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Autore: piccolo_uragano_    09/12/2015    9 recensioni
“Perché ogni volta che c’è in giro Lord Voldemort facciamo figli io e te, Martha?”
Martha accennò un sorriso. “Perché ogni volta che io e te facciamo figli c’è in giro Lord Voldemort, Sirius?”
Remus trattenne una risata. “Ed è per questo che sono vent’anni che ti ripeto che è quella giusta.”
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Non è una di quelle storie tutte miele e amore in cui Sirius trova la sua perfetta metà e vissero tutti felici e contenti. Martha darà a Padfoot del filo da torcere, insegnandogli ad amare e a restare.
(Si parte dal 1976 fino a poco dopo la battaglia di Hogwarts; in teoria è finita, dopo anni, ma in pratica.....)
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily, Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ti amo più di ieri e meno di domani.'
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A D.
quando le scuse non basteranno,
ti prego di cercare di capire 
il bene che ti voglio. 

7

“Non mettete nemmeno in conto di chiedere a vostra madre?” Domandò Ron, seduto accanto a Kayla sull’Espresso per Hogwarts.
“Non è quello, Ron.” Sbuffò Harry. “Dirà che non si accamperà fuori da uno stadio per una partita di Quidditch.”
“Oh,non è una partita” lo corresse Fred. “È la finale per la Coppa del Mondo!”
“Lo so, Fred.” Gli disse Robert. “Ma con papà lontano da casa, è fin troppo stressata.”
“Dov’è tuo padre?”domandò Hermione.
“Sulle tracce di Minus, con Kingsley e una squadra di Auror.”
“Perché tua madre non è con loro, allora?”
“Immagino che sia perché stiamo tornando noi.” Sminuì Harry, guardando fuori dal finestrino.
In realtà,Harry e Robert, pochi giorni prima, avevano origliato una conversazione tra Martha e Remus,  e la signora Black informava Lunastorta di aver litigato con suo marito per via di questa partenza. Lui era partito ordinandole di stare a casa, per via delle cure per la fertilità che Martha stava facendo.
“Potremmo chiedere a zia Rose.” Buttò lì Kayla. “Lei giocava a Quidditch, a scuola.”
“Sì, è vero!” esclamò Harry.
“Aspettiamo che torni papà.” Li bloccò Robert. “Sarà fin troppo semplice comprare il suo entusiasmo.”
Harry e Kayla sorrisero.  “Oh, hai ragione!” Esclamò la piccola. “Basta non dire alla mamma che sarà pieno di Veela.”
“La mamma sa che una partita come quella è piena di Veela.”
“Oh, magari se ne dimentica.” Ipotizzò Harry.
“Magari.”sorrise Robert.
“Ehi” disse Hermione. “cosa è quella cosa fuori dal finestrino?”
Tutti si voltarono a guardare. Qualcosa di piccolo e grigio appariva e spariva. Robert si alzò e notò che si trattava di un gufo che portava una busta troppo grande per lui. Sorridendo, aprì il finestrino e afferrò quello strano gufo. Lui gli consegnò la lettera e iniziò a svolazzare per lo scompartimento, evidentemente soddisfatto della missione che aveva appena portato a termine.
“Credo sia di papà.” Sussurrò lui, aprendo la lettera.

