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Autore: StClaire    31/10/2015    5 recensioni
Maisie è la classica ragazza di diciassette anni. La sua vita si divide tra scuola e amiche, compiti e feste, famiglia e compagni e il ragazzo dei suoi sogni. La sua vita scorre tranquilla come al solito fino a che non le viene imposto di lasciare la sua camera per ospitare la prima figlia del compagno della madre, che ha le fattezze di un bellissimo ragazzo. Maisie, dopo una bugia di troppo, si ritroverà a chiedere ad Alexis "Alex" di tenerle il gioco e farle da fidanzato.
Da quel momento, tra disguidi, baci e ambigue relazioni, inizia per Maisie un'avventura che le scombussolerà più di quanto lei avrebbe mai potuto sospettare.
Dal testo:
«Devo chiederti scusa!», urlò Maisie improvvisamente.
Lei si girò «Scusa per cosa?», chiese Alexis curiosa, fermandosi sul vialetto di casa.
«Anch’io quando ci siamo scontrate all’aeroporto ti ho scambiato per un ragazzo!» disse Maisie tutto in un fiato.
«L’avevo capito», sorrise, e le fossette spuntarono insieme al sorriso, «Beh, almeno ti piacevo?»
La domanda spiazzò Maisie, ma la risposta usci da sola.
«Si!», forse lo disse con troppo entusiasmo, perché lei rise.
«Questo è l’importante», disse avviandosi verso casa.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Capitolo 11

- Skittles -


Il Natale era passato, e con esso anche le feste natalizie. Ciò significava che era tempo di tornare a scuola per lei e tempo di tornare in accademia per Alex.
La cosa le metteva un po’ di tristezza. Aveva passato delle vacanze fantastiche con Alex. Si era sentita per la prima volta come una coppia vera. Tranne che a casa, ovviamente. La sera di Natale era stata davvero imbarazzante, soprattutto quando si erano scambiati i regali. Alla fine Maisie aveva comprato quel bracciale in argento che aveva visto, ma Alice come il solito, si era subito insospettita.
«Sembra molto caro!» aveva esclamato, strappandolo da mano ad Alexis.
In effetti le era costato un po’, ma non c’era bisogno di urlarlo alla sua famiglia. Maisie aveva alzato le spalle e poi aveva continuato a scartare i suoi regali.
Sua madre e Paddy le avevano regalato un nuovo portatile, e lei era stata entusiasta della cosa. Il suo era oramai da rottamare.
Alice aveva contribuito ancora all’imbarazzo generale quando Maisie, scartando il regalo da parte sua, aveva scoperto che la sua amata sorellina, di soli quattordici anni, le aveva regalato un completo intimo.
«Magari lo usi con qualcuno!» aveva innocentemente esclamato.
Maisie aveva visto Alexis ghignare nascosta nel suo bicchiere e la cosa l’aveva completamente mandata in tilt. Poi aveva guardato lo sguardo allibito di sua madre e Paddy e aveva liquidato la faccenda con un semplice “grazie”.
Ma il regalo più bello era stato, ovviamente, quello di Alexis.
Le aveva regalato la fotografia che le aveva scattato quel giorno allo studio, incorniciata. Maisie aveva sentito il suo cuore perdere un battito. Non se lo aspettava. Quasi non si era riconosciuta. Aveva un’espressione che sul suo viso non si era mai vista. Poi si era ricordata il perché di quell’espressione ed era arrossita. Ovviamente sua madre aveva decantato la bravura di Alexis, e Maisie si era sentita stringere lo stomaco. Se avesse conosciuto il resto della storia…
Ma ora, quella fotografia era in camera sua e ogni volta che Maisie la guardava, si domandava come fosse cambiata in così poco tempo.
«Sono a casa!» urlò una volta arrivata.
Sua madre spuntò dalla cucina e le fece segno di raggiungerla.
«Com’è andata?» le domandò Catelyn.
«Come il solito» rispose sedendosi vicino al bancone della cucina che era ricoperto di farina.
«Che stai combinando? Fai un dolce?» domandò Maisie con gli occhi che le brillavano. Sua madre era bravissima a fare i dolci. Già aveva l’acquolina in bocca.
«Sto facendo una torta…» rispose sua madre mentre misurava la quantità giusta di un qualcosa.
«Qual è l’evento?» chiese Maisie rubando un quadratino di cioccolata bianca.
«Maisie!» la richiamò sua madre «Oggi è il compleanno di Alexis!»
Maisie per poco non si soffocò.
