Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Hikari_F    29/11/2015    1 recensioni
Sono ormai tre anni che Kotaru ha accantonato la speranza di trovare qualcuno che gli stia accanto senza prendersi gioco di lui o picchiarlo, pagando cara la scelta infelice di essersi dichiarato gay pubblicamente il primo anno di liceo. Sembra impossibile che, un giorno, qualcuno possa guardare oltre il pregiudizio ed imparare ad amare il piccolo ed imbranato ragazzino per ciò che è davvero. Eppure un giorno, quasi come fosse un disegno divino, Kotaru si ritrova a fare la conoscenza di Ryota, suo affascinante e taciturno senpai. E se il filo rosso del destino volesse condurlo proprio da lui?
Un racconto introspettivo, a tratti malinconico, scritto in prima persona dallo stesso Kotaru.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Scolastico
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Non voglio credere a quello che ho sentito e visto. Non voglio credere di aver quasi sfondato la porta dello spogliatoio per uccidere Masashi a mani nude. Non voglio credere di essere stato in grado di provare tanta rabbia e odio così repentinamente, come un toro impazzito. Ma Kota è stato capace di cavarsela anche senza di me. La sua onestà nel respingerlo è bastata ma, dal canto mio, non sono soddisfatto. L'unico momento in cui potrò sentirmi in pace con me stesso, sarà quello in cui vedrò quella faccia di merda tumefatta, in lacrime, che mi implora pietà. Forse Kotaru perdonerebbe Masashi. Una persona come lui, che non ha permesso nemmeno ad anni di bullismo di cambiare la sua indole gentile e fiduciosa verso il prossimo, non avrà problemi a perdonare un corteggiatore respinto.

Ma io...io la vedo diversamente. Masashi non è stato un semplice corteggiatore, si è spinto troppo oltre, si è preso troppe libertà con Kota, con il MIO Kota. Nessuno può fare una cosa del genere e pensare di passarla liscia.
Sfogo la mia ira in palestra, distruggendo i sacchi da allenamento e facendomi sanguinare le nocche; lascio la palestra senza salutare e filo a casa, senza dimenticare di comprare un paio di alcolici al minimarket...ho bisogno di estraniarmi. E sono incazzato, eccome se sono incazzato...ma adesso, più di ogni altra cosa, ho bisogno di prendere Kota e stringerlo tra le mie braccia, baciarlo fino a togliergli il respiro, cancellare l'impronta del tocco di quel porco di merda e imprimere la mia.

Bevo come non ho mai bevuto. Le lattine si accumulano una dopo l'altra e, man mano, la mia sicurezza si gonfia. L'alcol mi dà il coraggio che manca di dar sfogo a tutti i miei sentimenti.

-Sono a casa.- Dice, entrando in casa...e, con una semplicità di cui non mi sarei mai creduto capace, lo stringo fra le mie braccia e lo soffoco con una serie di baci passionali, bramosi. Affondo le dita nei suoi capelli e respiro il suo odore...non sono ubriaco ma, in questo momento, mi sto ubriacando di lui.

-Senpai...che stai facendo?-

-Lavo via la sua impronta.- Spiego, avventandomi di nuovo sulle sue labbra -Sei mio.- Mugolo, carezzandolo e stringendolo vicino a me, posso percepire i suoi battiti cardiaci accelerati e il suo respiro affannoso...mi ricordo per tempo del suo problemi ai polmoni e mi stacco, lievemente preoccupato.

-Ryo...- Mormora, le guance avvampate ed i capelli sconvolti, sudati. Non avrei mai creduto di pensare una cosa del genere...ma è bellissimo.

-Ci ho provato a lungo...Kota.- Riesco a dire, ricalcando il suo profilo con il dorso della mano -Ma ormai era difficile da nascondere persino a me stesso. Ti amo.- Ho un nodo alla gola mentre dico quelle due parole, mai dette a nessun' altro se non a lui, prima in silenzio e poi con un sussurro, come se fosse un segreto tra noi, da custodire insieme -Ti amo e non posso tollerare che un altro ti tocchi...o ti baci. Io...-

-Basta, Ryo.- Mormora, in uno slancio di sicurezza completamente opposto al suo solito comportamento introverso e riservato -Ti amo anche io. Ma questo, forse, lo sai già. Dopotutto...io sono un libro aperto.- Sospira, ha gli occhi lucidi e sembra quasi stia per scoppiare in lacrime -Tu sei indecifrabile, Ryo. Non hai mai lasciato trasparire il tuo sentimento per te ed io non potevo...non sapevo...- Le ultime parole faticano ad uscire, sono quasi un rantolo.

