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Autore: sara_twd    01/11/2015    2 recensioni
“Non urlare! Sono certa che sono di là e ci stanno ascoltando! L’importante è che tu stia bene! Ho avuto così paura quando ti hanno colpito!”
“Sto bene, non preoccuparti.”
“A quanto pare l’intero universo sta pianificando di ucciderci: i vaganti, il governatore, ora i wolves..”
“Ehi, guardami!”
Beth alzò gli occhi dal pavimento, cercando di guardarlo ,anche se la poca luce lasciava molto all’immaginazione.
“Non glielo permetterò.”
Puntata 4x13- Beth non è scappata con la macchina in seguito all'attacco della mandria di erranti, ma cosa sarà successo? Scopritelo se anche voi shippavate immensamente la coppia Bethyl.
Spero che la mia prima fan-fiction possa piacervi e spero proseguiate nella lettura e mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate! ;)
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beth Greene, Daryl Dixon, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Capitolo 6 – Just survive somehow

 

“Ho avuto un incubo, scusa.”
In piedi, all’entrata della sua camera da letto, si trovava Beth, visibilmente scossa dai terribili sogni che l’avevano tormentata fino al momento in cui era stata costretta a svegliarsi  urlando e contorcendosi dal dolore.
Si stringeva nelle spalle, impaurita perché sapeva benissimo di aver disturbato il riposo di Daryl, quindi sarebbe scattato ad accusarla da un momento all’altro.
Aveva cercato di guardarlo negli occhi, ma temeva il suo sguardo severo e accusatorio e dunque aveva deciso che era meglio fissare il pavimento.
Lui, che si era precipitato al piano di sopra , pronto a uccidere qualsiasi cosa si fosse trovato davanti, stava riprendendo fiato, convincendosi che fortunatamente la sua compagna stava bene.

Porca puttana, ragazzina, mi hai spaventato a morte!
Aveva poi posato il suo sguardo su di lei: pallida, gli occhi blu sgranati e venati da terribili striature rosse, così indifesa in quel momento, costretta a vivere in un mondo crudele e violento dove, a volte, risultava difficile anche a lui.
Stava soffrendo come un cane eppure gli stava comunque chiedendo scusa.
Era sicuro che sarebbe uscita da quel orribile periodo, sapeva quanto era forte e quanto era cresciuta nell’ultimo periodo.
Non voleva dirglielo però, non voleva esporre i propri sentimenti, non ancora.

“Stai bene?” chiese solamente cercando di restare il più distaccato possibile.

Lei alzò lo sguardo, cercò di capire che cosa celasse l’arciere al di là degli occhi di ghiaccio e rendendosi conto che lui stava soffrendo a vederla in quello stato iniziò a piangere, sfogandosi in un pianto liberatorio.

“No… NO! Non sto bene! Non riesco a togliermi quell’immagine dalla testa! Mi sembra di impazzire, continua a perseguitarmi, Daryl, non ce la faccio…” disse singhiozzando.
Hershel. Il governatore. La katana di Michonne.
L’uomo vide i flash di quelle orribili immagini scorrere rapidissimi nella propria mente, mentre cercava di capire come alleviare almeno in parte il dolore della ragazza, ritornando inconsapevolmente a pensare alla sera in cui trovò Merle.
Quel gran figlio di puttana! Caro Merle eri un idiota, mi mancano i tuoi fottutissimi insulti, odiavo quando mi chiamavi fichetta , sappi però che non dimenticherò mai quanto mi hai protetto e che, in fin dei conti, sei stato tu la mia unica famiglia.
Anche se è da tempo che mi hanno strappato via anche te.
Ritornando alla realtà disse:

“ Mi dispiace,Beth questo fottuto mondo ci sta togliendo tutto, lo so, lo so  ma devi combattere, devi resistere e devi sopravvivere!”

Con un gesto istintivo poi l’aveva abbracciata, cercando di dimostragli tutta la sua comprensione e sperando di aver placato anche solo minimamente la sua tristezza.
Beth non aveva ricambiato l’abbraccio, voleva solo farsi stringere, voleva sentire quel calore umano che le mancava tanto e per questo affondò il viso contro il petto dell’arciere.
Anche se odiava tutte quelle moine, Daryl, infrangendo tutti i limiti gli diede un bacio sulla fronte e poi si volto verso le scale senza neanche guardarla. Stava per scendere il primo scalino quando sentì:

“Daryl, aspetta.”

Lui si voltò ma non disse nulla, la guardò e basta.

