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Autore: Jules_Weasley    08/12/2015    9 recensioni
Siamo nel Post Seconda Guerra Magica, qualche anno dopo la caduta di Voldemort: Hermione, tornata da un viaggio di qualche mese, bussa al negozio del vecchio Ollivander, con una richiesta molto strana. La sua vita non è come la vorrebbe e la guerra le ha fatto realizzare che ha una sola possibilità di essere felice, e non la vuole sprecare facendo quello che è opportuno o che ci si aspetta da lei. Ora, di nuovo in Inghilterra, decide di virare la rotta ed imparare a creare qualcosa con le proprie mani le farà riscoprire le piccole grandi gioie dell'esistenza. In tutto ciò dovrà anche fare i conti con una vita sentimentale... movimentata. Che fine ha fatto Ron? E quale sarà il ruolo di Fred nella sua vita? E quale sarà quello di Malfoy? Questa storia sarà una Fremione o una Dramione? O semplicemente la storia di una ragazza che cerca il suo posto nel mondo? Queste sono le domande, la risposta è la storia...
Genere: Angst, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Fred Weasley, Hermione Granger, Olivander | Coppie: Draco/Hermione, Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da Epilogo alternativo
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Salve gente :D

Sono tornata all'ovile. Spero di esservi mancata almeno un po' e che vi ricordiate ancora di me (cioè della mia storia). Non ho avuto blocchi dello scrittore o roba simile, semplicemente un periodo molto complicato con problemi sia tecnici sia personali (talmente tanti da fare invidia a un orfanello dei romanzi di Dickens). Detto ciò, vi lascio alla lettura, con la speranza di conoscere il vostro parere su questo capitolo.

p.s. ringrazio tutti coloro che hanno letto/recensito lo scorso capitolo :)






CAPITOLO DICIASSETTE – Not the only one


You say I'm crazy
'Cause you don't think I know

What you've done
But when you call me baby
I know I'm not the only one*




Dopo l'incidente Ron, niente interferì più con la realizzazione della serata programmata da Draco: cena a lume di candela, completa di dolce e ben innaffiata con Vino Elfico di prima qualità. Del resto, sul fatto che il biondo sapesse come trattarsi, Hermione non aveva mai nutrito alcun dubbio.

Prima di uscire dal ristorante, fece un cenno al tavolo di Ron e Lavanda, con il cuore ormai sgombro da qualsiasi sentimento negativo avesse provato in passato verso la coppia. Si disse che quella serata era andata proprio per il verso giusto, e concluse che il mercoledì non era poi così maledetto. Di nuovo, era in errore.

"Allora Granger" flautò Draco, porgendole il cappotto e aiutandola ad infilarlo, "pensi ancora che io sia una persona scortese?" Hermione sorrise nell'udire quel tono mellifluo. Uscirono dal locale e la strega si strinse nella sciarpa, infreddolita.

"Penso che tu sia cortese solo quando devi ottenere qualcosa, Malfoy" gli rispose, lievemente canzonatoria. "Sei il ritratto del Serpeverde modello..."

"E ne sono fiero!" ribattè Draco, altezzoso.

"Non dovresti uscire con una Grifondoro, allora".

"Oh, sì che devo, invece!" mormorò suadente. "Dove vuoi che ti porti, ora?"

"A casa" rispose lei, ignorando il tono provocatorio. "Non voglio rischiare di essere paparazzata ancora; credo che per ora abbiamo dato abbastanza spettacolo".

"Ma..."

"Niente ma, Malfoy! Devo andare a dormire: sono esausta!" disse perentoria, incamminandosi in direzione dei Tiri Vispi Weasley.

"Quando ci rivediamo?"

"Non domani sera".

"Già... vai a casa dello Sfregiato..." mormorò ricordando la conversazione telefonica con Ginny.

"Senti" sbottò Hermione, "se devi attribuire appellativi offensivi ai miei amici, ti prego di non nominarli proprio" lo rimbroverò. "Non mi pare che io chiami la Parkinson, Goyle o Zabini con soprannomi del genere". Draco scoppiò a ridere.

"Ma tu sei un nobile spirito Grifondoro, mentre io un freddo e crudele Serpeverde" fu la replica. "C'è una bella differenza, no?"

