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Autore: Anmami    26/10/2015    2 recensioni
Pseudo-One shot a puntate. Circa 20 pagine per continuare la mia follia del Vive l'Amour!
Quando i morti smettono di camminare ed il mondo inizia una lenta ripresa, le persone non possono far altro che rimboccarsi le maniche e tentare di ricostruire ciò che è stato distrutto ed è proprio questo che ha fatto la famiglia della piccola Judith Grimes, tentare di creare un futuro per lei. Diventata un'adolescente, vive serena e circondata da affetto, ma una verità taciuta a lungo le farà mettere ogni cosa in discussione.
[Beth/Daryl, Glenn/Maggie, Judith/Nuovo personaggio, un piccolo momento Rick/Michonne]
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beth Greene, Daryl Dixon, Judith Grimes, Rick Grimes, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi qua con la seconda parte. A quanto pare la storia non vi è piaciuta molto, ma tant'è che ormai l'ho pubblicata e quindi vi toccherà sopportarla.
:-) L'epilogo arriverà tra domani e mercoledì nel caso a qualcuno interessasse! Beh ora vi lascio alla lettura nella speranza che questa seconda parte vi piaccia più della prima! A presto! 
Parte 2
 
Si era data un gran da fare per tutto il pomeriggio, cercando di pensare positivo, di trovare una spiegazione logica a quegli strani risultati, ma non sembrava ce ne fossero.
Com'era possibile che non avesse ereditato il gruppo sanguigno di nessuno dei suoi genitori?
Prese in considerazione anomalie genetiche, i suoi nonni, dei quali non sapeva assolutamente nulla, per tentare di darsi conforto. Non poteva davvero credere di aver vissuto per quattordici anni in una bugia.
Era davvero inconcepibile per lei che le persone che dicevano di amarla le avessero potuto mentire su una cosa tanto importante. Zia Beth e Daryl, più degli altri, erano sempre stati sinceri con lei ed avevano preteso sempre la stessa sincerità, possibile che fosse tutto una colossale balla?
Si concentrò sul suo purè di patate evitando, per quanto possibile, di pensare, ma quel foglio non le rendeva il compito per niente semplice. In un gesto di rabbia lo staccò dal frigo, facendo cadere la calamita e se lo infilò in tasca.

Quando i due sbirri rincasarono, Judith li accolse con un sorriso, o meglio si sforzò di sorridere, ma in realtà avrebbe soltanto voluto urlare.
Dopo essersi congratulati con lei per l'idea di quella cena in famiglia, l'aiutarono con gli ultimi preparativi e restarono in attesa dell'arrivo degli altri.
Judith si era impegnata molto, la tavola era apparecchiata con le stoviglie più belle di casa Grimes ed al centro un bel vaso di fiori, direttamente dal loro giardino, dava la nota di colore che mancava.
Arrivarono praticamente tutti insieme, l'ultimo fu Daryl che, senza curarsi del ritardo come al solito, si accomodò in sala da pranzo e diede un morso ad un panino.
Si accomodarono tutti al loro posto e Judith aiutata da Carol andò in cucina per prendere il suo pasticcio di tonno.

La serata passò tranquilla, tra risate, ricordi e brindisi e nessuno sospettava minimamente che di lì a poco tutto sarebbe cambiato.
La ragazzina, seduta a capotavola, afferrò il suo bicchiere e si alzò in piedi, imitando ciò che aveva fatto suo padre poco prima.

-Vorrei fare un brindisi!- affermò allegra.

-… disse la ragazzina con il latte nel bicchiere.- la prese in giro Daryl.

Solitamente Judith avrebbe risposto a tono, o si sarebbe messa a ridere, ma quella volta la battuta dell'uomo non sortì alcun effetto.
Lei restò immobile con il bicchiere alzato e dopo un attimo di esitazione si decise a parlare.

-Dicevo… vorrei fare un brindisi a noi! Vi voglio bene e voi siete la prova che non bisogna avere sangue in comune per essere una famiglia… vero papà?- fece la ragazza voltandosi verso lo sceriffo e accentuando molto l'ultima parola.

-Oh beh naturalmente!- rispose lui, con una strana incrinatura nella voce.

