Spensi il televisore e mi rifugiai tra le braccia di Yoshikawa, che iniziò
ad accarezzarmi la testa. Mi liberai dal dolore con le mie lacrime salate ed
inconfutabili, poi cercai le labbra del ragazzo che mi stringeva. Non sapevo
perché l'avessi fatto, ma ebbi il coraggio di assaporare quelle labbra dolci
senza che lui mi dicesse nulla. Rimase lì impietrito, a farsi mangiare dalla
passione. Poi mi baciò la fronte e mi sussurrò di avere uno strano
presentimeno. Non volevo baciarlo, ma l'avevo fatto. Qualcosa mi aveva spinto a
farlo.
"Che cosa c'è?" gli sussurrai stranita
"Forse ho scoperto in base a che cosa Joy uccide, l'ho scoperto attraverso
il tuo bacio"
"Ma...come?"
Yoshikawa si alzò dal letto e prese un foglio di carta e una penna stilografica
dalla scrivania della stanza di Kobayashi ed inziò a tracciare uno strano
schema.
JOY- KOBAYASHI- YOKO= Takashi, Hideo, Daesuke
- (L)
- (L)
"Che vuol dire?" gli domandai, non riuscendo a capire quelle
strane scritture. Aveva tracciato i nomi delle vittime in maiuscolo, divisi da
trattini, poi un doppio legame con i nomi di altri tre ragazzi, tutti ex di
Yoko.
"Non ci credo..."
"Cosa?"
"è tutta una catena!"
"Catena?"
"Guarda!" puntò il dito sul foglio "Joy era
innamorata di Kobayashi. Kobayashi aveva una storia con Yoko..."
"E quindi?"
"Quindi Joy sceglie le sue vittime in base ad una catena
amorosa. Se la mia ipotesi è giusta la prossima vittima dovrebbe essere
o Takashi, o Hideo o Daesuke"
Lo guardai stupita.
"Penso che basti anche un semplice contatto amoroso per essere scelti
da Joy?"
"E questo da cosa lo capisci?"
"Pensaci...lei è morta per amore...è morta con il
cuore spezzato...vuole far capire alle persone ciò che ha provato lei"
"Oddio" dannazione a me e al bacio! Avessimo scoperto prima quella
strana catena, non l'avrei di certo baciato: se la vittima prescelta fosse
stata Takashi, e successivamente Saeki, una ragazza con cui Takashi ebbe una
piccola relazione, la vittima successiva sarebbe potuta essere Yoshikawa, e poi
io. Rimasi di sasso. Non riuscivo a pronunciare parola.
"Dobbiamo riuscire a spezzare questa maledizione" mi disse Yoshikawa abbracciandomi. Cercai il suo odore, e poi il suo collo. Ormai eravamo già marchiati.
-
Stesa sul mio letto, la camera chiusa da una chiave di dolori, mi persi
guardando alla televisione un vecchio poliziesco, non riuscivo ancora a credere
alle parole di mia madre,a quell'incubo passato, a
quella confessione mai rivelata, quel segreto di famiglia, mi stava dilaniando.
Le mie palpebre diventarono pesanti e il sonno mi vinse. Il sogno che feci
pochi secondi dopo mi turbò sia fisicamente che psicologicamente: ero in un
bagno pubblico. Le pareti erano giallognole e un odore disarmante di piscio mi
entrava nelle narici con violenza. Una pioggia di dita mozzate colpì il
lavandino in cui mi stavo lavando le mani. Un catino, in mezzo a tutto quel
sangue mi occhieggiava con romanticismo, quando dentro di me qualcosa prese
possesso del mio corpo. Sentivo una creatura dentro il mio stomaco muoversi e
farmi male. Un dolore lancinante non mi fece quasi respirare, così mi cacciai
due dita in gola, provando a purificarmi con l'assenza. Una sostanza liquida
quasi lattea, ma verdognola, continuò ad uscire e ad
entrare nel catino, riempiendolo. Mi sentivo già meglio, più libera, più pura.
Il mio primo pensiero era quello di gettare il mio vomito nel lavandino, ma non
appena da uno dei gabinetti uscì Yoshikawa, lo presi per i due lembi e lo
appoggiai a terra. Yoshikawa si avvicinò a quattrozampe e iniziò a bere il mio
vomito. Lo nutrivo con qualcosa che veniva da me, lo facevo mio.
Mi svegliai in preda al panico, sconvolta da quella visione distrubante. Al
posto del film di cui stavo prendendo visione, davanti a me si scagliava il
telegiornale con le sue solite brutali notizie. Altri due cadaveri sono stati
rinvenuti, con il medesimo metodo di esecuzione di Kobyashi e Yoko Yamazaki.
Come sospettavo. Takashi e Saeki. La catena di morti entrava nella mia pelle
come un ago che la bucava con brutale eleganza. Una possessione, come quella
strana creatura del mio sogno che mi sconvolgeva lo stomaco.
Mancavano pochi minuti e mamma sarebbe tornata a casa. Non volevo vederla, così corsi via a raggiungere Yoshikawa.