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Autore: StClaire    22/10/2015    5 recensioni
Maisie è la classica ragazza di diciassette anni. La sua vita si divide tra scuola e amiche, compiti e feste, famiglia e compagni e il ragazzo dei suoi sogni. La sua vita scorre tranquilla come al solito fino a che non le viene imposto di lasciare la sua camera per ospitare la prima figlia del compagno della madre, che ha le fattezze di un bellissimo ragazzo. Maisie, dopo una bugia di troppo, si ritroverà a chiedere ad Alexis "Alex" di tenerle il gioco e farle da fidanzato.
Da quel momento, tra disguidi, baci e ambigue relazioni, inizia per Maisie un'avventura che le scombussolerà più di quanto lei avrebbe mai potuto sospettare.
Dal testo:
«Devo chiederti scusa!», urlò Maisie improvvisamente.
Lei si girò «Scusa per cosa?», chiese Alexis curiosa, fermandosi sul vialetto di casa.
«Anch’io quando ci siamo scontrate all’aeroporto ti ho scambiato per un ragazzo!» disse Maisie tutto in un fiato.
«L’avevo capito», sorrise, e le fossette spuntarono insieme al sorriso, «Beh, almeno ti piacevo?»
La domanda spiazzò Maisie, ma la risposta usci da sola.
«Si!», forse lo disse con troppo entusiasmo, perché lei rise.
«Questo è l’importante», disse avviandosi verso casa.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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- Capitolo 10 - 

Closer


Il giorno del ballo era, purtroppo, arrivato.
Quella mattina Maisie non si era alzata dal letto. Era rimasta stesa a fissare il soffitto, pensava ancora alla possibilità di confessare tutto alle sue amiche. Si sentiva sola, terribilmente sola.
E soprattutto non ci capiva niente!
Non sapeva come comportarsi con Alexis, non sapeva se stavano insieme, se lei ad Alexis piaceva o se era una cosa così, senza impegno.
A Maisie quest’opzione non stava bene, ma dal comportamento di Alexis, non poteva pensare ad altro. Era vero che avevano avuto pochissimo tempo per parlare, chiarire o fare qualsiasi altra cosa. Ma Alex, da quella sera allo studio, non l’aveva più invitata, né lì, né altrove. E il pensiero che Emma fosse sempre lì, la faceva ribollire dalla rabbia! Non poteva neanche chiedere nulla ad Alexis, con quale scusante? Erano forse una coppia loro due? No!
Sbuffò e si girò a pancia all’aria. Il soffitto era ancora lì, immutato. Come la sua situazione.
«Sei viva?»
Maisie si alzò di scatto.
Alexis era appoggiata alla porta. Quando era entrata?
«S-sì» balbettò. Che risposta del tutto inutile, era palese che fosse viva...
«Tutto bene? Non sei scesa né a colazione, né a pranzo.»
Maisie annuì, mettendosi a sedere composta. Si sentiva in imbarazzo, come sempre.
«Tua madre mi ha detto che stasera vai a un ballo» riprese Alexis mentre ciondolava per la stanza.
«Già…»
A guardarla, Alexis sembrava perfettamente a suo agio.
«Vai con Jody e Mia?»
«Sì… è il ballo organizzato dalla scuola per Natale. Quindi ci sarà tutta la scuola, più o meno…» rispose Maisie «All’Accademia non hanno organizzato niente?» domandò.
Alexis si fermò un attimo davanti alla libreria scrutandola con attenzione. Poi scosse la testa.
«No… allo studio credo abbiano organizzato una festicciola, ma non so cosa…» si voltò e le sorrise.
«E senti…» incominciò Alexis. «…ci sarà anche Connor quindi, a questa festa?»
Il sorriso sul volto di Maisie si gelò.
Era seria?
«Si» rispose, lapidaria.
Alexis la guardò, ma Maisie evitò il suo sguardo.
«Ok…» la sentì mormorare.
Maisie percepiva ancora il suo sguardo addosso, ma finse di star scrivendo qualcosa sul cellulare.
«Ci vediamo di sotto…» disse Alexis uscendo dalla stanza.
