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Autore: LadyKo e Brucy    01/03/2009    1 recensioni
Una vita passata a leggere manga. Fratelli gemelli per non dire siamesi, doraemon in libertà, grembiulini rosa, orsi vaganti, teppisti masochisti e oche formato parassita... ma di che manga stiamo parlando?!
L'Italia incontra il Giappone.

Da LadyKokatorimon & Brucy.
Genere: Romantico, Commedia, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ore

Ore 7.50

Bar Caffetteria "Rainbow Flame"

 

Non capisco come sia riuscita ad arrivare fin qui senza andarmi a schiantare contro qualcosa visto che oggi sembro avere i riflessi più atrofizzati del solito.

È come se avessi i muscoli indolenziti e stanchissimi, e non posso fare altro che chiedermi cosa possa avermi ridotto in questo stato, perché deve pur esserci una qualche spiegazione in proposito.

Rielaborando i ricordi riguardanti la giornata di ieri cerco con attenzione una possibile soluzione a questo caso al pari di quelli risolti da *Conan, e perdendomi in questa caccia al tesoro rischio quasi di tirare una testata contro l'armadietto mentre mi sto cambiando ed evito di il tentato suicidio solo per miracolo.. e solo grazie al fatto di essere caduta a terra dopo essere inciampata nei miei stessi vestiti.

La culata del secolo, evvai!

Ignorando il dolore fastidioso a quella mongolfiera che ho al posto del sedere continuo a pensare a un possibile chiarimento riguardo il mio essere cadaverica più del solito.

Non che mi interessi poi molto, ecco, però se morissi a causa di questa mia inspiegabile situazione vorrei almeno passare all'aldilà sapendone il motivo.

Saranno state tutte le schifezze che mi sono scafata ieri pomeriggio? Che i dolci riescano a rallentare i miei sensi e che possano rientrare nelle cose che potrebbero portarmi alla morte istantanea?.. naaa, impossibile. È scientificamente provato che l'unico male che potrebbero causarmi cioccolato e famiglia sia l'aumento di peso, e quindi di grasso.. e che se anche fossero davvero letali, per me, allora non potrei desiderare morte migliore. Comunque.. che i Dorayaki fossero scaduti? In effetti avevano un gusto insolito, però visto che ci ho bevuto assieme il crodino non ci ho fatto tanto caso.. no, impossibile. Anche se fossero scaduti non potrebbero mai fare del male.. al massimo un'indigestione, mica il rallentamento delle capacità motorie e mentali eh! Ultima possibilità sarebbe il bayles.. ma lo escludo a priori, è decisamente impossibile che averlo bevuto mi abbia potuto far male.. che poi quanto me ne sono scolata? Una bottiglia mi sembra, e cosa vuoi che sia? Ormai va giù come acqua.. anzi la percentuale di liquidi che mi rappresenta non è costituita più per l'80% di acqua, ma almeno per la metà di puro alcol, fra cui bayles, per l'appunto.

Esco dallo spogliatoio scrollando il capo, concludendo la mia analisi visto che so già in anticipo che non mi porterà da nessuna parte e che quindi non riuscirò a capire il perché.. se continua così lo chiederò alla sis.

Sempre che non mi ammazzi prima di vederla, ovviamente.

-Già pronta, Alfano san?- sento chiedere alla mia sinistra dalla voce che ormai ho imparato a odiare a priori, con un tono tanto aspro che sembrerebbe essersi mangiata una cassa intera di limoni per colazione. Quando mi volto trovo Orihime guardarmi arcigna intenta ad apparecchiare un tavolo dopo averlo lucidato fino farlo splendere.

No, aspetta.. questo è quello che ti aspettavi di vedere come prova di essere ancora viva e di non stare ancora dormendo.

Un tono di voce amichevole, quasi dolce. Un'espressione rilassata, un sorriso tanto stucchevole da dare il voltastomaco e uno sguardo quasi adorante.

Questo è quello che mi si para di fronte.

Ricapitoliamo: mi sono alzata con il mal di testa, tanto per cambiare; ho sbattuto contro tutti gli spigoli che potevo incontrare da camera mia fino in bagno, dove ho rischiato di finire sdraiata nella vasca, e di conseguenza di rimanerci secca definitivamente; mi sono fatta del tè rischiando di mandare a fuoco, oltre i miei vestiti e il mio dito indice, l'intero palazzo; ho rischiato d'investire cinque vecchietti, due bambini, tre mamme col passeggino e un cane, se non si conta il quasi incidente dove mi stavo per stampare contro un semaforo; sono arrivata al lavoro puntuale, mezza sana e due quarti salva; e mi sono quasi ammazzata mentre mi mettevo la divisa.

Non ho dimenticato nulla? No, non mi sembra.

Allora perché quella demente della mia collega, che se non fosse per la necessità di non perdere questo lavoro l'avrei già appesa al lampadario per i capelli, mi sta sorridendo come se fossimo da sempre state migliori amiche?

Sono morta, nessuno mi ha avvertito e questo è l'inferno.. Satana si poteva scegliere un corpo migliore però, non lo facevo così privo di gusto.

-Alfano san, ti senti bene? Non mi sembri in gran forma, vuoi sederti?- dice il Diavolo con vocetta spocchiosa, avvicinandosi con espressione.. preoccupata?

-Hai per caso ammazzato qualcuno e stai cercando di incastrarmi, per caso?- riesco a dire, trovando quel poco di voce rimastami, mentre la vedo sgranare gli occhi incredula e perplessa alla mia prima sparata del giorno.

D'accordo, forse mischiare alcol e tranquillanti non è stata una buona idea..

-Ma cosa dici?! Devi stare davvero male per dire cose simili, avanti siediti che ti prendo dell'acqua così magari ti calmi e ti riprendi- aggiunge riprendendo il controllo di sé e spingendomi verso una sedia, dove prendo posto e la osservo mentre va a prendere un bicchiere per riempirlo poi d'acqua e porgermelo dopo avermi raggiunta.

Guardo lei e poi il bicchiere. Guardo il bicchiere e poi guardo lei.

-Che ci hai messo dentro?-

-Acqua?- ironizza, non riuscendo a trattenersi e guardandomi palesemente basita da questo mio comportamento assurdo e, in effetti, stavolta, non posso darle torto in proposito. Mi sto davvero comportando in modo insensato.. ma cazzo, lei sta facendo la gentile!! E lo sta facendo con me!!

Se mi avesse detto di essere il Diavolo, Dio, l'arcangelo Gabriele o Elvis Presley mi sarei sconvolta di meno! Anzi, neanche mi sarei sorpresa! Mi sarei limitata a chiederle un autografo e di parlarmi dell'aldilà!

-Non sono io quella che ha qualcosa che non va, Himitsu san-

-Chi altri dovrebbe allora?- alza un sopracciglio, mentre incrocio le braccia e assumo un'aria di sufficienza, sennonché disgustata, ignorando il bicchiere che continua a porgermi col braccio alzato a mezz'aria.

