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Autore: piccolo_uragano_    01/12/2015    7 recensioni
“Perché ogni volta che c’è in giro Lord Voldemort facciamo figli io e te, Martha?”
Martha accennò un sorriso. “Perché ogni volta che io e te facciamo figli c’è in giro Lord Voldemort, Sirius?”
Remus trattenne una risata. “Ed è per questo che sono vent’anni che ti ripeto che è quella giusta.”
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Non è una di quelle storie tutte miele e amore in cui Sirius trova la sua perfetta metà e vissero tutti felici e contenti. Martha darà a Padfoot del filo da torcere, insegnandogli ad amare e a restare.
(Si parte dal 1976 fino a poco dopo la battaglia di Hogwarts; in teoria è finita, dopo anni, ma in pratica.....)
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily, Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ti amo più di ieri e meno di domani.'
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Alla mia famiglia, 
e ai miei amici, 
che poi forse è davvero la stessa cosa.

 


La casa di Hagrid era tanto piccola quanto accogliente. Robert, seduto accanto a Hermione e Kayla, si guardava attorno curioso.
“Ah!” esclamò il guardiacaccia. “Ron, ieri ho trovato il tuo topo!”
Ron si alzò, con gli occhi improvvisamente illuminati. “Davvero?”
“Davvero!” rispose Hagrid, aprendo un armadietto. “Ecco, tieni …” estrasse il vecchio topo grigiastro e lo porse a Ron. “Ci ho dato da mangiare un po’ di formaggio, sai …”
“Grazie!” Ron afferrò il roditore, girandosi verso Kayla e Hermione: più di una volta, nel corso di quelle settimane di primavera, aveva accusato i loro gatti di aver ucciso Crosta. Come c’era d’aspettarsi, però, il giovane Weasley non si scusò, limitandosi a guardarle con aria colpevole.
Robert inclinò leggermente la testa, notando che il topo lo stava fissando con sguardo impaurito e … sorprendentemente umano.
“Ron” scattò. “da quanto tempo hai quel topo?”
Gli parve quasi di sentire le parole di suo padre, due anni prima. James era un maestoso cervo, io un cane sveglio e veloce e Peter un topo, animale abbastanza piccolo da sfuggire ai rami del Platano e premere il nodo per farci passare.
“Beh, non è sempre stato mio” iniziò Ron “Percy lo trovò nascosto nell’immondizia il giorno di Natale quando io avevo un anno, disse che gli sembrava molto … umano, e decise di adottarlo, e …”
“Avevi un anno? Quindi nel millenovecentoottantuno?” si informò di fretta Robert.
“Sì, ecco.” Rispose Ron. “Perché me lo chiedi?”
Robert fissò ancora un po’ il topo. Non poteva essere vero. Non poteva essere stato così stupido.
“Quel topo è mai stato a casa nostra?” chiese, nuovamente.
“No.” rispose Harry. “Scappa ogni volta. Ma che succede?”
“Esatto, Robbie” ne approfittò Kayla “perché queste domande?”
Robert gonfiò il petto. No. non poteva essere. Quello non poteva essere Codaliscia perché se lo fosse stato lui, Robert Sirius Black, sarebbe stato un vero idiota a non essersene mai accorto. Con il petto gonfio di rabbia, fece del suo meglio per rimanere lucido e pensare. Quello non poteva essere Peter.
Di lui trovarono solamente un dito, ma io giuro su tua madre, Robert, che mai, mai ho lanciato un solo incantesimo contro di lui quella notte. Gli occhi grigi e sinceri di Sirius gli appannarono la mente. Ero arrabbiato, furioso, fuori di me, ma Peter era mio amico e volevo prima capire cosa lo avesse portato a tanto.
“Posso vedere quel topo, Ron?” chiese, con tono freddo.
Ron fissò Crosta, perplesso.
“No” lo fermò Hermione “non darglielo, se non ti dice cosa non va.”
“Dammi quel topo, Ron, per favore.” Il tono di Robert si fece gentile.
“Che ci devi fare, con il mio topo?” domandò Ron in risposta.