A Daryl più che a tutti i presenti non era sfuggito il modo in cui Judith aveva pronunciato quel discorso, la conosceva bene, era sveglia e sicura di sé niente a che fare con le altre ragazzine della sua età.
Le lanciò un'occhiata interrogativa e aspettò che lei continuasse il suo discorso per avere un'idea più chiara della situazione.

-Sai papà oggi abbiamo fatto gli esami del sangue a scuola e mi è successa una cosa veramente strana, tu sapresti spiegarmela?- domandò la ragazzina sempre con lo stesso tono.

-Cosa tesoro?- chiese Rick sorridendole.

Lo sceriffo Grimes non era un idiota sprovveduto. 
Quando erano cominciati i controlli medici a scuola, circa sette anni prima, aveva avuto la conferma di ciò che sospettava da tempo, ma aveva davvero sperato di riuscire a tenerlo nascosto a sua figlia, voleva che lei non se ne preoccupasse, Judith era sua figlia, il suo gioiello e quello stupido pezzo di carta non avrebbe cambiato un bel niente, tuttavia era anche ben consapevole che la verità sarebbe potuta venire a galla da un momento all'altro. 
Ogni anno durante quel particolare giorno, Rick si convinceva che fosse arrivato il momento di parlare con lei di Shane e di tutto quanto, ma il tempo passava ed il coraggio mancava.

-Ne sai qualcosa tu… papà? O forse non dovrei nemmeno chiamarti così…- disse Judith poggiando sul tavolo il foglio con i risultati.

Il gelo calò nella stanza. Nessuno osò dire più una parola.
Le espressioni dei presenti passarono dal divertito al colpevole e la ragazza si rese conto di quanto fosse stata grande quella bugia. Lo sapevano tutti, tutti quanti e nessuno aveva pensato fosse opportuno informarla.

-Te l'avrei detto…- sussurrò lo sceriffo abbassando gli occhi.

-Riccioli d'oro non farla tanto lunga, non cambia nulla.- minimizzò Daryl.

-Oh fatela finita tutti quanti! Mi avete detto sempre un sacco di balle. Mi avete insegnato ad essere sincera ed a non aver paura di nulla, ma voi siete soltanto un ammasso di bugiardi cacasotto!-

-Modera il linguaggio signorina!- intervenne Beth rimproverandola come raramente faceva.

-La verità fa male ecco tutto! Non siete stati in grado di mettere in pratica i vostri stessi insegnamenti!- disse la ragazza gesticolando.

-Judith ti prego… questo non cambia niente.- si intromise Carl parlando con calma.

-Basta, non voglio sentire una sola parola da nessuno di voi!- tuonò la ragazzina battendo i pugni sul tavolo.
-Siete tutti dei codardi… talmente codardi che… porca miseria! Tu sei innamorata di lui e lui lo è di te, lo sanno tutti quanti ma voi due fate finta di niente! E poi la bambina sarei io!- aggiunse, indicando Beth e poi Daryl, prima di uscire di casa sbattendo la porta.

Nessuno disse nient'altro. Restarono lì a fissarsi senza trovare le parole adatte per esprimere i loro pensieri. 
Rick si alzò dalla sedia in contemporanea con Daryl, ma Beth appoggio una mano sul braccio dello sceriffo per impedirgli di seguire sua figlia.
Conosceva bene la ragazza e sapeva che quello non era il momento giusto per parlarle, non avrebbe capito, non l'avrebbe ascoltato, mentre l'arciere, beh lui comunicava con quella piccola peste in un modo incomprensibile a tutti loro.

Quando l'uomo uscì di casa non dovette fare poi molta strada per trovare Judith.
Se ne stava seduta sulle scale di casa sua fissando un punto non ben definito davanti a sé e fumando una sigaretta che doveva avergli fregato in qualche occasione.
Non era certo di cosa fosse più giusto dirle o di quale fosse il modo corretto per consolarla, ma sapeva bene quanto lui e la ragazzina fossero simili. Erano due teste calde, ma si sa che il cane che abbaia difficilmente morde. 

-Ami tua zia Beth? E questa la prendo io.- disse togliendo la sigaretta dalle mani della ragazza.

