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Autore: Fuuma    01/03/2009    2 recensioni
Si illude che ogni gesto che compie, ogni volta che lo abbraccia e che le proprie mani ricercano il suo corpo, sia per mero affetto.
Perchè sono amici.
Si illude che ogni cosa prima o poi evolverà con naturalezza.
Ci crede davvero...
[YamamotoxTsunayoshi]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: I like rain... And you?

Serie: Katekyou Hitman Reborn!

Rating: Nc-13

Character: Takeshi Yamamoto, Tsunayoshi Sawada

Pairing: 80x27

Word Count: 749


...And you?

Non era colpa sua.

Forse lo era, ma solo in parte.

Per il resto era colpa del proprio corpo, della mano destra che riusciva così facilmente a trovare le spalle di Tsuna ovunque lui fosse, del cervello che si riempiva di lui ogni volta che lo vedeva, e gli ordinava di stringerlo a sé, stargli vicino, proteggerlo, averlo.

Non esiste più un confine tra affetto e amore, ormai.

Sospirò, accorgendosi di aver istintivamente seguito la scia del ragazzo per tutto il tempo in cui un paio di scope erano state tra le loro mani e si decise a spostarsi altrove per pulire in un’altra zona dell’aula.

Al collo, al di sotto di una divisa in parte sbottonata, l’anello del Rain Guardian si poggiava alla pelle, imbrigliato in una catena argentata. Lo strinse al di sopra della stoffa bianca della camicia e si poggiò alla parete, accanto alla lavagna, spiando di sottecchi il compagno.

Nessuno dei due aveva più osato parlare.

E tu sai di chi è la colpa di questo Silenzio.

 Credeva che Tsuna sarebbe scappato, corso via, lontano, coprendosi la bocca come se fosse stato infettato e spalancando lo sguardo per riversargli addosso il proprio disgusto.

Invece era rimasto, aveva fatto scivolare la propria mano lontano da quella di Takeshi e lentamente aveva raggiunto l’aula, iniziando a spazzar via le cartacce dal pavimento, aggrappato con tutto se stesso al manico di una vecchia scopa.

E lui non aveva detto niente.

Vigliacco.

Forse, se non ne avessero più parlato, sarebbe tornato tutto come prima.

Prima che un bacio distruggesse ogni cosa.

Lasciò cadere la propria scopa a terra, stringendo tra le dita soltanto l’aria e compiendo le prime lunghe falcate in direzione di Tsunayoshi.

Gli dava le spalle.

Non voleva guardarlo.

Si vergognava di lui.

«Tsuna, senti io…»

«Non farlo…»

«Eh?»

«Se ti avvicini… io…»

Arrestò i propri passi.

Colpevole.

E Tsunayoshi continuò.

«Io… mi illuderò che sia perché vuoi baciarmi di nuovo…»

Fu impossibile trattenere lo stupore che, poco per volta, scivolò in una risata liberatoria che sciolse nell’aria ogni dubbio di Takeshi ed ogni sua preoccupazione.

Si sentì uno stupido. Si sentì un emerito idiota.

Si sentì bene come non mai e compì gli ultimi passi che lo dividevano dal compagno con una corsa, travolgendolo in un abbraccio.

«Che stupido che sei Tsuna!»

Lo insultò allegramente, mentre le labbra si posavano tra i suoi capelli.

Gli diede dello stupido, mentre le proprie mani si strinsero attorno al corpo più esile di lui, percependo il calore della sua pelle al di sotto della divisa.

Gli rise addosso, soffiando bollente il proprio alito direttamente sulla bocca di Tsunayoshi quando si abbassò per baciarlo.

Rimase con le labbra che sfioravano le sue quando riprese a parlare, spalancando lo sguardo sul volto del ragazzo ad una distanza irrisoria da sé.

«Ti bacerò tutte le volte che ne avrò voglia, Tsuna e sappi che saranno tante, ahahaha!»

Il giovane Vongola boccheggiava sentendo il proprio viso riscaldarsi più del dovuto ed era quasi certo che, se si fosse specchiato, avrebbe visto un enorme pomodoro con due occhi nocciola e capelli castani scompigliati e ribelli.

Non riuscì ad aprire bocca neppure quando Takeshi tornò a travolgerlo con un abbraccio, stringendolo con forza a sé e continuando a ridere direttamente nel suo timpano.

«Ya… Yamamoto…» bisbigliò finalmente, circondato solo dal corpo dell’altro in cui si stava piacevolmente perdendo.

«Ah! Oh, non ti sto facendo male, neh, Tsuna?»

«N-no, no, non è questo è che…» disse anche qualcos’altro dopo il “che”, qualcosa che si perse contro la camicia del Rain Guardian e che nessuno di due riuscì davvero a sentire.

«Che cosa c’è?»

«Ehm… beheeee…» non riusciva a parlare a causa dell’imbarazzo. Non riusciva a parlare a causa di occhi d’ambra che lo imprigionavano in un mondo tutto loro «Ecco…» deglutì, chiudendo gli occhi con forza e stringendo le dita intorno alle maniche della divisa di Yamamoto per prendere il coraggio e parlare tutto d’un fiato.

«Possobaciartiancheiotuttelevoltechevogliotiprego?»

Quando riaprì gli occhi, il volto del Guardiano non si era allontanato, sostava di fronte al suo, separato soltanto da un sottile strato d’aria ed il sorriso tatuava ancora le labbra di lui, più allegro e divertito del solito.

In risposta lo baciò ancora. Ancora. E ancora.

Finché ne avrebbero avuto voglia.

Fino all’infinito. Neh, Tsuna, posso amarti fino all’infinito?

«Ya-yamamoto... Ehm… Ecco… Mi… mi…»

La fronte di Takeshi si poggiò a quella del compagno ed il Guardiano annuì.

«Anche a me, Tsuna.»

Anche a me piace la pioggia.


.THE END.

   
 
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