10.
Punizioni
-Selyan-
Doveva
andare.
Si
era svegliata con il cuore in gola per l’angoscia, aveva aspettato trepidante che
passasse l’ora di pranzo e poi aveva messo insieme tutto il suo coraggio ed era
uscita dalla sua stanza.
Sapeva
dove andare. Doveva solo arrivare in fondo al corridoio riservato alle
sacerdotesse del suo ordine, girare a desta e scendere la scala, attraversare
il giardino, salirne un’altra e andare a sinistra.
Era
semplice.
Ma
qualcuno doveva aver murato la scala dall’altra parte del giardino senza
avvertirla e doveva anche aver fatto un lavoro perfetto visto che non ne vedeva
i segni sul muro davanti a lei.
Dove
aveva sbagliato questa volta?!
Doveva
tornare in camera sua e ricominciare da capo, non aveva altra possibilità.
Il
suo solo problema era che la scala che l’avrebbe portata alla sua stanza doveva
essere in salita, non in discesa come quella che si trovava davanti a lei in
quel momento.
Imprecò
contro se stessa e sentì la disperazione assalirla mentre si guardava intorno.
Perché
si perdeva di continuo? Qual era il suo problema con quei corridoi?!
Forse
doveva davvero scendere da quella parte per capire dove diamine fosse finita.
<<
Selyan! >>
La
voce di Nora la salvò dalla disperazione e le corse incontro << Mi hai
salvato di nuovo, credo di essermi persa >>
Lei rise divertita prima di annuire
<< Sapevo che sarebbe successo. Irmelin è passata da me prima di andare a
lezione per chiedermi di accompagnarti, ma non riuscivo a trovarti. Andiamo >>
Selyan cominciava a sentirsi
agitata. Non sapeva cosa avrebbe dovuto dire o fare e soprattutto non sapeva
cosa aspettarsi. E se l’avessero mandata via? Potevano mandarla via?
Nora sembrò capire la sua confusione
perché le dette una spinta affettuosa a un braccio << Guarda che il
vecchio Aaren non ha intenzione di ucciderti, non fare quella faccia! >>
<< Beh, non è quello che mi
preoccupa ad essere sincera... >>
<< E non può
infliggere punizioni corporali. Tarìc non lo permette >> la informò
ridendo di qualcosa che solo lei poteva sapere.
<< Nemmeno
quello >>
<< E
allora qual è il problema? >>
Non sapeva se dovesse dirle o meno che aveva paura
che la rispedissero a casa. Se le avesse risposto che era possibile, avrebbe
perso la testa prima di arrivare dal nobile Aaren.
Purtroppo,
Nora fraintese il suo silenzio e cominciò a urlare << Non dirmi che ti
sei innamorata di quell’antipatico di Neith e ti vergogni a parlare con lui e
suo padre! >>
Si fermò
di colpo stupita. Ma come aveva fatto a pensarlo?!
<< Pensa
di nuovo una cosa del genere e dopo non aspettarti di trovare una sola delle
tue piante ancora in vita! >> le urlò con tutta la rabbia di cui era
capace.
Nora
rise di cuore alla sua reazione e Selyan si rese conto che probabilmente era
arrossita parecchio visto che si sentiva il viso più caldo del normale.
Quando la sua amica finalmente si
asciugò gli occhi chiarì il motivo delle sue risate <
<< In che senso? >>
<< Di solito sei calma, seria
… lascia perdere! Comunque non ci sarebbe stato niente di male se- >>
<< Adesso basta! Ti diverti a
provocarmi, per caso? E poi mi vieni a dire queste cose proprio tu che lo odi?!
>>
<< Io sì, ma la tua amica ha
ammesso davanti a tutti che farebbe di tutto per sposarlo. Posso anche capire
che a una sconosciuta sembri attraente, ma non capisco come possa volerci così
tanto tempo a rendersi conto che è un maledetto dispettoso, arrogante e
insopportabile! Ho chiesto centinaia di volte a Tarìc di esiliarlo e sono
sicura che mi avrebbe accontentata se non avessero avuto legami di sangue. Lo
detesto! >>
Che diamine di piega aveva preso
quel discorso? Doveva andare a scoprire quello che ne avrebbero fatto di lei da
quel momento in poi a causa del suo comportamento scorretto, e si ritrovava a
spettegolare con la migliore amica del re. Però, già che c’era… << Chi è
la mia amica? >>
Di certo non poteva essere Elydet e
tanto meno Irmelin che lo odiava già a morte.
<< La rossa che viene a
lezione con te >>
<< Keira?! Ma lei non è mia
amica >> protestò indignata anche solo dall’idea che Nora potesse pensare
che fosse amica sua
<< Lo so e la odio anche io.
Una volta ero con Tarìc, lei ci ha incrociati nel corridoio e si è fermata solo
a salutare lui. Io mi sono presentata e lei non mi ha neanche risposto. Avrei
voluto picchiarla a sangue, ma non mi va che Tarìc pensi che sono violenta >>
Ora parlava anche del re… non ci voleva. Doveva distrarla << Manca molto? >>
<< Sali quelle scale e
ricordati che voglio sapere tutto! >>
<< Grazie, Nora, senza di te
non so come avrei fatto >>
<< Avrai tempo per ringraziarmi,
adesso vai! >> la esortò spingendola con tutt’e due le mani piantate
nella schiena << Non dargli anche la possibilità di farsi grande
sgridandoti per i tuoi ritardi o non te la perdono! >>
Salì
le scale di corsa anche se ad ogni gradino sentiva l’ansia aumentare. Aveva una
paura folle di essere mandata via, o peggio ancora di essere esclusa dal
palazzo.
Cosa
avrebbe fatto in una terra sconosciuta?
Le
altre l’avrebbero disprezzata in eterno e non sapeva come si sarebbe comportata
la gente del villaggio con una sacerdotessa scacciata dal suo ordine, ma
sicuramente non l’avrebbero vista di buon occhio.
“Dea, aiutami”
Si rese conto all’istante che ormai
non aveva più il diritto di pregare la Dea per chiedere il suo aiuto. Non
sapeva più cosa pensare e si limitò a bussare alla porta. Solo così avrebbe
messo fine a tutte quelle domande. Quando vide il suo insegnante, però, si
pentì amaramente di essere andata da lui e avrebbe voluto sprofondare nel
pavimento. Dire che la guardava male era poco
<< Ti avevo detto chiaramente
di sparire >>
Aveva ragione. Le aveva detto di non farsi più
vedere dopo averle fasciato il braccio, ma lei era tornata. Ormai era troppo
tardi per cambiare idea e andare via.
<< Vi chiedo perdono per
avervi disturbato, mio signore, volevo solo scusarmi con voi per il mio
comportamento di ieri. Non ho rispettato i vostri ordini, ho visto mia sorella
in pericolo e ho perso la testa. Non era mia intenzione mancarvi di rispetto >>
<< Sei davvero patetica! Se
pensi di farmi cambiare idea sulla tua punizione, ti sbagli di grosso. Ormai ho
deciso, se la cosa ti crea dei problemi è solo colpa tua >>
Il disprezzo era scontato, ma quello
che le aveva detto per lei non aveva senso.
