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Autore: StClaire    29/11/2015    4 recensioni
Maisie è la classica ragazza di diciassette anni. La sua vita si divide tra scuola e amiche, compiti e feste, famiglia e compagni e il ragazzo dei suoi sogni. La sua vita scorre tranquilla come al solito fino a che non le viene imposto di lasciare la sua camera per ospitare la prima figlia del compagno della madre, che ha le fattezze di un bellissimo ragazzo. Maisie, dopo una bugia di troppo, si ritroverà a chiedere ad Alexis "Alex" di tenerle il gioco e farle da fidanzato.
Da quel momento, tra disguidi, baci e ambigue relazioni, inizia per Maisie un'avventura che le scombussolerà più di quanto lei avrebbe mai potuto sospettare.
Dal testo:
«Devo chiederti scusa!», urlò Maisie improvvisamente.
Lei si girò «Scusa per cosa?», chiese Alexis curiosa, fermandosi sul vialetto di casa.
«Anch’io quando ci siamo scontrate all’aeroporto ti ho scambiato per un ragazzo!» disse Maisie tutto in un fiato.
«L’avevo capito», sorrise, e le fossette spuntarono insieme al sorriso, «Beh, almeno ti piacevo?»
La domanda spiazzò Maisie, ma la risposta usci da sola.
«Si!», forse lo disse con troppo entusiasmo, perché lei rise.
«Questo è l’importante», disse avviandosi verso casa.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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Capitolo 15

-Ruins-

 
 
 
 

Era un bel locale, forse fatto per gente più grande di loro. Ma al momento se ne sbatteva. Si sedettero a un tavolino appartato e ordinarono due Martini.
«Devo chiederti una cosa…» esordì Alexis appena il cameriere si fu allontanato.
Jody annuì, invitandola a continuare.
Alexis fece un sorso del suo Martini. Era dolcissimo.
Jody le dedicò un timido sorriso.
«Cosa volevi chiedermi?»
Alexis sospirò.
«Chi è Amber?»

*


Alexis guardò bene Jody, forse per la prima volta. Era così diversa da Maisie. Gli occhi pesantemente truccati le sembravano fittizzi. Era priva di quell’innocenza e dell’ingenuità che caratterizzavano fortemente Maisie. Spesso si era domandata come fossero diventate così amiche, ma a volte, a certe cose non c’era spiegazione.
«Amber?» ripeté con voce incerta Jody.
Alexis notò l’espressione di Jody guizzare da un lato all’altro e capì di aver toccato il punto giusto «…È biondina, credo abbia la vostra età, gironzola intorno a Maisie…».
Alexis notò che Jody tentennava, sorseggiando il suo Martini. La guardò a lungo.
«È una ragazza della nostra scuola. Credo che Maisie la conosca da non più di un mesetto, anche meno. Perché me lo chiedi?»
Alexis sospirò. Sì sentiva terribilmente stupida, ma non sapeva il perché.
«Ultimamente è sempre con lei, e non sarebbe neanche un problema, ma Maisie mi ha mentito, proprio a proposito di questa ragazza, ma immagino che tu sappia tutta la storia, no?» Alexis notò l’espressione confusa di Jody, e seppe con certezza, che era per la strada giusta.
«Sì…» ammise Jody, giocarellando con l’oliva del suo drink.
«Solo che oggi…» Alexis si prese un attimo.
«Solo che?» Jody l’invitò a continuare.
«Solo che Maisie non sa che io l’ho vista in quel cazzo di bar con quella ragazza».
Jody sgranò gli occhi.
«I-io non so…»
«È lesbica?» domandò fulminea.
Jody tentennò un attimo.
«Jody?»
«Sì, e se per questo credo anche che abbia puntato Maisie» rispose, bevendo un lungo sorso di Martini.
Alexis scosse il capo.
«Lo sapevo…» si passò le mani tra i capelli. La testa le scoppiava. Si sentiva una perfetta idiota. Lo sapeva. Non c’era bisogno di andare a disturbare Jody, per farsi dire cose che già sapeva.