«Davvero?»
«Sì, davvero!»
«Non lo sapevo…» mormorò Maisie.
«Neanche io!» esclamò Catelyn «Me l’ha detto Paddy stamane. È arrivato un pacco dall’America per lei.»
«Sarà un regalo da parte della madre.»
Alexis non le aveva detto del suo compleanno! Perché mai?
«Va beh» esclamò «Vado a cambiarmi.»
Poi tornò indietro. «Ma non le abbiamo regalato niente?»
Non aveva tempo per farle un regalo, e neanche i soldi!
«Ha detto Paddy che ci pensava lui…» rispose sua madre intenta a girare l’impasto.
«Ok…» mormorò, dirigendosi in camera sua.
Si sentiva un po’ triste. Un compleanno era un evento importante, perché non le aveva detto niente? Magari avrebbe potuto chiederle di passarlo insieme, anche con i suoi amici! Gettò le sue cose sulla sua sedia-armadio, cosa che sua madre odiava, e indossò qualcosa di più comodo, si buttò sul letto e iniziò a perdere tempo con il suo nuovo portatile. Ogni tanto guardava l’ora, ma di Alexis neanche l’ombra. La cosa la metteva un po’ a disagio.
Quando fu ora di cena, uscì dalla sua stanza e scese le scale sconsolata.
«Ehi»
La voce di Alexis la fece sobbalzare.
«C-ciao» balbettò.
«Che c’è?» le domando Alexis. Stava aprendo il pacco che le era arrivato su un tavolino nel soggiorno. Sembrava non farle né caldo, né freddo.
«Niente» si precipitò a rispondere Maisie «Solo che non ti avevo sentito entrare in casa.»
Alexis le sorrise.
«Sono tornata con Paddy. Io credevo che tu stessi dormendo.»
Maisie alzò le spalle.
«Più o meno…» mormorò in risposta.
Non sapeva se doveva farle gli auguri. Cioè, normalmente glieli avrebbe fatti, ma c’era qualcosa nei suoi occhi, mentre scartava il regalo di sua madre, che la fece desistere.
«È pronto!» urlò Catelyn dalla sala di pranzo.
«Dopo di te» disse sorridendo Alexis.
Maisie notò che aveva lasciato il pacco ancora lì, senza aprirlo del tutto.
Si sedettero a tavola e la cena fu come tutte le altre cene. Sua madre aveva, sì, cucinato qualcosa di diverso da solito, ma molto probabilmente riponeva tutta la sua fiducia nel dolce che aveva preparato.
«Allora…» esordì Paddy «Che fai stasera?» chiese ad Alexis.
Lei in tutta risposta alzò le spalle.
«Credo che vedrò un film.»
«Non esci?» le domandò Catelyn.
Alexis guardò tutti e due.
«No, non credo… Perché?» domandò passando lo sguardo dall’una all’altro.
«Ah. Beh, sai, pensavo che saresti uscita a festeggiare…» rispose Paddy sorridendo.
In quel momento Catelyn arrivò con la torta.
«Auguri!» strillò tutta felice.
Alexis assunse un’espressione strana. Tra lo sbalordito e il divertito.
«Aaaah…» mormorò «Grazie Catelyn, ma non dovevi…»
«Ma figurati!» esclamò la donna «È stato un piacere! Io amo preparare dolci, torte e cose così…» disse ponendole la torta davanti. Maisie pensò che, in effetti, era davvero una bella torta. Era alta e ricoperta di panna, con sopra una fantasia di frutta. E ben ventitré candeline.
Alexis sembrava realmente imbarazzata. Forse non se lo aspettava.
Maisie le sorrise e Alex ricambiò.
«Aspetta!» improvvisamente Paddy si alzò da tavola «Torno subito!»
Si allontanò dalla stanza e ritornò dopo un paio di minuti.
«Auguri!» esclamò Paddy mettendole una scatola quadrata e grossa tra le mani.
Alexis prese il regalo. Sembrava imbarazzata da tutte quelle attenzioni.
«Grazie…» sussurrò.
«Forza! Non lo apri?» squittì Alice, che già stava battendo le mani.
Maisie si sentiva l’unica a non sapere cosa fosse stato regalato ad Alexis.
Alexis sorrise, ma il suo era un sorriso strano. Quasi di circostanza.
Scartò delicatamente il pacco, e una volta scartato la sua espressione cambiò.
Sembrava non avere parola.
«W-ow» balbettò «Grazie».
Paddy sembrava entusiasta.
