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Autore: StClaire    06/11/2015    5 recensioni
Maisie è la classica ragazza di diciassette anni. La sua vita si divide tra scuola e amiche, compiti e feste, famiglia e compagni e il ragazzo dei suoi sogni. La sua vita scorre tranquilla come al solito fino a che non le viene imposto di lasciare la sua camera per ospitare la prima figlia del compagno della madre, che ha le fattezze di un bellissimo ragazzo. Maisie, dopo una bugia di troppo, si ritroverà a chiedere ad Alexis "Alex" di tenerle il gioco e farle da fidanzato.
Da quel momento, tra disguidi, baci e ambigue relazioni, inizia per Maisie un'avventura che le scombussolerà più di quanto lei avrebbe mai potuto sospettare.
Dal testo:
«Devo chiederti scusa!», urlò Maisie improvvisamente.
Lei si girò «Scusa per cosa?», chiese Alexis curiosa, fermandosi sul vialetto di casa.
«Anch’io quando ci siamo scontrate all’aeroporto ti ho scambiato per un ragazzo!» disse Maisie tutto in un fiato.
«L’avevo capito», sorrise, e le fossette spuntarono insieme al sorriso, «Beh, almeno ti piacevo?»
La domanda spiazzò Maisie, ma la risposta usci da sola.
«Si!», forse lo disse con troppo entusiasmo, perché lei rise.
«Questo è l’importante», disse avviandosi verso casa.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
Capitoli:
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Capitolo 12
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L’insistenza del cellulare a squillare costrinse Maisie ad alzare gli occhi dal libro di filosofia.
Sbuffò attraversando la stanza, con le ciabatte che strusciavano sulla moquette creando un suono veramente strano.
«Pronto?» Maisie rispose svogliatamente.
«Maisie?»
Maisie stette in silenzio per una manciata di secondi, poi riconobbe la voce.
«Jody?» domandò, ancora non sicura.
«Si!»
«Ma perché sussurri? E di chi è questo numero?» le domandò basita.
Senti l’amica sospirare.
«Oh, Maisie! Tu non hai idea di quello che è successo!» sospirò «Posso venire da te?»
Aveva un tono di voce strano, pieno di ansia.
«C-certo! Ti aspetto!»
«Alexis già è ritornata?» domandò la sua amica, sempre sussurrando.
«N-no… aspetta. Come fai a sapere che era fuori?» le domandò.
«Ti spiego appena arrivo» esclamò Jody e poi attaccò la telefonata.
Maisie si alzò e iniziò a ciondolare per la stanza. Che cosa era successo a Jody? E come mai sapeva di Alexis? Dopo il quinto giro in circolo della stanza, Maisie iniziava a spazientirsi. Sentiva un blocco all’altezza della bocca dello stomaco. Jody non era tipo da allarmismi, doveva essere successo davvero qualcosa. Quando finalmente il campanello suonò, Maisie si precipitò, veloce come una furia, verso la porta di casa. Scese le scale correndo, cercando di non rovinare per tutti i gradini, ma arrivò sana e salva alla porta, spalancandola, ritrovandosi di fronte la sua amica, tutta imbacuccata in strati di lane e piumini. Ormai era inverno inoltrato, e il tempo era freddo.
«Ciao…» mormorò Jody entrando «Non c’è nessuno?» domandò, iniziando a liberarsi dei vari indumenti.
«No, nessuno. Ero da sola, a studiare» rispose Maisie.
Jody annuì.
«Ok, ok… senti. Non so come dirtelo!» Jody nascose il viso tra le mani «Però in tutto questo c’è un lato positivo!»
Maisie la guardò a bocca aperta. Non ci stava capendo nulla, di che stava parlando Jody?
«Sediamoci sul divano!» strillò la sua amica in preda al panico.
«O-ok…» balbettò Maisie. Continuava a non capire niente. Prima diceva che era successo qualcosa di gravissimo, poi parlava di lati positivi. Che diamine era successo?
Maisie si sedette sul divano del soggiorno e Jody la seguì, inspirando profondamente.
«Ok…» Jody la guardò fissa negli occhi, Maisie si sentiva quasi in soggezione.
«Ho visto Alexis baciare quella ragazza, Emma».
Jody lo disse così velocemente che Maisie ci mise un po’ a comprendere.
