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Autore: piccolo_uragano_    25/10/2015    5 recensioni
“Perché ogni volta che c’è in giro Lord Voldemort facciamo figli io e te, Martha?”
Martha accennò un sorriso. “Perché ogni volta che io e te facciamo figli c’è in giro Lord Voldemort, Sirius?”
Remus trattenne una risata. “Ed è per questo che sono vent’anni che ti ripeto che è quella giusta.”
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Non è una di quelle storie tutte miele e amore in cui Sirius trova la sua perfetta metà e vissero tutti felici e contenti. Martha darà a Padfoot del filo da torcere, insegnandogli ad amare e a restare.
(Si parte dal 1976 fino a poco dopo la battaglia di Hogwarts; in teoria è finita, dopo anni, ma in pratica.....)
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily, Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ti amo più di ieri e meno di domani.'
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Robert Black si ostinava da anni a giocare con quella pallina da ping pong, sdraiato sul suo letto, nel dormitorio maschile di Grifondoro.
Si sdraiava lì, tirava quella pallina verso l’alto, e quella puntualmente tornava nella sua mano, sopra la sua fronte. Di solito lo aiutava a pensare, ma ora, ora non ci riusciva. Non riusciva a pensare. Era pazzesca come cosa, non riuscire a pensare. Era come se sentisse che, da un momento all’altro, sarebbe scoppiato.
Involontariamente, lasciò che la pallina gli cadesse in fronte.
“Ma sei scemo?” domandò la voce di Fred, alla sua sinistra.
“Forse.” Rispose Robert. “Fred, ho visto Alex.”
Fred capì al volo. Ecco perché Robert era sveglio, perché non sorrideva, perché non gli raccontava di essere uscito con Jasmine di Tassorosso,  perché non stava urlando per le condizioni in cui era ridotta la piccola Hermione, e perché aveva lasciato che quella dannata pallina gli cadesse in fronte.
“Ah.” Disse il giovane Weasley. “Ed è suo il succhiotto?”
Robert scosse la testa.
“Jasmine?” domandò il rosso.
L’altro annuì, continuando a giocare con quella pallina.
“E com’è stato?”
“Al solito.” Rispose Robert. “Ti interessa Jasmine? Posso metterti una buona parola.”
“No, Robert. Mi interessa che tu stia bene. E continuare ad andare a letto con ragazze più grandi non aiuterà la tua situazione.”
“Oh, fottiti, Weasley, te ne fai due a settimana!” Gli disse Robert, mettendosi seduto. “Dov’è la differenza?”
Io non lo faccio per dimenticare Alexandra.”
“Non conosco nessuna Alexandra, Fred.”
“Ma se hai detto di averla vista!”
“Beh, allora fingi che non te l’abbia detto!” Poi si stese di nuovo. “Ho bisogno di vedere Tonks, tu non ci sai fare.”
“Oh, perdonami. La prossima volta nasco femmina per darti consigli sul tuo amore perduto.” Scherzò Fred.
Robert, in tutta risposta, gli tirò la pallina da ping pong dritta nell’occhio. “Dieci punti a Grifondoro, Black!”