"Ci rinuncio..." biascicò Hermione, frugando nella borsa per cercare le chiavi di casa, visto che ormai erano fuori la porta dell'appartamento.

"Mandami un gufo quando puoi, Granger!" le raccomandò caldamente. "So che sei una donna molto impegnata..." La stava palesemente prendendo in giro.

Gli scoccò un'occhiata torva, per poi estrarre le chiavi dall' immensa borsa e infilarle nella toppa.

"Non so; guarderò l'agenda, Malfoy" replicò con una punta di ironia.

Draco ridacchiò e le augurò la buonanotte; si voltò e scomparve nella nebbiolina notturna che era pian piano salita.





Hermione si chiuse la porta alle spalle, pensando che per quella giornata ne aveva avuto abbastanza della vita. Voleva solo andarsene a letto e dormire fino all'estate, quando il tempo sarebbe stato clemente anche nel Paese della Famiglia Reale, di solito non molto soleggiato.

Non fece in tempo a fare due passi in corridoio che si ritrovò davanti un Fred Weasley dall'aria piuttosto irascibile. Un atteggiamento che, riflettè, avrebbe trovato insolito fino a qualche giorno prima, ma che ora le pareva quasi naturale.

"Ciao" lo salutò compassata.

"Ciao a te" rispose, decisamente distaccato.

Questa è sicuramente la serata delle conversazioni illuminanti!

Ripensò all'incontro con Ronald e al loro scambio di cubetti di ghiaccio mascherati da monosillabi, scoprendo che gli occhi castani di Fred le facevano un altro effetto, rispetto a quelli azzurri di Ron. La freddezza tra lei e il suo ex poteva risultarle triste, ma quel gelo che era sceso tra lei e Fred era insopportabile.

Osservò attentamente l'espressione di lui, visto che non si decideva a parlare; fu così che notò il segno del passaggio di Sally.

"Hai una macchia di rossetto sulla guancia..." tentò di riportare la notizia con tutta la calma possibile, ma il tono era infastidito e la voce uscì più stridula del previsto.

Lui la guardò sorpreso e si strofinò distrattamente la guancia sinistra nel punto da lei indicato, vicino alla bocca, sforzandosi di mostrarsi meno imbarazzato di quanto in realtà non fosse.

"Sei una celebrità" esordì, curvando le labbra in un sorriso cupo.

"Te ne accorgi ora? La mia faccia è tra le Cioccofigurine" replicò lei, prendendo tempo. "E finché i bambini scarteranno Cioccorane, la mia vita avrà ancora un senso" disse, ricalcando le parole che un tempo aveva pronunciato Silente*.

Fred sembrò sul punto di ridere, ma Hermione riuscì quasi a vedere il sorriso spegnersi all'angolo della sua bocca. Evidentemente qualcosa l'aveva fatto desistere.

"Parlavo del giornale" disse invece, a denti stretti.

Ecco... disastro nucleare tra tre, due, uno...

"Ah" commentò con tutta calma. Calma apparente, ovviamente.

Fred assottigliò gli occhi e serrò la mascella, evidentemente urtato da quella replica decisamente troppo laconica.

"Ah? Esci con Draco Malfoy e l'unica cosa che hai da dire è ah?"

Hermione riflettè fra sè. Sicuramente avrebbe avuto molte altre cose da dire, ma una meno indicata dell'altra – a cominciare da come era iniziata la sua frequentazione con Draco, per finire ai loro trascorsi.

"Direi di sì" rispose, vaga. Non gliel'avrebbe data vinta, nossignore. Fred non aveva alcun diritto di intromettersi nella sua vita; nessuno ce l'aveva.

"Anche stasera, vero?" Hermione annuì semplicemente. Negarlo sarebbe stato insensato, dal momento che Ron – e un altro mucchio di gente – li aveva visti insieme. Inoltre, non c'era proprio niente di cui lei dovesse rendere conto a Fred Weasley. Lui aveva scelto di non prendere in considerazione il loro bacio, e lei aveva fatto altrettanto.

"Ormai siete in simbiosi" osservò, un sorrisetto caustico dipinto in volto. "Avete intenzione di rilasciare interviste in coppia?" Hermione decise di non rispondere alla provocazione e fece spallucce in maniera plateale.