«È stata una faticaccia» esclamò «L’ho dovuta ordinare tempo fa. Alice mi ha aiutato con internet» disse sorridendo «Io di queste cose non ci capisco nulla.»
«Ma che cos’è?» domandò Catelyn, rubando le parole da bocca a Maisie.
«È un nuovo modello di Reflex» disse Alexis, che intanto aveva tirato già fuori il corpo della macchina.
«Grazie, davvero.»
Maisie la guardò. Sembrava davvero felice. Chissà perché non aveva detto a nessuno del suo compleanno.
«Dai! Adesso mangiamo la torta!» esclamò Catelyn.
La torta, oltre che essere bella, era anche buonissima.
Maisie, come gli altri, se la gustò. Ma c’era quella strana sensazione che ancora aleggiava. Perché tanto mistero? Perché Alexis non festeggiava il suo compleanno? Eppure era una di quelle persone che escono quasi tutte le sere. Ultimamente era addirittura uscita con lei e i suoi amici!
«Che ti ha inviato tua madre?» chiese improvvisamente Alice.
Maisie sgranò gli occhi.
«Varie cose…» rispose evasiva Alexis «Mi ha anche inviato delle cose che avevo lasciato lì.»
Alice annuì, anche se era palese che la risposta di Alexis non aveva appagato la sua curiosità.
«Quindi non esci?» continuò Alice «A festeggiare, intendo…»
Alexis la guardò sorridendo.
«No… non sono in vena. Credo che mi stia per venire l’influenza.»
«Se vuoi ti preparo una camomilla!» esclamò Alice.
Maisie la guardò stupita. L’altruismo non era tra le doti di Alice.
«Ti ringrazio, ma non c’è bisogno. Tu non esci stasera?» chiese Alexis.
Alice scosse il capo.
«Mamma non mi fa uscire in settimana!» esclamò mettendo su il broncio.
«Tu?» domandò Alexis a Maisie.
Maisie avvampò. Aveva ancora qualche problema a relazionarsi con lei, quando intorno c’erano altre persone. Era che a volte si perdeva a guardarla.
Maisie scosse il capo.
«Io ho comprato un film» esclamò Alexis «Se volete vederlo, possiamo guardarlo insieme.»
«Che film è?» chiese Alice, precedendo Maisie.
«Un film francese, è in bianco e nero ma è del 1990. In realtà già l’ho visto, ma oggi l’ho trovato in offerta e l’ho acquistato.»
«Non ero neanche nata nel 1990!» esclamò Alice, come se la cosa fosse molto strana.
«È un bel film, però.»
«Come se avessi accettato!» squittì Alice «Ma stasera danno Pretty Woman in TV. Non posso perdermelo» sorrise «È il film preferito della mamma» sussurrò.
Maisie si alzò a sparecchiare.
«E tu?» le domandò Alexis.
«Ci mettiamo in camera mia… cioè tua… dove stavi prima… va beh, ci siamo capite…» disse sorridendo.
Maisie ci pensò un attimo.
«Va bene».

*

«Fa come se fossi a casa tua!» esclamò Alexis aprendole la porta della camera e dandole la precedenza.
«In realtà sono a casa mia» constatò ironicamente Maisie «E questa dovrebbe essere ancora la mia camera!»
«Giusto…» sorrise Alexis.
«Il mio amato letto!» esclamò Maisie gettandosi sopra «Mi sei mancato!»
Alexis rise e iniziò a trafficare con il DVD e il televisore.
Maisie si mise a sedere sul letto, e poco dopo Alexis spense la luce e si sedette con lei, sistemando i cuscini.
Maisie ringraziò il cielo per le luci spente. Sennò Alexis si sarebbe accorta della forte colorazione rossa del suo viso. Non che non ci fossero stati momenti intimi tra di loro, ma non si erano mai trovate su un letto, in una camera chiusa, al buio.
«Di che parla il film?» domandò Maisie per scacciare l’imbarazzo.
«Guardalo, sennò che sfizio c’è?» rispose ridendo Alexis.
«Ah!» esclamò Maisie improvvisamente.
«Che c’è?» domandò Alexis voltandosi. La televisione le illuminava il volto con una luce argentea.
«Auguri…» mormorò Maisie persa nello sguardo di Alexis.
«Grazie» rispose Alexis.
«Posso chiederti una cosa?»
Alexis annuì.
«Perché non hai detto che era il tuo compleanno?»
Alexis la guardò.
«Perché di solito non lo festeggio… tutto qui» Lo disse con uno strano tono, quasi a non ammettere repliche.
