"Penso che dovremmo andare a casa di Kobayashi" sussurrai a
Yoshikawa, convinta che in quella abitazione si nascondesse la soluzione di
questo intricato mistero. Pensammo alla sciocca ipotesi che i detective
avessero chiuso le indagini a causa dell'inquietante scoperta sul sangue A0. che continuare le indagini sarebbe stato rischioso. Così ci
dirigemmo sino all'abitazione di Yoshikawa e, come previsto, la trovammo
disabitata.
L'unico particolare era il famoso nastro giallo della scientifica a cingere
la casa.
Salimmo le scale velocemente e forzammo la porta.
L'appartamento non pareva certo quello di un tipico uomo solo: era
pulitissimo ed impeccabile, con le uniche eccezioni del sangue sulla parete e
sulla porta.
"Che cosa cerchiamo in verità?" mi chiese Yoshikawa ingenuo
"Ancora non lo so...ma voglio scoprire in base a
che cosa Joy Barker sceglie le sue vittime"
"Mmmh...perché non proviamo andare in camera
di Kobayashi?"
"Ottima idea...probabilmente là troveremo
qualcosa...qualche scheletro nell'armadio...chissà..."
Dopo una rapida occhiata alle altre stanze dell'appartamento, entrammo nella
camera da letto e notammo che era completamente diversa dagli altri luoghi
casalinghi: vi regnava un disordine immenso. Le coperte erano disfatte, gli
armadi erano con le ante aperte, le tende strappate.
Mi fiondai sul letto macchiato di sangue e cercai lì. Pensai che forse era un segno che il corpo di Kobayashi fosse stato
trascinato sino al suo letto, nonostante fosse morto all'ingresso. Cominciai a
cercare tra le coperte, tra le lenzuola, nelle fodere dei cuscini, sotto lo
sguardo impietrito di Yoshikawa. Ad un certo punto sotto il mio ginocchio
sentii qualcosa di strano. Qualcosa di duro che picchiava contro la rete
ortopedica. Alzai il materasso e notai la presenza di strane videocassette.
Erano videocassette prive di custodia.
"Cosa sono?" mi chiese Yoshikawa
Non gli risposi e rimasi a fissare quegli strani nastri, che recavano delle
strane etichette sulla loro superficie.
"Snuff # 1: Noriko"
"Snuff # 2: Matsuko"
"Snuff # 3: Erika"
"Snuff # 4: Mariko"
"Snuff # 5: Kaori"
"Snuff # 6: Keiko"
"Snuff # 7: Joy"
"Che diavolo sono?" gridò Yoshikawa
Lo guardai negli occhi, zuppi di lacrime. Sapevo benissimo cos'erano gli
snuff movies: film in cui le persone riprese morivano davvero, dopo essere
sottoposte a torture spaventose.
"Probabilmente Kobayashi usciva con più ragazze per filmarle mentre le
torturava...probabilmente era necrofilo"
Presi la videocassetta su cui campeggiava il nome di Joy e la misi nel
videoregistratore.
Play.
La location sembra essere un binario ferroviario,
contornato da alcuni alberi.
"Cosa stai filmando?" chiese una voce all'interno del video.
A questo punto la telecamera si abbassa, fino ad essere appoggiata a terra.
La ragazza con cui Kobayashi inizò a parlare doveva trattarsi di Joy Barker. La
telecamera inquadrava i loro piedi
"Ciao Joy, come mai sei qui?"
"Kobayashi, ascolta...ti devo parlare"
"Riguardo a cosa?"
"Sono ancora innamorata di te...volevo
chiederti se potevamo rimetterci insieme"
"Anche io sono ancora innamorato di te"
i piedi di Kobayashi si avvicinarono a quelli di Joy.
Forse si stavano per baciare, ma qualcosa subito accadde: dei gemiti. Gemiti
squarciarono il silenzio. I piedi di Joy incominciavano a muoversi in modo
inquietante, come se volessero difendersi dalla furia omicida di Kobayashi, che
l'aveva poi addormentata con il cloroformio. Una volta svenuta, la ragazza
venne trasportata sino al binario. Le appoggio la testa esattamente in modo che
il collo coincidesse con il binario in modo che una volta fosse passato il
treno le avesse amputato la testa senza creare danni al corpo.
Il treno non tardò ad arrivare e davanti alla telecamera si vide lo schianto.
Sangue schizzò contro l'obbiettivo.
Mi coprii gli occhi tantè ero spaventata. "Che mostro!" eclamai
tra le lacrime, che scendevano senza sosta. Yoshikawa diede un'
occhiata anche agli altri video: anche negli altri nastri delle ragazze
venivano uccise di fronte all'obbiettivo in modus operandi davvero sconcertati.
Amputazioni e tagli erano ripresi con tremenda precisione, con zoom sulle parti
più nauseanti e riprese sui volti lacerati delle ragazze sofferenti.
"Ferma! Ti prego ferma!" urlai, mentre le lacrime e la despirazione mi rapirono.