"Siamo solo usciti insieme un paio di volte, niente di più e niente di meno".

Erano ancora sulla porta, e avrebbe tanto voluto spogliarsi e andare a letto, anzichè sorbirsi quella specie di terzo grado da parte di Fred.

"Tre volte*" precisò, puntiglioso.

Hermione ignorò nuovamente le parole del ragazzo, ma stavolta solo perché aveva notato un lento ma pericoloso avvicinamento da parte di questi.

È la mia bocca, che sta guardando?, si chiese.

"Non vedo come la cosa possa interessarti" farfugliò, cercando di restare lucida.

"Mi interessa eccome, invece" replicò lui; ma Hermione sentiva la sua voce come se fosse ovattata. Più le si avvicinava, e meno le sembrava di possedere la capacità di ragionare lucidamente – cominciava a chiedersi se l'aveva mai davvero posseduta.

Sta proprio guardando la mia bocca, miseriaccia!

Forse poteva ancora ritrarsi verso la porta, imboccarla e scappare, visto che la via per il piano di sopra era ostruita dalla presenza di Fred. Non avrebbe dovuto stare così vicino a lei, dannazione!

Doveva scansarsi di lì, e alla svelta.






Fred si stava accostando inesorabilmente al suo viso, con la chiara intenzione di baciarla, e Hermione per un attimo aveva pensato di lasciarsi andare.

Fred procedeva lentamente alla conquista di quel piccolo angolo di paradiso – le labbra di lei – quando nella mente della strega balenò l'immagine di lui avvinghiato a Sammy Fortebraccio. All'improvviso si ritrasse come scottata. Lo guardava come se non l'avesse mai visto. Chi era il ragazzo davanti a lei? Cosa voleva?

Essere amanti ma frequentare due persone diverse non era nei piani di Hermione e, soprattutto, non era eticamente corretto. Sentì nella propria testa le parole di Malfoy a proposito del suo nobile spirito Grifondoro.

Ma la questione, si disse, non era nemmeno essere una Grifondoro o meno. Lei era Hermione Granger: di segreti e problemi ne aveva abbastanza.

"No" mormorò seccamente.

"Cosa?" chiese Fred. Sembrava confuso; tirò indietro la testa di scatto, per osservarla in volto.

"Questo..." Hermione indicò i loro corpi a breve distanza, "questo è sbagliato!" calcò appositamente sull'aggettivo.

Se per lui un bacio – quel bacio – non significava niente (Hermione aveva già avuto la conferma che fosse così), altrettanto non si poteva dire per lei.

Aveva usato un tono dispiaciuto, ma anche vagamente risentito – non sapeva bene se con Fred o con se stessa.

Lui non si spostò, ma Hermione non diede cenno di cedimento. Se avesse mollato in quel momento, se si fosse abbandonata all'istinto, sarebbe andata a finire male.

"E' per Malfoy?" sbottò Fred. "Sei innamorata?" lo chiese con rabbia, come se fosse qualcosa di orribile e di ingiusto. Hermione distolse lo sguardo, vagamente a disagio per quella domanda così personale, così banale, così tremendamente fuori luogo. Sì, fuori luogo.

"Anche se fosse, non è questo il punto" gli fece notare.

"E quale sarebbe il punto?" Hermione roteò gli occhi spazientita dalla superficialità che Fred stava dimostrando in quella circostanza. Ma – del resto – cosa si poteva aspettare da lui?

"Non mi piace tenere i piedi in due staffe" ribattè sicura, "a differenza tua".

"Prego?" fece lui. Hermione aveva avuto cura di sottolineare le ultime due parole, e Fred ne stava chiedendo conto.

"Esci con Sammy..."

"Sally" la corresse sottovoce. Hermione lo gelò con lo sguardo, ignorando la precisazione.

"...e vuoi baciare me" si stava sforzando per mantenere un tono ragionevole. "Come lo chiami se non tenere i piedi in due staffe?"

Per tutta risposta, il ragazzo scrollò le spalle e diede in una risata troppo distaccata e artificiosa, per appartenere a lui.

"Che c'è? Sei gelosa, Granger?" chiese con fare provocatorio.

Maledizione, certo che sì!

