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Autore: _apefrizzola_    19/11/2015    4 recensioni

«Sei più pettegolo della buon’anima di Bertha Jorkins, Ramoso»
«Ma come ti permetti, canide perfettamente riuscito?»
«Bertha Jorkins è morta!?»
«No, Peter... era per dire... visto che non è più a scuola...»
«Cosa te ne frega cosa si dicono Bones e McKinnon, James?»
«Se solo ci fossi stato, quel giorno davanti alla porta chiusa dell'ufficio di Silente, adesso staresti origliando dietro quello scaffale come il segugio quale sei»

«Barty, parlo sempre di te a Bella»
«Ma non l'hai ancora convinta! Così come non ho convinto del tutto voi, soprattutto da quando mio padre ha dato agli Auror il permesso di uccidere! Lo vedo nelle vostre facce, non sono stupido. E sappiate che lui non si fermerà, è sempre più pazzo. Svegliati, Regulus, sono quello messo peggio tra voi!»


«Stavo salendo le scale, lui è sprofondato da solo in quel gradino» esordì Liv per mettere subito in chiaro le cose come ogni volta che si ritrovava lì, a spiegare il motivo per cui aveva usato la bacchetta.
"Il Prefetto Malfoy ha detto che ho un cognome da Sanguesporco";
"Mulciber ha attaccato Mary";
"Rosier ha chiamato Dirk Cresswell mancato Magonò";
"Piton ha insultato Lily, l'ha chiamata schifosa Sanguesporco."
Genere: Commedia, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio, Regulus Black, Severus Piton | Coppie: James/Lily
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I Malandrini'
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Capitolo 2
 

VECCHIE ABITUDINI




 


La Sala Grande era luminosa il mattino dopo, il cielo sul soffitto aveva lo stesso piacevole azzurro che si poteva intravedere dalle alte finestre ai lati dei quattro lunghi tavoli occupati dagli studenti intenti a chiacchierare e fare la prima abbondante colazione dell'anno.
«Buon primo giorno di lezioni, miei prodi!» salutò pomposo Nick-quasi-senza-testa svolazzando fiero sul tavolo dei Grifondoro; un bambino del primo anno quasi si strozzò con il suo succo di zucca quando sentì il fantasma attraversargli il corpo.
«Prima o poi a qualcuno verrà una congestione se Nick continua a fare così» commentò Mary osservando il ragazzino che batteva i denti dal freddo.
«I gufi sono già passati» disse Lily raccogliendo una piuma grigio cenere vicino alla zuccheriera. «Peccato, avrei voluto leggere il Profeta prima delle lezioni».
Liv sapeva benissimo che a Lily interessavano le notizie su quelli che ormai tutti conoscevano come "I Mangiamorte" e le loro scorribande a Diagon Alley e tra i Babbani in ogni angolo della Gran Bretagna.
Ormai quelle notizie di rapimenti e morti si susseguivano una dopo l'altra, giorno dopo giorno, sulla Gazzetta del Profeta.
Il caos era sempre meno controllabie e il Ministero della Magia faticava a star dietro a tutto. Eugenia Jenkins, ritenuta incapace di far fronte alla situazione, due anni prima era stata dimessa dalla carica di Ministro della Magia per fare posto al più reazionario Minchum. Lily aveva letto la Gazzetta per tutta l'estate, un susseguirsi di articoli con il Ministro che prometteva sempre più Dissennatori a guardia di Azkaban, ma le notizie delle morti continuavano, dal 1975. L’intera popolazione magica doveva stare in guardia e i libretti per l’autodifesa ormai venivano pubblicati e spediti alle famiglie di maghi in grandi quantità.
Mentre spalmava la marmellata sul suo pezzo di pane tostato, nella mente di Lily comparve l’ultima foto di una famiglia di babbani uccisi, e di nuovo la brutta sensazione bruciò nel suo stomaco mentre in Sala Grande echeggiavano i soliti schiamazzi che segnavano l'arrivo di James, Sirius, Remus e Peter. Appena i Malandrini misero piede nella sala, infatti, furono richiamati da parecchi compagni di Casa.
«James! Mi devo iscrivere ai provini della squadra!» urlò un ragazzo biondo sollevandosi dalla panca per battere il cinque ad un James spavaldo.
«Vedremo che saprai fare, Michael!»
«Si stava così bene prima dell’arrivo di ‘Loro Maestà’» mormorò ironicamente Lily guardando di sottecchi le ragazze ridacchianti e leggermente rosse che seguivano con sguardo lucido la sciolta camminata di Sirius.
«'Giorno, signore» esclamò proprio Sirius passando dietro la panca dove Lily, Mary e Liv continuarono a mangiare come se niente fosse.
Non succedeva spesso di mangiare vicino ai loro coetanei di Casa, più precisamente era un anno che Lily e James non lo facevano capitare con magistrale bravura, ma nessuno dei due poteva farci niente se i posti liberi lontani della distanza di almeno due metri tra loro finivano.
«Buongiorno, ragazze» fece gentile Remus, ricevendo una risposta da tutte e tre.
«Ah, è così?» chiese James prendendo posto accanto a Peter, davanti a Mary.
«Potter, vedi di stare zitto» lo fermò subito Liv finendo di spalmare la marmellata. «Vogliamo mangiare in santa pace ed andarcene, ce la fai a non parlare per almeno cinque minuti?»
«Buongiorno anche a te, dolce Olivia» la salutò sarcasticamente Sirius seduto al suo fianco allungando un braccio per cercare di afferrare il vassoio delle uova. Subito, però, una radiosa e davvero dolce ragazza del quinto anno gli andò in soccorso, avvicinandoglielo con delicatezza. Tutte erano sempre così dolci e gentili con lui, Sirius faticava perfino a riconoscerle dato che si comportavano tutte allo stesso modo.
«Grazie, hai passato belle vacanze? Vedo che sei abbronzata» fece Sirius, ammiccando nella sua direzione, non ricordando nemmeno il nome. Si stava già annoiando.
«Io parlo quanto mi pare, McAdams, hai capito?» ribatté James puntandole contro la forchetta piena di pancetta. Liv mollò la marmellata per bere un sorso di succo dal suo calice come se niente fosse, gli occhi scuri ridotti a fessura mentre Sirius continuava a parlare distrattamente con la ragazza riempiendosi il piatto di cibo preso dai vassoi levitanti, allungando ripetutamente il braccio davanti alla sua faccia.
«Oh, lo so, il sud della Francia è magnifico. E con chi ci sei andata ?»
«Non sarai di certo tu a farmi stare zitto, McAdams» continuò James facendo assottigliare gli occhi verdi davanti a lui. Lily Sapeva benissimo che se Potter avesse continuato, Liv sarebbe esplosa.
«Piantala, Potter, siamo a colazione e vogliamo stare tutti tranquilli» fece, sottolineando l’ultima parola.
«Chi ha cominciato, Evans? La tua simpatica migliore amica» ribattè James. «Ti conviene non stuzzicarmi, McAdams, dato che vuoi entrare in squadra» aggiunse prima di addentare metà uovo sodo. A quelle parole, Lily e Mary si voltarono di scatto verso l'amica con il volto impassibile tanto da essere inquietante, cosa che fece notevolmente preoccupare Peter.
«Come, scusa?» fece Lily.
«Liv? Sul serio?» chiese Mary, sconvolta.
«Scusate, che male ci sarebbe se entrasse in squadra?» si permise di chiedere Remus, cauto.