Maisie si stese di nuovo. Ancora una possibilità di stare insieme, sfumata.
Ottimo. Quindi mentre lei sarebbe stata in balia di Mia e Jody, Alexis sarebbe stata alla “festicciola”, magari con Emma. E lei non era invitata. Si sentiva presa in giro, ma in fondo di cosa?  Alexis non le aveva mai “confessato” niente. Aveva fatto, e continuava a fare tutto lei.
Lei l’aveva baciata, lei era stata male, lei aveva confessato i suoi sentimenti. Alexis non aveva mai detto niente a riguardo. Maisie guardò il vestito che aveva acquistato per quella sera, ma improvvisamente, non aveva nessuna voglia di uscire. Si accoccolò meglio tra le coperte e ritornò a dormire.
Si svegliò tartassata dalla suoneria del suo cellulare.
Rispose fiaccamente e si accusò tutte le lamentele da parte di Jody.
«Sono quasi pronta, giuro!» borbottò cercando di calmare l’amica.
Finalmente riuscì a chiudere la telefonata e pesantemente si trascinò verso il bagno.
«Alice!» urlò bussando alla porta del bagno «Muoviti! Mi devo preparare!»
«Fottiti!» le rispose gentilmente Alice «Ho già dato la precedenza ad Alexis, non la do pure a te!»
Maisie sospirò.
Quindi Alexis era già andata via.
Dovette aspettare un’altra decina di minuti prima di poter entrare in bagno a prepararsi.
Si muoveva a rilento, si sentiva stanca. Pensava che le cose tra lei e Alex, prima o poi avrebbero preso una piega migliore. Ma al momento non era così. Aveva la sensazione che Alexis la ignorasse.
Continuò a prepararsi per la festa, indossò il tubino nero che aveva comprato con le sue amiche, ma improvvisamente le sembrava troppo corto. Non le piaceva come le cadeva. Sospirò guardandosi nello specchio, cercando di ricacciare indietro le lacrime.
Indossò le scarpe e si sentì ancora più idiota. Sarebbe caduta, se lo sentiva.
Si guardò un’ultima volta allo specchio cercando di sorridere e poi scese le scale, molto lentamente.
In casa non c’era nessuno. Paddy e sua madre erano fuori per qualche evento e Alice era a festeggiare a casa di qualche sua amica. E Alexis… beh Alexis era a festeggiare con Emma.
Iniziò a camminare in strada. Per fortuna sua non nevicava, anzi, l’aria pungente la faceva sentire bene. Aveva sempre amato il freddo. Le piaceva seppellirsi sotto montagne di vestiti e coperte. Sarcasticamente, le piaceva il freddo perché le permetteva di stare al caldo.
Arrivò alla fermata dell’autobus… ai suoi aveva detto che sarebbe arrivata a scuola con Mia e Jody, e alle sue amiche aveva raccontato che sarebbe stata accompagnata da Paddy.
In realtà voleva stare da sola. Riusciva a pensare meglio con la sua sola compagnia.
Salì sull’autobus quasi senza accorgersene. I tacchi già le facevano male. Appoggiò la testa al finestrino e cercò di non pensare a tutto quello che stava succedendo. Era passata dalla felicità alla disperazione in meno di un mese. In tutto questo, il matrimonio di sua madre si avvicinava sempre di più. I suoi voti erano scemati, così come la sua soglia di attenzione.
Scese dall’autobus e continuò la sua camminata solitaria, la scuola distava poco dalla fermata, guardandosi intorno, di sera le cose cambiavano completamente, nonostante la via fosse ben illuminata, la strada non era calda e accogliente come sempre.
Si lasciò scappare un sospiro. Mezza idea di non andare alla festa le era balenata in testa, ma subito si era ricreduta. Non avrebbe sopportato le ramanzine di Mia e Jody, e poi, fortunatamente, le feste della scuola duravano sempre poco.
Si sentiva un’idiota a camminare su quei tacchi. Doveva camminare lentamente e non poteva far altro che guardarsi i piedi, per vedere dove andava.
Improvvisamente, lo scoppio di una risata le fece alzare di scatto la testa.