«Tu le vuoi bene? A Maisie intendo…»
Alexis alzò di scatto la testa.
«Certo».
Le metteva sempre soggezione parlare di cosa provava. Ogni volta le uscivano sempre monosillabiche risposte.
«Ah» Jody inspirò profondamente «Non è che si capisce eh! Detto sinceramente…»
«Come, scusa?» Alexis sperava di non aver capito bene.
«Scusami eh, Alex. Sei piombata improvvisamente qui, per chiedermi se Maisie ti tradisce? Ma stiamo scherzando?»
Alexis si sentì impallidire, non aveva mai visto Jody così arrabbiata. Di cosa stava parlando?
«Cosa ti fa pensare che io non voglia bene a Maisie?» mormorò.
«Il fatto che te ne vai in giro a baciare la tua ex? Hai idea di come l’abbia fatta sentire?» Jody si pentì quasi subito di essere scoppiata e averle detto tutto. Era una decisione che spettava a Maisie. Ma non ce la faceva. Vedeva Maisie soffrire e Alexis impazzire. Qualcuno doveva pure dare una smossa.
Alexis, dal canto suo, sentì il fiato mancare.
«Come fa Maisie a sapere di…» balbettò.
«Di Emma? Del bacio? È colpa mia, mi dispiace. Vi ho visto al centro commerciale, quella volta. Era mio dovere dirglielo Alex. Mi sei simpatica, ma non ammetto che la mia amica venga presa in giro…» Jody continuò, interrompendo ogni possibilità di contro-risposta di Alex «Si, so cosa vuoi dirmi!»
Alexis ammutolì all’istante.
«L’hai rifiutata, lo so» Jody continuò «E lo sa anche Maisie. È stata la seconda cosa che le ho subito detto. È solo che…»
«Che si è sentita tradita?» concluse Alexis per lei.
Jody annuì.
«Io mi sono sentita uno schifo!» esplose Alexis, alcune persone sedute al tavolo vicine si girarono, ma loro le ignorarono «Hai idea di come mi senta adesso? L’ho appena lasciata dicendole che non avevo niente da dirle! Sa che ho mentito!»
Aveva il cuore che batteva a mille. Ma non era quell’accelerazione che avvertiva quando era con Maisie. No, questo era panico puro. Aveva paura di aver rovinato tutto.
Sentiva lo sguardo di Jody addosso.
«Allora torna da lei e dille tutto. Non pensare ad Amber. Che ti frega di quella! Maisie non è mica così frivola da farsi abbindolare! Ha rotto il cazzo per mesi con “Alex di qua, Alexis di là”!»
Alexis si lasciò scappare sorriso amaro. Sembrava passata un’eternità da quando le aveva retto quello stupido gioco al festival.
«Senti…» Jody si fece improvvisamente seria «Non so che hai visto in quel bar, e non voglio saperlo, io so solo che Maisie sta passando un periodo particolare. È terrorizzata all’idea di perderti, o di perdere la sua famiglia… Ti vuole bene, e tu lo sai. Se ha fatto qualche sciocchezza, l’ha fatto in buona fede, lo sai anche tu che è idiota in campo di relazioni, è ingenua e quindi qualsiasi persona, anche una stupida come Amber, ne saprebbe approfittare».
Alexis annuì. Jody non era solo eyeliner e frivolezza. C’era della sostanza sotto i quintali di trucco che usava. Aveva ragione.
«Hai ragione…» mormorò.
«Ovvio che ho ragione!» esclamò Jody finendo il suo Martini «Io ho sempre ragione.»
Alexis accennò un sorriso.
«Immagino che questa conversazione non ci sia mai stata» disse Jody.
Alexis alzò le spalle.
«Non ti chiederò di mentire a Maisie. È una decisione che spetta a te» rispose Alexis massaggiandosi le tempie. Le faceva male la testa e sentiva la gola in fiamme per quanto aveva urlato con Paddy. Sperava che non si fosse sentito niente.