Maisie annuì.
«Beh, avrei potuto farti un regalo, se me lo avessi detto.»
Alexis sorrise e poi alzò il braccio destro.
«Me l’hai già fatto» disse facendo tentennare il bracciale d’argento.
«Ma era per Natale!» ribatté Maisie.
«Beh, c’è una cosa che puoi fare adesso» esclamò Alexis socchiudendo gli occhi.
«Che cosa?» domandò Maisie completamente incantata.
«Beh… potresti darmi un bacio!» rispose Alexis in tono canzonatorio.
«Non so se te lo meriti!» rispose a tono Maisie, fingendo totale indifferenza, ma dentro, moriva.
«Allora me lo guadagno!» ribatté Alexis, e in un attimo annullò le distanze tra loro.
Maisie conservava gelosamente il ricordo di ogni loro bacio. I baci di Alexis erano sempre dolci e romantici. All’inizio Maisie aveva quasi paura di baciarla, non avendo esperienza, aveva paura di essere una terribile baciatrice. Ma poi, ogni qualvolta che incontrava la sua bocca, tutto svaniva.
Eppure, quella volta, c’era qualcosa di diverso. Improvvisamente, Maisie si rese conto che era stesa, e che stava abbracciando Alexis.
Quello non era uno dei soliti baci. Era pieno di passione. Non sapeva da cosa dipendesse, ma inaspettatamente, tutto il suo imbarazzo era scomparso. Forse era anche aiuto del buio.
Si sentiva completamente presa. In sottofondo sentiva il discorrere del film. Alexis l’attirò ancora più a sé, e se fosse stato possibile, Maisie si sarebbe avvicinata ancora di più. Sentiva il proprio corpo ardere, e le mani di Alex erano come ghiaccio che si posava sulla sua pelle.
Alexis si portò sopra di lei, e la cosa procurò una scarica di sensazione sconosciuta a Maisie.
I loro baci si fecero sempre più esigenti, Maisie, intanto, aveva capito che quella strana sensazione era eccitazione. Dovette trattenere un gemito quando improvvisamente, Alexis passò a baciarle il collo.
«Shh…» sussurrò Alexis «Ci sentiranno…» disse smorzando una risata nel suo collo.
La scia di fuoco che i baci di Alexis lasciavano sul suo corpo, erano troppo per Maisie. Pensava che non avrebbe resistito.
Lentamente, Alexis insinuò una mano sotto la maglia di Maisie che stranamente non si sentì imbarazzata. Anzi, tutt’altro.
«Vedo che non hai indossato quel bellissimo completino che ti ha regalato Alice!» disse in tono canzonatorio Alexis.
Maisie fece segno di no con la testa, incapace di emettere un suono che non fosse di piacere.
Alexis la guardò per un tempo che a Maisie parve infinito.
«Sei bellissima» le sussurrò.
Maisie arrossì, poi si fece coraggio e si avvicinò a lei baciandola, prima dolcemente, poi fu presa dalla passione. Sentiva che non le sarebbe bastato mai.
Alexis era piacevolmente colpita dalla sua presa di posizione. E in un istante Maisie si ritrovò stesa nuovamente sul letto. I baci di Alexis si erano fatti più famelici, Maisie sentiva le proprie labbra gonfie, ma quella sensazione le piaceva. Alexis tracciò una scia di baci dal suo collo al suo ventre e le sue mani arrivavano ovunque potessero arrivare e l’eccitazione di Maisie era ai massimi livelli.
Finché qualcuno non bussò alla porta.
Maisie e Alexis balzarono in piedi insieme. Alexis accese velocemente la luce, così Maisie poté ritrovare la sua maglietta. Indossandola colpì il comodino al fianco del letto, provocando un piccolo terremoto. Una scatolina cadde a terra e Maisie si abbassò a raccoglierla. Quando la raccolse, Maisie notò che era accompagnata da un biglietto di auguri. Maisie lesse velocemente il contenuto, poi tornò a sedersi sul letto.
«Scusate ragazze!» la voce di sua madre «Volev-»
Maisie la interruppe.
«Devo andare in bagno» sbottò Maisie alzandosi e uscendo dalla stanza.
Si lasciò alle spalle sua madre e Alexis, ma sentiva il loro sguardo addosso.
Entrò velocemente in camera sua e chiuse la porta.

*

«Vi rendete conto?» esclamò con la testa tra le mani.
