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Autore: riccardoIII    21/11/2015    9 recensioni
Questa è la storia di Sirius Black, dei Malandrini, di una generazione cresciuta nella guerra e che ha fatto la guerra. Questa è la storia di un bambino che diventa uomo, passo dopo passo, scelta dopo scelta, fino ad arrivare a un momento della sua vita in cui tutto cambierà, per l'ennesima volta, quella più importante. Fino a giungere alla Chiave di Volta.
"-Sirius Black, è un piacere conoscerti-
-Io sono James, e non credo che i cognomi siano importanti, tantomeno tra amici; e dimentica pure tutte quelle manfrine. Non sono mica tuo nonno, io-
Sirius sghignazzò apertamente sedendosi di fronte a lui.
-E così, io e te saremmo amici?-
-Io e te, mio caro Sirius, saremo amici. Me lo sento che sei un tipo forte-"
Rating e avvertimenti sono relativi a scene di maltrattamento di minore e di guerra.
I personaggi appartengono a J. K. Rowling; scrivo senza scopo di lucro.
Genere: Angst, Generale, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Charlus Potter, Dorea Black, Famiglia Black, I Malandrini, Ordine della Fenice | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La Chiave di Volta - Other Voices'
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Prima, non era stato in grado di cogliere alcune verità piuttosto evidenti.

Non ci volle molto perché potessero testare le loro tecniche di investigazione; quando risalirono in camera, quella sera stessa, James si distese sul letto e recuperò la Mappa, nascosta sotto il suo materasso.
-Non credo riusciremo a scoprire nulla, stasera. Sono appena tornati e…-
James pronunciò la frase chiave e poi sollevò gli occhi su Peter.
-Non hai notato, Worm, quanti pochi Serpeverde siano rimasti a scuola quest’anno?-
Peter strizzò gli occhi, confuso, mentre Remus guardava James e si grattava il mento.
-Be’, è rimasta poca gente in tutti i Dormitori. Tutti vogliono tornare a casa per Natale in un periodo come questo, no?-
-Certo, Rem. E noi siamo sempre tornati fino a quest’anno. Ricordi per caso chi invece non era mai sul treno per le vacanze natalizie? Chi salutava Evans al Portone d’Ingresso, ogni anno, fino allo scorso Natale?-
-Mocciosus!- Sirius si illuminò e James gli strizzò l’occhio.
-Esatto. Mocciosus non è mai tornato a casa. Non vi pare strano che proprio quest’anno abbia deciso che gli mancavano i suoi genitori, se nemmeno quando aveva undici anni aveva sentito l’esigenza di passare le feste con loro?-
-Tu credi…- intervenne Remus, -Tu credi che non sia stato a casa, vero? Che ci sia stata una specie di riunione, o qualcosa del genere? E che ne parleranno subito, appena si ritroveranno tutti?-
James alzò le spalle, scrutando la Mappa con attenzione.
-Magari non tutti. Magari sono stati richiamati solo alcuni, coloro che fanno da tramite… Pensate: l’ultima riunione è stata la sera prima della partenza. Sarebbe logico se avessero aggiornato gli incontri alla prima sera disponibile. Magari avevano qualche lavoro da fare, non so… Tu che ne pensi, Sir?-

L’interpellato non rispose. L’immensità della cosa che avevano fatto gli era crollata addosso. Aveva cercato di non pensare al fatto che, se le loro ipotesi fossero state verificate, Regulus sarebbe stato probabilmente coinvolto. Aveva fatto il suo dovere, la sua parte nella storia, e ora all’improvviso sperava che non ci fossero riunioni da ascoltare, che non ci fossero reclute. Sperò di aver fallito l’Incantesimo, che non si aprisse nessun passaggio, perché quella Penna avrebbe potuto scrivere un qualcosa che per lui non sarebbe stato affatto piacevole.
Lo sapeva, sapeva che quell’idiota di Regulus si era fatto coinvolgere, che c’era dentro fino al collo. Non aveva davvero bisogno dell’ufficialità delle parole vergate sulla pergamena per avere la certezza che il suo nome sarebbe venuto fuori con quell’escamotage, eppure la consapevolezza che l’avrebbe incastrato, che sarebbe stato lui l’artefice della condanna di quel bambino che lo aveva guardato con gli occhi pieni di fiducia in un tempo così lontano che il ricordo era avvolto da una patina grigia, lo fece boccheggiare come un pugno dritto nello stomaco.

