella Lily Evans.
Leggete per conoscere dell’anno in cui Lily Evans divenne la sorella adottiva di Sirius Black.
Leggete per conoscere dell’anno in cui Sirius Black sfidò nuovamente la sua famiglia e Regulus Black.
Leggete per conoscere dell’anno in cui Regulus Black divenne un Mangiamorte e si sposò.
Leggete per conoscere dell’anno in cui Remus Lupin combatté la sua maledizione.
Leggete per conoscere dell’anno in cui Peter Minus lottò per essere un degno Malandrino.
Leggete per conoscere dell’anno in cui Severus Piton cercò di sistemare le cose con Lily.
Leggete per conoscere dell’anno in cui Deirdre Woe entrò nella vita dei fratelli Black.
Ma la storia non si fermerà qua. Si andrà oltre, parlando del “dopo-Hogwarts”, delle tre volte in cui i Potter sfidarono Voldemort, della profezia, della morte da eroe di Regulus, della fine per arrivare all'inizio, a Harry.
EX "Sirius Black il comico (sai che risate)
Genere: Comico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio, Regulus Black, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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- Questa storia fa parte della serie 'Classe 1960'
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Gli ci è voluto un mese. Un mese per perfezionare il piano, un mese per assumere tutte le informazioni che gli servivano, corrompendo le persone giuste.

Non è più tornato a casa dopo gli avvenimenti di Scarborough. Camera sua è piena di troppi ricordi e ora che sa che la propria fine è vicina, non vuole avere memorie. Deve focalizzarsi sul presente e sul suo scopo.

Così si è trasferito da Jonathan, che non ha potuto far altro che assecondarlo. Dorme, quelle rare volte che lo fa, nella stanza dove è tenuto Logan. Ha sistemato una poltrona vicino al letto, ma il più delle volte finisce per raggomitolarsi accanto al corpo di lui, posandogli la testa sul petto e fingendo che... non lo sa nemmeno lui cosa finga e cosa pensi. Ma una cosa l'ha chiara in mente, per quanto fuori di testa possa sembrare: è solo facendo finta che Logan sia vivo che può vendicarne la morte. È strano, perché non è mai stato vendicativo. Non nella sua precedente vita, almeno... è sempre stato un ragazzo tranquillo, poco incline all'ira. Si è sempre accontentato di fare il bravo, di chinare la testa e obbedire.

Ma è stato beffato comunque.

Ha pensato che, accontentando tutti, forse l'avrebbero lasciato in pace e avrebbe potuto fare quello che voleva.

Falso.

Falso.

Non ha potuto essere amico di Deirdre.

Non ha potuto amare Logan alla luce del sole.

E cosa gli è rimasto, allora? Un orribile segno sul braccio, nero come la morte, a ricordargli costantemente il suo fallimento.

In quel mese si è tenuto lontano dagli scontri. Jonathan ha preso le sue parti e ha detto che la morte del suo “amico” Logan lo ha distrutto e che ha bisogno di più tempo per riprendersi. E, Regulus lo sa, quella è una cosa vantaggiosa per entrambi: Jonathan ha un rivale in meno nella sua strada verso il successo e Regulus ha il tempo per la sua vendetta.

Che cosa fossero gli Horcrux lo ha scoperto durante la prima notte di ricerca. Non è stato così difficile, gli è bastato cercare nei posti giusti e nei libri giusti. Scoprire come esattamente si creassero è stato più difficile, ma una volta ottenuta anche quella informazione, ha riconosciuto il procedimento a cui aveva assistito a Scarborough: Voldemort -non è più il suo signore dopo quello che era successo- chino sul corpo di Robert Riddle, il medaglione stretto tra le dita e poi quella litania, le sue mani che diventavano nere e il suo corpo che cambiava. Ora anche la metamorfosi di Voldemort ha senso, evidentemente quello non è il primo Horcrux che crea. Non ha tempo di trovarli tutti, anche perché non saprebbe da che parte cominciare, ma può distruggere quello. Grazie a Kreacher sa anche dove si trova...

-Reg, c'è qualcuno per te.-

La voce di Jonathan lo riscuote dai suoi pensieri. A malincuore si alza dal letto, lasciando la mano di Logan che ha stretto fino a quel momento. Negli ultimi due giorni non si è mosso da casa. Gli mancava solo una cosa per completare il suo piano... e finalmente è arrivata.