«L’abbronzatura mette in risalto i tuoi incredibili occhi, sai?»
«Tanto non la farò entrare. Madama Bumb dovrebbe stare a fischiare falli ogni due minuti! Te l’ho detto anche l’anno scorso, McAdams»
«Oh, senti chi parla. Tu non sei violento, Potter?»
«Ti chiami Rose? Scusa... posso chiamarti... Rosie?».
Il fruscio della tunica di Liv anticipò il lampo di luce che investì James in pieno viso, e la voce severa della professoressa McGranitt echeggiò per l’intera Sala Grande.
«MCADAMS!». L’austera donna si stava dirigendo verso di loro con sotto la larga falda del cappello a punta un cipiglio che tutti, lì, conoscevano bene. «Non è possibile» mormorò furiosa marciando spedita con un grosso fascio di fogli stretto al petto, fino ad arrivare alle spalle di James che si sfiorava con incredulità il viso ricoperto di pustole.
«Quest’estate non sono stata così ingenua da pensare che quest’anno sarebbe stato diverso... ma per un attimo ci avevo sperato!» sbottò la professoressa scrutando Liv da sopra gli occhiali squadrati. Liv strinse le labbra nervosamente, riponendo la bacchetta nella tasca interna della tunica e preparandosi alla pioggia di sguardi che i suoi compagni di Casa le avrebbero buttato addosso.
«Maggiorenni per cosa!?» continuò la McGranitt. «Non mi soffermo nemmeno più con la ramanzina, McAdams. Sai benissimo cosa ti direi, con tutte le volte che l’ho fatto».
Soto di lei, James fissava con così tanta ira Liv che sembrava volesse farla esplodere. Di sicuro, se non fosse stata della sua stessa Casa le avrebbe tolto almeno venti punti all’istante.
«Cinque punti in meno a Grifondoro!» esclamò la McGranitt senza nascondere un velo di sofferenza nel dirlo. «E credo non ci sia bisogno di fare la ramanzina anche a voi quattro» fece la donna, spostando il suo sguardo duro su Sirius, James, Peter e Remus che quasi si strozzò con il sorso di latte che stava bevendo.
«Noi non abbiamo fatto niente, professoressa» si difese Sirius con finta innocenza. Bastò lo sguardo fulminante della McGranitt per farlo stare zitto.