-Sirius?-
La voce di James lo riscosse, riportandolo con i piedi per terra. Prima che chiunque si accorgesse di quei pensieri sporchi il ragazzo ricompose il viso in una smorfia neutra. Non voleva che sapessero che era debole. Non voleva che lo considerassero un traditore. Non voleva che sapessero che soffriva ancora, che quella ferita non ne voleva sapere di rimarginarsi, che l’incontro con Rodolphus l’aveva segnato non tanto con quella cicatrice che ora gli marchiava il petto.
-Scusa, James, stavo valutando le possibilità. Non mi sembra poi così assurda, come idea…-
L’occhiata che Prongs posò su di lui non era affatto convinta, anzi, era indagatrice: aveva le sopracciglia corrucciate e una lieve linea verticale si era formata nel mezzo. Aveva la stessa espressione che gli si formava in viso quando guardava un enigma non risolto, ma Sirius non aveva intenzione di farsi studiare come uno dei suoi schemi di volo. Non quella volta, non in quel modo. Perciò si avvicinò al suo letto e si sedette accanto a lui, sfilandogli la Mappa di mano e osservando l’angolo dedicato al sotterranei, cercando La Fogna. Ecco la Sala Comune, pressoché vuota vista l’ora tarda; c’erano solo un paio di studenti seduti sul divano davanti al fuoco, ed erano proprio…
-Apri la connessione. Regulus è da solo con Rosier-
Era riuscito a stento a riconoscere la sua voce. Era fredda, dure, tagliente. Gli ricordava terribilmente quella di suo padre, e per un attimo fu colto da un senso di nausea. James, che aveva già la piuma posata accanto a sé, la sfiorò con la bacchetta mormorando “Snuffles” e quella si rizzò in equilibrio sulla punta verde acido proprio mentre Remus vi infilava sotto una pergamena nuova e lui e Peter si radunavano sul letto di James, per leggere in diretta.

“ -… Cosa temi, Black? Di essere lasciato indietro?-
-Non ho bisogno di te, Rosier, per ottenere ciò che voglio-
-E allora di cosa stiamo parlando?-
-So che sei stato tu ad escludermi. So che la scelta di non coinvolgermi è stata tua-
-Sei un ragazzino, Black! Non hai nemmeno i brufoli, pensi davvero di contare qualcosa per Lui?-
-Io, Rosier, sarò anche un ragazzino, ma ho un cervello dieci volte migliore del tuo. Non vado a spiattellare in giro ciò che sta succedendo qui dentro per raccattare un rispetto che non mi viene nemmeno concesso. Ricordi, Evan, chi è stato a trovare te e quei due idioti dei tuoi amici, il primo settembre, sul treno, dopo che un paio di Traditori avevano finito con voi?-
-Non ti permetto di parlarmi in questo modo, e non me ne importa se sei un Black! Chi diavolo ti credi di essere?! E poi non ho spiattellato nu…-
-Avery mi ha detto che hai cercato di minacciare quei due ottusi Grifondoro dicendo che quest’anno le cose sono diverse. Ci tieni così tanto ad essere scoperto? Non rischiamo solo l’espulsione se ci beccano, lo sai. E la tua famiglia non ha appena subito un grosso scandalo? Vuoi davvero seguire il tuo paparino ad Azkaban, o preferisci che Lui ti uccida direttamente, quando Silente ti sbatterà fuori di qui perché non hai tenuto chiusa la boccaccia?-
-Stai vaneggiando, Black, e non osare parlare di mio padre! È stato catturato mentre svolgeva il suo compito con onore  e…-
-E Lui non ha bisogno che tu gli dimostri la tua fedeltà facendo altrettanto. Cerca di non provocare inutilmente quei buzzurri rosso-oro. Avranno tanti difetti, ma non sono stupidi-
-Certo, perché tu li conosci bene, vero Regulus? Quasi come se foste cresciuti insieme…-