“Sicuro che fosse lei?” domandò Tonks, con i capelli di un acceso rosso.
“Certo che sono sicuro.” Rispose Robert. Aveva utilizzato uno dei passaggi segreti indicati dalla Mappa per raggiungere i Tre Manici di Scopa. 
“Magari te la sei sognata.” Rispose lei, alzando le spalle.
“Oh, certo. A te sembra mai di vedere Remus camminare per la casa, quando non c’è?”
Dannazione, Robert, che c’entra Remus?!” si irritò lei.
“Non dirmi che Remus non ti piace, Ninfadora.”
“Non chiamarmi Ninfadora, Robert Sirius.”
Robert si tirò su con le spalle. “Suona molto importante, come nome.”
“Beh, i tuoi non hanno avuto molta fantasia.”
Robert sorrise. “In effetti è vero, a Kayla è andata meglio.”
“Ai secondogeniti va sempre meglio, Robert Sirius.”
“Smettila di dirlo.” Sorrise lui. “E comunque, hai cambiato argomento.”
“No, tu lo hai fatto.” Si difese lei. “Io ti ho solo seguito.”
Robert le fece una linguaccia. Lei rise, e poi lui la accusò di nuovo. “Remus ti piace.”
“Bugiardo.”
“Bugiarda tu: io non so mentire.”
“Non esistono Black che non sanno mentire!”
Robert si indicò da solo, guardandosi attorno con aria fiera. “Robert Sirius!” ripeté.
Tonks scosse la testa. “Chi ti ha fatto quel succhiotto?”
“Oh, si nota tanto, vero? Dannata ragazza.” Rispose lui, massaggiandosi il collo.
“I succhiotti sono fatti per essere notati.”
“Certo. Così, quando domani Piton mi toglierà punti per colpa di questo succhiotto, gli dirò che i succhiotti sono fatti per essere notati.”
“Fattelo togliere. O la ragazza potrebbe prendersela?”
“Perché pensi che me ne freghi qualcosa, di quello che pensa lei?”
“Perché ti ha lasciato un succhiotto.”
“Oh, quindi ti dichiarerai a Remus con un succhiotto?”
Tonks si finse infuriata. “Smettila di dire queste stupidaggini!”
Robert rise, poi si perse a guardare la notte, fuori dalla finestra del pub. “Secondo te, che ci fa Alex al castello?”
Tonks alzò le spalle. “Beh, perché non sei a scoprirlo?”

“Redfort!” chiamò Sirius, uscendo dal bagno con un asciugamano legato in vita e i capelli ancora umidi dalla doccia. “Dove sono i miei pantaloni?” In risposta, ottenne un silenzio piatto. “Martha!” chiamò di nuovo, camminando per il corridoio.
“Oh, buongiorno, giovanotto!” esclamò una voce divertita alle sue spalle. “Ci conosciamo?”
Sirius si girò. “Può essere, Marie. Quanti anni hai?”
“Dipende quanti ne hai tu.” Rispose lei, maliziosa. “E cosa sono tutti quei disegni che hai sul petto?”
Sirius sorrise, guardando i suoi tatuaggi, e prima che potesse dire qualcos’altro, sua suocera lo precedette.
“Ad ogni modo, non credo di potermi trattenere con te. Sto cercando mia figlia, la secondogenita. L’hai vista?”
“Quanti anni ha?” domandò Padfoot.
“Dieci.” Rispose la donna sicura. “Sua sorella è appena andata a studiare lontano, e lei si sente sola.”
“Oh, mi dispiace. Com’è fatta tua figlia?” chiese, divertito, appoggiandosi al muro.
“Si chiama Martha, è una bambina bionda con un vestito rosso, delle scarpette bianche, e …”
“Mamma!” la chiamò la voce di Rose. “Mamma, cosa fai?” posò una mano sulla spalla della madre, e scrutò Sirius, ridendo della sua mise.
“Oh, cara! Mi stavo intrattenendo con questo bel giovane!”
“Non puoi intrattenerti con lui, mamma. È il marito di Martha.”
Marie sembrò sconvolta da quella notizia. “Oh, quella donna ha buon gusto! Sto cercando mia figlia, sai, anche lei si chiama Martha, e …”
Sirius si passò le mani sul viso. Era peggio di quanto immaginasse.