Robert fece un respiro profondo: era ovvio che Ron non avrebbe ceduto. Cercò con tutto sé stesso di non cedere alla rabbia che sentiva invadergli lo stomaco e la mente. Come aveva fatto a non pensarci? Cercò di non pensare a tutte le volte in cui aveva guardato Crosta scorrazzare per i corridoi e per la Sala Comune, altrimenti – ne era certo – avrebbe rotto il bicchiere che teneva tra le mani. Eppure …
“Harry” disse, girandosi verso il fratello “la Mappa l’ha ancora Remus, non è vero?” Il ragazzino annuì. “Okay. Vado un attimo a parlare con lui.” Scese dalla sedia e, dopo un respiro profondo, decise di fare la prova del nove: “Ron, tieni stretto Codaliscia fino al mio ritorno, intesi?”
Fu un attimo: Crosta morse il dito di Ron talmente forte che il ragazzino urlò “Miseriaccia!” e allentò la presa quel tanto che al ratto bastò per scappare. Robert cercò immediatamente di afferrarlo, ma lui, agevolato dalle piccole dimensioni, riuscì a correre fuori dalla piccola capanna di Hagrid, mentre il povero guardiacaccia osservava la scena senza capire. Robert partì di corse per seguire il topo, naturalmente seguito da Ron e Harry, mentre Kayla fissava i fratelli senza capire e Hermione scuoteva la testa.
“Dovremmo seguirli?” domandò la Grifondoro.
Kayla annuì, lasciando di malavoglia la sedia su cui era seduta. “A presto, Hagrid.” Disse, salutandolo con un gesto e iniziando a correre dietro Harry, l’ultimo della fila.
Ron era appena riuscito ad afferrare il topo maledetto, quando Robert si bloccò di colpo: un grosso cane nero come la pece, ma con dei familiari occhi grigi, correva verso Ron con aria furiosa.
“RON!” urlò istintivamente Kayla.
“No!” rispose Robert. “No, non è …”
“RON, È IL GRAMO!” strillò la giovane Black, ma il cane aveva raggiunto Ron e, con le zampe anteriori posate sul petto del ragazzo, gli tormentava le mani, in cui ben stretto il topo sembrava urlare, mentre si dimenava.
“Non lo lascia.” Ansimò Robert.
“Certo che non lo lascia!” esclamò Hermione.
Robert stava per rispondere che Hermione non aveva proprio capito niente, quando all’improvviso qualcosa lo colpì sul fianco, così forte da farlo cadere a terra, trascinando Hermione con sé. Quando i due, Kayla e Harry alzarono lo sguardo, un grosso ramo stava attaccando di nuovo.
“Siamo sotto al Platano Picchiatore!” strillò Harry.
“Ma dai?!” rispose Kayla.

Corri.
Era la sola cosa a cui Martha riuscisse a pensare.
Corri.
 Salvali. Salva i ragazzi. Salva i tuoi figli. Peter è al castello, e non puoi sapere entro quanto se ne accorgeranno tutti quanti.
Corri.
Prendilo.
Corri.
Fai giustizia. Ha tradito James e Lily, ti ha portato via Sirius, ti ha fatta passare per una pazza per dieci anni.
Corri, Martha.
Sentiva il fiato mancarle in gola e il fegato farle male. Sentiva il vento nei capelli, sentiva le urla delle persone. Sentiva il fiato accorciarsi – dannazione, non hai più vent’anni – sentiva Remus correre dietro di lei e vedeva Padfoot sfruttare al meglio le sue quattro zampe.
Corri.
Si erano alzati tutti e tre di scatto, lasciando sul tavolo più Galeoni di quelli che quelle Burrobirre valessero davvero. Con espressioni spaventate, rabbiose e piene di domande, si erano afferrati le mani e Smaterializzati fuori dai confini di Hogwarts. Lei aveva chiuso la Mappa, Remus aveva impugnato la bacchetta e Sirius si era subito trasformato in Felpato.
E avevano iniziato a correre.
Non importava che le mancasse il fiato, non importava che le persone la indicassero (la mamma di tre studenti e un professore che inseguivano un cane rabbioso) non importava nulla che non fosse mettere le mani su Peter e assicurarsi che i ragazzi stessero bene.
Corri, Martha.
Sentiva quasi di non avere più fiato, sentiva di stare crollando a terra in cerca di ossigeno, quando sentì un urlo di una voce che conosceva fin troppo bene.
Kayla.
Corri. Vola.