-Ricorda, Rosier, chi hai di fronte. Non ti conviene far arrabbiare me. Sappiamo entrambi che sono molto meglio ammanicato di te e, cosa più importante, io non ti temo. Conoscere il nemico non è che un punto di forza. Non credo di doverti ricordare che ti sei fatto atterrare da quei due quando erano in inferiorità numerica, e hanno pure un anno meno di te. Ho visto Sir… Quello, fare con la bacchetta cose che tu nemmeno ti sogni quando ancora viveva in casa mia. Non aveva ancora sedici anni, Rosier, e scagliava Incantesimi che la maggior parte degli studenti di questa scuola non padroneggia nemmeno ai M.A.G.O. Non sottovalutarlo solo perché ha fatto le scelte sbagliate; sarà folle, ma è un osso duro. E lo sono i suoi amici. Li hai visti, a Hogsmeade, vero? Se le cose non sono andate secondo i piani di chi credi sia la colpa? Eppure, ancora una volta io ti avevo avvertito, non è vero? Non ti avevo forse detto di non sottovalutare la cosa, che il trucco della partita non sarebbe bastato? Ma tu, come al solito, hai dovuto fare di testa tua!-
-Non potevamo immaginare che così tanti avrebbero dato battaglia! Se quei coglioni dei Grifondoro non sono capaci nemmeno di divertirsi come si deve non è certo colpa mia! Mi aspettavo che nessuno sopra il quinto anno scendesse al villaggio!-
-E le altre Case non le avevi calcolate, vero?-
-I Tassorosso sono troppo codardi per mettersi a duellare contro di noi e i Corvonero troppo intelligenti! Quanti negli scontri a scuola ci avevano dato problemi?!-
-Ma non era una stupida litigata nei corridoi! Era un assalto ad un villaggio! Era ovvio che tutti dessero battaglia per aver salva la vita! E c’erano i proprietari dei locali, e gli abitanti! Se davvero volevi vincere lo scontro, avvicinarti ai cancelli e far sentire a quel filobabbano l’odore della paura dovevi contare meno sul tuo ego, Rosier, e ammettere con gli Altri di avere bisogno di più supporto!-
-Uno studente è morto!-
-E la battaglia è stata persa! Si sono dovuti ritirare, Rosier, e noi siamo scampati all’essere smascherati per miracolo! Non è stato il trionfo che avevamo pianificato, o sbaglio?-
-Ma cosa diavolo ne vuoi sapere tu, ragazzino?! Non sei nemmeno ammesso nella cerchia, ancora, e vieni a dare lezioni a me su come gestire faccende di questo tipo?!-
-Ho sentito, Rosier, che anche la gente ammessa alla cerchia ha avuto da ridire. Parecchi si sono fatti male, non è così? Il tuo lavoro, a quanto mi è stato riferito, non è stato apprezzato poi tanto… Alla riunione del ventisette non te la sei passata tanto bene, o sbaglio?-
-Come… Come Salazar fai a sapere…?-
-Te l’ho detto, Rosier. Ho molti più agganci di te. Lui non è stato molto contento del tuo comportamento, per quel che ne so. Potrebbe decidere di cambiare… Referente. Non credi?-
-Se mi stai minacciando, piccolo insulso ragazzino, sappi che…-
-Ti sto solo informando, Rosier, che la prossima volta che ti dimenticherai di includermi nell’elenco dei presenti ad una rimpatriata non sarò così gentile con te. Conosci i Black, dopotutto la tua adorata zia Druella ne ha sposato uno… Sai, nostra cugina Bellatrix non è molto contenta di come Rodolphus è tornato a casa, quel giorno di novembre. Al momento è decisamente pro-Black, e poi ha sempre avuto una speciale predilezione per me… Mi è così affezionata che mi ha promesso un regalo molto speciale per il mio sedicesimo compleanno… Io ti consiglierei di non sottovalutare un ragazzino. Chissà, magari ti tornerà utile avermi come alleato.
Oh, guarda, arrivano gli altri!-”

Sirius sentì dei movimenti attorno a lui, ma non riuscì a staccare gli occhi da quella pergamena. La piuma verdastra se ne stava ferma sulla punta, pronta per iniziare un nuovo capoverso, e Sirius si sentiva galleggiare, aveva la mente vuota e le frasi dette da Regulus gli sbattevano contro l’interno del cranio.
-È vero, sono arrivati Mocciosus, Avery, Nott, Wilkies, Travers e Mulciber. Pare che la vera festa cominci ora-
La voce di James lo risvegliò dalla trance.
-Hanno ripreso a parlare- richiamò i suoi amici all’ordine con un tono asciutto e monocorde. Immediatamente quelli ripresero i loro posti attorno a lui e lui tornò a concentrarsi sulle parole che prendevano forma.