Un gruppo di persone venivano verso di lei, ma dalla direzione opposta.
Maisie continuò il suo cammino, ma una voce richiamò la sua attenzione.
«Ehi!»
Maisie non riconobbe subito chi le stava parlando.
«Sono Ethan, ci siamo conosciuti un po’ di tempo fa, con Alex!»
Maisie guardò il ragazzo cercando di sorridere.
«Ciao…» disse stringendosi di più nella sua giacca «Sì, mi ricordo!»
Maisie si sentiva in imbarazzo. Due o tre facce che non conosceva la guardavano.
«Stai davvero bene!» esclamò il ragazzo. Maisie s’imbarazzò, non era abituata ai complimenti «Non passi alla festa, dopo? Allo studio?» domandò Ethan.
«Mmmmh, no, non credo. Sto andando alla festa che organizza il liceo…» spiegò senza tanto entusiasmo.
«Ah! Bellissimo… Ormai sono anni che non partecipo…» disse sorridendo.
Maisie gli sorrise, ma gli avrebbe volentieri ceduto il posto…
«Maisie…»
Maisie sentì il sorriso spegnersi sul suo volto.
Aveva Alexis di fronte, con Emma a braccetto.
«C-ciao» balbettò.
Alexis si divincolo dalla ragazza e si staccò dal gruppo.
Maisie fece qualche passo indietro, cosa che ad Alexis non sfuggì.
«Che c’è?» domandò Alexis.
«Niente» rispose Maisie, forse troppo velocemente.
Alexis la squadrò.
«Non ti ho mai vista vestita così…»
«Così… come?» l’interruppe Maisie.
«È troppo…» Alexis si fermò in cerca della parola adatta «…provocante. Sei venuta da sola qui?»
Maisie guardò gli amici di Alexis alle sue spalle. Si sentiva osservata.
«Sì, ho preso l’autobus» disse a bassa voce.
Alexis sospirò.
«Perché non hai…?»
Maisie sbuffò interrompendola.
«Che c’è? Che ti prende improvvisamente?»
«Niente! Sei tu che mi stai facendo questo inutile terzo grado! Da quando t’importa ciò che faccio e dove vado?» sbraitò in modo quasi isterico cercando di non alzare troppo la voce.
Alexis la guardò, aveva un’espressione sconvolta e ferita, ma durò un attimo soltanto. All’improvviso tornò il suo sguardo indecifrabile di sempre.
«Va bene, divertiti» sussurrò indietreggiando e raggiungendo i suoi amici.
Maisie cacciò indietro le lacrime e poi riprese a camminare a grandi falcate verso la scuola.
L’aria fredda le congelava le lacrime agli occhi.
Arrivò finalmente all’ingresso della grande palestra, dove veniva organizzata la festa, ogni anno.
Lasciò la sua giacca all’insegnate che si occupava del guardaroba.
«Tutto bene, tesoro? Sembri un po’ scossa…» le chiese la donna mentre le porgeva il ticket per ritirare la giacca a fine serata.
Maisie annuì e subito entro nella palestra.
Era decorata davvero bene, forse in un momento diverso le sarebbe anche piaciuta. Ma Maisie non riusciva a non pensare che anche una perfetta estranea si era resa conto del suo stato. Si guardò intorno alla ricerca delle sue amiche. S’inoltrò di qualche passo e poco dopo le vide. Mia indossava un brillantissimo vestitino verde come i suoi occhi mentre Jody si era affidata a un più sobrio rosa antico.
«Maisie!»
Mia agitò un braccio pieno di bracciali per attirare la sua attenzione. Maisie ricambiò a stento il saluto, ormai le lacrime avevano vinto.
«Maisie! Ma che succede?»
«Maisie!» Jody corse ad abbracciarla «Che cosa succede?»
L’abbraccio di Jody provocò in Maisie un’ondata di lacrime.
«É-é colpa di Ale-xis» confessò lei. Non ce la faceva più a tenersi tutto dentro. Sentiva che sarebbe scoppiata.
Mia assunse un’espressione meravigliata.
«Alexis?» chiese «Parli di Alex?»
Maisie tremava ancora. Il corpo era un continuo sussulto.