«Preferisco che non sappia niente, di questa sera. Non dovevo dirti io di Emma, mi è sfuggito, ma non mi pento. Cocciute come siete sareste finite male!»
Alexis alzò lo sguardo verso Jody e la ragazza le sorrise, forse il primo sorriso sincero che le vedeva nascere in volto.
«Grazie Jody» disse semplicemente Alexis.
«Figurati» rispose Jody allungandosi a prendere il drink praticamente intatto di Alexis «Ma la prossima volta che la farai soffrire, non ti parerò il culo. Sappilo.»
Alexis rise.
«Spero che non ci sarà una “prossima volta”».
Jody sorrise.
«Ottimo».
 
*
 
La mattina seguente Maisie non aveva alcuna forza di alzarsi e affrontare la giornata. Aveva paura di incrociare lo sguardo triste di sua madre, e non voleva incontrare lo sguardo arrabbiato e bugiardo di Alexis. Si sentiva arrabbiata. L’aveva ferita. Non era mai stata arrabbiata con Alexis. Ma il giorno precedente Alexis aveva superato il limite.
Scese svogliatamente le scale, con ancora il pigiama addosso. Si sentiva un vero schifo.
«Buongiorno cara» la salutò sua madre con un dolce sorriso.
«Mmmh» borbottò Maisie per risposta lasciandosi cadere sulla sedia. Aveva freddo, ma almeno sua madre aveva il solito sorriso stampato in faccia.
«Che c’è?» le domandò sua madre.
«Ho freddo» rispose semplicemente Maisie, allungandosi a prendere la brocca del latte caldo.
«Freddo?» esclamò sua madre «Ma se ci sono i riscaldamenti al massimo!»
Improvvisamente, Alexis si materializzò sotto l’arco che portava dall’ingresso alla cucina. Si fermò di botto, guardò prima sua madre e poi lei, e poi si voltò andandosene.
Maisie tacque, concentrandosi sulla sua tazza per non piangere. Si sentiva avvampare. Alexis la stava spudoratamente evitando. Adesso sì, che si sentiva veramente male.
«Ma avete litigato?» domandò Cate.
«Credo che oggi starò a casa. Non mi sento molto bene…» mormorò a sua madre evitando accuratamente di rispondere.
Cate annuì, senza staccarle gli occhi da dosso.
«Vai a riposarti, a letto, su!»
Ma prima che Maisie potesse alzarsi, qualcuno bussò alla porta. Paddy che era all’ingresso, andò ad aprire.
«Paddy!»
Maisie si voltò verso la voce.
«Jody?» domandò.
«Saaalve!» esclamarono Jody e Mia, una volta entrate.
Le sue amiche si fiondarono in cucina sedendosi affianco a Maisie.
«Ragazze! Che ci fate qui? Dovreste essere a scuola!» le rimproverò Cate.
«Signora!» esclamò Mia addentando un biscotto «Ma oggi è assemblea alla prima ora! Possiamo andare più tardi!»
Jody annuì.
«Ma io ho la febbre…» rispose vagamente Maisie.
Mia e Jody si girarono di scatto a guardarla.
«La febbre?»
Maisie annuì, quasi imbarazzata.
Jody alzò le spalle.
«Oggi abbiamo il compito d’inglese!» esclamò Jody «Come farai?».
Maisie alzò gli occhi al cielo. Era vero. La sua insegnante non glielo avrebbe mai fatto recuperare. E un “non classificato” era l’ultima cosa che le serviva.
«Vado a prepararmi…» borbottò «Venite con me?»
Salirono le scale, per poi andare in camera sua. Maisie iniziò a cercare gli abiti più pesanti che avesse.
«Com’è possibile che tua sorella abbia un arsenale di trucchi più dotato del tuo? Ed è anche più piccola!»
«Ma molto più vanitosa!» ribatté stanca Maisie.