<< Mi dispiace, ma non so di
cosa state parlando, non sono a conoscenza della vostra decisione >>
<< E allora, a maggior
ragione, non dovresti essere qui! >>
La
porta si richiuse con uno schianto tanto forte che Selyan rimase stordita da
quel rumore improvviso.
Perché mai avrebbe dovuto supplicare
il suo insegnante i cambiare idea? Era davvero una punizione così terribile?
Non riusciva a capire ma, qualunque cosa fosse, se l’era meritata ed era
inutile continuare a pensarci.
Stava ancora pensando quando sentì
una voce dietro di lei << Selyan, ti avevo fatta avvisare di venire
subito da me >>
<< Ecco, veramente… io… >>
non sapeva cosa dire e il suo imbarazzo doveva essere evidente perché il nobile
Aaren aprì un’altra porta lasciandola passare.
<< Non importa, entra >>
L’uomo
la guardava in modo strano, forse perché aveva capito come si sentiva dal suo
viso. Non era mai stata brava a nascondere le sue emozioni anche se le
sacerdotesse come lei dovevano imparare a restare impassibili in qualunque
situazione. Era sempre stato tra i suoi più grandi difetti.
Il
nobile Neithel e l’uomo si era seduto a un tavolo facendole cenno di fare
altrettanto. Nello scostare la sedia Selyan si accorse che le tremavano
parecchio le mani così si sedette facendole sparire tra le pieghe della veste.
Nonostante quell’uomo non fosse
stato scontroso né arrogante con lei, non aveva il coraggio di guardarlo in
faccia. Non sapeva il motivo di quella sensazione, ma almeno stava rispettando
le regole della buona educazione di quelle parti.
<< Posso sapere perché hai
ignorato anche il mio ordine? >>
<< Volevo scusarmi per il mio
comportamento di ieri. Mi sono resa conto di aver sbagliato e ci tenevo a farlo
sapere al nobile Neithel, ma non volevo che pensasse che mi scusavo solo per
fargli cambiare idea su una punizione >>
L’uomo non parlava più e lei non sapeva
cosa pensare. Voleva solo scappare da quella stanza.
<< Immagino che tu voglia
sapere subito la decisione che è stata presa nei tuoi confronti, vero? >>
Annuì semplicemente.
<< Bene… Innanzitutto, come
sai, gli ordini dei vostri responsabili non possono essere contraddetti, tu li
hai addirittura ignorati. La cosa è stata discussa alla presenza del re e della
vostra somma sacerdotessa. Il nostro re sa che non dai problemi di solito e ha
più di un motivo per esserti grato, ma non poteva ignorare quello che hai
fatto. Visto che hai disobbedito al tuo insegnante, sarai allontanata dalle
lezioni >>
Si sentì crollare il mondo addosso.
Era un provvedimento scontato e doveva aspettarselo. Era ovvio che, se un
allievo non rispettava il suo insegnante, veniva allontanato dalla classe, ma
si sentiva malissimo lo stesso. A causa
della sua impulsività aveva messo fine alla sua possibilità di imparare a
dominare il suo potere in modo efficace, aveva messo fine alle sue possibilità
di imparare qualcosa di buono e, probabilmente, sarebbe anche stata allontanata
da palazzo. Era stata una stupida!
<< Seguirai le lezioni della
nobile Ismene >> disse il vecchio improvvisamente.
Lo guardò stupita. Allora non
volevano mandarla via né tanto meno farla restare a palazzo a non poter
imparare niente mentre le sue compagne avrebbero seguito un piano di studi
personalizzato! Avrebbe imparato anche lei qualcosa per rendersi utile.
<< Ma non è l’unica decisione
che hanno preso >> la avvertì stroncando sul nascere il vago senso di calma
che le aveva appena riportato. << Dal momento che Neithel è anche un
membro della Corte Reale, ha deciso di punirti anche per aver ignorato un
ordine reale >>
E ora arrivava l’esilio dal palazzo,
lo sapeva. Lo capiva dalla pausa smisurata di quell’uomo.
<< Dovrò… andare via da qui? >>
quella domanda le costò uno sforzo enorme come la paura che aveva della
risposta che per ricevere.
<< No. Avrai anche disobbedito
e usato poteri di discutibile provenienza, ma hai pur sempre salvato la vita di
molte persone compreso il re >>
Poteri
di discutibile provenienza… Il nobile Neithel aveva sbandierato
alla corte quello che aveva fatto alla faccia della sua supplica di tenere la
bocca chiusa in cambio di quello che aveva fatto per loro. Perché mai si era
fidata di lui?! Avrebbe tanto voluto chiedere al nobile Aaren se, per caso, non
avesse capito male quello che intendeva, ma fu lui a toglierle ogni dubbio
senza bisogno di inutili domande
<< Sì, Selyan, sappiamo
esattamente cosa hai fatto e nessuno di
noi accetta volentieri l’idea che una di voi abbia simili poteri per le mani >>
<< Io non voglio- >>
<< Non importa >> la
interruppe << Ti rendi conto che il fatto che tu abbia chiesto di tenere
nascosta la cosa alla tua stessa Somma Sacerdotessa ci fa sospettare parecchio
della tua lealtà? >>
<< Me ne rendo conto, Mio
Signore >>
Non disse altro. Cosa altro poteva
dire che non peggiorasse le cose? Non era mai stata brava con i discorsi. Meno
che mai con quelli riparatori.
<< Quello che hai fatto
comporta la pena di morte per la tua gente? >> insistette lui.
<< Non ne sono certa, ma credo sia molto probabile.
Soprattutto considerando il fatto che la Somma Dalia sopporta male me e il mio
potere dal giorno in cui sono entrata al tempio >>
<< Perché? >> chiese lui
con quel tono che ordinava più che domandare.
<< Un tempo tra la nostra
gente, solo i nobili avevano potere sufficiente per governare una pietra. Negli
ultimi anni non era più così e la Somma Sacerdotessa…
Beh… Il fatto che i contadini avessero il potere riservato ai nobili era in
qualche modo il segnale evidente che il tempio aveva fallito nel controllarne
la diffusione. Mio padre era un nobile, è vero, ma mia madre era una donna di
umili origini con cui aveva diviso il letto una notte in cui un temporale
l’aveva sorpreso sulla strada del ritorno. Non sono neanche figlia di una
coppia sposata. La mia stessa esistenza per il nostro tempio era al limite del
disonore e la Potente Dalia mi ha sempre… sopportata solo perché mio padre aveva
una delle cariche più alte del nostro regno. Era difficile che qualcuno si
opponesse a lui almeno quanto è difficile che qualcuno si opponga a una
decisione del vostro re >>
<< Il generale aveva così
tanto potere nel vostro regno? >> chiese improvvisamente incuriosito da
quel dettaglio.
<< Mio padre sì >> lo
corresse lei prima di rendersi conto che, forse, aveva di nuovo parlato troppo.