Ora le gambe non le sentiva definitivamente più: sentiva di andare veloce, sentiva il rumore dei suoi passi goffi e scoordinati guidati dalla rabbia, ma da sotto alla vita non sentiva nulla, come se stesse facendo dei goffi tentativi di volare. Sentì anche Remus dietro di lei irrigidirsi all’urlo della figlioccia, per poi recuperare le forze e correre.
“KAYLA!”
E di chi poteva essere quel tono grave e spaventato, se non di Robert Sirius Black?

Harry cadendo perse gli occhiali, ma era più che certo che l’urlo di sua sorella si fosse spostato ... verso l’alto. Il fatto che Robert avesse appena urlato il nome della giovane Serpeverde non fece altro che confermare tutto, e quando afferrò gli occhiali e se li sistemò nuovamente sul naso, ciò che vide fu l’apoteosi dell’assurdo: il ramo del Platano stringeva Kayla come se fosse un pesciolino stretto nel tentacolo di un polipo, mentre la ragazzina si dimenava e strillava. Robert era già in piedi e con la bacchetta puntata, così quando il cane trascinò Ron in un buco quasi invisibile tra le radici Harry non riuscì a farglielo notare prima di qualche secondo, come se non trovasse le parole.
“So dov’è andato!” rispose il maggiore. “Ma prima devo liberare Kayla: tenete pronta la bacchetta!”
Hermione sembrava respirare a fatica. “Robert, non …”
“Devi arrivare al nodo, Hermione!” la interruppe Robert.
“Quale nodo?” domandò la ragazzina, mentre Kayla veniva trascinata in aria di nuovo.
“Sopra al tunnel in cui sono entrati Ron e … vabbè, c’è un nodo che blocca i rami!”
Un altro ramo cercò di afferare Hermione, ma lei saltò talmente in alto da schivarlo. “E come ci dovrei arrivare, scusa?!”
Robert pensò che sarebbe stato meglio mostrarle come fare: le afferrò i fianchi, e, come se non pesasse affatto, la fece scivolare verso le radici del Platano. Lei strillò solo prima di capire quali fossero le intenzioni del ragazzo: quando arrivò alle radici trovò subito il tunnel, e capì che i rami non l’avrebbero raggiunta, lì, perché non il Platano non era fatto per attaccarsi da solo, soprattutto non alla base.
“Cerca il nodo!” urlò Robert. “Depulso!” nel gigantesco ramo si creò una piccola crepa. Robert ripeté l’incantesimo con la stessa precisione, e la crepa si allargò leggermente.
“Non riesco a pensare …” sussurrò Robert, con la testa tra le mani. Kayla continuava a strillare, mentre Hermione cercava il nodo, con Harry, che l’aveva raggiunta chiedendo a Robert la stessa spinta. “NON-RIESCO-A-PENSARE!!” ringhiò il ragazzo. “Non gli ho nemmeno fatto il solletico, probabilmente!”
Hermione lo guardò: sembrava terribilmente fragile, ma troppo orgoglioso per ammetterlo. Stava per rispondere, cercando di rassicurarlo, quando una donna con dei lunghi capelli biondi scuri, un maglione azzurro, un’aria più che furiosa urlò “REDUCTO!” puntando la bacchetta contro il ramo: questo saltò letteralmente in aria, ma lei, con un incantesimo non verbale, riuscì ad attutire la caduta di Kayla.
“Mamma!” strillò la ragazzina, ancora spaventata.
Ma quella, in un certo senso, non era Martha: teneva la mascella serrata, protratta in avanti, i pugni chiusi e sembrava aver appena affrontato una corsa terribile. “Dov’è?” domandò, fissando Robert.
“Hanno attraversato il tunnel cinque minuti fa!” urlò Robert in risposta, mentre Martha procedeva a grandi passi verso di loro.
Hanno?!”domandò Martha, mentre dietro di lei appariva Remus, che sembrava sfinito.
“Padfoot, Wormtail e Ron.”
“Ron?!” domandò il licantropo, mentre Martha si avvicinava alle radici per mostrare a Hermione quale fosse il nodo da premere.
“Credo … credo sia il topo di Ron.” Ansimò Robert, pallido.
Se prima Martha sembrava furiosa, ora era in preda all’ira più completa. “Okay: andatevene.” Ordinò.