«Maisie, ma magari è semplicemente un’amica!» rispose Jody, continuando a limare le sue unghie.
Maisie scosse il capo.
«A me sembra qualcosa in più di un’amica!» sbottò.
«Ma non era un semplice biglietto di auguri?» domandò Mia.
Maisie annuì.
«Che c’era scritto di preciso?»
«Auguri di buon compleanno» rispose Maisie «Firmato “Emma”, accompagnata da un cuoricino!»
«E quindi? Anch’io e Jody ci scambiamo cuoricini, non vuol dire che scopiamo!» esclamò Mia.
«Shh!» intimò Maisie.
Non voleva rendere partecipe tutta la caffetteria della sua situazione. Alzando lo sguardò dalla sua tazza di caffè, passò in rassegna la gente che era in sala con loro. Era il loro bar, quello vicino alla scuola. Infatti era pieno di ragazzi e ragazze, più o meno della loro età. Sperava che nessuno avesse sentito il loro discorso.
«Forse hai ragione… Ma perché lei sapeva del compleanno e io no?» mormorò facendo un altro sorso di caffè. Il problema è che Maisie quel dubbio lo aveva sempre avuto. Fin dall’inizio, fin da quando aveva conosciuto Emma.
Le aveva viste insieme fuori scuola. Le aveva viste insieme al festival. Ancora si ricordava del codino rosa, che da un momento all’altro era passato dal polso di Alexis ai capelli di Emma.
Per non parlare di quella volta a casa sua, quando Alexis aveva aperto la porta e indossava una maglia al contrario. E quell’abbraccio fuori al pub. E poi Emma sapeva del suo compleanno!
Maisie sgranò gli occhi. Tutti i pezzi del puzzle stavano andando al loro posto.
Scosse il capo cercando di allontanare quella sensazione di oppressione, ma solo allora si rese conto che una ragazza, seduta al tavolino opposto al suo, la stava fissando. Aveva un volto familiare, ma Maisie non ricordava dove l’aveva incontrata. La ragazza continuò a guardarla dritta negli occhi, e poi improvvisamente, le sorrise. Aveva un sorriso dolcissimo. A Maisie venne naturale sorriderle in risposta.
«Ma senti…» la voce di Jody la riportò in sé «Alex ieri non ha detto niente che non sei tornata in camera?»
Maisie la guardò.
«Mi ha mandato un messaggio, chiedendomi se era tutto ok.»
«Un messaggio?» Jody sembrava sorpresa.
«Sì. Di certo non poteva venire in camera, c’era Alice.»
Jody annuì, ma sembrava pensierosa.
Maisie intanto continuava a sentirsi osservata.
«E dimmi!» squittì Mia «Com’è?» le chiese con un sorrisone stampato in faccia.
«Com’è cosa?» chiese Maisie.
«Il sesso tra donne!» esclamò Mia.
Maisie la guardò sbalordita.
«Non è che ci siamo spinte… fin là…» balbettò buttando un’occhiata al tavolo della ragazza, che chiacchierava animatamente con un ragazzo e una ragazza seduti con lei.
Quando la ragazza si accorse di essere spiata, le rivolse un altro dei suoi sorrisi aperti. Maisie ne accennò uno di risposta, ma imbarazzata per essere stata scoperta, distolse subito lo sguardo.
«Ma con chi…» Jody si voltò indietro, curiosa di vedere con chi stava interagendo Maisie.
«Maisie!» soffiò a bassa voce ritornando a fissare la sua amica.
«Che c’è?» domandò Maisie, colpita dal cambio di tono e di espressione della sua amica.
«Vieni qui a decantare la tua tristezza per Alexis, e ti metti a flirtare con Amber?»
Mia scosse il capo con disapprovazione.
«Che cosa? Non so neanche chi sia Amber!» sbottò Maisie. Ma si sentiva terribilmente in imbarazzo.
«Amber è la ragazza alla quale stai sorridendo da quindici minuti, quella seduta esattamente dietro di me!»
Jody aveva assunto il tono da pettegolezzo.
Maisie scosse il capo.
«Non è vero, non la conosco neanche!»
«Beh, di vista sicuramente la conosci. È della nostra scuola, ma non abbiamo lezioni con lei».
«E comunque è stata lei a sorridermi, potevo mai ignorarla?» sbottò Maisie, a mo’ di scusa.
«No, per carità, dico solo che è molto carina»
«Molto» assecondò Mia.
«Non capisco…» mormorò Maisie. Ma in realtà capiva benissimo. Era vero. Amber era molto carina, era stato il suo primo pensiero, appena aveva incrociato i suoi occhi. Si sentiva terribilmente in colpa.