-O sei ubriaca o ti sei buttata giù qualche pasta di troppo, sennò non saprei come altro spiegarmi questa tua improvvisa, come definirla?, gentilezza, chiamiamola così-

-E se magari mi fossi accorta di essere sempre stata poco cordiale nei tuoi confronti e avessi deciso di cambiare?- risponde lei, mentre alla sua proposta il mio sopracciglio s'inarca, o schizza che dir si voglia, pericolosamente.

-Inventatene un'altra, forse riesci a convincermi-

-Buongiorno ragazze!- veniamo interrotte da una voce maschile a noi ben familiare, e quando mi volto, in sincrono con la cretina, scorgo Eikichi che con qualche passo ci raggiunge illuminando l'intero locale con il suo sorriso tanto smagliante che se non se lo toglie subito dalla faccia provvedo io personalmente a farglielo sparire.

-Buongiorno Eikichi!- lo saluta Satana, poggiando finalmente il bicchiere sul tavolo così da non dover rimanere imbalsamata anche davanti a lui, mentre io mi limito a un cenno col capo che lo fa sorridere anche di più.

Continua così e ti faccio cadere i denti.

-Che succede?- domanda adocchiando il bicchiere per poi tornare a guardarci allegro ma moderato. -Litigate già di prima mattina?-

-Affatto! Alfano san non stava bene così le avevo portato dell'acqua, ma si rifiuta di bere-

-Non ti senti bene?- chiede perdendo il sorriso e guardandomi serio, mentre riesco a scorgere dell'invidia e della frustrazione nello sguardo di Orihime, che non perde comunque la calma e si fa avanti, avvicinandomi il bicchiere intimandomi di bere.

-Se anche stessi male della semplice acqua non mi risolverebbe il problema.-

-Allora stai male davvero!-

-Non ho detto questo- guardo, palesemente irritata, la mia collega, di cui continuo a non comprendere questo suo improvviso comportamento, che ho il presentimento che mi perseguiterà per tutta la mattinata.

Speriamo di no o mi dovrò chiudere nel cesso per evitare di finire sul giornale per aggressione a civile, con tanto di morso alla capoccia e stritolamento del collo della suddetta vittima.

-Se non ti senti bene dovresti tornare a casa, non ha senso lavorare se non si è nel pieno delle forze- esclama Eikichi, sorridendomi forse per rabbonirmi e farmi fare quello che vuole lui.

Tu ordini io eseguo, facile.. certo, nei tuoi sogni magari.

-La mia salute è affar mio. Non ho bisogno della balia- dico, mettendo fine a questa conversazione. Non aveva neanche senso iniziarla e per come sia proseguita mi chiedo cosa diavolo si siano bevuti entrambi.. magari si sono sniffati del vinavil a colazione.

La mattinata era iniziata per niente bene, e se questo l'avrei dovuto prendere come un avvertimento.. che si fottano tutti i segni del destino e tutte le cazzate affini al riguardo!

Se avessi saputo che avrei dovuto sopportare un Eikichi più asfissiante del solito e, cosa più impossibile da digerire, una Orihime appiccicosa come una sanguisuga altro che venire al lavoro! A saperlo non mi sarei alzata dal letto neanche per pisciare, porca troia!

Lascia pure a me quel tavolo, Alfano san.

Sembra pesante, Alfano san, dallo pure a me che lo porto io.

Vuoi riposarti, Alfano san?

Tieni, Alfano san, vedrai che dopo aver bevuto del tè fresco ti sentirai più in forma.

Posso strozzarti, Alfano san?

No, purtroppo quest'ultima richiesta non me l'hanno ancora fatta, e visto come sta proseguendo la cosa non credo abbiano l'intenzione di farmela.

Peccato davvero perché sarebbe stata la prima a cui avrei risposto CERTO CHE PUOI! COS'ASPETTAVI A CHIEDERMELO?! VEDI DI SBRIGARTI IMBECILLE!!

Sì perché se a questa avrei risposto con tutta la mia enfasi, a tutte le moine che mi hanno fatto finora ho risposto nel migliore dei casi con un ringhio, mentre nel peggiore volavano coltelli quando nessuno guardava.

All'ennesima frase pronunciata con tono civettuolo e serafico decido, visto che tanto il mio turno è finito, di farmi spiegare per bene la situazione dalla piattola o qui finisce che ci esco pazza.

Tolgo dalle mani della mia collega il vassoio su cui vi erano delle ordinazioni, la prendo per la maglia e con tutta l'irritazione possibile me la trascino nello spogliatoio, dove la faccio sbattere poco delicatamente contro il muro.

-Ma che diavolo fai?!-

-Sei tu a dovermelo dire! Spiegami subito il perché della pagliacciata che ti vede fare l'amica del cuore con la sottoscritta, a cui hai ben reso noto quanto ti stia sulle palle e quanto vorresti che sparisca, tra l'altro ben sapendo che il sentimento è totalmente ricambiato! Fuori il fiato!- incrocio le braccia, dopo aver sibilato tanto acidamente da poter essere paragonata ad una vipera, mentre lei continua a guardarmi incredula e senza dare la minima impressione di voler aprire bocca.

Socchiudo le palpebre, osservandola freddamente e intimandole con lo sguardo di sputare il rospo, e quando capisce che il passo dal fissarla al ringhiarle contro potrebbe essere più breve di quanto si pensi ecco che finalmente prende parola.

-Infastidita, Alfano san? Cosa c'è, nel mio maturo e superiore comportamento, che ti ha fatto irritare tanto?- domanda allusiva, mentre si appoggia meglio contro il muro e mi fissa sorridendo.

-Taglia corto, non ho tutto il giorno-

-Ah sì? E cosa avresti di tanto importante da fare da avere così fretta? Un bambino da investire, magari. Che dici? Ci ho azzeccato?- continua, mantenendo la stessa espressione e lo stesso tono, che comunque non mi scalfiscono minimamente.

-Non vedo perché ti dovrebbe interessare-

-Infatti non m'interessa. Quello che fai e tutto quello che ti riguarda non me ne può fregare un emerito cazzo, detta senza mezzi termini- annuncia, assumendo un'espressione seccata e perdendo il sorriso, mentre mi sento inconsciamente esibire il solito mio ghigno sadico e perfido, soddisfatta che finalmente stia ritornando la solita scassa-cazzi di sempre.

-Quindi?-

-Quindi, tesoro bello, nonostante mi senta disgustata al solo pensiero di doverlo fare, d'ora in poi mi fingerò tua amica fidata, oltre che tua collega, e in questo modo attirerò l'attenzione di Eikichi, che finalmente si dimenticherà della tua misera esistenza e si deciderà una volta per tutte a darmi le dovute attenzioni-

Sto sognando.. ditemi che sto sognando.. per favore.. se non è un incubo mi ammazzo..

-Stai.. dicendo che quello spettacolino da quattro soldi lo continuerai finchè lui non si degnerà di flirtare con te?- chiedo, assumendo un'espressione totalmente schifata e incredula al tempo stesso. Si stacca dal muro e si avvicina fermandosi a un passo da me, forse pensando che sarei indietreggiata ma sbagliandosi di grosso, e mi osserva con aria divertita oltre che altezzosa.