<< Beh, qui non sei a casa tua
e tuo padre non può coprire le tue prese di posizione, Selyan >>
<< Ho sempre cercato di non
dare problemi a mio padre quando era in vita, Mio Signore, non intendo
disonorare la sua memoria adesso. Tutto quello che ho fatto ieri, l’ho fatto
per proteggere mia sorella. Niente di più. Mi dispiace se ho arrecato offese o… giuro che anche ripensandoci adesso, non so in che altro
modo sarei potuta uscirne >>
<< Fidandoti di noi, magari? >>
<< Mio padre mi chiese di
occuparmi di Elydet se fossimo rimaste sole e gli promisi che lo avrei fatto.
Ieri sarei morta se qualcuno si fosse messo in mezzo e mi sarei vergognata in
eterno quando avessi raggiunto mio padre nei Regno Eterni per aver lasciato
sola sua figlia >>
Un attimo di silenzio calò nella
stanza. Lei non sarebbe riuscita a dire altro senza scoppiare a piangere come
una stupida al tavolo del nobile e lui sembrava pensare a qualcosa della
massima serietà. Sperava con tutta sé stessa che non pensasse al modo di dirle
che l’avrebbero mandata via dal palazzo
<< Il re in persona ha
stabilito che il vostro ordine sarebbe rimasto a palazzo per due anni, non puoi
essere mandata via da qui se non per ordine del re e lui ritiene che tu sia un
pericolo, ma non una minaccia. Sarò sincero con te, ragazza, non ci fidiamo
molto della vostra Somma Sacerdotessa e l’idea che sappia di avere a portata di
mano una ragazza in grado di fare quello che hai fatto tu, ci piace ancora meno
di sapere quello che tu potresti fare da sola >>
Di nuovo si trovò incapace di
rispondere.
<< Sai che il nostro paese è
stato devastato da un terribile terremoto e non mi sembri troppo stupida per
capire che l’incendio di ieri sera ha peggiorato di molto la situazione >>
ricominciò l’uomo cambiando discorso << Il re ha ordinato la formazione
di tre squadre di soldati e volontari che avranno il compito di svolgere i
lavori di ristrutturazione. Parteciperai a quelle squadre ogni mattina e
seguirai le lezioni della nobile Ismene il pomeriggio >>
Selyan credette di aver capito male.
Quella che avrebbe dovuto essere una terribile punizione, a lei apparve come il
modo in cui poteva rendersi utile e tenere la mente impegnata in qualcosa che
non fossero il suo passato o gli intrighi inesistenti che disegnava nella sua
mente ogni volta che era libera di pensare quello che voleva. Era possibile?!
<< Mi dispiace che sia andata
in questo modo >> le disse il vecchio Aaren che probabilmente aveva
interpretato male il suo silenzio.
Lei scosse la testa << No, va
bene così, mi meritavo di peggio >>
Ringraziò e stava per andare via
quando l’uomo la fermò con una domanda << Non ti interessa la durata? >>
Si stupì così tanto che smise di
fissare il tavolo e alzò il viso verso di lui
<< Durata? >>
<< Non avrai pensato che ti
avremmo fatta lavorare in eterno per rimettere in piedi un paese che dovrai
abbandonare? Tre mesi a partire da domani. Ovviamente non vale la stessa cosa
per le lezioni >>
Si
sentì immensamente sollevata e sorrise all’uomo ringraziandolo, tanto ormai era
convinta di aver imparato a memoria lo schema delle venature del tavolo.
Sapeva
che avrebbe preso parte alle lezioni del pomeriggio, ma non avrebbe capito
niente di quello che la Nobile Ismene avrebbe detto per la stanchezza, che
sarebbe arrivata a palazzo troppo tardi per andare a lezione, o chissà
cos’altro sarebbe riuscita a combinare per mettersi nei guai in quelle squadre,
ma alla fine avrebbe potuto dedicarsi solo alle lezioni e recuperare il tempo
perso.
Forse
non sarebbe mai stata ai livelli delle sue compagne, ma avrebbe comunque
imparato qualcosa.
Doveva assolutamente raccontare
tutto a Irmelin prima che la preoccupazione la facesse impazzire.
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-Aaren-
Il
vecchio Aaren rimase seduto al suo posto anche dopo che la porta si chiuse alle
spalle della ragazza che aveva fatto passare un’altra notte insonne a tutta la
corte.
Era
deciso ad avvertirla di quanto il re fosse stato vicino ad esiliarla per
convincerla a ridimensionare il suo carattere assurdo, ma quando l’aveva vista
così spaventata all’idea di essere cacciata, aveva capito che avrebbe avuto
esattamente l’effetto contrario con lei.
Sapeva
da Nora che era convinta di aver perso quasi tutto nella vita e metterla di
fronte alla consapevolezza di essere a un passo dal perdere il resto, avrebbe
potuto fare di lei una disperata senza cervello, pronta a compiere le peggiori
stupidaggini senza più freni.
Quello
che quella ragazza non aveva capito era che, usando il potere della corte
reale, aveva reso impossibile da sola il suo esilio.
Perfino
la ferma determinazione del re e di suo figlio erano crollate quando Aaren
aveva fatto notare alla corte che era stupido esiliare una persona che aveva
per le mani il loro potere e poteva disporne a suo piacimento. Altri avrebbero
potuto avere per le mani lei, la sua lealtà e la possibilità di ordinarle di
mettere fuori combattimento la corte.
Loro
non avevano considerato quel lato della faccenda e lei non era neanche
lontanamente vicina all’immaginarlo vista la paura che aveva di sentirsi
allontanare dal regno o dal palazzo.
Ma
era quella paura a preoccupare Aaren.
Perché
non voleva essere allontanata? Era solo per le sue sorelle e amiche o c’era
qualcosa di più? La possibilità di comandare il Bracciale del Potere di suo
figlio le aveva fatto credere di potersene impossessare per chissà quale scopo?
Liberare la sua terra forse?
Il
nobile Aaren si alzò e raggiunse la portafinestra che dava sull’immenso balcone
che collegava tutte le stanze dei reali.
C’era una questione molto più banale
e molto più urgente da risolvere in quel momento
<< Sai, figliolo, mi chiedevo
da quando hai preso l’abitudine di origliare le conversazioni altrui >>
Neithel
non gli rispose. Era troppo impegnato a guardare il giardino sotto di loro dove
quella che era stata la sua allieva correva verso sua sorella.
Non era raro che Aaren vedesse il
disprezzo sul viso di suo figlio, e non era strano che la odiasse dopo quello
che lei aveva fatto, ma decise comunque di tentare di risollevare la situazione
<< Sembrava sinceramente
pentita di quello che ha fatto. Chi avrebbe lasciato uccidere sua sorella senza
fare niente? >>
<< Fosse stato per me l’avrei
venduta al mercato degli schiavi >> sbottò tornando nella sua stanza
senza neanche guardarlo in faccia.
Il
nobile Aaren non riuscì a trattenere uno sbuffo divertito.
Nonostante
tutti i problemi, nonostante tutto quello che era successo negli ultimi anni,
per un attimo si era sentito riportare indietro nel tempo di quasi un ventennio.
Poteva
davvero avere paura di una ragazza in grado di riportare le cose alla normalità
senza neanche saperlo?
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-Elydet-
Elydet
aveva deciso di saltare la lezione della nobile Ismene fingendo un malessere.
