Capitolo
6 – Just survive somehow
“Ho
avuto un incubo,
scusa.”
In
piedi, all’entrata della sua camera da letto, si trovava
Beth, visibilmente scossa
dai terribili sogni che l’avevano tormentata fino al momento
in cui era stata
costretta a svegliarsi urlando
e contorcendosi
dal dolore.
Si
stringeva nelle spalle, impaurita perché sapeva benissimo di
aver disturbato il
riposo di Daryl, quindi sarebbe scattato ad accusarla da un momento
all’altro.
Aveva cercato di
guardarlo negli occhi, ma temeva il suo sguardo severo e accusatorio e
dunque
aveva deciso che era meglio fissare il pavimento.
Porca
puttana,
ragazzina, mi hai spaventato a morte!
Stava soffrendo come un cane
eppure gli stava
comunque chiedendo scusa.
Era
sicuro che sarebbe uscita da quel orribile periodo, sapeva quanto era
forte e
quanto era cresciuta nell’ultimo periodo.
Non
voleva dirglielo però, non voleva esporre i propri
sentimenti, non ancora.
L’uomo
vide i flash di quelle orribili immagini scorrere rapidissimi nella
propria mente,
mentre cercava di capire come
alleviare almeno in parte il dolore della ragazza, ritornando
inconsapevolmente
a pensare alla sera in cui trovò Merle.
Anche se è da tempo che
mi hanno strappato via anche te.
Con
un gesto istintivo poi l’aveva abbracciata, cercando di
dimostragli tutta la
sua comprensione e sperando di aver placato anche solo minimamente la
sua
tristezza.
Beth
non aveva ricambiato l’abbraccio, voleva solo farsi
stringere, voleva sentire
quel calore umano che le mancava tanto e per questo affondò
il viso contro il
petto dell’arciere.
Anche
se odiava tutte quelle moine, Daryl, infrangendo tutti i limiti gli
diede un
bacio sulla fronte e poi si volto verso le scale senza neanche
guardarla. Stava
per scendere il primo scalino quando sentì:
Lui
si voltò ma non disse nulla, la guardò e basta.
Gli
aveva detto di seguirla, di confortarla e di consolarla.
Fu
così allora che si coricò nel letto matrimoniale,
cercando di rimanere il più
distaccato possibile fisicamente ma senza mai perdere di vista Beth.
A
sua volta lei si era rannicchiata sotto le coperte e girandosi verso di
lui gli
rivolse uno sguardo di gratitudine dicendo:
“Tu
sei una di quelle brave persone in cui credo” e poi si
limitò a chiudere gli
occhi sperando di godersi alcune ore di sonno tranquillo.
∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞∞
Era
l’alba quando Daryl aprì gli
occhi assonnati, e anche se sarebbe restato volentieri a dormire,
doveva
alzarsi, abbandonare il suo rifugio sicuro per svolgere le milioni di
cose che
aveva programmato:
Vai
a prendere la legna, poi vai in avanscoperta così da
controllare la zona,
caccia, raccogli del cibo, rifornisci la caldaia
d’acqua…eh.. cerca del
carburante per il generatore e poi…che cazzo continui a
pensare? Alza il culo e
vai no?
Oh,merda…
Alzò
gli occhi che fino a quel momento aveva rivolto al soffitto e
confermò quello
che tanto temeva: Beth, aveva riposto la testa sul suo petto e stava
dormendo
proprio come un sasso.
Tirando
mentalmente una serie di bestemmie impronunciabili, Daryl
pianificò di
staccarsi dalla tenera presa della ragazza, cercando di essere il
più discreto
possibile.
Quasi
esultando per esserci riuscito senza alcun problema, gli rivolse un
veloce
sguardo, controllando che dormisse ancora tranquillamente e poi si
diresse al
piano terreno.
Indossò
gli scarponi, la giacca pesante, si spruzzò il viso con
dell’acqua gelata e poi
uscì. Si mise seduto sui gradini del bungalow e si accese
una sigaretta,
godendosi l’alba cercando in qualche modo di smorzare tutta
la tensione che
avvertiva nelle vene. Subito dopo, finita la sigaretta partì
con la propria
balestra al sopralluogo.
Andò
in cucina, aveva fame e voleva mangiare qualcosa ma quello che
trovò non fu del
cibo ma un foglietto spiegazzato con due semplici frasi:
-Sono
andato a controllare il perimetro, non preoccuparti
D.-
Dopo
essersi lavata e sistemata Beth era uscita munita di sapone e un
secchio di
panni sporchi che avrebbe lavato nel ruscello.
Aveva
già pulito i conigli che Daryl aveva cacciato il giorno
precedente e li aveva messi
sul fuoco insieme a piselli e alla passata
di pomodoro.
Arrivata alla riva si
mise a impregnare d’acqua gli indumenti, li insaponava e poi
li risciacquava
una seconda volta sperando di rimuovere anche le macchie più
forti.