-Non mi sprecherei a starti vicino solo perché flirti con me-

-Se è per una scopata perché non gli offri dei soldi? O forse ci hai già provato ma non te l'ha voluto dare.. devi sentirti molto frustrata sessualmente allora- dico, prima di ricevere una sberla che mi fa voltare appena il capo, nonostante avessi potuto evitarla facilmente ma che non ho evitato volontariamente, e senza smettere di ghignare mi rivolto a guardarla dritta negli occhi, che mi fissano feriti e oltraggiati. -Non so cosa sia la compassione, ma ti assicuro che se sapessi provarla in questo momento non me ne faresti neanche un po’-

 

Ore 13.52

Imprecisato locale McDonald del quartiere Shibuya

 

Nonostante stia sbavando sul vassoio visto che non ci vedo più dalla fame, lo sguardo serafico e divertito del tipo che dovrebbe servirmi mi risveglia dal mio trance facendomi notare che mi sono imbambolata a guardare i vari tipi di menù e che ancora devo, effettivamente, ordinare.

Evito anche di dire che grazie a me la fila non si è raddoppiata, ma anzi triplicata.. sì, troppo scontato, in effetti

Dopo aver scioccato i tre mocciosi alle mie spalle visto tutta la roba che ho ordinato, e aver fatto commuovere dalla gioia l'addetto al servizio perché è grazie a me, anche se forse sto esagerando, che il locale tira avanti perché ogni volta che vengo chiedo tutto e di più, torno al tavolo dove mi aspetta una sis intenta a leggere qualcosa su un libro che non sono ancora riuscita a capire di che cosa si tratti.

-Quel libro ti attrae più del cibo?- chiedo, mentre la osservo curvata e presa completamente da ciò che sta scritto su quelle pagine.

-Hai ragione- dice, mentre alzo un sopracciglio non capendo perché mi abbia risposto così.

-Non dovresti andare a ordinare anche tu? Non hai fame?-

-Decisamente concordo- annuisce distrattamente col capo, mentre mi inizia a prendere il tic all'occhio quando comprendo forse cosa stia realmente accadendo, ovvero che non mi stia minimamente cagando e che queste siano risposte automatiche già preparate all'evenienza.

-Oh guarda, se non stessi attenta potrei accidentalmente tirarti l'insalata in faccia.. magari centrandoti l'occhio e facendotelo nero come i panda, che dici?-

-Sì, lo penso anche io- risponde, senza accorgersi del mio ghigno perfido e senza minimamente, presumo, immaginare a cosa abbia appena dato il consenso.

-Non dire che non ti avevo avvisato- annuncio prima di riempire il cucchiaino dello yogurt con i cetriolini e prendere la mira.

-Ma che cazzo..?!- esclama con tono sorpreso, mentre si massaggia la fronte per poi fissarmi arcigna con il cetriolo colpevole in mano. -Che diavolo significa?!-

-Forma e colore mi ricordano.. sì, decisamente assomiglia a un cetriolo. A te invece cosa sembra?- chiedo, mentre sul mio volto si allarga il mio familiare ghigno divertito e beccandomi un'occhiata infuocata da parte sua che, a quanto pare, non sembra proprio aver gradito lo scherzo.

-Ah ah ah, credi di essere spiritosa?! Perché diavolo me l'hai tirato?! Avresti potuto beccarmi l'occhio, lo sai?-

-Ma va?- esclamo con tono falsamente sorpreso, mentre lei continua a fissarmi con aria severa. -E chi ti dice che te l'abbia tirato io? Siamo attorniati da mocciosi, se non te ne fossi accorta-

-Dai tuoi precedenti ringhi me ne sono accorta eccome. E comunque non avrebbero avuto motivo per tirarmi i cetrioli!-

-E da quando delle spine del fianco come loro farebbero cose sensate?- sbatto gli occhi, fingendomi come in attesa di una risposta che potrebbe chiarirmi il senso della vita, ma lei non sembra proprio sopportare questo mio sguardo, tanto che mi ritira addosso il cetriolo- assassino, che evito facilmente inclinando il capo e facendola irritare maggiormente.

-Allora? C'era davvero bisogno di tirarmi della roba addosso?- incrocia le braccia, mentre io sorseggio il tè con aria distratta.

-Mi andava di farlo e l'ho fatto- sogghigno mentre inizio a gustarmi il pranzo tanto agognato, mentre lei mi fissa leggermente basita. -A proposito, cara la mia studiosa, se non ti sbrighi finisce che tra un'ora sarai ancora a fare la fila per poterti pappare qualcosa-

Dopo essermi gustata la sua faccia sconvolta a quella notizia non faccio neanche in tempo a finire il cheeseburger che me la ritrovo di nuovo davanti, col fiato corto, i capelli tutti all'insù e il vassoio pieno. Con il sopracciglio alzato mi volto verso la lunga fila che avrebbe dovuto esserci dal bancone, ma quello che scorgo sono una ventina di persone che si stanno reggendo in piedi, sostenendosi con il vicino, e che stanno adocchiando il nostro tavolo con furia omicida.

Rettifico: stanno adocchiando in particolare la sis con furia omicida.

-Fare la fila è una cosa che davvero non sopporto- sbotta quasi leggendomi nel pensiero, e senza neanche farci caso annuisco concordando con lei.

-Ora mi dici cos'ha di tanto interessante quel libro?-

-Intervista col vampiro ti dice niente?- sogghigna mentre io mi blocco un secondo con il braccio a mezz'aria, per poi annuire ancora per darle consenso.

-Il titolo la dice tutta. A quanto siamo adesso?-

-Questa è la ventesima volta nel mese che lo rileggo- si accomoda meglio sul divanetto, mentre mi guarda appena con aria compiaciuta per poi azzannare finalmente il suo agognato toast.

-Buon per te-

-Ebbene? Qual è il problema oggi?-

-Problema?- inarco un sopracciglio, e abbassando lo sguardo sul cibo per nasconderle il tic che mi ha ripreso l'occhio.

Dannate reazioni nevrotiche.

-Sì, problema. Qualcosa ti turba o non avresti cercato di stamparti contro la vetrina di quella cartoleria tentando il suicidio- annuncia con aria quasi seria, mentre non posso non ghignare divertita ripensando alla faccia sconvolta dalla paura che aveva fatto la padrona del negozio vedendomi farle "ciao ciao" sulla moto a un centimetro dal suo naso.

-Chi ti dice che non abbia perso il controllo? Potrei non averlo fatto apposta-

-Sì, e io mi chiamo Napoleone. Siamo seri, per favore-

-Avrei voluto evitare di parlarne.. più precisamente di pensarci visto che ricordandomene mi risale l'irritazione e il disgusto-

-Che è successo?- chiede con tono quasi interessato, mentre si scola la coca in un sorso.

-Cosa penseresti se ti dicessi che Orihime mi ha trattato come se fossi la sua amica del cuore?-

-Che hai bevuto troppo e hai bisogno di dormire. Che c’entra questo col tuo problema?-

-C'entra perché oggi Orihime mi ha davvero trattato come se fossi la sua amica del cuore- annuncio, inarcando un angolo della bocca vedendola sputare la patatina che aveva iniziato a masticare e guardarmi incredula.