Rimasero in silenzio per un po’.
«C-cosa?» balbettò Maisie. Sentiva improvvisamente molto caldo.
«Allora, aspetta!» Jody alzò le mani, posizionandole di fronte a lei «Non iniziare a piangere! La storia non è ancora finita!»
Maisie si sentiva la testa vuota, il cuore le batteva a mille e sentiva gli occhi bruciarle. La guardò esortandola a continuare.
«Mi sono espressa male!» Jody inspirò «È stata Emma a baciare Alexis!»
Maisie continuò a non capire.
«E questa cosa dovrebbe rendermi la cosa meno dolorosa?» rantolò asciugandosi le lacrime. Si sentiva la gola arida.
«Oh, Maisie! Certo!» esclamò Jody.
Maisie scosse il capo continuando a sentire il proprio corpo sussultare.
«Non fare così! Alexis l’ha allontanata nel giro di due secondi!»
Maisie alzò la testa di scatto.
«Vuoi dire che l’ha rifiutata?»
«Sì! E sembrava anche piuttosto contrariata…»
«Ma dove è successo? Quando?»
«Oggi pomeriggio, verso le tre, credo. Era al centro commerciale con i miei… e improvvisamente ho visto Alexis, stavo per andarla a salutare, ma poi ho visto che era in compagnia. Ma non erano sole!» si affrettò ad aggiungere Jody, vedendo l’espressione di Maisie «C’era anche un ragazzo con loro, anche carino!»
«Forse era Ethan…» mormorò Maisie.
«Fammi sapere chi era…» Jody sorrise «…Comunque» riprese il discorso «Questo tipo si è allontanato. Alexis e Emma hanno iniziato a discutere, Alexis aveva un’espressione veramente scocciata. Poi, improvvisamente, appena Alexis si è distratta un attimo, quella troia le si è avventata addosso come una cozza allo scoglio!»
Maisie intanto, nel sentire il racconto, cercava di formulare le cose nella sua testa. Alla fine ci aveva visto bene. Tra Emma e Alexis c’era qualcosa, oltre l’amicizia.
«Comunque non temere… Alexis l’ha allontanata, anche bruscamente» le disse sorridendo.
«Davvero?» domandò Maisie con un filo di voce.
Jody annuì vigorosamente.
«Certo. Infatti per questo ti ho chiesto se Alexis fosse già a casa. Ho visto che discutevano e poi là piantata lì, nel bel mezzo del centro»
Maisie annuì lievemente, ma aveva i pensieri che le martellavano la testa. Provava una strana sensazione. Da un lato i suoi sospetti avevano avuto una conferma, dall’altro, l’idea che Alexis avesse baciato un’altra persona le faceva un male assurdo.
«Pensi che ne debba parlare con Alexis?» domandò Maisie.
Jody alzò le spalle.
«Secondo me sì, ma non tanto per il bacio in sé» fece una pausa «Ma per chiarire tutta la situazione! Non puoi vivere la tua storia con Alexis, all’ombra di questa Emma. Alexis è dolce, e si vede che ti vuole bene. Però dovrebbe essere chiara nei tuoi confronti, onesta! Non so se mi sono spiegata! Puoi dirle tranquillamente che io le ho viste… Meriti delle spiegazioni.»
Maisie le sorrise leggermente.
«Si, certo che ti sei spiegata. E credo che tu abbia ragione…» sostenne Maisie.
«Come stai?» le domandò Jody con voce dolce.
Maisie sospirò.
«Onestamente? Non lo so… È sempre tutto così complicato, difficile… Stancante. Ogni volta c’è sempre qualcosa… Con Alexis, poi, è impossibile parlare! Ogni volta risponde a monosillabi, oppure dice che non è importante… È sempre sulle sue, inizia a dirti qualcosa, e poi cambia idea…»
Maisie si sfogò un po’. Jody le sorrise comprensiva.
«Comunque… cambiando discorso. Cosa stavi studiando?»
«Ah… Stavo scrivendo il tema di Filosofia» rispose Maisie, sorridendole. Ma aveva un fortissimo mal di testa.
«Oh, mi fai dare un’occhiata, vero?» domandò Jody a mani giunte.
Maisie rise.
«Certo!»
Salirono al piano di sopra dirigendosi verso la camera di Maisie.
