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Autore: Herm_Granger    22/11/2015    1 recensioni
Dopo la fine della guerra, gli studenti di Hogwarts devono ripetere l'anno, ma mentre il mondo magico si lecca le ferite, qualcosa per Hermione è cambiato...
Dal capitolo 7:
Osservò il Marchio Nero, ora visibile sul braccio nudo del ragazzo.
“Non se ne va via?”
“No, non c’è modo di toglierlo.”
“Perché allora non lo copri con una fasciatura, o qualcosa di simile?”
“Per lo stesso motivo per cui tu non nascondi la tua cicatrice. Non vado fiero di quello che ho fatto, ma non voglio e non posso nasconderlo. Io sono andato in guerra e non combattendo mi sono procurato questo marchio.”
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo 16

Nel frattempo, nei sotterranei di Hogwarts.

La ragazza stava scomposta sul divano della sala comune, da sola, giocherellando con una ciocca di capelli neri, come attendendo qualcosa. Una luce verde veniva soffusa nella stanza dalle acque del Lago Nero, contrastata soltanto dal debole bagliore del fuoco, unica fonte di calore. Molti avrebbero pensato che fosse un luogo tetro, quasi da storia dell’orrore, gelido e buio, ma non lei. L’acqua le aveva sempre trasmesso un senso di pace. Le permetteva di riflettere, soprattutto quando non c’erano ragazzini rumorosi a turbare quello che sembrava un equilibrio stabile e senza confini. Come una piccola bolla tutta per lei, lontana dal mondo reale. In quel luogo, poteva apprezzare il valore del silenzio. Spesso, infatti, aspettava fino a tardi che anche l’ultimo studente di Serpeverde andasse a dormire, per poter rimanere da sola. Ecco perché nessuno, quella sera, si era insospettito vedendo che si attardava. Improvvisamente, il silenzio fu spezzato da un rumore proveniente da un punto indefinito davanti a lei, come se qualcuno stesse trascinando delle pietre. Alzò lo sguardo e vide che il camino si stava spostando di lato, aprendo un passaggio segreto.
Una figura incappucciata emerse dall’oscurità e si eresse avanti a lei, esibendo il suo impaccabile portamento, sebbene un po’ provato dalla reclusione. Lentamente, l’ombra si tolse il cappuccio, lasciando cadere una massa di lunghi capelli biondi, quasi bianchi. Aveva il volto emaciato e qualche ruga in più, ma aveva gli stessi occhi di ghiaccio. Non poté non riconoscerlo: Lucius Malfoy.
“Buonasera, signorina Parkinson.”

 
______
Ora di colazione, Sala Grande
 
Quella mattina Hermione era scesa per fare colazione da sola. Harry e Ron non ne volevano sapere di scendere; sicuramente avevano fatto tardi per giocare a scacchi, o qualcosa del genere e adesso erano stanchi morti... Un film già visto.
Si sedette al suo posto e aprì il libro di Trasfigurazione sul capitolo “Come trasfigurarsi in animali invertebrati”, quando  vide una scena che le fece gelare il sangue...
Draco. Draco che ride. Draco che ride con la Parkinson. Draco che le tiene la mano. Malfoy che si siede vicino alla Parkinson. Malfoy che non le toglie gli occhi di dosso. Malferret si avvicina... no non può essere. Non può...
“Hey, Herm! Devo raccontarti una cosa che abbiamo fatto ieri sera...”
Harry e Ron erano finalmente arrivati, ma lei non li ascoltava. Aveva lo sguardo fisso e con una mano stava accartocciando la pagina del libro di Trasfigurazione. Harry seguì il suo sguardo e lo vide: Malfoy. Quel viscido bastardo stava baciando Pansy Parkinson.
“Vieni con me.”

 
______
 
Ore 9:00, In teoria prima ora di lezioni, In pratica Casa di Hagrid.
 