Robert non era mai stato più grato di avere la Mappa del Malandrino. Gli era bastato un secondo per capire che Alex non sarebbe mai cambiata: era poco lontana dal Lago, dove loro due si trovavano sempre la mattina presto. Osservò il suo nome muoversi sulla carta per un po’, indeciso sul da farsi.
Alex gli aveva fatto male. Gli aveva strappato via il cuore dal petto e poi lo aveva gettato a terra. Ora, quasi un anno dopo, lui conduceva una vita da furbo dongiovanni che predicava la libertà ed evitava legami. Sicuramente, non era questo per lui, essere felice.  Era come sua zia Rose, in quello: nessun legame, nessun amore, nessuna illusione. Questo, però, non voleva dire vivere meglio. Era invidioso della luce negli occhi di Remus e Tonks, quando erano insieme, e avrebbe voluto poter dire di avere davanti un futuro come quello di suo padre, che si svegliava accanto alla donna della sua vita ogni mattina.
“Robert!” la voce di Harry lo riportò alla realtà.
“Ciao, piccolo.” Gli disse, con il suo solito tono gentile, mentre nascondeva la Mappa. “Va tutto bene?”
“Robert, è stato Hagrid!”esclamò il giovane Potter. “Hagrid ha aperto la camera dei segreti cinquant’anni fa, e ora lo hanno arrestato!”
“Che stai dicendo, Harry? Hagrid non farebbe del male ad una mosca.”
“No, Robert, è così. Io l’ho visto.”
“E dove?”
“In un diario.”
Robert sorrise. Aveva già troppi pensieri senza una ragazza a cui rendere conto di tutto. “Raccontami tutto.” Lo invitò. E Harry Potter, in quel momento, gli sembrò un fiume in piena.

“Hagrid?” domandò Sirius. “Non è vero, non può essere vero.”
“Lo hanno arrestato.” Confermò Tonks. “Me lo ha scritto Robert.”
“Hagrid è buono come il pane!” protestò Martha, mettendo in tavola la cena.
“Forse lo abbiamo sempre dato troppo per scontato.” Tentò Rose.
“No, no: conosco Hagrid, non può essere stato lui.” Le andò contro Martha.
“Fatto sta, che ora è ad Azkaban.” Informò di nuovo Tonks.
Sirius si incupì. “Merlino solo sa quanto è terribile quel posto.”
“Voi non potete fare niente, al Ministero?”  domandò la giovane Tassorosso.
“Non credo, Dora.” Rispose Martha. “Ho portato via una persona da Azkaban una volta … non me lo lasceranno fare di nuovo.”
“Caramell potrebbe ammazzarti.” Scherzò Sirius. “Il mondo magico ti vedrebbe come ‘la donna che svuotava le carceri’.”
Martha sorrise. “Beh, non mi dispiace, come titolo!” poi si fece seria, di nuovo. “Spero solo che i ragazzi non si mettano nei guai …”
Sirius la osservò di sottecchi. “Sono figli nostri, e di James e Lily. Non possono non mettersi nei guai.”
“E Ron e Hermione?” domandò Tonks.
“Sono amici di quei tre uragani, gli andranno dietro per forza.” Rispose Rose, alzando il bicchiere di vino. “All’intramontabile audacia dei Malandrini e dei loro eredi.”
Tutti sorrisero e brindarono, con una nuova preoccupazione che nasceva nel petto.