Jonathan è in salotto e gli indica con un cenno del capo la figura sulla soglia. È un uomo bassino, i capelli radi in testa sono neri come la pece, stirati sul cranio come per mascherare la calvizie incipiente. Veste un completo che dovrebbe assomigliare ai vestiti gessati dei babbani, ma i colori sono tutti sbagliati: nessuno andrebbe mai in giro con giacca e pantaloni giallo limone a righe blu. Ma l'ometto sembra non farci caso e se ne sta fermo, un pacchettino tra le mani. A Regulus brillano gli occhi: non si è sbagliato, è arrivato il momento.

-Consegna per il signor Black- dice l'omarino, scrutando Regulus con sguardo famelico. Tende il pacco e, al tempo stesso, ha la mano destra aperta, come in attesa di qualcosa.

-Ho già pagato- lo blocca però Regulus, prendendo l'involucro. -E ora sparisci. Se solo fai parola con qualcuno di questo incontro, sarà l'ultima cosa che farai- lo minaccia, chiudendogli la porta in faccia e sospirando.

-Uh, sai che sembri quasi un Mangiamorte quando fai così?- lo prende in giro Jonathan, ma non ha più la stessa verve di un mese prima. Fa meno battute, ride di meno. E Regulus è convinto che si sia buttato a capofitto nella lotta per non dover pensare, perché è più facile ricevere ordini che riflettere se quello che si sta facendo sia giusto o sbagliato.

-Quell'idiota si aspettava dei soldi solo perché sono un Black...- borbotta Regulus, stringendo il pacco con entrambe le mani.

-La tua famiglia ha un'ottima fama- è il commento dell'altro, tornando a buttarsi sul divano, mentre Regulus rimane nell'ingresso. -Hai intenzione di dirmi cosa farai o il mutismo dell'ultimo mese persiste?-

-Persiste. Meno sai meglio è- risponde, facendo per dirigersi verso la camera da letto.

-Lo sai che non posso fare a meno di pensare male, vero? Insomma... dormi con un cadavere, è un mese che stai in giro fino a tardi, non torni a casa da altrettanto tempo...-

-Casa mia è dov'è Logan- ribatte Regulus.

Jonathan sospira e si alza in piedi, percorre la distanza che lo separa da Regulus con un paio di passi e poi gli si ferma davanti, poggiandogli le mani sulle spalle.

-Logan è morto, Reg. E fa male, lo so. Io e lui eravamo amici da poco e ci sto male... non oso immaginare cosa tu stia provando.-

-Ecco, allora non provarci- lo fulmina Regulus. -E sarei grato se continuassi a farti i fatti tuoi. Comunque, tra questa notte e domani mattina presto arriverà il mio elfo domestico Kreacher per prendere Logan. Lascialo fare, agisce secondo mio ordine. Quanto a me... non credo dovrai più preoccuparti. Io non sono bravo con gli addii...-

-Addii?- inarca un sopracciglio Jonathan. -Sei definitivamente uscito di senno?-

-Sei stato un buon amico- dice Regulus, porgendogli una mano che l'altro stringe perplesso. -E grazie per aver assecondato le mie pazzie dell'ultimo mese, per averci sopportati prima e... e davvero non so che altro dire. Ma senza di noi avrai decisamente meno problemi. Solo... prima di andare fino in fondo con questa cosa dei Mangiamorte, pensaci davvero. Perché forse abbiamo sbagliato, per tutto questo tempo.-

Jonathan lo ascolta interrogativo, senza capire bene dove voglia andare a parare. Anche se di nuovo, dentro di lui, si fa strada quella sensazione che ha provato un mese prima, quando Regulus per la prima volta gli aveva parlato di morte. E capisce. Capisce il perché di quello sguardo e di quelle parole, che somigliano tanto a un testamento.

-Non andare- dice alla fine, stringendo forte la mano dell'altro.

-Devo.-

-Non è vero, c'è sempre una soluzione...-

Regulus sorride stanco.

