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Autore: gaccia    25/11/2015    6 recensioni
Essere un figo galattico che può avere tutte le ragazze che vuole può essere pericoloso. Soprattutto se non ritieni di dover tener conto dei sentimenti altrui convinto di essere al di sopra di tutti. Il purosangue per eccellenza, figlio di generazioni di maghi illustri che, nonostante le ultime vicissitudini nel mondo magico e la caduta in disgrazia di suo nonno per colpa del Signore Oscuro, avevano ancora potere e pasciuto conto alla Gringott.
Però, se ubriaco perso per una festa a base di whiskey incendiario e burro birra (oltre a qualche altro intruglio filobabbano) ti ritrovi a scopare una cozza con la C maiuscola e poi, a mente lucida, il mattino dopo la insulti e la fai sentire una cacca di ippogrifo… beh, prima pensa bene a sapere chi hai davanti.
Altrimenti farai la mia fine: maledetto da una potentissima strega ti ritroverai a scuola nei panni di una ragazza che dire racchia è essere gentile, scaraventato in mezzo a quella manica di matti che sono i Grifondoro, alle prese con tutta la tribù Weasley nuova generazione.
Rivisitazione, a modo mio, della favola “La Bella e la Bestia”.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Malfoy, Famiglia Potter, Famiglia Weasley, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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- Questa storia fa parte della serie 'i trasformisti'
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Ciao a tutti,

ed eccomi qui, per un nuovo capitolo.

Ringrazio chi ha messo la storia tra i preferiti, ricordati e seguiti e chi ha recensito o semplicemente letto.

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E ora, BUONA LETTURA!

 

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---ooOoo---

 

Devo dire che le cose stavano migliorando. In quei due mesi di scuola gli studenti avevano cominciato a smettere gli scherni e gli sberleffi.

Gli unici che davvero non demordevano erano... i fantasmi.

Incredibile ma vero, erano proprio i fantasmi che avevano iniziato a rendermi la vita impossibile. Capitanati da Pix il poltergeist, continuavano a passarmi tra i polpacci per farmi inciampare e far vedere le gambe. Ormai avevo preso l'abitudine di mettere dei calzoncini sopra il parapalle, in modo che anche se Pix mi metteva a testa in giù, non si sarebbe visto nulla.

«Ecco la cugina di Scorpius Malfoy! Facci vedere le gambe!» urlava impazzito lo spiritello, prima di farmi levitare a testa in giù. I suoi attacchi erano fulminei così come le sue ritirate, per evitare le risposte e gli schiantesimi di Rose, Daisy o Albus che ormai mi accompagnavano da tutte le parti.

«Ma perché il Barone Sanguinario non fa qualche cosa per quel mostro?» chiesi a nessuno in particolare, mentre mi rialzavo da terra e raccattavo tutti i libri.

«Non credo che intenda tenere a bada Pix. Al massimo lo farebbe per uno studente di Serpeverde, ma uno particolarmente simpatico» commentò Rose che mi accompagnava in quel momento.

Già, un Serpeverde simpatico. Io avevo avuto sempre un buon rapporto con il nostro fantasma, ma adesso che ero passato alla casa avversaria per antonomasia, chissà come l'avrebbe presa questa richiesta di aiuto.

In quel momento passò il Frate Grasso di Tassorosso e iniziò a ridere facendo sballonzolare la sua enorme pancia.

Subito dopo passò Nick quasi senza Testa.

«Nick, mi sai dire dove si trova il Barone Sanguinario?» chiesi. Dovevo fare qualche cosa, non potevo resistere per altri sette mesi alle prese con Pix.

«Oh! Mia cara signorina Girtab. Ancora importunata dal nostro poltergeist? Il Barone... l'ho visto che andava nei sotterranei. Probabilmente nella sala comune dei Serpeverde». Piegò la testa in segno di saluto e questa scivolò di lato, facendoci vedere tutte le viscere al di sotto del collo semi mozzato. Non ero convinto che il Barone con tutto il suo sangue argentato addosso, fosse più pauroso di Sir Nicholas.

«Non pensarci neanche!» disse subito Rose, perentoria. «Tu non andrai nei sotterranei, con il rischio di incontrare Goyle o qualche altro Serpeverde ed io non ho alcuna intenzione di accompagnarti». Con le mani piazzate sui fianchi e il cipiglio battagliero era davvero paurosa… o adorabile. Io propendevo per la seconda.