"A me pare che quello geloso sia tu!" rispose pungente. "Sei stato tu a tirare in ballo Draco" gli fece notare. "Anzi, fammi la cortesia di non metterlo in mezzo".

"Oh, scusa allora! Chi te lo tocca, il tuo Dracuccio!" disse, sprezzante e sarcastico allo stesso tempo. "A quando le nozze?"

"Per favore!" sbottò lei. "Non essere ridicolo".

"Siete sul giornale!"

Dannazione a quella rivista! Ora tutto il mondo era convinto che lei e Draco fossero pronti al matrimonio.

"L'hai già fatto presente, ci sento benissimo" lo rimbeccò. "E comunque l'unica cosa vera in quell'articolo sono le foto. Non che io ti debba spiegazioni, sia chiaro, ma io e Draco siamo usciti insieme; non ci sono fiori d'arancio, anelli di fidanzamento, nè coppiette felici. E' una... frequentazione, punto" concluse.

"Senti..." iniziò lui.

"No, senti tu!" lo interruppe, puntandogli un dito contro. "Io di Weasley ne ho le tasche piene stasera, davvero! Sarà meglio che vada a dormire" e si dileguò prima che Fred avesse il tempo di ribattere, lasciandolo solo nell'ingresso, come un perfetto idiota.

Hermione percorse le scale di corsa – le assi di legno scricchiolarono parecchio – e si infilò in stanza, intenzionata a restarci fino alla resurrezione di Voldemort – ovvero per l'eternità.

Fuori l'aspettavano solo problemi, mentre lì dentro era al sicuro insieme alla montagna di libri sugli scaffali.

Davvero pensava di farla sentire in colpa per essere uscita con Draco, dopo quello che aveva fatto? Era tornato in anticipo, quel dannato martedì sera, e – dopo che qualche giorno prima aveva baciato lei – l'aveva trovato a limonare la moretta della gelateria Fortebraccio! E ora cosa voleva; farla sentire responsabile? Non doveva rispondere a lui di quello che faceva, o di chi frequentava. Erano solo affari suoi.

Se in passato erano stati amici, e se da ultimo aveva pensato potessero essere qualcosa in più, ora non vedeva nulla per loro. Nessuna possibilità per un rapporto che non era nè carne nè pesce e che oltretutto si stava sgretolando – le pareva che le sfuggisse via dalle mani come sabbia finissima.

Non c'era niente che potesse fare; non sarebbe stata la ruota di scorta di Fred Weasley mentre lui usciva con Sally. Nella sua testa quell'opzione non era contemplata; se non poteva essere l'unica, preferiva non essere niente.

Si rannicchiò tra le coperte, accusando tutta la stanchezza della giornata in un sol colpo. Svuotò la mente scivolando lentamente in un sonno profondo – e una silenziosa stilla di frustrazione andò a toccare il cuscino.




Ammutolito dall'indignazione con la quale Hermione gli aveva rinfacciato la sua frequentazione con Sally – non gli sembrava che le due cose fossero paragonabili: Sally non era Draco Malfoy. Perché non era gelosia, la sua.

È più il fatto che sia Malfoy, no?, si disse.

No, Fred!, gli rispose la voce di George, presente nella sua testa nei momenti meno opportuni.

Per l'amor di Merlino, sta' zitto! Non sei d'aiuto.

D'accordo, doveva riconoscerlo: era geloso. Certo, il fatto che fosse Malfoy andava a peggiorare notevolmente la situazione, che però non sarebbe cambiata se al suo posto ci fosse stato un altro uomo. Fred era geloso di Hermione.





Il roscio rimase lì per cinque minuti buoni, prima di muoversi.

Appena si fu ripreso, mosse qualche passo verso la cucina, dove si versò del Whiskey Incendiario e si sedette a riflettere. Guardava il bicchiere pieno di liquido ambrato come se fosse un rompicapo, mentre era lei ad apparire come tale ai suoi occhi.

Erano giorni che non si parlavano; e il primo patetico tentativo di approccio era miseramente naufragato.

Perché la Granger si era comportata così? Con che coraggio faceva la ramanzina a lui quando era stata lei ad iniziare? Lui l'aveva vista, per Merlino!