-Che domanda del cazzo!- affermò la ragazza seccata.

-Beh rispondi ragazzina.- fece lui dopo un tiro.

-Ovviamente sì, anche se mi ha detto un sacco di cazzate.- rispose lei sbuffando.

-E dimmi… quanto sangue hai in comune con lei?- domandò ancora l'uomo.

-Questo non c'entra.- mormorò Judith facendo spallucce.

-No bambina, c'entra eccome. Stammi a sentire e vedi di aprire bene quelle dannate orecchie. Il sangue non conta un cazzo. Questa, che ti piaccia o no, è la tua famiglia e non te la sei scelta, ti è capitata e basta. Sei una ragazza intelligente, o almeno io ho sempre pensato che lo fossi…-

-Conoscevi mio padre?- chiese lei dopo un attimo di silenzio.

-Io conosco tuo padre. Per la puttana! Tuo padre è quello là dentro e farai bene ad andare a scusarti con lui a dirgli che gli vuoi bene e tutte quelle stronzate sentimentali che si dicono di solito in questi casi se non vuoi che ti prenda sul serio a calci in culo.-

Judith non avrebbe voluto ridere, il suo orgoglio voleva davvero che lei stesse seria e continuasse a tenere il muso, ma con Daryl non riusciva mai a spuntarla.
Sapeva di aver decisamente esagerato, certo una notizia del genere non sarebbe stata facile da digerire, ma aveva ragione, nessuno di loro era unito da legami di sangue, eppure erano comunque una famiglia.
Aveva solo quattordici anni, ma era in grado di riconoscere una famiglia quando ne vedeva una.

-Quel Caleb è un coglione.- affermò l'uomo dopo l'ultimo tiro alla sua sigaretta.

-Oh lo so bene.- fece lei alzando gli occhi al cielo.

-Come sarebbe “lo so bene”? Piccola stronza! Ieri mi hai fatto una scenata.- 

-Volevo soltanto avere la possibilità di decidere con la mia testa.- spiegò lei tranquilla.

Daryl grugnì qualcosa di incomprensibile e scosse la testa. Non riusciva mai ad averla vinta con lei.

-Quindi noi siamo… ehm… apposto?- domandò imbarazzata.

L'uomo annuì e prese a guardare il cielo.

Judith lo imitò e nel voltarsi si accorse di una presenza a pochi passi da loro.
Zia Beth li stava osservando probabilmente per capire quanto fosse arrabbiata con lei. Non era una ragazzina stupida, era piuttosto scossa, ma l'affetto non poteva essere cancellato così facilmente.
Certo, nessuno le impediva di vendicarsi un po' e di mettere quei due in condizione di parlare di loro.
Dando una gomitata all'uomo che le stava seduto di fianco, gli indicò un cespuglio lì vicino facendogli notare che ci fosse nascosto dietro qualcuno.

-Zia Beth?- chiamò la ragazza con aria innocente.

A quel punto la donna non poté davvero far finta di non esserci, con un sorriso forzato uscì dal suo nascondiglio e si avvicinò ai due, cosa che fece immediatamente irrigidire l'uomo e sorridere Judith.

-Beh penso di dover parlare con mio padre. A domani.- disse alzandosi e lasciandoli soli.

Quella era la serata della sincerità e voleva che per tutti loro segnasse un nuovo inizio e se ci fosse voluta una piccola spinta, lei non si sarebbe certo tirata indietro, le avevano sempre insegnato ad essere coraggiosa dopotutto.

-Piccola stronza…- disse Daryl tra i denti, avendo intuito perfettamente con quali intenzioni li avesse lasciati soli.

-Tutto ok tra voi?- domandò Beth dopo essersi schiarita la voce.

-Come sempre.- rispose lui cercando di non fissarla.

-E tra noi? Sai… non so bene come dirlo, ma ha ragione… su tutto. Almeno da parte mia.- sussurrò lei imbarazzata.

-Ce l'ha… su tutto.- fece l'uomo alzando lo sguardo e puntando gli occhi in quelli di lei.

-E adesso che si fa?- domandò la donna passandosi nervosamente una mano tra i capelli.

-Si smette di mentire.- rispose Daryl.
  
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