Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Acer5520    23/11/2015    1 recensioni
È una storia di magia, maledizioni, guerre e amori impossibili, ma anche di amicizie indissolubili e folli. È la storia di una vita. Spero vi piaccia.
* * * * * * * * * * * * * *
Un potere smisurato, una maledizione, una promessa.
Il potere che scorreva nelle sue vene era antico come il tempo e devastante come solo il potere degli Dei poteva essere.
Ma lei non era una Dea. E non era neanche una semplice ragazza.
Sapeva solo che il peso sulla sua coscienza le impediva di vivere, che il suo potere unito ad una vecchia promessa le vietavano di morire e che non avrebbe più amato nessuno.
Quello che Selyan non sapeva era che, forse, si sbagliava in pieno.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

10. Punizioni

 

-Selyan-

 

Doveva andare.

Si era svegliata con il cuore in gola per l’angoscia, aveva aspettato trepidante che passasse l’ora di pranzo e poi aveva messo insieme tutto il suo coraggio ed era uscita dalla sua stanza.

Sapeva dove andare. Doveva solo arrivare in fondo al corridoio riservato alle sacerdotesse del suo ordine, girare a desta e scendere la scala, attraversare il giardino, salirne un’altra e andare a sinistra.

Era semplice.

Ma qualcuno doveva aver murato la scala dall’altra parte del giardino senza avvertirla e doveva anche aver fatto un lavoro perfetto visto che non ne vedeva i segni sul muro davanti a lei.

Dove aveva sbagliato questa volta?!

Doveva tornare in camera sua e ricominciare da capo, non aveva altra possibilità.

Il suo solo problema era che la scala che l’avrebbe portata alla sua stanza doveva essere in salita, non in discesa come quella che si trovava davanti a lei in quel momento.

Imprecò contro se stessa e sentì la disperazione assalirla mentre si guardava intorno.

Perché si perdeva di continuo? Qual era il suo problema con quei corridoi?!

Forse doveva davvero scendere da quella parte per capire dove diamine fosse finita.

 

<< Selyan! >>

 

La voce di Nora la salvò dalla disperazione e le corse incontro << Mi hai salvato di nuovo, credo di essermi persa >>

 

Lei rise divertita prima di annuire << Sapevo che sarebbe successo. Irmelin è passata da me prima di andare a lezione per chiedermi di accompagnarti, ma non riuscivo a trovarti. Andiamo >>

Selyan cominciava a sentirsi agitata. Non sapeva cosa avrebbe dovuto dire o fare e soprattutto non sapeva cosa aspettarsi. E se l’avessero mandata via? Potevano mandarla via?

Nora sembrò capire la sua confusione perché le dette una spinta affettuosa a un braccio << Guarda che il vecchio Aaren non ha intenzione di ucciderti, non fare quella faccia! >>

<< Beh, non è quello che mi preoccupa ad essere sincera... >>

<< E non può infliggere punizioni corporali. Tarìc non lo permette >> la informò ridendo di qualcosa che solo lei poteva sapere.

<< Nemmeno quello >>

<< E allora qual è il problema? >>

Non sapeva se dovesse dirle o meno che aveva paura che la rispedissero a casa. Se le avesse risposto che era possibile, avrebbe perso la testa prima di arrivare dal nobile Aaren.

Purtroppo, Nora fraintese il suo silenzio e cominciò a urlare << Non dirmi che ti sei innamorata di quell’antipatico di Neith e ti vergogni a parlare con lui e suo padre! >>

Si fermò di colpo stupita. Ma come aveva fatto a pensarlo?!

<< Pensa di nuovo una cosa del genere e dopo non aspettarti di trovare una sola delle tue piante ancora in vita! >> le urlò con tutta la rabbia di cui era capace.

Nora rise di cuore alla sua reazione e Selyan si rese conto che probabilmente era arrossita parecchio visto che si sentiva il viso più caldo del normale.

Quando la sua amica finalmente si asciugò gli occhi chiarì il motivo delle sue risate <>

<< In che senso? >>

<< Di solito sei calma, seria … lascia perdere! Comunque non ci sarebbe stato niente di male se- >>

<< Adesso basta! Ti diverti a provocarmi, per caso? E poi mi vieni a dire queste cose proprio tu che lo odi?! >>

<< Io sì, ma la tua amica ha ammesso davanti a tutti che farebbe di tutto per sposarlo. Posso anche capire che a una sconosciuta sembri attraente, ma non capisco come possa volerci così tanto tempo a rendersi conto che è un maledetto dispettoso, arrogante e insopportabile! Ho chiesto centinaia di volte a Tarìc di esiliarlo e sono sicura che mi avrebbe accontentata se non avessero avuto legami di sangue. Lo detesto! >>

Che diamine di piega aveva preso quel discorso? Doveva andare a scoprire quello che ne avrebbero fatto di lei da quel momento in poi a causa del suo comportamento scorretto, e si ritrovava a spettegolare con la migliore amica del re. Però, già che c’era… << Chi è la mia amica? >>

Di certo non poteva essere Elydet e tanto meno Irmelin che lo odiava già a morte.

<< La rossa che viene a lezione con te >>

<< Keira?! Ma lei non è mia amica >> protestò indignata anche solo dall’idea che Nora potesse pensare che fosse amica sua

<< Lo so e la odio anche io. Una volta ero con Tarìc, lei ci ha incrociati nel corridoio e si è fermata solo a salutare lui. Io mi sono presentata e lei non mi ha neanche risposto. Avrei voluto picchiarla a sangue, ma non mi va che Tarìc pensi che sono violenta >>

Ora parlava anche del re… non ci voleva. Doveva distrarla  << Manca molto? >>

<< Sali quelle scale e ricordati che voglio sapere tutto! >>

<< Grazie, Nora, senza di te non so come avrei fatto >>

<< Avrai tempo per ringraziarmi, adesso vai! >> la esortò spingendola con tutt’e due le mani piantate nella schiena << Non dargli anche la possibilità di farsi grande sgridandoti per i tuoi ritardi o non te la perdono! >>

Salì le scale di corsa anche se ad ogni gradino sentiva l’ansia aumentare. Aveva una paura folle di essere mandata via, o peggio ancora di essere esclusa dal palazzo.

Cosa avrebbe fatto in una terra sconosciuta?

Le altre l’avrebbero disprezzata in eterno e non sapeva come si sarebbe comportata la gente del villaggio con una sacerdotessa scacciata dal suo ordine, ma sicuramente non l’avrebbero vista di buon occhio.

 

“Dea, aiutami”

 

Si rese conto all’istante che ormai non aveva più il diritto di pregare la Dea per chiedere il suo aiuto. Non sapeva più cosa pensare e si limitò a bussare alla porta. Solo così avrebbe messo fine a tutte quelle domande. Quando vide il suo insegnante, però, si pentì amaramente di essere andata da lui e avrebbe voluto sprofondare nel pavimento. Dire che la guardava male era poco

<< Ti avevo detto chiaramente di sparire >>

 Aveva ragione. Le aveva detto di non farsi più vedere dopo averle fasciato il braccio, ma lei era tornata. Ormai era troppo tardi per cambiare idea e andare via.