Quella sera, dopo il bacio e il viaggio in Perù, era tornato in anticipo per farle una sorpresa. Non pretendeva che gli buttasse le braccia al collo solo per un bacio, ma di sicuro non si aspettava di vederla a cena con Malfoy. I ricordi gli affollarono la mente, riportando a galla la rabbia che l'aveva accecato da subito.






Uno stanco ma allegro Fred Weasley, di ritorno dal viaggio in Perù – dove peraltro aveva acquistato Polvere Buiopesto ad un prezzo stracciato – passeggiava per le strade di Diagon Alley, diretto a casa. Si era Smaterializzato vicino a Fortebraccio*, dove Sally - nipote di Florian e ora responsabile del posto - gli aveva fatto gli occhi dolci per tutto il tempo, come ogni volta che ci metteva piede. Ma Fred era lì per comprare un dolce e portarlo alla Granger.

Sapeva che le piacevano i dolci, specie quelli al cioccolato*. Sapeva tante cose di lei. Si era sorpreso a sorridere; non vedeva l'ora di... di fare cosa? Abbracciarla, baciarla? Entrambe le cose, a dire il vero. Se solo avesse saputo cosa c'era realmente tra loro.

Prima di partire si erano baciati, ed era stato fantastico; ma ora?

Come doveva considerarla? E lei, lo considerava ancora solo il fratello del suo ex, un coinquilino o, peggio, un amico? Sperava proprio di no.

Le domande gli scorrevano nella testa e lo distraevano perfino da ciò che lo circondava, almeno fino ad un tratto della strada illuminato da una luce soffusa, proveniente da un ristorante. Era un posto di classe, anche se non eccessivamente lussuoso, e gli era venuto quasi spontaneo sollevare lo sguardo, attratto da quella luce rosata. Un momento dopo, si era già pentito di aver alzato gli occhi.

Oltre la vetrata, lontana anni luce eppure a pochi metri, c'era lei.

Con Draco Malfoy. La Granger e Malfoy.

Doveva essere un'allucinazione.

Malfoy, con la mano poggiata sopra quella di Hermione, le stava mormorando qualcosa di personale, quasi intimo. Lei sembrava imbarazzata, cosa che fece sentire Fred ancora peggio.

Aveva sbattuto le palpebre più volte, convinto che quell'immagine sarebbe sparita. Probabilmente era un Molliccio che si prendeva gioco di lui, o una proiezione della sua fantasia sovraeccitata. Magari collaudare troppa Polvere Buiopesto portava effetti collaterali, pensò.

Ma niente: loro continuavano a stare lì oltre il vetro, in bella mostra a chiunque passasse, come pesci in un acquario.

Come se loro due non si fossero baciati appassionatamente solo qualche giorno prima. Come se quello non fosse Draco Malfoy, la serpe che l'aveva insultata per anni. Come se lui – Fred Weasley – non contasse niente.

Si era riscosso, realizzando che non poteva passare la serata a fissarli. Lanciato un ultimo sguardo al viso di lei, senza riuscire a interpretarne l'espressione, tirò dritto per la propria strada.

A passo svelto vagò per le note vie di Diagon Alley, dove ormai si svolgeva tutta la sua vita. Senza sapere perché, era tornato sui propri passi, verso Fortebraccio.

In quel momento Sally stava chiudendo la bottega, e nella testa di lui balenò un'idea insana e vendicativa, per niente in stile Fred Weasley – per quanto di idee insane e vendicative lui e George se ne intendessero. Non la trovava una cosa lusinghiera per se stesso, ma la sete di rivalsa era così forte che cedette all'istinto di placarla.

"Ehi" Sally fece un gran sorriso. "Sei insoddisfatto del dolce?" alludeva al pacchetto che ancora stringeva in mano. Fred prese un respiro, due, tre; poi parlò. Non era insoddisfatto del dolce, no. Era lì per porle una domanda.

"Ti va di bere qualcosa?" chiese semplicemente. Inizialmente Sally l'aveva scrutato come se si aspettasse uno scherzo o qualcosa di simile, stupita da quel modo di fare fin troppo diretto – per un attimo Fred pensò che avrebbe rifiutato e che il suo brillante piano di vendetta sarebbe andato a rotoli, ma così non fu. La ragazza sembrò soppesare la proposta e infine rispose:

"Perché no?"