«Vado un attimo in bagno!» esclamò Jody.
Maisie annuì e si recò in camera sua.
Alzò il laptop del suo portatile, e iniziò a rileggere ciò che aveva scritto.
«Maisie…»
Jody era rientrata in camera, Maisie si voltò verso di lei.
«Di chi è questo?»
Maisie si avvicinò, lentamente, focalizzando la cosa che Jody aveva in mano.
Era una confezione rettangolare, tutta spiegazzata, vuota.
Maisie sgranò gli occhi.
«L’ho trovato nel mobile sotto il lavello, cercavo i rotoli, per sostituire quell’altro» fece una pausa «Ho spostato una cosa, e ho trovato questo».
Maisie strappò dalle sue mani la confezione vuota.
«Escludendo che non sia tua, e che non sia di Alexis…»
«Dici che è di Alice? Ma ha solo quattordici anni!»
Maisie continuò a fissare la confezione vuota del test di gravidanza.
«Oddio…» sussurrò, poi improvvisamente Jody e Mia sentirono la porta di casa aprirsi. Maisie nascose velocemente la confezione nell’ultimo cassetto del suo comodino.
«Non parlarne con tua madre! Parlane prima con Alice!» squittì Jody.
Si sedettero velocemente sul letto appena sentirono qualcuno salire le scale.
«Fa finta di niente! Chiunque sia!» le sussurrò Jody.
Maisie annuì e cercò di assumere una postura rilassata.
Quando la porta si aprì, Alice fece capolinea nella stanza, entrando, con l’aria un po’ sorpresa.
«Ciao Jody» salutò sorridendo.
«Ciao Alice!» Jody cercò di ricambiare il sorriso, ma quello che le uscì aveva una venatura di nervosismo.
Maisie iniziò a tamburellare freneticamente le dita sul letto. Non creavano nessun rumore, ma l’aiutava a pensare.
«Ehm…» Alice mormorò qualcosa «Tutto bene?» domandò. Aveva capito che c’era qualcosa che non andava.
«N-niente» borbottò Maisie.
La squadrò, le sembrava la stessa Alice di sempre.
«Sei ingrassata ultimamente?» domandò Jody.
Alice si girò di scatto con la bocca spalancata «Come scusa?»
Maisie si morse il labbro, forse non era stata la domanda giusta.
«Chiedevo…» mormorò Jody.
Alice assottigliò lo sguardo.
«Che c’è?» le domandò sua sorella.
Maisie la guardò senza rispondere. Cosa avrebbe mai potuto dirle?
«Ti vedi con qualcuno?» le domandò.
Alice inarcò il sopracciglio destro incrociando le braccia. In quel momento assomigliava terribilmente alla loro madre. I lunghi capelli neri e gli occhi verdi brillanti. Anche nel fisico erano uguali.
«Cosa ve lo fa pensare?» domandò Alice scuotendo il capo, cosa che creò un’onda di movimento nei suoi lucidi capelli stirati con cura.
«Che… ultimamente ti vedo particolarmente bella» esclamò Maisie, inventando al momento.
Alice era vanesia, terribilmente vanesia. La versione femminile di Narciso stesso.
Infatti, Maisie vide subito un sorriso nascere sulle labbra della sorella.
«Comunque no. I ragazzi che conosco sono tutti stupidi» mormorò «C’è un tipo che mi piace, ma è più grande, è dell’ultimo anno».
Alice andò a sedersi sulla sedia vicino alla sua scrivania.
«Sai» riprese Alice «Anche tu sei diversa ultimamente» gli occhi verdi di sua sorella guizzavano da tutte le parti «Sei più femminile, più curata. Spesso sei fuori casa. Ti vedi con qualcuno?» le domandò facendole verso.
Maisie avvampò e Jody iniziò ad ammirare con febbrile passione il copriletto.
«In che senso, diversa?» balbettò Maisie.
«Più curata, più femminile» Alice arricciò le labbra «È quel tipo dell’altra volta?»
Maisie scosse la testa.
«Non mi vedo con nessuno, giuro!» rispose, cercando di dare un tono sicuro alle sue parole.
«Già, non si vede con nessuno» Jody le diede man forte.