<< Vi chiedo perdono per avervi disturbato, mio signore, volevo solo scusarmi con voi per il mio comportamento di ieri. Non ho rispettato i vostri ordini, ho visto mia sorella in pericolo e ho perso la testa. Non era mia intenzione mancarvi di rispetto >>

<< Sei davvero patetica! Se pensi di farmi cambiare idea sulla tua punizione, ti sbagli di grosso. Ormai ho deciso, se la cosa ti crea dei problemi è solo colpa tua >>

Il disprezzo era scontato, ma quello che le aveva detto per lei non aveva senso.

<< Mi dispiace, ma non so di cosa state parlando, non sono a conoscenza della vostra decisione >>

<< E allora, a maggior ragione, non dovresti essere qui! >>

La porta si richiuse con uno schianto tanto forte che Selyan rimase stordita da quel rumore improvviso.

Perché mai avrebbe dovuto supplicare il suo insegnante i cambiare idea? Era davvero una punizione così terribile? Non riusciva a capire ma, qualunque cosa fosse, se l’era meritata ed era inutile continuare a pensarci. 

Stava ancora pensando quando sentì una voce dietro di lei << Selyan, ti avevo fatta avvisare di venire subito da me >>

<< Ecco, veramente… io… >> non sapeva cosa dire e il suo imbarazzo doveva essere evidente perché il nobile Aaren aprì un’altra porta lasciandola passare.

<< Non importa, entra >>

L’uomo la guardava in modo strano, forse perché aveva capito come si sentiva dal suo viso. Non era mai stata brava a nascondere le sue emozioni anche se le sacerdotesse come lei dovevano imparare a restare impassibili in qualunque situazione. Era sempre stato tra i suoi più grandi difetti.

Il nobile Neithel e l’uomo si era seduto a un tavolo facendole cenno di fare altrettanto. Nello scostare la sedia Selyan si accorse che le tremavano parecchio le mani così si sedette facendole sparire tra le pieghe della veste.

Nonostante quell’uomo non fosse stato scontroso né arrogante con lei, non aveva il coraggio di guardarlo in faccia. Non sapeva il motivo di quella sensazione, ma almeno stava rispettando le regole della buona educazione di quelle parti.

<< Posso sapere perché hai ignorato anche il mio ordine? >>

<< Volevo scusarmi per il mio comportamento di ieri. Mi sono resa conto di aver sbagliato e ci tenevo a farlo sapere al nobile Neithel, ma non volevo che pensasse che mi scusavo solo per fargli cambiare idea su una punizione >>

L’uomo non parlava più e lei non sapeva cosa pensare. Voleva solo scappare da quella stanza.

<< Immagino che tu voglia sapere subito la decisione che è stata presa nei tuoi confronti, vero? >>

Annuì semplicemente.

<< Bene… Innanzitutto, come sai, gli ordini dei vostri responsabili non possono essere contraddetti, tu li hai addirittura ignorati. La cosa è stata discussa alla presenza del re e della vostra somma sacerdotessa. Il nostro re sa che non dai problemi di solito e ha più di un motivo per esserti grato, ma non poteva ignorare quello che hai fatto. Visto che hai disobbedito al tuo insegnante, sarai allontanata dalle lezioni >>

Si sentì crollare il mondo addosso. Era un provvedimento scontato e doveva aspettarselo. Era ovvio che, se un allievo non rispettava il suo insegnante, veniva allontanato dalla classe, ma si sentiva malissimo lo stesso. A  causa della sua impulsività aveva messo fine alla sua possibilità di imparare a dominare il suo potere in modo efficace, aveva messo fine alle sue possibilità di imparare qualcosa di buono e, probabilmente, sarebbe anche stata allontanata da palazzo. Era stata una stupida!

<< Seguirai le lezioni della nobile Ismene >> disse il vecchio improvvisamente.

Lo guardò stupita. Allora non volevano mandarla via né tanto meno farla restare a palazzo a non poter imparare niente mentre le sue compagne avrebbero seguito un piano di studi personalizzato! Avrebbe imparato anche lei qualcosa per rendersi utile.

<< Ma non è l’unica decisione che hanno preso >> la avvertì stroncando sul nascere il vago senso di calma che le aveva appena riportato. << Dal momento che Neithel è anche un membro della Corte Reale, ha deciso di punirti anche per aver ignorato un ordine reale >>

E ora arrivava l’esilio dal palazzo, lo sapeva. Lo capiva dalla pausa smisurata di quell’uomo.

<< Dovrò… andare via da qui? >> quella domanda le costò uno sforzo enorme come la paura che aveva della risposta che per ricevere.

<< No. Avrai anche disobbedito e usato poteri di discutibile provenienza, ma hai pur sempre salvato la vita di molte persone compreso il re >>

Poteri di discutibile provenienza Il nobile Neithel aveva sbandierato alla corte quello che aveva fatto alla faccia della sua supplica di tenere la bocca chiusa in cambio di quello che aveva fatto per loro. Perché mai si era fidata di lui?! Avrebbe tanto voluto chiedere al nobile Aaren se, per caso, non avesse capito male quello che intendeva, ma fu lui a toglierle ogni dubbio senza bisogno di inutili domande

<< Sì, Selyan, sappiamo esattamente  cosa hai fatto e nessuno di noi accetta volentieri l’idea che una di voi abbia simili poteri per le mani >>

<< Io non voglio- >>

<< Non importa >> la interruppe << Ti rendi conto che il fatto che tu abbia chiesto di tenere nascosta la cosa alla tua stessa Somma Sacerdotessa ci fa sospettare parecchio della tua lealtà? >>

<< Me ne rendo conto, Mio Signore >> 

Non disse altro. Cosa altro poteva dire che non peggiorasse le cose? Non era mai stata brava con i discorsi. Meno che mai con quelli riparatori.

<< Quello che hai fatto comporta la pena di morte per la tua gente? >> insistette lui.

<< Non ne sono  certa, ma credo sia molto probabile. Soprattutto considerando il fatto che la Somma Dalia sopporta male me e il mio potere dal giorno in cui sono entrata al tempio >>

<< Perché? >> chiese lui con quel tono che ordinava più che domandare.

<< Un tempo tra la nostra gente, solo i nobili avevano potere sufficiente per governare una pietra. Negli ultimi anni non era più così e la Somma Sacerdotessa… Beh… Il fatto che i contadini avessero il potere riservato ai nobili era in qualche modo il segnale evidente che il tempio aveva fallito nel controllarne la diffusione. Mio padre era un nobile, è vero, ma mia madre era una donna di umili origini con cui aveva diviso il letto una notte in cui un temporale l’aveva sorpreso sulla strada del ritorno. Non sono neanche figlia di una coppia sposata. La mia stessa esistenza per il nostro tempio era al limite del disonore e la Potente Dalia mi ha sempre… sopportata solo perché mio padre aveva una delle cariche più alte del nostro regno. Era difficile che qualcuno si opponesse a lui almeno quanto è difficile che qualcuno si opponga a una decisione del vostro re >>

<< Il generale aveva così tanto potere nel vostro regno? >> chiese improvvisamente incuriosito da quel dettaglio.

