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Autore: Straightandfast    10/12/2015    4 recensioni
Lei cammina verso di lui fino ad arrivargli ad un millimetro dal viso, le sue labbra colorate di rosso quasi sulle sue e, guardandolo negli occhi, senza più paura «sono tutta tua», gli dice.
Niall la bacia e se la porta via; ha in mente almeno un centinaio di modi per dimostrargli quanto sia vera la sua affermazione.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Holly Waldorf infila le scarpe nere con il tacco e emette un sospiro carico di soddisfazione, mentre si osserva attentamente allo specchio.
Ha venticinque anni, un lavoro come sales manager per 14 negozi Guttridge in giro per Londra, un vestito  di Armani che le sta da dio e una determinazione negli occhi in grado di mettere in soggezione anche i più sicuri uomini di affari del Paese; sì, è decisamente soddisfatta di se stessa. Certo, sa benissimo di avere ancora molta strada da fare perché, insomma, una come lei non si potrà mai considerare arrivata, ma è perfettamente consapevole di quanta ne abbia già fatta; partita come commessa di un piccolo negozio di intimo femminile fuori dal centro, ha dovuto combattere  e digrignare i denti per arrivare a potersi permettere di comprare un appartamento a Kensington, con tanto di palestra e piscina interna condominiale.
Fa ticchettare con allegria le scarpe sul parquet di legno chiaro, mentre si aggira velocemente per l’appartamento alla ricerca degli ultimi dettagli senza i quali proprio non può uscire di casa; afferra la borsetta nera che ha comprato giusto qualche giorno prima, il cellulare sul cui schermo appare un “245 mail non lette” che non riesce a metterle agitazione e il pacchetto di sigarette da venti, poggiato sul tavolino di cristallo dell’ingresso. Si sporge a prendere le chiavi della sua adorata Mercedes nera e lancia un’ultima occhiata allo specchio dell’ingresso, schioccando la lingua sul palato in segno di approvazione.
E’ pronta.
 
Parcheggia di fronte ad una villetta nella zona di Paddington, e si sistema il vestito rosso sulle gambe mentre percorre il vialetto che conduce alla porta di casa; suona il citofono con un trillo allegro e ripetuto – quello che la contraddistingue – e mentre aspetta che le venga aperta la porta nota con un sorriso divertito un nuovo murales che adorna la staccionata – un tempo di legno scuro – che circonda il giardino intorno alla casa.
«Ciao donna in carriera!» Il viso di Holly si apre in un sorriso pieno di dolcezza, nel vedere il viso raggiante della ragazza che le apre la porta e la accoglie in casa. Noelle Young è una donna adulta, adesso, ben lontana dalle insicurezze che l’hanno tormentata in passato, e sembra avere intenzione di gridarlo al mondo, a giudicare dal vestito blu attilattissimo che le fascia il corpo sinuosamente.
«Ho visto che il tuo dolcissimo fidanzato continua a scarabocchiare su qualsiasi superficie si presti alla sua attenzione.» Sorride con divertimento, mentre si sfila il cappotto grigio e lo appende nell’ingresso, sentendo il sospiro di esasperazione emesso dalla sua migliore amica.
«Non me ne parlare. Ne vengo da una discussione piuttosto.. accesa, chiamiamola così. » Noelle fa un gesto veloce della mano, come a dire “le solite cose” che fa sorridere Holly; entrambe sanno, e tutto il mondo sa, che Noelle non ha niente da temere, da quelle discussioni “accese”.
«Suppongo che il motivo del litigio sia questo adorabile vestitino, giusto?» Holly si fa strada per il corridoio della villetta di Noelle come se fosse casa sua, mentre si diverte nel vedere comparire un sorrisino malizioso sul volto fintamente infastidito della sua amica.
«A quanto pare è troppo corto. E troppo attillato.» Conferma la mora pochi secondi prima di attraversare l’arco bianco che conduce alla grande cucina; Holly ride a piena bocca, scoprendo tutti i denti noncurante dello sguardo arcigno che un ragazzo moro punta su di lei.
«Avete finito di prendermi per il culo e ridere alle mie spalle?»
Zayn Malik è permaloso, e questo è un dato di fatto. Holly gli si avvicina a passo di danza e gli lascia un bacio sul suo bel viso, momentaneamente corrucciato in un’espressione carica di disapprovazione che si distende solo per qualche secondo quando la rossa lo abbraccia forte.
L’affetto e la gratitudine che Holly prova nei confronti di quel bel ragazzo dagli occhi scuri e i modi scontrosi è infinito; non lo ringrazierà mai abbastanza per aver amato la sua migliore amica così tanto e così bene da essere riuscito a salvarla dalla malattia che lei si auto infliggeva, per punirsi chissà di cosa. Zayn Malik ha salvato la vita alla sua migliore amica, dove lei aveva fallito, e questo, semplicemente, Holly non potrà mai dimenticarlo.
«Smettila di lamentarti, Malik, la tua ragazza è straordinariamente splendida con quel vestito, ammettilo.»
Zayn grugnisce qualcosa in risposta, lanciandole un’occhiata carica di disapprovazione, per poi rivolgere di nuovo i suoi occhi caldi e pieni di amore alla donna più bella che gli sia mai capitato di incontrare; non ha bisogno certo di quel vestitino per essere splendida, a suo parere.