«S-si» ammise infine «Alex che in realtà è Alexis» Il solo pronunciare il suo nome la metteva in crisi.
«Finalmente l'hai ammesso!» esclamò Mia alzando gli occhi al cielo.
Jody le lanciò un’occhiataccia.
«Che cosa?» balbettò Maisie, ora toccava a lei essere senza parole.
Poi Jody riprese «Lo sapevamo già. Di Alexis intendo. L'ho scoperto per caso, l'ultimo giorno del festival. Per sbaglio ho origliato una conversazione tra due persone del gruppo di Alexis e… niente ne parlavano al femminile. All'inizio non capivo, poi...» Jody alzò le spalle.
Maisie le guardava sconvolta. Aveva smesso di piangere e ora sentiva le lacrime fredde sul viso.
«Poi... Niente» continuò Mia sorridendole «Abbiamo pensato che forse non volevi parlare del tuo orientamento sessuale! Certo, l’idea era proprio idiota, lasciatelo dire. Anche se io lo dicevo da sempre!»
«Che cosa?!» urlò sbalordita Maisie.
«Beh... Si… dai Maisie. Non ti abbiamo mai, mai, mai vista interessata a un uomo. Neanche a una donna, vero. Hai visto Connor solo quando te lo abbiamo fatto vedere.»
Maisie era senza parole.
«Certo siamo un po' offese. Ci hai nascosto tutto! Siamo le tue amiche! Avresti dovuto dircelo!»
«Ma voi ci avete anche provato!» ribatté Maisie.
«Dettagli!» esclamò Mia agitando le mani «Non avresti dovuto nasconderlo e basta!»
«Non è che ci sia molto da raccontare…» sospirò Maisie.
«Beh, almeno dicci com'è il sesso!» esclamò ridendo Mia.
Maisie sorrise un po'. Mia era la persona più giuliva che conoscesse.
«Non saprei… a stento mi guarda» sospirò.
Improvvisamente Mia e Jody si fecero serie.
«C'è qualcosa che non va?»
Gli occhi di Maisie si riempirono di lacrime.
«Non lo so. Mi ignora. A volte sembra che ci tenga a me, altre volte sembra che non sopporti neanche la mia vista. Non so che pensare. Mi sento una… bambola usa e getta» disse allargando le braccia in segno di resa.
«Oh Maisie!» le sue amiche l'abbracciarono stretta e le sussurrarono parole carine.
«Sediamoci e raccontaci tutto…»
Così raccontò tutto. Ma davvero tutto.
«C’è anche un’altra cosa» Maisie sospirò «Alexis è la mia sorellastra.»
Si accorse di avere le mani chiuse strette a pugno. Vedeva le sue nocche bianche.
«Alex è la figlia di Paddy?» l’espressione di Jody era indecifrabile. Mia si portò le mani alla bocca.
«Cazzo…» mormorò Mia portandosi le mani alla bocca.
«Già…» sospirò Maisie.
«Beh, senti… che c’entra! Non avete mica legami di sangue!» esclamò Jody «Certo, potrebbe essere imbarazzante, ma, che altro?»
«Già…» ripeté Maisie fissando un punto indefinito della sala.
«Sentite!» esclamò Mia alzandosi. Le luci riflettevano fin troppo sul suo vestito brillantinato «Siamo venute qui per divertirci…» guardò Maisie e Jody «Quindi… balliamo!» esclamò trascinando le sue amiche in pista.
Per un po’ Maisie pensò davvero di lasciare tutto alle spalle. Mia e Jody erano contagiose. La musica era divertente, e per sua fortuna era ancora troppo presto per i lenti. Immaginava che sarebbe stato difficile ballare un lento a tre.
«Vi devo ringraziare!» urlò improvvisamente Maisie.
«Ma che sei scema?» rise Jody «Avevi dubbi? Tanto sarai sempre la nostra solita Maisie!» le disse abbracciandola.
Mia si aggiunse «Poi caso mai ci fai provare!» urlò.
Scoppiarono a ridere, disturbando anche qualche persona sulla pista.
«Ehi, ragazze!»