<< Mio padre sì >> lo corresse lei prima di rendersi conto che, forse, aveva di nuovo parlato troppo.

<< Beh, qui non sei a casa tua e tuo padre non può coprire le tue prese di posizione, Selyan >>

<< Ho sempre cercato di non dare problemi a mio padre quando era in vita, Mio Signore, non intendo disonorare la sua memoria adesso. Tutto quello che ho fatto ieri, l’ho fatto per proteggere mia sorella. Niente di più. Mi dispiace se ho arrecato offese o… giuro che anche ripensandoci adesso, non so in che altro modo sarei potuta uscirne >>

<< Fidandoti di noi, magari? >>

<< Mio padre mi chiese di occuparmi di Elydet se fossimo rimaste sole e gli promisi che lo avrei fatto. Ieri sarei morta se qualcuno si fosse messo in mezzo e mi sarei vergognata in eterno quando avessi raggiunto mio padre nei Regno Eterni per aver lasciato sola sua figlia >>

Un attimo di silenzio calò nella stanza. Lei non sarebbe riuscita a dire altro senza scoppiare a piangere come una stupida al tavolo del nobile e lui sembrava pensare a qualcosa della massima serietà. Sperava con tutta sé stessa che non pensasse al modo di dirle che l’avrebbero mandata via dal palazzo

<< Il re in persona ha stabilito che il vostro ordine sarebbe rimasto a palazzo per due anni, non puoi essere mandata via da qui se non per ordine del re e lui ritiene che tu sia un pericolo, ma non una minaccia. Sarò sincero con te, ragazza, non ci fidiamo molto della vostra Somma Sacerdotessa e l’idea che sappia di avere a portata di mano una ragazza in grado di fare quello che hai fatto tu, ci piace ancora meno di sapere quello che tu potresti fare da sola >>

Di nuovo si trovò incapace di rispondere.

<< Sai che il nostro paese è stato devastato da un terribile terremoto e non mi sembri troppo stupida per capire che l’incendio di ieri sera ha peggiorato di molto la situazione >> ricominciò l’uomo cambiando discorso << Il re ha ordinato la formazione di tre squadre di soldati e volontari che avranno il compito di svolgere i lavori di ristrutturazione. Parteciperai a quelle squadre ogni mattina e seguirai le lezioni della nobile Ismene il pomeriggio >>

Selyan credette di aver capito male. Quella che avrebbe dovuto essere una terribile punizione, a lei apparve come il modo in cui poteva rendersi utile e tenere la mente impegnata in qualcosa che non fossero il suo passato o gli intrighi inesistenti che disegnava nella sua mente ogni volta che era libera di pensare quello che voleva. Era possibile?!

<< Mi dispiace che sia andata in questo modo >> le disse il vecchio Aaren che probabilmente aveva interpretato male il suo silenzio.

Lei scosse la testa << No, va bene così, mi meritavo di peggio >>

Ringraziò e stava per andare via quando l’uomo la fermò con una domanda << Non ti interessa la durata? >>

Si stupì così tanto che smise di fissare il tavolo e alzò il viso verso di lui  << Durata? >>

<< Non avrai pensato che ti avremmo fatta lavorare in eterno per rimettere in piedi un paese che dovrai abbandonare? Tre mesi a partire da domani. Ovviamente non vale la stessa cosa per le lezioni >>

Si sentì immensamente sollevata e sorrise all’uomo ringraziandolo, tanto ormai era convinta di aver imparato a memoria lo schema delle venature del tavolo.

Sapeva che avrebbe preso parte alle lezioni del pomeriggio, ma non avrebbe capito niente di quello che la Nobile Ismene avrebbe detto per la stanchezza, che sarebbe arrivata a palazzo troppo tardi per andare a lezione, o chissà cos’altro sarebbe riuscita a combinare per mettersi nei guai in quelle squadre, ma alla fine avrebbe potuto dedicarsi solo alle lezioni e recuperare il tempo perso.

Forse non sarebbe mai stata ai livelli delle sue compagne, ma avrebbe comunque imparato qualcosa.

Doveva assolutamente raccontare tutto a Irmelin prima che la preoccupazione la facesse impazzire.

***********************************************************

-Aaren-

 

Il vecchio Aaren rimase seduto al suo posto anche dopo che la porta si chiuse alle spalle della ragazza che aveva fatto passare un’altra notte insonne a tutta la corte.

Era deciso ad avvertirla di quanto il re fosse stato vicino ad esiliarla per convincerla a ridimensionare il suo carattere assurdo, ma quando l’aveva vista così spaventata all’idea di essere cacciata, aveva capito che avrebbe avuto esattamente l’effetto contrario con lei.

Sapeva da Nora che era convinta di aver perso quasi tutto nella vita e metterla di fronte alla consapevolezza di essere a un passo dal perdere il resto, avrebbe potuto fare di lei una disperata senza cervello, pronta a compiere le peggiori stupidaggini senza più freni.

Quello che quella ragazza non aveva capito era che, usando il potere della corte reale, aveva reso impossibile da sola il suo esilio.

Perfino la ferma determinazione del re e di suo figlio erano crollate quando Aaren aveva fatto notare alla corte che era stupido esiliare una persona che aveva per le mani il loro potere e poteva disporne a suo piacimento. Altri avrebbero potuto avere per le mani lei, la sua lealtà e la possibilità di ordinarle di mettere fuori combattimento la corte.

Loro non avevano considerato quel lato della faccenda e lei non era neanche lontanamente vicina all’immaginarlo vista la paura che aveva di sentirsi allontanare dal regno o dal palazzo.

Ma era quella paura a preoccupare Aaren.

Perché non voleva essere allontanata? Era solo per le sue sorelle e amiche o c’era qualcosa di più? La possibilità di comandare il Bracciale del Potere di suo figlio le aveva fatto credere di potersene impossessare per chissà quale scopo? Liberare la sua terra forse?

Il nobile Aaren si alzò e raggiunse la portafinestra che dava sull’immenso balcone che collegava tutte le stanze dei reali.

C’era una questione molto più banale e molto più urgente da risolvere in quel momento

<< Sai, figliolo, mi chiedevo da quando hai preso l’abitudine di origliare le conversazioni altrui >>

Neithel non gli rispose. Era troppo impegnato a guardare il giardino sotto di loro dove quella che era stata la sua allieva correva verso sua sorella.

Non era raro che Aaren vedesse il disprezzo sul viso di suo figlio, e non era strano che la odiasse dopo quello che lei aveva fatto, ma decise comunque di tentare di risollevare la situazione

<< Sembrava sinceramente pentita di quello che ha fatto. Chi avrebbe lasciato uccidere sua sorella senza fare niente? >>

<< Fosse stato per me l’avrei venduta al mercato degli schiavi >> sbottò tornando nella sua stanza senza neanche guardarlo in faccia.

Il nobile Aaren non riuscì a trattenere uno sbuffo divertito.