«Povera Alexis!» mormorò improvvisamente Mia.
«Perché “povera Alexis?” A me non ci pensi?» sbottò Maisie.
«Maisie, pensa che prima stavate per fare quello che sai e poi tu sei scappata via. Si sentirà un verme! Penserà di aver esagerato a metterti “le mani addosso!”»
Jody le tirò una gomitata fortissima.
Maisie si lasciò scappare un gemito, a quello non ci aveva pensato. Ma non era vero, era stata benissimo! Finché non aveva trovato quel maledetto scatolino, con quell’ancora più maledetto bigliettino di auguri. Perché Emma era a conoscenza del compleanno di Alexis, e lei no?

*

Ormai il freddo entrava nelle ossa. La mattina, Maisie odiava dover lasciare il letto, le sue coperte e il suo calore per prepararsi e recarsi a scuola. E invece, una volta a scuola, odiava l’idea di lasciare i locali riscaldati per imbattersi nel freddo, e tornare a casa. Era una guerra senza vincitori e vinti.
Quel giorno il cielo era grigio, era stancante tutto quel grigio. Mancavano pochi minuti alla fine della campanella, e Maisie già stava pregustando la cioccolata calda che si era prefissata di prendersi prima di lasciare la scuola. Aveva incontrato, da quella volta al bar, nuovamente Amber. Si incontravano spesso nei corridoi, lei era sempre con Jody e Mia e Amber sempre con i suoi amici del bar. Mia le aveva detto che erano del loro stesso anno. Quindi dovevano avere la loro stessa età. Ogni volta che si incontravano, lei e Amber si salutavano, e ogni volta, appena Amber spariva dal loro campo visivo, Maisie doveva beccarsi una ramanzina da parte di Jody e Mia. Maisie non capiva il problema. Non poteva mica evitarla! Se Amber la salutava, non poteva mica fare la parte dell’antipatica e ignorarla.
«Invece devi ignorarla!» sbottò Jody, mentre scendevano le scale, pronte ad andare via.
«Ma come faccio?» chiese estenuata Maisie.
«Maisie noi lo diciamo per te!» continuò Jody.
«Continuo a non capire il problema»
Mia e Jody si fermarono di botto e fermarono anche lei.
«Ascolta bene» Jody fece un sospiro profondo «Amber è lesbica, dichiarata. E anche tu lo sei! Dopo quel bacio appassionato che vi siete date tu e Alex al ballo, quindi, vacci piano con tutte queste moine! Potrebbero essere fraintese!»
«Ai nostri occhi è palese questo vostro flirt, credi che Alexis sarebbe così scema da non capirlo nel giro di un millesimo di secondo?» continuò Mia.
Maisie rimase a bocca aperta. Secondo Jody e Mia, lei e Amber stavano flirtando! Si sentiva male! Si sentiva cattiva.
«Si, ok, ma non sbiancare adesso» Jody aveva l’aria preoccupata.
«Non lo sapevo che le piacciono le donne!» sbottò Maisie.
«Se per questo, neanche Connor sapeva che a te piacciono le donne! Deve ancora riprendersi! Povero cucciolo… »
Maisie continuò a camminare come un automa fino all’uscita della scuola.
«Che cos’è quest’aria preoccupata?» una voce femminile la fece sobbalzare.
Maisie sbiancò appena capì a chi apparteneva quella voce.
Amber era da sola, e le stava rivolgendo parola.
«A-ah, ciao» mormorò Maisie, completamente in panico. Dov’erano Mia e Jody quando servivano?
«Ciao. Ultimamente diciamo solo quello» esclamò sorridendo Amber. Aveva una risata cristallina. Era la tipica ragazza che avrebbe fatto girare un sacco di ragazzi al suo passaggio. Aveva i capelli biondo cenere che le scendeva i morbide onde e un paio di occhi miele.
Maisie le sorrise imbarazzata.
«Già, è vero»
«Comunque, piacere, io sono Amber» disse spigliatamente, porgendo la mano.
«Maisie» rispose semplicemente Maisie, stringendole la mano.
«Lo so» ribatté sorridendo Amber «Ora devo andare, ciao!»
Maisie la salutò con un cenno della mano e appena Amber si fu allontanata, ritornò a respirare.
«Chi è?»
Una voce alle sue spalle la fece sobbalzare.
«Alex!» la voce di Maisie tradiva il panico più totale.