Mia andò a chiudere la porta.
«Allora? Novità?» domandò Jody.
Maisie pensò un attimo. C’erano novità? No, affatto.
«No…»
«Come no?» la interruppe Jody.
«No, a parte che…»
«A parte che?» domandarono all’unisono Mia e Jody, quest’ultima con il mascara a mezz’aria.
«Stamattina ha accuratamente saltato la colazione per evitarmi….» concluse Maisie confusa.
«In che senso?» domandò Mia.
«Ieri mi ha detto che ero paranoica ed evasiva, e stamattina è arrivata in cucina, ha guardato me e mia madre e niente, se n’è andata.»
Maisie si sedette sul letto sospirando.
«E adesso dov’è?» le domandò Jody riponendo il trucco.
«Alexis? In accademia, credo».
«Ah, in accademia…» mormorò Jody «Non hai paura che incontri Emma?»
«Certo…» disse Maisie lisciando le pieghe del letto «La odio! Se non fosse stato per lei, adesso non sarei in questa condizione!»
Maisie non pensava di poter arrivare a odiare una persona che non conosceva neanche, ma era anche colpa di Alexis.
«Io so per certo che c’è stato qualcosa, e lo sapete anche voi!» continuò Maisie «Perché non me l’ha detto?».
«Maisie! Sii seria!» sbottò Mia.
Maisie strabuzzò gli occhi.
«Io sono serissima!» ribatté.
«No che non lo sei!» esclamò la sua amica alzandosi in piedi «Regola numero uno di un rapporto felice: mai parlare delle relazioni precedenti!» strillò alzando l’indice.
«Io non ho avuto relazioni precedenti!»
Mia si schiaffò una mano in fronte.
«Assurdo…» borbottò ritornando a sedere.
«Quello che intende dire Mia» riprese Jody «È che Alexis aveva i suoi grandissimi motivi per non dirlo. Che avrebbe dovuto dirti? “Ciao Maisie, tu mi piaci, ma devo dirti che dieci secondi prima di te stavo con un’altra, e a Washington ancora un’altra, e a sedici anni ancora un’altra…!” e così via!».
«Così tante?» mormorò Maisie sentendosi sempre più piccola.
Jody alzò gli occhi al cielo.
«Ti prego dammi la forza…» mormorò, sembrava incredula «Maisie, non ho idea con chi sia stata Alexis, ma ti stai focalizzando su una sciocchezza. Se non ci fosse stata Emma, ci sarebbe stata qualcun’altra, magari a casa sua, a Washington! Vuoi continuare a farti le pippe mentali per tutto ciò?».
Maisie la guardò ascoltandola.
«Io c’ero quel giorno al centro commerciale, e credimi, quel bacio per Alexis non ha significato niente!» continuò Jody «Se vuoi sapere davvero qualcosa, non aspettarti che lo faccia lei. Per com’è fatta, a lei non interessa, quindi non te lo dice. E soprattutto non vuole farti soffrire. Quindi smettila di piangerti addosso e chiediglielo!».
«Ma fino ad adesso ha sempre mentito!» sbottò Maisie.
«Ma fino ad adesso lei non aveva la certezza che tu lo sapessi! Voleva risparmiarti un colpo inutile! Sono certa che se tu l’affrontassi, lei confesserebbe tutto».
Maisie ripensò alle parole delle sue amiche e dovette infine ammettere che non avevano mica tutti i torti.
Sospirò, guardando fuori dalla finestra.
Magari, come avevano detto Jody e Mia, avrebbe potuto affrontarla.


*
 
Alla fine, l’insegnate di Inglese non era venuta, anche lei malata. Maisie dovette ricorrere a tutto il self-control per non dare in escandescenze, quando glielo avevano riferito. Avrebbe potuto passare tutta la mattinata al letto, al caldo del suo piumone, con il benestare di sua madre e invece no, era andata a scuola per un compito che alla fine non c’era stato. Si sentiva la testa ovattata ed era stanca, ma almeno la giornata era finita.