Noelle e Zayn sono nel mezzo di un battibecco sussurrato e pieno di parolacce quando il campanello trilla nuovamente; loro sono così concentrati nella loro discussione che non sembrano nemmeno accorgersi del rumore, così Holly scende con grazia dal tavolo su cui si era seduta e si dirige verso l’ingresso. La porta di legno chiaro si apre con un cigolio su una ragazza alta e magrolina, con una massa di capelli ricci e un paio di occhi azzurri da gatta, allungati verso l’alto; accanto a lei c’è un ragazzo altrettanto riccioluto con addosso un paio di discutibili stivaletti argentati che le sta sussurrando qualcosa nell’orecchio. Sul viso di lei è dipinto un sorrisino tra il divertito e il malizioso, mentre borbotta un “cretino” e rivolge la sua attenzione su Holly.
«Hols, sei bellissima!» Lena Hale è – insieme a Noelle – la persona a cui Holly vuole più bene sulla faccia della terra, e non è mai stata così contenta di rivederla; ma l’abbraccio con cui la stritola sulla porta di casa è alquanto soffocante e lei non può a fare a meno di lasciarsi andare ad un sospiro di sollievo quando Harry si schiarisce la gola e sposta gentilmente la sua fidanzata.
«Sei davvero molto bella, Holly.» Harry Styles è la persona più affascinante che Holly abbia mai conosciuto, ma anche la più gentile ed accorta; gli rivolge un sorriso radioso, accogliendo il suo complimento con un cenno di ringraziamento del capo, per poi invitare entrambi a fare il loro ingresso nella casa.
Nel corridoio che li conduce alla cucina – dalla quale non proviene alcun rumore, segno inequivocabile che Noelle e Zayn potrebbero aver trovato un modo dolcissimo di fare pace – Lena lascia per qualche secondo il fianco di Harry e si avvicina ad Holly, nel viso un’espressione cospiratrice.
«Hai qualche idea sul motivo di questa cena? » Sussurra piano, in modo da non farsi sentire nemmeno dal suo fidanzato, qualche passo più avanti di loro.
Holly scuote la testa in segno di diniego; Noelle si è limitata a mandarle un messaggio quella mattina stessa, in cui la invitava a fare una piccola rimpatriata a casa sua. Ora si sente vagamente in colpa per avere dedicato la sua intera concentrazione su chi il termine “rimpatriata” effettivamente comprendesse – saranno solo loro? Ci saranno anche gli amici di Zayn? ci sarà anche lui? – ed essersi interessata così poco del motivo per cui effettivamente venisse fatta questa cena eccezionale.
Proprio mentre Lena sta per dire qualcosa, sul viso un’espressione furbetta e gli occhi maliziosi, Noelle esce dalla cucina e corre ad abbracciare prima Harry e poi Lena, interrompendo qualsiasi discorso ed elucubrazione su ciò che li ha portati tutti lì quella sera.

Dopo circa una mezz’oretta, Holly, stravaccata sul divano nero del salotto con in una mano una sigaretta appena rollata e nell’altra un cocktail fatto da Zayn, si è notevolmente rilassata; ha tenuto le orecchie drizzate per tutto il tempo, il cuore a mille e la gola secca per l’ansia – di cosa, poi? – in attesa di sentire il campanello suonare e una voce squillante fare il suo ingresso nella casa, ma niente. Certo, un po’ di agitazione c’è ancora ma, insomma, nessuno ha fatto cenno all’arrivo di altre persone e del resto sono le nove e mezza, Noelle ha appena tirato fuori dal forno le sue famose lasagne e ormai la situazione dovrebbe essere salva.
Proprio quando questo semplice, innocente pensiero, le attraversa la mente, il chiacchiericcio presente nella stanza viene interrotto dal suono inequivocabile e – almeno per Holly – inquietante del citofono; Zayn si alza dal divano e, borbottando un “vado io” lascia la stanza, mentre tutti gli altri si girano a guardare Holly. Lei incrocia gli sguardi preoccupati di Noelle e Lena ma non le guarda davvero; è troppo impegnata a cercare di calmare il suo dannatissimo corpo che, dio, non è mai stato umano come in quel momento, con tanto di mani sudate e delle odiose chiazze rosse che si spargono sul suo collo bianco.
Il primo ad entrare è Liam Payne, con il suo carico di sorrisi dolci e gentili e la mano stretta attorno al fianco della sua splendida ragazza Sophia; Holly è troppo agitata per salutare la coppia come si meriterebbe, perciò si limita ad alzare un angolo della bocca in un sorriso sbilenco e traballante. I suoi occhi, il suo cuore e le sue mani hanno già colto un ciuffo di capelli biondi – palesemente e ridicolmente tinti – e una risata fragorosa e Holly, proprio lei che non ha mai avuto paura di niente, ha una gran voglia di scappare via da quella dannatissima casa.
Ma lei è Holly Waldorf, quella che è in grado di passare sopra al corpo di chiunque con i suoi tacchi da 15 senza guardarsi indietro due volte, e così prende un bel respiro, uno di quelli in grado di farle tremare la cassa toracica, e si fa coraggio; quando Niall Horan fa il suo ingresso nella cucina grande di casa Malik, a fianco del proprietario, Holly non distoglie lo sguardo dal suo viso, né finge di essere impegnata in una conversazione. Lo guarda negli occhi, quei begli occhi blu che l’avevano tanto colpita cinque anni prima e, pur avendo il cuore a mille, continua a fissarlo apparentemente impassibile.
«Ciao, Niall.» Lo saluta subito, a voce ferma, perché tanto ormai lui è lì, e scappare non si può, perciò tanto vale salutarlo subito e levarsi il dente; per un momento, sulla stanza cala un silenzio assordante, uno di quelli che sono in grado di farsi sentire molto più di mille parole e tutti si voltano a guardare quello che Harry ha definito “l’incontro del secolo”. Poi Niall sembra riscuotersi, distende il viso in un sorriso incerto e sventola la mano con un gesto impacciato.
«Ciao, Hols.» La voce dell’irlandese sembra quasi addolcirsi nel parlare con lei, ed Holly è quasi sicura di non esserselo immaginato.
Dopo altri due secondi di reciproca osservazione, Lena si china a dirle qualcosa all’orecchio, lei si volta e la stanza ricade nel rumore.
Non è successo niente.
 
Resiste in quella sala un’ora e tredici minuti, riuscendo perfino a ridere insieme agli altri e a fare conversazione in maniera decente; alla fine, però, non ce la fa davvero più. Basta una battuta di Noelle, una risata che si staglia molto più fragorosa su tutte le altre e la stanza inizia a farsi davvero troppo piccola per lei; si alza in piedi di corsa, bofonchiando qualcosa sul fumare e si dirige velocemente verso la porta finestra che dà su un terrazzo bellissimo curato da Noelle nei minimi particolari. Si siede su una poltroncina di vimini molto zen, lasciandosi sprofondare sui cuscini bianchi con un sospiro di sollievo; quella è, senza ombra di dubbio, la sera più difficile della sua vita, sotto ogni punto di vista. Se non fosse per Noelle, se non fosse per la notizia che la coppia deve dare loro, se non fosse che ha ancora un pizzico di dignità nascosta da qualche parte, scapperebbe proprio da quel terrazzo, scavalcando la staccionata con un salto e infilandosi nella sua Mercedes, sicura e rassicurante. E’ seriamente tentata di andarsene, inventandosi una scusa qualsiasi, ‘che tanto Noelle e Zayn capirebbero, non si arrabbierebbero di certo con lei per una cosa del genere; proprio mentre sta analizzando i pro e i contro di una sua possibile fuga, però, dei passi strascicati e incredibilmente scoordinati fanno il loro ingresso in terrazzo, e qualcuno disturba la sua piccola oasi di tranquillità.
«Ne vuoi una?» Holly sobbalza nel sentire la voce di Niall Horan perché, certo, ha riconosciuto il suo profumo sin dal primo istante che ha posato la suola delle sue converse rovinate sul pavimento del terrazzo, ma non si aspettava di certo di dover intrattenere una conversazione. Si gira a guardarlo con un’espressione confusa, pentendosene il secondo dopo; è bello, bellissimo e lei è davvero una cretina. «Una sigaretta, intendo. Sei uscita per fumare, o così hai detto, ma mi sembra che tu abbia dimenticato il pacchetto dentro.»