“NO!” urlarono i ragazzi all’unisono.
“Ron è lì dentro!” esclamò Hermione.
“Voglio vedere!” le fece verso Robert.
“Che cosa sta succedendo?!” domandò Harry.
“Il Gramo ti farà del male!” Concluse Kayla.
“Il Gramo?” domandò Martha, senza capire.
“Il cane nero gigantesco che …”
Martha la bloccò subito. “Il cane nero non mi farà del male, e tantomeno ne farà a Ron. Ora, tornate al castello!”
“NO!” risposero loro tutti insieme, di nuovo.
“Nemmeno per sogno.” Aggiunse Robert.
La donna scrutò per un secondo il viso dei figli e della loro amica, e capì che non l’avrebbe mai spuntata. Senza contare che ho poco tempo, si disse. Con la mano tremante, fece segno a Harry e Hermione di seguirla nel tunnel. Quando Kayla vide sua madre scivolare lì dentro capì che probabilmente sapeva più cose di quante non potesse. I due amici la seguirono immediatamente, e dietro di loro Kayla, Robert e Remus fecero lo stesso. Il tunnel era basso umido e buio, ma Martha non ebbe bisogno di un Lumos per procedere con sicurezza. Procedevano a quattro zampe, ma dopo venti metri si riuscirono ad alzarsi, mentre il tunnel, passo dopo passo, si faceva sempre più grande, ma mai meno cupo.
“Come te ne sei accorto, Robert?” domandò Martha, con tono freddo e che nessuno riconobbe.
“Mi ha guardato.” Rispose il ragazzo, trasalendo.
Martha voltò la testa per guardare il primogenito negli occhi. “Ti ha guardato? Che schifo.”sembrò quasi sputare.
“Martha, che cosa succede?” domandò Harry.
“Lo capirai presto, piccolo.” Rispose lei, arrivando ad un piccolo pianerottolo. Il suo tono si fece più materno, più simile a quello a cui tutti erano abituati. “Spero che riuscirete a perdonarci.” Sussurro, poi.
“Mamma …” la voce di Kayla era fatta di paura pura. “Non siamo nella Stramberga Strillante, vero?”
Martha scosse la testa. “Mi dispiace, principessa: non volevo che assistessi anche tu.”
“Che cosa sta succedendo?” domandò di nuovo la più giovane.
“Nulla di buono.” Rispose la madre. “Sii forte, okay?”
“Sirius sta bene?” chiese Harry, istintivamente. Arrivarono in una grande stanza, piena di oggetti rotti, vecchi e impolverati. Martha si guardò attorno, con la bacchetta sempre ben salda in mano.
“Mamma, ma qui è pieno di fantasmi!”
Martha guardò Kayla.
Per un attimo, si rivide appena maggiorenne che correva verso Moony e Padfoot, urlando a Sirius – agli occhi di Sirius, perlomeno – di tornare immediatamente indietro. Rivide James che, per salvare lei e Piton, le afferrò il braccio e, senza volerlo, la scaraventò a terra, contro una lastra di vetro, che ancora giaceva sul pavimento, immobile da allora. Martha, torna indietro, dannazione! La voce di James era tanto nitida quanto ignara di ciò che stava per accadere.
“Hai ragione, Kayla” sussurrò la signora Black “è pieno di fantasmi.”
Remus scosse la testa. “Andiamo.” Sussurrò. “Non voglio perdermi lo spettacolo.” Salì il primo gradino della scala di legno e, sentendola scricchiolare sotto il suo peso, si voltò a guardare Martha. Lei gli fece segno di procedere ugualmente, e lui eseguì, lasciando che lei lo superasse, con la mano sulla spalla di Harry.
Alla fine delle scale, Martha tirò un calcio alla porta chiusa: su un letto a baldacchino, Ron gemeva. Harry, Hermione e Kayla si precipitarono verso l’amico, mentre Martha, Remus e Robert entravano nella stanza con calma.
“Ron, dov’è il Gramo? Ti ha fatto del male?” Kayla era davvero spaventata. “Credo ti sia rotto la gamba, Ron, dovresti …”
Ma Ron, che non riusciva a dire nulla, si limitò ad indicare un punto dietro la sua amica. Tutti – sia lei, sia gli altri – si voltarono: Sirius non era mai sembrato tanto cattivo come un quel momento.