Alexis scoppiò a ridere.
«Scusami, non volevo spaventarti» disse abbracciandola.
Appena fu tra le sue braccia, Maisie dimenticò tutto il resto. Si dimenticò di Jody, Mia e anche Amber. Alexis era Alexis.
«Che ci fai qui?» le domandò Maisie, prendendo una caramella che Alexis le offriva.
«Sono venuta a prenderti, ti va di andare a fare un giro? Così mi faccio perdonare di averti spaventato?» le chiese prendendo a sua volta una caramella.
«Va bene, cercherò di perdonarti, dall’alto della mia magnanimità» acconsentì Maisie, alzandosi sulle punte per raggiungere le labbra di Alexis.

*


«Quindi…» esordì Alexis mentre giocarellava con una bustina di zucchero «Sono perdonata?».
Maisie la guardò assottigliando gli occhi.
«Mmmmh» mugugnò lei, trattenendo il cucchiaino in bocca «Forse»
«Forse?» ripeté sorridendo Alexis, appoggiandosi completamente al tavolo.
«Si ma solo perché mi hai preso il dolce» rispose Maisie affondando il cucchiaino nel parfait di fragole.
Alexis scoppiò a ridere.
«Comunque…» Alexis esitò per qualche secondo «Chi era quella ragazza fuori la scuola?»
Maisie scattò «Una di scuola»
Alexis assottigliò lo sguardo.
«Quando sono arrivata vi stavate stringendo la mano. L’hai conosciuta da poco?» domandò cercandola con gli occhi, ma Maisie era irrimediabilmente attratta dal suo dolce.
«Quindi non la conosci…» mormorò Alexis.
«Perché lo vuoi sapere?» domandò Maisie alzando lo sguardo.
«Così… mi domandavo se fosse una nuova amicizia» mormorò Alexis incatenando i suoi occhi a quelli di Maisie, che si sentì avvampare.
“…Credi che Alexis sarebbe così scema da non capirlo nel giro di un millesimo di secondo?
Le parole delle sue amiche le rimbombavano nella testa.
«Ehi» Alexis la richiamò «Che c’è?»
«Sei già stata fidanzata?»
Le uscì spontanea, la domanda. Ma anche troppo velocemente. Aveva tanto paura che Alexis si insospettisse di Amber, da dimenticarsi quasi di Emma. Ma quel pensiero l’aveva colpita forte in faccia, come un schiaffo rumoroso.
«Che intendi per “fidanzata?”» le domandò Alexis dopo un paio di secondi.
«No, niente, lascia perdere…»
«Maisie?»
Maisie alzò lo sguardo al gentile richiamo di Alexis. Sembrava preoccupata.
«Non sei arrabbiata?»
«No. Perché dovrei?»
Maisie alzò le spalle.
«Così…»
«Maisie è normale che io abbia più esperienza di te. Sono più grande, ho sette anni di vantaggio. Di cosa hai paura?»
Lo aveva ammesso, praticamente. Non con chi e quando, ma Maisie ci pensò sù. Ma in fondo aveva ragione, di cosa aveva paura?
«Perché a Washington vivevi con un uomo?»
La domanda le uscì di getto, ma da quando l’aveva saputo se lo era domandata spesso. E soprattutto voleva cambiare argomento.
Alexis rimase spiazzata.
«Tu come lo sai?» domandò. Sembrava sorpresa.
«L’ha raccontato Paddy una volta. Mamma voleva sapere se eri fidanzata.»
«E come fa Paddy a sapere che vivevo con Steph?» lo domandò più a sé stessa che a Maisie.
«Glielo ha detto tua madre…» aggiunse Maisie raschiando quello che era rimasto del parfait.
Alexis sembrò pensarci su poi annuì.
«Comunque vivevo con Steph semplicemente perché non mi andava di vivere con mia madre. Mi stava sulle palle il suo compagno» raccontò alzando le spalle.
«Paddy diceva che era un poco di buono» continuò Maisie.
Alexis scoppiò a ridere.
«Era mia madre che lo diceva, sempre. Anche io in realtà per lei sono una poco di buono»
«Perché?» domandò Maisie. Certo, agli occhi di qualche bigotto, i capelli tinti e i numerosi tatuaggi di certo non suggerivano chissà quale idea, ma Alexis sembrava di tutto, tranne che una poco di buono.
«Perché sono lesbica» disse inarcando un sopracciglio.
«Ah. Quindi tua madre lo sa?»
Alexis annuì.