Niall è maturato, pensa Holly con sorpresa.
Il Niall Horan di cinque anni prima avrebbe colto quell’occasione per metterla in imbarazzo, facendole notare quanto fosse stato patetico il suo tentativo – vano, peraltro – di fuggire da quella stanza, di fuggire da lui.
Adesso, invece, cinque anni dopo, è proprio lui a fornirgli una via di fuga, anche se è perfettamente e tacitamente chiaro ad entrambi che Holly, uscendo, non ha mai avuto davvero intenzione di andare a fumare una sigaretta.
Così gli sorride, un po’ stupita e un po’ riconoscente, e annuisce con un piccolo cenno del capo; lui le si avvicina, mentre sfila una sigaretta dal pacchetto di Winston blu e piano, con gli occhi fissi nei suoi – spalancati, confusi – gliela infila lentamente tra le labbra, cogliendola di sorpresa. Poi, avvicinandosi ancora di più tanto da farla tremare perché, diamine, ha ancora lo stesso profumo che metteva cinque anni prima, tira fuori l’accendino e le accende la sigaretta; Holly si accorge di aver trattenuto il respiro solo molti secondi dopo, quando quasi si strozza per la quantità di fumo che ha inspirato e incamerato in gola.
Fumano in silenzio, lei seduta e lui in piedi, entrambi con gli occhi puntati in avanti, oltre la ringhiera del terrazzo, su una Londra illuminata che non è mai stata così grande, così bella. Poi, con un sospiro, Holly spegne la sigaretta nel posacenere e si alza, dirigendosi velocemente verso la finestra a vetri, pronta a rientrare.
«Sei cambiata, Holly Waldorf.» Holly si ferma con un piede già dentro all’appartamento e uno ancora sul terrazzo, voltandosi verso Niall con un’espressione interrogativa; lui la sta guardando con gli occhi curiosi e fa un gesto esplicativo, indicandola dalla testa ai piedi. «I vestiti, i capelli, perfino il modo di fumare. » Holly sorride piano, un pizzico di nostalgia nel pensare alla ragazzina conosciuta da Niall Horan, con i capelli rosso fuoco sempre da pettinare, i jeans strappati e le Doctor Martens bucate.
«Sono solo cresciuta, direi.»  Afferma, sibillina.
Rientra subito dopo, non voltandosi più indietro.
 
«Dico solo che avresti potuto dirlo a me e Lena prima di fare l’annuncio in grande stile!»
Holly, Noelle e Lena sono a mangiare fuori per pranzo in uno di quei posti a base di birra e hamburger che solo qualche anno prima Noelle avrebbe evitato come la peste; ma Holly è troppo indispettita per guardarla con orgoglio mangiare il suo hamburger doppio con tanto di maionese e cipolle.
«Volevo farlo, ma Zayn non faceva altro che ripetermi di quanto sarebbe stato bello avere un effetto sorpresa con tutti riuniti e mi sono lasciata convincere.» Bofonchia Noelle tra un morso e l’altro, lanciando solo delle brevi occhiate ai visi imbronciati delle sue migliori amiche, per poi emettere un sospiro carico di arresa. «Vi prometto che sarete le prime a sapere il sesso, va bene?»
Holly e Lena si scambiano degli sguardi di intesa, mentre i loro volti iniziano già a distendersi in dei piccoli sorrisetti.
«Anche prima di Zayn? »
«Anche prima di Zayn. »
Holly sorride; è abituata a vincere.


Qualche settimana dopo sono tutti seduti ad un pub ed Holly è estremamente divertita; Noelle Young, la stessa Noelle Young con cui si è ubriacata per la prima volta in vita sua e che fumava almeno venti sigarette al giorno, non può toccare nemmeno un goccio di alcool né inspirare una sola boccata di fumo. Zayn, per solidarietà e tanto, tanto amore, ha deciso di seguirla in questo periodo di astinenza – in fondo è anche mio, il bambino! – e Holly non riesce a smettere di ridere di fronte alla coppia più alcolica del mondo che si improvvisa astemia e non consumatrice di sigarette/erba.
La gonna a vita alta che indossa svolazza con un adorabile fruscio quando si alza e, rivolgendo un sorriso radioso ai suoi amici, si dirige a passo di danza verso il bancone, pronta ad ordinare la seconda pinta di birra della serata; non si stupisce un granché, però, quando qualcuno di decisamente poco delicato le si affianca, sedendosi sullo sgabello accanto a lei e guardandola con uno sguardo divertito. Holly non sa se alzare gli occhi al cielo o sorridere, perciò si limita a fissarlo impassibilmente, mentre tamburella le dita sul bancone in attesa della sua birra chiara ghiacciata.
«Pensavo che ormai bevessi solo Cosmopolitan, come le ragazze fighette nei telefilm americani.» Gli angoli della bocca sono sollevati in un sorriso divertito, lo stesso con cui la prendeva in giro qualche anno prima; dopo la sua affermazione, Holly sa bene cosa fare e alza gli occhi al cielo, fintamente infastidita.
«E io pensavo che con gli anni saresti diventato più intelligente.» Replica sibillina, mentre si allunga ad afferrare il suo bicchierone di birra. «Evidentemente entrambi abbiamo fatto degli errori di valutazione.»
Mentre torna verso il tavolo circolare intorno al quale sono seduti i suoi amici, sente chiaramente la risata fragorosa di Niall rimbombare nel locale e, anche se non può affermarlo con sicurezza, è quasi certa di averlo sentito borbottare «questa è la mia ragazza!».
Sorride.
 