Ragazzi miei,
mi dispiace di non poter essere con voi quando scenderete dall’Espresso per Hogwarts. Davvero.
Purtroppo quando mi sono offerto volontario per questa missione, due settimane fa, non pensavo sarebbe durata tanto. Stiamo passando a tappeto l’Irlanda.
L’idea di partenza era di cercare la madre di Peter, ma lui è arrivato prima di noi, perché la signora Minus è scomparsa. Kingsley e Moody, però, giurano che tra meno di due settimane autorizzeranno una Passaporta per farmi tornare a casa,perché credo non mi sopportino più: parlo solo di voi e della mamma.
Quando tornate a casa badate bene che Fierobecco non vada a mangiare le rose coltivate dalla zia, perché la mamma si arrabbia moltissimo.
State attenti che la mamma prenda le pillole prescritte dal medico babbano, vi prego: se  funzionano, avrete presto quel bel fratellino che sognate tutti. E non badate se è irritata o se dorme tanto, sono le pillole che contengono ormoni. Non capirò mai come funziona la medicina babbana,ma il medico si è davvero raccomandato.
Vi scriverò ogni sera. Ah, il gufo è per Ronald, visto che per colpa mia non ha più un topo. So che non è un gran gufo, ragazzo, ma è il meglio che io abbia trovato, qui in incognito. Sembrava anche impaziente di svolgere il suo compito.
Harry, fa il bravo dai Dursley. Cerca di non gonfiare nessuna zia e di non chiedere a Robert di rubare la macchina di Martha. Questa volta, vi ammazzerà.
Non vi preoccupate, ho i biglietti per la Coppa del Mondo: se fate i bravi, io e Rose convinceremo anche Martha a venire con noi. Se vi dice che non si accamperà fuori da uno stadio, ditele che per le Sorelle Stravagarie lo ha fatto.
Credo di avervi detto tutto.
A presto,
Padfoot


“Che dice?” chiese Kayla, impaziente.
“Che ha i biglietti per la Coppa del Mondo, Fierobecco non deve mangiare le rose della zia, la mamma prende degli ormoni e il gufo è per Ron.”
“Per me?” chiese il giovane Weasley.
“Per te. Se ti va.” Rispose Robert, alzando le spalle.
Ron, sorridendo, prese il gufo e si avvicinò a Grattastinchi e Crux. “Che dite, voi: è un vero gufo?”
Kayla rise. “Beh io dico che sembra un gufo simpatico.”
“Okay, allora.” Sentenziò Ron. “Benvenuto tra noi!”