“Papà!” Kayla sembrava capirci sempre meno. “Papà, come …”
“Scusa, principessa.” Gli disse Sirius, spostando lo sguardo su sua moglie. “Perché diamine hai portato i ragazzi?”
“Ce lo ha detto, di tornare al castello.” La difese immediatamente Robert, proteggendola con un braccio.
“E perché non l’avete ascoltata?”
“Credi davvero che sarei potuto tornare indietro, papà?”
Kayla strillò, ma immediatamente si portò una mano sulla bocca, osservando il pavimento rovinato. Delle impronte di cane finivano proprio sotto i piedi di Sirius. “Papà, tu sei il Gramo?!
“Non c’è tempo, Kayla.” rispose Sirius. “Ronald, dammi il tuo topo.”
“Non te lo darà fino a quando non avremo saputo tutto.” Lo difese Harry.
“Ti spiegherò tutto dopo, Harry.” Rispose Sirius.
“Noi vogliamo saperlo adesso.” Si impuntò Kayla.
“Non c’è tempo!” strillò Martha. “Kayla, hai la mia parola che saprai tutto, ma …”
“Ho aspettato fin troppo, Martha!” Si impose Sirius. “Prendi il topo!”
“Meritiamo di saperlo adesso!” rispose la ragazzina. “Siamo in un posto che dovrebbe essere popolato da fantasmi, vi comportate come se quel topo fosse tutto ciò che cercate nella vita e papà dieci secondi fa era il Gramo!”
Sirius, Remus e Martha si guardarono, spaventati.
“Ron, tieni ben stretto il topo.” Gli disse Robert.
“Non sono il Gramo, principessa.” La rassicurò lui, recuperando un respiro normale. “Sono un Animagus.”
CHE COSA?” esclamarono lei e Harry.
“Ma come? E … come … non è possibile, Sirius!”
“Non sei registrato!” esclamò Hermione. “Ho controllato i registri sett-“
“Sono un Animagus illegale.” Precisò Sirius. “La prima trasformazione completa è stata il ventotto aprile millenovecentosettantacinque. Io, James, e Peter completammo la nostra più grande opera.”
“Mio padre era un Animagus?” domandò Harry.
“Sì” confermò Sirius. “Era un cervo, un maestoso cervo arrogante. Io ero quel cane nero, e Peter era un topo, un piccolo topastro arancione.”
“Ma … perché?”  domandò Harry.
“Perché noi …”
“Per Remus.” Concluse Hermione. “Lo avete fatto per Remus, vero?”
“Perché per Remus?” domandarono all’unisono Harry e Kayla.
“Non è ovvio?” chiese Hermione.
“Sei una strega brillante, Hermione.” Si intromise il diretto interessato. “Davvero.”
“Che cosa è ovvio?!” strillò Kayla. “Remus, che cosa non mi hai detto?”
Scese un silenzio carico di tensione. “Kayla, ti prego di perdonarmi, se mai potrai.” Il tono di Remus era davvero dispiaciuto. “Io non sono il buon uomo per cui tu mi hai sempre visto. E se non vorrai più avere a che fare con me, io lo capirò …”
“Che diamine stai dicendo?” domandò Robert, con le braccia incrociate sul petto. “Queste sono stronzate, il tuo essere …”
“È un Lupo Mannaro!” esclamò Hermione, non riuscendo a trattenersi.
Kayla sgranò gli occhi, mentre Harry spalancò la bocca e Ron smise di piagnucolare.
“Da quanto tempo lo sai?” le domandò Martha.
“Da quando Piton ci ha fatto fare la ricerca sui cicli lunari.” Rispose lei, sicura. “E il Molliccio …”
“Il Molliccio!” sbottò Martha. “Avevo detto che non era sicuro, quel dannato Molliccio!”
“Mocciosus sarà contento che tu ci sia arrivata, Hermione.”  Ironizzò Sirius. “Comunque, facciamola breve: diventammo Animaghi perché scoprimmo che se un Lupo Mannaro morde un altro animale, il veleno non entra in circolo. Degli animali avrebbero potuto tener compagnia a Moony senza rischi, quindi, e qual’era l’unico modo per trasformarci in animali quando ci faceva comodo?”