“-Siamo in ritardo o siete voi che anticipate per fare i piccioncini?-
-Chiudi quella bocca, Travers. Siamo qui per parlare di cose serie, non per le tue stupide battute-
-Evan, non è il caso di scaldarsi tanto per una battuta innocente. Il piccolo Black ti ha fatto saltare i nervi, per caso?-
-Io e Rosier stavamo giusto facendo due chiacchiere sulla riunione che mi sono perso durante le vacanze di Natale, ma suppongo che ora metterete al corrente chi di noi non era presente di cosa è accaduto-
-E del perché non siamo stati convocati, come avevamo concordato prima della partenza. A chi dobbiamo questo cambiamento di programma?-
-A me, Piton, e al nostro… Ehm… Aggancio. Abbiamo concordato insieme che non fosse il caso di invadere la Sua presenza con tanti elementi nuovi, tutti insieme-
-E con che criterio avete scelto, Rosier? Mi pare che ognuno di noi, qui, abbia fatto la sua parte fino ad oggi-
-Io e Rabastan abbiamo convenuto che fosse più indicato introdurre i nuovi affiliati a piccoli gruppi. All’incontro del ventisette, oltre me, erano presenti Avery, Travers e Nott, per ovvi motivi-
-Che sarebbero?-
-Abbiamo preso parte alla scontro a Diagon Alley, l’estate scorsa, prima ancora di combattere ad Hogsmeade-
-Non avete ancora il Marchio, Rosier! Se non ero a combattere con voi quest’estate è perché non mi è stato permesso farlo!-
-Ne abbiamo già discusso, Piton. Ci sono delle gerarchie da rispettare, non possiamo essere ammessi tutti insieme. Non ne va solo della nostra volontà, ma anche della buona riuscita delle missioni. Non essere impaziente, arriverà anche il tuo momento-
-Ho la sensazione, Rosier, che tu stia deliberatamente influendo sulla nostra affiliazione. Tu cosa ne pensi, Black?-
-Ho già detto ciò che dovevo a Rosier. Ma credo tu abbia ragione, Piton. Temo si senta minacciato-
-Minacciato?! E da cosa, da chi?! Un ragazzino e un Mezzosangue?!-
-Un Mezzosangue con un cervello che vale molto più del tuo, e un ragazzino che potrebbe fregarti il posto di spicco che ti sei scelto, non è vero, Rosier? Soprattutto dopo che tuo padre è stato catturato… Non credo che tu sia tanto dispiaciuto di questo, o sbaglio? Dopotutto ti sei liberato di un padre oppressivo, sei diventato il nuovo Lord Rosier e ti si è liberato un posto di rilievo tra i Mangiamorte… I dubbi verrebbero a tutti-
-Non osare, Piton, fare insinuazioni del genere con me! Ma come ti permetti… Ecco perché ai Mezzosangue non dovrebbe essere permesso di prendere parte a questo genere di cose, siete dei barbari. Non conoscete il vostro posto, non avete l’educazione giusta per trattare con gente come noi!-
-Gente che ha bisogno di un nome per farsi strada! Sarò anche un Mezzosangue con un cognome sconosciuto, Rosier, ma mia madre è una Prince. Il mio sangue sarà annacquato, ma tutti qui dentro sappiamo che la mia magia supera la tua. È questo che ti spaventa, vero?-
-Tu farnetichi, Piton-
-Ora, ragazzi, mi sembra il caso di calmarci, tutti. Severus, anche tu. Non andremo da nessuna parte se continuiamo a discutere come delle stupide oche. Abbiamo qualcosa da raccontarvi-
-Bene. Ora che siamo tornati tutti dei gentiluomini, sarà il caso che vi mettiamo a parte di ciò che Lui ci ha detto. Io, Evan, Philip e Julian siamo stati ammessi alla Sua presenza, e abbiamo dei messaggi. Nuovi ordini-
-Cosa dobbiamo fare, Travers?-
-Ci è stato chiesto di individuare i ragazzi che hanno combattuto nello scontro ad Hogsmeade. Lui vuole farla pagare a chiunque si sia intromesso, anche se ciò significherà colpire le loro famiglie. I Sanguesporco verranno eliminati, i Mezzosangue vagliati e i Traditori costretti a unirsi a noi-
-E se si rifiuteranno?-
-Saranno uccisi, ovviamente. Ma questo non è lavoro per noi. Noi dobbiamo solo stilare un elenco e consegnarlo a Rabastan, la prossima volta che lo incontreremo. Al resto penseranno loro-
-Quindi, continueremo a non fare nulla? Non abbiamo compiti da assolvere, qui?-
-Si che li abbiamo. Dobbiamo continuare a sondare il terreno. A Lui servono nuove leve, alcuni di noi lasceranno la scuola tra pochi mesi e il testimone passerà a chi rimane, ma ovviamente abbiamo bisogno di manovalanza. Senza esporvi, chiacchierate con le persone giuste e valutate le loro idee. Che siano persone capaci, ovviamente. Lui non vuole stupidi ragazzini che non sappiano reggere in mano la bacchetta-