Martha, seduta accanto al letto di Harry, sorrise al racconto del gufo che Sirius aveva rimediato per Ron.
“Conoscendolo, ha Trasfigurato qualcosa.” Scherzò. “Probabilmente fino a stamattina quel gufo era una lampadina.”
Harry rise, guardando il viso della madre adottiva. “Sirius ha detto che stai facendo delle cure per la fertilità.”
Il sorriso di Martha si fece malinconico. “Si, beh, voi non dovreste saperlo.” Sospirò. “Però è vero.”
“Quindi cosa fai prendi …”
“Delle pastiglie schifose.” Scherzò lei, riprendendo il sorriso.
“Oh, perché non hai mai provato la Polisucco.” Scherzò Harry.
“Non lo escluderei, sai? Ho combinato le mie belle Malandrinate anche io …” E si perse a guardare fuori dalla finestra, cercando tra le stelle il ricordo di una spensieratezza perduta.
Harry sorrise. “Me ne racconti qualcuna?”
“No, certo che no.” rispose lei, accarezzandogli i capelli. “Tua zia te li taglierà.”
“No, no, a me piacciono così.”
“Andiamo, tesoro, ancora un po’ e li avrai lunghi quanto Kayla.”
Accarezzandogli la fronte,prese a ripercorrere la saetta con l’indice.
“Credi che tornerà? Voldemort, intendo.”
Lei sembrò pensarci su. “Penso che un mago tanto cattivo non possa essere morto, ma non so se sarà mai abbastanza forte da tornare.” Poi scosse la testa. “E penso anche che adesso sia decisamente tardi. Domani ti vengo a svegliare presto, intesi?” Lui annuì, tirando il lenzuolo con la leggera coperta verso il suo viso. “Buonanotte, tesoro.”
“Buonanotte, Martha.” Rispose lui.
Lei gli baciò la fronte, spense la luce, e, con passo leggero, uscì dalla stanza per dirigersi verso la stanza di Kayla, trovandola seduta su una poltrona a leggere Manuale di Psicologia dell’Ippogriffo.
“Principessa, è tardi: corri nel letto.”  Le ordinò.
Lei alzò gli occhi dal libro. “Credo che Becco abbia bisogno di un amico.”
“Oh, beh Felpato tornerà presto.” Rispose lei, mentre la piccola riponeva il libro e si metteva sotto le coperte.
“Sicura che tornerà?”
“Se non dovesse tornare, Kayla Lily Black, me lo andrei a riprendere.”
Kayla sorrise. “Ma è vero che stai cercando di rimanere incinta?”
Martha alzò gli occhi al cielo. “Sei abbastanza grande per capirlo, Kayla: tuo padre è dall’altra parte del paese,in questo momento non mi è esattamente possibile cercare di rimanere incinta.”
Kayla sorrise. “Ha detto che stai prendendo-“
“Ricordami di ammazzarlo, quando torna.”
“Perché?”
“Perché eravamo d’accordo che non vi avremmo detto di questa cosa.” Sospirò, sedendosi accanto alla bambina.
“Perché no?”
“Perché metti che non ci riusciamo, principessa,metti che questo fratellino non arrivi.” Le disse, rimboccandole la coperta. “Vi sarete creati false speranze.”
“Beh” contestò Kayla. “Ve ne sarete create anche tu e papà.”
“Giusta osservazione, signorina Black. Dieci punti a Serpeverde!”
Kayla si imbronciò. “Hanno vinto di nuovo i Grifondoro.” Sbuffò.
“Beh, siamo i più forti!” scherzò Martha. “Non ti preoccupare, piccola, delle Coppe delle Case ti ricorderai solo i festeggiamenti, un giorno.”
Kayla sorrise, poi tornò seria. “Mamma?”
“Sì?”
“Se questo fratellino dovesse arrivare, il nome potremmo sceglierlo noi?”
Lei sembrò pensarci su. “Sai, l’idea di tuo padre è che ognuno di voi scelga un nome, e non ce lo dica fino a quando non nascerà.”
Kayla si illuminò. “Posso iniziare a pensarci?”
“Abbiamo detto di non creare false speranze, Kayla.”
“Oh, se non dovesse arrivare, riciclerò il nome per mio figlio.”
Martha la guardò stupita ma sorridente. “Non dire mai una cosa del genere davanti a tuo padre, ti prego. E poi, è presto.”
“Beh, tu hai avuto Robert alla fine del settimo anno.”
“Si, tesoro, ma non è che fosse programmato.” Sospirò lei. “E sembro mia madre, in questo momento, ma giuro che erano altri tempi.”
“Ora che tempi sono?” domandò Kayla, con i suoi occhietti curiosi.
“Ora sono tempi tranquilli.” La tranquillizzò Martha. “E ora è anche tempo di dormire.” Le baciò la fronte. “Buonanotte, principessa.” Poi, così come aveva fatto in camera di Harry, uscì in punta di piedi e spense la luce, per dirigersi verso la stanza di Robert. Bussò una volta, sentendolo parlare.
“Pulce?” domandò, entrando. Trovò Robert sdraiato per terra, con il telefono sull’orecchio e un sorriso che lei conosceva fin troppo bene. “Robert, saluta Hermione e vai a dormire.” Gli disse.
Lui la guardò sorpreso. “Chi ti dice che è Hermione?”
“Sono tua madre, Robert, non puoi nascondermi niente.” Lo bloccò lei. “Saluta Hermione e vai a dormire.”
“Cinque minuti, dai.” Le chiese lui. “Mi sta raccontando la cena con i suoi cugini.”
“Oh, che cosa interessante.” Sminuì lei. “Devo cercare di telefonare a papà, pulce.”
“Lui non sa usare il telefono.” La contraddisse Robert. “Non puoi telefonargli.”
“Telefono a Kingsley e lui mi passa papà. Metti giù.” Ordinò.
Lui borbottò alla cornetta qualche parola di buonanotte e poi guardò la madre, imbarazzato. “Ma è vero che papà è impotente?”
Martha gli tirò un cuscino. “Robert, come osi?”
“Ha scritto che prendi le pastiglie per …”
“Se fosse un suo problema le prenderebbe lui, non credi?”
“Beh,sai, con l’età …”
“Abbiamo trentaquattro anni, Robert, non cinquantaquattro.” Puntualizzò lei. “E ti assicuro che tuo padre non è impotente.”
Lui scosse la testa. “Forse questo non volevo saperlo.”
“Hai iniziato tu, pulce!”
“Certo, certo, hai ragione.” Sorrise lui, levandosi la maglietta e la tuta per rimanere in boxer e infilarsi sotto le coperte. “Comunque qualcosa non va.”
“In che senso?”domandò lei, avvicinandosi.
“Beh, lui non c’è, tu prendi delle pillole …”
“Le cose non sono collegate, Black.” Lo fermò lei. “Credo che tuo padre sia partito perché si sente in colpa.”
“Perché non riesce a fecondare i tuoi ovuli?” scherzò lui.
“Per Peter, tesoro, sono sicura che puoi capire.”
Lui sembrò rattristarsi. “Beh,si, lo posso capire.” Disse poi. “Ma se foste in crisi, me lo diresti?”
“Se fossimo in crisi, non prenderei pillole odiose per dargli un altro figlio.”
“Okay, anche questo è vero.”ammise. “E se fossi incinta, mamma, me lo diresti?”
Lei scrutò il viso del primogenito, ripercorrendo per un attimo tutto ciò che aveva vissuto con e grazie a lui. Il primo ricordo che aveva di lui, era Madama Chips chele diceva che si, era incinta. James che rideva alla notizia, nella stanza dello Specchio. Sirius che, dopo averlo saputo, era sparito per qualche ora. Robert Redfort che non era riuscito a spiccicare parole,e Charlus che non riusciva a smettere di ridere. La pancia che cresceva, le persone che nei corridoi la indicavano e Lumacorno che la faceva uscire dalla classe quando si lavorava con sostanze tossiche o dannose. I mesi che erano passati troppo in fretta, lo sguardo schifato dell’operatore esterno ai M.A.G.O., il matrimonio, le doglie, il parto. E poi quel bambino così lontano dal ragazzo che aveva davanti adesso. Sirius che lo prendeva in braccio per la prima volta, Lily in lacrime e James che gli cambiava il pannolino.  I suoi primi passi,le prime parole, ed il momento in cui Martha era tornata a casa dicendogli che il papà non sarebbe tornato, per un po’. Quanto fu dolce e paterno con la piccola Kayla, quanto fu premuroso nel raccontargli quel poco che ricordava di Sirius. Gli anni passati troppo in fretta,la lettera per Hogwarts, lo Smistamento e la conferma dei suoi sospetti: Robert era il vero erede dei Malandrini. Poi suo padre era tornato, e lui aveva scoperto quel rapporto unico che aveva dimenticato. L’adozione di Harry ed il fatto che lui l’avesse accolto subito, senza chiedere nulla, per poi ammettere che si ricordava di James e Lily.
Poi c’era stata Alex, Alex che lo aveva spezzato, Alex che lui avrebbe sempre amato, in qualche modo, e Martha pregò Merlino che Hermione non se ne accorgesse mai davvero.  E ora lui aveva recuperato la fiducia nel mondo e stava cercando di costruire una nuova storia.
“Facciamo così” gli disse, pensando alla sera in cui lei, Rose, Remus e Sirius gli avevano raccontato la vera storia dei Malandrini. “se accadrà, sarai il primo a saperlo.”
“Il primo?”
“Il primo.”
Robert si mise a sedere, e chiuse il pugno lasciando il mignolo alzato. Martha sapeva cosa volesse dire: era il loro modo di promettersi le cose, quando Robert era piccolo.
Lei sorrise e si avvicinò al figlio, stringendo il proprio mignolo nel suo. “Il primo.” Ripeterono.

