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Autore: LorasWeasley    24/10/2015    5 recensioni
AU [Solangelo|Caleo|Percabeth|Frazel|Jasper]
"-Prima di iniziare voglio ricordarvi che questo non è un gioco, non vi state allenando, qui se sbagliate siete morti. Siete i migliori ragazzi in addestramento che siamo riusciti a trovare, venite da diverse parti del mondo, ma ci servite tutti.
...
Spero di non aver sbagliato a fidarmi di voi. Riuscite a portare a termine questa missione e tutto il mondo vi ricorderà come degli eroi."
Genere: Azione, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Frank/Hazel, Jason/Piper, Leo/Calipso, Nico/Will, Percy/Annabeth
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'CIA'
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6.Quasi amici


Proprio come aveva detto, fu Annabeth la prima a parlare.
Era seduta sopra il tronco e fissava le fiamme, protesa in avanti con i gomiti poggiati sulle ginocchia, una bottiglia di birra mezza vuota in mano.
-All’asilo sapevo già leggere, scrivere, fare i conti, calcoli … diciamo che sapevo ragionare come qualcuno non della mia età, ecco. A quattro anni mia madre mi portò con se al lavoro, quel giorno l’asilo era chiuso e non sapeva dove lasciarmi. Mi ricordo che stavo gironzolando quando ho trovato un foglio, era caduto a qualcuno, dentro c’era scritto un problema. L’ho risolto in una sola ora e l’ho portato a mia mamma. Lei non era sola nella stanza, sono rimasti shoccati quasi tutti, poi uno ha parlato con lei, dicendole che non aveva mai conosciuta una bambina così intelligente. L’ha consigliata di mandarmi in un campo estivo dove avrebbero di sicuro apprezzato e ampliato le mie doti. Da campo estivo si è poi tramutato in campo per tutto l’anno e così adesso questa è tutta la mia vita.
Aveva concluso, nessuno disse nulla.
Si girò a fissare Hazel, la ragazza era seduta accanto a lei, però sulla sabbia con la schiena poggiata al tronco, stava arrostendo marshmallow.
-Anche a me è successa una cosa simile. I miei genitori erano entrambi poliziotti e qualche volta non avevano dove lasciarmi, così mi portavano con loro. Un giorno, in caserma, arrivarono due che avevano fatto un incidente d’auto. Avevo 5 anni ma riuscii comunque a capire chi dei due stava mentendo e chi stava dicendo la verità. Non so, me lo sentivo. Così lo dissi anche ai miei. Gli spiegai anche come avevo fatto a capirlo. Loro non mi ascoltarono subito, ma quando si scoprì la verità e capirono che avevo ragione mi successe praticamente la tua stessa cosa.
Nel tronco successivo c’erano seduti Calypso, Leo e Nico, in quest’ordine.
Toccava prima alla ragazza parlare. Anche lei, come Hazel, era seduta sulla sabbia, si era anche tolta le scarpe per sentire i granelli scorrerle sui piedi.
-Io sono nata in un’isola pressoché deserta nel bel mezzo del pacifico. Già a quattro anni sapevo correre in mezzo alla foresta senza inciampare, pescare a mani nude e cose così. Un giorno è arrivata un’enorme nave per cercare qualcosa, non so ancora cosa. Erano loro, io non lo sapevo, non che avessi mai sentito parlare della CIA. Ho chiesto di portarmi con loro, i miei genitori erano entrambi morti e non avevo nessuno, ma non hanno voluto, così sono riuscita a eludere la sorveglianza e a imbarcarmi da sola. Quando mi hanno scoperto non potevano di certo buttarmi in mare, avevano progettato di scaricarmi da qualche parte dopo che avremo ritoccato terra, ma ho mostrato loro che sapevo fare e mi hanno tenuta.
Finì di parlare e afferrò la bottiglia di vodka alla fragola bevendone qualche sorso, poi si girò a fissare Leo.
Il ragazzo prese una manciata di patatine e si mise a raccontare solo dopo averle mandate giù con qualche sorso di birra.
-La mia è semplice. Ero a un bar e mi stavo annoiando. Così ho preso il telefono e ho cercato di rubare internet a qualcuno. Non so bene come ma sono riuscito a entrare nel telefono di uno leggendo tutti i suoi messaggi, i suoi registri, insomma tutto. E non era uno qualsiasi, era un agente in missione. Quando mi hanno proposto di far parte di loro non potevo rifiutare, sono cose da film queste! Sapevo che sarebbe stata una figata.
-Ah, ammettilo- commentò Hazel divertita – Hai accettato solo perché avevi paura che ti potessero uccidere dopo aver scoperto così tante cose.
Leo sorrise fissando il pacco di patatine che aveva in mano.
-Non rovinarmi la storia Hazel.
Calypso e qualcun altro risero, Leo non perse il sorriso, poi diede una gomitata a Nico.
-Tocca a te.
Nico, seduto anche lui sulla sabbia, era tutto concentrato su un buco nei suoi pantaloni, ci stava giocando con l’indice della mano destra e non staccava gli occhi da questo.