«Vuoi che ti accompagniamo a casa? Non vorrei saperti svenuta da qualche parte in giro per la città…» disse Jody «Sei bianca cadaverica!»
Maisie abbozzò un sorriso.
«Credo di riuscire ad arrivare a casa!» rispose mentre varcavano il portone d’ingresso.
«Ciao ragazze!»
Amber arrivò scuotendo la sua chioma di capelli biondi.
«Ciao cosa…» borbottò Jody con tono astioso.
Maisie la fulminò con lo sguardo.
«Ehm…» Maisie tossì in imbarazzo «…Ciao Amber».
Amber accennò un sorriso, ma si era accorta del tono poco amichevole di Jody e delle occhiatacce di Mia.
«Tutto bene?» domandò la ragazza.
Ma prima che Maisie potesse rispondere, le facce sconvolte e spaventate di Mia e Jody la portarono a voltarsi.
Alexis, con un’espressione tutt’altro che felice, era proprio dietro di lei. E sembrava molto contrariata.
Non disse una parola, dedicò un’occhiataccia ad Amber, che impallidì, e afferrò Maisie per un braccio e iniziò a trascinarla lontana dal gruppo.
«Alex, ma che diavolo ti prende?» esclamò Maisie cercando di liberarsi dalla sua presa.
«Che mi prende?» sbottò Alexis lasciando il braccio di Maisie una volta allontanatesi dal gruppo «Cosa succede a te! Si può sapere perché quella ragazza ti gira sempre intorno?».
Maisie la guardò allibita. Non aveva mai visto Alexis così arrabbiata.
«È una mia amica! Proprio come Jody e Mia! Mi sembra che all’inizio non ti piacessero neanche loro, ma non le conoscevi!».
«È vero, ma Jody e Mia non ti guardavano con gli occhi a cuoricino!» sbottò Alexis ad alta voce.
«Stai scherzando vero? Amber non mi guarda con gli occhi a cuoricino!» esclamò Maisie.
Alexis la guardò incrociando le braccia.
«Ah, no?» domandò in tono sarcastico «Vogliamo parlare di come ti si attaccava addosso in quel bar ieri?».
Maisie sgranò gli occhi.
«C-che ne sai?» borbottò Maisie. Era sconvolta.
«Io? Io non so niente! Perché c’è qualcos’altro che devo sapere, oltre al fatto che Amber ci prova con te?» sibilò Alexis.
«Amber non ci prova con me! Se proprio lo vuoi sapere sai perché stiamo così tanto insieme? Perché abbiamo lo stesso problema! Anche tra loro c’è un’altra persona!» scoppiò Maisie.
Alexis sgranò gli occhi.
«Maisie, non c’è nessuno. Io non ho nessuno, a parte te» mormorò dopo un minuto di silenzio Alexis.
Maisie rimase in silenzio. Quelle parole avevano un suono così malinconico.
«Vorrei parlarti…» sussurrò Alexis.
Maisie alzò lo sguardo.
«Di cosa?» domandò.
«Lo sai benissimo di cosa dobbiamo parlare…»
Era vero. Lo sapeva, ma sola idea le faceva venire da piangere, ma cercò di non farlo. Era stufa di piangere.
«Maisie…» esordì Alexis, avvicinandosi, ma Maisie alzò una mano per fermarla.
«Non so se lo voglio sapere ancora» mormorò. Si sentiva così triste.
Alexis impallidì.
«Maisie, mi dispiace… avrei dovuto dirtelo prima, lo so, ma non sapevo come l’avresti presa» si affrettò a dire Alexis.
Maisie alzò di scatto la testa.
«Come pensi che avrei dovuto prenderla?» Era allibita.
«Maisie, è successo tutto prima…»
«Non m’interessa!» urlò Maisie interrompendola.
«Sto provando a spiegarti come stanno le cose!» scoppiò Alexis «Io e te neanche ci parlavamo!»