«Non ho alcun dubbio sul fatto che farete qualcosa anche voi, Black» commentò secca, gli occhi a dardeggiare su tutti loro nonostante le lenti squadrate. «Questi sono i nuovi orari delle lezioni. Ricordatevi dei M.A.G.O» riprese consegnando i fogli che aveva sotto braccio; l' ultima frase, detta da lei, suonò alle orecchie di tutti come una spaventosa minaccia.
«Potter, appena avrò la lista completa degli iscritti per le selezioni della squadra te la farò avere» informò a James che annuì, ancora con lo sguardo fisso su Liv. «E passa in infermeria prima delle lezioni» concluse, spostandosi per consegnare gli orari anche agli altri studenti.


 


 

*

 

 

 


«Provini di Quidditch?» chiese Lily camminando al fianco di Liv dallo sguardo concentrato incollato sul foglio degli orari.
«Non ti è ancora passata, Liv?» mormorò Mary alla sua destra.
«Guardate, dopo queste due ore di Difesa abbiamo l’intervallo e un’ora buca» sviò l’argomento lei. Avrebbe preferito parlare di Aritmanzia per ore piuttosto che rispolverare quella vecchia storia ridicola.
«No, Mary, non le è passata a quanto pare» sentenziò Lily assottigliando lo sguardo.
«Smettetela con questa storia» la fermò bruscamente Liv scoccandole un’occhiata pungente. «Il Quidditch mi piace, Sirius Black continua a ripetere che l’unica cosa che potrei fare in campo è il bolide e quindi sì, io anche quest’anno farò quei dannati provini di Quidditch perché è il mio sogno da quando ho undici anni e perché zittire quel coglione con un potente schiaffo morale entrando in squadra è diventato il mio primo desiderio quando spengo le candeline sulla torta. Intese?».
Entrambe sollevarono le mani, trattenendo una risata, perfettamente consce del fatto che fosse impossibile farle cambiare idea.
«Ma sai come la penso» fece tranquilla Lily, aumentando il passo dopo aver lanciato un’occhiata al suo orologio al polso.
«Non preoccuparti, quest’anno ho scelto il ruolo che fa per me e che non nuocerà a nessun arto altrui» la rassicurò Liv sistemandosi la tracolla in spalla e superandola a passo deciso.



 

 

 

 

*


 

 



Il nuovo insegnante di Difesa contro le Arti Oscure, un alto trentenne dai capelli castani, si presentò con il nome di Caradoc Dearborn.
Con dei verdi attenti occhi vivaci aveva scurtato tutti liberando un sorriso accomodante sul viso regolare, lasciando trasparire una certa sicurezza e al contempo simpatia.
Aveva subito messo in chiaro che in quell'aula avrebbero usato la bacchetta più che i libri e trattato argomenti inerenti a ciò che accadeva fuori dal Castello, andando oltre le notizie della Gazzetta del Profeta. Sembrò a tutti un tipo alla mano, ma qualcuno con cui forse era meglio non scherzare.
Di certo, era davvero in gamba come aveva ipotizzato la sera prima Remus e sembrava non notare le facce ansiose e gli sguardi di compassione che gli studenti dietro ai banchi gli rivolgevano in continuazione.
«Poverino, chissà quale sarà la sua brutta fine» aveva sussurrato Sam Stebbins di Tassorosso seduto davanti al banco di James e Sirius che facevano di tutto tranne che ascoltare il “pover’uomo”.
«La pagherà. E con questo non intendo che non la farò entrare in squadra» bisbigliò James con la faccia ricoperta di crema anti pustole spalmata da una Madama Chips per niente sorpresa di trovarlo in infermeria la mattina del primo giorno di scuola.
«Le mettiamo un po’ di Pus di Bubotubero nella sciarpa?» sghignazzò Peter intento a torturare con la bacchetta i due Dissennatori che svolazzavano nell’immagine della pagina del libro aperto.
«Pus di Bubotubero? Cosa vuoi che sia, Codaliscia? Mi deludi, così» ribatté James stranito.
«Ricordati che è la migliore amica di Lily, Ramoso» lo mise in guardia Remus senza staccare gli occhi dalla sua pergamena già piena per metà da appunti e disegni molto simili a quelli che c’erano sulla lavagna.
«E quindi? Non per questo la deve passare liscia... ma hai visto bene la mia faccia!?» mormorò furioso James indicandosi il viso.
Remus trattenne una risata intingendo la sua piuma nel calamaio.
«Io un’idea ce l’avrei» sussurrò Sirius con sguardo furbo chinandosi sul banco per poter abbassare ulteriormente la voce.
«Quale?» chiese subito Peter lasciando perdere i Dissennatori.
«Che succede là dietro?» li richiamò con tono curioso e un velo severo l’insegnante, rigirandosi il gessetto tra le lunghe dita.
«Niente professore, ci scusi» rispose prontamente Remus diventando leggermente rosso al fianco di James. Lo sbuffo di Piton, seduto poco distante da Peter, arrivò benissimo alle orecchie di Sirius anche se la voce sicura dell’insegnante aveva ricominciato a riempire l’aula.
«Cosa c’è Mocciosus?» mormorò Sirius sporgendosi leggermente verso di lui. «Ti dà fastidio se interrompiamo la sacra lezione? Dovresti ringraziarci, almeno sollevi per un attimo il naso da quelle pagine su cui scarabocchi in continuazione... potresti diventare un tutt’uno con il banco, sai?».
La piuma di Severus quasi si spezzò tra le sue lunghe e pallide dita.
«E guarda che siamo a lezione di Difesa, non a Pozioni» continuò Sirius, lanciando uno sguardo perplesso al manuale di Pozioni Avanzate che Severus stava riempiendo di parole a bordo pagina.
«Tu sei già un tutt’uno con l’idiozia, Black» sibilò Piton fulminandolo con gli occhi scuri che spuntavano dalla tendina di neri capelli unti.
«Punizione anche per Mocciosus» bisbigliò Sirius voltandosi verso James. «Ovviamente in incognito».
James ghignò, annuendo senza indugi. Sirius aveva infiniti modi per dire ’Ti voglio bene’’ senza mai usare la voce.
Gliene era immensamente grato perché parlare come due ragazzine adolescenti non entusiasmava nemmeno lui.
 