Si voltarono insieme verso la voce. Connor le guardava sorridendo.
«Ciao Maisie.»
«Ciao…»
Maisie avvampò dall’imbarazzo.
«Sei splendida stasera» disse. Sembrava quasi imbarazzato.
«G-grazie» balbettò Maisie. Da quando si erano baciati, aveva sempre cercato di evitarlo. Non sapeva cosa avrebbe potuto dirgli.
Improvvisamente Connor le tese la mano.
«Posso avere un ballo?» le domandò in modo galante. Maisie sorrise e accettò, per sua fortuna, non era un lento, e, anzi, si divertì molto con lui.
«Sai…» esclamò improvvisamente Connor «Credo di aver capito una cosa» disse attirandola di nuovo a sé e facendole fare una specie di giravolta, che ovviamente, non le venne molto bene.
«Che cosa?» domandò curiosa Maisie.
«Stai ancora pensando a quel tipo…»
Maisie lo guardò sorpresa.
«Non fraintendermi!» esclamò lui «Non lo dico in maniera negativa! Dico solo…»
«Scusami!» esclamò Maisie «Mi sono comportata io male… Scusa.»
«Fa niente» le sorrise «L’importante è essere sinceri, no?»
«Già» rispose Maisie sorridendogli. Essere sinceri, le piaceva quel concetto.
Così continuarono a ballare, la musica era alta, ma non assordante. Le luci illuminavano i loro lineamenti e mettevano in risalto l’arcobaleno di vestiti.
«Che ne dici, raggiungiamo gli altri?» le domandò Connor.
Maisie annuì, ma mentre si avviavano, furono raggiunte da Mia e Jody.
«Ehi, stavamo venendo da voi» esclamò Maisie sorridendo alle sue amiche.
«Ah… si!» Mia sembrava nervosa, continuava a guardare oltre le spalle di Connor.
«Ma che c’è?» chiese Maisie «Che avete?»
«Oh…» il viso di Jody trasudava sgomento «Noi adesso dobbiamo proprio andare…»
Maisie le guardò senza capire. Avevano assunto tutte due un’espressione sorpresa e preoccupata allo stesso tempo.
«Ciao Alex!» squittirono in coppia «Tu vieni con noi!» sussurrarono a Connor prendendolo per la giacca e tirandolo verso di loro, poi arretrarono fino a scappare per tutta la pista da ballo.
Maisie si bloccò. Improvvisamente si sentiva osservata. Cercò la forza e si girò molto lentamente.
«Ehi»
Alexis era di fronte a lei, ancora con il giubbino addosso e l’espressione indecifrabile di sempre.
Maisie non riuscì a dire una sola parola. La guardava e tutto ciò che sapeva è che stava impazzendo. Avrebbe voluto correre da lei, ma allo stesso tempo non voleva soffrire. Aveva paura di essere rifiutata.
«Ti stai divertendo?» le chiese Alexis.
Maisie dovette sbattere un paio di volte le palpebre per riprendersi, poi annuì lievemente.
«Possiamo parlare un attimo?»
Maisie si sentì mancare. Aveva imparato dai film che quando qualcuno chiedeva “possiamo parlare?”, la situazione finiva sempre male.
Maisie annuì di nuovo, impossibilitata a fare altro. Era bloccata.
Si spostarono verso il muro della palestra, lontane dai lustrini, le coppie, i balli e le persone.
«Senti…» esordì Alexis «Non so come iniziare…» esitò un attimo.
Maisie sentiva il respiro pesante, sentiva che doveva prepararsi al peggio.
«Non sono brava con le parole… lo avrai capito questo ormai…» continuò Alexis «Mi dispiace se ti ho ferito in qualche modo… ma vedi…» Alexis si portò le mani in faccia. Poi aprendole creò uno spiraglio dal quale la guardò.