“Ti prego, resta.” disse supplicante

No, coglione,non farlo. Non farlo…torna sul divano! – Gli aveva detto, anzi, urlato il cervello ma il suo cuore non era d’accordo:
Gli aveva detto di seguirla, di confortarla e di consolarla.
Fu così allora che si coricò nel letto matrimoniale, cercando di rimanere il più distaccato possibile fisicamente ma senza mai perdere di vista Beth.
A sua volta lei si era rannicchiata sotto le coperte e girandosi verso di lui gli rivolse uno sguardo di gratitudine dicendo:

“Tu sei una di quelle brave persone in cui credo” e poi si limitò a chiudere gli occhi sperando di godersi alcune ore di sonno tranquillo.

 
∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞

 

Era l’alba quando Daryl aprì gli occhi assonnati, e anche se sarebbe restato volentieri a dormire, doveva alzarsi, abbandonare il suo rifugio sicuro per svolgere le milioni di cose che aveva programmato:
Vai a prendere la legna, poi vai in avanscoperta così da controllare la zona, caccia, raccogli del cibo, rifornisci la caldaia d’acqua…eh.. cerca del carburante per il generatore e poi…che cazzo continui a pensare? Alza il culo e vai no?
Imponendosi di alzarsi però si era reso conto di avere come  una specie di  macigno sul petto, pesante,morbido…caldo?:
Oh,merda…
Alzò gli occhi che fino a quel momento aveva rivolto al soffitto e confermò quello che tanto temeva: Beth, aveva riposto la testa sul suo petto e stava dormendo proprio come un sasso.
Tirando mentalmente una serie di bestemmie impronunciabili, Daryl pianificò di staccarsi dalla tenera presa della ragazza, cercando di essere il più discreto possibile.
Quasi esultando per esserci riuscito senza alcun problema, gli rivolse un veloce sguardo, controllando che dormisse ancora tranquillamente e poi si diresse al piano terreno.
Indossò gli scarponi, la giacca pesante, si spruzzò il viso con dell’acqua gelata e poi uscì. Si mise seduto sui gradini del bungalow e si accese una sigaretta, godendosi l’alba cercando in qualche modo di smorzare tutta la tensione che avvertiva nelle vene. Subito dopo, finita la sigaretta partì con la propria balestra al sopralluogo.
Beth, si alzò a mattinata inoltrata,sorpresa poiché  si sentiva riposata e pronta ad affrontare la giornata.
Andò in cucina, aveva fame e voleva mangiare qualcosa ma quello che trovò non fu del cibo ma un foglietto spiegazzato con due semplici frasi:

-Sono andato a controllare il perimetro, non preoccuparti        D.-

Daryl Dixon, se non esistessi già bisognerebbe inventarti. Oggi si è ricordato di lasciarmi un post-it!
Stringendo il foglietto, si accorse che stava sorridendo come un’idiota, era contenta, finalmente Daryl sembrava un essere umano, razionale e capace di provare emozioni. La sera precedente non gli aveva tirato insulti, non l’aveva incenerita con lo sguardo: l’aveva consolata. E aveva dormito con lei.
Quando la finirai di farti viaggi mentali, eh?
Pensò sgranocchiando un biscotto.
Dopo essersi lavata e sistemata Beth era uscita munita di sapone e un secchio di panni sporchi che avrebbe lavato nel ruscello.
Aveva già pulito i conigli che Daryl aveva cacciato il giorno precedente e li aveva  messi sul fuoco insieme a piselli e alla passata di pomodoro.
Arrivata alla riva si mise a impregnare d’acqua gli indumenti, li insaponava e poi li risciacquava una seconda volta sperando di rimuovere anche le macchie più forti.
Dopo aver finito, li stese tutti sotto al portico, sopra a uno stendino che aveva trovato per caso nel bungalow e poi era rientrata in casa.
Per ingannare l’attesa decise di prendere dalla libreria il suo libro preferito: Jane Eyre, sapeva quel libro praticamente a memoria perciò saltò le parti che trovava più noiose e si perse nella lettura.

"Quando fui certa di poterlo osservare senza essere notata, fissai gli occhi su di lui e, se appena tentavo di distoglierli, inevitabilmente tornavo a guardar da quella parte. Lo osservavo, provando in quella contemplazione un piacere vivo, acuto, eppure straziante, oro puro trafitto da una punta d'acciaio, un piacere simile a quello dell'uomo morente di sete che si trascina sino ad una fonte che sa avvelenata, eppure si china, e ne beve l'acqua come se fosse nettare divino.
Vi è molta verità nel tedio secondo il quale 'la bellezza è negli occhi di chi guarda'. Il viso pallido e olivastro del signor Rochester, la sua fronte massiccia, le folte e nere sopracciglia, gli occhi profondi, la bocca ferma e severa - tutta energia, risolutezza, volontà - non rispondevano ai canoni della bellezza, non erano belli nel senso preciso del termine, ma per me il suo viso era più che bello, esercitava un'influenza, un'attrattiva che, dominandomi, mi toglieva ogni volontà e mi metteva tutta in suo potere. Non avevo voluto amarlo; il lettore sa quanto io abbia lottato per estirpare dal mio cuore i germi dell'amore che vi si erano annidati; ed ora m'era bastato rivederlo perché quel sentimento si ridestasse in me, più vivo e più forte di prima. Egli mi costringeva ad amarlo senza neppure guardarmi".