Quando erano più piccole, Maisie e Alice, erano solite condividere le loro cotte. Era divertente decantare lo stesso “amore” ma per soggetti diversi. Sarebbe stato bello farlo ancora.
«Sai secondo me chi è che esce con qualcuno?»
Un lieve sogghigno si aprì sul viso di Alice.
«Chi?» domandò tentennando Maisie. Aveva paura di sapere già la risposta.
«Alexis!» squittì sua sorella, con la tipica espressione di chi non vede l’ora di parlare di qualcosa. Pettegola!
Maisie sentì Jody trattenere una risata e la cosa la mandò in tilt.
«Ma dai…» Maisie cercò di evitare l’argomento, ma non resistette a lungo «Cosa te lo fa pensare?» domandò.
«Sospira!» esclamò Alice, come se la cosa fosse palese al mondo intero.
Maisie la guardò.
«E quindi?»
«Non l’hai vista prima! Era fuori la sua porta che guardava fissa la maniglia, e si è lasciata andare un lungo e profondo sospiro. Uno di quelli che dicono “Sto impazzendo!”. Credo che stia attraversando un brutto periodo…» Alice finì la frase annuendo energicamente con la testa.
«Ah» mormorò Maisie.
Alexis era in casa. Doveva essere tornata quando era tornata Alice. E se sospirava, di certo non sospirava per Maisie. Ma forse per Emma? Qualcosa la preoccupava?
Quando il campanello di casa suonò, Alice si fiondò giù per le scale, ad aprire la porta. Maisie, invece, rimase in camera, scambiando un’occhiata d’intesa con Jody. Non era riuscita a scoprire niente. Sua sorella le aveva detto che non frequentava nessuno. Ma allora come poteva trovarsi in casa quel test? L’idea di un rapporto occasionale le fece girare la testa. Alice era poco più di una bambina. E poi nonostante il carattere ironico e saccente, era una ragazza con la testa sulle spalle.
Decisero di scendere anche lei al piano di sotto. Rimanere in camera con la testa martellata dai dubbi e dalle delusioni, non era il massimo per una serata. Scesero le scale lentamente, recandosi in cucina, dalla quale provenivano i più svariati rumori, ma di Alexis neanche l’ombra.
«Ciao» salutò Paddy e sua madre.
«Ehi, buonasera» salutò Paddy «Aspetta Cate, faccio io!» esclamò correndo ad aiutare Catelyn «È pesante per te…»
Maisie lasciò la cucina e buttò un occhio al salone. Spesso aveva trovato Alexis con un libro o guardare la televisione. Alexis adorava i programmi televisivi più strani. Ma, ovviamente, quella volta non c’era. Si sedettero, sbuffando, sul divano e iniziò a girare i canali in modo ipnotico, finché la vibrazione del cellulare non la distrasse dalla sua occupazione.
«Secondo te?» sussurrò Maisie a Jody, alzando il volume della televisione più del dovuto.
Jody scosse il capo.
«Non saprei. A me è sembrata tranquilla e anche sincera. Sai come sono le ragazzine, se succede qualcosa non vedono l’ora di raccontartelo. Penso che se fosse successo qualcosa, non l’avremmo vista così calma…»
Maisie annuì appena. Non riusciva a trovare la sua, di calma. Era la giornata più strana della sua vita. Era certa che emozioni del genere non sarebbe riuscita a reggerle. Appena cercava di non pensare ad Alice, l’idea di Alexis che baciava Emma le piombava davanti agli occhi e le faceva venire da piangere. E se non voleva pensare ad Alexis, l’idea che sua sorella potesse essere incinta, le faceva girare la testa. Non sapeva neanche badare a sé stessa, figurarsi a un bambino!
«Jody, cara, ti fermi a cena con noi?» la voce di Catelyn le fece sobbalzare.
«Ehm… n-no, signora. Torno a casa, avrei dovuto avvisare prima!»
Catelyn annuì sorridendo e poi tornò in cucina.
Maisie agguantò Jody per una manica e la trascinò nuovamente sul divano.
«Mi lasci qui da sola a reggere il tutto?» soffiò in preda al panico.
«Ovvio! Non voglio acchiappare Alexis! Non reggerei!»
Maisie lasciò andare il braccio di Jody.
«Grazie tante… e io che dovrei dire?» sbuffò Maisie.