 
 
 
 

 

 

 *









Sedute su una panchina del cortile di Trasfigurazione Lily, Mary e Liv si godevano i pochi minuti d’intervallo sotto il sole di settembre.insieme ad altri studenti sparsi per le panchine e il prato.

«É un circolo vizioso, Liv. Tu dai fastidio a loro perchè loro danno fastidio a te, e viceversa. Qualcuno prima o poi dovrà finirla e sai benissimo che quel qualcuno sei tu» affermò con schiettezza Lily osservando l’amica che cercava di sistemare meglio la camicia dentro la gonna.
«Sono a posto?» domandò lei dando un’ultima sistemata ai polsini della camicia ben abbottonati, perfettamente in ordine così come piaceva alla loro Capocasa. «Voglio andare dalla McGranitt per iscrivermi ai provini e devo essere più ordinata possibile» spiegò Liv, adesso con le mani tra i capelli scuri.
«Liv...»
«Senti, Lily» la bloccò lei lasciando perdere i capelli. «Se devo essere io a farla finita con quel circolo vizioso allora devo giocare a Quidditch. Mi dovrò sfogare in qualche modo»
«Spero proprio che non ucciderai nessuno» disse Mary, sinceramente preoccupata.
La campana suonò, informando tutti che le lezioni sarebbero riprese, e Lily si affrettò a recuperare borsa e libri.
«Ho Antiche Rune, ci vediamo direttamente in Sala Grande per il pranzo!» le salutò prima di correre via mentre delle risatine scoppiavano nell'angolo più appartato del prato, sotto una verdeggiante quercia dal grosso tronco annnodato.
Mary strinse i pugni alla vista di un ragazzino Corvonero del primo anno chino sul prato e preso di mira da un gruppetto misto di altri studenti. Portandosi inconsciamente due dita al distintivo appuntato sulla camicia si ricordò che poteva intervenire, anzi, doveva.
«Ehi, voi!» gridò alzandosi dalla panca in pietra, facendo sussultare Liv e due Grifondoro poco più grandi del Corvonero che si tolsero in tutta fretta le margherite dai capelli, gettandole sull'erba alle loro spalle.
«Smettetala di prenderlo in giro o vi tolgo cinque punti a testa» li rimproverò Mary arrivando davanti a loro, rendendosi conto soltanto in quel momento quanto fossero bassi rispetto a lei.
«Stai scherzando, MacDonald?»
«No, Vane, sono il nuovo Prefetto del settimo anno»
«Ma siamo della stessa Casa!»
«E quindi?»
«Allora mettici in punizione! Non toglierci punti, i Serpeverde sono già in testa ed è il primo giorno!»
Mary vide Liv trattenere una piccola risata dalla panchina e poi il pacato Corvonero guardarla dal basso, timidissimo e con le orecchie vermiglie; le piccole margherite che aveva raccolto strette con forza tra le mani.
«Bene, scrivete cento volte la frase:"Non siamo divertenti mentre prendiamo in giro qualcuno" e consegnatemi la pergamena a fine giornata di lezioni, in Sala Comune. Se vi beccherò ad importunarlo di nuovo vi toglierò punti» risolse la questione Mary sentendosi stranamente potente. I due Grifondoro corsero via e Mary si abbassò in avanti per guardare negli occhi sfuggenti il Corvonero, le mani tra le ginocchia strette.
«Stai bene?» gli chiese gentilmente vedendolo arrossire ancora di più. A Mary sembrò un piccolo scoiattolo tramortito.
Lui annuì, ringraziandola a bassa voce prima di piegare di nuovo la testa mora per aprire il suo Manuale di Incantesimi e mettere con cura tra le pagine i fiori selvatici raccolti tra i fili d'erba.
«Ti è piaciuto, Prefetto MacDonald?» le chiese Liv, in piedi con la tracolla in spalla, quando Mary tornò da lei con un sorriso brillante tanto quanto il suo distintivo rosso e oro sul petto.
«Oh, 'sta zitta!» sbottò Mary con un leggero sorriso sulle labbra prendendola a braccetto. Approfittando dell’ora buca, tornarono dentro il castello per dirigersi verso l’ufficio della McGranitt.
 