Ripensando a quella serata, Fred non faceva altro che avercela ancora di più con la Granger! Sapeva cosa Hermione aveva fatto – e l'aveva fatto prima che lui chiedesse a Sally di uscire. Ad ogni azione corrisponde una reazione, no? E la sua era stata la ripicca, anche se non ne andava particolarmente fiero.

Inoltre, uscire era un parolone, visto che fin da subito Fred aveva chiarito che non voleva una relazione, e a Sally stava bene così. Se avesse avuto anche il più piccolo sentore di poterle davvero fare del male, avrebbe lasciato perdere.

Non era il tipo d'uomo che illude deliberatamente una donna solo per vendicarsi di un'altra. Perché sì, quella nei confronti della Granger era una vera e propria vendetta – e non si sentiva per niente meglio, a compierla. Anzi, si sentiva colpevole. Perché ci si sentisse, non gli era chiaro, quando la Granger era sul giornale insieme a Malfoy.

E il peggio, riflettè versandosi altro whiskey, era che in quel momento avrebbe solo voluto essere al posto di Malfuretto. Se solo Hermione avesse dato cenno di ripensamento e lo avesse mollato, lui sarebbe stato la persona più felice sulla Terra.

Possibile che fosse bastato un bacio per mandargli il cervello in pappa e la dignità fin sotto le scarpe?!

Evidentemente sì, gli era bastato.

Riempì nuovamente il bicchiere di Whiskey Incendiario e lo buttò giù: si sentiva un cowboy da film western babbano, lì seduto a sorseggiare whiskey. Si alzò lentamente e posò il bicchiere nel lavabo.

Sei un triste e patetico clown, Fred Weasley!, mugugnò una vocina nella sua testa, mentre saliva le scale e andava a coricarsi.





Quel giovedì iniziava già male; Hermione si era alzata con un cerchio alla testa, che non sembrava volersene andare. Si era preparata in fretta ed era uscita di casa solo dopo aver sentito la porta d'ingresso sbattere sonoramente.

Fantastico, pensò tristemente; ora lei e Fred avrebbero ripreso ad ignorarsi reciprocamente.

Come ogni mattina, raggiunse a piedi la bottega di Ollivander. Entrò e i sonagli sulla porta la accolsero col solito tintinnio.

"Salve Hermione".

"Buongiorno".

"Sei di nuovo sul giornale" la informò, senza un minimo di riguardo per lo shock che la rivelazione improvvisa le avrebbe potuto provocare.

"COSA?" disse con voce strozzata. "Ma oggi è giovedì!"

"Infatti sei sulla Gazzetta del Profeta, non sul Settimanale delle Streghe" precisò, porgendole il giornale. "Vai alla pagina della cronaca mondana" le disse.

Come se non fosse già abbastanza imbarazzante comparire sulle riviste un giorno sì e l'altro pure, si accorse che Ollivander stava sogghignando allegramente. Hermione scorse i fogli del giornale fino alle ultime pagine.

In bella vista, con tanto di foto correlata, troneggiava un altro articolo sulla serata che aveva passato in compagnia di Malfoy.

Sbuffò sonoramente; ma i giornalisti non avevano proprio altro da pubblicare che articoli sulle loro uscite?

Non poteva credere che avessero così poca fantasia, per Godric!

"Ci risiamo" esclamò imbestialita. "Di nuovo con questa storia dei fiori d'arancio!"

Non sapeva se poteva reggere quella pressione psicologica – ed erano passati solo pochi giorni. Non voleva più vedere una pagina di quella robaccia, così accartocciò il giornale prima di realizzare che apparteneva a Ollivander.

"Mi scusi, glielo ricompro" fece, mortificata.

"Non ha importanza; la Gazzetta è caduta così in basso che non dovrei neppure acquistarla. Piuttosto, apprendista, mettiti al lavoro!" le intimò guardandola in tralice; in realtà stava ridendo sotto i baffi per quella reazione impulsiva.

Hermione non se lo fece ripetere due volte, desiderosa com'era di non pensare ad alcun uomo che non fosse un cliente o Garrick Ollivander – era sempre più convinta che, tra le sue frequentazioni, fosse l'unico esemplare di sesso maschile con un po' di comprendonio.

