Ciao
a tutti,
ed
eccomi qui, per un nuovo capitolo.
Ringrazio
chi ha messo la storia tra i preferiti, ricordati e seguiti e chi ha
recensito
o semplicemente letto.
Elenri
per il suo banner.
E
ora, BUONA LETTURA!
---ooOoo---
Devo
dire che le cose stavano
migliorando. In quei due mesi di scuola gli studenti avevano cominciato
a
smettere gli scherni e gli sberleffi.
Gli
unici che davvero non
demordevano erano... i fantasmi.
Incredibile
ma vero, erano
proprio i fantasmi che avevano iniziato a rendermi la vita impossibile.
Capitanati da Pix il poltergeist, continuavano a passarmi tra i
polpacci per
farmi inciampare e far vedere le gambe. Ormai avevo preso l'abitudine
di
mettere dei calzoncini sopra il parapalle, in modo che anche se Pix mi
metteva
a testa in giù, non si sarebbe visto nulla.
«Ecco
la cugina di Scorpius
Malfoy! Facci vedere le gambe!» urlava impazzito lo
spiritello, prima di farmi
levitare a testa in giù. I suoi attacchi erano fulminei
così come le sue
ritirate, per evitare le risposte e gli schiantesimi di Rose, Daisy o
Albus che
ormai mi accompagnavano da tutte le parti.
«Ma
perché il Barone
Sanguinario non fa qualche cosa per quel mostro?» chiesi a
nessuno in
particolare, mentre mi rialzavo da terra e raccattavo tutti i libri.
«Non
credo che intenda tenere
a bada Pix. Al massimo lo farebbe per uno studente di Serpeverde, ma
uno
particolarmente simpatico» commentò Rose che mi
accompagnava in quel momento.
Già,
un Serpeverde simpatico.
Io avevo avuto sempre un buon rapporto con il nostro fantasma, ma
adesso che
ero passato alla casa avversaria per antonomasia, chissà
come l'avrebbe presa
questa richiesta di aiuto.
In
quel momento passò il
Frate Grasso di Tassorosso e iniziò a ridere facendo
sballonzolare la sua
enorme pancia.
Subito
dopo passò Nick quasi
senza Testa.
«Nick,
mi sai dire dove si
trova il Barone Sanguinario?» chiesi. Dovevo fare qualche
cosa, non potevo
resistere per altri sette mesi alle prese con Pix.
«Oh!
Mia cara signorina
Girtab. Ancora importunata dal nostro poltergeist? Il Barone... l'ho
visto che
andava nei sotterranei. Probabilmente nella sala comune dei
Serpeverde». Piegò
la testa in segno di saluto e questa scivolò di lato,
facendoci vedere tutte le
viscere al di sotto del collo semi mozzato. Non ero convinto che il
Barone con
tutto il suo sangue argentato addosso, fosse più pauroso di
Sir Nicholas.
«Non
pensarci neanche!» disse
subito Rose, perentoria. «Tu non andrai nei sotterranei, con
il rischio di
incontrare Goyle o qualche altro Serpeverde ed io non ho alcuna
intenzione di
accompagnarti». Con le mani piazzate sui fianchi e il
cipiglio battagliero era
davvero paurosa… o adorabile. Io propendevo per la seconda.
«Rose,
smettila. Devo parlare
un attimo con il fantasma dei Serpeverde e hai ragione, tu non puoi
venire. Se
dovesse succedermi qualche cosa, stai tranquilla che saprò
difendermi».
«Come
le ultime volte?».
Ironia portami via. Sospirai.
«No.
Ho un pulsante che
avvisa immediatamente la preside. Me l’ha fornito dopo
l’incontro con Theo. Non
preoccuparti. davvero…» poi guardai stupito dietro
la sua spalla. «Cos’è
quello?» urlai.
Lei
si girò di scatto ed io
corsi dal lato opposto in direzione delle scale.
«Shaula!»
fu l’unica cosa che
sentii. Ero più veloce di Rose e certamente non sarebbe
riuscita a raggiungermi
in tempi brevi.
Corsi
tre rampe di scale al
massimo delle mie forze. Scendere era decisamente più facile
che salire. In
pochi istanti arrivai al corridoio dei sotterranei che portava alla
sala comune
dei Serpeverde.