-Non ci credo neanche se lo vedo!-

-Dovrai crederci invece, anche se poi sono riuscita a scoprire il perché del suo atteggiamento-

-Ebbene?-

-Si fingerà mia amica devota per attirare l'attenzione di quell'altro demente-

-Possibile che tutti quelli che ti circondino abbiano le noccioline al posto del cervello?-

-Se stai insinuando che pure io le abbia ti sbagli.. posso provare scientificamente di avere l'Omino nel cervello, proprio come ce l'hai tu, se ricordi bene- dico, mentre incrocio le braccia sul tavolo dopo aver finalmente finito di mangiare, sentendomi appunto deliziosamente sazia.

-Non insinuavo nulla di simile.. ma mi sembra che tu abbia preso la notizia più che bene.. sì, insomma non sembra neanche che ti abbia toccato..- inizia, mentre al sentirla e al ricordarmi veramente bene in che situazione mi trovo ecco che sento impellente il desiderio di uccidermi. -..minimamente- conclude incerta, visto come ho iniziato a prendere a testate il tavolo, attirando l'attenzione di quelli seduti vicino a noi, ma ignorandoli bellamente continuo a sbattere la testa sulla dura superficie, finchè un calcio non molto delicato mi prende in pieno lo stinco sinistro, facendomi ringhiare contrariata e alzare  lo sguardo indispettita.

-Che cacchio fai?-

-Posso comprendere che non ti vada giù la cosa, ma preferirei non tentassi il suicidio davanti ai miei occhi, se possibile-

-Fanculo-

-Grazie, anche a te. A ogni modo vedrai che riuscirai a scamparla anche stavolta-

-Mi sembra più ovvio, anche perché se dovrò trafugare il suo corpo mi aspetto la tua piena collaborazione-

-Consideralo fatto-

 

 

*Conan Edogawa/Shinichi Kudo = protagonista del manga/anime "Detective Conan"

 

 

Ore 15 e 04

Piazza di fronte alla Stazione di Shibuya

 

 

-Mi ascolti?-

Bau..

-Ehi! Dico a te!-

Bau..

-Gradirei che mi ascoltassi…-

Bau…

-STAMMI A SENTIRE DANNAZIONE!-

-Bau?-

Mi volto verso la Sis, che mi fissa con il viso scuro e un'espressione veramente poco amichevole, ansimando e sputacchiando come una specie di lama incazzato. Che diavolo avrei combinato stavolta?

-Dimmi- rispondo, senza capire cosa ci sia da agitarsi tanto.

-Ti vuoi decidere a scendere da lì? La gente nei dintorni penserà che sei una specie di psicopatica!- mi esibisco nell’espressione più innocente del mondo, dilatando gli occhi in un modo che al di fuori di un manga non può esistere, e cercando di farli luccicare di una luce che sia abbagliante ed eloquente più di un diamante.

-E non è quello che sono?-

-Scendi immediatamente da lì!- strilla, col tono che usa di solito quando la metto di fronte ad una verità che vorrebbe, ma che non può confutare. E, se necessario, anche quando sa che non le darei retta neanche se riuscisse a sbattermi in faccia un grosso pesce maleodorante per farmi scappare a gambe levate.. Bleah, che brutto pensiero.

-Oh su, su, my beloved Sister!- mi chino verso di lei, nonostante il qualche metro d’altezza in più che mi divide da lei –Io e Hachiko siamo amici in fondo!-

-Smettila di dire cazzate e scendi subito dalla groppa di quel dannato animale!-

-Stai diventando un attimo monotona.. sai?- faccio, con voce acuta e cantilenante, avvinghiandomi il più possibile al corpo bronzeo e duro della statua simbolo del quartiere di Shibuya, incurante del fatto che per me non sia neanche più una novità, e strusciando la guancia sulle orecchie canine il più rumorosamente possibile. Insomma, lo faccio tutte le volte che veniamo di fronte alla stazione di Shibuya, ci dovrebbe essere abituata, ormai!

-Non sarai mica gelosa?- 

-Cosa diavolo vuoi che me ne importi di quel dannato cane?!-

-A me importa!- borbotto, gonfiando le guance indignata per l’affronto subito dal mio Hachiko, e incominciando a battere quelli che vorrei che fossero pugnetti contro il dorso del mio quasi migliore amico. So quanto questa sceneggiata sappia mandarla in bestia, e sghignazzo tra me e me, soddisfatta dell’operato e della mia genialità.

-E non fare l’idiota! Vorrei solo andare in quel negozio prima che faccia notte..-

-Hachiko, secondo te la Sis è gelosa o le importa davvero di farsi bella per qualcuno?-

-Cos’è oggi, la giornata delle cazzate a buon mercato?-

-O magari ha solo carenza d’affetto! Vero, Hachiko? Vero che ho ragione?!-

-Non so se te ne sei resa conto, ma ti stai rendendo ridicola…-

-Ooooh.. Hachiko, hai ragione! Pure secondo me vuole comprarsi la biancheria sexy!-

-SMETTILA E SCENDI SUBITO PRIMA CHE TI BUTTI GIÙ IO!-

Dopo un paio di fughe rocambolesche, e dopo aver gridato al mondo di essere la Gal numero uno di Shibuya, e di conseguenza di tutto il mondo, la Sis mi convince finalmente a farmi desistere dall’emulare le gesta di Ran Kotobuki*.

-Ciaoooo Hachi!-

-La vuoi smettere una buona volta?! Abbiamo un problema dannazione-

-Problema?-

Con una faccia che non le avevo mai visto, una strana espressione guardinga, mi fa cenno di guardare dietro di me, e scorgo Taro, Ikki e Ikku, appostati dietro una cabina telefonica, e forse anche convinti di passare inosservati, pur essendo particolarmente rumorosi. Mi chiedo come io abbia fatto a non vederli prima.

-Che diavolo ci fanno quei tre qui?-

-Non ne ho idea.. ma ci possono dare parecchi spunti di divertimento-

Ricambio la lieve risata diabolica che la Sis mi sussurra ancora all’orecchio mentre già ci avviamo verso il negozio che c’interessava, osservando lo strano trio che ci ritroviamo alle calcagna: Ikki cerca in tutti i modi di punzecchiare Taro sulla guancia con la paletta della sua coppetta di gelato, che stoicamente resiste, lamentandosi però con strani guaiti e delle lacrimucce agli occhi che non riesce a nascondere. Ikku li osserva sorridente e abbagliante come al solito, come se stesse assistendo al battibecco ben poco amichevole di due innamorati, combattendo la sua guerra contro un cerotto che dovrebbe coprire un grosso livido alla destra della fronte, ma che continua a cadere di continuo. Suo fratello deve esserci andato giù pesante quando l’ha buttato giù dalle scale.. chissà quanto erano lunghe.

-Ma come avranno fatto a riunirsi quei tre? Taro e Ikku neanche si conoscono! E figuriamoci con l’altro fratello.. l’ultima volta stavano per ammazzarsi!-

-Beh.. da quanto posso vedere le cose non devono essere molto cambiate tra loro-

Dice, adocchiando il modo in cui Ikki sta cercando di soffocare il nemico con un groviglio di bende bianche, che probabilmente erano servite per coprire qualche altra ferita di Ikku.