 


 
 
 


 

 *

 
 
 
 




«Se ci muoviamo possiamo prendere due Asticelli con un Onisco» fece James con lo sguardo attento sulla Mappa.
«Fa' vedere» rise Sirius alzandosi dal muretto su cui avevano passato tutto l’intervallo. Remus sollevò gli occhi dal libro che stava leggendo per spostarlo su entrambi.
«Per piacere. Avevate detto che li avreste lasciati in pace»
«Giuro che questa è l’ultima volta, Lunastorta» affermò James con tono non troppo convincente, facendo squittire Peter che subito scattò in piedi per seguirli.
Prendendo le fidate scorciatoie riuscirono ad arrivare nel luogo in cui, come avevano programmato, Liv e Mary stavano salendo le scale mentre Piton scendeva.
Spostarono leggermente l’arazzo che nascondeva l’uscita del nascondiglio e proprio quando i tre si incrociarono, James puntò la bacchetta sul gradino in cui Piton aveva il piede, ignorando il sussurro di Sirius: "Non lui, dovevi puntare Olivia".
In un attimo la scarpa del ragazzo sprofondò insieme al gradino e tutti i suoi libri rotolarono giù per l’intera rampa. Sirius sperò non arrivasse un professore.
«Tu» sibilò gelido Piton portando lo sguardo su Liv che rimase basita.
«Io non ho proprio fatto niente» si difese lei.
«Smettila di fare la finta tonta e liberami subito» continuò lui cercando di sfilare il piede.
«Non ho la minima idea di come liberarti perchè non sono stata io» ripeté Liv cominciando a scaldarsi.
James e Peter, ben nascosti dall’arazzo, sghignazzarono pregustando la lite che di lì a poco sarebbe esplosa.
«Che sia davvero l’ultima volta questa» mormorò Remus notando il cipiglio preoccupato di Sirius e anche che Piton era livido, livido di rabbia e anche d’imbarazzo perchè, bloccato in quel gradino, stava rallentando il traffico degli studenti che salivano e scendevano.
«Se non mi fai uscire subito di qui io ti...»
«Mi? Non mi fanno paura i tuoi Incantesimi di Magia Oscura, lo sai» ribatté Liv facendo sussultare i gruppetti di persone attorno. Le bastava guardarlo dritto in quegli occhi neri per risentire la parola Sanguesporco” rivolta a Lily. L'avrebbe volentieri Schiantato di nuovo, lì, sui gradini davanti a tutti come quel pomeriggio sul prato dopo essere rimasto senza mutande per merito di Potter.
Piton afferrò la bacchetta dalla tasca interna del mantello, stringendo i denti per la furia che la faccia di Liv gli stava dando; quella che si credeva la migliore amica di Lily, quella che dal primo anno poteva stare con Lily quando voleva a tavola, in Sala Comune, ci dormiva addirittura vicino.
Ma una voce severa lo fermò prima ancora che potesse anche solo pensare all'incantesimo da lanciarle.
«Che cosa sta succedendo qui?». La McGranitt, in cima alla scala, scrutava con le sopracciglia corrucciate gli studenti accalcati sui gradini. Quando i suoi occhi chiari si posarono su Liv, tutti i lineamenti del viso le si sciolsero in un'espressione arresa.
«Sono davvero sbalordita» disse, sarcastica e per niente sorpresa. «E lei, signor Piton, cosa ci fa lì a terra?»
«McAdams ha fatto sprofondare il gradino e sono rimasto incastrato, professoressa» rispose prontamente lui. Liv parve prendere fuoco.
«COSA!? NON É ASSOLUTAMENTE VERO! NON HO FATTO NIENTE!» sbraitò serrando i pugni ai lati della gonna.
«Professoressa, Liv non aveva in mano nemmeno la bacchetta!» tentò di difenderla Mary. Ma era inutile, chi le avrebbe creduto? La McGranitt infatti sospirò, chiudendo gli occhi esasperata.
«McAdams, nel mio ufficio, subito» ordinò senza ammettere repliche.
Con la bocca aperta per lo shock dovuto all’ingiustizia, Liv lanciò uno sguardo a Mary prima di cominciare a salire i gradini con rabbia per raggiungere la sua capo Casa che nel frattempo aveva liberato Piton con un gesto della bacchetta.
«Andate, voi! Forza!» esclamò la donna rivolta a tutti gli altri che subito ripresero a camminare mentre, dietro all’arazzo, basse risate echeggiavano tra i muri in pietra del passaggio segreto.
«Riaggiusta quel gradino, James» fece Remus, paziente.
«Ma, no! Lasciamolo così e vediamo chi sarà il prossimo a cascarci!» ridacchiò lui spostando di poco l'antica stoffa ricamata.
«Immaginate Lumacorno!» fece Peter, ridente.
«Quello sprofonderebbe fino ai sotterranei portandosi dietro l’intera scala!» commentò Sirius riuscendo a far scoppiare in una risata anche Remus.
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 *




