Note dell’autore: FINALMENTE, eccovi il tanto atteso capitolo finale di
tutta la mia quarta stagione. Purtroppo ho avuto non poche difficoltà, problemi
a non finire che non mi hanno permesso di postarlo prima, ma avete aspettato
troppo, quindi buona lettura.
Beta:
Paolettazza e Feyilin
Capitolo 4
Epilogo
Si risvegliò un po’ intontita. Si stropicciò gli occhi;
era su una superficie morbida, il Tardis ronzava felicemente nella sua mente,
ma lo sentiva un po’ lontano, sicuramente non lì vicino.
La domanda sorse spontanea, dove si trovava?
Aprì gli occhi e si guardò attorno. Riconobbe subito il
posto, era al Torchwood di Jack.
I suoi parametri vitali erano monitorati, sembravano
buoni visto che era morta. Si mise seduta con le gambe che penzolavano giù dal
letto.
“Dovresti riposare” disse la voce di Jack alle sue spalle;
si voltò sorridendo.
“Sto bene, Jack” rispose lei avvicinandosi.
“Beh, per essere una che era morta, stai decisamente
bene” scherzò lui.
Rose si morse il labbro inferiore e si lanciò su Jack
stringendosi a lui.
“Mi sei mancata tanto” le disse con dolcezza
stringendola.
“Anche tu” disse cacciando via il ricordo di lui che
veniva portato via dai Sontaran nell’altra linea temporale. Si sciolse dal suo
abbraccio.
“Allora credo che meriti una qualche spiegazione, non
pensi?” chiese lui con calma .
“Hai ragione, ma prima ho bisogno di mangiare” gli
rispose.
“Ianto” urlò Jack, il ragazzo spuntò dall’ufficio più
alto.
“La nostra ospite vuole mangiare, che ne dici di ordinare
qualcosa?” disse lui sorridendo.
“Agli ordini capo” rispose sorridendo il ragazzo.
“Vieni, andiamo nel mio ufficio” disse porgendole la mano.
Rose la accettò con entusiasmo.
Il Tardis si fermò, ma lui rimase davanti alla console. Guardò
nel display, aveva deciso di atterrare direttamente all’interno del Torchwood e
nessuno sembrava in vista.
Aveva appena dovuto salutare Donna per sempre e adesso
doveva affrontare Rose. Non ne aveva il coraggio, non sapeva cosa lo aspettasse
e ne era terrorizzato. Non voleva rinunciare a lei, stava rinunciando a troppe
cose, perdere lei sarebbe stata la cosa peggiore.
Sentì il Tardis spingerlo a uscire, a confrontarsi con
lei, quindi sospirò e accarezzò la console per poi decidere di uscire.
Fece qualche passo fuori ma non vide nessuno, poi in alto,
in un ufficio con pareti trasparenti, vide Rose scherzare e mangiucchiare
qualcosa con due dei compagni di Jack.
“Non puoi scappare, lo sai vero?” la voce di Jack gli
arrivò alle spalle. Si voltò trovandolo a braccia conserte, una cartella di
documenti in mano, e appoggiato al suo Tardis.
“Non credo che me lo permetterebbe” disse indicando la
sua navicella.
Jack si staccò dalla cabina e si avvicinò a lui
consegnandogli la cartella di documenti che teneva in mano.
“Questo è tutto quello che sono riuscito a raccogliere
prima che si svegliasse” disse. Il Dottore si mise gli occhiali e aprì il
documento.
“Sembra tutto nella norma” continuò Jack.
Il Dottore lesse velocemente i documenti, aveva ragione
il suo amico, tutto sembrava nella norma, ma il suo senso di Signore del Tempo
gli diceva ben altro.
“Notato nulla di strano? Di diverso in lei?” chiese
ancora, senza alzare gli occhi dalla cartella.
“Perché non me lo chiedi direttamente?” chiese la voce di
Rose alle sue spalle.
Si voltò a guardarla, cercando di cogliere ogni suo
cambiamento, un qualcosa che giustificasse il suo senso di pericolo, ma lei
sembrava sempre la sua dolce e meravigliosa Rose.
“Credo sia meglio lascarvi soli” disse Jack battendo una
mano sulla spalla del Dottore e allontanandosi. Vide la biondina condividere un
piccolo sorriso con il Capitano.