-Ci ha chiesto, inoltre, di spiare i movimenti del nostro amato Preside. Vuole sapere se la sua presenza è costante, se lascia la scuola quando non dovrebbe, se si incontra con qualcuno-
-Come potremmo seguirlo sempre?-
-Non occorrerà questo, Mulciber. Basterà verificare che ci sia durante i pasti. Se noteremo la sua assenza, pattuglieremo il corridoio del suo Ufficio, fingendo di passare lì per caso, a rotazione. Scopriremo se riceve ospiti, o se torna in orari strani-
-La sorveglianza si è fatta ancora più alta nell’ultimo periodo. Credi che non ci scopriranno?-
-Non dovranno scoprirci, altrimenti siamo perduti. Useremo trucchetti semplici; Disillusione, aule vuote… In più, grazie ai Prefetti che sono tra noi abbiamo i turni di ronda stabiliti e sappiamo quali percorsi sono più prudenti. A proposito di Prefetti, Piton e Black, abbiamo bisogno che voi spiate i vostri colleghi. Estorcete informazioni, valutate atteggiamenti e state sempre pronti con la bacchetta in mano per coprirci le spalle-
-Questo non sarà un problema-
-Inutile dirvi, inoltre, che Lui non è stato molto soddisfatto dell’attacco di Hogsmeade. Tutti ce lo aspettavamo, in realtà, perché il piano non è stato rispettato. Dovevamo far fuori un po’ di feccia indegna, invece è soltanto morto un ragazzino Mezzosangue. E noi le abbiamo prese da un gruppo di marmocchi. Forse non è stato un male che voi non ci foste, Piton. La Sua gelida furia è stata dolorosa come un ceffone in pieno viso-
-Sul fatto che il piano potesse essere meglio congegnato  non ci sono dubbi. Sul fatto che noi, così come i nostri compagni più grandi, ci siamo fatti mettere i bastoni tra le ruote da una manica di studenti nemmeno. Credo che la Sua collera non si sia abbattuta più feroce su di noi semplicemente perché ha ritenuto più colpevoli coloro che erano incaricati di guidare l’attacco. Non abbiamo avuto i demeriti di una sconfitta così come non avremmo avuto i meriti di una vittoria-
-Per tua somma gioia, Mulciber, ci è stato accordato il permesso di tornare a divertirci utilizzando come cavie i Sanguesporco. Lui ha convenuto che, dopo anni in cui abbiamo usato quella feccia come passatempo, attiri più l’attenzione il fatto che certi episodi non si verifichino. Ci è stato imposto, però, di non oltrepassare limiti che ci farebbero buttare fuori di qui e, soprattutto, di non farci beccare. Siate prudenti-
-Questa è musica per le mie orecchie, Nott! Ho giusto un paio di idee sulle prossime vittime…-
-Quando potremo incontrarlo noi che non siamo stati ammessi?-
-Alla fine di quest’anno scolastico, Piton. Se tutto procede secondo i piano, noi riceveremo il Marchio e voi Lo incontrerete-
-Vi ha parlato del Marchio, Avery?-
-Si. Sarà il nostro compenso per il lavoro fatto fino ad allora, se sapremo svolgerlo al meglio. Si terrà una cerimonia, a quanto ho capito, a seguito di una specie di “Iniziazione”. Ho chiesto a Rabastan, ma non ha voluto anticiparmi nulla. Dal ghigno che aveva, però, deduco che sia una cosa piuttosto piacevole…-
-Non ci sono altre missioni a breve termine?-
-No, Black. Almeno per il momento non abbiamo ricevuto ordini. Sicuramente loro si muoveranno, ma non vale la pena tentare di sgattaiolare fuori dalla scuola per raggiungerli. Se avranno bisogno di qualche lavoretto dall’interno si rivolgeranno a noi col solito metodo-
-Chissà, magari tu e Rabastan finirete per innamorarvi davvero vista la quantità di lettere d’amore che vi scrivete, eh, Evan?-
-Smettila di dire idiozie, Julian! Sai che è solo un modo per non destare sospetti quando ci incontriamo ad Hogsmeade!-
-Su, su, non ti scaldare tanto! Allora, quella lista?-
-C’era Potter, il re dei tonti, insieme al suo fido scudiero Black, che stava per lasciarci le penne-
-C’era anche Lupin, ovvio. Immaginate che i famosi Malandrini possano evitare di buttarsi a capofitto in qualcosa di totalmente stupido?!-
-Anche McKinnon è stato ferito, ha combattuto insieme a un paio di Corvonero che non avevo nemmeno mai visto… E c’erano un bel po’ di Tassorosso, anche… Ma non mi sono mai abbassato a conoscere i nomi di quella marmaglia di idioti. Dovremmo documentarci nei prossimi giorni-