-Kota.- Mormoro, avvicinandolo a me e baciandogli la fronte -Voglio solo proteggerti. Quando ti ho visto sotto la pioggia, così minuto ed indifeso...non avevo idea di quanto dolore portassi su queste piccole spalle, eppure ho subito avvertito un forte senso di protezione nei tuoi confronti. Sembravi così solo...così simile a me.-

-Senpai...- Sussurra, intrecciando timidamente le nostre mani.

-No.- Lo zittisco, lasciando che poggi la testa sulla mia spalla -Ti prego...chiamami ancora Ryo.-

-Ryo.- Mormora, senza guardarmi. Avverto le sue guance che bruciano al di sopra della stoffa dei miei vestiti -Vuoi fare l'amore con me...Ryo?-

La stanza viene riempita solo dai nostri respiri. Mi sento come paralizzato, sconvolto. Le parole di Kota...significano davvero quello che ho sentito?

-Cosa...?- Riesco a chiedere, dopo una lunga pausa.

-Faresti l'amore con me? Non...non adesso...per forza.- Biascica, tiene la testa bassa come se volesse nascondersi dal desiderio che ha appena espresso -Io...lo farei. Lo farei con la persona che amo.- Conclude, trovando il coraggio di alzare il mento e guardarmi di sfuggita, quasi a tentare di leggere il mio sguardo.

-Sì.- Dico, con una leggera esitazione -Qualsiasi cosa...per te.-

Annuisce e resta seduto davanti a me, per un istante che mi sembra interminabile...e ora che cosa succederà? Ci spoglieremo? Andremo a letto? Non l'ho mai fatto, francamente credo di non averlo mai nemmeno desiderato. Significherebbe essere nudo, vulnerabile, in pieno potere di un'altra persona...tutto questo mi spaventa in una maniera che non riesco a descrivere. Ma amo Kota. Lo amo davvero, con tutto questo cuore inaridito che, giorno dopo giorno, è stato curato ed innaffiato dal suo amore e tramutato in un fertile giardino. Forse posso provarci. Posso tentare di renderlo felice, se è questo che desidera.

-Voglio farlo adesso.- Dico con un filo di voce, restando in silente attesa del suo assenso. Senza aggiungere altro ci dirigiamo in camera da letto e, sempre in silenzio, iniziamo a spogliarci. Non saprei descrivere le sensazioni che mi stanno avvolgendo, completamente nuove per me; è un miscuglio di eccitazione, ansia, ma anche gioia, perché sto per esplorare e conoscere completamente colui che amo. Kota si adagia sul letto ed iniziamo a baciarci dolcemente, cercando di distendere la tensione; preso dal momento, mi sembra quasi di aver superato il mio trauma, di essere finalmente in grado di lasciarmi toccare da lui senza paura. Sono fuori dal mondo, in un angolo segreto dove ci siamo solo noi due, finché...

...le mani di Kota si posano leggermente sulla mia intimità, rimportandomi improvvisamente alla realtà. Non sono capace di darmi completamente a qualcun altro, nemmeno se si tratta di Kotaru. Sono ancora un debole.

Un istante dopo mi allontano e mi rannicchio contro la testata del letto, scosso da tremori. Mi faccio scudo con le braccia e inizio a singhiozzare; calde lacrime investono il mio volto, mi lascio andare al pianto come quando ero un ragazzino, quando mi picchiavano e mi frustavano con le loro cinte di pelle, quando mi spegnevano le sigarette sulle braccia e mi colpivano così forte da farmi invocare pietà. Non ci riesco, Kota...non ce la faccio ad abbassare le guardia.

-Senpai...- La voce di Kotaru trema. Credo sia la prima volta che mi vede in lacrime ma, stavolta, non sono stato capace di reprimere le mie emozioni, di mantenermi imperturbabile come mio solito.

-Scusami.- Riesco a dire tra i singhiozzi, lottando contro l'istinto di continuare a proteggermi e iniziando ad allentare le mie barriere, lasciando scivolare le braccia sul lenzuolo -Scusami se sono un debole.-

-No, senpai.- Mormora. Non piange, ma è evidente che muore dal desiderio di farlo. Davanti al suo sguardo così ferito, non posso evitare di sentirmi ancora peggio. Cosa ho fatto? Volevo soltanto farlo felice, e invece...