 
 
 

 
Con tutte le volte che era stata nell’ufficio della Professoressa McGranitt, Liv poteva benissimo definirlo una seconda casa.
Le librerie erano sempre cariche di libri, il camino era acceso come al solito e anche la scatola dei biscotti a tema scozzese era al suo posto.
«Siediti» fece secca la McGranitt, prendendo posto dietro alla pulita scrivania invasa da pergamene da correggere.
Liv si sedette sulla sedia in modo quasi automatico sotto lo sguardo infuocato della donna che dal nervoso aveva la bocca ridotta ad una linea sottile.
«Io non ho fatto niente. Stavo salendo le scale e lui è sprofondato da solo in quel gradino» esordì Liv per mettere subito in chiaro le cose, come ogni volta che si ritrovava seduta lì, a spiegare il motivo per cui aveva usato la bacchetta.
"Il Prefetto Malfoy ha detto che ho un cognome da Sanguesporco e che se mia mamma è babbana sono una Sanguesporco anch'io"; "Potter mi ha lanciato un Rictusempra"; "Mulciber ha attaccato Mary"; "Sirius Black ha infilato il coniglio di Stebbins nella mia tracolla, sono allergica"; "Rosier ha chiamato Dirk Cresswell mancato Magonò"; "Piton ha insultato Lily, l'ha chiamata schifosa Sanguesporco".
Per la prima volta in sei anni di scuola, la bacchetta non l'aveva nemmeno sfiorata eppure il sopracciglio nero della professoressa era arcuato e non diceva niente di buono.
«É il primo giorno, McAdams» iniziò infatti la McGranitt, severa « e ti ho già tolto dieci punti Casa a colazione. Ti rendi conto?». Liv poteva benissimo notare le narici fremere incontrollabili sotto quegli occhiali squadrati.
«Non ho fatto niente stavolta!» continuò a difendersi con sempre più rabbia, ma la donna la fermò con un secco cenno della mano.
«Non funziona niente con te. Ramanzine, punti tolti, punizioni... »
«Mi vuole espellere?» provò a dire Liv con un tono lievemente ansioso.
«Certo che no! Ma vorrei capissi quanto sia grave questo tuo comportamento! La punizione non la scampi di certo» sbottò, rigida, la McGranitt. «La decideremo domani sera alle cinque, qui nel mio ufficio. Puoi andare, adesso».
Liv però restò incollata alla sedia. Non aveva nessuna intenzione di rinunciare al Quidditch solo perchè il Capitano della squadra era James Potter.
«Professoressa, prima stavo venendo qui» iniziò, cauta.
«Ah, si? E per cosa?» chiese lei senza perdere l’aria severa.
«Vorrei partecipare ai provini per la squadra di Quidditch» annunciò Liv con tranquillità come se fosse la prima volta.
La McGranitt parve scomporsi un attimo mentre si sistemava gli occhiali sul naso con una fugace luce baluginatne negli occhi chiari.
«Bene» disse solamente, aprendo un cassetto della scrivania per tirare fuori una pergamena piena di firme.
«Devo ripeterti le regole, McAdams?» le chiese prima di porgerle il foglio.
«No»rispose impaziente Liv.
Dopo un’occhiata perplessa la McGranitt le diede la pergamena, indicandole il punto in cui mettere il nome e il congnome.
«Spero proprio tu non abbia intenzione di presentarti come battitore...» le disse, avvicinandole piuma e calamaio «Non vorrei trovare dei cadaveri al posto degli studenti».
A Liv scappò un sorriso mentre firmava con calligrafia affrettata.
«Non si preoccupi, professoressa... non m’interessa quel ruolo» la rassicurò riconsegnandole la lista.
La McGranitt sembrò leggermente sollevata.
«Cerca di riuscire ad entrare quest’anno... la squadra scarseggia di ragazze e questo non mi piace*» disse, ripiegando per bene la pergamena.
«Ci proverò» fece Liv allargando il sorriso prima di afferrare un biscotto dalla scatola che la professoressa le aveva appena avvicinato.