«Rose, smettila. Devo parlare un attimo con il fantasma dei Serpeverde e hai ragione, tu non puoi venire. Se dovesse succedermi qualche cosa, stai tranquilla che saprò difendermi».

«Come le ultime volte?». Ironia portami via. Sospirai.

«No. Ho un pulsante che avvisa immediatamente la preside. Me l’ha fornito dopo l’incontro con Theo. Non preoccuparti. davvero…» poi guardai stupito dietro la sua spalla. «Cos’è quello?» urlai.

Lei si girò di scatto ed io corsi dal lato opposto in direzione delle scale.

«Shaula!» fu l’unica cosa che sentii. Ero più veloce di Rose e certamente non sarebbe riuscita a raggiungermi in tempi brevi.

 

Corsi tre rampe di scale al massimo delle mie forze. Scendere era decisamente più facile che salire. In pochi istanti arrivai al corridoio dei sotterranei che portava alla sala comune dei Serpeverde.

Girato l'angolo vidi fluttuare l'ectoplasma che mi serviva. Scattai verso la sua figura e mi fermai a pochi centimetri da lui. Come una boa in balia delle onde, si girò come un birillo e mi fissò truce senza dire una parola.

«Barone, perdonatemi infinitamente. Dovete aiutarmi a bloccare Pix». Il mio era un appello accorato al limite della sopportazione umana.

«Perché dovrei aiutarti? Non sei della mia casa» rispose il Barone. La sua voce sembrava uscita da una caverna sommersa da millenni.

«Per Scorpius Malfoy» risposi.

«So che sei Scorpius Malfoy, così come lo sanno tutti i fantasmi. Non potete ingannarci, sappiamo riconoscere i segnali. La preside ha minacciato di esorcizzarci e noi abbiamo promesso di non tradirti. Però non puoi pretendere che non ci divertiamo». Rimasi a bocca aperta.

Certo che per essere un segreto, la mia trasformazione sembrava più nota dell'ultimo pettegolezzo su una star babbana.

«Sei figlio di Salazar e per questo mio compagno. Corri via, stanno arrivando altri Serpeverde e tu non sei nella condizione migliore per difenderti… parlerò con Pix ma non ti assicuro niente». La sua voce andò scemando mentre lui si allontanava.

Sospirai. Era già stata una conquista riuscire a parlargli. In sei anni mi aveva rivolto la parola due volte e questa era una delle due. Per essere il fantasma di casa non era molto espansivo neanche con noi. Forse era per questo che il poltergeist ne aveva così paura.

 

Tornai sui miei passi. Non avevo risolto molto ma ero comunque felice di essere là sotto. Quelle segrete buie ed umide, erano state contorni della mia vita per sei anni, non potevo semplicemente dimenticarle. Accarezzai la pietra che nascondeva l’entrata della sala comune dei miei ex compagni e mi sentii bruciare le dita per la prima volta. Tolsi subito la mano arrossata e pulsante. Strano. Era la prima volta che mi capitava. Anche i muri là sotto, sapevano che non ero più una Serpe. Ormai ero un Grifone, studiavo, giocavo, guadagnavo punti per la casa rosso-oro. Ero stato maledetto e niente era più come prima. Lì sotto c’erano solo ricordi. Là sopra la speranza di avere una vita dopo il settimo anno a Hogwarts.

Risoluto marciai verso le scale quando mi imbattei nel mio pretendente numero uno: Goyle.

Mio Dio! Che sfiga! Ancora quattro gradini e non ci saremmo incontrati. Alzai il mento e feci finta di niente passandogli accanto.

«Ciao, Shaula» disse lui, tirandomi poi una gran manata sulla spalla. Oddio! Avevo sentito ‘crack’? mi si era lussata l’articolazione? Proprio adesso che avrei dovuto giocare a quiddich contro i Tassorosso tra una settimana?

«Per Merlino! Theo! Ma un pochino di delicatezza?» gracchiai roteando il braccio.

«Oh! Anche Scorpius diceva la stessa cosa quando lo salutavo» rise lui.

«Genio! Siamo cugini, rispondiamo nello stesso modo!» replicai. Dubitavo che si mettesse a riflettere su quello che aveva detto, ma era comunque meglio confonderlo.