“Ehi.” disse l’uomo spalancando la porta.

“Daryl..” disse chiudendo di soppiatto il libro. Era come se fosse stata sgamata a leggere qualcosa che lo riguardasse e il fuoco gli divampò nelle guance.

“Ciao, tutto bene qui intorno?”

“Sì, tutto tranquillo, ho trovato qualche zombie ma erano pochi, una decina massimo..”

Beth che aveva praticamente lanciato il libro, intanto che parlava, ora armeggiava con le stoviglie così da servire il pranzo all’arciere. Riempì il piatto abbondando con la porzione preoccupandosi che avesse le giuste energie per affrontare la giornata.
Gli passò il piatto fumante e le posate, poi preparò anche il suo.
Daryl si avventò sul cibo, come al solito insomma, digrignando e masticando energicamente. Beth lo trovava buffo e indiscutibilmente rozzo, però almeno apprezzava il suo cibo.

“Potremmo andare a caccia oggi!” disse tra un boccone e l’altro.

“Si, andiamo! Il piede non mi fa più male, e poi sono stanca di stare seduta a leggere!”

“Ok, la zona è tranquilla quindi ti puoi allenare con calma. Partiamo tra  un’ora”

“Agli ordini signor Dixon!” disse lei portandosi la mano verso la nuca e sorridendogli.

Grazie a Dio ha smesso di piangere

Disse tra se e se l’uomo. Forse tutto quello che aveva fatto la scorsa notte era poi  servito a qualcosa.

 

 ∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞

 

“Pronta,Beth?” disse lui,  che l’aspettava sulla porta.

“Pronta, andiamo a spaccare il culo a qualche zombie!” disse lei issandosi la balestra in spalla

“Zombie? Non penserai che ti porti subito a combattere con quei fottutissimi bastardi!”

“Perché?”

“Oggi seguiamo le tracce, ti insegno a non fare rumore  quando ti muovi e a procurarti il cibo, ma degli zombie ci occuperemo più avanti, quelli si muovono ed è difficile beccarli se sei inesperto.”

 

Lei si limitò solo ad alzare gli occhi al cielo e camminarono fianco a fianco fino a raggiungere i primi alberi che segnalavano l’inizio della foresta.

“Ora stai dietro di me, cerca di fare meno rumore possibile, controlla i tuoi movimenti e stai attenta a quello che faccio, se vedi qualcosa fermami, capito?”

“Capito, Daryl su dai non ho mica cinque anni!”

“Lo so, voglio solo assicurarmi che non ti faccia male come l’altra volta.” E lanciandogli un’ultima occhiata avanzò tra gli arbusti.

La prima cosa che notò Beth è che l’uomo faceva dei passi corti, era accovacciato e quando appoggiava i piedi cercava di emettere dei suoni impercettibili.
La ragazza così decise di imitarlo subito, proseguendo sempre dietro di lui.
Improvvisamente Daryl si arresto e voltandosi indicò il terreno:

“Riesci a vederle?”

“Si, sono delle impronte, li avanti c’è n’è un’altra che svolta a destra, è a zig-zag…perciò è uno zombie!”

“Esatto”

“Che facciamo, andiamo nella direzione opposta?”

“Meglio” disse Daryl indicando il sentiero che svoltava a destra.

Continuarono per alcuni metri sempre uno dietro l’altro quando Daryl si arrestò una seconda volta ma improvvisamente cacciando indietro il braccio così che la ragazza potesse imitarlo.
Osserva quello che ti circonda
Le aveva detto Daryl, perciò iniziò a guardarsi intorno: nessuna figura in movimento, tutto era calmo, nessuna traccia sul terreno. Cosa le stava sfuggendo?
Guardò verso l’alto, proprio davanti a sé ed eccolo là: uno scoiattolo intento a guardarsi intorno si trovava in cima ad un albero.
Beth, sempre evitando i movimenti bruschi avanzò davanti a Daryl e prese la mira attraverso il mirino della balestra.
Stava per scagliare la freccia quando sentì Daryl appoggiargli una mano sul gomito per posizionarglielo più in alto:

“Il braccio deve essere sempre in tensione quando scocchi una freccia, così la traiettoria di lancio sarà migliore” le sussurrò all’orecchio sinistro.

