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Autore: Annie_ina9    08/12/2015    1 recensioni
Anna, 16 anni, a 3 anni si è ritrovata a coprire il ruolo di padre insieme a sua madre. è innamorata di un ragazzo di nome Pietro che neanche la conosce ma che appena scopre del trasferimento di Anna le bussa alla porta, l'abbraccia e le fa scivolare nelle mani un biglietto. Nella nuova città Anna incontra nuovi amici ma soprattutto incontra Samuele. scopre di essere innamorata di lui ma non ha ancora dimenticato il ragazzo della sua vecchia città. Un giorno prende finalmente la decisione di parlare a Samuele di quello che prova ma qualcuno si è trasferito in città: è lui, è Pietro.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 2 Un nuovo inizio Esce di corsa dalla camera, scende le scale e passa accanto alla madre che sta sorseggiando un tè mentre fa una pausa dalle pulizie della nuova casa, la saluta, sbatte la porta e prende la bici dal garage. Esce dal piccolo cancello sul lato del giardino che dà su una strada che porta in paese e lo richiude con le chiavi. Impiega solamente due minuti ad arrivare nel centro ma le sembrano un’eternità. Non vede l’ora di incontrare facce nuove, farsi degli amici e vedere com’è il suo nuovo paese. A quell’ora del giorno ormai non fa molto caldo e lì è tutto all’ombra, un’arietta dolce le sfiora il viso ma non le fa venire i brividi, anzi, le distende le ossa. Quando la strada comincia a essere più percorribile Anna capisce di essere quasi arrivata. Eccolo lì, il suo nuovo inizio, il sole le copre un po’la visuale ma passa sotto un albero che le fa ombra e riesce finalmente ad allungare la vista oltre il vialetto. La prima cosa che nota è che quasi tutte le case sono fatte interamente di pietra e sono davvero graziose: hanno i fiori che pendono dai balconi e quell’aria antica. Le strade non sono asfaltate e anch’esse in pietra. A prima vista sembra uno di quei pesi che fanno vedere nei film, dove tutto è meraviglioso. Avvicinandosi un po’ di più a quello che ha tutta l’aria di un parco giochi per bambini, nota un pallone che vola in alto, dietro ad un muretto. Magari qualcuno sta facendo dei passaggi e lei può unirsi; infondo, è la capitana dell’under sedici e la vice della prima divisione. Posa la bici accanto al muretto di pietra fredda e lo scavalca senza troppa difficoltà. Si ritrova in un campo da beach volley dove alcuni ragazzi giocano con un pallone un po’ sgonfio e non proprio adatto a quello sport. Nonostante ciò, però, sono bravi. Ci sono due ragazze che potranno avere sì e non la sua età da un lato del campo, mentre dall’altro ci sono tre ragazzi che sembrano avere almeno tre anni in più. Vicino al campo c’è un grande prato sintetico circondato da una rete metallica in cui una decina di ragazzi giocano a calcio. Ne nota uno in particolare, col cappello grigio con il simbolo “LA” di Los Angeles. Non si intende molto di calcio ma lui sa dribblare piuttosto bene. Osserva l’azione. Quel ragazzo col cappello prende possesso di palla, scarta alcuni avversari e passa la palla ad un suo compagno più grande che dopo aver superato i difensori gli tira di nuovo la palla. Il “brunetto col cappello”, ha deciso di chiamarlo così, mentre si porta ancora di più verso la porta, la nota. Un brevissimo scambio di sguardi, neanche un secondo, ma Anna vede subito quei fantastici occhi cioccolato che la fanno quasi sciogliere. Lui nota quei bellissimi occhi smeraldo che lo fissano. Sbaglia il tiro che va contro la traversa. La palla rimbalza e va oltre la rete e cade poco lontano da lei. Il brunetto