«Scusami per quella volta del bacio. Blaike mi ha spiegato che è solo grazie a te se non mi hanno espulso» borbottò poi.

«L’importante è che non ci riprovi un’altra volta!». Anche perché il mio stomaco non avrebbe retto.

«Prometto, se tu vieni con me al ballo di Halloween» propose.

Cosa?!? Era impazzito? E adesso come ne uscivo? Il mio cervello macinava a velocità super, mentre il mio pretendente mi fissava ansioso.

«Ehm… mi dispiace ma ho già un accompagnatore». Ero nella merda! Mancavano solo tre giorni al trentuno di ottobre! Dove lo trovavo un ragazzo solo che mi accompagnasse e che fosse meglio di Goyle? Non che ci volesse tanto, ma rischiavo di finire dalla padella alla brace.

«Oh. Beh, peccato. Ci vedremo là, allora. Però voglio lo stesso un appuntamento! La prossima gita ad Hogsmeade». Avrei potuto trovare una scusa più avanti.

«Okay. Ora scusami ma devo andare!» dissi superandolo e… rimasi di nuovo bloccato. Questa volta era il soggetto che volevo assolutamente evitare: Blaike Zabini.

 

«Guarda guarda! Shaula Girtab, la nuova cacciatrice di Grifondoro. Sono davvero ansioso di vederti in campo. Tuo cugino era davvero un portento in quel ruolo, ma so che negli Emirati Arabi le ragazze non giocano. Tu come hai imparato?». Si era appoggiato al muro e mi scrutava attentamente. Odiavo quando mi guardava come se fossi sotto esame.

«Ho imparato durante alcune vacanze proprio da Scorpius» risposi decisa.

«Strano. Abbiamo passato la maggior parte delle vacanze insieme e tu… non c’eri. Bah! Verrò a vederti. Stanne certa!» sibilò al mio orecchio, dirigendosi verso la sala comune dei Serpeverde. Con la mano alzata salutai Goyle e mi misi a correre verso la torre e il mio dormitorio.

Avevo combinato qualche guaio? Più che probabile.

Adesso che ci pensavo, entrare nella squadra di quiddich di Grifondoro, non era stata una bella pensata, visto come mi stava addosso Blaike. Conosceva il mio modo di giocare meglio di me stesso. Molto probabilmente avrebbe capito tutto già nella prima azione. Dovevo cercare di confondere le acque, come ero riuscito a fare un mese prima, quando Albus aveva riunito tutti per i provini.

 

Era una giornata abbastanza calda e soleggiata.

Albus era in agitazione già da una settimana, zampettando e veleggiando tra i divani e le poltrone della sala comune con una cartellina appresso, su cui continuava a scrivere con foga febbrile. E adesso era arrivato il momento. Eravamo tutti lì, una ventina di ragazzi per candidarci ai sette posti disponibili della squadra di quiddich del Grifondoro.

Sugli spalti erano presenti tutti gli altri compagni di casa, ognuno a fare il tifo per il suo amico preferito. Io mi ero fatto recapitare la mia Firebolt 2020 deluxe. Era una edizione limitata ma non potevo farne a meno, mi trovavo troppo bene a volare lì sopra.

«Primi a provare i cacciatori!» urlò Albus a centro campo.

Prima ancora che riuscissi a inforcare la scopa, Rose era al mio fianco.

«Sei sicura di voler provare? Se dovessi cadere o farti male? Ricordati che non sei più sola! Devi pensare per tu-sai-chi». Giuro che non avrei retto ancora per molto e l’avrei affatturata.

«Concorri anche tu!» la invitai.

«Certo che no! Non sarebbe onorevole. Sono una caposcuola» protestò nascondendosi dietro la sua carica.

«Anche i caposcuola hanno diritto di giocare. Provaci e io potrei ritirarmi prima di giocare una partita» la stuzzicai. Era atletica e svelta ma non sarebbe mai riuscita a entrare in squadra. Era troppo carina e delicata.

«Ti ritirerai se io gioco?» mi sfidò.

«Mi ritirerò se tu verrai selezionata» specificai. Ero in una botte di ferro.

Si spostò e mi fece passare. Inforcai la scopa e mi diedi la spinta verso l’alto. Eravamo in sette a dover essere scrutinati. I due cacciatori della passata stagione avrebbero fatto da contorno per provinare i candidati nuovi.