«Non voglio sapere nulla!» sbraitò Maisie «Ho accettato il fatto che tu non abbia voluto parlarmene prima, accetta il fatto che io non ne voglia parlare adesso!»
Maisie si pentì quasi subito del tono che aveva usato. Alexis aveva confessato e adesso la stava guardando e per la prima volta le sembrava più che dispiaciuta. Sembrava che avesse quasi paura, paura di aver sbagliato. Il cuore di Maisie si strinse in una morsa ferrea. Avrebbe voluto correre da lei, abbracciarla, baciarla e raccontarle tutto, dei suoi dubbi e delle sue paure.
Alexis incatenò i suoi occhi a quelli di Maisie.
«Io te ne voglio parlare. Non adesso, come vuoi tu…» disse alzando le mani a mo’ di resa «Ho già sbagliato una volta, nascondendoti qualcosa che per me non vale niente, credimi. Non voglio farlo di nuovo».
Maisie sentiva che non avrebbe retto ancora. Cercò di dire qualcosa, ma le uscì solo un profondo sospiro.
«Voglio andare a casa…» disse semplicemente.
Alexis annuì facendosi da parte, per lasciarla passare.
Maisie iniziò a camminare lentamente. Aveva la testa bombardata dai dubbi. Da un lato avrebbe voluto avere la forza di ascoltare ciò che Alexis aveva da dire, senza sentirsi ferita o altro, dall’altro… niente. Aveva paura.
Alexis stava camminando dietro di lei, in silenzio. Maisie sentiva il rumore dei suoi passi. Avrebbe voluto girarsi e correre da lei, ma non aveva la forza. Avrebbe preferito non capire mai di Emma e Alexis, anche se era stato proprio quando le aveva viste insieme, che aveva capito che Alexis le piaceva. Sospirò.
«Maisie?»
La voce di Alexis era bassa, ma Maisie la ignorò continuando a camminare.
«Maisie vuoi ignorarmi per il resto della giornata?» le domandò Alexis.
Maisie si voltò continuando a camminare, Alexis era a una decina di passi dietro di lei.
«Come hai fatto tu questa mattina?» domandò.
Alexis si fermò.
«C’era tua madre!» sibilò Alexis.
«Non hai detto neanche “buongiorno!”» sbottò Maisie riprendendo a camminare velocemente.
«Maisie!» Alexis la chiamò.
Maisie in tutta risposta incalzò il passo e sentì Alexis imprecare.
Continuarono così per tutto il tragitto.
«Maisie! Adesso basta!»
Era quasi arrivata alla fine del vialetto privato nel quale abitava, che Alexis le diede un forte strattone che la portò a fare un paio di passi all’indietro, sbattendo contro lei.
«Se continui a correre così a cazzo vai a finire sotto una macchina» le disse, senza lasciarla andare.
«Lasciami andare» disse Maisie tentando di asciugarsi le lacrime.
Alexis mollò la presa, lentamente. Maisie si voltò, alzando lo sguardo. Il cielo era grigio, anzi, era argenteo. C’era qualcosa nelle nuvole, quel giorno, che Maisie non aveva mai notato prima. Forse era la fioca luce che filtrava che dava questa sensazione di racchiuso. Inspirò profondamente prima di trovare il coraggio di guardare Alexis. Stava pensando che forse avrebbe dovuto ascoltare ciò che lei aveva da dire, prima di correre ai ripari dal nulla. In effetti, anche Jody aveva detto che in fondo, il peggio era passato. Alexis aveva rifiutato il bacio di Emma. Il problema era che a Maisie mancavano i pezzi per capire quel gesto. C’era stato qualcosa tra Emma e Alexis, e lei voleva saperlo. Sentiva di dover sapere.
«Ehi» Alexis la guardò. Come al suo solito era in total black. Le uniche cose che aveva visto colorate su Alexis erano un paio delle sue t-shirt sformate.
«Ciao» mormorò Maisie. Non sapeva che dire.