-Io, Evan, Philip e Wilkies abbiamo incontrato Potter e la Sanguesporco. C’era anche lei, quindi-
-Mmmh… Chissà perché immaginavo che quella sgualdrina si fosse buttata in mezzo alla battaglia… Fa molto Grifondoro, vero? Peccato che ci lascerà le penne… Le è andata già fin troppo bene quest’estate, vero Severus?-
-Cosa vuoi insinuare, Mulciber?-
-Non sei stato forse tu a comunicare a Rabastan dove abitasse la Sanguesporco? Non eravate… Ehm… Vicini di casa?-
-Si che sono stato io, Mulciber! Proprio per questo mi sembra assurdo che tu continui a rinfacciarmi questa storia, non ti pare? Vi ho dato prova del fatto che non m’importa se muore, vi ho messo io sulle sue tracce!-
-Guarda caso, proprio quando la dolce famigliola Babbana non era in casa!-
-Come avrei potuto sapere che non c’erano, per Salazar?! Come avrei potuto sapere quando avrebbero attaccato?!-
-Abbiamo fatto questo discorso un migliaio di volte, Mulciber, e abbiamo convenuto tutti, perfino Rabastan, che Piton non ha colpa in tutto ciò. Ha dato prova di fedeltà e di aver estirpato qualsiasi cosa fosse quell’insano legame che c’era tra lui e quella odiosa ragazza. Ora basta, è tardi. Cercate di scoprire i nomi di tutti quelli coinvolti nello scontro e la prossima settimana stileremo l’elenco da inviare. Non ha alcun senso rivederci prima, non abbiamo nulla da dirci e correremmo solo rischi inutili. Buonanotte a tutti voi-”

La penna rimase in bilico sulla pergamena, ma non scrisse altro. Sirius sentì il braccio di James allungarsi e immaginò che stesse controllando la Mappa.
-Sono andati tutti via. Snuffles- disse, toccando la piuma che si accasciò con un fruscio.
Scese il silenzio. Sirius si voltò a fronteggiare i suoi amici. L’indecisione che l’aveva colto qualche tempo prima era sparita, sostituita da un’espressione di ferrea decisione.
-Dobbiamo andare da Silente. Deve sapere queste cose il prima possibile-
-Che ora è?- chiese James, stropicciandosi gli occhi dietro le lenti.
-L’una. Non crederete davvero di uscire ora, vero?-
-Remus, hai sentito cos’hanno detto. Sorveglieranno il Preside. Domani potrebbe essere tardi, potrebbero vederci. Ora sono a letto, è il momento più sicuro-
-Ma ci sono le ronde degli insegnanti! Cosa gli direte, se vi beccheranno?-
-Avremo il Mantello, non ci faremo scoprire. Se ci beccassero ci manderebbero da Silente per la punizione, quindi non abbiamo nulla da temere. Ci stai, James?-
Sirius non aveva davvero bisogno di sentire la risposta dell’amico per sapere che era d’accordo con lui. Dopo un breve cenno del capo, i due si alzarono simultaneamente sotto lo sguardo preoccupato di Peter e contrariato di Remus. Sirius afferrò la Mappa e James recuperò il Mantello, avvolgendolo attorno ad entrambi.
-Non aspettateci alzati, e non preoccupatevi. A domattina-
Uscirono rapidamente dalla stanza e non si meravigliarono di trovare la Sala Comune totalmente vuota. Oltrepassarono il Ritratto senza svegliare la Signora Grassa e Sirius guidò l’amico lungo percorsi privi di insegnanti impegnati nella ronda fino al gargoyle che custodiva l’ingresso dell’ufficio del Preside.
-Api frizzole- disse James, e quello saltò di lato. Salirono sulla scala di pietra che li condusse fino al pesante portone di legno massiccio; c’erano voci che provenivano dall’ufficio, ma nessuno dei due si fece scrupoli a bussare. Il chiacchiericcio si spense all’istante per lasciare posto alla gentile voce di Silente che li invitava ad entrare.
-James, Sirius! Cosa vi porta qui a quest’ora della notte?-
Il Preside era sveglio, seduto sulla sua poltrona e avvolto in una giacca da camera di velluto blu trapuntato da fili d’argento. Li guardava con il consueto luccichio negli occhi e un pizzicò di divertita curiosità.
-Ci scusi per l’improvvisata e per l’orario, Professore, ma crediamo di aver scoperto qualcosa di piuttosto importante-
Mentre James ancora parlava, Sirius si sfilò dalla tasca la pergamena arrotolata e la porse all’uomo. Appena l’ebbe aperta e scorse velocemente il contenuto, gli occhi di Silente si rialzarono su di loro, interrogativi.