Martha annuì. “Fecero ricerche per due anni, e ci riuscirono poco prima dei G.U.F.O.: dall’anno successivo, io e Lily li aspettavamo in Sala Comune ogni mattina di Luna Piena, per medicare le loro ferite come meglio potevamo.”
“Perché tu e la mamma no?” domandò Harry.
“James, Sirius e Peter si accorsero del segreto di Remus al secondo anno: una volta al mese spariva per due giorni, con scusa banali. Io e Lily non eravamo così amiche dei Malandrini da accorgerci di cosa stesse succedendo.”
“Mi dispiace di avervelo nascosto.” Remus sembrava un condannato a morte. “Davvero.”
“Non importa, R-remus … noi … io ti voglio bene lo stesso ….”
 Gli occhi di Remus si riempirono di luce alle parole della sua figlioccia.
“Come … mamma, come sapevi come trovarci?” domandò Kayla, sedendosi ai piedi del letto a baldacchino.
“Eravamo alla Testa di Porco.” Ammise Martha. “Vi abbiamo visti sulla Mappa del Malandrino, insieme a Peter Minus.”
“La Mappa? Sapete come farla funzionare?” esclamò Harry.
E, contemporaneamente Kayla disse: “Ma è impossibile, ce ne saremmo accorti se fossimo stati con …” poi si voltò verso Ron, lentamente. “Oh, Salazar, credete che Crosta sia Minus?”
Sirius puntò il dito verso Harry, ma senza risultare accusatorio. “Certo che lo so, l’ho disegnata io. I Malandrini siamo noi, Harry, e mi dispiace di non avertelo mai detto: ad ogni modo, avremo tempo per parlarne.” poi spostò l’indice verso Kayla. “Ne sono più che sicuro, Kayla.”
“Ora dagli il topo, Ron.” Disse Martha, calma. “Se è un topo come un altro, non gli accadrà nulla.”
Il topo si divincolava disperatamente nelle mani dei giovane Weasley. “No!” esclamò il ragazzo. “Me ne sarei accorto, se avessi vissuto gli ultimi dodici anni con un Animagus …”
Robert alzò un sopracciglio. “Ah si?”
“Beh, c’è differenza!” si difese Ron, farfugliando.
“E la differenza tra me e il Gramo, ai piedi del Platano, qual’era?”
“Gli occhi.” Rispose Kayla, sicura. “Il cane aveva gli occhi grigi, come te, come … noi.”
“Non vale.” La fermò Martha. “Peter ha gli occhi scurissimi, come quel topo.”
“Ron, ascoltami, ti prego.” Lo richiamò Robert. “Al tuo topo manca un dito, vero?”
“E allora?” Ron scosse la testa. “Glielo avranno mangiato Crux e Grattastinchi!”
“Cosa trovarono di Minus?” domandò Robert, ignorando le scuse.
“Un dito.” Sussurrò Hermione. “Solo un dito.”
Kayla si rivolse a Ron. “Fammi vedere se il tuo topo ha il dito!” gli urlò.
“Kayla, non crederai davvero che …”
“Credo a ciò che vedo!” rispose la ragazzina. “Fammi vedere se quel topo ha il dito!”
Il tono cattivo di Kayla spaventò Ron, che si sentì quasi costretto a controllare che Crosta avesse il dito.
“Quel vigliacco se lo tagliò, così tutti lo avrebbero creduto morto!”
“Ron!” Kayla richiamò il Grifondoro all’ordine. “Dimmi che ha il dito!”  Ron, sempre più spaventato, scosse la testa.  Kayla e Robert, d’istinto, si avvicinarono al letto, e mentre Harry tratteneva Ron, Kayla passava il topo a Robert. Sirius ormai tremava di rabbia, e solo il contatto con la mano di Martha sembrava calmarlo.
Robert teneva il topo per la coda, mentre lui squittiva e si dimenava. Lentamente, si voltò a guardare i suoi genitori, che, insieme a Remus, tenevano la bacchetta puntata.
“Uno, due ... tre!”
Robert lasciò cadere il topo.