 
 
 
 
 
 

 

 *







 

L'umore di Lily crebbe subito dopo pranzo per le due ore di lezione di Pozioni che le attendevano.
Con Liv al seguito, salutò Mary che usciva dal Castello per seguire Cura delle Creature Magiche e si incamminò verso i sotterranei.
L’umido e la semi oscurità di quei corridoi faceva sempre rabbrividire, ma Lumacorno li stava già aspettando dentro l’aula carica di vapori.
«Entrate! Entrate pure!» li salutò mettendosi affianco alla porta aperta per osservarli entrare.
«Buon pomeriggio, Severus. Ho preparato una cosuccia davvero affascinante! Sono sicuro che apprezzerai» fece gioviale prima di riportare lo sguardo sulla fila che avanzava.
Con un cenno della testa salutò i quattro Corvonero, dando un pomposo benvenuto soltanto alla silenziosa Marlene McKinnon, e sorrise agli unici due Tassorosso battendo una mano sulla spalla di Edgar Bones per dargli un caloroso bentornato.
Liv urtò inavvertitamente sul suo ingombrante pancione ricoperto di velluto ma lui parve non accorgersene perchè i suoi occhi si erano già posati su Lily.
«Mia cara ragazza! Come stai?» l’accolse illuminandosi.
«Molto bene, professore, grazie. Lei?»rispose Lily stringendosi i libri al petto.
«Bene, cara» fece emozionato facendo vibrare i lunghi baffoni da tricheco che nascondevano un largo e sincero sorriso. «Ti informo che tra due settimane darò la prima festicciola dell’anno! Riceverai presto l’invito con l’orario e il giorno» disse compiaciuto per poi girarsi verso Piton, già davanti al suo calderone sul tavolo che condivideva con Mulciber. «Severus! Naturalmente anche tu sarai il benvenuto!» Piton annuì distrattamente sfilando dalla borsa il suo Pozioni Avanzate.
«A voi invece nemmeno lo chiedo più, tanto so che non verreste» sbottò divertito Lumacorno, seguendo con lo sguardo James e Sirius che entravano nell’aula con aria spavalda.
«Spiacenti, Prof, ma non ci teniamo proprio» disse schietto Sirius pensando che la faccia di suo fratello era l’ultima cosa che voleva vedere ad una festa.
James lanciò uno sguardo a Lily che si stava legando i capelli rossi in una coda alta mentre Remus riusciva ad entrare nella stanza per un pelo prima che Lumacorno chiudesse la porta.
«Svelto, signor Lupin! La pozioncina che darà il via a questo trimestre non può attendere oltre» esclamò il professore battendo le mani.
Sovrastando i tavoli con la sua ingombrante figura, si gonfiò d’eccitazione indicando il calderone sulla cattedra. «Quella che c’è lì è una pozione davvero singolare che ci prenderà un bel po' di tempo! Ma, come sapete, questo è l’anno dei M.A.G.O. e dovrete lavorare parecchio se vorrete arrivare preparati alla fine dell’anno. Bene, tirate fuori l’occorrente, aprite il vosto Pozioni Avanzate a pagina 50 e iniziamo!».
La pozione da fare si rivelò essere Pozione Polisucco e tutti si rimboccarono le maniche della camicia per svolgere il proprio lavoro al meglio sotto l’occhio attento e curioso di Lumacorno.
Liv, con i capelli scuri tenuti a bada alla bene e meglio da una piuma d'oca, cercò in tutti i modi di evitare che il suo gomito si scontrasse con quello di Sirius intento a sminuzzare svogliatamente la pelle di Girilacco con lentezza inaudita.
«Vuoi fare attenzione?» gli sibilò con durezza.
«Mh?» fece lui lanciandole una fugace occhiata maliziosa continuando a tritare come se niente fosse.
Liv lasciò stare il coltello d’argento per fulminarlo con lo sguardo chiedendosi perchè le stesse Case dovessero lavorare allo stesso tavolo. Per un momento desiderò essere una Corvonero o una Tassorosso solo per non dover condividere quello spazio con gli esseri fastidiosi della sua stessa Casata.
«Il gomito! Spostati più in là. Hai un sacco di spazio lì» mormorò rabbiosa indicando con un veloce cenno del mento la superficie accanto a lui.
«Sono un umano, Olivia, ho i gomiti. E lo spazio che vedi è per gli ingredienti miei e di Ramoso» si limitò a ribattere lui con un sorrisino fintamente innocente spingendo volutamente il gomito ancora più vicino al suo.
Liv socchiuse gli occhi marroni, taglienti. Gli ingredienti non prendevano affatto tutto quello spazio, nemmeno se ci fossero stati anche quelli di Remus.
« Forza, forza! Concentrazione!» cinguettò allegro Lumacorno avvicinandosi al tavolo dei Grifondoro. 
«Continua così, Evans» aggiunse compiaciuto soffermandosi più del dovuto davanti al calderone di Lily.
«Felpato, guarda Mocciosus»
«Come al solito, ogni tre secondi pasticcia il libro... starà facendo disegnini ‘Oscuri’? Lui che bacia Mulciber o direttamente un'orgia con l'aggiunta di Avery...»
«Troppa passione, per Merlino!»
«Scommetto che la Pozione gli verrà bene perchè l’olio dei capelli gli cola nel calderone, dev’essere l’ingrediente segreto di tutte le ricette»
«Ecco perchè a noi non vengono... siamo troppo puliti».
Lo sghignazzare che seguì quel borbottare divertito innervosì ulteriormente Liv, già scocciata per i ciuffi di capelli fastidiosamente appiccicati al viso sudato, per il gomito di Sirius sempre più invadente e per il fatto che la sua pozione non stava affatto bollendo come invece spiegava il manuale.
«Questo stupido libro» sibilò, sfogliando con forza le pagine bruciacchiate. Odiava Pozioni Avanzate, lo odiava perchè anche se seguiva tutte le istruzioni alla perfezione la pozione non veniva mai bene. Non capiva proprio perchè l’avessero preso come libro di testo se le cose al suo interno non davano mai buoni risultati.
«McAdams? McAdams... psst!»
«Che vuoi, Potter!?» sbottò lei, innervosita a livelli estremi, mescolando con vigore la pozione che non ne voleva sapere di diventare del colore indicato dall’autore ubriaco del libro.
«Hai i capelli di Hagrid in questo momento, lo sai?»
«Proprio tu parli di capelli!?» ribattè lei a denti stretti facendo ridere sottovoce Sirius. Gli avrebbe volentieri buttato addosso tutte le Sanguisughe se solo non le fossero servite per fare il brodo da mettere nel calderone.
«Questi capelli sono l'orgoglio della mia famiglia. Secondo te perchè non usiamo la pozione Lisciariccio di mio padre?» bisbigliò ridente James, passandosi fieramente una mano tra i ciuffi ribelli.
Liv lo guardò scettica sollevando un sopracciglio. Avrebbe tanto voluto rispondergli 'Perchè non funziona?' ma conosceva quella pozione e sapeva che invece funzionava alla grande.
Più volte suo padre l'aveva travasata di nascosto nel flacone del balsamo per capelli babbano di sua madre quando lei si lamentava dei suoi capelli dopo l'ennesima giornata di pioggia a Londra.
Soltanto grazie al proverbiale gomito di Remus nelle costole di James quella discussione si chiuse lì.
Come d'abitudine, alla fine della lezione le misture intermedie più ammirate e lodate furono quelle di Piton e Lily. Piton che, sotto l'occhio attento di James, la guardò per un velocissimo ed imbarazzante istante prima di riportare lo sguardo sul suo calderone perchè non trovava mai i suoi occhi verdi a ricambiarlo ma soltanto la sua esile figura così piccola eppure così algida e forte.