Girato
l'angolo vidi
fluttuare l'ectoplasma che mi serviva. Scattai verso la sua figura e mi
fermai
a pochi centimetri da lui. Come una boa in balia delle onde, si
girò come un
birillo e mi fissò truce senza dire una parola.
«Barone,
perdonatemi
infinitamente. Dovete aiutarmi a bloccare Pix». Il mio era un
appello accorato
al limite della sopportazione umana.
«Perché
dovrei aiutarti? Non
sei della mia casa» rispose il Barone. La sua voce sembrava
uscita da una
caverna sommersa da millenni.
«Per
Scorpius Malfoy»
risposi.
«So
che sei Scorpius Malfoy,
così come lo sanno tutti i fantasmi. Non potete ingannarci,
sappiamo
riconoscere i segnali. La preside ha minacciato di esorcizzarci e noi
abbiamo
promesso di non tradirti. Però non puoi pretendere che non
ci divertiamo».
Rimasi a bocca aperta.
Certo
che per essere un
segreto, la mia trasformazione sembrava più nota dell'ultimo
pettegolezzo su
una star babbana.
«Sei
figlio di Salazar e per
questo mio compagno. Corri via, stanno arrivando altri Serpeverde e tu
non sei
nella condizione migliore per difenderti… parlerò
con Pix ma non ti assicuro
niente». La sua voce andò scemando mentre lui si
allontanava.
Sospirai.
Era già stata una
conquista riuscire a parlargli. In sei anni mi aveva rivolto la parola
due
volte e questa era una delle due. Per essere il fantasma di casa non
era molto
espansivo neanche con noi. Forse era per questo che il poltergeist ne
aveva
così paura.
Tornai
sui miei passi. Non
avevo risolto molto ma ero comunque felice di essere là
sotto. Quelle segrete
buie ed umide, erano state contorni della mia vita per sei anni, non
potevo
semplicemente dimenticarle. Accarezzai la pietra che nascondeva
l’entrata della
sala comune dei miei ex compagni e mi sentii bruciare le dita per la
prima
volta. Tolsi subito la mano arrossata e pulsante. Strano. Era la prima
volta
che mi capitava. Anche i muri là sotto, sapevano che non ero
più una Serpe.
Ormai ero un Grifone, studiavo, giocavo, guadagnavo punti per la casa
rosso-oro. Ero stato maledetto e niente era più come prima.
Lì sotto c’erano
solo ricordi. Là sopra la speranza di avere una vita dopo il
settimo anno a
Hogwarts.
Risoluto
marciai verso le
scale quando mi imbattei nel mio pretendente numero uno: Goyle.
Mio
Dio! Che sfiga! Ancora
quattro gradini e non ci saremmo incontrati. Alzai il mento e feci
finta di
niente passandogli accanto.
«Ciao,
Shaula» disse lui,
tirandomi poi una gran manata sulla spalla. Oddio! Avevo sentito
‘crack’? mi si
era lussata l’articolazione? Proprio adesso che avrei dovuto
giocare a quiddich
contro i Tassorosso tra una settimana?
«Per
Merlino! Theo! Ma un
pochino di delicatezza?» gracchiai roteando il braccio.
«Oh!
Anche Scorpius diceva la
stessa cosa quando lo salutavo» rise lui.
«Genio!
Siamo cugini,
rispondiamo nello stesso modo!» replicai. Dubitavo che si
mettesse a riflettere
su quello che aveva detto, ma era comunque meglio confonderlo.
«Scusami
per quella volta del
bacio. Blaike mi ha spiegato che è solo grazie a te se non
mi hanno espulso»
borbottò poi.
«L’importante
è che non ci
riprovi un’altra volta!». Anche perché
il mio stomaco non avrebbe retto.
«Prometto,
se tu vieni con me
al ballo di Halloween» propose.
Cosa?!?
Era impazzito? E
adesso come ne uscivo? Il mio cervello macinava a velocità
super, mentre il mio
pretendente mi fissava ansioso.
«Ehm…
mi dispiace ma ho già
un accompagnatore». Ero nella merda! Mancavano solo tre
giorni al trentuno di
ottobre! Dove lo trovavo un ragazzo solo che mi accompagnasse e che
fosse
meglio di Goyle? Non che ci volesse tanto, ma rischiavo di finire dalla
padella
alla brace.
«Oh.
Beh, peccato. Ci vedremo
là, allora. Però voglio lo stesso un
appuntamento! La prossima gita ad
Hogsmeade». Avrei potuto trovare una scusa più
avanti.