Fu come vedere la ripresa accelerata di un albero che cresce: dal suolo si levò una testa, spuntarono braccia e gambe. Un attimo dopo, nel punto in cui era caduto Crosta comparve un uomo che cercava di farsi piccolo piccolo e torceva le mani. Aveva l’aspetto raggrinzito di un uomo grasso che aveva perso molto peso in poco tempo. La sua pelle sembrava sporca e malaticcia, e qualcosa del tipo era rimasto attorno al naso e agli occhietti acquosi.
“Peter! Non posso dire che sia un piacere vederti.”
Robert era sicuro che il tono di sua madre non fosse mai stato tanto cattivo.
“Da quanto tempo, vero?” Remus, sembrava solo assetato di vendetta.
Peter sembrò accorgersi solo in quel momento di essere circondato da persone. “R-remus … M-martha … i miei amici!” anche la sua voce era ancora uno squittio.
Sirius si parò davanti a lui, con un sorriso poco amichevole. “Ciao, Peter.” Peter non fece in tempo a rispondere, perché il pugno che ricevette sul naso gli riempì la bocca di sangue. “Questo è per aver tradito James e Lily.”
Lui, indifeso si portò la mano sana sul naso, ma subito dopo ricevette un secondo pugno sullo zigomo. “E questo è per avermi tenuto dieci anni lontano dalla donna della mia vita e dai miei figli.”
“Sirius, no.” lo fermò Martha. “Non così.”
Sirius sembrò calmarsi al suono della voce di Martha. La donna si avvicinò a Peter, e quando fu abbastanza vicina, gli indicò Kayla. “Vedi? La  vedi bene, mia figlia, bastardo? Vedi quanto è bella, dolce, e ingenua?” Nessuno capì dove Martha volesse arrivare, prima che si decidesse a continuare. “Sai che quando l’ho data alla luce suo padre era ad Azkaban? Sai che Sirius non ha potuto sentire la sua prima parola, ne vedere i suoi primi passi? Sai che Robert è salito per la prima volta sull’Espresso per Hogwarts preoccupato perché io e sua sorella saremmo rimaste sole? Sai che Harry è rimasto chiuso in un sottoscala per dieci anni, perché io non lo potevo adottare, perché il suo tutore legale era Sirius?”
“M-martha …”squittì lui.
“Ti ricordi chi è stata la prima persona a cui ho detto che ero incinta di nuovo, prima di quel maledetto Halloween?” Si chinò per guardarlo direttamente negli occhi. “Sei andato direttamente a dirlo a Voldemort o lo hai annunciato prima alla cara Bellatrix?”
Peter rabbrividì al nome dell’Oscuro Signore.
“Hai paura di sentire il nome del tuo vecchio padrone?” disse Sirius. “Non ti biasimo, Peter. I suoi seguaci non devono essere troppo contenti di te!”
“Ma … Sirius, c-cosa stai dicendo?” squittì di nuovo l’uomo. Ancora inginocchiato a terra, si spostò a carponi verso Remus. “Remus, tu non … n-non puoi credere che io abbia tradito Prongs …”
“Devi ammettere, zio Peter” ringhiò Robert “che se fossi stato innocente, non avresti avuto alcun motivo per vivere da topo per dodici anni.”
Peter sembrò rendersi conto solo in quel momento di quanto Robert assomigliasse a Sirius alla sua età. Se non fosse già stato scosso da tremiti, probabilmente avrebbe sussultato. “R-robert? Come sei cresciuto, ragazzo mio, s-sei …”
“Identico a mio padre, si” tagliò corto il ragazzo, facendo un passo indietro “sei poco originale.”
Sirius era quasi fiero della maturità e della freddezza con cui Robert stava affrontando Peter. “Come fai a dirti innocente, brutto …”
Non fece in tempo a finire, perché Peter sembrava davvero terrorizzato. “Innocente, ma spaventato!” si giustificò. “I seguaci dell’Oscuro Signore mi davano la caccia … avevo fatto rinchiudere il loro uomo migliore: Sirius Black, la spia!”
NON OSARE!” ringhiò Robert.
“Non era lui a strisciare dietro a persone più importanti e più forti di lui” lo difese Martha “o sbaglio?” ruotò leggermente la testa, e abbassò la voce. “Ma come ho fatto, come ho fatto a non vedere che eri tu la spia?”
“Siamo sempre stati troppo buoni con te, Peter!” esclamò Sirius. "Avresti dovuto capirlo: se Voldemort non ti avesse ucciso, lo avremmo fatto noi!"