-Kota, mi dispiace!- Quasi grido, non ho più il controllo dei miei sentimenti e ho quasi il bisogno di alzare la voce, urlare, tirare tutto fuori. Non posso tenere per me ciò che mi hanno fatto ancora una volta...gli racconto ogni cosa. Di come tutto è cominciato, il primo giorno delle scuole medie, di come hanno iniziato a prendermi di mira semplicemente perché ero facile da tormentare e di come le loro torture si siano evolute, anno dopo anno, fino a trasformarsi in un climax di violenza apparentemente senza fine. Sono stato costretto a cambiare scuola, ad iscrivermi al club di karate, per imparare a proteggermi nel caso in cui anche nella nuova scuola ci fossero state teste di cazzo come quelle. Man mano che racconto, Kota si tormenta una ciocca di capelli, tenendo lo sguardo basso.

-Ehi.- Mormoro, abbozzando un sorriso -Non hai nessuna colpa.-

-Non immaginavo una cosa simile.- Dice d'un fiato, alzandosi e infilandosi rapidamente i vestiti -Io non...non oserò mai più...-

-Zitto.- Sussurro, afferrandogli la testa e baciandolo a stampo -Ce la farò. Anzi, ce la faremo. Insieme. Magari non domani, ma prima o poi...ci credo, Kota.-

Annuisce a fatica. Evidentemente, lui non ci crede.

-Vado a dormire, senpai.-

-Dormi qui.- Mormoro, stupendo me stesso per quell'improvviso desiderio di trascorrere la notte stringendolo tra le mie braccia, proteggendolo, quasi a voler addolcire in qualche modo il fallimento della nostra prima volta.

-Sì.- Biascica, infilandosi a letto dandomi le spalle. Prima di spegnere la luce prende la sua medicina e la piazza sul comodino, gli serve in caso abbia un attacco durante la notte. Mi sento terribilmente in colpa, ce l'ho a morte con me stesso e vorrei avere il potere di cambiare le cose, di aprire una breccia nel muro difensivo che mi sono costruito intorno e lasciare che Kota possa passarvi. Nessuno potrebbe, se non lui.

-Sei sveglio?- Chiedo, non potendo dormire.

-Sì.- Risponde, senza voltarsi. Pavidamente allungo le braccia verso di lui e lo cingo in un abbraccio delicato.

-Sei arrabbiato con me?-

-No.-

-Allora perché non vuoi guardarmi?-

-Perché ho paura.-

-Di che cosa?- Chiedo, posando la testa sulla sua spalla. Le sue spalle sono così piccole e delicate eppure, in questo momento, sembrano il rifugio più sicuro.

-Non voglio farti piangere.-

-Non ho pianto a causa tua.-

Non risponde e, pavidamente, appoggia la mano sul mio braccio che lo cinge.

-Anche io voglio poterti proteggere.- Dice, trovando infine il coraggio di voltarsi. Nella penombra mi accorgo che il suo viso è bagnato di lacrime...per tutto questo tempo ha cercato di non farmi sentire il suo pianto, nel tentativo di essere forte anche per me.

-Tu mi stai salvando la vita.- Replico, baciandolo piano e stringendomi a lui.

-Ti amo.- Mormora, come se stesse liberandosi da un peso opprimente.

-Ti amo anche io, dormi.- Rispondo.

-Ti prometto che ti aiuterò.- Singhiozza, il suo corpo trema -Farò qualsiasi cosa per aiutarti.-

-Stammi vicino. Non ho bisogno d'altro.- Lo rassicuro e ci addormentiamo così, stretti l'uno all'altro, cullati dal suono dei nostri respiri.

Avrei voluto fare l'amore con lui. Avrei voluto scoprirlo davvero, offrirgli tutto me stesso, per quel che vale...ma, per adesso, mi accontento di avergli confidato i miei sentimenti e di custodirlo tra le mie braccia, come fosse il mio tesoro. Ti amo, Kota. Non ho mentito...mi stai davvero salvando la vita.

 

Ho fatto un sogno assurdo stanotte. Stavo per fare l'amore con Ryota quando, improvvisamente, scoppiava in lacrime e mi confidava di aver subito maltrattamenti che, in confronto, i pestaggi di Kyojin e compagnia sono coccole.