Nonostante tutti i problemi, nonostante tutto quello che era successo negli ultimi anni, per un attimo si era sentito riportare indietro nel tempo di quasi un ventennio.

Poteva davvero avere paura di una ragazza in grado di riportare le cose alla normalità senza neanche saperlo?

*******************************************************************************************************

 

-Elydet-

Elydet aveva deciso di saltare la lezione della nobile Ismene fingendo un malessere.

Sospettava che la donna avesse capito il motivo della sua assenza, ma non le importava: aveva bisogno di sapere cosa avevano deciso per sua sorella. La curiosità l’avrebbe sicuramente distratta dalla lezione ed era meglio non andare che dare motivo alla nobile Ismene di lamentarsi di lei per la sua disattenzione.

Era curiosa e impaziente, ma non aveva la minima paura. Nonostante tutte le paure di Selyan e le preoccupazioni malcelate di Irmelin, lei sapeva che il re era troppo perfetto e magnanimo per essere spietato nel punire chi, pur con mezzi discutibili, gli aveva fatto un favore. Non era un ingrato, né tanto meno uno stupido. Erano le sue compagne di stanza ad avere dei problemi nel giudicare le alte cariche, lo sapeva da tempo ormai, eppure-

<< Ely, attenta! >>

 La voce di sua sorella la face tornare alla realtà appena in tempo per vedere una colonna a pochissimi centimetri dal suo viso.

Si riprese velocemente e tornò indietro di un paio di passi prima di esplodere

 << Tu da dove sbuchi!? >>

Selyan la guardava come se avesse parlato un’ altra lingua << Sorellina, mi sei passata davanti senza neanche accorgerti di me. Stavi pensando di nuovo al re per caso? >>

 L’immagine del sovrano le tornò in mente limpida e perfetta e le fece dimenticare la figura da stupida che aveva appena fatto rischiando di schiantarsi contro il grosso pilastro.

 << Divina Luce! Com’è bello! >>

 Perché sua sorella sembrava divertita?! Che il Divino era stupendo era una verità indiscutibile e, se lei non lo vedeva così, il problema era solo suo.

 << Vuoi dirmi cosa ti hanno detto o vuoi prendermi in giro e basta? >> tagliò corto.

<< Non ti arrabbiare, mi ha fatto ridere la faccia che hai fatto. Se tu fossi stata un cagnolino, ti saresti messa a scodinzolare al pensiero del re >>

Ma dove le prendeva sua sorella certe idee? Però i cani le piacevano e l’idea anche…  

<< Sì! Avrei scodinzolato e poi sarei andata a strusciarmi alle gambe del Potentissimo che mi avrebbe accarezzato e… Selyan-cosa-mi-fai-dire!? >> urlò arrossendo di colpo.

Sua sorella riusciva sempre a confonderla e farla parlare troppo. L’unica soluzione in quei casi era cambiare discorso immediatamente  << Cosa ti hanno detto? >>

 << Non posso più fare lezione con il nobile Neithel >>

 Elydet trovò strana quella risposta. Lei avrebbe esultato, invece Selyan era impassibile, quasi triste. Dopo tutte le volte che si era lamentata di lui che senso aveva? Doveva esserci qualcos’altro.

<< E questa è la buona notizia, suppongo. La cattiva? >> la esortò in ansia.

  Non ottenne risposta. Selyan alzò solo le spalle persa nei suoi pensieri.

<< Ma allora non ti hanno punita! Lo dicevo che il Sommo era troppo buono per punire qualcuno! Davvero è solo questo? >>

 << La mattina prenderò parte ai lavori di restauro del regno e il pomeriggio, se farò in tempo, potrò venire a lezione nel vostro gruppo >>

 Non capiva perché sua sorella non fosse contenta di quella decisione. Lei avrebbe fatto salti di gioia mentre invece l’espressione che aveva attraversato il volto di sua sorella, anche se era durata meno di un secondo, era inconfondibilmente abbattuta. Selyan era una stupida.

 << Non posso crederci, torni con noi! >> esultò felice buttandole le braccia al collo.

Con tutte le cose che sapeva lei, Elydet avrebbe potuto farsi aiutare con gli studi, sarebbe diventata la più brava, la nobile Ismene si sarebbe vantata di lei con il re e lui avrebbe saputo che, oltre al potere del fuoco, aveva anche una buona dose di intelligenza e l’avrebbe apprezzata ancora di più! Era un sogno!

Se ripensava a quando sulla nave passava le giornate nella paura che sarebbero finite in un posto più orribile della loro isola, si sentiva ancora più stupida di quando aveva quasi sbattuto contro la colonna un attimo prima.

Quel posto era perfetto come il re che lo governava.

Non doveva più sopportare Dalia a lezione, non doveva più vedere Keira in classe e sopportare le sue prese in giro, poteva vedere lo Splendore del creato della Dea e sentirsi chiamare per nome da lui e adesso sua sorella tornava in classe con lei. Era tutto semplicemente perfetto!

Probabilmente si era sbagliata ed era solo stanchezza quella che aveva visto sul viso di Selyan un attimo prima. Non poteva credere che sua sorella non fosse felice di tornare insieme a loro e togliersi di mezzo Keira.

<< Da domani sono con voi, però- >>

Irmelin la interruppe dal fondo del cortile urlando come una pazza << Ely, perché non mi avverti mai, dannazione!? Ho dovuto fingere un malore per venire via così presto! >>

<< Ciao, Irmy >> la salutò Selyan senza emozione nella voce.

<< Piantala con i convenevoli: chi devo uccidere? >> chiese lei alzandosi le maniche.

Quando Irmelin si alzava le maniche era sempre per prepararsi a un inutile e stupido scontro con qualche alta carica che le avrebbe fatte di nuovo mettere in punizione.

Elydet aveva perso le speranze ormai. Alzò gli occhi al cielo prima di spiegarle la situazione sperando che si calmasse da sola

<< Non devi uccidere nessuno. Sel verrà a lezione con noi >>

Irmelin si illuminò di euforia e abbracciò Selyan << Ti avevo detto che questo posto avrebbe riportato tutto alla normalità! Devi pulire il pavimento di qualche tempio? >>

<< Ricostruire il paese >> la corresse sua sorella.

<< Diamine! >> imprecò Irmeòin << Sospettavo che Sua Cattiveria fosse più vendicativo della Vecchia Stupida, ma credevo che il re l’avrebbe fermato. Sicura che non devo ucciderlo? >>

<> le disse Selyan << Il nobile Aaren ha detto che da domani partiranno delle squadre di ricostruzione del paese e ne farò parte anche io >>

<< No, aspetta! Squadre di costruttori?! Uomini?! >> chiese incredula Irmelin costringendo Elydet a deviare la conversazione per evitare altri stupidi discorsi sugli uomini che avrebbero portato Irmelin al delirio e Selyan alla depressione << Vi siete accorte di cosa è appena successo, vero? >>

<< Cosa? >> chiesero le altre due quasi in coro.