«Ma non capisco…»
«Non capisci?» urlò Maisie interrompendola «Io non capisco niente!» sbraitò «Prima mi rifiuti, poi mi baci! Poi, improvvisamente, inizi a ignorarmi completamente, a stento mi saluti, a casa non ci sei mai. Poi m’inviti in quel cazzo di studio e mi baci di nuovo, ma in realtà non mi hai mai neanche detto che ti piaccio. Con te ho solo dubbi. Non so cosa pensare. Non so cosa vuoi, non so se ci tieni a me. E poi pretendi che io sia educata nei tuoi confronti? Dov'è l'educazione nei miei? Non sono una stupida bambina! Non puoi usarmi a tuo piacimento e poi buttarmi via!»
Maisie scoppiò a piangere. La voce era incrinata dalle lacrime e i singhiozzi. La odiava. Odiava Alexis perché la faceva sentire debole.
Alexis si avvicinò e le prese il volto tra le mani.
«Scusami» disse in un sussurro «Io non volevo farti soffrire. É colpa mia hai ragione» Alexis sospirò «La prima volta che mi hai baciato, non ho ricambiato perché non pensavo che fosse una cosa giusta. Avevo, e ho, la testa piena di dubbi» Alexis si portò le mani in faccia «Sei così giovane e innocente! Mi dicevo che la tua era un'infatuazione passeggera. Che era dovuta a quella recita… Che io non ero adatta a te. Troppo grande e troppo diversa. Ho visto che m’ignoravi a casa, pensavo che sarei riuscita a sopportarlo.»
Sospirò.
«Ma non era vero. Stavo male nel vederti soffrire. Poi, improvvisamente, sei apparsa a quella mostra. Quando abbiamo parlato, ho dovuto accettare i miei sentimenti. Tu mi piaci Maisie, Dio se mi piaci, mi dispiace non avertelo detto prima! Ma se vuoi saperlo credo di averlo capito prima di te. Da quando ogni mattina, in quella dannata tenda, mi svegliavo abbracciata a te. Tu non te ne sei mai accorta, ma io ogni mattina dovevo scappare da lì» fece una pausa.
Maisie pendeva letteralmente dalle sue labbra.
«Mi dispiace se ti ho creato problemi. Mi dispiace essermi comportata male con te. Avrei voluto invitarti stasera a quella stupida festa. Ma tua madre mi ha detto del ballo. E niente…» sospirò ancora. Sembrava sentirsi in colpa «Ho pensato di lasciarti venire. Sapevo che se ti avessi invitato, saresti venuta. Ma non volevo che ti perdessi queste cose… normali.»
Alex le sorrise e le prese le mani, Maisie iniziava di nuovo a sentire il sangue scorrere nelle vene.
«Sai…» iniziò «Volevo davvero invitarti. Volevo stare con te. Poi quella mattina ti ho sentito parlare con tua madre, di Connor, dei ragazzi. Mi sono sentita…» Alexis lasciò la frase in sospeso, ma Maisie aveva capito, cosa intendeva. Cercò di sorriderle, ma sentiva le lacrime che scendevano giù per il viso.
Alexis asciugò le lacrime di Maisie.
«E poi non sopporto di vederti con quel tipo.»
Maisie scoppiò a ridere.
«Credo che abbia capito…» le disse Maisie.
«Che non lo sopporto?» domando Alexis sorridendole.
«No!» Maisie rise «Che non ha speranze!»
«Ottimo» esclamò Alexis continuando a scrutare la sala con gli occhi.
«C’è una cosa che devo dirti però…» Maisie sciolse l’intreccio fra le loro dita. Aveva paura di confessare e di certo, l’espressione interrogativa di Alexis non la spingeva a farlo.
«Che c’è? Sembri… terrorizzata.» mormorò Alexis.
Maisie fece un respiro profondo.
«Ho raccontato a Mia e Jody di noi. Ho raccontato tutto. Ho detto anche che in realtà sei la mia sorellastra.»
Chiuse gli occhi aspettandosi la sfuriata. La canzone che stavano passando era una delle sue preferite, ma cercò di non distrarsi.
«E quindi?» chiese Alexis.
Maisie la guardò sbalordita.
«T-tu mi avevi detto di non parlar…»
«No» Alexis la interruppe «Io ti avevo detto di non parlarne a casa, che è diverso.»
Si guardarono.