«Okay.
Ora scusami ma devo
andare!» dissi superandolo e… rimasi di nuovo
bloccato. Questa volta era il
soggetto che volevo assolutamente evitare: Blaike Zabini.
«Guarda
guarda! Shaula
Girtab, la nuova cacciatrice di Grifondoro. Sono davvero ansioso di
vederti in
campo. Tuo cugino era davvero un portento in quel ruolo, ma so che
negli
Emirati Arabi le ragazze non giocano. Tu come hai imparato?».
Si era appoggiato
al muro e mi scrutava attentamente. Odiavo quando mi guardava come se
fossi
sotto esame.
«Ho
imparato durante alcune
vacanze proprio da Scorpius» risposi decisa.
«Strano.
Abbiamo passato la
maggior parte delle vacanze insieme e tu… non
c’eri. Bah! Verrò a vederti.
Stanne certa!» sibilò al mio orecchio, dirigendosi
verso la sala comune dei
Serpeverde. Con la mano alzata salutai Goyle e mi misi a correre verso
la torre
e il mio dormitorio.
Avevo
combinato qualche
guaio? Più che probabile.
Adesso
che ci pensavo,
entrare nella squadra di quiddich di Grifondoro, non era stata una
bella
pensata, visto come mi stava addosso Blaike. Conosceva il mio modo di
giocare meglio
di me stesso. Molto probabilmente avrebbe capito tutto già
nella prima azione.
Dovevo cercare di confondere le acque, come ero riuscito a fare un mese
prima,
quando Albus aveva riunito tutti per i provini.
Era
una giornata abbastanza
calda e soleggiata.
Albus
era in agitazione già
da una settimana, zampettando e veleggiando tra i divani e le poltrone
della
sala comune con una cartellina appresso, su cui continuava a scrivere
con foga
febbrile. E adesso era arrivato il momento. Eravamo tutti
lì, una ventina di
ragazzi per candidarci ai sette posti disponibili della squadra di
quiddich del
Grifondoro.
Sugli
spalti erano presenti
tutti gli altri compagni di casa, ognuno a fare il tifo per il suo
amico
preferito. Io mi ero fatto recapitare la mia Firebolt 2020 deluxe. Era
una
edizione limitata ma non potevo farne a meno, mi trovavo troppo bene a
volare
lì sopra.
«Primi
a provare i
cacciatori!» urlò Albus a centro campo.
Prima
ancora che riuscissi a
inforcare la scopa, Rose era al mio fianco.
«Sei
sicura di voler provare?
Se dovessi cadere o farti male? Ricordati che non sei più
sola! Devi pensare
per tu-sai-chi». Giuro che non avrei retto ancora per molto e
l’avrei
affatturata.
«Concorri
anche tu!» la
invitai.
«Certo
che no! Non sarebbe
onorevole. Sono una caposcuola» protestò
nascondendosi dietro la sua carica.
«Anche
i caposcuola hanno
diritto di giocare. Provaci e io potrei ritirarmi prima di giocare una
partita»
la stuzzicai. Era atletica e svelta ma non sarebbe mai riuscita a
entrare in
squadra. Era troppo carina e delicata.
«Ti
ritirerai se io gioco?»
mi sfidò.
«Mi
ritirerò se tu verrai
selezionata» specificai. Ero in una botte di ferro.
Si
spostò e mi fece passare.
Inforcai la scopa e mi diedi la spinta verso l’alto. Eravamo
in sette a dover
essere scrutinati. I due cacciatori della passata stagione avrebbero
fatto da
contorno per provinare i candidati nuovi.
«Avanti!»
urlò Albus passando
la pluffa al cacciatore più vicino.
Cominciammo
a volare
velocissimo a turno. Si dovevano fare quattro giri di campo con
relativi
passaggi, scartare due bolidi e segnare almeno tre volte.
«Forza,
Shaula! Forza,
Shaula!» urlava Lily dagli spalti, agitando quello che
sembrava essere uno
striscione con il mio nome a lettere cangianti. Ma quando
l’aveva preparato?
Vicino a lei, Lucy si agitava quanto la cugina mentre Molly stava
leggendo e
pigramente muoveva sopra di lei la bacchetta.
«Lily
si è organizzata per
fare il tifo» spiegò Roxanne, mentre mi volava
vicino, pronta con la sua mazza
per i bolidi.