<< Tu hai appena preso una punizione per aver fatto quello che ti pareva e lei sta cercando il modo di farsi coinvolgere. Siamo alle solite! Una delle due viene punita e l’altra cerca disperatamente di raggiungerla. Quante volte avete lustrato in due la Sala Grande del Tempio dei Cristalli per lo stesso motivo? >>

Sua sorella sembrò convincersi finalmente a sorridere divertita, ma Irmelin sbuffò arrabbiata prima di urlare << Selyan, dannazione! Mi hai rubato la vittoria! Tu e la tua buona educazione mi avete imbrogliato e mi avete rubato la prima punizione dei nuovi regnanti! Me la pagherai! >>

Elydet annuì convinta << Io ero praticamente sicura che la prima fosse di Irmy, mi hai sorpreso! >>

<< Guarda che mi hanno punita per averti salvato la pelle >> le ricordò sua sorella.

<< È anche merito mio, allora! >> esultò la più piccola battendo le mani per la felicità  << Ti abbiamo battuta! >> urlò contro Irmelin.

La sacerdotessa del vento le guardava con gli occhi stretti a due fessure, minacciosa e decisa come se parlasse della più seria delle questioni: << Giuro che riuscirò a vendicarmi di tutte e due! Sarete niente al mio cospetto appena riuscirò a inventare un piano adeguato! >>

<< Stai cospirando contro il nostro regno? >> chiese una voce da dietro una delle grosse colonne alle loro spalle.

<< Ciao, Nora! >> salutò felice Selyan.

L’amica della Divina Creazione aveva appena fatto la sua comparsa in giardino con una veste da principessa e un’acconciatura perfetta. Elydet l’aveva invidiata dalla prima volta in cui l’aveva vista. Era così… adatta al re! Non sarebbe mai stata come lei, accidenti!

<< Sto cospirando solo contro queste due >> spiegò Irmelin << Non intendo accettare l’offesa che ho subito! Sel si è presa la prima punizione dai nuovi regnanti! Dannazione, io sono l’esperta! Il primato è sempre stato mio e me l’ha rubato, capisci? Non posso accettare che lei i suoi modi educati e composti mi abbiano battuta! >>

<< Devo ripeterti che non l’ho fatto apposta? >> protestò Selyan.

<< Non peggiorare le cose! >> urlò la sacerdotessa del vento << È inutile che ti vanti di esserci riuscita senza neanche impegnarti troppo perché mi vendicherò, Selyan, e ti ripeto che la tua punizione sembrerà niente in confronto alla mia! >>

<< Da chi vuoi farti punire? >> chiese Nora divertita e curiosa.

<< Non lo so ancora. Devo prima valutare bene i pomposi nobili di questo posto e la loro cattiveria. Non posso fare le cose a caso come lei! >>

<> la informò << Ma è difficile che punisca qualcuno. Di solito suggerisce al re di farlo >>

<< Perché? >> chiese Elydet incapace di accettare che il suo Perfetto Sovrano vestisse i panni del boia o del torturatore per ordine di suo zio.

<< Aaren non prende decisioni definitive >> spiegò Nora alzando le spalle come se fosse una cosa ovvia.

<< Ma se le prendesse sarebbero drastiche, ho capito bene? >> chiese Irmelin con la faccia inconfondibile di chi sta meditando un piano di conquista del mondo.

<< Io non l’ho mai visto punire qualcuno. Quello che so, lo so dai racconti di Tarìc su quando era piccolo. Dice sempre che nessuno aveva mai il coraggio di contraddirlo o farlo arrabbiare >>

Elydet si perse per un attimo a immaginare l’aspetto del Perfettissimo da bambino. Doveva essere uno dei bambini più belli del paese, se non dell’intero mondo. Stava cercando di immaginarlo correre felice per i prati reali quando vide la faccia seria e concentrata di Irmelin. Stava davvero inventando il modo di farsi punire, maledetta stupida!

<< Oh, no >> sospirò Elydet  << Nora, basta, ti prego >>

Il sorriso sul viso di Irmelin andava allargandosi pericolosamente ogni secondo che passava << Nora, sei la nostra salvezza, lo sai? >>

<< Irmy, calmati >> cercò di fermarla Selyan.

Sua sorella non era il massimo della furbizia, ma conosceva Irmelin meglio delle sue tasche e doveva aver capito anche lei quello che le passava per la testa in quel momento.

<< Ho appena deciso che farò arrabbiare lui e farò sparire voi alla mia ombra! >> esultò Irmelin << Ci riuscirò, lo giuro! Lo farò impazzire! >>

<< Guarda che Aaren potrebbe arrivare all’esilio >> la avvertì Nora.

<< In quel caso avrei vinto senza possibilità di rivalsa! >>

<< Sei impossibile! >> le urlò Elydet prima di girarsi verso la sorella << Sel, diglielo tu che… Selyan? >>

Selyan era immobile con lo sguardo assente e non sembrava sentirla. Doveva essere di nuovo persa nei suoi pensieri o in una qualche visione.

<< Maledizione, Sel! >> sbraitò Irmelin << Sel, smettila! >> la prese per un braccio per scuoterla, ma si immobilizzò anche lei.

Erano assurde! Elydet stava ancora decidendo quale delle due prendere a schiaffi per farle rinsavire quando Nora alzò una mano decisa per colpire Selyan. Sua sorella si riprese di scatto fermando la mano di Nora a pochi millimetri dal suo viso.

<< Non volevo… >>

<< Grazie >> la interruppe lei.

<< Non ti ha neanche toccata >> protestò Elydet.

L’aveva vista irrigidirsi e esitare prima di lasciare libero il polso di Nora. La sua stupida sorella aveva rischiato di colpire una nobile, per di più amica del Divino Re, per colpa dei suoi maledetti riflessi incondizionati da soldato!

Perché non poteva comportarsi come tutte le persone normali?!

Qualunque altra sacerdotessa in quella situazione sarebbe stata riportata indietro dallo schiaffo, perché lei era stata portata indietro dall’istinto di combattere!?

A volte pensava che sua sorella fosse un uomo sotto mentite spoglie.

Irmelin non cercò neanche di contenersi e esplose con tutta la sua rabbia contro Selyan << Avrebbe dovuto spaccarti la faccia, idiota! Mi hai spaventata! >>

<< Colpa tua >> le rispose Selyan alzando le spalle come se fosse una cosa ovvia << Non dovresti toccarmi quando succede >>

La sacerdotessa del vento non si lasciò intimidire e le puntò un dito dritto contro il petto << Odio te, il tuo maledetto potere e le tue maledette visioni incontrollate e incomprensibili! >>

<< Io vi odio tutte e due perché mi escludete sempre! >> urlò Elydet.

Perché doveva sempre essere tagliata fuori da tutto? Perché lei che era sua sorella doveva essere esclusa da una visione sul loro futuro quando Irmelin veniva coinvolta a pieno?

<< Tanto, per quello che si capisce delle visioni di tua sorella, è inutile farne parte >> commentò la sacerdotessa del vento << Sei uno schifo, Sel! >>

<< Posso sapere cos’era? >> chiese Nora incuriosita.