Sospettava
che la donna avesse capito il motivo della sua assenza, ma non le importava:
aveva bisogno di sapere cosa avevano deciso per sua sorella. La curiosità
l’avrebbe sicuramente distratta dalla lezione ed era meglio non andare che dare
motivo alla nobile Ismene di lamentarsi di lei per la sua disattenzione.
Era curiosa e impaziente, ma non
aveva la minima paura. Nonostante tutte le paure di Selyan e le preoccupazioni
malcelate di Irmelin, lei sapeva che il re era troppo perfetto e magnanimo per
essere spietato nel punire chi, pur con mezzi discutibili, gli aveva fatto un
favore. Non era un ingrato, né tanto meno uno stupido. Erano le sue compagne di
stanza ad avere dei problemi nel giudicare le alte cariche, lo sapeva da tempo
ormai, eppure-
<< Ely, attenta! >>
La
voce di sua sorella la face tornare alla realtà appena in tempo per vedere una
colonna a pochissimi centimetri dal suo viso.
Si riprese velocemente e tornò
indietro di un paio di passi prima di esplodere
<< Tu da dove sbuchi!? >>
Selyan la guardava come se avesse
parlato un’ altra lingua << Sorellina, mi sei passata davanti senza
neanche accorgerti di me. Stavi pensando di nuovo al re per caso? >>
L’immagine del sovrano le
tornò in mente limpida e perfetta e le fece dimenticare la figura da stupida
che aveva appena fatto rischiando di schiantarsi contro il grosso pilastro.
<< Divina Luce! Com’è bello! >>
Perché sua sorella sembrava
divertita?! Che il Divino era stupendo
era una verità indiscutibile e, se lei non lo vedeva così, il problema era solo
suo.
<< Vuoi dirmi cosa ti
hanno detto o vuoi prendermi in giro e basta? >> tagliò corto.
<< Non ti arrabbiare, mi ha
fatto ridere la faccia che hai fatto. Se tu fossi stata un cagnolino, ti
saresti messa a scodinzolare al pensiero del re >>
Ma dove le prendeva sua sorella
certe idee? Però i cani le piacevano e l’idea anche…
<< Sì! Avrei scodinzolato e
poi sarei andata a strusciarmi alle gambe del Potentissimo che mi avrebbe accarezzato e… Selyan-cosa-mi-fai-dire!?
>> urlò arrossendo di colpo.
Sua sorella riusciva sempre a
confonderla e farla parlare troppo. L’unica soluzione in quei casi era cambiare
discorso immediatamente << Cosa ti hanno detto? >>
<< Non posso più fare
lezione con il nobile Neithel >>
Elydet trovò strana quella
risposta. Lei avrebbe esultato, invece Selyan era impassibile, quasi triste.
Dopo tutte le volte che si era lamentata di lui che senso aveva? Doveva esserci
qualcos’altro.
<<
E questa è la buona notizia, suppongo. La cattiva? >> la esortò in ansia.
Non ottenne risposta.
Selyan alzò solo le spalle persa nei suoi pensieri.
<< Ma allora non ti hanno
punita! Lo dicevo che il Sommo era
troppo buono per punire qualcuno! Davvero è solo questo? >>
<< La mattina prenderò
parte ai lavori di restauro del regno e il pomeriggio, se farò in tempo, potrò
venire a lezione nel vostro gruppo >>
Non capiva perché sua sorella
non fosse contenta di quella decisione. Lei avrebbe fatto salti di gioia mentre
invece l’espressione che aveva attraversato il volto di sua sorella, anche se
era durata meno di un secondo, era inconfondibilmente abbattuta. Selyan era una
stupida.
<< Non posso crederci,
torni con noi! >> esultò felice buttandole le braccia al collo.
Con
tutte le cose che sapeva lei, Elydet avrebbe potuto farsi aiutare con gli
studi, sarebbe diventata la più brava, la nobile Ismene si sarebbe vantata di
lei con il re e lui avrebbe saputo che, oltre al potere del fuoco, aveva anche
una buona dose di intelligenza e l’avrebbe apprezzata ancora di più! Era un
sogno!
Se
ripensava a quando sulla nave passava le giornate nella paura che sarebbero
finite in un posto più orribile della loro isola, si sentiva ancora più stupida
di quando aveva quasi sbattuto contro la colonna un attimo prima.
Quel
posto era perfetto come il re che lo governava.
Non
doveva più sopportare Dalia a lezione, non doveva più vedere Keira in classe e
sopportare le sue prese in giro, poteva vedere lo Splendore del creato della Dea e sentirsi chiamare per nome da lui
e adesso sua sorella tornava in classe con lei. Era tutto semplicemente
perfetto!
Probabilmente si era sbagliata ed
era solo stanchezza quella che aveva visto sul viso di Selyan un attimo prima.
Non poteva credere che sua sorella non fosse felice di tornare insieme a loro e
togliersi di mezzo Keira.
<< Da domani sono con voi,
però- >>
Irmelin la interruppe dal fondo del
cortile urlando come una pazza << Ely, perché non mi avverti mai,
dannazione!? Ho dovuto fingere un malore per venire via così presto! >>
<< Ciao, Irmy >> la
salutò Selyan senza emozione nella voce.
<< Piantala con i convenevoli:
chi devo uccidere? >> chiese lei alzandosi le maniche.
Quando
Irmelin si alzava le maniche era sempre per prepararsi a un inutile e stupido
scontro con qualche alta carica che le avrebbe fatte di nuovo mettere in
punizione.
Elydet aveva perso le speranze
ormai. Alzò gli occhi al cielo prima di spiegarle la situazione sperando che si
calmasse da sola
<< Non devi uccidere nessuno.
Sel verrà a lezione con noi >>
Irmelin si illuminò di euforia e
abbracciò Selyan << Ti avevo detto che questo posto avrebbe riportato
tutto alla normalità! Devi pulire il pavimento di qualche tempio? >>
<< Ricostruire il paese >>
la corresse sua sorella.
<< Diamine! >> imprecò Irmeòin << Sospettavo che Sua Cattiveria fosse più vendicativo della Vecchia Stupida, ma credevo che il re l’avrebbe fermato. Sicura che
non devo ucciderlo? >>
<
<< No, aspetta! Squadre di
costruttori?! Uomini?! >> chiese incredula Irmelin costringendo Elydet a
deviare la conversazione per evitare altri stupidi discorsi sugli uomini che
avrebbero portato Irmelin al delirio e Selyan alla depressione << Vi
siete accorte di cosa è appena successo, vero? >>
<< Cosa? >> chiesero le
altre due quasi in coro.
<< Tu hai appena preso una
punizione per aver fatto quello che ti pareva e lei sta cercando il modo di
farsi coinvolgere. Siamo alle solite! Una delle due viene punita e l’altra
cerca disperatamente di raggiungerla. Quante volte avete lustrato in due la
Sala Grande del Tempio dei Cristalli per lo stesso motivo? >>
Sua sorella sembrò convincersi
finalmente a sorridere divertita, ma Irmelin sbuffò arrabbiata prima di urlare
<< Selyan, dannazione! Mi hai rubato la vittoria! Tu e la tua buona
educazione mi avete imbrogliato e mi avete rubato la prima punizione dei nuovi
regnanti! Me la pagherai! >>
Elydet annuì convinta << Io
ero praticamente sicura che la prima fosse di Irmy, mi hai sorpreso! >>
<< Guarda che mi hanno punita
per averti salvato la pelle >> le ricordò sua sorella.