Quando
Albus diede l’ordine
per me, partii come un fulmine, accucciandomi sul bastone della mia
scopa per
essere più aerodinamico possibile. Presi la pluffa durante
una giravolta e lo
rilanciai mentre scendevo in picchiata per evitare un bolide, risalii
in quota
e svoltai repentino a destra mentre riprendevo la pluffa e la lanciavo
nel
cerchio in alto. Nessuno avrebbe potuto prenderla. L’azione
era stata così
veloce che dovetti richiamare gli altri due cacciatori per continuare.
Continuai a volare spedito, feci finta di perdere la presa durante il
terzo
giro e la ripresi dopo una terrificante picchiata. Sbagliai a bella
posta il
terzo cerchio, finendo il mio provino con un due su tre.
Albus
mi guardò estremamente
soddisfatto e passò a provinare altri candidati.
«Forza,
Louis! Forza, Louis!»
urlava Lily. Questa volta lo striscione aveva cambiato nome con quello
del
cugino.
Anche
lui fece davvero una
bella prova, riuscendo a fare tre centri su tre e senza perdere mai la
presa
sulla pluffa. I suoi passaggi erano precisi, diretti ed efficaci. Era
davvero
un gran giocatore.
«Credo
che Louis sarà
riconfermato» sussurrò Rose.
I
provini dei cacciatori
finirono poco dopo e Albus ricominciò a incitare i battitori.
Loro
dovevano provare a
colpire un bersaglio molto piccolo, e volare in tondo per il campo,
alternandosi nelle battute e incrociandosi con i cacciatori.
L’unica
davvero forte fu
Roxanne. Hugo provò ma venne battuto dal battitore titolare
dell’anno scorso e
che, con ogni probabilità, avrebbe mantenuto il suo posto in
squadra.
«Portieri!».
A quella voce,
Rose, Nicholas, e altri tre ragazzi del sesto anno si disposero davanti
ai
cerchi.
A
turno, i cacciatori,
iniziarono a lanciare verso di loro e i portieri provarono a parare.
Dopo
alcuni minuti cominciai
ad avere dei dubbi sulla inettitudine di Rose. Accidenti! Sembrava non
avesse
mai fatto altro che parare le pluffe. Non gliene scappava una. Man mano
che il
provino procedeva, i candidati venivano eliminati, fino ad arrivare a
un testa
a testa tra Rose e Nicholas.
«Forza,
Rose! Forza, Rose».
Lily si agitava come non mai. Anche Molly aveva lasciato il suo libro e
partecipava a fare il tifo con sua sorella Lucy.
I
tiri erano sempre più
forti, precisi e i portieri sempre più bravi.
«Credo
che Rose possa
farcela» dissi a Roxy che galleggiava vicino a me con la
scopa.
«Non
avevo dubbi! È sempre
stata la più brava in porta. L’ha allenata suo
padre e lui è stato il portiere
dei Grifondoro a scuola e dopo la guerra ha anche giocato nei
professionisti
per un paio d’anni. Quando ci troviamo tutti insieme e
decidiamo di fare una
partita sono loro due che stanno in porta». Quindi mi ero
illuso che la rossa
non fosse capace.
Proprio
quando mi misi a
pensare intensamente a Nicholas, che vincesse la sfida, questo perse la
presa e
il cerchio centrale fu infilato. Rose aveva vinto e io, se avessi
guadagnato il
posto, avrei dovuto rinunciare. Porco Merlino!
Per
ultimo cinque Grifondoro
(tra cui Albus) provarono a fare il cercatore, ma era evidente che il
boccino
amava letteralmente i Potter e Albus dimostrò di essere il
degno successore di
suo fratello James.
Due
giorni dopo vennero
affissi nella sala comune, i nomi dei titolari della squadra e le
riserve.
Cacciatori,
Shaula Girtab,
Louis Weasley e James Percy Holmes del sesto anno.
Battitori,
Roxanne Weasley e
Oliver Trislot.
Portiere,
Rose Weasley.
Cercatore,
Albus Potter.
Riserve,
Hugo Weasley
battitore, Nicholas Jones portiere, Wendy Wolpert e Marcus Belby Jr
cacciatori,
Robert Madley cercatore.
«Sono
entrata in squadra. Ora
tu devi rinunciare» esordì Rose, qualche giorno
dopo. Era già un miracolo che
non fosse corsa da me subito dopo aver letto i nomi della lista.