-Io ho ucciso una persona- sussurrò.
Ma lo disse così piano che qualcuno fece fatica a sentirlo, qualcun altro pensò di aver capito male, infatti Percy esclamò “Cosa?”
-Avevo sei anni- continuò il ragazzo – io non volevo, mi hanno … -sembrò ripensarci e modificò il soggetto del verbo- ho cliccato il grilletto e l’ho uccisa. Ho ucciso una persona a soli sei anni. Ho passato i successivi tre mesi nascondendomi, rubando per vivere, facevo praticamente la vita del barbone. Conoscevo ogni singolo buco di Venezia. Poi mi hanno trovato, alcuni di loro erano in missione in Italia e avevano bisogno di uno come me per portarla a termine, dovevo solo entrare in un posto buio e stretto e recuperare una cosa. Ho accettato, in cambio volevo però che mi portassero con loro. Okay, gli allenamenti erano duri, ma almeno non rischiavo di morire di fame ogni giorno. Così adesso, eccomi qui.
Quando concluse anche in questo caso nessuno disse nulla.
Lui cercò qualcosa dentro il giubbotto da aviatore che aveva e, dopo aver trovato quello che cercava, si mise a lavorare, era seminascosto dalle gambe e inoltre era buio, quasi nessuno di loro capì cosa stesse facendo, o almeno non subito.
-Will?- Era stata Annabeth a parlare, toccava a lui.
Il biondo si trovava nel tronco successivo insieme a Jason, entrambi seduti sul legno.
Proprio come Annabeth, anche Will raccontò tutto senza staccare gli occhi dalle fiamme.
-Mio fratello più grande è sempre stato in fissa con le macchine e con le corse illegali, di solito mi portava con lui quando doveva farmi da babysitter. Una notte c’era una gara contro uno che non era mai stato battuto da nessuno, mio fratello era il migliore nel nostro paese, ma questo era molto più bravo. Solo che Austin aveva scommesso un sacco di soldi e non potevamo perderli, ci servivano, così lo aiutai. Avevo solo 7 anni, ma riuscii comunque a creare una specie di veleno, con le cose che avevamo a casa, da mettere nel suo serbatoio della benzina e fargli bruciare il motore. Qualcuno di loro mi vide, volevano sapere dove lo avessi preso, quando gli dissi che l’avevo fatto io mi scoppiarono a ridere in faccia. Allora gliel’ho rifatto davanti. Il giorno successivo stavano già parlando con i miei genitori, il giorno ancora dopo ero iscritto a uno di quei campi estivi.
Will finì di parlare e fece un mezzo sorriso, poi si girò a fissare Jason.
Il ragazzo finì la sua bottiglia di birra e poi raccontò.
-I miei genitori facevano parte della CIA, io non lo sapevo, ero troppo piccolo ancora. Anche mia sorella più grande. Quando avevo 3 anni qualcuno a cui avevano ucciso qualche parente ci ha trovati. Mia sorella non c’era perché stava facendo il suo addestramento in un campo. Ricordo solo che mia madre mi chiuse dentro un armadio e mi disse di non uscire fino a quando lei non fosse tornata a prendermi. Ho fatto come mi avevano chiesto. Ma lei non è mai tornata. Diverse ore dopo mi venne a prendere un suo collega e mi portarono con loro. Mi spiegarono tutto con gli anni, mi dissero anche che quegli uomini che erano venuti in casa avevano ucciso i miei genitori. Mi lasciarono libero di scegliere, potevo andarmene o restare con loro, ma non avevo nessun posto dove andare, mia sorella ormai faceva parte di quel mondo, così da quel giorno sono loro la mia famiglia.
-Anche i miei genitori facevano parte della CIA. Cioè, mia mamma ne fa ancora parte.
Era stato Percy a parlare, erano rimasti solo lui e Frank, entrambi seduti nell’ultimo tronco.
Seguendo il cerchio toccava a Frank parlare, ma ormai il ragazzo dagli occhi color del mare aveva preso la parola.
-Non lo dissero neanche a me, poi a cinque anni mi mandarono in una specie di campo che durava 6 mesi, non dicevano davvero cosa si faceva li, ci facevano allenare duramente, solo a chi riusciva ad arrivare alla fine di questi sei mesi raccontavano come stavano davvero le cose e ci davano la possibilità di scegliere se continuare o meno. Qualche volta me ne sono pentito, insomma è tutta una figata, come dice Leo, ma qualche volta mi manca essere un ragazzo … normale, ecco.
Poi si girò a fissare Frank – Scusa, toccava a te, vai pure.
L’enorme ragazzo cinese annuì – I miei genitori hanno una palestra di arti marziali, mi alleno tipo da quando ho imparato a camminare credo. A 9 anni stavo girando per la città quando ho visto due uomini prendersela con una donna, non che quella restasse immobile, rispondeva, ma loro erano comunque più forti e in maggioranza. Non ci ho pensato due volte e sono andata ad aiutarla. Non sapevo che fosse un’agente segreto, quando mi ha proposto di lavorare per loro non sapevo che pensare, cioè avevo nove anni e credevo fosse tutto uno scherzo. E invece eccomi qui adesso.