«La peggiore sciagura che potesse capitarmi» disse sconsolata, ma non triste.
«Perché glielo hai detto?»
«Non glielo ho detto, l’ha capito da sola, il che è peggio» sbuffò.
«E non glielo avresti detto?»
«Certo che glielo avrei detto, ma non nel momento in cui l’ha capito lei»
«E Paddy invece?»
«Paddy non lo sa»
Maisie annuì.
«Andiamo? È mezzanotte passata…» domandò Alexis alzandosi.
Maisie guardò fuori dalla vetrata del ristorante.
Aveva passato un’intera giornata fuori con Alexis, uno dei suoi sogni ricorrenti, eppure c’era qualcosa che le stringeva la testa.
«Ok» mormorò Maisie, seguendola.
Alexis pagò il conto. Maisie aveva notato di come molte ragazze avevano seguito Alexis con lo sguardo. Ancora pensava alle prime volte, quando ancora non si capacitava. Lei adesso era abituata alla sua bellezza, anche se le creava ancora qualche imbarazzo guardarla.
Camminarono chiacchierando del più e del meno, abbracciate. Alexis voleva sapere sempre di Connor. Maisie non avrebbe dovuto dirle del bacio. Alexis era forse… gelosa?
Entrarono in casa cercando di fare il minimo rumore. Le luci erano tutte spente, il che significava che dormivano tutti.
«Ehi aspetta» Alexis la fermò prima che Maisie arrivasse all’ultimo scalino.
«Che c’è?» sussurrò Maisie sorpresa.
«Manca il bacio della buona notte» disse Alexis per poi baciarla.
Maisie sorrise tra i baci. C’era un lato di Alexis che adorava.
«Era molto sensuale quel giochetto che facevi con il cucchiaino…» le sussurrò Alexis.
«Q-quale?» domandò Maisie con un filo di voce. Non voleva fare la parte della stupida.
Alexis si staccò guardandola. La fissò per un paio di secondi poi soppresse una risata.
«Non ce la potrò mai fare con te…» disse sghignazzando.
«Perché?» le chiese Maisie. Non sapeva se offendersi o meno.
«Sei l’emblema dell’innocenza, veramente» rispose Alexis continuando a sorridere.
«È una cosa brutta?»
«No. Per niente» sussurrò Alexis accarezzandole il viso «Sei, come dire, ingenua. Ma è perché sei giovane. La cosa non è brutta, ma mi preoccupa»
Maisie la guardò.
«Perché ti preoccupa?» le domandò Maisie.
Alexis alzò le spalle.
«Ne riparliamo al momento giusto, se ci sarà mai» rispose semplicemente. Le schioccò un veloce bacio e poi si allontanò in camera sua.
Maisie entrò nella sua stanza, evitando di svegliare Alice, con ancora quelle parole in testa. Come al solito. C’era un lato di Alexis che adorava, letteralmente, e c’è n’era un altro, che era un completo mistero.


Salve!
Scusate di nuovo il ritardo, ma ultimamente sono piena di impegni!
Allora, che dire, capitolo un po' lungo, e un po' incasinato, che apre a mooolte possibilità. Mi sto rendendo la vita difficile!
Che dire, cme al solito spero che il capitolo vi piaccia! Sono in panico!!!
E soprattutto vi ringrazio per tutto! Ringrazio chi ha letto, chi ha recensito (vi adoro!) chi ha seguito, preferito e ricordato! Siete davvero tanti e la cosa mi rende veramente felice!
Ah, il titolo si riferisce agli Skittles, le mie caramelle preferite!
Alla prossima!
Grazie di tutto!

«Non mi vedo con nessuno, giuro!» rispose, cercando di dare un tono sicuro alle sue parole. Quando erano più piccole, Maisie e Alice, erano solite condividere le loro cotte. Era divertente decantare lo stesso “amore” ma per soggetti diversi. Sarebbe stato bello farlo ancora.
«Sai secondo me chi è che esce con qualcuno?»
Un lieve sogghigno si aprì sul viso di Alice.
«Chi?» domandò tentennando Maisie. Aveva paura di sapere già la risposta.
«Alexis!» squittì sua sorella, con la tipica espressione di chi non vede l’ora di parlare di qualcosa. Pettegola!
«Ma dai…» Maisie cercò di evitare l’argomento, ma non resistette a lungo «Cosa te lo fa pensare?» domandò.
«Sospira!» esclamò Alice, come se la cosa fosse palese al mondo intero.
Maisie la guardò.
«E quindi?»

  
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