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Autore: angix96    01/11/2015    3 recensioni
Ed era lì. Splendida, scintillante, più argentea di quanto mi ricordassi.
La Luna.
Il suo fascio argenteo illuminava tutte le case e le vie come stringendole in un freddo abbraccio. Prima di uscire non avevo controllato, ma ora non potevo che esserne certa vedendo quella palla color latte inca-stonata nel cielo nuvoloso. Era il plenilunio ed io ero come incantata.
Sentii il mio battito cardiaco rallentare.
Ogni fibra del mio cervello mi diceva che dovevo muovermi, ma ogni muscolo del mio corpo mi impediva qualsiasi movimento. Rimase immobile, come se dotato di una sua volontà, senza ascoltare i miei imperativi. Ero paralizzata. Tutto quello che riuscivo a percepire era quell'ipnotizzante sfera nel cielo.
Un battito, poi più niente.
Le ombre della notte mi avvolsero e tutto sparì.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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AVVERTENZA! Oggi ho pubblicato due capitoli uno dietro l'altro, se non avete letto il capitolo LVI andate a farlo, non vorrei che ve lo perdeste!!
 

The Beast Inside Me

 

Epilogo


Ero felice, davvero felice, come non lo ero mai stata.
Scott era al mio fianco e io al suo e tutto sembrava al suo posto.
L’avevo portato alla tomba dei miei genitori, come per presentarlo a loro. Cosa che, effettivamente avevo fatto. «Mamma, papà, questa è la mia metà, Scott Shaw». Lo avevo indicato, come se loro fossero lì in carne ed ossa.
Forse era un po’ ridicolo parlare con una lapide, ma avevo sentito il bisogno di farlo. Avevo percepito il bisogno di un legame con le loro anime, ovunque esse fossero.
Scott aveva sorriso a quella presentazione tanto strana quanto solenne. Mi aveva stretto la mano ancora più forte. Secondo me non si rendeva conto dell’effetto che mi provocava il suo contatto. Sapeva rendermi ancora più felice.
Cavolo, chi l’avrebbe mai detto che con il mio caratterino avrei trovato qualcuno da amare e che mi amasse di ritorno. “The greatest thing you’ll ever learn is just to love and be loved in return”. Non andavo fiera ad ammetterlo, ma quella frase di Moulin Rouge mi ha sempre fatto venire i brividi, perché ci credevo e ci avrei sempre creduto. Avevo imparato ad amare Scott senza che me ne rendessi conto e lui ricambiava. Certo, c’era anche la faccenda delle metà e che quindi eravamo destinati a stare assieme, ma era appunto qui la differenza. Noi non volevamo stare assieme, volevamo amarci, perché i nostri cuori erano legati dal filo rosso del destino.
Ok, stare con Scott mi aveva reso più sdolcinata, però l’avevo sempre pensato. Avevo sempre desiderato un amore così forte che potesse trascendere tutto, nonostante io sia sempre stata un maschiaccio. Si può dire che, però, avessi delle attenuanti perché ero cresciuta con davanti l’apoteosi dell’amore: il rapporto dei miei genitori.
«Ho sempre voluto avere un rapporto come il vostro», avevo detto ancora alla tomba dei miei genitori e Scott mi aveva passato attorno alle spalle un suo braccio, per tenermi più vicina a sé. «E penso proprio di averlo trovato». Per la prima volta da quando eravamo lì, avevo staccato lo sguardo dalla lapide grigia e lo avevo spostato verso quegli occhi grigi che avevano lasciato il posto al viola che tanto amavo e che a volte risplendeva anche in me.
Ora, eravamo a casa mia, con la mia famiglia e quella di Scott riunite in una grigliata ricca di risate. Blake ed Elena avevano imparato ad essere amici. Non si disprezzavano più, anzi. Era bello vederli senza battibeccare, magari lo facevano soltanto perché c’erano Lilah e Jasper con loro che alleggerivano l’atmosfera. I miei nonni sorridevano nella nostra direzione, felici di vedermi felice dopo tanto.