«Avanti!» urlò Albus passando la pluffa al cacciatore più vicino.

Cominciammo a volare velocissimo a turno. Si dovevano fare quattro giri di campo con relativi passaggi, scartare due bolidi e segnare almeno tre volte.

«Forza, Shaula! Forza, Shaula!» urlava Lily dagli spalti, agitando quello che sembrava essere uno striscione con il mio nome a lettere cangianti. Ma quando l’aveva preparato? Vicino a lei, Lucy si agitava quanto la cugina mentre Molly stava leggendo e pigramente muoveva sopra di lei la bacchetta.

«Lily si è organizzata per fare il tifo» spiegò Roxanne, mentre mi volava vicino, pronta con la sua mazza per i bolidi.

Quando Albus diede l’ordine per me, partii come un fulmine, accucciandomi sul bastone della mia scopa per essere più aerodinamico possibile. Presi la pluffa durante una giravolta e lo rilanciai mentre scendevo in picchiata per evitare un bolide, risalii in quota e svoltai repentino a destra mentre riprendevo la pluffa e la lanciavo nel cerchio in alto. Nessuno avrebbe potuto prenderla. L’azione era stata così veloce che dovetti richiamare gli altri due cacciatori per continuare. Continuai a volare spedito, feci finta di perdere la presa durante il terzo giro e la ripresi dopo una terrificante picchiata. Sbagliai a bella posta il terzo cerchio, finendo il mio provino con un due su tre.

Albus mi guardò estremamente soddisfatto e passò a provinare altri candidati.

«Forza, Louis! Forza, Louis!» urlava Lily. Questa volta lo striscione aveva cambiato nome con quello del cugino.

Anche lui fece davvero una bella prova, riuscendo a fare tre centri su tre e senza perdere mai la presa sulla pluffa. I suoi passaggi erano precisi, diretti ed efficaci. Era davvero un gran giocatore.

«Credo che Louis sarà riconfermato» sussurrò Rose.

I provini dei cacciatori finirono poco dopo e Albus ricominciò a incitare i battitori.

Loro dovevano provare a colpire un bersaglio molto piccolo, e volare in tondo per il campo, alternandosi nelle battute e incrociandosi con i cacciatori.

L’unica davvero forte fu Roxanne. Hugo provò ma venne battuto dal battitore titolare dell’anno scorso e che, con ogni probabilità, avrebbe mantenuto il suo posto in squadra.

«Portieri!». A quella voce, Rose, Nicholas, e altri tre ragazzi del sesto anno si disposero davanti ai cerchi.

A turno, i cacciatori, iniziarono a lanciare verso di loro e i portieri provarono a parare.

Dopo alcuni minuti cominciai ad avere dei dubbi sulla inettitudine di Rose. Accidenti! Sembrava non avesse mai fatto altro che parare le pluffe. Non gliene scappava una. Man mano che il provino procedeva, i candidati venivano eliminati, fino ad arrivare a un testa a testa tra Rose e Nicholas.

«Forza, Rose! Forza, Rose». Lily si agitava come non mai. Anche Molly aveva lasciato il suo libro e partecipava a fare il tifo con sua sorella Lucy.

I tiri erano sempre più forti, precisi e i portieri sempre più bravi.

«Credo che Rose possa farcela» dissi a Roxy che galleggiava vicino a me con la scopa.

«Non avevo dubbi! È sempre stata la più brava in porta. L’ha allenata suo padre e lui è stato il portiere dei Grifondoro a scuola e dopo la guerra ha anche giocato nei professionisti per un paio d’anni. Quando ci troviamo tutti insieme e decidiamo di fare una partita sono loro due che stanno in porta». Quindi mi ero illuso che la rossa non fosse capace.

Proprio quando mi misi a pensare intensamente a Nicholas, che vincesse la sfida, questo perse la presa e il cerchio centrale fu infilato. Rose aveva vinto e io, se avessi guadagnato il posto, avrei dovuto rinunciare. Porco Merlino!

Per ultimo cinque Grifondoro (tra cui Albus) provarono a fare il cercatore, ma era evidente che il boccino amava letteralmente i Potter e Albus dimostrò di essere il degno successore di suo fratello James.

Due giorni dopo vennero affissi nella sala comune, i nomi dei titolari della squadra e le riserve.