No, mi sto prendendo per il culo: hon è stato un sogno, ho vissuto tutto davvero. Probabilmente è stata l'esperienza più intensa che abbia mai affrontato in tutta la vita, una di quelle così forti che ti restano impresse finché campi. In linea teorica dovrei essere felice: il senpai mi ama. Credo sia la cosa che ho desiderato ardentemente da quando ho acquisito l'autocoscienza, che qualcuno mi amasse...dopo aver incontrato il senpai, poi, questo qualcuno ha avuto anche un volto ed un nome. In definitiva il mio più grande desiderio si è avverato, qual è il problema? Oh, certo. Il problema è che l'uomo che amo ha il terrore a lasciarsi toccare e io, esprimendo la volontà di andare a letto con lui (MA COME CAZZO HO POTUTO CHIEDERE UNA COSA DEL GENERE, MI DOMANDO?!), ho innescato una bomba a orologeria nel suo inconscio, che l'ha persino portato al pianto. Ma cosa mi è saltato in mente? Cosa speravo di fare? Coglione! Sei un coglione, Kotaru! E poi l'avresti fatto col senpai? Andiamo, dì la verità, che la tua unica esperienza col sesso sono le collezioni di film e fumetti che i tuoi ti hanno buttato via, se non avesse stoppato tutto lui probabilmente l'avresti fatto tu. Ti saresti lagnato delle tue insicurezze e della paura di farlo per la prima volta...ma non sarebbe stato un problema insormontabile. Alla fine è normale, no? Un pizzico di paura ce l'hanno tutti...ma Ryo...non avrei mai immaginato di ritrovarmi a metterti con le spalle al muro, rannicchiato e in preda al pianto. Ho pianto tante volte per te, ma mai avrei desiderato che a te succedesse lo stesso.

-Buongiorno, amore mio.- La voce di Ryota è un ponte che mi riporta alla lucidità. Era ora che si svegliasse, probabilmente avrei continuato a tormentarmi con pensieri negativi ancora a lungo se...come mi ha chiamato?!

-Buongiorno.- Balbetto. Sembra di buon umore oggi.

-Vieni qui.- Dice, stiracchiandosi e invitandomi ad accucciarmi accanto a lui. Torno a distendermi e poggio la testa su suo petto -Hai dormito bene?-

-Sì.- Mento. In realtà ho sognato tutta la notte il senpai in lacrime, uno spettacolo straziante.

-Anche io.- Risponde. Sta sorridendo, il che mi fa sorridere di riflesso -Mi sentivo al sicuro sapendo che eri con me.-

-Allora posso dormire con te quando vuoi.-

-Lo voglio sempre.-

Restiamo in silenzio a riposare ancora un po'. Sembra proprio che siamo diventati una coppia. Una parte di me è così felice che vorrebbe esplodere e gridare di gioia, un'altra è preoccupata per quanto è accaduto ieri durante la nostra quasi-copula.

-Ti va se andiamo da qualche parte? Non abbiamo impegni, oggi.- Propone.

-Mh, ok.- Rispondo -Dove?-

-Mi piacerebbe andare in libreria con te. Mi piacerebbe andare ovunque con te.- Aggiunge. Ho un brivido di emozione lungo la schiena e le farfalle nello stomaco tornano a impazzire, è tutto così perfetto da aver superato anche le mie fantasie.

-Possiamo fare la doccia insieme.- Propone Ryota, mentre mi avvio in bagno con accappatoio al seguito -Non credo che ti imbarazzi...vero?-

Be', considerato che stavamo per darci dentro, ieri sera, forse il problema imbarazzo è storia vecchia. Non credo ci sia qualcosa di più imbarazzante che far piangere il proprio partner a letto, no? Faccio cenno di sì con la testa.

-Se te la senti, però.- Aggiungo, iniziando a spogliarmi e ad aprire l'acqua. Non mi aspetto niente di diverso da una semplice doccia, magari con una punta di romanticismo, ma tutto qui. Dopo ieri, non so quanto passerà prima di poter riprendere da dove abbiamo interrotto.

Ci infiliamo in doccia e mi stupisco per quanto Ryo sia audace nel baciarmi il collo e abbracciarmi, lavandomi la schiena con la spugna e poi anche i capelli. Sembra quasi che voglia farsi perdonare...sì, è senza dubbio così, ma non ce n'è bisogno. Non ce l'ho con lui per ieri sera, alla fine è soltanto una vittima.

-Lavami anche tu la schiena.- Dice, porgendomi la spugna.

-Sei sicuro, senpai?- Chiedo, sollevando un sopracciglio.

-Te lo sto chiedendo io. Forza.-

Annuisco e passo delicatamente la spugna insaponata dietro la sua schiena perfetta, scalfita da alcuni segni, forse dovuti agli allenamenti di karate. Osservando il suo corpo così da vicino, mi rendo conto che non sono localizzate solo dietro la schiena; sono cicatrici vecchie, ormai visibili solo in controluce.

