Kagome lo aveva condotto nella capanna di Rin. Con la sua piccola donna in braccio e piangente segui’ la nuora all’interno del piccolo abitacolo.
“Sesshomaru adesso penso sia meglio io vi dia un po’ di tempo per parlare, vado a controllare che quello scapestrato di mio marito non combini danni con i bambini delle elementari, se ti servisse aiuto sai dove venirmi a cercare”
Kagome rivolse uno sguardo amorevole e pieno di comprensione alla donna tra le braccia del demone.. “questo vale anche per te Rin, e smetti di piangere e goditi il momento. Sesshomaru e finalmente tornato e puoi smettere di struggerti per la sua man….”
A quello che segui’ il demone proprio non era preparato. La donna che teneva in braccio si scaglio’ contro la nuora per poi tapparle immediatamente la bocca e impedirle di continuare il suo assillante monologo…
“Ma che diavolo….”
“Quello che vuole dire Kagome padron sesshomaru e che io mi struggevo per la vostra…la vostra…si insomma la vostra mano!!!!!”
“Oddio deficiente che non sono altro…la vostra mano? Ma che stronzate vado a dire….e adesso come la giustifico questa…”
“la mia mano?”
“Che Intendi dire Rin, Spiegati”
“Bene, visto che avete gia’ cose da discutere io andrei…”
Rin rivolse uno sguardo pieno di panico all’amica. “Non dire sciocchezze Kagome resta..”
“ti prego amica mia leggimi nel pensiero o qualunque altra diavoleria da sacerdotessa tu riesca a fare e resta...aiutami a vanire fuori dal macello in cui mi sono cacciata!”
“No tesoro non vorrei essere di troppo, e poi sai anche tu che Inuyasha non e molto portato a trattare con i bambini piccoli, a dirti il vero sarei sorpresa di non trovarli in lacrime o la classe a fuoco. Comunque io vado, voi due….buona chiacchierata.”
“porca di una…no! sii educata Rin, niente parolacce. Non ora che LUI e’ finalmente tornato”
Con sguardo divertito Kagome si congedo’ e lascio’ i due finalmente a parlare.
“Allora…? Che preoccupazioni avevi riguardo la mia mano?”
Rin era in piedi davanti al demone maggiore. Teneva lo sguardo basso, non aveva il coraggio di guardarlo negli occhi. Aveva una voglia assurda di LUI, di tornare tra le sue braccia e farsi cullare dal suo profumo e dal calore del suo corpo. Lo guardava di sottecchi di tanto in tanto, Dio come era bello! Era sempre stato cosi bello? Era forse il fatto che lei era bambina l’ultima volta che lo aveva visto ad averle impedito di accorgersi della sua disarmante bellezza?…d’un tratto comincio’ a sentire caldo, e un’altra sensazione aliena alla base dello stomaco..un formicolio sconosciuto.
“Oddio Rin ma che ti prende, adesso ti senti pure accaldata e ti viene il fiatone? Stai per fare la figura della stupida, calmati!”
Sesshomaru la guardava sempre piu allibito…era eccitazione quella che annusava nell’aria? “Ma che diavolo le prende…la sua bambina e’…..e’….NO, NO mi devo essere sbagliato. Ovvio che mi sono sbagliato lei e solo una bambina! Piccola, innocente e pura, e poi non sento piu’ nulla. Deve essere stato un errore. Probabilmente proveniva da un altro di quegli inutili umani.”
Irritato dal silenzio della donna prese la parola. “Rin e’ tanto che non ci vediamo, quindi puo’ darsi che tu ti sia dimenticata di quanto io odi ripetermi…rispondi, adesso”
“Eh? No, Cioe’ si, padron Sesshomaru, io, io non mi sono dimenticata. Non ho dimenticato nulla di voi..”
“Smettila con l’idiozia del padron Sesshomaru, non sei piu’ una bambina…ora rispondi”
Avrebbe voluto aggiungere che lui non era il suo padrone, ma qualcosa dentro lo aveva bloccato. Il suo animo demoniaco non era pienamente convinto del fatto che lei non fosse una sua proprieta’, sua e di nessun altro.
“ecco io..cioe’ io intendevo dire che si insomma…avendo voi sconfitto Naraku siete, siete il demone piu’ potente nelle terre dell’ovest…e si io insomma non vorrei che nessuno si avvicinasse a voi per, per avvantaggiarsi del vostro potere”
“Diamine non so proprio che pesci prendere. Ma che vado blaterando! Dio la perfezione del suo viso, dei suoi occhi…dei suoi lineamenti cosi’ fini e bellissimi, che pur stupendi e armoniosi quando sono rilassati sono capaci di incutere il terrore piu’nero su coloro che hanno la disgrazia di intralciare il suo cammino”
“Ma che diamine ti prende! Rin ti avviso sto cominciando a perdere la pazienza! Da quando in qua blateri cose senza senso e poi ti perdi a guardarmi con quella faccia da pesce lesso”
“porca …dio che vergogna, che vergogna!!”
“Io vi chiedo perdono padron Sesshomaru..cioe’ volevo dire…Sesshomaru, Sesshomaru! E’ che io non vi vedo da tanto e mi sono persa a osservare i cambiamenti del tempo sul vostro viso”
“stai forse cercando di insinuare che sono invecchiato?”
“EH???? No, No Assolutamente no…e che io, cioe’ voi sembrate, sembrate…”
Irritato dal suo continuo tergiversare Sesshomaru si avvicino alla donna e le prese una delle piccole mani nelle sue.
“Smettila di tergiversare, non sopporto che tu sembri avere paura di me!”
“No, Sesshomaru, voi non avete capito. Non e paura che percepite nel mio tono di voce, ma felicita’. Io, io ho aspettato cosi’ tanto il vostro ritorni, che non so come comportarmi in questo momento. E’ un misto di ansia e felicita’ “
Rin alzo’ lo sguardo e si tuffo’ in quelle iridi ambrate che sembravano volerle leggere dentro.
“Quello che Kagome stava tentando di dire prima…prima che io le saltassi addosso e’, e’ che voi mi siete mancato tantissimo. Io, lo so che voi queste cose le credete sciocchezze…ma io mi sento completa solo quando sono con voi.”
Sesshomaru la guardo’, la guardo’ profondamente, come se volesse leggerle nell’anima. Possibile che a lei fosse veramente mancato? Era lo stesso per lui? E per questo che in questi otto anni nonostante le innumerevoli distrazioni, il pensiero della piccola Rin non lo avessa mai abbandonato?