-Non renderla più difficile di quanto già non sia. Ho fatto la mia scelta quando ho accettato i miei sentimenti per Logan. Forse... forse per tutto questo tempo non ho fatto altro che prepararmi a questo momento, forse era già tutto scritto... Che sciocchezza, eh!- riesce a ridere, gli occhi incollati al pavimento. -Comunque, fammi un favore, okay? Dopo questa notte nessuno parlerà più di Logan, lo so, e va bene così. Comincio a credere che la sua morte non sia stata una disgrazia... Non è mai stato particolarmente amato, la sua condizione sociale ha influito parecchio sulla cosa e... e infine il legame con me. Forse non siamo stati bravi come credevamo. Ma va bene così, lo stanno già dimenticando. E forse è meglio così, piuttosto che venga ricordato con infamia. Era una grande persona... era la mia persona- sussurra, alzando lo sguardo pieno di lacrime su Jonathan. -E io senza di lui non ce la faccio. Non sono pronto... l'unica cosa che ti chiedo è questa: tu ormai ti sei fatto una certa reputazione tra i Mangiamorte, lo so, quindi... quindi non ti sarà difficile fare quello che ti chiederò: devi rallentare il più possibile le ricerche per me. Dai l'allarme domani sera o dopodomani mattina, menti, dì che sono stato a casa tutta la notte e sono sparito a metà pomeriggio... Qualsiasi cosa possa darmi più tempo possibile. E non ostacolare Kreacher quando verrà per Logan.-

Jonathan lo fissa sconvolto. Ora ne è certo, quella è decisamente l'ultima volta che vedrà Regulus.

-Se solo tu potessi dirmi dove andrai... sai, solo per mandarli dall'altra parte...-

-Oh, non mi troveranno. E le ricerche dureranno poco, me lo sento. Forse saranno persino contenti della mia scomparsa... diranno ai miei che sono morto da qualche parte, troveranno un corpo abbastanza somigliante... Delle mie cose che sono qui, facci quell'accidente che ti pare, non me ne importa nulla. E lo stesso con quelle di Logan. E grazie ancora. Per tutto.-

 

 

 

 

Convincere Kreacher a seguirlo è stato facile, entrare in casa propria senza essere scoperti un po' meno. Se qualcuno l'avesse visto, sarebbe stato difficile da spiegare cosa stesse facendo all'una di notte accovacciato davanti a quel buco che l'elfo usava per dormire, soprattutto quando è un mese che non si fa vedere dai suoi genitori e non risponde più alle loro lettere.

Ma per fortuna, Kreacher gli è affezionato, oltre che è essere un servitore fedele. E così non ha detto nulla, pur notando la sua aria sconvolta, le mani che gli tremano. Ha semplicemente annuito con quel suo testone e, dopo aver preso Regulus per mano, ha schioccato le dita.

La prima che il ragazzo ha sentito, prima ancora di aprire gli occhi, è stato l'odore del mare e il rumore delle onde che si infrangono sugli scogli. Il mare è illuminato dalla luna e il cielo trapunto di stelle. Si trovano su un grosso scoglio di roccia scura, che l'acqua che schiuma e ribolle sotto di loro. Dietro si leva un'altissima scogliera: precipizio nero e informe da cui sembrano essersi staccati, in epoca passata, degli enormi massi, come quello su cui si trovano Regulus e Kreacher in quel momento. È uno spettacolo brullo e aspro; mare e roccia privi del conforto di alberi o declini erbosi o sabbia.

Regulus lancia uno sguardo interrogativo all'elfo sulla direzione da prendere e Kreacher fa strada, dirigendosi verso il margine esterno del masso, dove una serie di rientranze frastagliate permette di raggiungere certe rocce semisommerse dall'acqua e più vicine alla scogliera. È una discesa ripida e insidiosa, gli scogli sono scivolosi.

-Ora si deve nuotare- dice Kreacher, indicando una spaccatura nella parete, dentro la quale vorticava acqua scura.

-Va bene, fai strada- annuisce Regulus, tirando fuori la bacchetta e illuminando la strada da percorrere.

L'elfo domestico si tuffa per primo e, con incredibile agilità, procede davanti a lui. Regulus lo segue, la bacchetta accesa tra i denti. L'acqua è gelata, gli abiti zuppi lo tirano verso il basso e il mantello gli fluttua intorno. Poco dopo, la fenditura si apre su una buia galleria di rocce. Le pareti scivolose distano meno di un metro le une dalle altre e brillano come per catrame fresco al passaggio della bacchetta illuminata. Poco più avanti, la galleria piega a sinistra, incuneandosi profondamente nella scogliera; Regulus continua a nuotare nella scia di Kreacher, sfiorando la roccia ruvida e bagnata con le dita intorpidite.

Poi l'elfo emerge dall'acqua e Regulus fa lo stesso, scoprendo dei gradini che conducono a una vasta caverna. Li sale a tentoni, con l'acqua che cola dai vestiti zuppi e rabbrividendo violentemente nell'aria immobile e gelata.