Quando anche lui finì di raccontare scese il silenzio.
Hazel stava masticando il suo marshmallow, dopo averlo inghiottito commentò – Siamo un gruppo davvero, davvero strano.
-Penso che siamo l’unico gruppo di amici al mondo del genere, dobbiamo essere davvero importanti- continuò Calypso.
-E’ per questo che una di queste ci vuole.
Nico aveva finito di fare tutto quello che stava facendo, si resero conto che si era appena rollato una canna.
Se la portò alla bocca e cercò un accendino nelle sue tasche, quando riuscì a trovarlo e riuscì ad accenderla il profumo dolciastro si diffuse nell’aria.
-Non penso che sia conveniente fumartela tutta, non oggi, inoltre non credo che comunque ne sarebbero felici- era stata Annabeth a parlare, lo stava scrutando con uno strano sguardo.
-Sta tranquilla, non ho nessuna intenzione di fumarmela tutta io, non mi sballerò troppo, inoltre non penso che loro siano stati molto felici quando Leo ha appiccato quell’incendio, ma non gli hanno detto quasi nulla. Ora non ci stanno neanche controllando.
Si sporse di lato e si avvicinò a Will passandogli la canna.
Il ragazzo fece una smorfia disgustata e Nico fece un ghigno – Avanti prova.
Will era scettico, ma alla fine la prese in mano e la portò alla bocca facendone un tiro, si capiva perfettamente che non ne aveva mai fatto uno, non solo perché buttò fuori il fumo subito dopo, ma anche perché iniziò a tossire e cercò di togliersi il sapore dalla bocca bevendosi qualche sorso di birra.
Nico sghignazzò riprendendosi in mano la sua canna –Dopo che aspiri devi tenerti il fumo nei polmoni per qualche secondo, se no non fa nessun effetto.
Come a volerglielo dimostrare ne riprese una bella boccata, chiuse gli occhi sentendosi in pace con se stesso, alla fine buttò via il fumo e riaprì gli occhi. Il biondo non aveva staccato il suo sguardo da lui.
Nico si protese ancora più avanti e la passò a Jason, che era dall’altro lato di Will, poi tornò al suo posto.
Jason sapeva come fare, fece un bel tiro e continuò a passarla.
Frank non accettò e la passò direttamente a Percy, anche lui se l’era già fatta qualcuna in precedenza.
Toccò ad Annabeth, lei la fissò schifata e la passò ad Hazel.
La ragazza la studiò per qualche secondo passandosela tra le mani.
-Non inizierò a vedere cose strane?
-Con un solo tiro? Nah, tranquilla che non ti sale- rispose Nico.
Hazel lo fissò con le sopracciglia corrugate, non sapeva se credergli o meno. Jason capì il suo problema e intervenne – Dice sul serio.
-Okay- e così anche Hazel provò a farne un tiro, cercò di seguire  le indicazioni che il moro aveva dato precedentemente a Will e andò un tantino meglio di quest’ultimo, il fumo le rimase di più nei polmoni, ma non riuscì a non tossire.
Subito dopo anche Calypso rifiutò e la passò a Leo.
Lui non sembrava così sicuro come Jason e Percy, ma neanche alla sua prima canna come Hazel.
Quando tornò a Nico ne era rimasta poca, se la finì tutta lui con altri due tiri.
Non appena la finì e la spense sulla sabbia se la sentì già salire. Gli effetti però erano attutiti, infondo se n’era fumata solo mezza.
Soprattutto però sentì di avere fame. Afferrò un pacco di patatine e iniziò a ingozzarsi.
Il resto della notte continuò a passare mentre l’alcool diminuiva sempre di più e le risate aumentavano.
Tutti loro sapevano che nel raccontare le proprie storie avevano omesso molte parti, forse proprio quelle più importanti, ma per adesso andava bene così.
Pian piano iniziarono ad addormentarsi, a uno a uno, nelle posizioni più strane.
Si poteva dire che erano diventati quasi amici, la loro era di sicuro un’amicizia strana, non come quella del resto delle persone nel mondo, ma forse anche per questo più bella.
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Buongiorno!
Allora, che dire di questo capitolo? Hanno raccontato in sintesi come sono arrivati a una situazione del genere.
Come ho già scritto, è normale che hanno omesso un sacco di particolari e parti importanti, ma insomma, chi racconterebbe tutta la propria storia a persone che conosci da solo 6 giorni? Non dimentichiamo inoltre che sono stati addestrati a non fidarsi di nessuno. E di punto in bianco si ritrovano a dover collaborare tutti insieme.
Comunque, dal prossimo capitolo inizierà la "vera" storia, cioò nel senso che si dedicheranno totalmente alla missione.
Inoltre avremo finalmente Piper!
Ciao ciao, Deh
  
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