<< Non ho mai imparato a capire il senso delle mie visioni. Mi dispiace >>

<< Dimmi cos’hai visto, forse posso aiutarti >>

Ma il tentativo di Nora fu ucciso dalla risposta sdegnata di Irmelin << La maggior parte delle volte la cretina della mia amica non vede niente, sente e basta. Mi chiedo a cosa serva un dono del genere! >>

<< Era qualcosa di bello? >> insistette l’amica del re per niente propensa a lasciar perdere.

<< Orrendo >> rispose Irmelin con il labbro arricciato per lo sdegno.

Tipico di Selyan. Ecco perché lei non aveva chiesto cosa avessero visto, sapeva già che non sapeva prevedere niente che non fosse una disgrazia.

<< Quando mai mia sorella pensa cose buone? Non c’è speranza con lei >>

<< La mia speranza è morta, Ely >> disse lei con il viso di nuovo abbassato a terra.

<< Non ricominciare! >> la avvertì.

Era davvero stanca dei suoi continui pianti immotivati e improvvisi. La sua punizione non era stata drastica e una sacerdotessa del suo livello doveva essere in grado di non lasciarsi intristire da una visione, non aveva il minimo motivo per fare una scenata di nuovo, eppure i suoi occhi erano bassi e un attimo dopo i suoi sospetti furono confermati dalla sua improvvisa fuga.

<< Ehi, fermati! Non puoi fare sempre quello che ti pare >> cercò anche di rincorrerla, ma la sua maledetta amica la teneva per la veste << Lasciami, Irmy, maledizione! Lasciami! Sai che ho ragione e non può andare avanti così! >>

<< Lasciala andare, non serve a niente fermarla adesso >>

Ecco il motivo per cui sua sorella non riusciva a riprendersi. Elydet era convintissima che Irmelin dovesse imparare a farsi i fatti propri invece di difenderla di continuo. Doveva lasciare che Selyan imparasse ad affrontare la realtà invece di lasciare che si affogasse nella tristezza.

<< Tu devi smettere di appoggiarla sempre! Non si lascerà mai il passato alle spalle se continua a crogiolarsi nella tristezza! Mia sorella ha bisogno di essere presa a manate quando fa così, lo capisci?! >>

<< No, Ely >> insistette lei << E smetti di urlare, per favore >>

<< Oh, certo, quando lei fa così tu le vai dietro. Giusto. Mi state stancando, chiaro!? >>

<< Posso sapere cosa le è successo? Perché fa così? >>  chiese di nuovo Nora rischiando di farle perdere la pazienza anche lei.

Che razza di persone aveva intorno il re?! Era dotato di Divina bellezza e Somma intelligenza, ma aveva accanto l’incarnazione della cattiveria e quella della curiosità. Come diamine li sopportava?!

Decise di invocare la pazienza e soddisfare la nobile davanti a loro visto che Irmelin, per qualche motivo che poteva sapere solo lei, aveva smesso di parlare.

<< Perché è convinta che tutti i mali del mondo colpiscano solo lei. Non capisce che non ha passato niente di diverso da quello che hanno passato tutte le altre. Sai quante di noi hanno visto morire la propria famiglia? Suo padre era anche mio padre, dannazione, l’ho perso anch’io! E almeno sette di noi hanno visto morire i fratelli in guerra. Perché lei dev’essere l’unica a non accettare- >>

<< Basta, Ely! >> la interruppe Irmelin all’improvviso << È tua sorella e dovresti aiutarla invece di criticarla! Se non riesce a sopportare quello che ci è successo, non puoi fargliene una colpa. Non è insultandola che risolverai i suoi problemi e non è trattandola in questo modo che le farai capire che, nonostante tutto quello che ha perso, ha ancora una sorella >>

Aveva ragione. Forse.

La maledetta Irmelin sapeva sempre come risolvere quelle situazioni e le sopportava con una pazienza che non aveva mai capito da dove venisse. Forse doveva davvero averne anche lei con Selyan per calmarla invece di cercare di convincerla a ragionare.

<< Uff… vado a cercarla. Mi farò inzuppare la veste, non preoccuparti >>

***************************************************************************************************

-Irmelin-

Appena Elydet imboccò la scala delle loro stanze, Irmelin sospirò stanca << Scusa, Nora. Sembriamo tre pazze, vero? >>

<< Per niente. Posso capire >>

<< Davvero? >>

La ragazza annuì seria << Tutti prima o poi ci troviamo a fare i conti con le chiamate di Dio e non è facile per nessuno accettarle. Forse non è sbagliato scuoterla un po’ >>

Irmelin non aveva la forza di raccontare tutto a quella ragazza, né tanto meno aveva voglia di condividere le sue paure più grandi con quella che era poco più che un’estranea. Forse non era il caso che la nobiltà sapesse che aveva paura dei comportamenti strani e pericolosi di Selyan nei momenti peggiori.

Decise di limitarsi ad esporle i fatti. Nora avrebbe capito da sola, non era stupida.

<< Ely diventa troppo cattiva con lei in questi casi. Credo sia anche colpa del fatto che il loro padre passava molto più tempo con Selyan che con lei. Sel è distrutta per aver perso tutto e Ely è arrabbiata perché ... credo la ritenga responsabile dell’assenza continua di suo padre nella sua vita. Penso sia per questo che discutono di continuo >>

<< I genitori non dovrebbero fare preferenze >> obiettò Nora.

Non era un’accusa a qualcuno, sembrava più una sua convinzione personale. Forse Nora era ancora troppo piccola per capire come andava il mondo, o forse aveva sempre vissuto in un palazzo reale dove i legami di sangue contavano più di qualunque altra cosa, ma Irmelin non poteva lasciare che qualcuno pensasse male del nobile Kerse. Lei lo aveva conosciuto bene e non poteva sopportare l’idea che re Tarìc e i suoi pomposi seguaci pensassero a lui come a un uomo che trascurava una figlia solo perché non era la primogenita e non la riteneva importante.

<< Ely aveva sua madre e, la Dea voglia concedermi la grazia di dire il vero, è ancora viva e vegeta  in salvo da qualche parte con i nostri parenti più stretti. Selyan non ha mai conosciuto sua madre. Kerse non poteva fare a meno di passare più tempo possibile con lei per non farla sentire sola nonostante la famiglia a cui l’aveva affidata. La gente dell’isola guardava male i figli nati fuori del matrimonio e lui non sopportava che sua figlia fosse costretta a vivere con persone che non avevano nessun legame con lei, per quanto, ti giuro, quella famiglia le volesse bene come se fosse una di loro. Kerse ha sempre cercato di starle accanto perché aveva il terrore che qualcuno le facesse venire il dubbio che non la volesse tra i piedi >>

<< Che ne è stato delle vostre famiglie? >> chiese cauta Nora come se avesse paura della sua risposta.