-Suppongo che non sia il caso di fare domande sul modo in cui voi siate venuti in possesso di simili informazioni-
I due sorrisero.
-Le saremmo grati se non lo facesse, Professore, ma può stare tranquillo. Su quella pergamena sono riportate le esatte parole uscite di bocca da quei ragazzi-
Il Preside annuì brevemente, poi tornò a prestare tutta la sua attenzione alla pergamena. Non rialzò lo sguardo finché non ebbe letto l’ultima frase.
-Possiamo essere certi che questi signori non sappiano che sono stati spiati?-
-Ragionevolmente certi, Signore. Avrebbero dovuto cercare la presenza di Incantesimi nella loro Sala Comune, ma ci vivono un sacco di ragazzi che lì si esercitano… Sarebbe come cercare un ago in un pagliaio, e loro non hanno ragione di credere di essere spiati, non crede?-
Il vecchio fece un sorriso ancor più ampio.
-Si, Sirius, credo tu abbia ragione. Non voglio sapere quante regole di questa scuole abbiate infranto per mettere le mani su queste informazioni, ma vi ringrazio molto. Saranno importantissime. Ho ragione di credere che sia Rabastan Lestrange, quello incaricato dei rapporti con gli studenti. Voi cosa ne pensate?-
James sbuffò.
-Non conosco nessun altro che abbia avuto la sfortuna di chiamarsi “Rabastan”. E, comunque, è logico. Lui ha lasciato la scuola l’anno scorso, e sappiamo che suo fratello maggiore ci è dentro fino al collo. Non avrà perso tempo ad unirsi hai Mangiamorte, ed è quasi un coetaneo dei ragazzi. Passa inosservata l’amicizia tra un ex studente e coloro che sono ancora a scuola, soprattutto se si sfrutta una relazione come specchietto per le allodole-
Silente annuì, compiaciuto.
-Molto bene. Questo conferma i nostri sospetti sull’identità degli infiltrati, e ci informa anche sul metodo di comunicazione che utilizzano per avere gli ordini dall’esterno. Ciò che non ci dice, però, è come proteggere gli studenti da ciò che sta per accadere-
-Non ha già messo sotto protezione le famiglie dei ragazzi coinvolti nell’attacco, dopo che le abbiamo fornito gli elenchi?-
-Il Ministero, su suggerimento di Alastor, l’ha fatto. Ma se non riusciranno a minacciarvi facendo leva sulle vostre famiglie si rivolgeranno direttamente a voi. Potrebbero tendervi delle trappole e costringervi a collaborare, Sirius-
-Non lo faremmo mai! Preferiremmo morire che unirci a loro!-
-Ma io non voglio che voi moriate. Voglio che siate al sicuro in questa scuola, voi e tutti gli altri che come voi si sono battuti tempo fa-
-Non oseranno prendersela con noi qui dentro, Professore. Sarebbe come dichiarare di essere in combutta con i Mangiamorte, tutti saprebbero che lavorano per loro perché agirebbero per rappresaglia-
-Anche questo è vero. Voldemort non vorrà perdere il vantaggio di avere spie nella scuola. A quanto pare cerca di seguire le mie mosse... Bravo, Tom…-
Sirius non fu certo di aver sentito bene l’ultima parte delle parole di Silente, perché non conosceva nessun “Tom” e non riusciva a capire di cosa l’anziano Preside fosse tanto compiaciuto.
-Crede che Voldemort abbia capito che lei si sta muovendo, Signore? Che l’Ordine esiste?-
Silente parve richiamato al presente dalle parole di James.
-Non credo che sappia dell’Ordine, no. Ma sa che sto cercando di ostacolarlo in qualche modo, e l’attacco ad Hogsmeade, come voi stessi avete avuto modo di capire, non è andato come voleva. Il suo scopo era spaventare gli studenti, i genitori, ma anche e soprattutto me. Voleva che recepissi il messaggio che Hogwarts non è più sicura, che può prendersela quando vuole. Invece, il suo progetto si è ritorto contro di lui; i suoi uomini sono stati sconfitti da semplici studenti e messi in fuga. Invece di uscirne come un indiscusso vincitore, si è ritrovato a fare i conti col fatto che il Mondo Magico non si sta affatto piegando alla sua volontà, tanto che perfino dei ragazzini hanno preferito rischiare di morire che arrendersi ai suoi uomini. Si è reso conto, in breve, che la paura non gli permetterà di ottenere tutto ciò che vuole. Lo scempio che, il mese dopo, ha perpetrato all’interno del Ministero è servito al suo ego, per ricordarsi che può ancora ottenere ciò che vuole, qualunque cosa sia. Sta cercando di riorganizzarsi, di scoprire in anticipo cosa tento di fare per ostacolarlo. Vuole sapere se ho contatti al Ministero che potrebbero danneggiarlo, così come teme che io possa avere qualche spia tra i suoi-
-E lei… Ce l’ha, Signore?-
Il Preside rivolse un sorriso furbo a Sirius.