E’ un caldo martedì di Febbraio quando Mark Wayne, l’Assistant Manager di quattro dei Guttridge che lei gestisce, le chiede di uscire. Sono appena usciti da una riunione importante, Holly sta parlando di un ristorante italiano in cui ha portato dei possibili clienti qualche mese prima e in cui vorrebbe assolutamente tornare, e Mark, con un sorriso in grado di smuovere gli ormoni a chiunque, le suggerisce l’idea di andarci insieme proprio quella sera.
Holly non è sorpresa, non troppo almeno, perché è da quando lo ha assunto che si è accorta delle occhiate che lui le lancia e a dire il vero si aspetta quel momento da un bel  po’ di tempo; quello che la sorprende, invece, è l’immagine che le appare davanti agli occhi e che si sovrappone al viso da fotomodello di Mark quando lui le porge l’invito.
E’ Niall Horan che ha davanti a sé quando, con grande rammarico, scuote la testa in segno di diniego e «no, grazie, sei molto gentile ma non sono interessata ad uscire con nessuno per ora». dice, per poi andarsene con una smorfia sconfitta sul viso.
Mentre spinge con forza e rabbia la porta a vetri per dirigersi verso la sua macchina, una lacrima scappa dai suoi occhi arrabbiati e scivola sulla sua guancia impolverata di fard Mac e lei, proprio lei, sente una incredibile voglia di mettersi a piangere come una disperata.
Ci è cascata di nuovo e dio, la cosa fa proprio schifo.

Incontra Niall Horan qualche mese dopo, mentre ordina un Pumpkin Spice Latte da Starbucks e litiga al telefono con il suo capo; lui le si affianca con il solito sorriso allegro, i capelli un po’ sparati in aria e uno strano cappello verde che, se non stesse discutendo molto animatamente con colui che le dà da vivere, la farebbe sorridere. Holly si limita a rivolgergli una breve occhiata, troppo concentrata nel portare avanti le posizioni di cui è fortemente convinta, arrivando al punto di contrapporsi così duramente al suo stesso capo; la telefonata si conclude con un ultimo suo tentativo di convincerlo che sì, il negozio di Leicester Square potrebbe davvero ampliarsi ed arrivare ad occupare un nuovo piano, affermazione che viene accolta con un secco “tu- tu – tu” proveniente dal telefono, segno inequivocabile della chiusura della chiamata da parte del suo interlocutore.
Holly si lascia andare ad un grugnito carico di stizza e borbotta un “ma vaffanculo” che fa alzare le sopracciglia di Niall in un’espressione curiosa.
«Tutto bene? » La guarda da sotto in su con quelle palle blu che ha al posto degli occhi, mentre sorseggia il suo caffè su cui qualcuno ha scarabocchiato un Niall con tanto di faccina sorridente a fianco.
«Il mio capo è uno stronzo.» Liquida la faccenda con un gesto veloce della mano, assaporando il gusto della sua bevanda preferita in quel periodo dell’anno. «In ogni caso, la domanda che sorge spontanea è un’altra; mi stai seguendo, per caso?»
«A dire la verità, sì.» Dichiara serenamente, sorprendendola per la sua usuale sincerità innata. «Ieri ero a cena da Noelle e Zayn e lei mi ha casualmente informato della tua passione per questo Starbucks, perciò ho semplicemente aspettato pazientemente che tu arrivassi.»
«Hai aspettato tutta la mattina solo per me? » Sgrana gli occhi, mentre lancia una rapida occhiata all’orologio Dolce&Gabbana che ha al polso – segna le undici e cinquantasette – e finge di non avere lo stomaco sottosopra dopo l’affermazione dell’irlandese.
«Esatto. Perché volevo chiederti di uscire con me, una sera di queste.» La sua espressione è talmente tranquilla, e la situazione talmente paradossale che Holly impiega qualche secondo, prima di rendersi effettivamente conto di ciò che ha appena detto. Lui la guarda, paziente e in attesa, divertito dall’agitazione che affiora negli occhi solitamente calmi e decisi della ragazza.
«Giovedì.» La parola le esce dalla bocca di getto, e si rende conto dell’urgenza con cui l’ha pronunciata solo quando nota il sorrisino divertito che fa capolino sul viso infantile di Niall. «Giovedì possiamo uscire.»
Lui le sorride, soddisfatto, e la guarda fuggire dalla porta a vetri del bar.
Mancano solo due giorni, a giovedì.


Vanno a mangiare in un posto scelto da Niall, che rispecchia perfettamente la personalità del ragazzo; è tranquillo ma originale e divertente, e si mangia decisamente bene. Holly è nervosa, anche se ha indossato il suo vestito nero, quello che le slancia le gambe e le lascia scoperte le spalle, e lui le ha già detto almeno quattro volte "sei davvero molto bella" con quel tono di ammirazione che la fa tremare un po’ più del dovuto.
Mentre mangiano, le viene da sorridere a pensare a come erano cinque anni prima, a come lei non avrebbe mai messo un vestito del genere e lui non si sarebbe mai nemmeno sognato di farle un complimento. Ciò che non è cambiato, invece, è l’incredibile potere della risata di Niall, in grado di distendere tutti i suoi nervi e di farla ridere a sua volta; qualche anno prima, a causa di quella risata, si era innamorata, e aveva preso la batosta più grande della sua vita. E’ per questo, per le lacrime che ha versato, per i giorni sprecati a chiedersi in cosa avesse sbagliato, per la vita che ha deciso di cambiare dopo di lui, è per questo, che Holly rimane vigile per tutta la serata, attenta a non lasciarsi andare (almeno non troppo).
Niall se ne accorge, nota i muscoli tirati del collo, le mani che tamburellano nervosamente sul tavolo e le sigarette che la ragazza fuma durante il corso della risata, ma non gli importa; gli importa di più delle fossette che fanno capolino sulle sue guance quando lui le circonda le spalle con un braccio, gli importa di più del “porca puttana, cazzo” che esce dalle sue labbra quando le cade del tabacco per terra e gli importa ancora di più del modo in cui dice “mi sono davvero divertita” di fronte alla porta del suo appartamento da almeno 5000 sterline al mese.
Non la bacia.
(Ma vorrebbe.)