«Dai,
Rose. Hai visto che
volo bene. Non ti devi preoccupare» cercai di blandirla, ma
era come cercare di
ammansire un ippogrifo con una unghia incarnita nello zoccolo.
«No.
Abbiamo scommesso e hai
perso».
«E
se trovassi il modo per
essere perfettamente al sicuro?». Dovevo riuscire a far
entrare in quella testa
rossa e testarda che non aspettavo nessun bambino!
«Dubito
che tu ci possa riuscire.
Provaci. Se mi convinci… accetterò che tu
giochi».
Sembrava
di essere alle
grandi manovre di diplomazia. Ed io non ero mai stato un gran
diplomatico!
Da
quel momento non era
cambiato niente: Rose cercava di convincermi ed io nicchiavo. Adesso, a
un mese
di distanza e a qualche giorno prima della partita contro Tassorosso,
con
Blaike che mi aspettava al varco, ero sempre più convinto
che forse era meglio
ascoltare la rossa e rinunciare alla partita.
Avrei
deciso domani mattina,
ora era il momento di correre in biblioteca. Come al solito aspettai
che tutte
le mie compagne fossero nel mondo dei sogni, e quando sentii il respiro
pesante
del sonno, mi vestii, scesi al terzo piano e mi infilai nella sala
stracolma di
libri.
Era
più di un mese che
tornavo in biblioteca a cercare controincantesimi. Non ero ancora
riuscito a
trovare niente che mi salvasse dalla maledizione, se non un accenno a
un potere
nato dall'odio che poteva essere incanalato in un amuleto oscuro. Non
era
difficile capire che tutto questo pasticcio era nato dall'odio. Se non
avesse
provato odio non avrebbe mutato degli esseri umani in sembianze animali
e non
avrebbe dato una scadenza di un anno per poi morire.
Andai
nel reparto proibito e
ricominciai a leggere il libro codice Pad_19
da dove avevo interrotto la volta precedente. Ormai ero diventato un
esperto
con i codici con cui erano ordinati i libri. Mi ero fatto anche una
lista in
modo da non saltare niente di importante. Se mi fossi salvato, potevo
sempre
chiedere di essere assunto come bibliotecario. Credo che nessuno
passasse più
tempo di me lì dentro anche se nessuno lo sapeva.
Due
giorni prima, c'era
mancato davvero poco che mi scoprissero i prefetti durante il giro di
ronda.
Questa volta ero stato più attento e mi ero mantenuto nel
buio, procedendo solo
grazie alla luce della luna che filtrava dalle finestre. Neanche i
dipinti mi
avevano notato, continuando a sonnecchiare durante tutto il percorso.
Il
libro era particolarmente
difficile e dovevo fare molta attenzione a quello che leggevo.
Lentamente il
tempo passò, senza che mi accorgessi del suo trascorrere.
Ero
così concentrato che non
mi accorsi della sua presenza sino a quando non fu accanto a me e la
sua ombra
oscurò la pagina che stavo leggendo, seduto sul pavimento.
Sobbalzai
e alzai il viso
spaventato.
«Ciao,
Shaula» disse Rose,
guardandomi dall'alto. Miseriaccia! Cosa dovevo fare ora? Come potevo
spiegarle
che avevo il permesso della preside per essere lì a
quell'ora di notte e che le
mie ricerche erano fatte con il beneplacito del Ministero e degli
Auror?
«Ciao,
Rose» risposi, senza
trovare altro da dire. Feci passare alcuni minuti, poi visto che non
parlava,
mi arresi. «Come hai fatto a trovarmi?».
«Credevi
che non mi fossi accorta
di tutte quelle notti che ti alzavi? È da una settimana che
so che vieni qui».
«Come
hai fatto?». Questa era
ammirazione. Ero convinto di essere stato davvero prudente e lei mi
aveva
battuto.
«Due
settimane fa mi sono
svegliata e tu non c'eri, poi ti ho seguito da lontano, ma adesso ero
davvero
curiosa di sapere cosa leggevi di così interessante, visto
che non ti sei
neanche accorto che ero così vicina» e si sporse
per leggere le pagine
ingiallite.
«Uh.
Libri del reparto
proibito. Ho sempre desiderato metterci le mani sopra»
sospirò.
«Sono
molto noiosi, te lo
assicuro» risposi voltando pagina.