-Senza contare poi che Ikki ha tentato di ammazzare il fratello, l’ultima volta…-

-Oh oh, intrighi di famiglia? Eredità scottanti?-

-Non ne ho idea..- comincio -…ma quei due nascondono qualcosa!-

-O forse tu sei paranoica-

La guardo di sbieco, come se avesse detto un’assurdità abnorme –Si certo, e domani il sole girerà intorno alla terra e tu farai la pubblicità dell’Euronics- e su questo, sembriamo entrambe abbastanza scettiche, mentre cerchiamo di non sbatterci troppo addosso mentre entriamo nel negozio di abbigliamento dove avevamo pensato di andare da parecchio tempo. Meglio non rimanere divise contro il nemico comune.

-E da quando quelli sarebbero anche nemici miei?-

-L’ho detto ad alta voce?- cerco di deviare il discorso, e con un respiro sconsolato la Sis comincia ad addentrarsi tra le stoffe esposte. È una bottega molto caratteristica, ma allo stesso tempo anche abbastanza moderna, dove gli Yukata* non costano tre o quattro stipendi mensili messi insieme, e dove si possono trovare dei capi di uno stile molto particolare. Immediatamente la mia attenzione è attirata da una giacca, simile a quelle degli Judoka, o comunque ad uno Yukata molto corto, con ricamati dei fiori viola, che arriva appena alla vita e che si chiude con una fascia cucita sotto il seno, legata dietro la schiena come un fiocco molto simile a quello dei Kimoni tradizionali.

Me ne innamoro immediatamente.

-Che guardi?- la indico a Sis, che fissa a sua volta con perizia, come se stesse analizzando una pezzo pregiato, per poi mostrarmi la casacca in stile cinese con ricami vari in argento che tiene in mano. Alzo il pollice per confermare la buona scelta.

-Ho un'idea!- ribadisce, indicandomi lo strano trio che ancora cerca di nascondersi alla nostra vista dietro i kimoni appesi, con risultati veramente ma veramente molto scarsi.

Non mi dice cosa intende fare, ma annuisco e decido di stare al gioco.

Anche se penso che prima di riuscire a fare qualsiasi cosa, Taro sarà già stato soffocato con l’Hakama* di lana che Ikki sta cercando di fargli inghiottire.. ma quel ragazzo è rimasto nella fase orale o che cos’altro?

Mentre sono ancora ad osservarli, la Sis mi afferra un braccio.

-OH NO! ADESSO COME CAVOLO FACCIAMO?- strilla, facendo voltare mezzo negozio verso di noi -.. NON AVREMO MAI ABBASTANZA SOLDI PER PAGARE!-

Solo quando mi ha sbattuto abbastanza volte in faccia la casacca che vorrebbe comprare, dato che comincia a sbracciarsi come un dannato vigile messo in mezzo alla strada a dare indicazioni, capisco dove vuole arrivare.

-HAAAAAAI RAGIONE!- quei tre ci hanno già sentito da un bel pezzo

-È PERCHÉ SPENDIAMO TUTTI I NOSTRI SOLDI IN ALCOOL E CIBO!-

 La Sis mi guarda male, dato che odia sentir denigrare i suoi bisogni primari anche quando lo si fa per una giusta causa. Le do un calcio sullo stinco, che la fa saltellare su un piede per qualche minuto, per poi aggrapparsi al muro con tutta l’anima delle sue unghie non troppo lunghe e frastagliate.

-OOOOOH.. COME FARÒ ORA? COME FARÒ?!-

 -NON È COLPA NOSTRA SE I NOSTRI BEI CORPI NON POSSONO STARE SENZA ALCOOL E CIBO!- cristo, a forza di strillare mi sta facendo male la gola.

Ci facciamo segno di continuare finché i pedinatori non usciranno fuori dal loro nascondiglio con i dovuti sensi di colpa, anche se le nostre gole urlano vendetta senza rimorso alcuno dopo due sole altre battute. Ma a quanto pare il piano funziona.

I tre si avvicinano a brevi passetti, con le mani conserte e gli sguardi vaghi, cercando ancora di far credere che la loro presenza in un negozio di abbigliamento femminile sia soltanto un puro, e dico puro caso. Ci giriamo a guardarli ancora prima pensino di chiamarci loro.

-Oh ciao ragazzi!- li saluto io.

Loro mi guardano imbambolati, con delle particolari posizioni delle bocche che potrebbero far credere che non possano riaprirle più, agitando una manina verso di me tutti e tre in sincrono. Ma che carini!

-Cosa ci fate voi qui?-

Si guardano in faccia, con gli occhi ridotti a grossi punti neri disegnati sulle loro facce, forse concordando silenziosamente che non è proprio il caso di confessare che mi stavano seguendo senza una ragione che non fosse il loro malsano attaccamento alla mia persona. Che il pedinamento sia illegale, poi?

-Per puro caso!- rispondono in coro.

-Ma voi come vi conoscete?- chiede la Sis, tirando per un secondo le labbra in un sorriso diabolico verso di me  -come se non le avessi già raccontato l’”amichevole” incontro tra Ikki e Taro, tutto per filo e per segno-.

-Storia lunga- rispondono ancora in coro, mentre uno strano sorriso bianco ed abbagliante, che non si estende agli occhi, si diffonde come una ola sulle loro bocche.

-Taro, mica mi avrai cercato all’università?-

Il silenzio scende su tutto il negozio, mentre i tre, come se la loro specie di sincronia improvvisata si fosse impossessata completamente di loro, si rigirano i pollici in grembo impauriti. Tutti i presenti nel raggio di un chilometro sembrano avere improvvisamente le orecchie appuntite.

-Si..- confessa il reato.

Quindi, sapendo che oggi non lavoro, avrà pensato che ci fossero il 99% delle possibilità che fossi nei paraggi di Shibuya. Potrebbe già aver provato a casa. E, facendo due più due, i gemelli lo hanno bellamente seguito in tutti i potenziali luoghi in cui mi sarei potuta trovare.

Reprimo il desiderio di disintegrarmi la scatola cranica contro il muro o d’infilzarmi con quel Kanzashi* tanto carino ma per cui non ho un soldo bucato.

Ma fortunatamente, queste sono tutte congetture che non ho il coraggio di cercare di confermare –non oso minimamente immaginare cosa farebbe Ikki se conoscesse il mio indirizzo-.

-Che caso!-

-Già!-

-Già!-

-Già!-

-Già!-

Potrei giurare di aver visto anche quella signora laggiù annuire e sghignazzare.

Ma continuiamo comunque a guardarci senza un reale motivo per farlo, loro a rigirarsi i pollici convulsamente, e noi a spiegazzare gli abiti che (forse) potremmo non avere mai.

-Ehm.. se volete.. possiamo pagarvi noi i vestiti!-

Ikku è il primo a cadere in trappola.

-E l’alcool…- continua Ikki.

-…e il cibo- conclude Taro.