<< È anche merito mio, allora!
>> esultò la più piccola battendo le mani per la felicità << Ti abbiamo battuta! >> urlò
contro Irmelin.
La sacerdotessa del vento le
guardava con gli occhi stretti a due fessure, minacciosa e decisa come se
parlasse della più seria delle questioni: << Giuro che riuscirò a
vendicarmi di tutte e due! Sarete niente al mio cospetto appena riuscirò a
inventare un piano adeguato! >>
<< Stai cospirando contro il
nostro regno? >> chiese una voce da dietro una delle grosse colonne alle
loro spalle.
<< Ciao, Nora! >> salutò
felice Selyan.
L’amica della Divina Creazione aveva appena fatto la sua comparsa in giardino con
una veste da principessa e un’acconciatura perfetta. Elydet l’aveva invidiata
dalla prima volta in cui l’aveva vista. Era così… adatta al re! Non sarebbe mai
stata come lei, accidenti!
<< Sto cospirando solo contro
queste due >> spiegò Irmelin << Non intendo accettare l’offesa che
ho subito! Sel si è presa la prima punizione dai nuovi regnanti! Dannazione, io
sono l’esperta! Il primato è sempre stato mio e me l’ha rubato, capisci? Non
posso accettare che lei i suoi modi educati e composti mi abbiano battuta! >>
<< Devo ripeterti che non l’ho
fatto apposta? >> protestò Selyan.
<< Non peggiorare le cose! >>
urlò la sacerdotessa del vento << È inutile che ti vanti di esserci
riuscita senza neanche impegnarti troppo perché mi vendicherò, Selyan, e ti
ripeto che la tua punizione sembrerà niente in confronto alla mia! >>
<< Da chi vuoi farti punire? >>
chiese Nora divertita e curiosa.
<< Non lo so ancora. Devo
prima valutare bene i pomposi nobili
di questo posto e la loro cattiveria. Non posso fare le cose a caso come lei! >>
<
<< Perché? >> chiese
Elydet incapace di accettare che il suo Perfetto
Sovrano vestisse i panni del boia o del torturatore per ordine di suo zio.
<< Aaren non prende decisioni
definitive >> spiegò Nora alzando le spalle come se fosse una cosa ovvia.
<< Ma se le prendesse sarebbero
drastiche, ho capito bene? >> chiese Irmelin con la faccia inconfondibile
di chi sta meditando un piano di conquista del mondo.
<< Io non l’ho mai visto
punire qualcuno. Quello che so, lo so dai racconti di Tarìc su quando era
piccolo. Dice sempre che nessuno aveva mai il coraggio di contraddirlo o farlo
arrabbiare >>
Elydet si perse per un attimo a
immaginare l’aspetto del Perfettissimo
da bambino. Doveva essere uno dei bambini più belli del paese, se non
dell’intero mondo. Stava cercando di immaginarlo correre felice per i prati
reali quando vide la faccia seria e concentrata di Irmelin. Stava davvero
inventando il modo di farsi punire, maledetta stupida!
<< Oh, no >> sospirò
Elydet << Nora, basta, ti prego >>
Il sorriso sul viso di Irmelin
andava allargandosi pericolosamente ogni secondo che passava << Nora, sei
la nostra salvezza, lo sai? >>
<< Irmy, calmati >>
cercò di fermarla Selyan.
Sua sorella non era il massimo della
furbizia, ma conosceva Irmelin meglio delle sue tasche e doveva aver capito
anche lei quello che le passava per la testa in quel momento.
<< Ho appena deciso che farò
arrabbiare lui e farò sparire voi alla mia ombra! >> esultò Irmelin <<
Ci riuscirò, lo giuro! Lo farò impazzire! >>
<< Guarda che Aaren potrebbe
arrivare all’esilio >> la avvertì Nora.
<< In quel caso avrei vinto
senza possibilità di rivalsa! >>
<< Sei impossibile! >>
le urlò Elydet prima di girarsi verso la sorella << Sel, diglielo tu che…
Selyan? >>
Selyan era immobile con lo sguardo assente
e non sembrava sentirla. Doveva essere di nuovo persa nei suoi pensieri o in
una qualche visione.
<< Maledizione, Sel! >>
sbraitò Irmelin << Sel, smettila! >> la prese per un braccio per
scuoterla, ma si immobilizzò anche lei.
Erano assurde! Elydet stava ancora
decidendo quale delle due prendere a schiaffi per farle rinsavire quando Nora
alzò una mano decisa per colpire Selyan. Sua sorella si riprese di scatto
fermando la mano di Nora a pochi millimetri dal suo viso.
<< Non volevo… >>
<< Grazie >> la
interruppe lei.
<<
Non ti ha neanche toccata >> protestò Elydet.
L’aveva
vista irrigidirsi e esitare prima di lasciare libero il polso di Nora. La sua
stupida sorella aveva rischiato di colpire una nobile, per di più amica del Divino Re, per colpa dei suoi maledetti
riflessi incondizionati da soldato!
Perché
non poteva comportarsi come tutte le persone normali?!
Qualunque
altra sacerdotessa in quella situazione sarebbe stata riportata indietro dallo
schiaffo, perché lei era stata portata indietro dall’istinto di combattere!?
A volte pensava che sua sorella
fosse un uomo sotto mentite spoglie.
Irmelin non cercò neanche di
contenersi e esplose con tutta la sua rabbia contro Selyan << Avrebbe
dovuto spaccarti la faccia, idiota! Mi hai spaventata! >>
<< Colpa tua >> le
rispose Selyan alzando le spalle come se fosse una cosa ovvia << Non
dovresti toccarmi quando succede >>
La sacerdotessa del vento non si
lasciò intimidire e le puntò un dito dritto contro il petto << Odio te,
il tuo maledetto potere e le tue maledette visioni incontrollate e incomprensibili!
>>
<< Io vi odio tutte e due perché
mi escludete sempre! >> urlò Elydet.
Perché doveva sempre essere tagliata
fuori da tutto? Perché lei che era sua sorella doveva essere esclusa da una
visione sul loro futuro quando Irmelin veniva coinvolta a pieno?
<< Tanto, per quello che si
capisce delle visioni di tua sorella, è inutile farne parte >> commentò
la sacerdotessa del vento << Sei uno schifo, Sel! >>
<< Posso sapere cos’era? >>
chiese Nora incuriosita.
<< Non ho mai imparato a
capire il senso delle mie visioni. Mi dispiace >>
<< Dimmi cos’hai visto, forse
posso aiutarti >>
Ma il tentativo di Nora fu ucciso
dalla risposta sdegnata di Irmelin << La maggior parte delle volte la cretina della mia amica non vede
niente, sente e basta. Mi chiedo a cosa serva un dono del genere! >>
<< Era qualcosa di bello? >>
insistette l’amica del re per niente propensa a lasciar perdere.