La giornata le sembrò fin troppo corta, con la prospettiva della cena da Harry e Ginny – e le mille domande che le avrebbero di sicuro rivolto.

L'unica consolazione era che non potevano chiederle niente di Fred, dato che nessuno sapeva. Continuò a pensare all' articolo su lei e Draco anche mentre serviva i clienti, e i risultati furono scadenti.

Un' anziana strega dal mantello color porpora venne a ritirare la propria bacchetta, ma tornò indietro cinque minuti dopo, lamentandosi di uno scambio che Hermione aveva commesso per errore.

"Badi meno ai giovanotti e di più alle bacchette, signorina!" aveva grugnito acidamente, prima di marciare fuori dal negozio. Hermione pensò che quella frase non era esattamente priva di doppi sensi, ma decise di concentrarsi sul lavoro e smettere di rimuginare.

Molte persone si avvicendarono nel piccolo negozio polveroso, come al solito stipato di scaffali e scatole piene di bacchette – dietro alle quali c'era l'immenso lavoro di cui ora anche Hermione era stata messa a parte. Non era cambiato granchè negli anni, quel luogo. Conoscerlo così bene, Hermione lo considerava un privilegio. Quel giorno più che mai, non sarebbe voluta uscire di lì per tutto l'oro del mondo.

Alla sera, salutò Ollivander e – prima di Smaterializzarsi – gettò un'occhiata all'unica bacchetta adagiata su di un cuscino porpora in vetrina; e una all'insegna sbiadita in lettere dorate, identica a quella che aveva scorto la prima volta in cui aveva messo piede a Diagon Alley, a soli undici anni.












NOTE AL CAPITOLO*



1) La strofa riportata all'inizio del capitolo da I'm not the only one di Sam Smith, facente parte dell'Album In the lonely hour (ne sconsiglio caldamente l'ascolto se si è già tristi per conto proprio, però ci stava bene).



2) Ne L'Ordine della Fenice Silente viene rimosso da un mucchio di incarichi importanti (in quanto Cornelius Caramell è convinto che Albus voglia rovesciare il suo mandato al Ministero e prendere il suo posto) ma lui dice che, finché non gli tolgono il suo posto tra le Cioccofigurine, per lui va bene. Ho immaginato che Hermione ricalcasse affettuosamente la sua osservazione.



3) Tre volte: Hermione non fa caso alla precisazione, che Fred fa involontariamente, perché la prima volta in cui sono usciti non ci sono state foto, ma lui li ha visti al ristorante. In realtà, come noi sappiamo, non era un vero appuntamento, perché Draco era comparso all'improvviso proprio per chiederle di frequentarsi.



4) So che Fortebraccio è una gelateria, ma non siamo in estate e quindi ho immaginato che potesse essere convertita in una pasticceria nei mesi non troppo caldi. Ci sono gelaterie così, e poi mi serviva.



5) Non so se Hermione impazzisca per il cioccolato, ma io sì. Poi, a chi non piace il cioccolato?






SPAZIO AUTRICE


Ciao gente!

Fred è tornato alla carica, alla fine. E si è spiegato anche il perché del suo comportamento schizzoide. È stata una reazione impulsiva a quello che ha visto. Quindi, c'è stato un grande equivoco. Sia Fred che Hermione hanno fatto qualcosa per vendetta, o per ripicca. Ora, la differenza tra le due situazioni è palese.

Per Fred la cosa non ha avuto seguito, perché non prova niente per Sally.; invece Hermione e Draco hanno confidenza e un passato alle spalle – a differenza di quello che crede Fred e il resto del mondo magico (probabilmente l'ha presa per pazza, non sapendo del cambiamento avvenuto al settimo anno).

Quindi Fred si è dato la zappa sui piedi da solo, e bisogna vedere se la cosa gli si ritorcerà contro definitivamente o meno.

Del resto, negli ultimi capitoli abbiamo visto spesso Draco e Hermione insieme. Perciò, come si dice: una botta al cerchio e una alla botte. La mia intenzione è sempre stata tenervi sulle spine per un bel po'... finora ce l'ho fatta, penso.

Nel prossimo capitolo Hermione vi delizierà con un paio di flash back del settimo anno, che faranno intravedere ciò che è successo. A presto con la cena da Harry!

Baci baci :*

Jules



  
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