«Posso dirlo?» le domandò Alexis.
«Che cosa?» rispose Maisie confusa.
Aveva freddo, e in quel momento non c’era anima viva in quel viale. Non filtrava un solo raggio di sole.
«Che mi dispiace» rispose Alexis.
Maisie sospirò. Era stufa di tutte quelle scuse.
«Ti dispiace? Di cosa?» sbottò Maisie.
«Maisie! Cazzo, sto provando a spiegarti delle cose!» sbraitò Alexis «Prima dici che le vuoi sapere, poi quando cazzo sto per farlo tu mi tratti uno schifo!»
«Che c’è da sapere? Fino ad adesso hai sempre detto che erano solo delle paranoie adolescenziali! Non hai detto così?» strillò Maisie «Tanto già lo so! Già lo so da un pezzo di te ed Emma!» continuò alzando la voce.
«Che significa?» domandò Alexis, ma prima che Maisie potesse rispondere, lei riprese «Anzi no, senti, non m’interessa» sbottò alzando le mani «Quello che m’interessa in questo momento, quello che voglio farti capire, è che con Emma è finita. Finita ancora prima di cominciare, non è neanche mai iniziata! Ho messo in chiaro da subito le cose con lei dopo quella sera in accademia, dopo che io ti ho baciata!» Alexis fece una pausa «Vuoi sapere come sono andate le cose? È andata che mi sono trasferita qua, all’improvviso, perché quello stronzo di mio padre si deve sposare! E dopo avermi abbandonato all’età di tredici anni se n’è uscito che IO gli dovevo almeno questo. Venire qui, in questo posto sperduto del cazzo! E mi sentivo sola!» sbraitò Alexis «E all’inizio sai chi ho incontrato?»
«Emma?» mormorò Maisie con le lacrime fredde agli occhi. Non si aspettava una reazione del genere, così forte.
«No, ho incontrato te» sussurrò Alexis «E in quel momento ho capito che ero fottuta! Completamente fottuta!» sbottò.
Alexis si passò le mani tra i capelli. Alcuni ciuffi di capelli erano sfuggiti alla sua coda.
«È vero, con Emma c’è stato qualcosa…» mormorò «Ma non è stato niente di, come dire, sentimentale…» concluse Alexis. Sembrava in imbarazzo.
Maisie la guardò.
«Sentimentale? Vuol dire che…» Maisie non era sicura di voler sapere esattamente cosa intendesse Alexis.
«Vuol dire quello che vuol dire, lascia perdere questa storia.» disse Alexis evitando di guardare Maisie negli occhi. Alexis si morse il labbro, sembrava che stesse facendo un grande sforzo per dire quello che stava per dire.
«Mi dispiace. Per tutto. Per averti creato tutti questi dubbi. Da quando è iniziato tutto, non ho fatto altro che incasinarti la vita» Alexis prese tra le mani il viso di Maisie, che stava ardentemente combattendo per non scoppiare a piangere, ma improvvisamente vicino ad Alexis, il tempo non le sembrava più così freddo.
«La verità è che tutto più bello da quando ci sei tu» confessò Alexis sorridendole «La prima volta che ti ho visto, non avrei mai immaginato che saresti diventata così importante per me. Non avevo idea che saresti diventata essenziale, che mi avresti resa felice solo sorridendomi. Sei vitale per me, Maisie. Mi dispiace non avertelo detto prima. Dovrei dirtelo ogni giorno, ogni momento. Sono così stufa di guardarti da lontano».
Alexis la guardò negli occhi, Maisie se li sentiva lucidi e pieni di lacrime.
«Stai tremando» sussurrò Alexis con tono preoccupato.
«Credo di avere la febbre» mormorò Maisie asciugandosi le lacrime.
«Ah. E io che credevo che fossero stata la mia dichiarazione romantica a farti emozionare»
«Idiota…» sbottò Maisie, senza però riuscire a nascondere una risatina.
Alexis l’abbracciò, stringendola forte.