Ci guardiamo in faccia, senza alcun dubbio e soddisfatte di noi stesse.

-CERTO CHE SI!-

Non ci stiamo a pensare due volte, buttando loro in braccio tutti i vestiti e gli accessori possibili, compreso un kimono che potrebbe valere più della piramide di Cheope insieme a tutti gli schiavi che l’hanno costruita.

Senza ovviamente dimenticare il Kanzashi suicida.

Gli uomini sono veramente delle creature stupide.

 

 

*Ran Kotobuki= protagonista del anime/ manga “Super gals”, che per l’appunto in molte scene sale in groppa ad Hachiko facendoci anche conversazione XD

*Yukata= kimono leggero per l’estate.

*Hakama= specie di pantaloni larghi.

*Kanzashi= bastoncino decorato che si usa per legare i capelli.

 

 

Ore 18.49

Angolo imprecisato nei dintorni d'Ikebukuro

 

Non riesco a muovere neanche un piffero misero muscolo, e il mio cervello sembra essersene scappato in posti migliori del mio cranio.. o magari è finito spiaccicato sotto il mio culo dopo il volo appena fatto, chi lo sa.

Che sono viva per miracolo, che non mi riesca neanche ad alzare e che quelli che mi girano attorno al capo sono i sette nani sono le uniche cose certe che so.. oltre al fatto che l'imbecille che mi è venuto addosso sarà carne morta appena riuscirò a riprendermi dalla botta.

Mentre riapro gli occhi con il solo desiderio, molto capriccioso e impellente, di volerli richiudere ecco che mi rivedo a rallentatore la scena che mi vede investita da un demente che invece di guardare dove andava, probabilmente si tastava il cavallo dei pantaloni fischiando magari a qualche figa all'altro lato della strada.

E cosa cazzo ci facevo IO a quest'ora per strada?

Semplice: tornavo a casa dopo aver comprato il bayles.

Sì, perché con tutto il casino che è successo oggi pomeriggio, con quei tre imbecilli fra le palle, ci siamo dimenticate di comprare la bibita che ci scoliamo io e la sis, io in particolare, e per la quale lei finisce quasi sempre con la testa infilata a forza nel cesso.. tutto ciò perché questa buonissima e carissima, costa un occhio della testa porco cane!, bevanda alcolica fa ormai parte del mio essere e quindi non può farmi nulla se non rendermi leggermente brilla, e sempre nel caso in cui ne beva in quantità eccessive.

Devo dire, comunque, che ho una resistenza impressionante.. o forse, più semplicemente, il mio corpo rifiuta di perdere completamente il controllo di sé se non quando addormentato.. e questo la dice tutta in proposito.

Tornando alla rielaborazione di quel che è successo.. porca troia ma come cazzo è potuto succedere?

Una volta tanto che passeggiavo tranquilla senza inveire contro il destino, tanto che quasi mi sono sentita pure traditrice nei confronti di *Nejimon, contro le vecchiette che camminano troppo piano e contro quei cazzo di uccelli che quando cagano sembrano sempre prendere di mira me come bersaglio da centrare.. la sfiga poi a volte se ne inventa di quelle.. spesso mi è anche venuto il dubbio che mi chiederebbe la bustarella per poterla convincere a lasciarmi in pace.

Mentre sono ancora stordita e persa nei miei pensieri sento che la cosa che iniziava a pesarmi seriamente sullo sterno sparisce all'improvviso, e mi sento tirare frettolosamente in piedi. Alché, dall'alto della mia resistenza e ricordando i bei tempi in cui gli altri mangiavano il pane mentre io mi nutrivo di pugni sui denti e calci nel culo, cerco quindi di tenermi in piedi nonostante la botta in testa che mi sono presa mi abbia stordita in modo quasi preoccupante.

Sì perché quel che è successo è molto semplice: io che camminavo tranquillamente, io che giravo l'angolo, io che venivo investita da una bici che sembrava quasi avere la marcia per il turbo e sempre io che venivo schiacciata contro il muro sia dalla bici sia dal suo autista.

E visto che siamo in tema..

Cercando di riacquistare il sangue freddo alzo lo sguardo sullo stronzo che a breve verrà dichiarato morto, poi rinchiuso in una bara e fra tre giorni sotterrato con essa da tre metri di terra, fango, melma e compagnia bella.

Potrà avere al massimo quattordici o quindici anni, bruno e occhi castani che rispondono al mio sguardo denotando angoscia, preoccupazione e qualcos'altro che non riesco a capire.. e di cui sinceramente non me ne fotte un'emerita pippa in questo momento.

-Non so dove cazzo tu stessi guardando e non mi frega neanche.. ma possibile che dovevi schiantarti proprio su di me?! Se fossi andato dritto anziché svoltare l'angolo ti saresti fatto investire da una macchina e io mi sarei limitata a guardare la scena, tra l'altro sana e salva!- inizio a dire, senza neanche controllare di mantenermi calma o fredda come al solito, senza neppure fare caso alle mie parole, che escono libere e ribelli dalla mia bocca senza prima essere passate dal reparto celebrale.

La testa mi duole, e sento prudermi la nuca, dove starò di certo sanguinando, ma quando il mio sguardo cade involontariamente per terra, più precisamente su una certa bottiglia che pochi minuti fa era piacevolmente intera, mentre ora si presenta ai miei occhi come liquido versato sull'asfalto e pezzi di vetro sparsi ovunque, il mio autocontrollo va a farsi benedire una volta per tutte.

Rialzo lo sguardo velocemente su di lui, e senza neppure dargli il tempo di scusarsi o altro, ignorando anche molto distrattamente il suo volto angustiato dai rimorsi e dal senso di colpa, lo prendo per il colletto e me lo avvicino così che mi senta bene e non si perda neanche una parola di ciò che ho da dire.

-Guarda che cazzo hai fatto, verme che non sei altro!!- gli indicò la bottiglia, mentre inizio a sentirmi gracchiare con voce stridula, per la depressione delle mie stesse orecchie, e probabilmente pure le sue. -Tu tu tu!! Tu non hai la minima idea di quello che hai appena fatto!! Non bisogna sprecare il cibo né tanto meno l'alcool!!! Come cazzo credi di ripagarmi eh?? Perché lo sai, vero, che non la passerai tanto liscia e che dovrai risarcirmi per bene!! Avanti fuori il fiato!-

-Ma guarda tu il caso!- esclama una voce che non proviene dal moccioso che ho davanti visto che, forse troppo paralizzato che possa mangiarmelo vivo, non ha ancora aperto bocca. -Oggi è proprio il mio giorno fortunato!-

Con una calma gelida, che fa perdere qualche anno della sua giovane esistenza al ragazzino, mi volto alla nostra destra dove incrocio uno sguardo scuro e profondo che mi ricambia divertito e soddisfatto. Uno sguardo che mi sembra di aver già visto da qualche parte..

Mi ricorda qualcuno.. ma visto che al momento non sono in vena di rimpatriate sarà meglio mandarlo a fanculo in fretta e farmi ripagare dal marmocchio o qui finisce che non ci torno più a casa.