Cecile chiacchierava amorevolmente con Tamara e John che si tenevano per mano. Li trovavo molto carini. Kit invece correva nel giardino inseguendo Summer che scodinzolava felice, entrambi seguiti dallo sguardo vigile di una Anya che prendeva l’ultimo sole del giorno – anche se vestita – su uno sdraio.
Tutto sembrava al suo posto.
Era tutto perfetto, eppure le lacrime si presentarono lo stesso ai miei occhi.
«Non piangere», mi disse Scott abbracciandomi da dietro e posando un bacio sul mio collo.
«Non sto piangendo», sbuffai asciugandomi le lacrime col dorso della mano.
Scott rise. Soffiava quella risata bassa, che suonava come un sussurro, che io tanto amavo. «No, non stai piangendo. Ci sono solo delle lacrime che rigano il tuo volto».
«Da anni tutto quello che desidero è una famiglia e per la prima volta sono certa di averla. È incredibile». Sorrisi e Scott si voltò verso di me per rispondere con un bacio sulla punta del mio naso. Poi si voltò verso il cielo e si incantò. Gli occhi persi verso quel manto azzurro. Seguii il suo sguardo, curiosa, e la vidi.
La luna piena si era già presentata quella sera nel cielo. Era bellissima.
Abbracciata dall’azzurro del cielo serale era ancora più incredibile. Donava una luce bianca così stupefacente che il mio cuore perse un battito allo spettacolo.
Lo sentivo sempre più lento dentro di me, fino quasi a sparire.
C’era un altro cuore con me, che, tuttavia, batteva sempre più forte. Era incredibile come le reazioni mie e di Scott fossero tanto diverse di fronte alla stessa meraviglia naturale.
Ci guardammo per qualche istante prima di baciarci. Le sue labbra erano sempre così morbide che mi facevano piroettare il cuore nel petto. Solo lui poteva riuscire a scaturire quelle reazioni in me ed ero felice per questo.
Lanciai un’ultima occhiata alla luna prima di prendere per mano la mia metà ed avvicinarmi agli altri.
Mi sembrava passato un secolo dal primo plenilunio, dal primo blackout. Ricordavo ancora come mi ero sentita quella sera, come tutto era sparito attorno a me eccetto la luna.
Non capivo perché ora non mi facesse più lo stesso effetto. Certo, la trovavo stupenda, ma non c’era più quell’attrazione iniziale.
Forse un pochino mi mancava, ma non mi importava più di tanto. Con quell’attrazione, era sparita anche la bestia dentro di me che voleva squartare il collo alla gente, che graffiava la mia anima per farsi spazio per uscire. Non gli serviva più graffiare, perché avevo accettato che fosse una parte di me e la lasciavo libera di esprimersi, nei limiti del contegno, naturalmente.
Guardavo tutti quei licantropi radunati nella corte di casa mia, che scherzavano tra di loro e mi riscoprii a sorridere.
Ero felice.
Un lupo con la sua famiglia. Tutto il resto non importava.

 

THE END







Nota finale: Non riesco a crederci di essere arrivata fin qui. E' talmente incredibile che mi lascia senza fiato. Volevo ringraziarvi nuovamente per avermi seguito fin qui, di aver letto le avventure di Eveline che combatte con la bestia dentro di lei e che impara a conviverci, dopo non poche peripezie. Non so davvero come ringraziarvi, non sarà mai abbastanza. Spero di aver lasciato dentro di voi almeno un frammento della felicità che Eveline sta provando, che anche io sto provando. Sono felice di essere arrivata fin qui e senza di voi bellissimi lettori che mi hanno sostenuto non ce l'avrei mai fatta. Presto o tardi tornerò con una nuova storia, non so se scriverò ancora su i miei bellissimi e dolcissimi licantropi, forse sì, forse no, intanto spero davvero che la storia vi sia piaciuta, perché io sono soddisfatta di come è finita.
Ancora un enorme GRAZIE e un BACIO ancora più grande a tutti voi.
La vostra fedelissima e devotissima,
angix96
   
 
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