<< Orrendo >> rispose
Irmelin con il labbro arricciato per lo sdegno.
Tipico di Selyan. Ecco perché lei
non aveva chiesto cosa avessero visto, sapeva già che non sapeva prevedere
niente che non fosse una disgrazia.
<< Quando mai mia sorella
pensa cose buone? Non c’è speranza con lei >>
<< La mia speranza è morta,
Ely >> disse lei con il viso di nuovo abbassato a terra.
<< Non ricominciare! >>
la avvertì.
Era davvero stanca dei suoi continui
pianti immotivati e improvvisi. La sua punizione non era stata drastica e una
sacerdotessa del suo livello doveva essere in grado di non lasciarsi intristire
da una visione, non aveva il minimo motivo per fare una scenata di nuovo,
eppure i suoi occhi erano bassi e un attimo dopo i suoi sospetti furono
confermati dalla sua improvvisa fuga.
<< Ehi, fermati! Non puoi fare
sempre quello che ti pare >> cercò anche di rincorrerla, ma la sua
maledetta amica la teneva per la veste << Lasciami, Irmy, maledizione!
Lasciami! Sai che ho ragione e non può andare avanti così! >>
<< Lasciala andare, non serve
a niente fermarla adesso >>
Ecco
il motivo per cui sua sorella non riusciva a riprendersi. Elydet era
convintissima che Irmelin dovesse imparare a farsi i fatti propri invece di
difenderla di continuo. Doveva lasciare che Selyan imparasse ad affrontare la
realtà invece di lasciare che si affogasse nella tristezza.
<< Tu devi smettere di
appoggiarla sempre! Non si lascerà mai il passato alle spalle se continua a
crogiolarsi nella tristezza! Mia sorella ha bisogno di essere presa a manate
quando fa così, lo capisci?! >>
<< No, Ely >> insistette
lei << E smetti di urlare, per favore >>
<< Oh, certo, quando lei fa
così tu le vai dietro. Giusto. Mi state stancando, chiaro!? >>
<<
Posso sapere cosa le è successo? Perché fa così? >> chiese di nuovo Nora rischiando di farle
perdere la pazienza anche lei.
Che
razza di persone aveva intorno il re?! Era dotato di Divina bellezza e Somma intelligenza,
ma aveva accanto l’incarnazione della cattiveria e quella della curiosità. Come
diamine li sopportava?!
Decise di invocare la pazienza e
soddisfare la nobile davanti a loro visto che Irmelin, per qualche motivo che
poteva sapere solo lei, aveva smesso di parlare.
<< Perché è convinta che tutti
i mali del mondo colpiscano solo lei. Non capisce che non ha passato niente di
diverso da quello che hanno passato tutte le altre. Sai quante di noi hanno
visto morire la propria famiglia? Suo padre era anche mio padre, dannazione,
l’ho perso anch’io! E almeno sette di noi hanno visto morire i fratelli in
guerra. Perché lei dev’essere l’unica a non accettare- >>
<< Basta, Ely! >> la
interruppe Irmelin all’improvviso << È
tua sorella e dovresti aiutarla invece di criticarla! Se non riesce a
sopportare quello che ci è successo, non puoi fargliene una colpa. Non è
insultandola che risolverai i suoi problemi e non è trattandola in questo modo
che le farai capire che, nonostante tutto quello che ha perso, ha ancora una
sorella >>
Aveva
ragione. Forse.
La maledetta Irmelin sapeva sempre
come risolvere quelle situazioni e le sopportava con una pazienza che non aveva
mai capito da dove venisse. Forse doveva davvero averne anche lei con Selyan
per calmarla invece di cercare di convincerla a ragionare.
<< Uff…
vado a cercarla. Mi farò inzuppare la veste, non preoccuparti >>
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-Irmelin-
Appena Elydet imboccò la scala delle
loro stanze, Irmelin sospirò stanca << Scusa, Nora. Sembriamo tre pazze,
vero? >>
<< Per niente. Posso capire >>
<< Davvero? >>
La ragazza annuì seria << Tutti
prima o poi ci troviamo a fare i conti con le chiamate di Dio e non è facile
per nessuno accettarle. Forse non è sbagliato scuoterla un po’ >>
Irmelin
non aveva la forza di raccontare tutto a quella ragazza, né tanto meno aveva
voglia di condividere le sue paure più grandi con quella che era poco più che
un’estranea. Forse non era il caso che la nobiltà sapesse che aveva paura dei
comportamenti strani e pericolosi di Selyan nei momenti peggiori.
Decise di limitarsi ad esporle i
fatti. Nora avrebbe capito da sola, non era stupida.
<< Ely diventa troppo cattiva
con lei in questi casi. Credo sia anche colpa del fatto che il loro padre
passava molto più tempo con Selyan che con lei. Sel è distrutta per aver perso
tutto e Ely è arrabbiata perché ... credo la ritenga responsabile dell’assenza
continua di suo padre nella sua vita. Penso sia per questo che discutono di
continuo >>
<< I genitori non dovrebbero
fare preferenze >> obiettò Nora.
Non era un’accusa a qualcuno,
sembrava più una sua convinzione personale. Forse Nora era ancora troppo
piccola per capire come andava il mondo, o forse aveva sempre vissuto in un
palazzo reale dove i legami di sangue contavano più di qualunque altra cosa, ma
Irmelin non poteva lasciare che qualcuno pensasse male del nobile Kerse. Lei lo
aveva conosciuto bene e non poteva sopportare l’idea che re Tarìc e i suoi pomposi seguaci pensassero a lui come a
un uomo che trascurava una figlia solo perché non era la primogenita e non la
riteneva importante.
<< Ely aveva sua madre e, la
Dea voglia concedermi la grazia di dire il vero, è ancora viva e vegeta in salvo da qualche parte con i nostri
parenti più stretti. Selyan non ha mai conosciuto sua madre. Kerse non poteva fare
a meno di passare più tempo possibile con lei per non farla sentire sola
nonostante la famiglia a cui l’aveva affidata. La gente dell’isola guardava
male i figli nati fuori del matrimonio e lui non sopportava che sua figlia
fosse costretta a vivere con persone che non avevano nessun legame con lei, per
quanto, ti giuro, quella famiglia le volesse bene come se fosse una di loro.
Kerse ha sempre cercato di starle accanto perché aveva il terrore che qualcuno
le facesse venire il dubbio che non la volesse tra i piedi >>
<< Che ne è stato delle vostre
famiglie? >> chiese cauta Nora come se avesse paura della sua risposta.
Irmelin alzò le spalle prima di
riferirle quello che aveva sempre detto la vecchia
stupida senza però avere la certezza
che fosse la verità << Imbarcate su una nave come la nostra. La stupida
di Dalia doveva aver comunicato anche a loro la nostra destinazione, ma sono
partiti dopo di noi e noi abbiamo perso la rotta per più di una volta a causa
di tempeste, timonieri idioti o sa la Dea cosa. Non so neanche come siamo
finite nel vostro regno e non credo che Dalia avesse in mente di venire qui
dall’inizio. Non sappiamo dove siano finiti gli altri. La Somma Idiota ha giurato
di aver cercato una visione e di averli visti in salvo in partenza da un porto
di sosta. Io non mi sono mai fidata di lei >>
<< Vuoi che chieda a Ismene di
scoprire qualcosa? >> si offrì Nora preoccupata.