«No, tu non devi dire niente, devi chiedere, anzi esigere, delle spiegazioni!»
Jody si alzò sistemandosi i vari strati di lana pura nei quali si era fasciata.
«Per qualsiasi cosa, chiamami!»
Se ne andò, salutò Paddy e Catelyn e poi schioccò un bacio affettuoso a Maisie, che rimase a pensare sul divano. La tivù trasmetteva un qualche talent strano. Come avrebbe dovuto fare?
Poteva mai andare lì da Alexis e chiederle spiegazioni? Come avrebbe fatto? In casa c’era anche tutta la santa famiglia!
Sbuffò.
«Mamma… io non ho fame, vado a dormire…» disse affacciandosi alla porta della cucina.
«Vuoi che ti prepari qualcosa di caldo?» le domandò Catelyn, ma Maisie scosse il capo. L’unica cosa che voleva era dormire e non pensare a niente.
Salì mestamente le scale, cercando di fare il minimo rumore, per non dar segni della propria presenza. Per quanto ne sapeva, Alexis era ancora in camera sua.
Anche questo era strano. Da quando era tornata, non era venuta a cercarla. Di solito con una scusa o l’altra, riuscivano a passare un po’ di tempo insieme. Ma non oggi. Proprio oggi no.
Si svestì velocemente, era uno dei momenti peggiori della giornata. Quella manciata di secondi in cui doveva mettersi il pigiama, la sua pelle veniva percorsa da brividi di freddo, facendola fare d’oca. Le aveva sempre fatta ridere quest’espressione. Sua sorella diceva pelle di pollo. Ma lei preferiva “d’oca”.
 
*
 
«Allora? Che è successo?» Mia si affiancò con un grosso cornetto grondante cioccolato tra le mani.
Maisie all’inizio non capì a cosa si riferisse, presa com’era dal chiedersi come fosse possibile che quella ragazza mangiasse cose del genere e non ne risentisse minimamente.
«N-niente» mormorò Maisie.
«Come niente?» sbottò Jody.
«Non le ho ancora parlato!» sospirò Maisie «Devo pensarci bene»
«E cosa farai, in questo lasso di tempo che ti prendi per pensare?» continuò Jody mentre percorrevano il corridoio principale della scuola.
Maisie alzò le spalle.
«Non so»
«Penserà» rispose Mia sollevando una nuvoletta di zucchero a velo «L’ha appena detto!»
Maisie rise e Jody sbuffò.
«Intendevo come pensava di comportarsi con Alexis!»
«Aaah» Mia sorrise imbarazzata «La eviterà, è ovvio!»
«Non è vero!» esclamò Maisie sentendosi chiamata in causa.
«No, ha ragione. Già sappiamo come sei…»
Maisie sospirò rassegnata. Tanto avevano ragione. Lo aveva pensato anche lei. Sapeva che se fosse rimasta un solo secondo con Alexis sarebbe scoppiata a piangere. Meglio evitare.
Anzi, sentiva come se fosse Alexis a evitarla… o almeno, la sera precedente non si era vista.
La giornata a scuola fu lunghissima e noiosa. Maisie fissava in continuazione il cellulare, una volta per l’ora, una volta nella speranza che lo schermo s’illuminasse, dicendole che era Alexis, che le voleva parlare, spiegarle il tutto e farsi perdonare, ma non successe niente. Il tempo non passava e Alexis non chiamava.
Non sapeva cosa le facesse più male, il fatto di sapere cosa era accaduto o il fatto che Alexis lo nascondesse. Se non l’avesse mai saputo, non sarebbe mai stata male. Jody aveva giurato che Alexis aveva allontanato Emma con modi neanche tanto gentili. Forse Alexis pensava questo, occhio non vede, cuore non duole. Ma purtroppo lei sapeva, e voleva saperne ancora. Maisie avvertiva il bisogno di sentirlo raccontare dalla bocca di Alexis, voleva sentire le sue ragioni.
Alzò gli occhi al cielo, salutando distrattamente le sue amiche. Il tempo faceva schifo. Forse era meteoropatica, perché più il tempo faceva schifo, più lei si sentiva da schifo.