“Sai che ho promesso a Robert che se dovessi rimanere incinta, lui sarebbe il primo a saperlo?”
“Il primo?” scherzò Sirius,dall’altra parte del telefono. “No, piccola, il primo dovrei essere io.”
“Beh, ma noi non siamo esattamente una coppia ordinaria. Quindi il primo a saperlo sarà Robert.”
“Sono un po’ geloso.”
Lei lo sentì sorridere dall’altra parte del telefono. “Sei geloso di tuo figlio, Black? Fatti curare.”
“Beh, ad essere sinceri, in questo momento sono geloso un po’ di tutti.”
“Ad esempio?”
“Ad esempio, sono geloso marcio di quel cuscino che ti tieni abbracciato seduta sulla mia poltrona.”
Martha ci mise un attimo a capire: lei teneva davvero un cuscino abbracciato, seduta sulla poltrona di Sirius,davanti alla porta di vetro che dava sul giardino, e che era l’ingresso principale a casa Black. Aveva gli occhiali, quindi non ci mise molto a mettere a fuoco la figura di Sirius in piedi in giardino. Si alzò di scatto e corse ad abbracciare il marito, felice come una ragazzina.
“Ehi, attenta: sono tutto rotto.” Scherzò lui, sollevandola da terra con voce stanca.
“Sei tornato!” esclamò lei. “Sei tornato!”
“Beh, pare di si.” Scherzò Sirius. “Moody non mi sopportava più, e Kingsley mi ha lasciato il suo telefono per farti questa sorpresa.”
Martha sorrise. “Oh, sant’uomo. Ti ricordo che eri convinto fosse il mio amante, tempo fa.”
“Morgana, vuoi parlare di questo?” esclamò lui, afferrando la valigia.
“No, lascia, faccio io.” gli disse lei, trascinando il vecchio baule. “Trovato niente?”
“Beh, ho una vaga idea di dove quel topastro sia andato.” Rispose lui, entrando in casa. “Tua sorella?”
“Ha detto che torna tardi.”
“Tonks?”
“Da un’amica francese per il finesettimana.”
“Remus?”
“In camera sua.”
“I ragazzi?”
“Dormono. Beh, non sono sicura che Robert si sia addormentato, ma l’idea era quella.” Con un colpo di bacchetta, fece sparire la valigia. “Gli ho dovuto ordinare di mettere giù al telefono con Hermione, sai?”
“Oh, che avete tutti contro di loro? Io ce li vedo, insieme.”
“Certo, non al telefono alle undici di sera. Sono sicura che anche Jane non era d’accordo.” Poi si avvicinò al marito. “Bentornato a casa, Padfoot.” Gli sussurrò baciandogli le labbra.
“Dio, se mi sei mancata.”