-Chiunque tu sia non ti azzardare ad intrometterti se ci tieni alla vita-

-Che ti ha fatto quel povero ragazzo?-

-Non sono cazzi tuoi e vedi di sparire prima che mi arrabbi sul serio-

-Perché sennò che mi fai?- chiede con un strano scintillio nello sguardo e un ghigno che fa salire l'irritazione alle stelle.

Calmiamoci un secondo.. dove cazzo l'ho già sentita sta frase? E perché questo coglione sembra parlarmi come se mi conoscesse?

-Ora basta- sibilo, lasciando finalmente andare il ragazzino che di certo sarà in dubbio se andarsene o rimanere a prendersi le sue responsabilità.. sì, certo e quello che se ne sta scappando in bici è il suo sosia allora? -Ma porc..! VAFFANCULO BRUTTO BASTARDO!! PREGA DI NON INCONTRARMI ANCORA O TI ASSICURO CHE SARA' L'ULTIMA VOLTA CHE VEDRAI LA LUCE DEL GIORNO!!- gli urlo attirandomi gli sguardi sconvolti di alcune persone che si trovavano a camminare dall'altra parte della strada proprio in questo momento, e che ora saranno sicuro indecise che chiamare la Neuro per farmi venire a raccattare, o chiamare il canile per farmi mettere museruola e collare, così da impedirmi di nuocere alla quiete pubblica con la mia, tutt'altro che delicata, ugola.

-Mamma mia! Certo che non ti fai nessuno scrupolo in pubblico eh? Le ragazze non dovrebbero parlare così male- sento dire dal tizio che ha contribuito, anche se involontariamente, alla codarda, seppur astuta, fuga del bastardo.. e qui ricaccio ancora la ragione a farsi il giro del sistema solare, perché con qualche passo lo raggiungo e stringendo i pugni lo fisso infuocata dalla rabbia. -Qualcosa non va?- chiede, con tono tanto angelico che mi fa ribollire il sangue nelle vene.

-Quello che non va sei solo tu, razza di stronzo che non sei altro- gli sibilo con un tono che farebbe ghiacciare tanto quanto il vento che tira al Polo Nord, mentre lui inarca le sopracciglia leggermente basito visto che, magari, non si aspettava una risposta simile. -Quel piccolo figlio di puttana mi ha investita con la bici, e nell'impatto si è rotta anche la bottiglia di bayles che ho pagato con i miei soldi!! Ora decidi tu cosa fare: me ne compri tu un'altra bottiglia visto che per colpa tua è riuscito a scappare o vuoi per caso che ti spezzi le gambe?-

-Ehi calmati, se ti ha investita ti sarai fatta male, e tutto quello a cui riesci a pensare è al farti risarcire quella bottiglia?!- mi guarda preoccupato, fissandomi dall'alto in basso, forse cercando qualche ferita o altro, e incredulo al fatto che io sia davvero interessata all'alcool più della mia salute.

Che razza d'ignorante!

-Sentimi bene, non ho tutta la sera da perderci dietro! Hai deciso cosa fare? Sappi che anche se ho perso il giro saprei ancora farmi rispettare in una rissa, quindi decidi: ci mandiamo all'ospedale o mi ricompri da bere?-

Se non fossi stata arrabbiata, stordita, e rosa dall'umiliazione visto come quel lombrico di un pirata della strada mi aveva bellamente sfottuta sfuggendo alle mie ire, di certo mi sarei sentita molto soddisfatta nel vederlo roteare gli occhi depresso, esasperato e angosciato per la sconfitta visto che si è convinto a ricomprarmi la bottiglia e adesso siamo alla cassa dove mezzora fa mi ero impossessata legalmente della mia bevanda alcolica preferita, pagandola e sbavandoci sopra per tutto il tragitto.. o almeno, per tutto il tragitto antecedente lo scontro.

Il solo ripensarci mi manda in bestia.. cazzo mi ha fatto pure un male cane!

-Fottuto bastardo!-

-Ma se non ho fatto ancora niente!- sento dire, con tono lamentoso e guardingo, alla mia sinistra, e quando mi volto quasi rimango sconvolta di ritrovarmi ancora davanti il tizio che mi ha ricomprato il bayles.

-E tu che ci fai ancora qui?!-

E soprattutto che significa "ancora niente"??

-Cosa?!- esclama basito e confuso, mentre continuo a guardarlo iniziando a sentire l'autocontrollo tornare.

-Visto che hai fatto il tuo dovere te ne puoi anche andare adesso. Fuori dai piedi, su- annuncio, osservandolo con sufficienza, per poi allungare il passo per cercare di distanziarlo e fargli capire concretamente che non lo voglio più davanti, ma a quanto pare sembra duro di comprendonio visto che mi raggiunge con qualche passo e mi rivolge un ghigno divertito.

-Come siamo acidi oggi, ti è andato di traverso un limone per caso?-

-Ho qualcos'altro di traverso. Se non vuoi che ti spezzi davvero qualcosa non provocare la tua buona stella più di troppo, è un consiglio d'amica-

-Se per diventare tuo amico basta comprarti dell'alcol..- inizia con tono allusivo, quasi malizioso, mentre roteo gli occhi ignorandolo e continuando a camminare accelerando sempre di più il passo. -.. se ti faccio l'abbonamento mi giuri amore eterno?- conclude sghignazzando divertito, ammiccando in modo che non mi piace e che non trovo affatto divertente.

-Vedrò di essere più concisa possibile, visto che sembra che tu sia tanto ritardato da non capirlo bene- dico, mentre mi blocco e mi volto per fronteggiarlo e fargli capire una volta per tutta che mi ha decisamente stancato avercelo vicino. -Non ti voglio fra le palle. Ora ti torna e ti è più chiaro il concetto o devo abbassarmi di livello e iniziare a insultare te, i tuoi parenti e tutta la tua razza prima che tu capisca che non ti voglio davanti?-

-Non mi hai riconosciuto, vero?- chiede, dopo un secondo di silenzio, sorridendomi amichevolmente, come se non gli avessi detto nulla e fosse pure divertito, appunto, dal fatto che non lo abbia riconosciuto.

-Non ti ho mai visto prima e anche se fosse dev'essere stato un incontro davvero insignificante, perché non mi ricordo minimamente di te- rispondo, decidendo stavolta di usare il suo stesso tono di voce, e incrociando le braccia mentre lui scuote il capo stavolta sornione.

-"I like you" ti ricorda qualcosa invece?-

Non ci credo.. no ti prego fa che non lo abbia detto… fa che la botta di prima mi abbia annebbiato il cervello più di quanto non lo possa essere normalmente.. per favore, giuro che cercherò di non insultare nessuno per un giorno intero, ma ti scongiuro fa che non sia davvero lo stesso cretino che me l'ha detto anche l'altra volta!!!

-Non hai detto quello che spero davvero tu non abbia detto, vero?- domando, facendolo ridacchiare e avvicinare a un passo da me.. che indietreggio automaticamente con le barriere difensive alte e ben piazzate in caso di necessità.