Cacciatori, Shaula Girtab, Louis Weasley e James Percy Holmes del sesto anno.

Battitori, Roxanne Weasley e Oliver Trislot.

Portiere, Rose Weasley.

Cercatore, Albus Potter.

Riserve, Hugo Weasley battitore, Nicholas Jones portiere, Wendy Wolpert e Marcus Belby Jr cacciatori, Robert Madley cercatore.

 

«Sono entrata in squadra. Ora tu devi rinunciare» esordì Rose, qualche giorno dopo. Era già un miracolo che non fosse corsa da me subito dopo aver letto i nomi della lista.

«Dai, Rose. Hai visto che volo bene. Non ti devi preoccupare» cercai di blandirla, ma era come cercare di ammansire un ippogrifo con una unghia incarnita nello zoccolo.

«No. Abbiamo scommesso e hai perso».

«E se trovassi il modo per essere perfettamente al sicuro?». Dovevo riuscire a far entrare in quella testa rossa e testarda che non aspettavo nessun bambino!

«Dubito che tu ci possa riuscire. Provaci. Se mi convinci… accetterò che tu giochi».

Sembrava di essere alle grandi manovre di diplomazia. Ed io non ero mai stato un gran diplomatico!

 

Da quel momento non era cambiato niente: Rose cercava di convincermi ed io nicchiavo. Adesso, a un mese di distanza e a qualche giorno prima della partita contro Tassorosso, con Blaike che mi aspettava al varco, ero sempre più convinto che forse era meglio ascoltare la rossa e rinunciare alla partita.

Avrei deciso domani mattina, ora era il momento di correre in biblioteca. Come al solito aspettai che tutte le mie compagne fossero nel mondo dei sogni, e quando sentii il respiro pesante del sonno, mi vestii, scesi al terzo piano e mi infilai nella sala stracolma di libri.

Era più di un mese che tornavo in biblioteca a cercare controincantesimi. Non ero ancora riuscito a trovare niente che mi salvasse dalla maledizione, se non un accenno a un potere nato dall'odio che poteva essere incanalato in un amuleto oscuro. Non era difficile capire che tutto questo pasticcio era nato dall'odio. Se non avesse provato odio non avrebbe mutato degli esseri umani in sembianze animali e non avrebbe dato una scadenza di un anno per poi morire.

Andai nel reparto proibito e ricominciai a leggere il libro codice Pad_19 da dove avevo interrotto la volta precedente. Ormai ero diventato un esperto con i codici con cui erano ordinati i libri. Mi ero fatto anche una lista in modo da non saltare niente di importante. Se mi fossi salvato, potevo sempre chiedere di essere assunto come bibliotecario. Credo che nessuno passasse più tempo di me lì dentro anche se nessuno lo sapeva.

Due giorni prima, c'era mancato davvero poco che mi scoprissero i prefetti durante il giro di ronda. Questa volta ero stato più attento e mi ero mantenuto nel buio, procedendo solo grazie alla luce della luna che filtrava dalle finestre. Neanche i dipinti mi avevano notato, continuando a sonnecchiare durante tutto il percorso.

Il libro era particolarmente difficile e dovevo fare molta attenzione a quello che leggevo. Lentamente il tempo passò, senza che mi accorgessi del suo trascorrere.

Ero così concentrato che non mi accorsi della sua presenza sino a quando non fu accanto a me e la sua ombra oscurò la pagina che stavo leggendo, seduto sul pavimento.

Sobbalzai e alzai il viso spaventato.

«Ciao, Shaula» disse Rose, guardandomi dall'alto. Miseriaccia! Cosa dovevo fare ora? Come potevo spiegarle che avevo il permesso della preside per essere lì a quell'ora di notte e che le mie ricerche erano fatte con il beneplacito del Ministero e degli Auror?

«Ciao, Rose» risposi, senza trovare altro da dire. Feci passare alcuni minuti, poi visto che non parlava, mi arresi. «Come hai fatto a trovarmi?».

«Credevi che non mi fossi accorta di tutte quelle notti che ti alzavi? È da una settimana che so che vieni qui».

«Come hai fatto?». Questa era ammirazione. Ero convinto di essere stato davvero prudente e lei mi aveva battuto.