«So che è una richiesta difficile…» Alexis riprese il suo discorso «Ma non so come la prenderebbero gli altri» Alexis sospirò e abbracciò Maisie, poggiandole un dolce bacio sui capelli. «Dopo tutto siamo una famiglia ormai»
«Già. Siamo una famiglia…»
Alexis le accarezzò il viso.
«Mi dispiace chiederti questo. Ma non sarà per sempre… prima o poi le cose cambieranno.»
Maisie tentò di sorriderle. L’idea di mentire a sua madre le faceva male. Catelyn c’era sempre stata. Sempre. Sentiva come se la stesse tradendo, ma allo stesso tempo, aveva paura di ferirla ancora di più parlandole di Alexis.
«Che c’è? Sembri triste.»
Maisie scosse il capo.
«Ero solo soprappensiero» la rassicurò Maisie.
Alexis annuì, ma non sembrava del tutto convinta.
«Dato che siamo qui…» esclamò guardandosi intorno «Perché non raggiungiamo le tue amiche e ci divertiamo un po’?»
Maisie la guardò sbalordita.
«V-vuoi davvero andare dai miei amici?»
Maisie non poteva crederci! Sarebbe stato come ufficializzare la cosa!
Alexis alzò le spalle «Si… se per te non ci sono problemi.»
«N-no» Maisie era ancora sbalordita «Nessun problema.»
«E poi…» continuò Alexis. Sembrava stesse scrutando qualcosa all’interno della palestra «Voglio che Connor capisca ancora meglio come stanno i fatti»
Maisie sorrise.
«Va bene. Andiamo!» esclamò, ma Alexis la bloccò.
«Solo un attimo…» sussurrò Alexis.
Poi fece una cosa che Maisie non si sarebbe aspettata.
Alexis si abbassò verso lei e la baciò. Era un bacio dolce e romantico. Maisie si sentì profondamente colpita. Fortunatamente quei maledetti tacchi avevano una funzione utile, oltre a cercare di romperle una caviglia. Almeno dimezzavano la spanna di differenza in altezza che aveva con Alexis. Non poteva crederci. Era in mezzo alla palestra della sua scuola e stava baciando Alexis. Credeva che una cosa così non le sarebbe mai successa. Si sentiva felice. La loro relazione era in sostanza ufficiale! Non avrebbe più dovuto nascondersi dalle sue amiche, e se mai avesse dovuto avere un problema, adesso, poteva confidarsi con loro.
«Ok!» sussurrò Alexis «Ora possiamo…»
Maisie sorrise, ma sapeva di essere ormai di colore rosso.
«Ma perché sei coperta di brillantini?» domandò improvvisamente Alexis.
Maisie dovette riprendersi dal suo incanto.
«Ah… beh…» balbettò guardandosi «Credo siano del vestito di Mia!»
«Carini» Alexis annuì sorridendo «Andiamo?»
«Andiamo!»

 
Hey there!
Perdono! So che avevo detto che avrei aggiornato martedì, ma ho avuto un problema e quindi, eccomi qui, ora! Spero che questo capitolo, che io credo sia molto bello, ma sono di parte, vi piaccia! Sono tutta un fremito!
Comunque, vi ringrazio davvero tanto! Siete sempre di più ad apprezzare la storia e questo mi porta sempre ad andare avanti e cercare di fare del mio meglio!
Grazie a tutti!! Vi voglio bene!

StClaire

p.s. Se vi interessasse, la canzone che piace a Maisie è "Goodbye" di Tegan&Sara! Io l'adoro!

Sua madre e Paddy le avevano regalato un nuovo portatile, e lei era stata entusiasta della cosa. Il suo era oramai da rottamare.
Alice aveva contribuito ancora all’imbarazzo generale quando Maisie, scartando il regalo da parte sua, aveva scoperto che la sua amata sorellina di soli quattordici anni, le aveva regalato un completo intimo.
«Magari lo usi con qualcuno!» aveva innocentemente esclamato.
Maisie aveva visto Alexis ghignare nascosta nel suo bicchiere e la cosa l’aveva completamente mandata in tilt. Poi aveva guardato lo sguardo allibito di sua madre e Paddy e aveva liquidato la faccenda con un semplice “grazie”.

  
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