Rimase bloccata un paio di minuti fuori al cancello principale della scuola. Non aveva voglia di tornare a casa, ma Mia e Jody erano andate via già. Maisie si guardò intorno, non c’era una sola persona che conoscesse in giro. Neanche Connor. Con lui era stato davvero imbarazzante. Quando Mia e Jody gli avevano aperto gli occhi su “Alex” era rimasto imbambolato per un bel po’. Maisie sorrideva al solo pensiero. Ma alla fine era stato davvero carino, aveva detto che tutto ciò aveva alzato la sua fama tra i suoi amici.
Maisie alla fine decise per il bar, si sarebbe fermata un po’, si sarebbe schiarita le idee e poi sarebbe tornata a casa. Le avrebbe fatto bene stare un po’ da sola. Raggiunse il locale velocemente, era vicinissimo al suo liceo, e si sedette al suo tavolo preferito, quello vicino alla grande vetrata.
«È occupato questo posto?»
Maisie era così presa a fissare il via-vai della gente, che non si era neanche resa conto della presenza di Amber.
«Ehi» Maisie rimase un po’ sbalordita «Siediti pure» si affrettò a rispondere.
«Che ci fai qui da sola? Non ci sono le tue amiche?» domandò Amber sedendosi con grazia al tavolino.
Maisie scosse il capo.
«No, sono dovute andare via, ma io non avevo voglia di tornare, così… eccomi qui» rispose facendo spallucce.
Amber sorrise.
«Credo di capire come ti senti» disse «Come vedi, anche io sono da sola! Avevi una strana espressione prima, problemi di cuore?»
Maisie sgranò gli occhi. Era così palese? Tutti quanti riuscivano a vedere cosa provava, tranne Alexis?
«Una cosa del genere…» ammise Maisie.
«È la ragazza del ballo di Natale?» le domandò Amber. All’espressione meravigliata di Maisie si affrettò ad aggiungere «Un bacio del genere fatica a passare inosservato» sorrise «Sembri sorpresa!».
Maisie si sentì in tremendo imbarazzo, ma annuì.
«Sì, sai, credevo fosse passato più inosservato. Sai, lei non è molto, come dire, femminile. Tu sei una delle poche che subito ha capito che fosse una ragazza. Io per prima ho pensato che fosse un ragazzo!»
Amber rise, aveva una risata cristallina, una risata che le accendeva il volto.
«Ne so qualcosa! Posso capire perfettamente… Beh, comunque mi dispiace che ci siano dei problemi, spero niente di serio…»
Maisie la guardò per una manciata di secondi. C’era qualcosa in quella ragazza che le diceva di fidarsi, ma in testa, improvvisamente le rimbombavano i richiami delle sue amiche.
«No, niente di serio. Cioè, non lo so ancora!» Maisie scosse il capo. Era la verità. Non sapeva se fosse davvero seria la cosa. Per lei era seria eccome, ma non sapeva una parte della storia. Quella parte che sapevano solo Alexis ed Emma.
«C’è qualcun altro in mezzo?» le chiese Amber dando una smossa ai suoi capelli. Aveva dei capelli lucidissimi. Era davvero carina. Maisie si sentì un verme. Era la seconda ragazza di cui notava la bellezza, seconda solo ad Alexis. Anche se era una bellezza completamente diversa da quella di Alexis. Amber era molto femminile.
«Forse…» mormorò Maisie.
«Situazione di merda, eh? Succede lo stesso a me»
«Ah, mi dispiace…»
Maisie iniziò a zuccherare il suo caffè, che nel frattempo era arrivato.
«Anche a me, è una situazione stranissima. Un giorno prima, tutto fila liscio come l’olio, e il giorno dopo sei nel completo panico» Amber sorseggiò il suo caffe «Il problema più grande è quando non riesci a stabilire la colpa di chi è… Anche se penso che la cosa migliore da fare sia, almeno all’inizio, aspettare che l’altro faccia il primo passo. Giusto per dare una possibilità. Anche se credo che questa volta tocchi a me fare la prima mossa…» concluse con un sorriso imbarazzato.
Maisie la guardò e penso alle parole che aveva appena pronunciato. Forse Amber aveva ragione. Almeno sulla prima parte.
«Ora devo proprio andare…» Amber le sorrise e Maisie ricambiò «Dovremmo rifarlo, è stato piacevole parlare con te»
Maisie annuì sorridendo «Perché no!»