col cappello corre per raccogliere la palla. Anche Anna gli si avvicina, ma più lentamente, quasi timorosa. Si chinano a raccoglierla quasi insieme, le piccole dita di Anna sfiorano quelle del ragazzo, più calde e abbronzate. Nel rialzarsi lei scontra con la fronte il suo cappello che cade a terra. Lui non se ne accorge. È troppo impegnato a perdersi nello sguardo di Anna. Le ragazze che stanno giocando a pallavolo li osservano stupite, regalando un punto agli avversari. Ora i due si fissano. Si sente urlare un nome: Samu. Evidentemente il ragazzo si chiama Samuele. È anche il nome del fidanzato di una sua amica che non gli sta molto simpatico, ma, improvvisamente, è diventato uno dei nomi più belli del mondo, dopo Pietro, ovviamente… Anna lascia la palla e si tirano su insieme, poi lui corre verso il campetto e si gira un’ultima volta facendole l’occhiolino. Ha dimenticato il cappello a terra. Anna lo raccoglie e lo chiama per ridarglielo ma ormai lui è troppo lontano per sentirla gridare, o semplicemente vuole una scusa per riuscire a rivedere almeno una volta quella ragazza dallo sguardo magnetico e scoprire il suo nome. La lascia lì con in mano il cappello del quale non sa che fare. Anna, senza pensarci, lo indossa. Le sta proprio bene, lo sistema un po’ più pendente sul lato destro, fa vedere il sotto della visiera ma in modo che si leggano ancora le iniziali di Los Angeles. Dal campo di pallavolo le due ragazze interrompono la partita e le si avvicinano. Si presentano e Anna scopre che si chiamano una Lucia e l’altra Chiara. Lucia, la bionda dagli occhi azzurri, sembra un po’ più timida mentre Chiara, la nera dagli occhi nocciola, è più aperta e le propone di unirsi a loro nella partita, visto che sono solamente in due. Anna accetta volentieri, a patto che usino il suo pallone, che, anche se non ne ricorda il motivo, si è portata dietro. Sul pallone spiccano, ognuna in colori diversi, le firme delle sue compagne di squadra, le mancano, si chiede se lì ci sarà una squadra di pallavolo o se dovrà unirsi a quella di Cuneo che è molto prestigiosa. Le sue due nuove amiche le chiedono se è nuova: non l’hanno mai vista in paese, così Anna, fra un punto e l’altro delle sue schiacciate, gli racconta tutto, dal suo trasferimento per il lavoro della madre a quello che è successo con Pietro. Dopo la vittoria schiacciante delle ragazze, Lucia e Chiara decidono di fare insieme la strada fino alla villetta della loro nuova amica. Scavalcano il muretto e prendono la loro bici. Prima di riaccompagnarla a casa le fanno fare il giro del paese e le mostrano tutti i luoghi più interessanti mentre chiacchierano confidando ad Anna i loro segreti. Anche se si sono appena incontrate sembrano conoscersi da una vita e Anna è felice di aver subito incontrato qualcuno di simpatico. Scopre che il fidanzato di Chiara era uno dei ragazzi che giocavano a calcio nel campetto: il portiere. Purtroppo, ultimamente, litigano spesso, anche per una cosa insignificante. Chiara le spiega che l’ultima che hanno litigato erano al cinema e durante un film, il preferito di Chiara, lui si è addormentato e per tutto il viaggio di ritorno in auto hanno urlato e sbraitato l’uno contro l’altra solo per quello. Secondo lei tra di loro si è rotto qualcosa, come il filo che tanto li univa, ma nessuno dei due riesce a capire perché; così si sono presi “una pausa”. Chiara però ama ancora molto il suo Liam e spera di riconciliarsi presto con lui perché non ce la fa più a stargli lantana. Lucia invece le racconta che lei è innamorata di Stefano, il fratello di Chiara, contro il quale avevano giocato prima a beach. La sua timidezza, però, le impedisce quasi di parlargli e, secondo Chiara, non ci riuscirà mai. Anche se dice che a casa, Stefano, ogni tanto le chiede di lei cose tipo: “Oggi viene Lu?” oppure “che ne dici se chiamiamo Lu ei miei amici e andiamo a fare una partita al campo?” o anche “Come mai oggi Lu non è venuta da te? Sta male?”