«Cosa
stai cercando?» chiese.
Ecco la domanda che mi aspettavo fin dall'inizio e che non avrei mai
voluto
ascoltare.
«Una
soluzione» risposi
cercando di essere evasivo. Era un tentativo inutile e lo sapevo, ma
non
riuscivo a risolvermi di dirle tutta la verità. Si era presa
a cuore la mia
situazione sin da quando ero arrivato a Hogwarts. Cosa avrebbe fatto se
avesse
saputo che ero maledetto e che avevo i giorni contati? Non volevo la
sua pietà.
Il suo spirito di sacrificio, tipico della sua famiglia, si sarebbe
immolata
alla mia causa e io non volevo la compassione di nessuno. Preferivo la
lotta.
In questo ero molto più Grifondoro di quanto avessi mai
potuto immaginare.
«Quale
soluzione? Per cosa?»
la sua voce cominciò ad avere un tono preoccupato, poi
allungò le mani e mi
strappò il libro aperto dalle ginocchia. Cominciò
a sfogliarlo, sino ad
arrivare a un punto e farsi scappare un gemito inorridito.
«Stai
cercando di abortire?
Shaula, non puoi! Non è una soluzione, questa! Uccidere il
tuo bambino è un
abominio!» strepitò sconvolta, rischiando di
svegliare tutti gli abitanti del
castello.
Per
la barba di Merlino,
Paracelso e Circe! Cosa aveva pensato adesso questa pazza scatenata,
antiabortista?
«Cosa?»
chiesi. Rose mi fece
vedere il libro che era aperto su una pagina che insegnava a far uscire
il
bambino dal corpo della madre, senza l'intervento di pozioni e senza
bisogno di
medimaghi e guaritori, uccidendo il feto senza alcun danno per la
madre. Era un
intervento orribile e misericordioso allo stesso tempo. Ma cosa
pensassi io,
non era una cosa che mi servisse.
«Rose,
non so come fartelo
capire, ma io non aspetto alcun bambino» dissi per l'ennesima
volta. L'avevo ripetuto
allo sfinimento ma lei rifiutava di assimilare il concetto, dicendo che
stavo
mentendo per paura. Da dove le venisse tutta questa sicurezza volevo
proprio
saperlo.
Provò
a parlare ma la
interruppi.
«Ragiona.
Sono qui da due
mesi. Se fossi stata davvero incinta, non sarei ingrassata?
È vero che sono
grassa, ma sarei aumentata e invece sono sempre uguale». La
vidi sgranare gli
occhi e le sue guance arrossirono. Nel suo sguardo iniziò a
sorgere un barlume
di comprensione e perplessità insieme. Il dubbio.
«Davvero
non sei incinta?».
«No.
Non sono incinta»
risposi secco. Forse ero riuscito a incrinare le sue certezze.
«Ma...
ma... come...
cosa....?». In effetti questa rivelazione creava
più domande che risposte e
rischiavo di tornare al dramma di partenza. Cosa dovevo dire?
«Non
sono incinta e non ho
bisogno di assorbenti» feci il riassunto.
«Quindi?
Cosa c'è che non
va?».
«Diciamo
che è una
maledizione e sto cercando l'antidoto» confessai.
«Ma
i professori non possono
darti una mano? Lo sanno?».
«La
McGranitt lo sa. Gli
altri sanno qualche cosa ma non tutto».
«Di
cosa si tratta?». Ecco
che arrivava il momento x.
«Rose,
non è che non mi fidi
di te, ma potrei confessarti tutto un'altra volta?».
«Potrei
aiutarti. Sono brava
con le ricerche ed essendo Caposcuola, posso sicuramente eludere le
ronde e
venire in biblioteca senza rischi. Dimmi come posso aiutarti».
Rimasi
qualche minuto a
guardare il pavimento, senza vedere nulla.
«Ti
dirò tutto, ma non ora.
Devo... devo pensarci, non è una cosa che riguarda solo me.
Se riterranno che
tu possa essere di aiuto, te lo dirò. Promesso».
Forse avevo trovato un buon
compromesso. «Continuiamo a cercare». Presi un
altro libro ed iniziai a
sfogliarlo.
«Cerchiamo
una maledizione?».
«Sì.
Trasformazione»
confermai.
Trascorremmo
un paio d'ore in
quel modo, consultandoci quando trovavamo qualche cosa di interessante,
ma
niente che servisse al mio problema.