-Sei pieno di sfregi.- Sussurro, trovando il coraggio di sfiorarli piano -Te li sei fatti in palestra?-

-Alcuni.- Replica, afferrando la mia mano e indicando circa due o tre cicatrici -Il resto...mi brucia ancora nell'anima.-

Mi mordo il labbro e decido di abbracciarlo per non indagare oltre.

-Voglio curarle.- Dico, poggiando il mento sulla sua spalla -Voglio curare le cicatrici della tua anima.-

-Lo stai già facendo e nemmeno te ne rendi conto.- Sorride. Sono così felice che da quando ci siamo dichiarati i reciproci sentimenti sorrida così spesso.

Ci asciughiamo e ci rivestiamo in fretta, mangiando un boccone e preparandoci ad uscire. Andiamo in libreria e divoriamo un volume di storia medievale, ascoltando musica celtica con le mie cuffie da coniglio...proprio come il giorno del nostro primo incontro.

-Sai che avevo questa canzone come sveglia?- Dico, nel momento in cui le note di “heart of fire” risuonano attraverso gli auricolari. Stiamo ascoltando le canzoni dal suo cellulare, il mio non lo userò finché non avrò comprato una nuova sim.

-Sapevo che era la tua preferita. Mi faceva sentire come se fosse la tua voce a svegliarmi.- Spiego, arrossendo e tornando a gettare lo sguardo sulle pagine del libro.

-E io disegnavo continuamente tuoi ritratti.- Replica, sorridendo -Non sapevo spiegarmi perché, ma disegnarti mi faceva sentire in pace. Non avevo idea che mi piacessi, perché nessuno mi è mai piaciuto prima di te.-

Quei ritratti che ho trovato mentre cercavo dei farmaci per fargli scendere la febbre...erano tutte prove del suo amore, ed eravamo entrambi troppo cechi per capirlo.

-E quand'è che lo hai capito?- Chiedo, non senza imbarazzo. Ammetto di essere anche un po' stordito, stare qui a parlare d'amore col senpai Ryota è qualcosa che fino a ieri pomeriggio mi sembrava un sogno irrealizzabile, ed è successo tutto in fretta. Devo riprendermi da quest'overdose di felicità.

-Non so, è stato tutto graduale. Sono sempre stato imbranato con le persone, proprio come te. Questo non ci è stato di grande aiuto per accelerare i tempi.-

Sorrido e anche lui lo fa. Poi si guarda intorno e solleva il libro davanti alle nostre teste.

-Senpai!- Esclamo, quando mi rendo conto che mi sta baciando dolcemente sulle labbra -Senpai, siamo in libreria!- Farfuglio, una volta che si è staccato.

-Ho messo il libro per questo.- Spiega, leggermente confuso. Le sue guance si sono leggermente colorite, forse non si aspettava una reazione simile -Scusami se...-

-No...mi ha fatto piacere.- Mormoro e, mentre usciamo, gli afferro la mano -Vorrei mangiare delle patatine fritte.- Aggiungo e, per tutto il resto della passeggiata, continuiamo a camminare tenendoci per mano. Se la gente ci guarda e mormora? Sì. Ma non potrebbe fottermene di meno.

Continuo a vivere il mio sogno, mangiando patatine fritte e dividendole con l'uomo che amo, chiacchierando e ridendo allegramente come se non esistesse nulla di cui preoccuparsi, come se fossimo al sicuro da tutto, semplicemente stando insieme.

In serata cuciniamo qualcosa insieme e guardiamo un film, abitudine che avevamo perso durante il breve distacco che c'è stato tra noi; mi mancavano questi momenti.

-Vuoi dormire con me anche stanotte?-

-Sì.- Sussurro, spogliandomi per mettere il pigiama.

-Aspetta...Kota.- Dice, fermandomi la mano mentre raccatto i pantaloni da indossare.

-Cosa c'è?- Chiedo -Qualcosa non va?-

-C'è qualcosa che vorrei provare a fare stasera. Se a te va bene.-

Arrossisco -Cosa?-

Senza dire niente sospira e mi abbraccia da dietro, spingendo i miei boxer verso il basso.

-Senpai!- Esclamo, con il viso in fiamme -Non vorrai...-

-Ieri sera mi sembravi pronto.- Mormora, imbarazzato -Ma non intendo...non sono ancora pronto per quello.- Spiega, costernato -Però vorrei provare...in qualche modo, a dare piacere al mio compagno.-

Il suo compagno.

Il suo compagno.

Il suo compagno.

Le farfalle-uragano mi invadono lo stomaco e fanculo l'imbarazzo, che faccia di me quello che vuole.