“Riddle potrebbe aver preso la persona sbagliata.” Contestò Kayla. “Magari, quello che aggrediva le persone era un altro mostro …”
“Oh, certo.” le diede contro suo fratello. “Quanti mostri assassini pensi che ci stiano, qui dentro?”  Robert, seduto sul letto dell’Infermeria accanto al letto della pietrificata Hermione, gettò l’ennesima occhiata alla porta.
“Sto solo cercando di capire come ragionerebbe lei.” Si difese Kayla, indicando Hermione.
Harry seguì lo sguardo della Serpeverde. “Lei saprebbe cosa fare.” Poi guardò Robert. “Perché continui a guardare la porta?”
Robert passò lo sguardo dal viso freddo di Hermione a quello vivo di Harry. “Non continuo a guardare la porta.” Si difese.
“Oh, si, invece.” Lo stuzzicò Ron. “Chi stai aspettando?”
“Il mostro che pietrifica le persone, no?” scherzò il maggiore dei quattro.
La verità, era che, il giorno prima, aveva visto Alex oltrepassare quella soglia. E ancora non ci credeva. L’aveva cercata sulla Mappa, ma appariva e spariva come le pareva, e quando Robert cercava di raggiungerla, lei spariva ancora. Quindi, gli piaceva illudersi che sarebbe tornata lì, esattamente dove era apparsa ventiquattro ore prima.
Fece del suo meglio per non guardare più la porta, osservando la sua sorellina, e ricordandosi di averla sentita strillare insulti fuori dall’aula di Trasfigurazione. “Con chi litigavi, oggi, Kayla?”
Lei finse di cadere dalle nuvole. “Quando?”
“Al terzo piano. Ti ho sentita strillare ‘secondo me ti sei bevuto il cervello a colazione, tu’.  Mi sarei fermato, ma dovevo raggiungere Fred e George. Con chi hai discusso?”
Kayla alzò le sopracciglia e allargò le braccia. “Oh, secondo te con chi ho discusso?!” domandò, allargando le braccia; prese una delle Lumache Gelatinose che qualcuno aveva posato sul letto di Hermione. “Queste sono le preferite di papà.” Disse, provando a cambiare argomento.
“Hai litigato di nuovo con Malfoy?” si informò Ron.
Kayla annuì.
“Ma perché gli dai corda?” sbuffò Harry.
“Non sono io!” si difese la piccola. “Se la stava prendendo con una Corvonero che non gli aveva fatto nulla.”
“E tu hai deciso di metterti in mezzo, come sempre?”
“Non mi sono messa in mezzo.” Ringhiò la piccola. “L’ho difesa.”
“E lui che ha fatto?”
“Ha tirato fuori la storia di Hermione, e ha detto che ha avuto ciò che si meritava.”
“E tu che hai fatto?”  Robert sembrava stesse seguendo una partita di Quidditch particolarmente interessante. Fece segno alla sorella di passargli le Lumache, e ne lanciò una in aria, facendola atterrare direttamente nella sua bocca.
“Gli ho detto che si è bevuto il cervello, poi ho detto a Blaise di portarlo via, se ci tiene alla pelle del suo amico.”
“Perché chiami Zabini per nome?” si incuriosì Harry.
“Mi è quasi simpatico.” Si difese la piccola. “Anche se è amico di Malfoy.”
“Da quando ti stanno simpatici i tuoi compagni di Casa?” domandò Ron, perplesso.
“Non ho detto che mi sposo, Ronald, ho detto che in sei mesi un ragazzo mi sta quasi simpatico.” Sbuffò Kayla.
“Non sposarti con Zabini.” Scherzò Harry.
“No, non sposarti proprio.” Lo seguì Robert.
Kayla scoppiò a ridere, grata di avere dei fratelli così.