. Secondo Anna vuol dire che un po’ di interesse da parte di Stefano verso Lucia c’è; secondo Chiara, invece, o la vuole prendere in giro oppure è semplice interesse per la sua sorellina (alla quale vuole molto bene). –E te, Anna? Ci hai detto di questo Paolo…? Ci hai parlato del biglietto, che è bello e tutto… ma se fossi in te lascerei perdere e farei più attenzione a mister cappello!- le suggerisce Chiara indicando la testa di Anna sulla quale porta ancora l’oggetto dimenticato dal ragazzo. –Si chiama Pietro! E poi io questo… Samu… neanche lo conosco! Però devo ammettere che ha degli occhi! Comunque secondo me non gli interesso neanche! Invece Piè! A lui sì che piaccio e gli ho promesso che lo avrei aspettato anche tutta la vita, se non di più!- risponde un po’ acida Anna. –Secondo me Pietro è molto dolce e poi Samu, si sa… è già fidanzato con quella stupida di Marta! -Marta?! Anna è mille volte più bella e simpatica di quella smorfiosa! E il nostro mister cappello ci sta insieme solo perché non ti ha ancora conosciuta bene! E se vuoi il mio parere, quello ti ha lasciato il cappello apposta! Tutti sanno che non se ne separa mai, secondo te lo avrebbe dimenticato? No no, a ‘sto lì, piaci!- ribatte Chiara decisa. –Sarà, comunque il suo cappello mi piace un casino! E mi sta pure bene, vero? Comunque, cambiamo argomento: la prossima settimane verranno le mie due migliori amiche di Milano. Potreste incontrarvi! Andreste molto d’accordo! Spero…- propone Anna, pensando che Alessia e Chiara avrebbero potuto odiarsi a morte per il carattere simile, non avrebbe mai voluto scoprire cosa sarebbe successo se quelle due teste calde si fossero messe a litigare! Per il resto del tragitto parlano del più e del meno, Chiara e Lucia raccontano ad Anna degli altri ragazzi e chiacchierando si ritrovano a parlare della scuola e scoprono che, visto che Chiara, per paura di essere rimasta bocciata, è già andata a vedere le classi, saranno in classe insieme: la 3^ B. Samuele, invece, è nella 5^ A. Prima di entrare in casa Anna scambia il numero con Lu e Chia. A cena non spiccica quasi una parola e risponde con la testa da un’altra parte alle domande che le pone la madre. Silvia si preoccupa un po’ e non pensa che sia solo colpa del trasferimento e della mancanza degli amici, c’è qualcos’altro, capisce che probabilmente ha conosciuto un ragazzo e decide di non infastidirla. Dopo cena, Anna, va in camera sua e accende la TV. Si infila il pigiama e si sdraia sul letto. Sta guardando una vecchia puntata di una serie per ragazzi che avrà già visto e rivisto almeno dieci volte. Non presta molta attenzione a quello che accade e ripensa a tutto ciò che le è successo in una sola giornata; l’abbraccio di Pietro e il biglietto, gli occhi di quel ragazzo e il suo cappello che ha ancora in testa, le sue nuove amiche, la nuova casa… rilegge ancora una volta il foglietto firmato da Piè, poi si rigira fra le mani il cappello. Non capisce cosa le stia succedendo, non capisce perché Pietro non ha confessato prima il suo amore per lei, non capisce perché abbia degli occhi così belli… ma chi ha degli occhi così belli? Piè o Samu? Non capisce neanche il perché gli abbia lasciato il cappello. Non capisce nulla. Altre