Irmelin alzò le spalle prima di riferirle quello che aveva sempre detto la vecchia stupida  senza però avere la certezza che fosse la verità << Imbarcate su una nave come la nostra. La stupida di Dalia doveva aver comunicato anche a loro la nostra destinazione, ma sono partiti dopo di noi e noi abbiamo perso la rotta per più di una volta a causa di tempeste, timonieri idioti o sa la Dea cosa. Non so neanche come siamo finite nel vostro regno e non credo che Dalia avesse in mente di venire qui dall’inizio. Non sappiamo dove siano finiti gli altri. La Somma Idiota ha giurato di aver cercato una visione e di averli visti in salvo in partenza da un porto di sosta. Io non mi sono mai fidata di lei >>

<< Vuoi che chieda a Ismene di scoprire qualcosa? >> si offrì Nora preoccupata.

Perché la migliore amica del re, una dei nobili di quel regno che avrebbe dovuto diffidare di loro, cercava sempre il modo di aiutarle? Selyan era convinta che il re sospettasse di loro, lei non riusciva a darle torto, eppure quella ragazza non sembrava avere cattive intenzioni. Ormai Irmelin cominciava a fare sempre più affidamento sullo strano potere che aveva scoperto di avere di recente e si fidava sempre più delle sue sensazioni piuttosto che della logica dei fatti: non aveva mai avuto cattive sensazioni nei confronti di Nora e il fatto che si fosse offerta di smuovere la nobile Ismene per aiutarle, le aveva fatto provare un moto di gratitudine infinita verso quella ragazza.

E, considerando l’offerta che le aveva fatto, aveva anche avuto un’altra sensazione forte e decisa quanto la sua voglia di sputare in faccia alla Somma Sacerdotessa << Non preoccuparti, io so che i miei sono vivi, Nora. Non chiedermi come, ma lo so >>

<< Se Ismene ci riuscisse, Selyan si calmerebbe un po’? >>

<< Su quella nave non c’è nessuno che potrebbe aiutarla a stare meglio >> le rispose stringendo i  pugni per cercare di calmarsi. Non avrebbe mai imparato a gestire il panico misto a rabbia che la assaliva ogni volta che pensava a quello che era successo. Doveva imparare a non lasciarsi trasportare dai ricordi anche lei.

<< Tutto quello che le è rimasto della sua famiglia è già nella tua terra. Suo padre, i genitori adottivi, i suoi fratelli… ha solo sua sorella ormai e, se anche lei si allontana, Selyan non ha davvero più nessuno >>

<< A me sembra che lei tenga più a te che a sua sorella, sai? >>

<< Perché è con me che è cresciuta >> ammise con orgoglio << La madre di Ely non ha mai voluto farla avvicinare a sua sorella. Hanno stretto i rapporti solo da qualche anno, da quando Ely è entrata al tempio. Saranno tre anni, forse. Io conosco Sel da quando avevamo cinque anni, siamo cresciute giocando insieme tutto il giorno, tutti i giorni. Ci separavamo solo per andare a dormire. Non sopporto di vedere sua sorella che le da contro quando sta così male solo perché anche lei ha bisogno di sfogarsi. Capisco Ely, a volte ne avrei bisogno anche io, ma Selyan è l’ultima persona in grado di sopportare gli sfoghi isterici di qualcuno adesso. E credo che non lo sarà più per molto tempo >>

<< È presto, Irmelin >> disse Nora solidale. Poi la ragazza si illuminò improvvisamente euforica << Ehi, tu hai deciso di farti punire da Aaren e io ho deciso di aiutarti con Selyan, così avrai la mente più libera per pensare a come farlo impazzire, ti sta bene? >>

<< Cosa ne guadagni? >> chiese insospettita da quella inaspettata offerta di aiuto.

<< Prima di tutto, sono davvero curiosa di vedere cosa inventerai per farlo arrabbiare e anche di vedere lui perdere la pazienza. Io da parte sua non sono mai riuscita a prendermi niente più di una minaccia di rispedirmi a mia madre. E poi è tutta una vita che mi impegno a far impazzire quello zuccone pomposo di Neithel, e posso assicurarti che ci riuscivo alla grande, ma ti giuro che da quando è arrivata Selyan non passa giorno che non sia isterico per qualche sua stupidaggine. Credo che il dispetto più grosso che io possa fargli sia tenergliela alle costole e che, se insisterò a farlo, prima o poi impazzirà davvero e Tarìc sarà costretto a darmi ragione e mandarlo via dal palazzo. Devo fare parte delle idiozie di Selyan più spesso, ti prego non dirmi di no! >>

La richiesta di Nora era a dir poco assurda. Non capiva come avesse potuto farle una proposta del genere.

<< Nora… ecco, io… io non credo che le idiozie di Selyan siano volontarie >> ammise sentendosi quasi in colpa per quello che aveva tutta l’aria di essere un insulto alla sua migliore amica.

La ragazza non si perse d’animo e, anzi, sembrava quasi più convinta di prima << È proprio questo che lo manda in bestia! Neanche io riuscivo a credere che fosse la persona che descriveva lui nelle sue stupide lamentele. Ero convinta che fosse una persona capace, dotata, seria e tutte le stupidaggini delle brave sacerdotesse e invece, in nome di Dio, è una persona normale! >>

<< Ti stai illudendo, è molto più stupida delle persone normali quando si impegna >>

Nora scoppiò a ridere divertita << Sì! A me le sue risposte improbabili fanno ridere, a lui fanno saltare la pazienza in un modo impareggiabile! Ho bisogno di lei per spingerlo alla follia e farlo buttare fuori dalla corte reale, i suoi insulti mi hanno stancato! Ho bisogno che Selyan lo faccia impazzire, poi lo farò rinchiudere o sbattere fuori dal regno e vivrò libera e tranquilla per il resto della vita! Ti prego, ti prego, ti prego! >>

Non era una richiesta impossibile messa in quei termini. Se si trattava di dare libero sfogo alle stupidaggini di Selyan…<< È solo una questione di intelletto? >> chiese per accertarsi di non aver capito male.

<< Cosa vuoi dire? >>

<< Capisco che Selyan possa far irritare le grandi menti, irrita anche me nelle giornate peggiori, ma quello non è l’unico dono di quella ragazza e ho paura a dirti che accetto quello che mi chiedi >>

<< Perché? Che ha di strano? >>

<< Oh, è più strana di quanto tu possa immaginare >> ammise << Quello che intendevo è che la Dea le ha dato il dono di abbindolare tutti quelli che le si avvicinano troppo senza rendersene conto. Corre rischi? >>

<< Assolutamente no >> asserì Nora decisa scuotendo la testa.

<< Sicura? >>

<< Ma hai capito di chi parlo? Il nobile scorbutico che non parla mai con nessuno se non per insultare, a meno che non si tratti del re o di suo padre, e non sa cosa sia l’educazione con le altre persone. Non ha il minimo interesse per nessuno che non sia sé stesso e la sua cattiveria. Puoi stare davvero tranquilla! Per quanto la odia, puoi solo avere paura che le stacchi la testa in un eccesso di rabbia >>

<< Guarda che ci tengo a lei! Non la darò in mano a un pazzo omicida! >>

<< Se non l’ha mai ammazzata dopo quello che ha fatto nell’incendio, non lo farà mai >> banalizzò Nora con un’alzata di spalle.