-Non credo, Sirius, che tu debba saperlo questa sera. Per quanto abbiate fatto un buon lavoro, e davvero vi sono grato, non siete ancora membri effettivi dell’Ordine-
Sirius si sentì leggermente deluso, anche se non stupito. Tuttavia, non si perse d’animo.
-Avrà letto, Signore, che parlano di “essere Marchiati”. Suppongo che questo supporti la teoria di Moody, che i Mangiamorte vengano ammessi nella cerchia dei fedelissimi ricevendo il tatuaggio del Marchio Nero-
-Si, Sirius, ho notato. Preferisco non sapere da chi avete saputo del tatuaggio, anche se posso immaginarlo, ma questo conferma ciò che già sospettavamo. Anche Rosier ne aveva uno-
Cadde il silenzio per qualche istante in cui Silente chiuse gli occhi come se stesse riflettendo intensamente; quando li riaprì, sembrava sereno.
-Bene, ora credo che sia meglio che torniate a letto. Avete bisogno di un lasciapassare per non incappare nelle ronde, suppongo-
James ghignò.
-In realtà, Professore, non credo sia necessario. Ce la caveremo benissimo. Può tenere la pergamena, ne abbiamo un’altra copia-
Silente sorrise ancora più birichino.
-Sempre previdenti i Malandrini, vero?-
I due sghignazzarono, levandosi in piedi.
-Vi prego, ragazzi, di tornare qui appena avrete informazioni nuove. E fate attenzione. Guardatevi le spalle-
-Non si preoccupi, Signore. Siamo in grado di badare a noi stessi-
Silente fece l’occhiolino a Sirius.
-Di questo, Sirius, sono ormai piuttosto sicuro. Non so per certo, però, che voi siate in grado di badare a voi stessi quando siete l’uno con l’altro-
E con questa frase enigmatica, il Preside li congedò.

 
Note tecniche:
pubblicazione anticipata di qualche ora, perdonatemi.
Ovviamente le parti virgolettate sono le frasi dei Serpeverde; mancano intonazioni, pause e identificazione di chi parla perchè anche i Malandrini si limitano a leggerle, quindi non ci sono indicazioni su come siano state espresse.
"Snuffles" è il nome con cui Harry, Ron e Hermione si riferiscono a Sirius per mantenerne l'anonimato nella versione originale de "Il Calice di Fuoco", e il soprannome gli viene suggerito da Sirius stesso; è anche un cane famoso dei cartoni animati e il verbo significa "annusare". L'ho associato alla parola segugio e mi sembrava ci stesse bene visto l'uso a cui è deputata la Penna, ovvero "scovare" i piani dei Serpeverde come i cani scovano i tartufi.

Altre note:
Siamo arrivati al cinquantesimo capitolo e io mi sento abbastanza soddisfatta di questo percorso, almeno fino a qui. Quando ho cominciato ero titubante e avevo in mente un progetto molto meno esteso, ma poi mi sono lasciata prendere la mano.
Soprattutto, ho avuto il piacere e l'onore di catturare la vostra attenzione; posso sinceramente affermare che non avrei mai immaginato, quando ho cominciato la stesura di questa long, che avrei ottenuto risultati così appaganti.
Credo sia doveroso, dunque, ringraziare tutte le persone che hanno Preferito,Seguito e Ricordato questa storia durante questi quattro mesi, chi ha sprecato il suo tempo per lasciarmi una recensione e chi è presente ad ogni pubblicazione e con le sue parole mi dà spunti, suggermienti o semplicemente il suo sostegno.
Siete in tanti, vorrei nominarvi tutti ma non posso, per ovvi motivi; mi limito dunque a ringraziare chi mi ha dato fiducia all'inizio, chi mi ha dato suggerimenti per migliorare, chi è arrivato pian piano e non se n'è più andato, chi ha scovato la storia per caso e ha dimostrato di averla apprezzata con una quantità di recensioni piene di parole meravigliose, chi c'era e poi se n'è andato o segue semplicemente in silenzio, chi è diventato compagno di chiacchierate.
Spero davvero di continuare a meritarmi la vostra attezione.

 
   
 
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