Guardai
l'ora, quando iniziò
a farmi male la schiena. «E' ora di andare». La
rossa annuì e sbadigliò
stiracchiandosi.
Tornammo
al dormitorio dei
Grifondoro, senza incontrare nessuno, neanche i fantasmi che
bazzicavano sempre
nei corridoi a quelle ore notturne.
«Rose,
tra tre giorni è
Halloween» dissi. Mi ero appena ricordato del problema di
Goyle.
«Sì».
«Ci
sarà il ballo la sera»
continuai.
«Sì».
«Tu
ci andrai con qualcuno?»
chiesi.
«Sì.
Ci andrò con Nicholas.
Me l'ha chiesto dopo che ha perso il provino per il quiddich. Ha detto
che
aveva bisogno di essere consolato» rispose ridendo.
A
me la cosa non faceva molto
ridere. A dire tutta la verità, mi dava un pochino fastidio,
ma sorvolai sulla
questione. Avevo cose più importanti da discutere.
«Ho
un problema» annunciai.
«Solo
uno?» ridacchiò di
rimando.
«Goyle
mi ha invitato al
ballo» sparai e sentii un singhiozzo di risposta.
«Cosa
gli hai risposto?»
chiese poco dopo.
«Di
no».
«Meno
male» e continuò a
camminare tranquilla verso la torre Grifondoro.
«Però
gli ho anche detto che
ci andavo con un altro».
«E
con chi?».
«Non
lo so».
«Come
non lo sai?». Bloccò la
sua camminata nel corridoio davanti alla Signora Grassa che stava
sonnecchiando
nel dipinto.
«Gli
ho detto che ci andavo
con un altro per evitare di andarci con lui. Ma cosa posso fare ora?
Devo
trovare qualcuno! Mi puoi aiutare?» pregai a mani giunte.
Tutto pur di sfuggire
a Goyle.
«A
tre giorni dalla festa,
chi voleva andarci accompagnato è già impegnato.
È impossibile trovare
qualcuno» replicò sconsolata.
«Se
mi presento senza
nessuno, avrò Theo appiccicato tutta la sera oltre a far la
figura della
bugiarda. Non è che Albus è libero?»
chiesi speranzosa.
Rose
si mise a ridere. «Ha
ricevuto inviti appena entrati a settembre. Credo che ci vada con una
ragazza
di Corvonero... possiamo chiedere» fece spallucce.
«Pensaci.
Chi altri c'è? Alla
festa possono intervenire quelli sino al quinto anno».
«Un
sacco di gente impegnata.
Anche Lily e Roxanne hanno un ragazzo per la festa. Louis ci va
addirittura con
Honey Abbott quella bellissima di Tassorosso del settimo
anno». Sgranai gli
occhi. Complimenti al piccolo Weasley del sesto anno! Aveva beccato la
più
bella di tutta la scuola. Anche io ci avevo fatto più di un
pensierino ma
quella era davvero un sogno irraggiungibile.
«Michael, Robert, Finn, Justin,
Christopher?» elencai.
«Forse
è rimasto Ruben Biggs
Junior» rispose titubante.
Soffocai
un urlo
terrorizzato. Ruben era un ragazzo basso, rachitico e brufoloso.
L'immagine
vivente nel nerd più nerd dell'intero mondo, magico e non.
Fossi
stato più debole, sarei
svenuto.
---ooOoo---
Angolino
mio:
finalmente
Rose ha capito che Shaula non è incinta. Certo, questo
implica che, se non
aspetta un bambino, ci sono altri problemi e sarà difficile
per Scorpius non
confessare.
Ci
sarà il confronto? Shaula confesserà?
Per
ora dobbiamo risolvere il problema di Scorpius per il ballo di
Halloween. Riuscirà
a trovare un ragazzo disposto ad accompagnarlo? Io ho già
una soluzione,
vediamo se indovinate quale?
Riassumiamo
i fatti: abbiamo un ballo di halloween e una partita di quiddich.
Qualche altra
idea prima delle vacanze di Natale?
Ringrazio
per le recensioni che danno sempre la carica, spero che
l’utilizzo dei nick vi
piaccia. Grazie ai vostri suggerimenti per le scuse di Goyle (in
particolare la
pacca sulle spalle opera vostra). Ringrazio comunque chi legge e grazie
per
l'attenzione.
Alla
prossima
baciotti