-Il padrone sta bene?- chiede Kreacher, premuroso.

-Benissimo- risponde Regulus, dirigendosi al centro della caverna e asciugandosi i vestiti con un getto della bacchetta. -Il posto è questo?-

-Anticamera. Vieni, padrone, segui Kreacher- lo incalza, ricominciando a fare strada. Si avvicina a una parete e ci fa scorrere la mani sopra. Poi fa cenno a Regulus. -Usa la bacchetta, padron Regulus- dice, prendendogli la mano e dirigendola verso la roccia. Non appena la tocca, sulla pietra si disegna un arco di un bianco vivido, come se dietro la fessura ci sia una forte luce. Ma non appena la bacchetta si allontana, l'arco sparisce.

-Che cosa significa?- chiede Regulus.

-È richiesto un pedaggio di sangue- spiega Kreacher, tendendo poi il proprio braccio verso il ragazzo.

-No, Kreacher, lo faccio io- scuote la testa, allontanandolo. Con un rapido movimento della bacchetta si tagliò la mano e lo schizzo di sangue colpì la superficie della roccia. Poi, si curò mormorando una formula e il taglio si rimarginò in un attimo. -Visto? Nessun danno- gli sorride, rassicurandolo. -Ah, e a quanto pare ha funzionato.-

Il vivido contorno bianco di un arco è ricomparso e questa volta non sbiadisce: la roccia spruzzata di sangue scompare, lasciando un varco sull'oscurità più totale. Kreacher avanza e Regulus lo segue tenendo la bacchetta alta. Ai loro occhi appare un panorama sinistro: si trovano sulle spande di un lago nero così ampio che Regulus non riesce a distinguere la riva opposta, in una caverna così grande che il soffitto si perde nel buio. Una nebulosa luce verdastra brilla lontana in quello che può essere il centro del lago, riflettendosi sull'acqua immobile. Insieme alla luce della bacchetta di Regulus, è l'unica cosa che interrompe l'altrimenti vellutata oscurità, senza comunque penetrarla. Il buio è in qualche modo più denso.

Seguendo Kreacher, si avvicina al bordo del lago. Loro passi risuonano sullo stretto orlo di roccia. Camminano a lungo, ma il paesaggio non cambia: da un lato, la ruvida parete della caverna; dall'altro, la sconfinata distesa di nero liscio e vitreo, al centro della quale riluce quel misterioso bagliore verdastro.

-Bisogna prendere la barca ora- dice Kreacher, cominciando a saltellare sul posto come per afferrare qualcosa di troppo in alto per lui. Poi, a un certo punto, i suoi piedi non toccano più per terra e rimane appeso a mezz'aria. Fa cenno a Regulus di colpirgli le mani con la bacchetta e allora appare una spessa catena verde, di rame, un'estremità sprofondata tra gli abissi e un'altra stretta tra le mani di Kreacher, che la porge a Regulus. Lui comincia a tirare e la prua spettrale di una piccola barca infrange la superficie, scivolando verso di loro quasi senza increspare l'acqua.

Regulus sale cauto sulla piccola barca, Kreacher che zampetta dietro di lui. La barca si muove subito senza che nessuno dei due debba fare niente, come se una fune invisibile la stia tirando verso la luce al centro. Non si sente alcun rumore, a parte il fruscio setoso della prua che fende l'acqua. Pochi minuti dopo la barca si ferma, cozzando dolcemente contro qualcosa che Regulus non vede subito; ma quando alza la bacchetta, si accorge che hanno raggiunto un isolotto di roccia liscia al centro del lago.

-Non toccare l'acqua, padrone- lo ammonisce Kreacher, aiutandolo a scendere dalla barca.

L'isola non è grande: una distesa di piatta roccia scura sulla quale si trova soltanto la fonte di quella luce verdognola, che da vicino è molto più brillante. All'inizio a Regulus sembra una specie di lampada, ma poi nota che proviene da un bacile di pietra che gli ricorda molto il Pensatoio di suo padre, posto in cima a un piedistallo. Il bacile è pieno di un liquido smeraldino, nota avvicinandosi.

-È questa la pozione che ti ha fatto bere?- chiede, voltandosi verso l'elfo, che annuisce spaventatissimo. Regulus non riesce a immaginare che orrore abbia provato, per esserne ancora sconvolto. Prende un respiro profondo e si china sui talloni davanti a Kreacher, portandosi alla sua altezza. -Ora voglio che mi ascolti bene. Questo è un ordine, tutto quello che ti dirò da questo momento in poi è un ordine e voglio che lo esegui. Chiaro?-

Kreacher annuisce di nuovo, questa volta solennemente.