«Scusa» mormorò Maisie, ricambiando l’abbraccio. Sembrava passata una vita dall’ultima volta che si erano abbracciate.
«Shhh» l’ammonì Alexis «Sono io che devo chiederti scusa.» disse, dandole un bacio sui capelli «Mi perdoni?» le domandò guardandola negli occhi.
Maisie annuì sorridendo. Sentiva come se si fosse svegliata da un brutto incubo.
Alexis si abbassò e la baciò. Era il bacio più bello che Maisie avesse ricevuto, condito dal sapore salato delle sue lacrime. Le parole di Alexis l’avevano emozionata a tal punto che non si era neanche accorta di star piangendo, ma nonostante tutto, Maisie cercava le labbra di Alexis e viceversa. Erano pochi i momenti ai quali potevano concedersi e in quel momento, erano da sole, nel viale di casa. Maisie sentiva il muro duro e freddo dietro la sua schiena, ma non le importava. Era tra le braccia di Alexis, ed era felice.
«Non pensavo di baciare così male…» scherzò Alexis vedendo il viso di Maisie rigato dalle lacrime.
«Idiota» sbottò Maisie, abbracciandola e nascondendo il viso contro il suo petto. Alexis le diede un dolce bacio sui capelli.
«Andiamo a casa?» le domandò Alexis.
Maisie annuì.
«Possiamo andare insieme o devo seguirti a distanza come un maniaco sessuale come prima?»
«Sei proprio idiota!» sbottò Maisie dandole un pugno sul braccio, ma con il sorriso sulle labbra e intrecciando le sue dita a quelle di Alexis.
Anche se per un brevissimo tratto, a Maisie piacque tantissimo tornare a casa mano nella mano con Alexis.
Sperava che presto sarebbe potuta diventare la normalità e non l’eccezione.

 
Hello!
Eccomi qui! Con il quindicesimo capitolo! Sono emozionata! Non pensavo di arrivare a tanto. Cioè, più o meno ho delineato in testa tutta la storia, ma giusto per grandi linee! Mi sto apllaudendo da sola!
Allora, che dire, spero come al solito che questo capitolo vi sia piaciuto! Spero la prossima volta di continuare ad aggionrare il venerdì, ma questo fine settimana è stato impossibile, però eccomi qui! La domenica, un giorno insolito! In questo capitolo un po' la situazione si è camata, ma ci sono ancora dei problemini da risolvere! E ovviamente, visto che questo è stato definito "il più grande lesbodramma di EFP" (hauhauahauahauhauahauahauhauahuahua adoro questo fatto!) ce ne sono altri in arrivo! E soprattutto arriverà uno pseudo/nuovo personaggio! Ma non vi anticipo niente più! 
Vi ringrazio come sempre per tutto l'interesse che mostrate per questa storia! Sono seria quando dico che non pensavo sarei arrivata fin qui! Grazie a tutt*! Vi voglio bene!!!
Alla prossima!
Con affetto,
StClaire.

«Ma va tutto bene?» le domandò sua madre improvvisamente.
Maisie alzò lo sguardo dai suoi compiti.
«Sì» annuì sorridendo. Una volta tanto che le cose andavano bene! «Perchè me lo chiedi?»
Sua madre la guardò per un attimo.
«Perchè stamattina ho incontrato Mary, e niente...» sua madre fece una pausa «...mi ha detto che l'altro giorno ha sentito te e Alexis litigare qui fuori. Quindi mi chiedevo se fosse tutto ok. È da un po' che vi vedo strane!» disse abbozzando un sorriso.
Maisie si sentì gelare. Mary era una signora che abitava nel loro stesso viale, qualche casa più in là, verso la strada principale. I ricordi le si affiacciarono agli occhi. Se Mary le aveva viste litigare, probabilmente le aveva viste anche baciarsi. Aprì la bocca per dire qualcosa, ma la richiuse subito. Che avrebbe dovuto dirle?

 

  
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