Dopo
aver finito, li stese tutti sotto al portico, sopra a uno stendino che
aveva
trovato per caso nel bungalow e poi era rientrata in casa.
Per
ingannare l’attesa decise di prendere dalla libreria il suo
libro preferito:
Jane Eyre, sapeva quel libro praticamente a memoria perciò
saltò le parti che
trovava più noiose e si perse nella lettura.
"Quando
fui certa di poterlo osservare senza essere notata, fissai gli occhi su
di lui
e, se appena tentavo di distoglierli, inevitabilmente tornavo a guardar
da
quella parte. Lo osservavo, provando in quella contemplazione
un piacere
vivo, acuto, eppure straziante, oro puro trafitto da una punta
d'acciaio, un piacere simile a quello dell'uomo morente di
sete che si
trascina sino ad una fonte che sa avvelenata, eppure si china, e ne
beve
l'acqua come se fosse nettare divino.
Vi è molta verità nel tedio secondo il quale 'la
bellezza è negli occhi di chi
guarda'. Il viso pallido e olivastro del signor Rochester, la
sua fronte
massiccia, le folte e nere sopracciglia, gli occhi profondi, la bocca
ferma e
severa - tutta energia, risolutezza, volontà - non
rispondevano ai canoni della
bellezza, non erano belli nel senso preciso del termine, ma
per me il suo
viso era più che bello, esercitava un'influenza,
un'attrattiva che,
dominandomi, mi toglieva ogni volontà e mi metteva tutta in
suo
potere. Non avevo voluto amarlo; il lettore sa quanto io abbia
lottato per
estirpare dal mio cuore i germi dell'amore che vi si erano
annidati; ed
ora m'era bastato rivederlo perché quel sentimento si
ridestasse in me, più
vivo e più forte di prima. Egli mi costringeva ad
amarlo senza neppure
guardarmi".
“Ehi.”
disse l’uomo
spalancando la porta.
“Daryl..”
disse
chiudendo di soppiatto il libro. Era come se fosse stata sgamata a
leggere
qualcosa che lo riguardasse e il fuoco gli divampò nelle
guance.
“Ciao,
tutto bene qui
intorno?”
“Sì,
tutto tranquillo,
ho trovato qualche zombie ma erano pochi, una decina
massimo..”
Beth
che aveva praticamente lanciato il libro, intanto che parlava, ora
armeggiava
con le stoviglie così da servire il pranzo
all’arciere. Riempì il piatto
abbondando con la porzione preoccupandosi che avesse le giuste energie
per
affrontare la giornata.
Gli
passò il piatto fumante e le posate, poi preparò
anche il suo.
Daryl
si avventò sul cibo, come al solito insomma, digrignando e
masticando
energicamente. Beth lo trovava buffo e indiscutibilmente rozzo,
però almeno
apprezzava il suo cibo.
“Si,
andiamo! Il piede non mi fa più male, e poi sono stanca di
stare seduta a
leggere!”
“Ok,
la zona è tranquilla quindi ti puoi allenare con calma.
Partiamo tra un’ora”
“Agli
ordini signor Dixon!” disse lei portandosi la mano verso la
nuca e
sorridendogli.
Disse
tra se e se l’uomo. Forse tutto quello che aveva fatto la
scorsa notte era poi servito
a qualcosa.
“Pronta,Beth?”
disse lui, che
l’aspettava sulla porta.
“Pronta,
andiamo a spaccare il culo
a qualche zombie!” disse lei issandosi la balestra in spalla
“Zombie?
Non penserai che ti porti
subito a combattere con quei fottutissimi bastardi!”
“Perché?”
“Oggi
seguiamo le tracce, ti
insegno a non fare rumore quando
ti
muovi e a procurarti il cibo, ma degli zombie ci occuperemo
più avanti, quelli
si muovono ed è difficile beccarli se sei
inesperto.”
Lei
si limitò solo ad alzare gli occhi al cielo e camminarono
fianco a fianco fino
a raggiungere i primi alberi che segnalavano l’inizio della
foresta.
“Ora
stai dietro di me, cerca di fare meno rumore possibile, controlla i
tuoi
movimenti e stai attenta a quello che faccio, se vedi qualcosa fermami,
capito?”
“Capito,
Daryl su dai non ho mica cinque anni!”
“Lo
so, voglio solo assicurarmi che non ti faccia male come
l’altra volta.” E
lanciandogli un’ultima occhiata avanzò tra gli
arbusti.
La
prima cosa che notò Beth è che l’uomo
faceva dei passi corti, era accovacciato e quando appoggiava i piedi
cercava di
emettere dei suoni impercettibili.
La ragazza così decise di imitarlo
subito, proseguendo sempre dietro di lui.
Improvvisamente Daryl si arresto e
voltandosi indicò il terreno:
“Riesci
a vederle?”
“Si,
sono delle impronte, li avanti c’è
n’è un’altra che svolta a destra,
è a zig-zag…perciò è uno
zombie!”
“Esatto”
“Che
facciamo, andiamo nella direzione
opposta?”