“Sto facendo il possibile, Auror Redfort.” Si difese il ragazzo dai capelli scuri.
“No, non lo stai facendo!” sbraitò la consorte Black. “Voglio Peter Minus in ginocchio ai miei piedi.” Ringhiò, china sulla scrivania del nuovo arrivato.
“Martha, calmati.” Le disse la voce calma di Kingsley Shacklebolt alle sue spalle. “Così non risolverai nulla.”
Martha si girò di scatto. “Sono mesi che ci lavoriamo.”
“E ce ne vorranno altri, di mesi, per arrivare a un dunque.”
Martha alzò gli occhi al cielo e incrociò le braccia sul petto, tornado a guardare il ragazzo dai capelli scuri seduto dietro alla scrivania. “Okay, allora oggi farai questo, Dave ...”
Daniel.” La corresse il ragazzo.
“Certo, e io che ho detto?” posò sulla scrivania del ragazzo un fascicolo con scritto il nome di Rubeus Hagrid. “Oggi farai questo, dicevo.”
“Che ha fatto Hagrid?” chiese il ragazzo, preoccupato.
“Si dice abbia aperto la Camera dei Segreti, cinquant’anni fa.”
Il ragazzo sbuffò. “Ma è una leggenda!”
“Oh, perspicace, David. Allora perché Hagrid è in galera?”
Daniel!” la corresse di nuovo lui.
“Si, come ti pare.” Sbuffò Martha. “Pensi di essere in grado di darmi qualche informazione di più oltre a ‘ma è una leggenda’?” domandò, con il tono da Auror arrabbiato.
“Si, signora.” Rispose il ragazzo, terrorizzato. “Mi metto subito al lavoro!”
“E io cosa faccio, Auror Redfort?” domandò la ragazza bionda della scrivania accanto.
Martha la fissò, pensierosa. “Tu trova mio marito, bionda.”
La ragazza alzò gli occhi al cielo. “Non potrei avere un compito un poco più … ehm …  adatto a una neo Auror?”
Martha incarnò un sopracciglio. “Adatto?” ripetè, con sguardo schifato.
“Intendevo più complesso, signora Black.”
“Punto primo, la signora Black era la madre di mio marito. Punto secondo, che cosa ti aspetti, di fare, ragazzina? Hai appena iniziato, vuoi andare a cercare Lord Voldemort? Beh, brutta notizia, non lo fanno fare neppure a me.”
La bionda trasalì al suono di quel nome. “No, signora.”
“Bene. Ti assicuro che trovare Sirius Black il lunedì mattina è più che complicato. Ora vai, fila, trovalo.” La bionda corse via e Martha si voltò verso Kingsley, che cercava di trattenere le risate. “Non ridere, Shacklebolt. Sai che odio i neo laureati e me li mandi sempre.”
“Esatto.” Rispose l’uomo. “Perché è il momento più bello dell’anno.”
Martha ringhiò, procedendo a grandi passi verso il suo ufficio, mentre pensava a tutte le volte che James l’aveva chiamata signora Felpato dopo averla sentita stringere i denti in quel modo. Ecco, si disse, signora Felpato è meglio di signora Black.

“Percy è sotto shock.” Annunciò Fred Weasley, entrando in Sala Comune.
“Oh, vuoi dire che per una volta non mi darà contro una volta ogni cinque minuti?” scherzò Robert, che se ne stava seduto sul divano a guardare il fuoco, con la sorellina sdraiata accanto a lui, che posava la testa sulla sua pancia.
“C’è stato un altro attentato.” Aggiunse il secondo gemello.
Kayla si tirò su. “Chi hanno preso, questa volta?”
“Penelope Light, Prefetto Corvonero.” La informò Fred.
“Oh, ecco perché tuo fratello è sconvolto.” Ironizzò Robert. “Hanno colpito uno della sua specie.”
“Credo si aspettasse che i Prefetti fossero immuni.” Lo seguì George, sorridendo. Kayla, intanto, stava contando qualcosa sulle dita di una mano. “Che conti, piccola?”
“Non lo avete notato? Una Corvonero, due Tassorosso, due Grifondoro, più il fantasma. Manca una Casa, all’appello.”
“Voi serpi siete immuni.” Le rispose Fred, sdraiandosi sul divano accanto. “Erede di Serpeverde, mostro di Serpeverde … non vi possono toccare.”
“Oh, ma non è giusto!” protestò la piccola.
“Vorresti essere pietrificata?” domandò Robert.
“No, certo che no.” rispose lei. “Non potrei mai.”
“Cosa, non potresti?” domandò Harry, entrando in Sala Comune seguito da Ron.
Fred spiegò ai due nuovi arrivati il motivo della discussione, e poi tutti tornarono a guardare Kayla.
“Non potrei venire pietrificata.” Spiegò lei. “Non lo avete notato? Sono stati attaccati solo Nati Babbani.  E non vengono attaccati Serpeverde, perché Serpeverde non ammette Nati Babbani.”
Ron e Harry si scambiarono una veloce occhiata d’intesa. “Oh, Kayla, tu sei un genio!” esclamò il giovane Cercatore, avvicinandosi alla sorella acquisita e baciandole la fronte. Lei rise e poi domandò spiegazioni. “Ti spiegheremo tutto quando saremo più sicuri.” Le disse. “Intanto, ti voglio bene!”
E i due corsero via, mentre Kayla sorrideva. Tornò a guardare i gemelli, trovando nei due Weasley la medesima espressione preoccupata.
“Vorremmo parlare con te, Kayla.” Disse Fred.
Robert rivolse all’amico uno sguardo preoccupato.
“Siamo preoccupati per Ginny.” Continuò George.
“Ultimamente, non ti sembra come … spenta?”
Kayla guardò i gemelli. “Sì.” Ammise. “L’ho notato anche io. Ho provato a parlarle, ma non ho cavato un ragno dal buco.”
Fred scosse la testa, con aria preoccupata. “Ho paura per lei.” Ammise.
Kayla rimase colpita nel vedere Fred Weasley, forte, simpatico e altruista, così preoccupato. Quindi, senza nemmeno pensarci, rispose “Anche io.”