«Alla prossima allora…»
Amber si avvicinò a Maisie e le diede un veloce bacio sulla guancia. Ma Maisie sentì le sue labbra vicinissime all’angolo della sua bocca. La cosa la sconvolse, e non poco.
Accennò un segno di saluto quando Amber uscì dal bar.
Le parole di Mia e Jody le rimbombavano in testa. E anche il suo cuore si scatenava.
Maisie finì di bere il suo caffè, ormai freddo.
“…Credi che Alexis sarebbe così scema da non capirlo nel giro di un millesimo di secondo?
 
*
 
«Ciao!»
Maisie si lasciò cadere sul divano alla sinistra di Alice.
«Ehi»
Alexis, che si trovava alla destra di Alice, la salutò. Maisie provò come una fitta.
«Che guardate?» domandò Maisie prendendo una manciata di popcorn.
Alice alzò le spalle.
«Robaccia varia, che palle…» sbuffò Alice.
«Stasera che fate?» domandò di getto Maisie. Voleva capire, in un colpo solo, cosa avrebbero combinato tutte e due.
Alexis fece spallucce.
«Boh, so solo che devo passare allo studio a posare delle cose…» sbuffò stropicciandosi gli occhi.
Maisie cercò il suo sguardo, ma Alexis le sembrava estremamente vaga.
«Maisie!»
La voce di sua madre per poco non la fece strozzare con i popcorn.
«Che c’è?» disse alzandosi e voltandosi verso sua madre.
«Si può sapere che fine hai fatto oggi? È venuta tua nonna e voleva vederti. Ti ho chiamato per tutto il tempo, non sei neanche tornata a casa dopo scuola!»
Maisie sbiancò.
«Scusami, mi ero dimenticata di oggi. Sono andata a prendere un caffè con un’amica…».
Maisie fece attenzione a evitare lo sguardo di Alexis, voleva sprofondare, parlare della giornata con lei presente era come avere puntata al capo la canna di una pistola.
«Va bene, ma la prossima volta abbi almeno la decenza di avvisare».
Maisie annuì e poi ritornò a sprofondare sul divano. Sentiva lo sguardò di Alexis addosso. Percepiva come una strana aurea. Brutta.
«Eri con Mia o con Jody?» le domandò Alexis appena Alice si fu allontanata.
Maisie cercò di prendere tempo masticando infinitamente i suoi popcorn.
Avrebbe dovuto dirle la verità, o mentire? Non sapeva il perché, ma aveva paura.
«In realtà ero con Connor»
Alexis la guardò, e Maisie si pentì subito della risposta data. Alexis era gelosa di Connor, almeno questo l’aveva capito.
«Hai appena detto che eri con un’amica» mormorò Alexis. Sembrava irata e Maisie si dispiaceva di tutto questo.
«Non volevo che mia madre iniziasse a sparlare di ragazzi di nuovo!» sbottò Maisie, cercando di mantenere basso il tono di voce.
«Fa come vuoi, io vado a prepararmi» sentenziò Alexis dopo un momento di silenzio.
Alexis si alzò di scatto, negandole la possibilità di chiarire il tutto.
Maisie la seguì su per le scale.
«Ehi, Alex, possiamo parlare?»
Alexis in tutta risposta entrò in camera sua, lasciando aperta la porta. Maisie l’interpretò come un invito.
«Sei strana oggi….» mormorò Maisie, appoggiandosi con le spalle alla porta che aveva appena chiuso.
«Mmmmh» mugugnò Alexis togliendosi la felpa e la maglia contemporaneamente, rimanendo in reggiseno.
Maisie arrossì all’istante, mentre Alexis sembrava perfettamente a suo agio. Iniziò a cercare tra l’armadio e i cassettoni del mobile, qualcosa da indossare. A ogni movimenti i suoi tatuaggi seguivano le forme del suo corpo.
«Che devi posare allo studio?»
«Luci e fatti vari. Vuoi venire? Di solito c’è sempre qualcuno»
Alexis indossò, finalmente per l’auto controllo di Maisie, una shirt rossa e una felpa grigia e si legò i capelli. Le stavano crescendo, non erano più cortissimi come prima.
«O-ok, sicura che vada bene?» domandò Maisie.
Alexis la squadrò.
«Sicura che vuoi venire?» le domandò a sua volta. Aveva un tono diverso dal solito.