Perché
la migliore amica del re, una dei nobili di quel regno che avrebbe dovuto
diffidare di loro, cercava sempre il modo di aiutarle? Selyan era convinta che
il re sospettasse di loro, lei non riusciva a darle torto, eppure quella
ragazza non sembrava avere cattive intenzioni. Ormai Irmelin cominciava a fare
sempre più affidamento sullo strano potere che aveva scoperto di avere di
recente e si fidava sempre più delle sue sensazioni piuttosto che della logica
dei fatti: non aveva mai avuto cattive sensazioni nei confronti di Nora e il
fatto che si fosse offerta di smuovere la nobile Ismene per aiutarle, le aveva
fatto provare un moto di gratitudine infinita verso quella ragazza.
E, considerando l’offerta che le
aveva fatto, aveva anche avuto un’altra sensazione forte e decisa quanto la sua
voglia di sputare in faccia alla Somma Sacerdotessa << Non preoccuparti,
io so che i miei sono vivi, Nora. Non chiedermi come, ma lo so >>
<< Se Ismene ci riuscisse,
Selyan si calmerebbe un po’? >>
<<
Su quella nave non c’è nessuno che potrebbe aiutarla a stare meglio >> le
rispose stringendo i pugni per cercare
di calmarsi. Non avrebbe mai imparato a gestire il panico misto a rabbia che la
assaliva ogni volta che pensava a quello che era successo. Doveva imparare a
non lasciarsi trasportare dai ricordi anche lei.
<< Tutto quello che le è
rimasto della sua famiglia è già nella tua terra. Suo padre, i genitori adottivi,
i suoi fratelli… ha solo sua sorella ormai e, se anche lei si allontana, Selyan
non ha davvero più nessuno >>
<< A me sembra che lei tenga
più a te che a sua sorella, sai? >>
<< Perché è con me che è
cresciuta >> ammise con orgoglio << La madre di Ely non ha mai
voluto farla avvicinare a sua sorella. Hanno stretto i rapporti solo da qualche
anno, da quando Ely è entrata al tempio. Saranno tre anni, forse. Io conosco Sel
da quando avevamo cinque anni, siamo cresciute giocando insieme tutto il
giorno, tutti i giorni. Ci separavamo solo per andare a dormire. Non sopporto
di vedere sua sorella che le da contro quando sta così male solo perché anche
lei ha bisogno di sfogarsi. Capisco Ely, a volte ne avrei bisogno anche io, ma
Selyan è l’ultima persona in grado di sopportare gli sfoghi isterici di
qualcuno adesso. E credo che non lo sarà più per molto tempo >>
<< È presto, Irmelin >> disse Nora solidale. Poi la
ragazza si illuminò improvvisamente euforica << Ehi, tu hai deciso di
farti punire da Aaren e io ho deciso di aiutarti con Selyan, così avrai la
mente più libera per pensare a come farlo impazzire, ti sta bene? >>
<< Cosa ne guadagni? >>
chiese insospettita da quella inaspettata offerta di aiuto.
<< Prima di tutto, sono
davvero curiosa di vedere cosa inventerai per farlo arrabbiare e anche di
vedere lui perdere la pazienza. Io da parte sua non sono mai riuscita a
prendermi niente più di una minaccia di rispedirmi a mia madre. E poi è tutta
una vita che mi impegno a far impazzire quello zuccone pomposo di Neithel, e
posso assicurarti che ci riuscivo alla grande, ma ti giuro che da quando è
arrivata Selyan non passa giorno che non sia isterico per qualche sua
stupidaggine. Credo che il dispetto più grosso che io possa fargli sia
tenergliela alle costole e che, se insisterò a farlo, prima o poi impazzirà
davvero e Tarìc sarà costretto a darmi ragione e mandarlo via dal palazzo. Devo
fare parte delle idiozie di Selyan più spesso, ti prego non dirmi di no! >>
La richiesta di Nora era a dir poco
assurda. Non capiva come avesse potuto farle una proposta del genere.
<< Nora… ecco, io… io non
credo che le idiozie di Selyan siano volontarie >> ammise sentendosi
quasi in colpa per quello che aveva tutta l’aria di essere un insulto alla sua
migliore amica.
La ragazza non si perse d’animo e,
anzi, sembrava quasi più convinta di prima << È proprio questo che lo manda in bestia!
Neanche io riuscivo a credere che fosse la persona che descriveva lui nelle sue
stupide lamentele. Ero convinta che fosse una persona capace, dotata, seria e
tutte le stupidaggini delle brave sacerdotesse e invece, in nome di Dio, è una
persona normale! >>
<< Ti stai illudendo, è molto
più stupida delle persone normali quando si impegna >>
Nora scoppiò a ridere divertita
<< Sì! A me le sue risposte improbabili fanno ridere, a lui fanno saltare
la pazienza in un modo impareggiabile! Ho bisogno di lei per spingerlo alla
follia e farlo buttare fuori dalla corte reale, i suoi insulti mi hanno
stancato! Ho bisogno che Selyan lo faccia impazzire, poi lo farò rinchiudere o
sbattere fuori dal regno e vivrò libera e tranquilla per il resto della vita!
Ti prego, ti prego, ti prego! >>
Non era una richiesta impossibile messa
in quei termini. Se si trattava di dare libero sfogo alle stupidaggini di
Selyan…<< È solo una questione di intelletto? >>
chiese per accertarsi di non aver capito male.
<< Cosa vuoi dire? >>
<< Capisco che Selyan possa
far irritare le grandi menti, irrita anche me nelle giornate peggiori, ma
quello non è l’unico dono di quella ragazza e ho paura a dirti che accetto
quello che mi chiedi >>
<< Perché? Che ha di strano? >>
<< Oh, è più strana di quanto
tu possa immaginare >> ammise << Quello che intendevo è che la Dea
le ha dato il dono di abbindolare tutti quelli che le si avvicinano troppo
senza rendersene conto. Corre rischi? >>
<< Assolutamente no >>
asserì Nora decisa scuotendo la testa.
<< Sicura? >>
<< Ma hai capito di chi parlo?
Il nobile scorbutico che non parla mai con nessuno se non per insultare, a meno
che non si tratti del re o di suo padre, e non sa cosa sia l’educazione con le
altre persone. Non ha il minimo interesse per nessuno che non sia sé stesso e
la sua cattiveria. Puoi stare davvero tranquilla! Per quanto la odia, puoi solo
avere paura che le stacchi la testa in un eccesso di rabbia >>
<< Guarda che ci tengo a lei!
Non la darò in mano a un pazzo omicida! >>
<< Se non l’ha mai ammazzata
dopo quello che ha fatto nell’incendio, non lo farà mai >> banalizzò Nora
con un’alzata di spalle.
Il fatto che Nora sapesse il modo in
cui Selyan aveva salvato la situazione la sera prima non la stupì affatto.
Sapeva già che quella ragazza era molto più che una semplice apprendista e
amica del re in quel palazzo. Sembrava essere una specie di confidente
personale del sovrano.