Quello che accade subito dopo è completamente diverso da quello che ho sempre fatto da solo, da quando è iniziata l'adolescenza. Questa volta non è semplicemente uno sfogo, o un mero bisogno di piacere fisico...Ryota mi ama. Sta facendo questo per me perché mi ama. Per un istante mi sento infinitamente triste al pensiero di non poter fare altrettanto per lui, di avere le mani legate perché non è ancora pronto al contatto fisico, ma immediatamente ogni pensiero negativo è spazzato via dalle sensazioni indescrivibili che mi sta regalando.

-Ti amo, Kota.-

Quelle parole sono la goccia che fa traboccare il vaso. Le mano di Ryota mi sfiorano con un'abilità che mai gli avrei attribuito e, poco dopo, sono disteso a letto fra le sue braccia, esausto e carico di endorfine.

-Ti amo anche io.- Riesco a dire, ansimando. Mi accoccolo un po' di più vicino a lui. Domani mattina, probabilmente, non avrò nemmeno il coraggio di parlargli per quanto mi sento imbarazzato da quello che abbiamo fatto.

 

-Buongiorno.- Mormoro, svegliandomi con la spalla leggermente indolenzita, Kota ha dormito tutta la notte poggiandoci la testa. Non mi dispiace, preferisco che il corpo mi faccia male per questo, piuttosto che per l'eccessivo allenamento che facevo prima che trovassimo il coraggio di affrontare il nostro amore.

-Ehi.- Biascica, stiracchiandosi -Che ore sono?-

-Le sei.- Dico, guardando il display del cellulare -Manca mezz'ora alla sveglia, ma ormai tanto vale alzarsi.-

-Sì.- Risponde, avviandosi verso la cucina.

-Prepara anche per me.- Farfuglio, sbadigliando e preparandomi ad uscire dal caldo avvolgente delle coperte.

Ieri sera per la prima volta in vita mia ho masturbato un altro uomo. Sarebbe più corretto dire “un'altra persona” visto che non ho mai avuto contatti del genere con nessuno, nemmeno con le ragazze. Non avrei mai potuto farlo, se non a Kota. Con lui è tutto spontaneo, diverso, è stata una cosa che mi è venuta naturale, proprio come baciarlo, stringerlo a me, sorridere quando mi parla. No, non ho esagerato dicendo che lui mi ha salvato la vita.

Oggi ricomincia una nuova settimana di scuola. In verità avrei soltanto voglia di restare a casa con lui a poltrire, ma non mi va di fargli fare altre assenze oltre a quelle per malattia. Inoltre, anche io ho collezionato alcune assenze quando avevo la febbre.

Infilo la divisa e intanto mi chiedo come dovrei comportarmi a scuola adesso che ho un compagno. Certamente dovrei dire alle mie ammiratrici che sono impegnato e che non accetterò più lettere, regali e simili, non mi sembra corretto nei confronti di Kota.

-Vuoi tenermi per mano mentre andiamo a scuola?- Chiedo, aiutandolo a caricarsi lo zaino sulle spalle e sistemandogli la cravatta. Di solito non la indossa perché non è capace di annodarla, ma adesso ci sono io che posso aiutarlo in quello che non sa fare.

-Grazie.- Dice, dopo che ho stretto il nodo -Non preoccuparti per la mano. Non voglio che i compagni pensino male di te.-

-Non mi interessa dei compagni.- Rispondo, prendendogli la mano -Non sto facendo nulla di male. Ne abbiamo già parlato, quella volta in cui ti ho abbracciato. Sono anni che Kyojin e gli altri ti picchiano, non credo che vedere due persone tenersi per mano li sconvolga. Se così fosse, sono loro ad avere seri problemi, mi sa.-

Sorride -Va bene, allora. Comunque Kyojin non mi picchia più. Nessuno lo fa, ormai hanno paura di te.-

-E fanno bene!- Dico, fingendomi gradasso -Non sono il migliore del club di Karate per niente.-

Sono felice che la mia relazione con Kota sia così spontanea e naturale. Quando ho avuto delle fidanzatine, presto si stufavano di me proprio perché ero distaccato, freddo ed insensibile, al punto da non avere per loro nessuna delle premure che ho per lui. Stavolta è diverso; non è un legame forzato, ricercato per colmare un vuoto o perché “si fa così”. Kota è arrivato al momento giusto, quando non lo stavo cercando, eppure si è trasformato in tutto ciò di cui avevo ed ho ancora bisogno.