Si vedono di nuovo una settimana dopo.
Lui le ha mandato un sacco di messaggi, nel corso di quei giorni, ma Holly era sempre piena fin sopra i capelli di meeting con il suo capo, che – forse forse – sta riuscendo a convincere riguardo al suo progetto per il negozio di Leicester Square.
Alla fine, Niall, stanco di sentirla senza poterla vedere, si presenta sotto al suo ufficio, non lasciandole via di scampo; Holly, quando lo vede appoggiato al muro, con una giacca verde militare e un’aria curiosa, si lascia scappare un “cazzo” a mezza voce che, insieme alle sue guance rosse, viene accolto con uno sguardo interrogativo da Mark Wayne.
Vanno a bere un caffè in un bar vicino al suo ufficio, Holly gli racconta della sua settimana incasinata, dei mille negoziamenti che si è dovuta trovare a fare e che dio!, odia così tanto e Niall la ascolta con interesse, dandole qualche suggerimento qua e là e pensando con orgoglio che, la Holly che conosceva lui, ha fatto davvero tanta strada. Poi nel vedere la sua adorabile espressione di fastidio, quando si sporca una guancia con una goccia di caffè, Niall non ce la fa proprio proprio più; si alza leggermente dalla sedia, si sporge sul tavolo e le lascia un bacio sulle labbra.
Holly rimane immobile, gli occhi sbarrati e sulle labbra ancora il sapore di caffè e biscotti di Niall; pensa seriamente di avere un attacco isterico perché sì, insomma, quella mattina quando è uscita di casa tutto si aspettava, tranne che di essere baciata da Niall Horan. Rimane interdetta ancora per qualche secondo, cercando di connettere i neuroni del cervello; poi, con una naturalezza che non pensava le appartenesse, sbatte le palpebre un paio di volte, beve un sorso del suo caffè e, come se niente fosse, riprende a parlare.
Un po’ più felice.

Da quel giorno, si vedono sempre di più – fuori dal suo ufficio, nel pub sotto casa o nei negozi del centro – e, ogni volta, arriva un momento in cui Niall la bacia; sono sempre baci  a fior di labbra, di quelli che Holly ha sempre odiato con tutta se stessa perché, sul serio!, che cazzo significano? Si sente incredibilmente patetica perfino a pensarlo ma, di fatto, i baci a fior di labbra di Niall Horan sono una delle cose più belle che le siano mai capitate.
Quella sera sono a casa di Lena e Harry, nel loro appartamento tutto candele e luci soffuse che incarna perfettamente il loro carattere zen, sono seduti in posti completamente lontani – nessuno sa niente delle loro frequentazioni – e sono riusciti a scambiarsi un semplice saluto ad inizio serata; così, quando Holly si alza per andare a prendere una nuova bottiglia di vino in frigo, non si stupisce affatto di sentire, poco dietro di sé, i passi strascicati di Niall Horan.
Lui le afferra i fianchi con le mani fredde, facendola sobbalzare, e la incastra tra il suo corpo e il ripiano della cucina; questa volta, il bacio che le dà, è tutto tranne che a fior di labbra. Holly si sente come una marionetta sotto le sue mani e le sue labbra e non capisce un granché di quello che stia succedendo attorno a lei; sa solo che le mani di Niall si sono infilate sotto la sua maglietta e le sue, di mani, sono attorcigliate tra i capelli morbidi di lui. Con loro grande, grandissimo disappunto, vengono interrotti da una gioiosa Noelle che, con il pancino che fa capolino dal maglione attillato, fa il suo ingresso in cucina esclamando «Holly, te la stai scolando da sola la bottiglia?» subito seguito da un «oh, cazzo, scusate!» con il quale esce dalla stanza correndo; Niall emette un grugnito indispettito e strofina il naso contro la guancia profumata della ragazza.
Holly ride.
Ancora non ci crede.


«Ti fai Niall Horan e non ci dici nente? » La voce di Lena è ancora più acuta del solito mentre la rimprovera, sostenuta da numerosi cenni di assenso da parte di Noelle.
«Non mi faccio Niall Horan! Io e lui.. a volte ci baciamo.» Holly si schiarisce la voce nel tentativo di darsi un tono, mentre un rossore ormai a lei noto – per lo meno quando si parla di Niall – inizia a farsi vedere sulle sue guance.
«Come vuoi, Hols.» Borbotta Noelle. «L’importante è che tu stia attenta.»
Holly annuisce.
Ci proverà.   
 
Uscire con Niall Horan – e uscirci davvero, con tanto di messaggi del buongiorno e mani intrecciate in pubblico – è qualcosa che Holly non ha mai sperimentato.
Significa vestirsi sempre di tutto punto, alla mattina, perché insomma, non si sa mai, significa ordinare per lui una Guinness ghiacciata e un fish ‘n’ chips con la maionese, la sera al pub, perché ormai conosce i suoi gusti meglio di chiunque altro e significa dormire con la felpa che lui le ha prestato una sera di ritorno da una discoteca, come una coppia di diciassettenni. In pratica, significa vivere ciò che cinque anni prima desiderava con tutta sé stessa e, la maggior parte delle volte, non riesce ancora a crederci. Per questo motivo, con lui continua a cercare di rimanere il più impassibile possibile, anche se passerebbe volentieri tutto il suo tempo libero baciando quel bellissimo viso che si ritrova.
Per esempio, quella sera, uscendo dall’ufficio e parlando con Mark, finge di non essersi messa quel vestito blu nella speranza che Niall le faccia una sorpresa e la venga a prendere, e, quando effettivamente non lo vede appoggiato come al solito al muro di fronte, finge di non essere profondamente delusa e riesce perfino a rivolgere un sorriso – forse poco convincente – a Mark, per una qualche sua battuta che non ha realmente sentito. Lui la abbraccia, lei è un po’ stranita però sì, insomma, lui sta per trasferirsi a Parigi, è un po’ di affetto in queste occasioni va dimostrato; ricambia l’abbraccio, un po’ goffamente forse, e mormora un «buon viaggio» nel suo orecchio, e poi, prima che lei se ne possa accorgere, Mark avvicina le labbra alle sue e la bacia.
Holly, grugnendo indispettita, lo spinge via con tutta la forza che ha in corpo, esclamando un «che cazzo fai? » rabbioso, presa da un’incredibile voglia di tirargli un pugno in faccia;  si limita a lanciargli un’occhiata di disprezzo, fiera della sua compostezza, nonostante tutto.
Quando si volta, però, non è più tanto fiera di se stessa.
Una testa di capelli biondi si sta facendo largo tra la folla con il capo chino.
In direzione opposta alla sua.