«Due settimane fa mi sono svegliata e tu non c'eri, poi ti ho seguito da lontano, ma adesso ero davvero curiosa di sapere cosa leggevi di così interessante, visto che non ti sei neanche accorto che ero così vicina» e si sporse per leggere le pagine ingiallite.

«Uh. Libri del reparto proibito. Ho sempre desiderato metterci le mani sopra» sospirò.

«Sono molto noiosi, te lo assicuro» risposi voltando pagina.

«Cosa stai cercando?» chiese. Ecco la domanda che mi aspettavo fin dall'inizio e che non avrei mai voluto ascoltare.

«Una soluzione» risposi cercando di essere evasivo. Era un tentativo inutile e lo sapevo, ma non riuscivo a risolvermi di dirle tutta la verità. Si era presa a cuore la mia situazione sin da quando ero arrivato a Hogwarts. Cosa avrebbe fatto se avesse saputo che ero maledetto e che avevo i giorni contati? Non volevo la sua pietà. Il suo spirito di sacrificio, tipico della sua famiglia, si sarebbe immolata alla mia causa e io non volevo la compassione di nessuno. Preferivo la lotta. In questo ero molto più Grifondoro di quanto avessi mai potuto immaginare.

«Quale soluzione? Per cosa?» la sua voce cominciò ad avere un tono preoccupato, poi allungò le mani e mi strappò il libro aperto dalle ginocchia. Cominciò a sfogliarlo, sino ad arrivare a un punto e farsi scappare un gemito inorridito.

«Stai cercando di abortire? Shaula, non puoi! Non è una soluzione, questa! Uccidere il tuo bambino è un abominio!» strepitò sconvolta, rischiando di svegliare tutti gli abitanti del castello.

Per la barba di Merlino, Paracelso e Circe! Cosa aveva pensato adesso questa pazza scatenata, antiabortista?

«Cosa?» chiesi. Rose mi fece vedere il libro che era aperto su una pagina che insegnava a far uscire il bambino dal corpo della madre, senza l'intervento di pozioni e senza bisogno di medimaghi e guaritori, uccidendo il feto senza alcun danno per la madre. Era un intervento orribile e misericordioso allo stesso tempo. Ma cosa pensassi io, non era una cosa che mi servisse.

«Rose, non so come fartelo capire, ma io non aspetto alcun bambino» dissi per l'ennesima volta. L'avevo ripetuto allo sfinimento ma lei rifiutava di assimilare il concetto, dicendo che stavo mentendo per paura. Da dove le venisse tutta questa sicurezza volevo proprio saperlo.

Provò a parlare ma la interruppi.

«Ragiona. Sono qui da due mesi. Se fossi stata davvero incinta, non sarei ingrassata? È vero che sono grassa, ma sarei aumentata e invece sono sempre uguale». La vidi sgranare gli occhi e le sue guance arrossirono. Nel suo sguardo iniziò a sorgere un barlume di comprensione e perplessità insieme. Il dubbio.

«Davvero non sei incinta?».

«No. Non sono incinta» risposi secco. Forse ero riuscito a incrinare le sue certezze.

«Ma... ma... come... cosa....?». In effetti questa rivelazione creava più domande che risposte e rischiavo di tornare al dramma di partenza. Cosa dovevo dire?

«Non sono incinta e non ho bisogno di assorbenti» feci il riassunto.

«Quindi? Cosa c'è che non va?».

«Diciamo che è una maledizione e sto cercando l'antidoto» confessai.

«Ma i professori non possono darti una mano? Lo sanno?».

«La McGranitt lo sa. Gli altri sanno qualche cosa ma non tutto».

«Di cosa si tratta?». Ecco che arrivava il momento x.

«Rose, non è che non mi fidi di te, ma potrei confessarti tutto un'altra volta?».

«Potrei aiutarti. Sono brava con le ricerche ed essendo Caposcuola, posso sicuramente eludere le ronde e venire in biblioteca senza rischi. Dimmi come posso aiutarti».

Rimasi qualche minuto a guardare il pavimento, senza vedere nulla.

«Ti dirò tutto, ma non ora. Devo... devo pensarci, non è una cosa che riguarda solo me. Se riterranno che tu possa essere di aiuto, te lo dirò. Promesso». Forse avevo trovato un buon compromesso. «Continuiamo a cercare». Presi un altro libro ed iniziai a sfogliarlo.

«Cerchiamo una maledizione?».