Sirius e Remus avrebbero giurato di non aver mai visto Martha Redfort così arrabbiata. “Ordine di Sospensione!” strillò. “Ad Albus Silente!”
Era ancora in ufficio, e faceva avanti e indietro con mano tremante, mentre Kingsley, nell’angolo dietro al marito e all’amico di Martha, ne ebbe quasi paura.
“Martha, calmati.” Provò a dirle Sirius, seduto davanti alla scrivania.
“NON DIRMI DI CALMARMI, BLACK!” urlò lei in risposta. “Silente è il miglior Preside che Hogwarts potesse desiderare!”
“Lo sappiamo, Martha.” Rispose Remus, con il solito tono pacato. “Ha aiutato moltissimo tutti.”
“Kingsley, chiama quei maledetti nuovi arrivati, e dì loro di trovare Lucius Malfoy.”
“Tu non andrai a parlare con Malfoy, Redfort.” Escluse categoricamente Sirius.
“Ah no?” domandò lei. “E perché? Abbiamo tre figli in quella scuola, Sirius, e senza Silente, non …”
“Non andrai a parlare con lui perché non mi va di scrivere ai nostri tre figli dicendo che la loro dolce mamma è accusata di omicidio.”
Martha si passò una mano tra i capelli. “Non lo ammazzo, quel verme schifoso. Sarebbe troppo semplice, per lui.”
“Beh, allora cerca di calmarti.” Le impose Kingsley. “Così non arrivi da nessuna parte.”
“Senza Silente, ci sarà un attentato al giorno!” protestò lei. “E Malfoy vuole pulire la scuola dai Nati Babbani e cacciare Silente da anni, Merlino, ha solo preso due piccioni con una fava!” fece per uscire dall’ufficio, ma trovò tre uomini che le puntarono la bacchetta contro.
“Non voglio una moglie ad Azkaban.”
“Nemmeno io volevo un marito ad Azkaban, Sirius, eppure mi sono dovuta adeguare.”
“Non puoi fare questo ai ragazzi.” Tentò Remus. “Senza contare che Sirius perderebbe la custodia di Harry, senza una moglie.”
“Non vado da Malfoy, idioti.  Vado da Caramell.”

“Ho tre figli in quella scuola, Cornelius, uno dei quali ha salvato il mondo magico quando aveva solo un anno. Lily non mi perdonerebbe mai se sapesse che ho lasciato il suo Harry in un posto che non era sicuro. Io stessa non mi perdonerei mai.” Iniziò Martha. “Senza Silente, come possiamo io e gli altri genitori sentire che il castello è sicuro?”
“Capisco le tue ragioni, Martha.” La rassicurò Caramell. “Davvero, le capisco. Non è stata una mia decisione, quella di sospendere Silente.”
Martha osservò il Ministro della Magia, che, come suo solito, stava incolpando altri e facendo il lecchino. Così, con tutta la regalità di cui era capace, si alzò e guardò Caramell dritto negli occhi. “Spero che tu capisca, allora” gli disse “che se dovesse succedere qualcosa – qualsiasi cosa – ai miei ragazzi, potrei non rispondere di me.”
Martha giurò di aver visto terrore puro negli occhi di Cornelius Caramell.