Il fatto che Nora sapesse il modo in cui Selyan aveva salvato la situazione la sera prima non la stupì affatto. Sapeva già che quella ragazza era molto più che una semplice apprendista e amica del re in quel palazzo. Sembrava essere una specie di confidente personale del sovrano.

 << E ora che ci penso >> riprese lei << potrei anche raccontare a Tarìc la tua preoccupazione che si avvicini a una donna e fargli fare due risate per tirargli su il morale e distrarlo dalle preoccupazioni. Voi che fate di solito dopo cena? >>

<< Niente. Stiamo in camera a dire stupidaggini o ad aspettare il sonno >>

Che razza di domanda! Che idee aveva in testa quella ragazza? Pensava che le sacerdotesse della loro terra avessero l’abitudine di andare in giro per le taverne?

<< Ma Selyan la sera peggiora, vero? >>

<< Nora, come mai sei così esperta? >> chiese stupita dall’aver capito di aver sbagliato in pieno a valutare la sua domanda.

<< Ti sei chiesta che fine hanno fatto i genitori di Tarìc se lui è re? >> domandò lei di rimando come se le fosse sfuggito qualcosa di ovvio.

Irmelin rimase a bocca aperta, non ci aveva minimamente pensato. Forse Nora capiva cosa stava passando in quel momento. Forse anche lei aveva dovuto consolare il suo amico per la perdita della sua famiglia e stargli accanto come lei cercava di fare con Selyan. Non poteva chiedere a Nora quanto era stato difficile con il re, ma poteva cercare di essere sincera con chi poteva davvero aiutarle a risolvere la situazione << Non ci avevo pensato, scusa. La sera peggiora parecchio >>

<< Beh, di solito dopo cena io e Tanet ci diamo battaglia davanti alla scacchiera e ho deciso che, da domani, voi giocherete con noi! >>

<< Ho visto una delle vostre scacchiere. Non ho idea di come si usi e Sel è uno schifo nei giochi di strategia. Non funzionerà >>

<< Non ho detto che la farò diventare brava in quelle cose >> protestò Nora irritata << ti ho detto che ti aiuterò a tirarle su il morale aspettando che passi il peggio >>

Compagnia, Tanet… chiacchiere, Tanet… Non era poi male come idea! << Giura che non la metterai nei guai con quel tiranno >>

<< Giuro che non intendo fare altro che farli discutere tutti i benedetti giorni che Dio ci concede per far impazzire lui e far sfogare lei >>

Irmelin si fermò a guardare la ragazzina che aveva davanti. Aveva gli occhi lucidi per l’eccitazione di aver trovato il modo di vendicarsi di qualcuno che la prendeva in giro di continuo, ma in realtà era lei ad offrirle una buona soluzione al suo problema più grosso. Senza aspettarsi niente di eccessivo in cambio, senza neanche che lei le chiedesse il suo aiuto. Quale nobile nella loro vecchia isola avrebbe sprecato il suo tempo dietro a due sconosciute addirittura offrendo loro aiuto costante? Quel regno non smetteva di sorprenderla un attimo da quando era arrivata.

<< Ci stai? >> insistette Nora eccitata << Tutte le sere in camera mia a scacciare la malinconia divertendovi in cambio della spontanea ingenuità di Selyan al mio servizio? >>

<< A patto che… >> la esortò sperando che ricordasse la sua preoccupazione. Non voleva rischiare di peggiorare la situazione della sua amica per niente al mondo. Neanche per cercare di aiutare la ragazza con cui avevano più debiti sulla faccia della terra.

<< Mmm... >> la maga sembrò riflettere presa in contro piede << che io non lasci la possibilità a quello stupido di vendicarsi contro di lei? >> chiese incerta.

<< Esatto! Mi piaci, lo sai? >> ammise felice di aver constatato che non correva rischi.

<< Anche tu o non sarei qui a trattare. I miei patti sono rari come le risate di quell’antipatico isterico >>

<< Se avessi un po’ più di confidenza con te, ti chiederei se ti piace >> azzardò prendendola in giro.

Nora impazzì cominciando a urlare << Lo odio! Cosa non hai capito di tutto quello che ho detto? Odio! È come per te Dalia! Lo detesto con tutte le mie forze e non vedo l’ora che Tarìc lo faccia rinchiudere! >>

Irmelin scoppiò a ridere. Nora era sincera, Selyan rischiava solo di passare delle serate spensierate con una nuova amica e il bell’uomo muscoloso che aveva conosciuto alla presentazione dal re. Poteva mettere da parte i sospetti con Nora.

<< Io posso reggere la vecchia, è sua nipote il problema serio >> la corresse.

<< Ti ha fatto qualcosa di particolare? >> chiese la ragazza curiosa.

<< Oh, non mi ricordo neanche più l’ultima cosa che ci ha fatto discutere. La cosa che sopporto meno di quella stupida è il fatto che sia nata, non so se mi spiego >>

<< Benissimo, lo stesso è per me con quel tiranno. Possiamo cercare di far mettere insieme loro se pensi che possa servire a qualcosa >>

<< No! >> urlò decisa.

L’aveva spaventata con la sua reazione improvvisa, ma non se ne curò minimamente.

Come poteva essere tanto intelligente da capire tutto e risolvere le cose e poi crollare su una cosa così banale?! Che problemi aveva nel cervello l’amica del re?!

 << Tutto quello che vuole quella racchia è un marito di un buon casato e, al momento, credo che niente la renderebbe più felice di avere proprio quel marito per un motivo che non mi spiegherò mai grazie alla Dea che mi ha fatto dono di avere un cervello talmente diverso da quello di quella pecora dalla lanugine arrugginita da essere incapace di capirne i ragionamenti. Non ti azzardare a farmi il dispetto di farli mettere insieme! Sarei costretta a farli fuori tutti e due mentre dormono per rimediare >>

Nora si coprì improvvisamente il viso orripilata da qualcosa  << Che schifo! Non sai cosa mi hai fatto pensare! Per ammazzarli tutti e due mentre dormono, dovrebbero… dormire insieme! Che schifo, che schifo, che schifo! >> ribadì scuotendo la testa con le mani nei capelli per scacciare quel pensiero.

In effetti l’idea di Keira in certe circostanze… non riuscì neanche a pensarlo che il suo stomaco si contorse per l’orrore << Bleah! Non dormirò per mesi per colpa delle mie stesse parole. Mi sono fatta venire il mal di stomaco! Nei tuoi intrugli c’è qualcosa per il vomito da schifo profondo? >>

<< Se ci fosse, lo berrei tutto io in questo momento. Dimmi che accetti lo scambio e lasciami correre al bagno, ti prego >>

<< Va bene, accetto >>

<< Grazie, ciao! >> concluse lei con una stretta di mano frettolosa almeno quanto la sua fuga.

Era un buon patto. Irmelin era fiera di sé per averlo stretto. Adesso le restava solo da controllare che Selyan si fosse calmata e poi avrebbe dovuto trovare il modo di convincere il suo stomaco a non vomitare per colpa dell’orrendo pensiero che le aveva suggerito Nora.

Ripensandoci, forse Selyan poteva aspettare.

 

***************************************************************************

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Acer5520