“Allora, come ti senti?” chiese il Dottore posando la
cartella su una scrivania lì accanto.
“Bene. Affamata a dire il vero, anche se ho già mangiato”
rispose avvicinandosi.
“Vuoi dirmi cosa è successo?” chiese ancor il Dottore
mettendo le mani in tasca.
“Sì, ma non è questa la domanda che volevi farmi” rispose
lei.
“Davvero?” chiese ancora.
“Sono io, Dottore, guardami, sono sempre Rose” gli disse
con calma cercando il suo sguardo.
“No” disse sottovoce con la voce rotta.
“Rose è morta tra le mie braccia” continuò lui.
Lei si avvicinò ancora, gli presa la mano dalla tasca e
l’avvicinò al viso.
“Dottore, mi dispiace, mi dispiace così tanto” disse lei
con le lacrime agli occhi.
“Non avrei voluto farti vivere una cosa del genere, ma era
necessario” continuò.
“Perché?” chiese con calma.
“Perché questo ero destinata a essere e lo sai dai tempi
della Game Station” continuò lei.
“Quindi, cosa sei?” chiese ancora.
“Sono sempre io, la tua Rose, ma con un pizzico di
Tardis” rispose sorridendogli.
“Tardis?” la guardò confuso.
“Ricordi la Game Station? Tutto è iniziato lì. Il vortice
ha aperto la mia mente, il Maestro senza volerlo ha accelerato il processo e adesso
io e il Tardis siamo un'unica cosa” spiegò.
“Un ibrido Tardis-umano, non è
mai esistita una cosa del genere” disse sconvolto.
“Beh sono la prima” disse lei sorridendo e facendo
spuntare la punta della lingua tra i denti.
“Ma è impossibile” disse corrugando la fronte e
allontanandosi un po’ da lei per osservarla.
“No, solo un po’ improbabile” rispose divertita. Si
avvicinò nuovamente a lui.
“Sono sempre Rose, solo che adesso ho una prospettiva di
vita simile alla tua” disse ancora.
Il Dottore deglutì, spaventato solo alla possibilità di
quest’ opportunità con lei.
“E se tu mi vuoi, potremmo continuare a correre insieme
fra le stelle” disse speranzosa.
Lui e Rose insieme, senza alcun limite di tempo, era un
concetto così estraneo per lui, così lontano che aveva paura anche solo a
pensarci.
“Dottore, ti prego dì qualcosa” disse deglutendo.
Il sorriso sul suo viso era scomparso, sembrava dubbiosa
e spaventata.
“Non mi aspettavo nulla di tutto questo” disse lui con le
lacrime agli occhi.
“Ti prego Dottore, guardami negli occhi” disse lei
avvicinandosi a lui.
“Ti ho visto morire” disse ancora.
“Sono qui adesso e ci resterò per lungo tempo” disse
prendendogli il viso tra le mani e costringendo i loro occhi a incontrarsi una
buona volta.
“Ti amo e non ho alcuna intenzione di lasciarti andare”
continuò sottovoce per poi baciarlo con dolcezza.
Quando le loro labbra si sfiorarono, si rese conto che
sì, era ancora la sua Rose e potevano ancora stare insieme. La strinse a sé più
che poteva e si lasciò trasportare da quel bacio, con la consapevolezza che
adesso poteva condividere di più con lei: Il Dottore e Rose Tyler nel Tardis a
correre tra le stelle.
Fine
Note Finali e Ringraziamenti: Vorrei ringraziare tutti voi che avete letto e seguito
questa mia storia. Sembra ieri che l’ho iniziata, ma sono già passati cinque
anni e tra alti e bassi sono riuscita ad arrivare proprio dove volevo arrivare.
La scena finale è stata scritta proprio cinque anni fa ed è stato bello vedere
quanto seguito ha avuto. Senza di voi non sarei giunta qui.
Voglio ringraziare anche le mie Beta che mi hanno supportato e hanno reso
leggibile le mie storie.
Non so quando e se tornerò a scrivere per il Dottore e Rose, li amo tanto
nonostante mi sia allontanata dal fandom, ma spero che la mia Dea ispiratrice
mi aiuti a tornare a scrivere su di loro.
Fino allora un GRAZIE infinito a tutti e Allons-y.