Non lo sente per sedici giorni.
Lo chiama migliaia di volte, gli intasa il cellulare di messaggi e ogni singola sera si presenta di fronte a casa sua, l’assurda speranza che lui voglia perlomeno ascoltare quello che ha da dire; sa di essere sempre stata fredda, nei suoi confronti, sa di aver cercato di mascherare il suo coinvolgimento, ma cristo santo, quello era il suo modo di proteggersi, come fa a non capirlo?
Lui non le risponde, non le parla e quando la incrocia di fronte alla strada di casa si limita a lanciargli un’occhiata gelida, con la quale – ogni santissima volta – riesce a farla piangere a dirotto come una bambina con le ginocchia sbucciate.
Anche quella sera, come le ultime sedici della sua vita, è di fronte alla porta di casa, i capelli legati in una coda sfatta, il viso corrucciato in un’espressione triste e le mani che continuano a torturare un lembo del suo impermeabile beige. Lui arriva alle 7.43, le mani che già stringono le chiavi di casa e le spalle leggermente ricurve; ovviamente l’ha vista, nonostante non abbia ancora alzato gli occhi su di lei e, arrivato sullo zerbino, la sposta con una piccola spallata, quella con cui la liquida ogni singola volta.
Sarà che quella è una giornata già abbastanza di merda di suo, sarà che il freddo l’ha innervosita ancora di più, sarà che davvero non ha alcuna voglia di farsi trattare in quel modo per qualcosa che non ha nemmeno lontanamente commesso, sarà che Niall è proprio bello, con quella giacca e quei jeans stretti; qualsiasi sia il motivo, il risultato è che questa volta Holly non riesce proprio a stare zitta, farsi da parte e lasciarlo entrare in casa.
«Io ti amo. » Sbotta, il tono di voce irritato e un grugnito che segue quella sua dichiarazione. Niall si immobilizza sul posto, la mano bloccata sulla maniglia della porta di casa, il viso nascosto e le spalle che sembrano essere attraversate da un leggero tremore; Holly non ha mai avuto così paura in tutta la sua vita. «E non ho ricambiato il bacio di Mark, proprio perché ti amo. Da quando avevo diciannove anni, ad essere precisi. Ti amo proprio tanto, tra parentesi.» Si rende conto di stare straparlando, ma non ha mai detto “ti amo” a nessuno in vita sua, quindi, su insomma, ha tutto il diritto di essere talmente impanicata da non riuscire nemmeno a formulare una frase di senso compiuto, giusto?
Niall rimane immobile per qualche secondo, ed Holly sente il cuore rimbombare come non mai all’interno della sua cassa toracica, le guance rosse come due pomodori maturi e il respiro che le si fa affannato, perché insomma, ad una dichiarazione del genere si dovrebbe rispondere qualcosa. O almeno crede.
Lui prende fiato, espira lentamente e poi, senza nemmeno voltarsi verso di lei, «okay», borbotta, prima di rientrare in casa.
In quel modo, Holly ne è sicura, non ha proprio mai pianto.

Si dà malata per i successivi sei giorni, perché non ha alcuna voglia di farsi vedere nello stato in cui è da tutti i suoi colleghi – per la maggior parte maschi insensibili - ; piange quasi in continuazione, in una maniera che giudicherebbe patetica se solo non fosse troppo triste per fare autoironia, mangia pochissimo e passa gran parte delle sue giornate a letto.
Ha 25 anni ed è la prima volta che ha il cuore spezzato, quindi sente di avere il diritto di ridursi alla versione peggiore di se stessa senza doversi sentire troppo in colpa; sente che se un qualche regista emergente installasse una telecamera all’interno del suo appartamento, ne potrebbe nascere il nuovo “Bridget Jones”, ma la cosa non le interessa più di tanto.
Noelle e Lena, la prima sempre più ingombrante e la seconda sempre più raggiante, la vanno a trovare tutti i giorni, cucinano per lei, le sistemano casa e le portano quotidianamente tutti i giornali di gossip che riescono a trovare. Così, quando quel venerdì sera sente il citofono squillare, si dirige a passo stanco e lento verso la porta di casa, convinta di veder comparire i visi sorridenti e pieni di affetto delle sue migliori amiche; quasi le viene un infarto quando, sul suo zerbino verde e bordeaux trova Niall Horan, i suoi occhioni blu più grandi del solito e le guance rosse per il vento.
Holly è così stupita di trovarselo lì, proprio sulla porta di casa, che non pensa nemmeno per un istante alle condizioni in cui si sta facendo vedere da lui; addosso, infatti, ha un pigiama di peluche, le ciabatte a forma di mucca e i capelli sono raccolti nello chignon più sfatto della storia. Lo guarda con gli occhi sbarrati, le mani ancora attaccate alla maniglia della porta e una canzone di Ed Sheeran che proviene dal salotto, dove fino a pochi secondi prima si trovava.
«Posso entrare?» E okay, sono passati sedici giorni, ma da quando la voce di Niall Horan è diventata così remissiva e accomodante? Holly ha ancora bene in mente il tono secco e glaciale con cui ha pronunciato quel “okay” e non può credere che quella sia la stessa voce di due settimane prima.
Annuisce piano, quasi timorosa di quello che potrà avvenire dopo, ma troppo debole di fronte a lui per essere in grado di mandarlo via, come forse dovrebbe. Gli volta le spalle, lasciandogli l’impiccio di chiudere la porta, ‘che qualcosa da fare glielo deve dare, e cerca di darsi un contegno mentre percorre il corridoio in direzione del salotto; Ed Sheeran dalle casse canta “You need me, I don’t need you” e Holly vorrebbe davvero che quel ritornello le entrasse in testa al punto da convincersene, che lei di Niall Horan non ha bisogno; quando però si volta e rivolge nuovamente lo sguardo a lui, vederlo in piedi in mezzo al suo salotto con le mani infilate nelle tasche  e gli occhi incerti, le conferma ciò che in fondo già sapeva. “You need me, I don’t need you” non è di certo la canzone di Ed Sheeran che vorrebbe dedicargli.
Lo guarda attentamente, fingendosi più forte di quello che è, sforzandosi di non abbassare lo sguardo quando i loro occhi si incrociano; Niall apre bocca più di una volta per iniziare a parlare ma, ogni volta, gli sembra che le parole che si è memorizzato nel tragitto tra casa sua e quella di Holly siano deboli e poco efficaci. Holly, ai suoi occhi, appare bellissima e, soprattutto, fiera, con le lacrime appese alle ciglia e il labbro tremolante che si sforza invano di mantenere fermo; quando lei, alla fine, abbassa gli occhi sconfitta e si lascia andare ad un sospiro triste, Niall decide che non ha più chance da perdere, con una forza della natura come Holly.
Le si avvicina con due grandi falcate, tirando fuori le mani dalle tasche dei jeans e, quando la raggiunge, posandole sui fianchi morbidi di Holly; lei sbatte gli occhi più di una volta, stupita di trovarselo con il viso così vicino al suo, quando solo pochi minuti prima era convinta che non l’avrebbe mai più visto. Non fa in tempo ad adeguarsi a questa nuova situazione – lei e lui vicini come non lo sono da un sacco di tempo – che un altro cambiamento la prende alla sprovvista, facendole emettere un versetto di sorpresa; le labbra di Niall Horan sono spiaccicate sulle sue, con un’urgenza e un bisogno tale che Holly non riesce, non ci riesce proprio, ad allontanarlo da sé. Cade come una stupida sotto al movimento delle sue labbra sulla sua bocca, e lo sa, lo sa davvero che si era ripromessa di odiarlo per il resto della sua vita, sa di avergli detto di essere innamorata di lui e di aver ricevuto in risposta solo un misero “okay”, ma insomma cosa dovrebbe fare?
Niall non sembra disposto a ricevere un no in risposta, e Holly, con le sue mani che le stringono i capelli e tutto il corpo di lui spalmato contro il suo, pensa che, comunque, non sarebbe in grado di dirglielo; sa di star facendo – probabilmente – la scelta meno saggia della sua vita, ma, semplicemente, non è abbastanza forte, non con lui. Si lascia andare ad un sospiro sconfitto e risponde al bacio del biondo, facendolo diventare sempre più appassionato; lui la spinge con un grugnito soddisfatto verso il divano, facendola distendere con attenzione a non farle male e sdraiandosi su di lei, mentre continua a baciarla.
Holly sa benissimo quello che sta per succedere, lo sa ben prima che lui le inizi a baciare la spalla e le tolga la maglietta, ben prima che si lasci andare ad un “oh” estasiato quando la scopre senza reggiseno, ben prima che siano entrambi nudi ed iniziano a giocare l’uno con l’altra, incuranti di essere proprio davanti alla finestra più grande del palazzo, perché insomma, ha venticinque anni, non dodici, e si è già trovata in quella situazione decine di volte; eppure, non fa niente per fermare il tutto.
Anzi.
Cede alle carezze di Niall come sarebbe ceduta la Holly di sei anni prima e non le importa del male che lui le ha fatto non una, ma ben due volte, che lui sembra non volersi proprio affezionare a lei e che probabilmente aveva solo bisogno di una scopata; non le importa, non le importa davvero.
Sta facendo l’amore per la prima volta con Niall Horan ed è molto di più di quello che si era immaginata.
 