-Sono molto carini gli onigiri che hai preparato ieri.- Dico, prima di salutarci per andare nelle rispettive classi -Prima di pranzo cerco di comprarti qualcosa di buono da accompagnargli.-

-Grazie, Ryo.- Dice, facendo per voltarsi. Vorrei salutarlo con un bacio, ma mi trattengo e mi limito a pizzicargli una guancia. Com'è liscio e morbido! Mi viene da sorridere istintivamente e, per la prima volta dopo tanto tempo, mi reco in aula di umore sereno.

La calma del mio animo, tuttavia, si trasforma in tempesta non appena il mio sguardo si posa su di lui...Masashi, seduto al suo posto, con la solita faccia da culo e sempre circondato di gente. Cosa darei per picchiarlo fino a spaccargli le ossa e a fargli sputare sangue, cosa darei per metterlo in ginocchio e fargli pagare tutto quello che ha osato fare al mio Kota, al mio compagno. Ma devo dirglielo, non posso tenermelo dentro; me ne sbatto se anche gli altri sentiranno, Masashi deve sapere e capire che è il caso di mettersi da parte una volta per tutte, nel caso in cui il discorso di Kotaru non gli fosse bastato.

-Ehi.- Gracchio, trattenendo il fiume di insulti che ho sulla punta della lingua.

-Ryota, buongiorno.- Dice, con la sua solita e falsa gentilezza -Tutto bene?-

-Benissimo.- Dico, con un sorriso forzato -Volevo soltanto dirti che ho una relazione.-

-Ma è meraviglioso!- Si congratula. Quasi riesco a leggere la luce nei suoi occhi, di certo sta pensando che adesso la sua preda preferita sarà ferita e vulnerabile, pronta a cedere ai suoi attacchi -E chi tra le tante è la fortunata che hai scelto?-

-Kotaru Oda.- Rispondo, sventolando quel nome come fosse il mio trofeo.

Non risponde e di questo passo la mascella gli arriverà ai piedi. Si ricompone in fretta e furia e finge di essere felice per noi.

-Congratulazioni. Non sapevo che tu...cioè, con tutte le ragazze che ti corrono dietro.-

-Dovresti capire che non ci innamoriamo dei sessi, ma delle persone.- Spiego, semi-citando una frase che ho letto da qualche parte -Semplicemente, mi sono innamorato di Kota. Ricambia i miei sentimenti e adesso stiamo insieme, è così che funziona.-

-Bene.- Replica, ha lo sguardo stanco. Devo averlo messo K.O. -Sei un ragazzo fortunato.-

-Lo so.- Gli volto le spalle e mi siedo al mio posto. In qualche modo, mi sento come se avessi appena ottenuto una piccola vendetta...ma non è abbastanza. Questo è soltanto un assaggio, Masashi non la passerà liscia.

 

-Grazie di avermi preso questi fagottini di verdura.- Dico, tra un boccone e l'altro. Ryota ha mantenuto la promessa e, durante l'intervallo, mi ha comprato qualcosa di buono al bar della scuola da accompagnare agli onigiri.

-Non c'è di che.- Risponde. Mangiamo nel nostro solito angolo della mensa; le voci corrono in fretta e, da stamattina ad ora, tutta la scuola sa della nostra relazione. Non che prima la pensassero diversamente, ma erano solo sospetti...adesso, a quanto pare, deve essere troppo evidente.

-Ci guardano tutti.- Mormoro, leggermente in imbarazzo -Non mi fa impazzire l'idea di essere al centro dell'attenzione.-

-Credo sia colpa mia...- Sospira il senpai -Stamattina ho detto a Masashi che stiamo insieme. L'ho fatto in modo tale che capisca che non è più il caso di importunarti.-

-Senpai!- Lo rimprovero, stizzito -Non era necessario. Gli ho già parlato io, anche prima che tu mi dichiarassi i tuoi sentimenti.-

-Sentivo il bisogno di sottolineare il concetto. Scusa.-

-E anche lui, che testa di cazzo. Spifferarlo a destra e a manca.-

-Anche questo è colpa mia...ho parlato davanti agli altri compagni.-

-RYOTA.- Sbraito, arrossendo -Ma che diamine!-

-I pettegolezzi si esauriranno in breve.- Mi rassicura -Dai...non arrabbiarti con me.- Mi sorride e no, non ce la faccio ad incazzarmi con questo faccino da monello.

-Trova il modo di farti perdonare. Magari come ieri sera.- Scherzo, scoprendomi incredibilmente audace.

Ryo sembra sorpreso dalla mia affermazione e strabuzza gli occhi, ma dura un battito di ciglia; poco dopo sorride e mi bacia il dorso della mano.