<< E ora che ci penso >> riprese
lei << potrei anche raccontare a Tarìc la tua preoccupazione che si
avvicini a una donna e fargli fare due risate per tirargli su il morale e distrarlo
dalle preoccupazioni. Voi che fate di solito dopo cena? >>
<< Niente. Stiamo in camera a
dire stupidaggini o ad aspettare il sonno >>
Che razza di domanda! Che idee aveva
in testa quella ragazza? Pensava che le sacerdotesse della loro terra avessero
l’abitudine di andare in giro per le taverne?
<< Ma Selyan la sera peggiora,
vero? >>
<< Nora, come mai sei così
esperta? >> chiese stupita dall’aver capito di aver sbagliato in pieno a
valutare la sua domanda.
<< Ti sei chiesta che fine
hanno fatto i genitori di Tarìc se lui è re? >> domandò lei di rimando
come se le fosse sfuggito qualcosa di ovvio.
Irmelin rimase a bocca aperta, non
ci aveva minimamente pensato. Forse Nora capiva cosa stava passando in quel
momento. Forse anche lei aveva dovuto consolare il suo amico per la perdita
della sua famiglia e stargli accanto come lei cercava di fare con Selyan. Non
poteva chiedere a Nora quanto era stato difficile con il re, ma poteva cercare
di essere sincera con chi poteva davvero aiutarle a risolvere la situazione
<< Non ci avevo pensato, scusa. La sera peggiora parecchio >>
<< Beh, di solito dopo cena io
e Tanet ci diamo battaglia davanti alla scacchiera e ho deciso che, da domani,
voi giocherete con noi! >>
<< Ho visto una delle vostre
scacchiere. Non ho idea di come si usi e Sel è uno schifo nei giochi di
strategia. Non funzionerà >>
<< Non ho detto che la farò
diventare brava in quelle cose >> protestò Nora irritata << ti ho
detto che ti aiuterò a tirarle su il morale aspettando che passi il peggio >>
Compagnia, Tanet… chiacchiere, Tanet…
Non era poi male come idea! << Giura che non la metterai nei guai con
quel tiranno >>
<< Giuro che non intendo fare
altro che farli discutere tutti i benedetti giorni che Dio ci concede per far
impazzire lui e far sfogare lei >>
Irmelin si fermò a guardare la
ragazzina che aveva davanti. Aveva gli occhi lucidi per l’eccitazione di aver
trovato il modo di vendicarsi di qualcuno che la prendeva in giro di continuo,
ma in realtà era lei ad offrirle una buona soluzione al suo problema più
grosso. Senza aspettarsi niente di eccessivo in cambio, senza neanche che lei
le chiedesse il suo aiuto. Quale nobile nella loro vecchia isola avrebbe
sprecato il suo tempo dietro a due sconosciute addirittura offrendo loro aiuto
costante? Quel regno non smetteva di sorprenderla un attimo da quando era
arrivata.
<< Ci stai? >>
insistette Nora eccitata << Tutte le sere in camera mia a scacciare la
malinconia divertendovi in cambio della spontanea ingenuità di Selyan al mio
servizio? >>
<< A patto che… >> la
esortò sperando che ricordasse la sua preoccupazione. Non voleva rischiare di
peggiorare la situazione della sua amica per niente al mondo. Neanche per
cercare di aiutare la ragazza con cui avevano più debiti sulla faccia della
terra.
<< Mmm... >> la maga
sembrò riflettere presa in contro piede << che io non lasci la
possibilità a quello stupido di vendicarsi contro di lei? >> chiese
incerta.
<< Esatto! Mi piaci, lo sai? >>
ammise felice di aver constatato che non correva rischi.
<< Anche tu o non sarei qui a
trattare. I miei patti sono rari come le risate di quell’antipatico isterico >>
<< Se avessi un po’ più di
confidenza con te, ti chiederei se ti piace >> azzardò prendendola in
giro.
Nora impazzì cominciando a urlare
<< Lo odio! Cosa non hai capito di tutto quello che ho detto? Odio! È come per te Dalia! Lo detesto con tutte le mie forze e
non vedo l’ora che Tarìc lo faccia rinchiudere! >>
Irmelin scoppiò a ridere. Nora era
sincera, Selyan rischiava solo di passare delle serate spensierate con una
nuova amica e il bell’uomo muscoloso che aveva conosciuto alla presentazione
dal re. Poteva mettere da parte i sospetti con Nora.
<< Io posso reggere la vecchia, è sua nipote il problema
serio >> la corresse.
<< Ti ha fatto qualcosa di
particolare? >> chiese la ragazza curiosa.
<< Oh, non mi ricordo neanche
più l’ultima cosa che ci ha fatto discutere. La cosa che sopporto meno di
quella stupida è il fatto che sia nata, non so se mi spiego >>
<< Benissimo, lo stesso è per
me con quel tiranno. Possiamo cercare di far mettere insieme loro se pensi che
possa servire a qualcosa >>
<< No! >> urlò decisa.
L’aveva
spaventata con la sua reazione improvvisa, ma non se ne curò minimamente.
Come poteva essere tanto
intelligente da capire tutto e risolvere le cose e poi crollare su una cosa
così banale?! Che problemi aveva nel cervello l’amica del re?!
<< Tutto quello che vuole quella racchia è un marito di un buon
casato e, al momento, credo che niente la renderebbe più felice di avere
proprio quel marito per un motivo che
non mi spiegherò mai grazie alla Dea che mi ha fatto dono di avere un cervello
talmente diverso da quello di quella pecora
dalla lanugine arrugginita da essere
incapace di capirne i ragionamenti. Non ti azzardare a farmi il dispetto di
farli mettere insieme! Sarei costretta a farli fuori tutti e due mentre dormono
per rimediare >>
Nora si coprì improvvisamente il
viso orripilata da qualcosa << Che schifo! Non sai cosa mi hai
fatto pensare! Per ammazzarli tutti e due mentre dormono, dovrebbero…
dormire insieme! Che schifo, che
schifo, che schifo! >> ribadì scuotendo la testa con le mani nei capelli
per scacciare quel pensiero.
In effetti l’idea di Keira in certe circostanze… non riuscì neanche a pensarlo che il suo
stomaco si contorse per l’orrore << Bleah! Non dormirò per mesi per colpa
delle mie stesse parole. Mi sono fatta venire il mal di stomaco! Nei tuoi
intrugli c’è qualcosa per il vomito da schifo profondo? >>
<< Se ci fosse, lo berrei
tutto io in questo momento. Dimmi che accetti lo scambio e lasciami correre al bagno,
ti prego >>
<< Va bene, accetto >>
<< Grazie, ciao! >>
concluse lei con una stretta di mano frettolosa almeno quanto la sua fuga.
Era
un buon patto. Irmelin era fiera di sé per averlo stretto. Adesso le restava
solo da controllare che Selyan si fosse calmata e poi avrebbe dovuto trovare il
modo di convincere il suo stomaco a non vomitare per colpa dell’orrendo
pensiero che le aveva suggerito Nora.
Ripensandoci,
forse Selyan poteva aspettare.
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