“Scusate” intervenne Kayla. “Scusate! Avete sempre detto che … Lui voleva uccidere Harry, no? Questo … coso vive con noi al castello da tre anni … Se avesse voluto fare del male a Harry per completare il lavoro di … di Voi-Sapete-Chi, perché non lo ha fatto?”
“Oh!” esclamò Minus. “Oh, ragazzina, sei sempre stata così intelligente … così …”
“Te lo dico subito, perché.” rispose Sirius. “Perché non ha mai fatto nulla senza pretendere una ricompensa, un tornaconto. Perché commettere un omicidio sotto il naso di Silente per un mago probabilmente mezzo morto?” smise di guardare Peter con disgusto e odio per posare lo sguardo su Kayla. “Tesoro, prima imparerai a dire il suo nome, prima smetterai di averne paura.”
“Ecco perché ti sei trovato una famiglia di maghi” concluse Remus “per tenerti aggiornato su quanto accadeva nel mondo magico e tornare sui suoi passi appena Voldemort avesse recuperato le forze.”
Peter iniziò a piagnucolare. “Io non volevo! Ma lui … lui ha minacciato di uccidermi e … c-che altro potevo fare? Che avresti fatto, Sirius, chieditelo!”
“Sarei morto!” urlò Sirius. “Sarei morto, piuttosto che tradire gli amici!”
Robert gonfiò il petto di rabbia. “Si rischia tutto per le persone che si amano, Peter: anche la vita.”
“Ecco!” aggiunse Martha. “Lo dice lui, che ha quindici anni e non ha visto ancora nulla! Sei più stupido di un topo vero, Peter.”
“Avreste fatto la stessa cosa” si difese Peter “al mio p-posto, Martha …”
“Avrei salvato Sirius.” rispose Martha con sicurezza, perdendo ogni nota di cattiveria e odio. Era sincera, pura, come lo era sempre stato. “Vedi, questa è la differenza tra te e me, tra te e Sirius, tra te e tutti noi, Peter: io amavo - e amo - mio marito e mio figlio più della mia stessa vita, e anche con un bambino in grembo non avrei minimamente esitato a morire a testa alta piuttosto che tradire i miei amici. Perché gli amici sono famiglia, e la famiglia viene prima di tutto. Sarei morta anche per te, Peter, e questa cosa mi fa davvero schifo.
“Forse è vero che l’animale in cui ci trasformavamo rispecchiava le nostre anime, sai?” continuò Sirius. “Solo con il tempo ho rimesso insieme i pezzi. Sei sempre stato un viscido, schifo, approfittatore ratto bastardo.”
Peter stava per rispondere di nuovo, convinto della sua innocenza, quando Harry lentamente si alzò e gli si avvicinò. “I miei genitori avevano riposto la loro fiducia in te.” Gli sussurrò.
“Harry, sei così u-uguale a James …” biascicò lui.
“Come osi rivolgerti a Harry? Come osi parlare di James davanti a lui?” urlò Martha, con la voce colma di odio ma al contempo di amore materno.
“Ma non mi hai ascoltato, Peter?” intervenne Robert. “Sei poco originale!”
"Peter Minus” lo richiamò Harry “hai venduto i miei genitori a Voldemort?”
Peter esitò, per qualche secondo. Poi, tremante, annuì.
“Perfetto.”rispose Harry. “Allora ti informo che dei Dissennatori, al castello, ti stanno aspettando.”



Ciao, gente. Sono stata indecisa per un po', non sapendo se dividere questo capitolo in due parti o tenerlo così, leggermente più lungo degli altri. 
Spero che questo non vi abbia dato fastidio, così come spero davvero che non mi ucciderete per aver palesemente copiato un sacco di battute dal libro e dal film :) 
Ad ogni modo, eccoci arrivati! Che ne dite? 
Ringrazio Distretto_9_e_34 (visto, ho aggiornato presto!) felpato8 (anche per le chiacchierate) Mary Evans ( <3) , GIOISTICK_117  e la sua amica-non-iscritta (grazie di cuore) e dulcis in fundo il mio cuore di panna vittoriaM20
Grazie davvero, mi riempite il corazon. :') 

Fatto il misfatto, 
Claude xx 

 
   
 
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