-Vedi questo medaglione?- domanda, tirando fuori dalla tasca la copia esatta di quello che ora si trova nel bacile alle sue spalle. Ha fatto delle ricerche ed è venuto fuori che è appartenuto a Salazar Serpeverde. Da quello a trovarne un'immagine per farne una copia, il passo è stato breve. -Io ora berrò la pozione, Kreacher. Appena ti sarà possibile, voglio che scambi i due medaglioni e tieni per te quello vero, lasciando quello falso nel bacile. E poi voglio che tu te ne vada senza di me, che torni a casa e non dici a nessuno quello che è successo qui, soprattutto non dirlo alla padrona, a mia madre. Hai capito?-

-Ma padrone, lascia che sia Kreacher a bere. Scambia tu i medaglioni, fai bere a Kreacher...- comincia a implorarlo, torturandosi la veste bagnata e strappata in più punti. -Il padrone deve tornare a casa...-

-Kreacher, il mio era un ordine. Ora prendi questo medaglione e fai come ti è stato detto- dice duro, ponendo fine ai lamenti e ai gemiti dell'elfo. Poi, dal nulla, fa apparire un bicchiere. Non è bello e perfetto come l'avrebbe potuto evocare un grande mago, ma servirà al suo scopo. Lo avvicina al bacile e, quando è pieno fino all'orlo, lo svuota tutto d'un fiato. E continua a bere nonostante il dolore lancinante che ogni sorso gli procura. Si aggrappa con una mano al bacile e con l'altra, con un movimento continuo e meccanico, immerge il bicchiere nel liquido e se lo porta alla bocca, bevendolo. Ogni singola parte del suo corpo è in fiamme, sicuramente sta urlando qualcosa, lo vede negli occhi angosciati di Kreacher, che però è vincolato ai suoi ordini e attende di scambiare i medaglioni. In un attimo di lucidità, si rende conto che non vedrà mai più nemmeno quel piccolo elfo così fedele. Troppi addii in così poco tempo...

Quando finalmente arriva all'ultimo sorso, le gambe gli cedono e la bocca è riarsa. Si accascia sull'isolotto, aggrappandosi alle rocce per non scivolare ulteriormente. La vista si sta facendo appannata, i suoni gli arrivano indistinti.

-Padrone!- esclama Kreacher, facendo per correre in suo aiuto.

-Scambiali- riesce a dire, sollevandosi su un gomito. -I medaglioni. E poi vattene. Dì a Deirdre... AH!... Dì a Deirdre che è tutto fatto. E portale le ceneri di Logan- ordina con un filo di voce.

Attraverso la nebbia sui suoi occhi riesce a scorgere l'elfo in punta di piedi che armeggia con i medaglioni, infilandosene uno al collo.

-Distruggilo, Kreacher. Distruggilo- sussurra, cominciando ad arrancare verso il bordo dell'isola, in direzione dell'acqua. Ha sete... non ha mai avuto così tanta sete in vita sua... e sa che se berrà, tutto andrà bene... acqua... acqua...

-Il padrone deve stare lontano dall'acqua!- grida Kreacher, mentre la prima mano diafana emerge dal lago e afferra Regulus per il mantello, cominciando a tirarlo.

-VATTENE!- urla Regulus, quando ormai su di lui ci sono decine e decine di mani e di corpi, che lo trascinano sempre più al largo, sempre più lontano dall'isola. Chiude gli occhi quando sente lo schiocco della Smaterializzazione di Kreacher e si abbandona completamente all'acqua, finalmente in pace.

 

























Inathia's nook:

Okay, un aggiornamento oggi non ve lo sareste aspettato. Ma meglio prima che poi, no? Anche perchè non sapevo quando sarei riuscita, altrimenti.
Capitolo peso e tristo, me ne rendo conto. Non odiatemi.
LA parte della grotta è presa quasi pari pari dal libro, sapete che voglio mantenermi il più attienente possibile. E anche la parte in cui Reg "impazzisce" e fa conservare il corpo di Logan senza seppellirlo. Quella è l'Iliade, la sobria reazione di Achille alla morte di Patrocolo.
Okay, non ho molto altro da scrivere se non che spero che il capitolo vi piaccia e... e niente, vi aspetto nelle recensioni ;)
A tra due settimane,
I.L.

  
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