«S-sì. Se a te non dispiace…» mormorò Maisie. Il tono di Alexis l’aveva ferita. Si stava stancando forse di lei? Era ancora colpa di Emma?
Alexis si avvicinò e le scostò una ciocca di capelli dal viso.
«Scusami, ho avuto una giornataccia…»
Maisie le sorrise, il profumo di Alexis l’inebriò.
«Però pure tu, che domande del cazzo…»
Maisie scoppiò a ridere.
«Ma scusa, sembravi incazzata fino ad un millesimo di secondo fa, e non capivo perché!»
«Ma io sono incazzata» esclamò Alexis scostandosi, come se di fosse appena ricordata di qualcosa.
«P-perché?» balbettò Maisie.
«Perché la mia ragazza va in giro a prendersi caffè con il suo ex… o almeno credo…».
A Maisie si bloccò il respiro. Dovette riformulare più volte, nella sua testa, le parole che aveva appena udito.
“…la mia ragazza… la mia ragazza… la mia ragazza…”
«Hai detto “la mia ragazza”?» ripeté Maisie con il fiato sospeso.
Alexis la guardò.
«Si, ho detto “la mia ragazza”. Perché? Non va bene?» Alexis aggrottò la fronte.
«No, è ok. È ok, va benissimo. È che non l’avevi mai detto prima».
Alexis alzò le spalle.
«Non sapevo ci fosse bisogno di mettere le cose in chiaro. Almeno che tu non ti veda anche con qualcun’altro».
Maisie sgranò gli occhi. Glielo stava domandando seriamente?
«N-no» mormorò «Non mi vedo con nessuna. Tu?»
Maisie si accorse solo dopo averla fatta, che la domanda suonava davvero strana.
«Io?» domandò Alexis. Era sorpresa.
Maisie annuì. Ripensò alle parole di Amber, stava offrendo ad Alexis la possibilità di confessare tutto.
«No, non mi vedo con nessuna, oltre te».
Occasione andata in fumo.
«Ci sarà anche Emma stasera?»
Alexis esitò un attimo, Maisie lo notò.
«Non ne ho idea. Perché?»
Maisie alzò le spalle.
«Così» mormorò.
Alexis si avvicinò a Maisie.
«Che c’è?» le domandò.
«Niente…»
«Vuoi cambiarti prima di andare?» le domandò Alexis.
«O-ok… sì, penso di sì».
In realtà Maisie non sentiva nessun bisogno di cambiarsi, ma doveva tornare un attimo a respirare.
Aveva bisogno di calmarsi

 
Hello!
Buonasera! 
Eccoci qui, sono riuscita a essere puntuale!E soprattutto, ho una voglia matta di aggiornare! Il prossimo capitolo lo adoro, e presenterà anche un importante novità! Un po' di suspense non guasta mai!
Comunque, vorrei ringrarvi, come sempre, tutt*. Siete l'amore! Mi rende troppo felice che la storia vi piaccia! Lo so, sono ripetitiva, ma vi adoro!
In realtà, questo è un capitolo e mezzo, ma li ho uniti, per rendere più scorrevole la cosa. So che possono sembrare strani, gli vvenimenti di questo capitolo, ma ho ponderato molto bene le mie scelte, scrivendo e riscrivendo determinate cose. Sono tutte proiettate al futuro! 
Adesso vi saluto, e spero che il capitolo sia di vostro gradiemnto! 
Con affetto,
StClaire.

«C’entra! Tra te e Connor c’è stato qualcosa… Lo so benissimo. Io ero l’idiota che ti ha retto il gioco, per fare cosa? Conquistarlo? Mi sembra il lavoro abbia funzionato. Siete usciti insieme e vi siete baciati… Me lo hai detto tu!» Alexis alzò la voce, fermando ogni tentativo di Maisie di interromperla «Eppure tu te ne vai in giro con lui. Che dovrei pensare?»
«È vero, tra me e Connor c’è stato solo uno stupidissimo, insignificante bacio! Ma non eri tu quella che mi diceva che io non dovevo pensare alle tue esperienze passate? Perché tu non puoi farlo con me?».
«Perché io non me ne vado in giro con le mie esperienze passate!»
Maisie accusò il colpo. Le stava mentendo, spudoratamente.

  
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