“Harry … Harry!”
Harry spalancò gli occhi. Aveva appena fatto il sogno più strano e più reale che riuscisse a ricordarsi.  Davanti a lui, Martha lo stava scuotendo.
La prima cosa che gli venne in mente di fare fu portare una mano alla cicatrice, ma si vide costretto a ritrarla subito: era bollente. Martha ripeté il suo gesto, allarmandosi.
“Harry, hai avuto un sogno strano, non è vero?” domandò Rose, in vestaglia.
Lui annuì. “S-sì … era così reale …”
“Merlino, Harry”gli disse Robert, in piedi sulla porta “cosa sognavi per urlare così?”
“Beh era …” si guardò attorno. Prima di tutto Sirius era tornato, Kayla lo guardava spaventata e Martha continuava a premere sulla cicatrice. “Era Codaliscia. Sono sicuro. E poi … c’era anche un vecchio, perché l’ho visto cadere quando … quando Voldemort si è girato …”
“Voldemort?” domandò Sirius. “Voldemort, Codaliscia e un vecchio?”
“E anche un uomo che non avevo mai visto.”
“E Voldemort che aspetto aveva?”domandò Remus, che era rimasto nascosto dietro Martha.
“Non lo so. Si stava girando quando mi avete svegliato.”
“No, Harry” gli disse Martha con aria dispiaciuta. “Ti stavo chiamando da almeno due minuti. Ti sei svegliato da solo.”
Lui la guardò senza capire, e mentre stava per chiedere qualcosa, Sirius sminuì il tutto. “Non ti preoccupare, Harry, a tutti capita di avere degli incubi.”
“Che ore sono?” domandò Harry in risposta.
“Sono le quattro.”rispose Martha. “Hai ancora almeno cinque ore per dormire.”
“Non credo riuscirò a dormire di nuovo.” Rispose lui.
“Beh, in questo caso”rispose Sirius “l’hai mai vista l’alba?”