-Accidenti, sembri proprio un gatto selvatico pronto a sbranare l'avversario. Ma ti sembro davvero così pericoloso?-

-Ho già detto mi sembra di non avere tutto il giorno quindi, se permetti, me ne tornerei a casa! Addio!- sbotto frettolosamente mentre gli do le spalle e inizio quasi a correre.

-Paura?-

Maledetto.. maledetto lui e il mio schifoso orgoglio porca puttana!

-Di cosa, di grazia?- rispondo, bloccandomi all'istante, puntando i piedi a terra quasi rischiando di finire sdraiata e con la faccia spalmata a terra, per poi voltare appena il capo sopra la spalla e guardarlo con sufficienza.

-Non saprei, sembrava che stessi scappando terrorizzata-

-Tra le cose che potrebbero spaventarmi di certo non compari tu. Avanti, dì le cazzate che devi dire e finiamola qua- dico con tono rassegnato, incrociando le braccia, restandogli comunque di spalle, così da ridurre il desiderio di ficcargli qualcosa in bocca e quindi farlo tacere una volta per tutte.

-Non sei molto favorevole alla conversazione eh?-

-E lo hai notato adesso?- chiedo, con tono tanto ironico da sforare nel pesantemente sarcastico.

-Cosa devo fare perché tu non mi tratti come se fossi pronto a sfidarti a duello?- domanda quasi ilare, mentre lo sento avvicinarsi e di conseguenza mi rivolto col capo così da tenerlo sott'occhio e controllare che non faccia scherzi.

-Ignorarmi e starmi alla larga. Io vado per la mia strada, tu per la tua e siamo tutti contenti. Ora devo DAVVERO tornare a casa, quindi a mai più rivederci.. ehm.. come avevi detto di chiamarti?-

-Shuuhei, tesoro, Shuuhei-

-Vabbè, chiunque tu sia, e non chiamarmi tesoro che mi vengono i brividi- finisco leggermente imbarazzata visto che rasento davvero il ridicolo quando non riesco a ricordare qualcosa.

Ricomincio a camminare soddisfatta comunque del mio operato visto che sono riuscita a convincerlo senza neanche mettergli le mani addosso.

Certo, mi ha fatto perdere il controllo anche fin troppo, però in fondo ero sopraffatta dall'istinto del killer.. e soprattutto dal desiderio di mettere le mani al collo a quel piccolo bastardo!

Non faccio però in tempo neanche a svoltare l'angolo che qualcosa mi tira la maglia, facendomi perdere l'equilibrio, e in un attimo non sento più la terra sotto i piedi.

Porca puttana!

-Quanto cazzo aspettavi a dirmi che ti sanguinava la testa eh??- sento ringhiare con tono preoccupato oltre che rabbioso, e velocemente capisco che il demente non ha minimamente seguito il mio consiglio e, anzi, ha deciso di prendermi in spalla, come se non pesassi i quintali che peso, e camminare come se niente fosse.

Senza avermi chiesto o detto niente prima, ovviamente.

-Brutto imbecille, fammi subito scendere!!-

-Non ci penso neanche! Ora ti porto all'ospedale e.. ehi, stai ferma cazzo!! Ahia!! Non mi tirare capelli accidenti! Smettila di muoverti o ci sfracelliamo a terra!! Lasciami i capelli!!!-

-Mettimi giù cazzo!!- gracchio con un tono di voce che non mi sembra di avere mai usato prima, e dopo una dura lotta riesco a farmi obbedire, riprendendo a respirare normalmente coi piedi a terra e l'equilibrio stabile.

-Ahia!- si lamenta lui visto il calcio che gli ho tirato e che, per la mia gioia, gli ha preso in pieno il ginocchio. Si massaggia la parte lesa guardandomi furioso e infastidito.

-Tu sei tutta fuori!-

-Io?!- tuono freddamente, inarcando un sopracciglio indecisa se ammazzarlo subito di botte e trafugare il suo corpo, magari infilandolo nel primo tombino che trovo, o mantenere la calma e metterlo a tacere come so fare solo io. -Tu sei quello pazzo! Che diavolo avevi intenzione di fare eh? Portarmi all'ospedale?! Ma non ci vengo neanche morta! E in ogni caso, non sono cazzi che ti riguardano!! Si tratta di un graffietto, non sto morendo dissanguata!-

-E che ne sai? Sei specializzata in medicina o cosa?! Non puoi sapere se è una cosa grave o meno finchè non ti farai visitare!-

-Ma allora parlo arabo cazzo!- pesto i piedi sentendomi davvero sfinita visto che stare a discutere in genere mi sfianca da morire.. soprattutto quando l'argomento principale sono io. -Senti..- inizio, passandomi una mano fra i capelli trattenendomi dallo sboccare di nuovo, visto che tanto incazzarsi con questo idiota servirebbe solo ad aumentarmi la nevrosi. -In ospedale non ci metto piede, e ti ripeto che sto bene porca miseria!-

-Allora ti accompagno a casa, perché non voglio averti sulla coscienza se mi svieni per strada!- incrocia le braccia, serio, facendomi venire la pelle d'oca.. cazzo, sembriamo quasi amici di vecchia data!

-Neanche ho più voglia di parlare! Fai quel che cazzo ti pare, fottetevi tutti!- sbotto senza neanche stare a pensare a ciò che dico, dandogli le spalle e iniziando a camminare chiudendomi in me stessa, ignorando lui, la strada e il mondo intero.

E mentre penso a una palla da propinare alla sis, visto che non ho la minima voglia di starle a raccontare quel che è successo e quindi di sputtanarmi la reputazione visto che non solo è apparso l'imbecille dell'altra volta ma mi sono anche fatta fregare da un bamboccio in bicicletta..

E parlando del bamboccio.. spero vivamente per lui che non mi incontri una seconda volta.. o sarà costretto ad accorgersi quanto possa essere abominevole e spietato uno spirito vendicativo come il mio.

 

 

*Nejimon = nomignolo che ho propinato a Neji Hyuuga, personaggio del manga/anime "Naruto"

 

NOTE D’UN AUTRICE:

Bene, dato che la Sis ha qualche problema con il computer io, Lady Ko’, mi ritrovo sola soletta a fare le note finali ed a darvi un ANNUNCIO DI ESTREMA IMPORTANZA! Si comunica infatti che abbiamo deciso di sospendere la pubblicazione fino a metà luglio, ovvero fino alla fine dei nostri esami di maturità! Ci dispiace molto per questo, e speriamo che quando torneremo sarete ancora disposti a seguirci e magari anche a commentarci. Bene, passiamo ai commenti xD

 

Rinoagirl89: Salve senpai! Siamo contente che l’omake ti sia piaciuto, perché ci siamo andate proprio a culo, detta in tutta sincerità! xD personalmente non sapevo proprio se avrebbe fatto ridere o no, quindi ho tirato un po’ un respiro di sollievo. Spero che a luglio ci sarai ancora per il nuovo capitolo, owari!

Elly chan: Non ti preoccupare Elly cara, le madri sono una razza strana ed assai singolare U-U in ogni caso sì, l’omake è stata una delle idee che la mente di Sis spara quando non è impegnata a commiserare la sua inesistente incapacità, quindi è stato decisamente inaspettato anche per me! xD grazie mille.

  
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