lacrime le rigano le guance… quante volte ha già pianto in un solo giorno. Sua madre è andata a letto. L’ha sentita chiudere la porta della camera. Strano, di solito non si dimentica mai di darle la buonanotte, forse è stata una giornata faticosa anche per lei, con il trasloco e tutto il resto, o forse non vuole farsi vedere dalla figlia mentre piange. Molte volte Anna l’ha vista singhiozzare in silenzio, sperando di non essere vista. Quante cose hanno in comune lei e sua madre: entrambe bellissime, entrambe testarde, entrambe troppo forti per mostrare agli altri le loro debolezze. Si addormentano quasi insieme, piangendo in silenzio, separate da uno spesso muro ma unite più che mai dal bene che si vogliono l’un l’altra. Infondo è difficile assumersi l’incarico di padre, sia da parte di madre, che di figlia. Anna stringe in una mano il cappello, che sa di uno strano profumo, non sudore, no… non sa spiegarselo ma gli piace. Nell’altra stringe stretto in un pugno chiuso il foglietto, questo sa di cosa profuma: d’amore. Si risveglia più grande, in una casa che non è la sua, Anna è cresciuta, ormai ha trent’anni ed è sposata, ma con chi? Non se lo ricorda neppure lei. Si alza dal letto e si veste. Va in bagno e dopo una sciacquata alla faccia scende in cucina dove c’è la colazione pronta con una piccola rosa bianca accanto alla tazza di latte fumante e i suoi biscotti preferiti. Si versa un po’ di caffè nel latte. Fa per prendere lo zucchero dal mobiletto ma nota qualcosa… una cappello grigio, lo stesso che indossava Samu. Si stupisce di aver scelto lui. Lo alza e fa per metterselo, sotto c’è un biglietto. Quello che prima era sembrato un bel sogno ora si trasforma in un incubo. Un biglietto scritto con quella calligrafia tanto dolce che ama molto… il foglietto dice: Buongiorno amoreeee! TI AMO, tantissimo. Scegli me. Tuo, Piè<3 Tuo ,Samu<3 No, non è possibile!!! È un incubo. Da dietro la cucina entra un uomo alto e muscoloso ma… la sua faccia cambia, si confonde, un po’gli occhi sono verdi un po’ marroni un po’indossa il cappello un po’no. Anna urla. Si sveglia nel pieno della notte e il grido le si spegne in gola, non le esce niente dalla bocca anche se crede di aver urlato a sufficienza nel sogno. È in un lago di sudore. Guarda l’orologio sul comodino: l’una e un quarto. Tutte le volte si sveglia a quell’ora. Chissà perché. Non erano i suoi numeri fortunati, non era nemmeno l’ora in cui era nata. Solo ora ne capisce il motivo: quella notte, quando era piccola, la notte prima del suo compleanno, aveva sentito qualcuno scendere le scale in modo più silenzioso possibile ma lei lo avevo udito. Le erano sembrate due le persone, passi piccoli e felpati mischiati a quelli del padre, ma chi può dirlo era piccola e insonnolita, probabilmente li aveva sognati. Dopo, la porta si era chiusa molto lentamente, con un cigolio quasi impercettibile. Dei fari si erano accessi e una macchina era sgommata via. Anna era troppo piccola per comprendere bene quello che era successo. Non lo capisce ancora ora e forse non lo capirà mai… si riaddormenta, si dimentica di quella notte, di quel sogno di tutto quello che è successo dopo, senza di lui, senza suo padre, sola a ricoprirne il ruolo insieme a sua madre. È cresciuta senza una persona importante al suo fianco ma è cresciuta lo stesso. Suo padre, sbagliando, quella notte, le ha insegnato una cosa importante. Non avrebbe fatto come lui, no. Non sarebbe scappata dal problema ma lo avrebbe affrontato di petto, come solo lei avrebbe saputo fare.
   
 
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