Meno di mezz’ora dopo, l’intera famiglia Black era in giardino, accanto a Fierobecco, a guardare il cielo tingersi di moltissimi colori per accogliere il sole ed un nuovo giorno. Quando capirono che lo spettacolo era finito, Martha ordinò a tutti di andarsi a vestire, e per festeggiare il ritorno di Sirius, fecero colazione in un bar babbano che consegnò loro degli strani bicchieri con un simbolo verde ed i loro nomi scritti a mano.
La cameriera cercò di lasciare il proprio numero di telefono a Robert, ma Martha la mise in guardia di stare alla larga dal ‘suo bambino’.  La litigata che ne seguì fu unica: Robert sosteneva di essere abbastanza grande da poter gestire la sua vita da solo, e Martha stava per rispondere quando Harry, sorprendendo tutti quanti, difese Martha dicendo che lei voleva solo difendere Hermione.
Robert rimase a bocca aperta: lui e la giovane Grifondoro erano stati ben attenti a non dire a nessuno di quel loro nuovo strano legame.
“Tu sei mio fratello, lei è la mia migliore amica: credi davvero che non me ne sarei accorto?”
Kayla rise. “Beh,direi che ce ne siamo accorti tutti.”
Robert scosse la testa, improvvisamente interessato al pavimento di quello strano bar babbano.
“L’importante è che tu sia felice, Robert.” Gli disse Rose. “Non badare a questi impiccioni.”
Il Grifondoro sorrise. “Beh, sì, sono felice.”
“Allora va bene così.” Lo tranquillizzò Harry.
Sirius alzò la tazzina di caffè. “A Hermione e Robert!”
Loro brindarono in quello strano modo, in quello strano bar, in quella strana giornata. “A Hermione e Robert!” dissero, tutti insieme.
“A Hermione e chi?” domandò una voce all’ingresso del bar.
Si girarono tutti, trovando una donna con dei riccioli scuri cortissimi e dei grandi occhi castani. Era alta, con una camicia azzurra e in braccio aveva una bambina di due anni e mezzo, identica a lei.
“Alex?” domandò Robert, riconoscendola all’istante. “Credevo fossi in Germania.”
“Credevo non ti addentrassi nella Londra babbana.” Rispose lei.  “Ciao, famiglia Black.” Loro le fecero un cenno, incapaci di interrompere il discorso nato tra lei e Robert. “Quindi, stai con Hermione?”
“Quella è Zoe?” domandò lui, alzandosi e andandole incontro.
“Ciao, io sono Zoe.” Disse la bambina.
“Oh, lo so.” Rispose lui, mentre lei sembrava voler passare in braccio a lui. Lo sapeva bene: ricordava fin troppo nitidamente il momento in cui era nata, il ‘ti amo’, buttato lì e quei baci che sapevano di lacrime.
“Non dirlo ad Hermione.” Sussurrò Martha a Harry.
“Non posso non farlo.” Rispose lui.
“Oh, ma non lo vedi?”
Certo che lo vedo.”
“Che cosa?” sussurrò Kayla.
“Che la amerà sempre, in qualche modo.” rispose Sirius, scuotendo la testa.


Prima che decidiate di uccidermi, fermatevi, vi prego. Avevo detto che per quei due le cose non sarebbero state affatto semplici! 
Questo è, diciamo, un capitolo di passaggio, ma spero sia stato ugalmente gradito. 
il collage che vedete lì in alto è opera del mio cuore di panna vittoriaM20, e oltre a lei ringrazio felpato8, alwais, Never_Anna (la foto è in basso, tesoro, ti ho messa nel Fan Club perchè mi sembri favorevole), _ginnyweasley_, Distretto_9_e_34. Nicolepandinab (spero che tu abbia recuperato il sonno perduto), e Johanna Anther per le recensioni allo scorso capitolo.Grazie davvero!
 
Infine ... Il regalo al
#RobertSposami (GIOISTIK_117, _Lady Holmes_, vittoriaM20, alwais, Johanna Anther, Never_Anna) e lo ammetto, qui è davvero testosterone puro. 



fatto il misfatto, 
Claude xxx

 
   
 
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