«Sì. Trasformazione» confermai.

Trascorremmo un paio d'ore in quel modo, consultandoci quando trovavamo qualche cosa di interessante, ma niente che servisse al mio problema.

Guardai l'ora, quando iniziò a farmi male la schiena. «E' ora di andare». La rossa annuì e sbadigliò stiracchiandosi.

 

Tornammo al dormitorio dei Grifondoro, senza incontrare nessuno, neanche i fantasmi che bazzicavano sempre nei corridoi a quelle ore notturne.

«Rose, tra tre giorni è Halloween» dissi. Mi ero appena ricordato del problema di Goyle.

«Sì».

«Ci sarà il ballo la sera» continuai.

«Sì».

«Tu ci andrai con qualcuno?» chiesi.

«Sì. Ci andrò con Nicholas. Me l'ha chiesto dopo che ha perso il provino per il quiddich. Ha detto che aveva bisogno di essere consolato» rispose ridendo.

A me la cosa non faceva molto ridere. A dire tutta la verità, mi dava un pochino fastidio, ma sorvolai sulla questione. Avevo cose più importanti da discutere.

«Ho un problema» annunciai.

«Solo uno?» ridacchiò di rimando.

«Goyle mi ha invitato al ballo» sparai e sentii un singhiozzo di risposta.

«Cosa gli hai risposto?» chiese poco dopo.

«Di no».

«Meno male» e continuò a camminare tranquilla verso la torre Grifondoro.

«Però gli ho anche detto che ci andavo con un altro».

«E con chi?».

«Non lo so».

«Come non lo sai?». Bloccò la sua camminata nel corridoio davanti alla Signora Grassa che stava sonnecchiando nel dipinto.

«Gli ho detto che ci andavo con un altro per evitare di andarci con lui. Ma cosa posso fare ora? Devo trovare qualcuno! Mi puoi aiutare?» pregai a mani giunte. Tutto pur di sfuggire a Goyle.

«A tre giorni dalla festa, chi voleva andarci accompagnato è già impegnato. È impossibile trovare qualcuno» replicò sconsolata.

«Se mi presento senza nessuno, avrò Theo appiccicato tutta la sera oltre a far la figura della bugiarda. Non è che Albus è libero?» chiesi speranzosa.

Rose si mise a ridere. «Ha ricevuto inviti appena entrati a settembre. Credo che ci vada con una ragazza di Corvonero... possiamo chiedere» fece spallucce.

«Pensaci. Chi altri c'è? Alla festa possono intervenire quelli sino al quinto anno».

«Un sacco di gente impegnata. Anche Lily e Roxanne hanno un ragazzo per la festa. Louis ci va addirittura con Honey Abbott quella bellissima di Tassorosso del settimo anno». Sgranai gli occhi. Complimenti al piccolo Weasley del sesto anno! Aveva beccato la più bella di tutta la scuola. Anche io ci avevo fatto più di un pensierino ma quella era davvero un sogno irraggiungibile.

«Michael, Robert, Finn, Justin, Christopher?» elencai.

«Forse è rimasto Ruben Biggs Junior» rispose titubante.

Soffocai un urlo terrorizzato. Ruben era un ragazzo basso, rachitico e brufoloso. L'immagine vivente nel nerd più nerd dell'intero mondo, magico e non.

Fossi stato più debole, sarei svenuto.

 

---ooOoo---

Angolino mio:

finalmente Rose ha capito che Shaula non è incinta. Certo, questo implica che, se non aspetta un bambino, ci sono altri problemi e sarà difficile per Scorpius non confessare.

Ci sarà il confronto? Shaula confesserà?

Per ora dobbiamo risolvere il problema di Scorpius per il ballo di Halloween. Riuscirà a trovare un ragazzo disposto ad accompagnarlo? Io ho già una soluzione, vediamo se indovinate quale?

 

Riassumiamo i fatti: abbiamo un ballo di halloween e una partita di quiddich. Qualche altra idea prima delle vacanze di Natale?

 

Ringrazio per le recensioni che danno sempre la carica, spero che l’utilizzo dei nick vi piaccia. Grazie ai vostri suggerimenti per le scuse di Goyle (in particolare la pacca sulle spalle opera vostra). Ringrazio comunque chi legge e grazie per l'attenzione.

Alla prossima

baciotti

 

  
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