Hagrid stava concimando i suoi peperoni rossi, quando vide Harry, Ron ed Hermione arrivare a passo di carica. Harry avvolgeva con un braccio Hermione, che non aveva ancora aperto bocca.
“Hagrid! Abbiamo bisogno del tuo aiuto! Ma che stai...”
Harry aveva notato il “concime” che stava usando il guardiacaccia: era viola ed emanava una strana luminescenza verde...
“Ehm, ehm. Non badare a questo...” disse nascondendo il sacco dietro la schiena con fare indifferente.“mi pare che ci sono cose più importanti adesso. Vediamo un po’...”
Li fece entrare in casa, mise su del tè e preparò quattro tazze giganti e un vassoio dei suoi biscotti rocciosi (che ovviamente rimase intatto).
“Coraggio” disse sedendosi pesantemente “ditemi cosa è successo.”
“Ecco...”
Hermione non sembrava voler parlare, quindi intervenne Harry.
“Tu sai che Hermione e Malfoy stanno insieme dal ballo e... ehm...”
“Ha baciato un'altra.” Disse Ron laconico.
 
...“Era pesante” [...] “Malfoy l’ha chiamata ‘mezzosangue’, Hagrid…”[...]“Forse è la cosa più offensiva che gli poteva venire in mente”[...] “’Mezzosangue’ è un insulto spregevole e significa un mago nato Babbano… voglio dire, da genitori non maghi. Alcuni — come la famiglia di Malfoy, per esempio — pensano di essere meglio di tutti perché sono quello che la gente chiama ‘purosangue’”. [...] “Tutti quanti noi sappiamo che non fa nessuna differenza. Prendi Neville Paciock: lui è un purosangue, eppure non riesce neanche a fare star dritto un paiolo”...


Al tempo pensava che non ci potesse essere niente di più terribile: essere insultata e discriminata per le sue origini, perché i suoi genitori non erano maghi. Ma questo era molto peggio. Avrebbe preferito che tutto questo non fosse mai successo, avrebbe preferito continuare ad essere chiamata ‘Mezzosangue’, piuttosto che essere presa in giro così. Era stata una stupida. Non aveva ascoltato le persone che le volevano bene, che avevano cercato di metterla in guardia... ma ora era tutto finito.
“Quel farabutto figlio di papà! Ha fatto l’errore più grande della sua vita. Se potessi io...”
“Non puoi fare niente Hagrid.”
Hermione aveva finalmente parlato. Non piangeva. Non aveva intenzione di piangere per qualcuno ch non la desiderava. Avrebbe dovuto capirlo prima. Tutti quei cambiamenti improvvisi... era ovvio che voleva solo giocarle un brutto scherzo. Si sentiva come svuotata della sua vitalità, era incapace di reagire. Dentro aveva solo nero, come il tè che stava bevendo.
“Devo chiedervi scusa.” Disse alzando finalmente lo sguardo. “Avrei dovuto ascoltarvi.”
“Non fa niente Herm.”
I tre amici si abbracciarono, e Hagrid li strinse in uno dei suoi migliori abbracci soffocanti.
“Scusatemi, ma devo ancora ripassare Trasfigurazione e...”
“Certo, vai pure. Non c’è problema.”
“Ma Harry non pensi che... Ahi!”
Harry aveva tirato una sgomitata a Ron... evidentemente aveva un piano.
“Oh, si certo. Noi ti raggiungeremo a lezione...” disse massaggiandosi il braccio dolente. Esibirono un sorriso di circostanza finché la porta non si chiuse.
“Si può sapere che cosa hai in mente?”
“Hai sentito Malfoy ieri sera: doveva per forza dire la verità, era sotto l’effetto della pozione. Deve essere successo qualcosa.”
“Già, forse hai ragione... pensi che dovremmo dirlo a Hermione?”
“No, per ora indaghiamo. Rischieremmo solo di farle più male.”
Hagrid li guardava confuso.
“Non so cosa state combinando, ma fate quel che potete per aiutare la piccola Hermione. Io non dirò niente.”

 

Bentornati con un nuovo capitolo! Spero vi piaccia :)

n.d.a. So di aver sbagliato qualche tempo verbale nei dialoghi di Hagrid, ma la Rowling dice che non avendo finito la scuola è un pò sgrammaticato, quindi... chi sono io per contraddirla? XD

RECENSITE, RECENSITE,RECENSITE!

 
  
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