Si sveglia un’oretta più tardi perché sente improvvisamente freddo, nuda com’è senza nemmeno una coperta addosso. Ha paura di aprire gli occhi perché teme quello che potrebbe vedere, così si limita ad allungare una mano dietro la sua schiena e tastare il tessuto del divano con sospetto e incertezza.
«Cosa stai facendo?» Niall emette un grugnito quando la mano vagante di Holly tocca il suo petto, svegliandolo.
Holly emette un piccolo sospiro di sollievo perché, lui è ancora lì!, ma non risponde alla domanda del ragazzo, vergognandosi come una ladra per tutto quello che sta provando.
Niall fissa la schiena bianca e nuda di Holly davanti ai suoi occhi e, cristo santo, potrebbe passare la giornata a guardare la curva della sua spina dorsale, potrebbe rubare i pennelli a Zayn e disegnare un’opera d’arte su quella schiena perché, sul serio, la sua pelle bianca e cosparsa da piccoli brividi e la cosa più bella su cui i suoi occhi si siano mai soffermati. Allunga le braccia verso di lei, circondandole i fianchi e tirandosela verso di lei, cercando di ignorare la fitta al basso ventre che sente non appena il fondoschiena – e che fondoschiena – di Holly si struscia leggermente su di lui; le accarezza la pancia con una mano e cerca di rassicurarla, perché anche se lei non ha parlato lui lo sa, lo sa per certo quello che sta pensando.
«Pensavi che me ne fossi andato?» Le chiede, cauto e un po’ triste che se lei pensa una cosa del genere è solo perché lui le ha dato ottimi motivi per farlo; sospira piano, quando la vede annuire con la testa di capelli rossi e continua a carezzarle la pancia e il fianco, che lui non se la merita nemmeno una come Holly Waldorf, eppure lei è ancora lì, nonostante tutto quello che gli ha fatto.
Le lascia un bacio leggero sulla spalla nuda, e dio, la ama così tanto che si sente tremare da capo a piedi; le passa una mano tra i capelli, quegli splendidi capelli e «Non me ne vado, Hols. Non me ne vado più.»


Niall Horan, nei mesi successivi, mantiene la promessa: non se ne va più.
La accompagna a lavoro ogni giorno, la va a prendere ogni sera, la accompagna a fare shopping, la porta in pub irlandesi del centro, la porta perfino a fare una piccola vacanza nel sud della Francia in Giugno; Holly è guardinga, cerca di non lasciarsi trasportare troppo dalle emozioni, si lascia coccolare senza sbilanciarsi troppo ma la maggior parte del tempo lo passa a chiedersi per quanto tempo deve ancora fare la sostenuta, senza risultare patetica. La verità è che, okay, Niall si è comportato da stronza ben più di una volta, ma tanto lei lo ha perdonato, quindi che senso ha doversi trattenere dal baciarlo ogni volta che ne ha voglia, o impedirsi di accarezzargli la schiena mentre fanno l’amore, come se per lei fosse sesso, che tanto chi ci crede?
Dentro di sé lo sa, lo sa davvero cosa le servirebbe per potersi dichiarare soddisfatta, per potersi permettere di cadere definitivamente tra le braccia di Niall, per convincersi che sì, lui voglia davvero fare seriamente con lei, questa volta; eppure, si sente così stupida ad aver bisogno di quella conferma, così infantile a voler sentire quelle due paroline per mettersi l’anima in pace e smettere di atteggiarsi da stronza con il cuore di ghiaccio.
Eppure basterebbe così poco…
 