James se ne accorse, era un anno intero che aveva cominciato ad accorgersene.






Note:


*Liv e la McGranitt sono molto simili, anche se non sembra. Hanno storie familiari quasi identiche e un cognome scozzese babbano. Anche il quidditch le accomuna. La McGranitt non tollera il comportamento sconsiderato di Liv (infattti non si fa scrupoli a metterla in punizione e toglierle punti nonostante sia della sua Casa) ma anche nei libri riconosce un bravo giocatore e lo vuole in squadra infischiandosene delle regole (vediamo Harry entrare in sqaudra al primo anno, grazia a lei). Da Pottermore sappiamo che la Mcgranitt era una cacciatrice che al settimo anno ha avuto un grave infortunio (così grave da non farle pensare al quidditch dopo i suoi M.A.G.O.) per colpa di una partita con Serpeverde molto agguerrita e piena di falli (per questo è così accanita quando i suoi studenti giocano contro Serpeverde). Vedrete altro, in questa storia, della sua biografia scritta dalla Rowling.



*I Prefetti possono togliere punti agli studenti, ma non ad altri Prefetti (come ci fa sapere Ron nel quinto libro quando Malfoy toglie punti a lui, Harry, Hermione e Macmillan). Possono anche dare punizioni (come fa capire sempre Ron quando dice che farà scrivere a Tiger o Goyle, come punizione) e naturalmente "controllare i corridoi ogni tanto" (credo a turni).


 




 

   
 
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