Intanto, Hogwarts venne avvolta da un’atmosfera di terrore puro: nessuno si fidava più di nessuno, tutti si guardavano le spalle, e Robert aveva pregato Kayla di restare nei sotterranei solo lo stretto necessario, mentre aveva insegnato a lei, Harry e Ron degli incantesimi di difesa basici che, normalmente, venivano insegnati al terzo anno. Intanto, i gemelli, Ron e Harry condividevano con Kayla la preoccupazione per la piccola Ginny, mentre Robert cercava di far capire loro di non preoccuparsi, credendo che la piccola Weasley fosse solo spaventata da ciò che stava succedendo.
Nella Sala Comune Serpeverde, dopo cena, gli studenti confabulavano tra loro. 
“Ho sempre pensato che mio padre sarebbe riuscito a liberarsi di Silente.” Disse Malfoy, ad alta voce, con aria fiera. “Silente era il peggiore Preside che la scuola abbia mai conosciuto, spero che ora ne avremo uno decente: uno che non vorrà che la Camera dei Segreti venga chiusa.”
Kayla, seduta accanto ad una finestra ad osservare il Lago Nero, si voltò verso il giovane Malfoy, trovandolo che già la stava guardando. Scosse la testa con aria schifata, quando Severus Piton entrò nella Sala Comune.
“Oh, ecco, professor Piton!” esclamò Draco. “Perché non fa domanda lei, per l’incarico da Preside? Direi a mio padre di farle avere molti voti, e …”
“Perché non stacchi la tua lingua dal sedere di Piton, Draco?” lo provocò Kayla.
Piton si irrigidì, lanciando a Kayla un’occhiata di rimprovero.
“Silente è stato semplicemente sospeso.” Aggiunse la piccola Black. “E tornerà.”
“E fino ad allora” aggiunse Piton, anticipando la risposta di Draco. “A nessuno studente sarà permesso lasciare il dormitorio dopo le sei di sera.”
La comunicazione data da Piton provocò diversi versi di protesta, soprattutto dagli studenti più grandi, ma il professore non si lasciò intimidire.
“Ogni giorno, un insegnante vi scorterà a lezione, e, a gruppi, verrete scortati in bagno.” Le proteste si fecero più pesanti. “Inoltre, le partite e gli allenamenti di Quidditch verranno rinviati, e le attività serali sospese.”
Piton uscì dalla stanza, perché le grida di protesta degli studenti  si fecero troppo forti. Prima di uscire, però, rivolse un ultimo sguardo a Kayla, e le sembrò quasi che le stesse dicendo ‘mi dispiace’.



Allora, gente, le note di oggi saranno particolari, perchè le care gosspi_girl e _Lady Holmes_ si sono messe a shippare la DRAYLA. (Draco/Kayla. Crediti per il nome alla seconda shipper citiata) Vi ringrazio davvero, non sono sicura di meritare addirittura che creiate il nome di una ship per un mio personaggio >< sono onorata, dunque. 
Mi dicono anche che esistono shipper della HERBIE (Robert/Hermione, per via di 'Robbie' il soprannome che Kayla ha dato al fratello) ma non siete troppo convinte. Che dire, non lo so neppure io, ma ad ogni modo, è troppo presto!
Ringrazio, nuovamente, insieme alle due sopracitate, vittoriaM20, Distretto_9_e_34. e felpato8. Grazie di cuore.
Inoltre, è mio dovere informarvi, che, ultimamente, mi sono data alle song-fic. 
La prima prende spunto da una cosiddetta storia vera, sulle parole di 'Ci sei sempre stata' di Luciano Ligabue. (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3264943&i=1 ) 
La seconda, pubblicata ieri notte alle due (può darsi che io ieri sera avessi bevuto un pò, ma capitemi, nella mia compagnia sono iniziati i diciottesimi) ha come colonna sonora 'Niente d'importante' di Marco Masini. (http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3295457&i=1 )
Si, nel caso ve lo stesse chiedendo, sono fissata con Masini e Ligabue. Mi farebbe davvero piacere avere un vostro parere su queste due song-fic. 

Grazie di tutto, come sempre. 
Claude
   
 
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