“Meglio”
disse Daryl indicando il
sentiero che svoltava a destra.
Continuarono
per alcuni metri sempre uno
dietro l’altro quando Daryl si arrestò una seconda
volta ma improvvisamente
cacciando indietro il braccio così che la ragazza potesse
imitarlo.
Guardò verso l’alto, proprio davanti a
sé ed eccolo là: uno scoiattolo intento a
guardarsi intorno si trovava in cima
ad un albero.
Beth, sempre evitando i movimenti
bruschi avanzò davanti a Daryl e prese la mira attraverso il
mirino della
balestra.
Stava per scagliare la freccia quando
sentì Daryl appoggiargli una mano sul gomito per
posizionarglielo più in alto:
Beth
annui, riposizionando le braccia,
evitando di mostrare quanto la sua vicinanza fisica la rendesse
inquieta.
Tre…due…uno.
La freccia parte, si conficca nel punto
desiderato: la testa dello scoiattolo.
“E
la cena è servita! Evviva c’è
l’ho
fatta!” disse Beth trionfante girandosi per guardare in volto
il suo
insegnante: lui si limitò a sorridere e subito si
allontanò per recuperare
freccia e scoiattolo.
“la
bellezza è negli occhi di chi guarda”.
Daryl
era il suo signor Rochester, era un vero amico, era il suo protettore,
era la
sua cura ma era anche il suo veleno, ed era una delle poche cose per
cui
continuare a sopravvivere.
Il problema non erano gli zombie,
assolutamente, se l’era cavata in situazioni ben peggiori,
era che i stronzi
gli avevano fatto cadere la balestra.
Uno dei due gli si era avvinghiato
attorno al braccio destro, mentre il secondo lo aveva attaccato da
dietro e
aveva i denti a pochi centimetri dalla giugulare.
Senza indugiare, Daryl prese la freccia
che aveva tra le mani e la conficcò nel cervello putrido di
quello sul fianco,
che precipitò all’istante.
Successivamente si girò di scatto per
occuparsi del secondo, ma tastando nella sua cintura si accorse di non
avere il
coltello.
Caricò con il corpo, cercando di
abbatterlo ma il bastardo non demordeva.
Beth che aveva visto tutta la scena,
preoccupata per l’uomo, aveva ricaricato la balestra
rapidamente e aveva
scoccato la freccia:
Morte netta, precisa, senza neanche uno
schizzo di sangue: aveva ucciso il suo primo errante.
Gli corse incontro, tendendo le mani
verso di lui, senza mai staccare gli occhi dai suoi.
Lui la stava guardando con
un’espressione del tutto sconosciuta alla ragazza: ira,
dolore, odio? No.
Quando fu a pochi centimetri da lei, la
cinse a sé, con uno scatto si sporse con il viso in avanti e
posò violentemente
le labbra su quelle della ragazza.
Non era ira quella, quello era desiderio.
N.A.: Ciao
a tutti meravigliosi fan di the walking dead! Come state? So di aver
aggiornato
un bel po’ di tempo fa ma devo dire che nell’ultimo
periodo avevo perso
interesse nella scrittura poiché nessuna ha lasciato nessun
commento al mio
ultimo capitolo.
Ragazze! Vi
prego non siate timide, ditemi tutto ciò che vi passa per la
testa, guardate se
volete mandatemi anche in pasto ai walkers ma vi prego ditemi quello
che
pensate sulla mia ff, veramente, se avete 5 minuti di tempo da
dedicarmi vi
sarò eternamente grata.
Sono
entusiasta per questa nuova 6^ stagione, veramente è partita
con il piede
giusto, spero che continuino su questa strada. Vi ringrazio come sempre
per
avermi seguito nella lettura di questo capitolo e spero di
intrattenervi anche
con il prossimo! Un bacio a tutti! :-*
SPOILER
PUNTATA 6x03
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Penso di
non essere l’unica, ma quando il povero Glenn è
caduto nell’orda di zombie a
causa del suicidio di quel deficiente di Nicholas ho iniziato a
piangere come
una bambina di 3 anni. Ci sono diverse indiscrezioni su internet
poiché in
molti pensano che sia ancora vivo. Effettivamente le budella
l’ultima volta che
ho controllato si trovano nella parte inferiore del busto e non in
quella
superiore perciò anche io sostengo che il corpo divorato sia
proprio di
Nicholas e non quello di Glenn, anche se non ne sono ancora pienamente
convinta.
Glenn Rhee sei un personaggio favoloso, il tuo character development
è stato
uno dei più riusciti della serie perciò ti prego
non abbandonarci ancora, non
abbandonare la tua Maggie, non abbandonare Rick e Daryl, non
abbandonare the
walking dead e soprattutto non abbandonare i tuoi amati fan. Non siamo
ancora
psicologicamente pronti.
Ultimissima
cosa poi me ne vado: se tagliano la mano a Rick, Maria, io esco!
Alla
prossima XD