«Niall sembra parecchio incazzato, Hols.» Noelle si avvicina alla sua amica con una mano posata sul pancione di otto mesi e mezzo, bisbigliandole nell’orecchio mentre afferra un bicchiere d’acqua, unica bibita che le è concesso bere – almeno per altre due settimane.-
Holly seduta al bancone del loro pub di fiducia, si volta lentamente verso il tavolo a cui sono seduti tutti i suoi amici e, ostentando tutta la nonchalance di questo mondo, lancia una rapida occhiata circospetta al viso di Niall; il biondo, gli occhi fiammeggianti e le guance rosse, sembra effettivamente parecchio incazzato, mentre finge di ascoltare il discorso di Liam e continua a mantenere lo sguardo su Holly e il suo interlocutore.
«Eric mi stava giusto parlando della sua ragazza, Lucy. Si sposano a dicembre. » Commenta, indicando il suo ex ragazzo e facendo sorridere dolcemente Noelle; Holly ed Eric non sono mai stati una coppia particolarmente forte, anzi, e nessuno si è stupito più di tanto quando dopo otto mesi di frequentazione si sono lasciati.
L’unico a non saperlo sembra essere Niall Horan che, dopo aver deciso che quel teatrino è durato anche troppo a lungo, si alza in piedi senza dire una parola e afferra Holly per un braccio, circondandole il polso con una presa ferrea delle mano e trascinandola fuori dal locale. Lei ha un po’ freddo, con solo la magliettina che le lascia leggermente scoperta la pancia, e lo guarda incuriosita, mentre lui si accende una sigaretta, ignorandola completamente.
«Bè? » Sbotta alla fine dopo qualche minuto, le braccia ricoperte da piccoli brividi e la pelle d’oca. «Mi hai trascinato fuori per ignorarmi? »
Niall, finalmente, alza gli occhi su di lei, buttando fuori il fumo dalle labbra e corrugando la fronte, mentre osserva quanto incredibilmente sia bella con quegli skinny a vita alta e la maglietta bianca corta.
«Ti ho trascinata qui perché sei la mia ragazza, e stavi flirtando con un altro coglione e sei pure più bella del solito vestita così e mi rode il culo a vederti parlare con un altro.» Le labbra sono serrate in una linea sottile, mentre le parla a voce bassa, trattenuta, come se volesse ringhiarle contro ma cercasse con tutto se stesso di trattenersi; il punto è che lo ha fatto uscire di testa vederla con quel coglione del suo ex e non riesce a ragionare lucidamente, specie se lei gli si avvicina ondeggiando con i capelli come sta facendo in quel momento.
Lei cammina verso di lui fino ad arrivargli ad un millimetro dal viso, le sue labbra colorate di rosso quasi sulle sue e, guardandolo negli occhi, senza più paura «sono tutta tua», gli dice.
Niall la bacia e se la porta via; ha in mente almeno un centinaio di modi per dimostrargli quanto sia vera la sua affermazione.
 
«Che amica di merda, che amica di merda, che amica di merda…» Holly ha il fiatone, mentre sale correndo le scale del Saint Mary’s Hospital e ripete imperterrita quelle quattro parole, facendo scoppiare la testa a Niall che, oltre all’agitazione è tutto, deve sopportare la sua ragazza in preda ad una crisi di panico.
«Holly, devi calmarti.» Le ordina, rivolgendole un’occhiata veloce e continuando a correre insieme a lei, dopo essersi fatto indicare la stanza che cercano; Holly annuisce, perché non c’è niente in grado di calmarla come quegli occhioni blu e il modo in cui la guardano – anche quando la vorrebbero uccidere, come in quel caso – e si precipita dentro la stanza 717.
«Abbiamo fatto prima poss—Oh!» Holly rimane a bocca spalancata, incapace di pronunciare alcuna parola, mentre osserva la sua migliore amica, la sua splendida migliore amica, sdraiata su un lettino d’ospedale, tenere in braccio l’essere più piccolo che abbia mai visto e rivolgerle un sorriso emozionato, tra le lacrime. «E’… è bellissimo, Elle.»
Si avvicina verso il letto di Noelle, spostando con una spintarella Zayn, ancora rintontito dagli avvenimenti recenti, e si allunga a lasciare un bacio sulla guancia sudata e calda della sua amica, improvvisamente incapace di parlare a causa di un groppo alla gola che, ne è quasi sicura, prima o poi la farà scoppiare in un pianto a dirotto.
«Holly, ti presento Adam Malik.» Noelle le sorride rassicurante, mentre allunga le braccia verso di lei, a porgergli suo figlio, incoraggiandola con lo sguardo e le parole.
Holly ha un po’ paura, perché le sembra di non aver mai tenuto in braccio qualcosa – qualcuno! – di così prezioso e fragile, e rimane immobile mentre fissa negli occhi quello scricciolo; lui si mette a ridere, allungando una mano verso una ciocca di capelli rosso fuoco e iniziando a giocherellarci, facendola rilassare e sciogliere in mille parole piene di complimenti e nomignoli affettuosi.
Niall la guarda da lontano, sul viso un sorriso sicuro e commosso, mentre la vede giocare con le dita di Adam e piangere senza nemmeno accorgersene; le si avvicina piano, lentamente e sentendola cantare una piccola canzoncina inventata sul momento, ne è sicuro, ha fatto la scelta giusta.
Così le si avvicina all’orecchio «Ti amo proprio tanto» le dice, come se nulla fosse.
Holly alza gli occhi di scatto, lo guarda in viso con aria sospettosa, come a soppesare la sincerità delle sue parole; poi si apre in un sorriso felice, felicissimo, con tanto di occhi che brillano e cuore che batte un po’ più veloce del normale quando lo sente ridere divertito di fronte alla sua risposta.
«Okay.»
Okay.


 


Hello Beauties :3
Allora, purtroppo non ho moltissimo tempo quindi cercherò di fare il prima possibile: scrivo questa OS da un sacco di mesi, la avevo promessa alle lettrici di Skinny Love, questa ne è in qualche modo il continuo. Infatti, tutti i personaggi di questa storia erano già presenti nella long, a cui io sono particolarmente affezionata, ma penso che possa essere letta tranquillamente anche senza aver letto prima Skinny Love.
E' la prima volta che scrivo di Niall, ammetto che per me è stato un po' difficile, ma lui e Holly avevano preso voi quanto me, e non potevo lasciarli al punto morto in cui erano nell'ultimo capitolo di Skinny Love, così mi ci sono messa d'impegno e ho cercato di dare un lieto fine anche a loro.
Il titolo "Attese", mi è venuto in mente proprio qualche minuto fa,  mancava solo quello per pubblicare la storia e poi puff!, mi è venuto in mente; ovviamente, fa riferimento alle attese, lunghissime!, tra Niall e Holly che si sono conosciuti per la prima volta a 19 anni ma devono aspettare un bel po' per poter stare insieme davvero. Fa riferimento anche ad altri piccoli dettagli della storia, chissà se riuscirete a trovarli :)
In ogni caso, spero davvero che vi piaccia,
un bacio grandissimo,
Chiara

 
  
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