-Quando sarà il momento...mi farò perdonare per tutto.-

Arrossisco violentemente, comprendendo l'allusione. Ho i battiti cardiaci accelerati ed immagini poco caste che si susseguono nel cervello; via, via!

Dopo pranzo ci salutiamo e torniamo in classe; sono al centro delle chiacchiere di tutti ma in fondo non mi dispiace. D'altra parte è una sensazione che ho già vissuto, quando tutti credevano che Ryo fosse il mio amante e che lo pagassi. Immagino cosa faranno quando sapranno che viviamo anche insieme...oh, già, forse quello lo sanno già da un pezzo.

Alla fine delle lezioni aspetto Ryota all'uscita di scuola...è in leggero ritardo e non ho modo di contattarlo. Sto per avviarmi e aspettarlo a casa quando Masashi mi compare accanto e mi saluta.

-Ehi, Kotaru.-

Uh? Adesso sono Kotaru? Qui qualcuno ha preso le distanze, pare.

-Ciao.- Rispondo -Tutto ok?-

-Sì, dai. Ho saputo di te e Ryota. Be', sono felice per te.- Dice, sembra sincero -Ho deciso che non ti darò più fastidio. I miei sentimenti per te non sono cambiati solo perché ora hai un compagno, ma mi piacerebbe esserti comunque amico.-

-Farebbe piacere anche a me.-

-Mi scuso per il pessimo comportamento che ho avuto. Sono stato molto immaturo.-

-Non preoccuparti, è storia vecchia.-

Masashi alza la mano per salutarmi quando, improvvisamente, le mani di Ryota compaiono strette contro il bavero della sua giacca.

-Non sono stato abbastanza chiaro stamattina?- Sibila, stringendo i denti e facendo per mollare un pugno in pieno viso a Masashi -Pezzo di merda, non ti è bastato quello che gli hai già fat...-

-BASTA!- Esclamo, agguantando il suo braccio e tirandolo verso di me -Sei impazzito? Non mi sembra il caso di essere violento!-

-Non posso tollerare la sua presenza!- Grida, parlandone come se non fosse presente.

-Calmati. Amore mio. Calmati.- Mormoro, sperando che il miele possa essere più efficace dell'aceto. Ryota obbedisce e rilassa il braccio.

-Avvicinati di nuovo.- Ruggisce -E giuro che ti faccio tornare a casa strisciando.-

Prendo Ryota per mano e lo strattono lontano. Sono furioso.

-Ora mi dici cosa cazzo ti è preso!- Sbraito, lasciandogli la mano non appena siamo lontani, per far capire quanto mi abbia stizzito -Non stava facendo niente. Stava solo parlando, ha detto che non ci proverà più con me.-

-Non mi fido di lui!- Esclama, è fuori di sé della rabbia -Ti prego, Kota. Non dar confidenza a gente del genere. Per favore.-

-Ryo, lui non farà più...-

-A PAROLE SI DICE QUALSIASI COSA!- Grida, inizia a spaventarmi -Non credergli. Evitalo se puoi...ti scongiuro. Ho intenzione di dargli una bella lezione quando avrò l'occasione. Fino ad allora, non farlo avvicinare.-

-Una bella lezione?- Sollevo un sopracciglio -Ehi. EHI.- Gli afferro il viso con le mani e lo avvicino al mio -Sveglia.- Dico -Siamo due ex vittime di bullismo. Ce ne hanno combinate di tutti i colori, sappiamo che cosa significa subire violenza. Adesso...sapendo questo, perché mai vorresti fare una cosa simile a un'altra persona?-

-Non è una persona.- Le sue mani si posano sulle mie -Quella merda stava per stuprarti.-

-Non lo ha fatto. Se avesse voluto, non avrei potuto fermarlo, debole come sono.-

-STAVA PER STU...-

-NO.- Gli bacio appassionatamente le labbra e lui ricambia il mio bacio -Non lo avrebbe fatto. Non devi aver paura di niente, nessuno può portarmi via da te.-

Sembra più calmo, spero che abbia rinunciato ai suoi propositi.

-Vorrei fare un bagno caldo con te, stasera.-

-Lo vorrei anche io.- Mormoro, riprendendo a camminare al suo fianco -Sei calmo?-

-Sì.- Farfuglia, ma il suo sguardo è strano...non l'ho mai visto in questo modo.

Per un istante, la prima persona ad avermi baciato e con cui ho quasi fatto l'amore, si è trasformata in una sorta di macchina per uccidere. Spero che sia stato soltanto un momento e che mai più si ripresenti in lui quel folle istinto...altrimenti, non so quanto a lungo potrei restargli accanto.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Hikari_F