Beth annui, riposizionando le braccia, evitando di mostrare quanto la sua vicinanza fisica la rendesse inquieta.
Tre…due…uno.
La freccia parte, si conficca nel punto desiderato: la testa dello scoiattolo.

“E la cena è servita! Evviva c’è l’ho fatta!” disse Beth trionfante girandosi per guardare in volto il suo insegnante: lui si limitò a sorridere e subito si allontanò per recuperare freccia e scoiattolo.

La ragazza constatò mentre lo guardava allontanarsi, che la cara Emily Brönte aveva ragione
la bellezza è negli occhi di chi guarda”.
Daryl era il suo signor Rochester, era un vero amico, era il suo protettore, era la sua cura ma era anche il suo veleno, ed era una delle poche cose per cui continuare a sopravvivere.
Era sceso dall’albero ora e stava camminando per tornare da Beth quando improvvisamente due erranti gli si avventarono contro.
Il problema non erano gli zombie, assolutamente, se l’era cavata in situazioni ben peggiori, era che i stronzi gli avevano fatto cadere la balestra.
Uno dei due gli si era avvinghiato attorno al braccio destro, mentre il secondo lo aveva attaccato da dietro e aveva i denti a pochi centimetri dalla giugulare.
Senza indugiare, Daryl prese la freccia che aveva tra le mani e la conficcò nel cervello putrido di quello sul fianco, che precipitò all’istante.
Successivamente si girò di scatto per occuparsi del secondo, ma tastando nella sua cintura si accorse di non avere il coltello.
Caricò con il corpo, cercando di abbatterlo ma il bastardo non demordeva.
Beth che aveva visto tutta la scena, preoccupata per l’uomo, aveva ricaricato la balestra rapidamente e aveva scoccato la freccia:
Morte netta, precisa, senza neanche uno schizzo di sangue: aveva ucciso il suo primo errante.
Non fu quello però il suo primo pensiero, il suo primo pensiero fu ovviamente l’incolumità di Daryl.
Gli corse incontro, tendendo le mani verso di lui, senza mai staccare gli occhi dai suoi.
Lui la stava guardando con un’espressione del tutto sconosciuta alla ragazza: ira, dolore, odio? No.
Quando fu a pochi centimetri da lei, la cinse a sé, con uno scatto si sporse con il viso in avanti e posò violentemente le labbra su quelle della ragazza.
Non era ira quella, quello era desiderio.

 

 

 

 

 

 

N.A.: Ciao a tutti meravigliosi fan di the walking dead! Come state? So di aver aggiornato un bel po’ di tempo fa ma devo dire che nell’ultimo periodo avevo perso interesse nella scrittura poiché nessuna ha lasciato nessun commento al mio ultimo capitolo.

Ragazze! Vi prego non siate timide, ditemi tutto ciò che vi passa per la testa, guardate se volete mandatemi anche in pasto ai walkers ma vi prego ditemi quello che pensate sulla mia ff, veramente, se avete 5 minuti di tempo da dedicarmi vi sarò eternamente grata.

Sono entusiasta per questa nuova 6^ stagione, veramente è partita con il piede giusto, spero che continuino su questa strada. Vi ringrazio come sempre per avermi seguito nella lettura di questo capitolo e spero di intrattenervi anche con il prossimo! Un bacio a tutti! :-*

 

 

 

SPOILER PUNTATA 6x03

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Penso di non essere l’unica, ma quando il povero Glenn è caduto nell’orda di zombie a causa del suicidio di quel deficiente di Nicholas ho iniziato a piangere come una bambina di 3 anni. Ci sono diverse indiscrezioni su internet poiché in molti pensano che sia ancora vivo. Effettivamente le budella l’ultima volta che ho controllato si trovano nella parte inferiore del busto e non in quella superiore perciò anche io sostengo che il corpo divorato sia proprio di Nicholas e non quello di Glenn, anche se non ne sono ancora pienamente convinta. Glenn Rhee sei un personaggio favoloso, il tuo character development è stato uno dei più riusciti della serie perciò ti prego non abbandonarci ancora, non abbandonare la tua Maggie, non abbandonare Rick e Daryl, non abbandonare the walking dead e soprattutto non abbandonare i tuoi amati fan. Non siamo ancora psicologicamente pronti.

Ultimissima cosa poi me ne vado: se tagliano la mano a Rick, Maria, io esco!

Alla prossima  XD

   
 
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